CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 26 settembre 2012
709.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e Interni (I)
COMUNICATO
Pag. 7

SEDE REFERENTE

  Mercoledì 26 settembre 2012. — Presidenza del presidente Donato BRUNO. – Intervengono i sottosegretari di Stato alla Presidenza del Consiglio Antonio Malaschini e Giampaolo D'Andrea.

  La seduta comincia alle 12.35.

Modifiche alla Parte seconda della Costituzione concernenti le Camere del Parlamento e la forma di Governo.
C. 16 cost. Zeller, C. 441 cost. Amici, C. 650 cost. D'Antona, C. 978 cost. Bocchino, C. 2168 cost. Baccini, C. 2473 cost. Casini, C. 2816 cost. Jannone, C. 2902 cost. Versace, C. 3068 cost. Luciano Dussin, C. 3573 cost. Calearo Ciman, C. 3738 cost. Mario Pepe (PdL), C. 4051 cost. Calderisi, C. 4282 cost. Sardelli, C. 4315 cost. Mantini, C. 4490 cost. Antonio Pag. 8Pepe, C. 4514 cost. Donadi, C. 4691 cost. Della Vedova, C. 4847 cost. Calderisi, C. 4915 cost. Vassallo, C. 5053 cost. Bossi, C. 5120 cost. La Loggia, C. 5337 cost. Maran e C. 5386 cost., approvato dal Senato.

(Seguito dell'esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta del 25 settembre 2012.

  Donato BRUNO, presidente, comunica che è stata avanzata la richiesta che la pubblicità dei lavori sia assicurata anche mediante l'attivazione dell'impianto audiovisivo a circuito chiuso. Non essendovi obiezioni, ne dispone l'attivazione.

  Maria Piera PASTORE (LNP) ricorda che il testo che la Commissione sta esaminando, già approvato dal Senato, prevede una serie di misure che è opportuno richiamare brevemente in questa sede. In primo luogo, reca la riduzione del numero dei parlamentari, per la Camera da 630 a 508 e la riduzione da 12 a 8 degli eletti nella circoscrizione estero; per il Senato da 315 a 250 e non sono più previsti eletti nella circoscrizione estero.
  Si istituisce poi il Senato federale, prevedendo che vi partecipi un rappresentante per ogni regione eletto dal consiglio regionale e che tali rappresentanti abbaino diritto di voto sulle materie di legislazione concorrente e su quelle di interesse degli enti territoriali.
  Sono poi eliminati i limiti di età per l'esercizio del diritto di voto per l'elezione del Senato e ridotti, pur non tenendo conto di quanto già approvato dalla Camera, da 40 a 35 il limite di età per poter essere eletti al Senato.
  Viene stabilito il dovere dei parlamentari di partecipare ai lavori delle Camere e delle Commissioni e vengono distinte finalmente le competenze tra Camera e Senato, ponendo fine al bicameralismo perfetto.
  Ciò consente una maggiore celerità nell'approvazione dei provvedimenti, visto che l'altra Camera deve approvare il provvedimento entro 15 giorni salvo che venga chiesto il riesame e consente il coinvolgimento dei rappresentati delle regioni su temi che riguarda gli enti territoriali.
  È stata poi prevista l'elezione diretta del Presidente della Repubblica da parte di tutti i cittadini e stabilito che può essere eletto ogni cittadino che abbia compiuto 40 anni (non 50) riducendo da 7 a 5 anni la durata dell'incarico.
  Viene infine stabilito che il Presidente della Repubblica possa sciogliere le Camere sentito anche il Primo Ministro e non più solo i Presidenti delle Camere.
  Ricorda come sul provvedimento non siano mancate le critiche nel corso dell'esame in Commissione. Lo stesso relatore, onorevole Bressa, ha definito l'articolo 6 – in base al quale i parlamentari devono partecipare ai lavori dell'aula e delle Commissioni – quasi comico: rileva tuttavia come non si è legittimati a non essere presenti ma è vero che spesso le presenze in Commissione sono esigue.
  Oppure, circa la maggiore celerità nell'approvazione dei provvedimenti, visto che l'altra Camera deve approvare il provvedimento entro 15 giorni salvo che venga chiesto il riesame, e sul coinvolgimento dei rappresentati delle regioni, l'onorevole Bressa ha criticato l'impostazione seguita, ritenendo, sembrerebbe, che si doveva fare di più, che non è sufficiente.
  In generale, i colleghi intervenuti nella discussione del provvedimento, non hanno mancato di far notare che il testo dà risposte sbagliate e crea forte confusione, chiedendosi se di questo ha bisogno il Paese.
  Nell'affermare che questo provvedimento toglie centralità al Parlamento, c’è chi ha ricordato che i parlamentari sono non solo un simbolo ma una condizione della democrazia. Così come è stata sottolineata l'ambiguità del semipresidenzialismo. Affermazioni che, soprattutto la prima, si scontrano con la realtà: in questo momento storico e in questa fase economica i parlamentari non sono considerati dai cittadini un simbolo di democrazia quanto piuttosto espressione di una casta. In questa critica chiaramente il suo gruppo non si riconosce, cercando di fare bene il proprio lavoro.Pag. 9
  Come sottolineato da molti colleghi, sul provvedimento anche i relatori esprimono posizioni diverse. E i colleghi che sono intervenuti, per lo più esprimendo contrarietà al testo in esame, hanno giustamente evidenziato, come gli stessi relatori dimostrano, che non c’è la volontà politica di andare avanti e che la discussione è surreale dato che non ci sono i tempi per una approvazione definitiva del provvedimento.
  Inoltre, molti interventi si sono soffermati sulla legge elettorale e non sul testo della riforma costituzionale.
  Così come è stata fatta la cronaca delle proposte di riforma e di quanto accaduto nelle diverse Commissioni o Comitati istituiti per affrontare il tema delle riforme istituzionali nel corso degli anni.
  Sottolinea, invece, come il suo gruppo sia favorevole alla riduzione dei parlamentari. In particolare la proposta di legge presentata dal suo gruppo riduce drasticamente a 200 i deputati e 200 i senatori, passando dagli attuali 945 a 400 parlamentari.
  Era inoltre prevista l'eliminazione degli eletti nella circoscrizione estero, ritenendo il sistema di votazione non sempre trasparente, con incoerenze e possibili brogli. Il Parlamento inoltre deve rappresentare chi lavora e paga le tasse nel Paese.
  Rileva poi come il superamento del bicameralismo perfetto e la modifica della forma di governo consentirà a chi vince le elezioni di governare. Il tema della governabilità è molto importante e va sempre ricordato.
  Con l'elezione diretta del Capo dello Stato finalmente si dà voce ai cittadini e si dà espressione concreta alla volontà popolare.
  Ritiene che occorra dare risposte ai cittadini e le riforme sono la necessaria risposta alla antipolitica, all'attacco alla casta e allo spreco.
  Ricorda che da sempre si parla di riforme, come hanno evidenziato gli stessi relatori, ma poi le riforme non sono state fatte o, se fatte, sono state bloccate.
  La riduzione dei parlamentari era contenuta nella cosiddetta devolution e sarebbe in vigore se non fosse intervenuto, com’è noto, il referendum.
  Sottolinea peraltro che se quella riforma non fosse stata «affossata» dal referendum ci sarebbe già il Senato federale e la riforma del bicameralismo perfetto e della forma di governo.
  Parlare tanto e non cambiare niente: di questo accusano i cittadini il Parlamento e, ancora una volta, potrebbero avere ragione.
  Occorre quindi evitare strumentalizzazioni, tenendo conto che non ci sarà mai una riforma che piace a tutti, perché altrimenti nella storia della Repubblica la Costituzione sarebbe già stata profondamente modificata. Così come è stato modificato il titolo V della Costituzione che ha creato tanti problemi e ricorsi alla Corte Costituzionale, con i quali tuttavia si convive quotidianamente.
  Il suo gruppo è convinto che bisogna rispondere alla sfiducia dei cittadini, che occorre uno Stato più leggero, che bisogna semplificare, accelerare, che le forze politiche hanno il dovere di riformare l'architettura istituzionale.
  Non è possibile dare al Paese una dimostrazione di inerzia, non si può parlare tanto di ridurre i parlamentari e poi perdere tempo.
  Ricorda, infine, come durante la legislatura in corso, la Lega Nord ha cercato il cambiamento: ha proposto la riforma delle autonomie locali, la cosiddetta «Carta delle Autonomie», poi bloccata dal governo Monti. Si è fatta promotrice della legge 5 maggio 2009 n. 42 in materia di federalismo fiscale e dei decreti legislativi attuativi, anch'essi affossati dal governo Monti.
  Ha presentato proposte di riforma costituzionale di iniziativa popolare ed è stato aperto il fronte delle modifiche agli articoli 116, 117 e 119 della Costituzione.
  È stato dunque perseguito il cambiamento, operando in più direzioni, quella ordinamentale, quella fiscale e quella costituzionale.Pag. 10
  Il cambiamento non è però ancora stato realizzato e quindi è indispensabile approvare una riforma organica della Costituzione che riprenda, in parte, i temi contenuti nella cosiddetta «devolution», che preveda una riduzione dei costi della politica, che sia diretta ad una maggiore efficacia ed efficienza del sistema, che eviti duplicazioni al fine di semplificare, razionalizzare e snellire il procedimento legislativo.
  Anche il suo gruppo voleva di più ma bisogna cominciare se davvero si vuole migliorare questo Paese.

  Ignazio LA RUSSA (PdL) dichiara che, quando il provvedimento in esame è stato trasmesso dal Senato, si aspettava che la Commissione affari costituzionali lo esaminasse con grande celerità, per sottoporlo infine all'Assemblea, il che non è invece avvenuto. A suo giudizio, questo dimostra che è in atto un tentativo – deliberato e proditorio – di non portare avanti il provvedimento e di deludere quella che è una forte aspettativa degli italiani, ossia l'elezione diretta del Presidente della Repubblica, che davanti all'opinione pubblica è il punto più significativo, anche se non è l'unico del provvedimento approvato dal Senato.
  Personalmente ritiene che questa sia una riforma importante, nella quale ha creduto e ancora crede moltissimo; una riforma che deve essere realizzata e che può esserlo ancora in questa legislatura: in questo momento di grave crisi di immagine della politica italiana, dare ai cittadini il potere di scegliere il Capo dello Stato in modo diretto, e quindi al posto dei partiti, sarebbe importante per ridare credibilità alla classe politica. L'opzione dell'elezione diretta del Capo dello Stato è stata dibattuta già dai costituenti, i quali la lasciarono cadere per il timore di una deriva autoritaria di quest'organo monocratico. In seguito fu la sinistra a non volere l'elezione diretta, perché era minoranza nel Paese, anche se non mancarono anche a sinistra sostenitori di questa forma di governo. Oggi però la situazione storica è cambiata. Nel sistema dell'alternanza, la sinistra non è sempre in minoranza e non è prevedibile oggi quale Presidente della Repubblica eleggerebbero gli italiani: è quindi il momento per fare la riforma.
  In conclusione, chiede alla presidenza di adottare tutte le misure che le sono consentite in base al regolamento per fare in modo che il provvedimento giunga in Assemblea il prima possibile, in modo che sia l'Aula a valutare, di fronte agli italiani, se questi debbano o no eleggere direttamente il Capo dello Stato.

  Donato BRUNO, presidente, fa presente che, non avendo la Conferenza dei presidenti di gruppo stabilito una data per l'inizio della discussione del provvedimento in Assemblea, l'esame dello stesso in Commissione sta procedendo secondo i tempi ordinari. Nel ricordare che è in corso l'esame preliminare e che diversi deputati si sono iscritti a parlare, si dice certo che in tempi ragionevoli si potrà passare alla successiva fase di esame, fermo restando che, se la Conferenza dei presidenti dei gruppi che si riunisce oggi dovesse iscrivere il provvedimento nel calendario dei lavori di ottobre o nel programma dei lavori per il trimestre ottobre-dicembre, la Commissione organizzerà i propri lavori, come ha sempre cercato di fare, in modo da assicurare il rispetto della data di inizio della discussione.

  Giuseppe CALDERISI (PdL), relatore, interviene per porre alla Commissione, anche alla luce dell'intervento del collega La Russa, un elemento di riflessione sull’iter del provvedimento in esame.
  Ricorda, come già sottolineato altre volte, che sussistono ancora i tempi utili per l'approvazione del progetto di riforma costituzionale, anche se molto stretti. Ma in considerazione della situazione politica sottostante le diverse posizioni dei gruppi, ritiene che una decisione sul proseguimento dell'esame debba essere discussa dall'Assemblea.
  La sua proposta, quindi, è che, verificata un'intesa comune in Commissione in tal senso, si possa svolgere quanto prima un dibattito in Aula sul testo del Senato. Pag. 11È infatti l'Aula la sede in cui verificare la possibilità di un'intesa su un percorso comune di riforma istituzionale con un'assunzione pubblica di responsabilità da parte delle forze politiche. Alla luce delle risultanze di tale dibattito si potrà decidere se procedere nell'esame oppure no.
  Ribadisce che l'unica risposta alla crisi politica, l'unico sbocco possibile, è l'introduzione del semipresidenzialismo, come prospettato nel testo approvato al Senato.

  Donato BRUNO, presidente, fa presente che la maniera più corretta di portare un provvedimento all'esame dell'Assemblea è attraverso una relazione favorevole o contraria della Commissione in sede referente.

  Gianclaudio BRESSA (PD), relatore, premesso che parlerà non in qualità di relatore, bensì di rappresentante del gruppo del Partito democratico in Commissione, dichiara di comprendere le ragioni dell'intervento del deputato La Russa, ma di non poter accettare l'accusa che la Commissione stia mettendo in atto un tentativo – deliberato e proditorio – di non portare avanti il provvedimento. Sottolinea che la Commissione sta soltanto esercitando le sue funzioni costituzionali di esame di un provvedimento in sede referente.

  Ignazio LA RUSSA (PdL) chiarisce che la sua accusa non era rivolta ai componenti della Commissione, ma ai partiti.

  Gianclaudio BRESSA (PD), relatore, proseguendo il suo intervento, fa presente che, se un gruppo annette ad un certo provvedimento un carattere di urgenza, deve attivare il proprio presidente perché nella Conferenza dei presidenti dei gruppi ne chieda la rapida calendarizzazione in Assemblea, il che fino ad oggi non è avvenuto. Sarebbe d'altra parte del tutto anomalo sottoporre all'Assemblea una questione di principio sull'opportunità di un intervento legislativo.
  Ciò premesso, sottolinea che la sua parte politica è intenzionata a discutere con serietà, senza finzioni né intenti dilatori, ed è pronta a concludere l'esame nei termini che saranno stabiliti dalla Conferenza dei presidenti dei gruppi o dall'ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi della Commissione. Il suo gruppo non intende invece partecipare a una «spettacolarizzazione» del progetto di riforma. Fa presente infine che al Senato l'accelerazione dell'iter ha nuociuto al provvedimento anziché favorirlo.

  Pierguido VANALLI (LNP) dichiara che il suo gruppo è dell'idea che si debba esaminare il provvedimento con i tempi necessari, senza fretta e senza ritardi. Per inciso, la sua parte politica, che sostiene la necessità di diversificare le funzioni delle Camere, sarebbe favorevole a portare il provvedimento in Assemblea e non può certo essere accusata di ritardare l'iter, fatto questo che va casomai imputato alle divisioni interne alla maggioranza.

  Mauro LIBÈ (UdCpTP) fa presente che il suo gruppo non è contrario ad una discussione sulle riforme costituzionali da svolgere, come testé prospettato, in Assemblea. Ricorda peraltro che il suo gruppo ha evidenziato – e continuerà a farlo – una serie di problematiche poste già nella discussione svolta al Senato.
  Rileva che di fronte ad una situazione di forte criticità per il Paese si perpetuano divisioni politiche. Ricorda inoltre come già nel corso dell'esame presso l'altro ramo del Parlamento il suo gruppo avesse evidenziato l'opportunità di stralciare alcune parti, particolarmente attese dal Paese, ma si decise di «caricare» il testo di molte disposizioni, forse anche per rallentarne l’iter.
  Evidenzia che, qualora il provvedimento fosse discusso in Assemblea, ci si troverebbe di fronte a due relatori di maggioranza che la pensano in maniera del tutto opposta. Vi sono infatti sul punto posizioni molto diverse tra i partiti che sostengono il Governo in carica.
  Ritiene che ci siano alla base questioni politiche di grande importanza che non si Pag. 12può pensare di eludere accelerando l’iter parlamentare. Vi sono altre questioni di assoluto rilievo che andrebbero invece affrontate con urgenza per il bene del Paese, compresi i progetti di legge in materia di contrasto alla corruzione.

  Donato BRUNO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

Disposizioni in materia di conflitti di interessi.
C. 442 Bressa, C. 1915 Di Pietro, C. 2664 Colombo, C. 2668 Veltroni e C. 4874 Cambursano.

(Seguito dell'esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta del 25 settembre 2012.

  Donato BRUNO, presidente, nessuno chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

Attuazione dell'articolo 49 della Costituzione.
Testo unificato C. 244 Maurizio Turco, C. 506 Castagnetti, C. 853 Pisicchio, C. 1722 Briguglio, C. 3809 Sposetti, C. 3962 Pisicchio, C. 4194 Veltroni, C. 4950 Galli, C. 4955 Gozi, C. 4956 Casini, C. 4965 Sbrollini, C. 4973 Bersani, C. 5111 Donadi, C. 5119 Rampelli e C. 5177 Iannaccone.

(Seguito dell'esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta del 25 settembre 2012.

  Andrea ORSINI (PT), relatore, ricorda preliminarmente che la Commissione sta riprendendo l'esame, in sede referente, di proposte di legge che incidono su una materia particolarmente urgente alla luce dei recenti accadimenti, che pongono la questione di una «ricostruzione» di credibilità politica, che può essere raggiunta anche attraverso la capacità dei partiti di dotarsi di regole più trasparenti.
  Auspica, quindi, che la Commissione possa proseguire nei tempi più celeri possibili l’iter dei progetti di legge.
  Prima di procedere nell'espressione del parere sugli emendamenti presentati, intende peraltro evidenziare la necessità di tenere conto che, dopo la presentazione delle proposte emendative, è stata definitivamente approvata la legge 6 luglio 2012, n. 96, recante norme in materia di riduzione di contributi pubblici in favore di partiti e movimenti politici, che è complementare al testo in esame.
  Ne consegue che molti emendamenti presentati, incluso il proprio emendamento riferito all'articolo 2, necessitino di aggiustamenti per renderli pienamente coerenti e coordinati con quanto stabilito dalla suddetta legge n. 96.
  Rileva inoltre che gli emendamenti riferiti all'articolo 2 rischiano di essere preclusi dall'eventuale approvazione, che auspica, del proprio emendamento 2.1, che riscrive integralmente il testo dell'articolo 2.
  Sottopone quindi all'attenzione del presidente e della Commissione l'opportunità di fissare un brevissimo termine per la presentazione di eventuali subemendamenti al proprio emendamento 2.1 e di riaprire, entro la medesima data, il termine per presentazione di emendamenti al testo in esame, in modo che i gruppi possano rendere pienamente coerenti le loro proposte rispetto alla legge n. 96 del 2012.
  Resta fermo che, già a partire dalla prossima settimana, si dovrà procedere all'esame degli emendamenti.
  Qualora tale percorso non trovasse invece condivisione, si dichiara sin d'ora disponibile ad esprimere i pareri sugli emendamenti presentati.

  Donato BRUNO, presidente, alla luce di quanto testé evidenziato dal relatore, ed in modo da assicurare a tutti i deputati la possibilità di presentare emendamenti rispetto ai testi in discussione, propone di fissare il termine per la presentazione di eventuali subemendamenti all'emendamento 2.1 del relatore entro le ore 13 di Pag. 13lunedì 1o ottobre prossimo e di riaprire, entro la medesima data, il termine per presentazione di emendamenti al testo in esame, in modo che i gruppi possano rendere pienamente coerenti le loro proposte rispetto alla legge n. 96 del 2012. Resta fermo l'impegno della Commissione di concludere l'esame degli emendamenti entro la prossima settimana.

  La Commissione concorda.

  Pierguido VANALLI (LNP) riguardo alla decisione testé assunta chiede al relatore entro quali termini intenda modificare il testo del proprio emendamento 2.1, considerata l'esigenza di disporre di un testo aggiornato per la presentazione di subemendamenti.

  Mario TASSONE (UdCpTP) chiede al relatore se la riformulazione, testé preannunciata, dell'emendamento 2.1 abbia ricadute anche sugli altri articoli del provvedimento, riguardando la natura giuridica dei partiti politici.

  Andrea ORSINI (PT), relatore, fa presente che è sua intenzione prevedere solo un raccordo tra le previsioni del comma 3 del proprio emendamento 2.1 e la legge n. 96 del 2012, nel frattempo approvata ed entrata in vigore.

  Donato BRUNO, presidente, chiede in ogni modo al relatore di presentare entro la giornata di domani il nuovo testo del proprio emendamento 2.1, che sarà prontamente trasmesso ai gruppi e al quale ciascuno potrà presentare subemendamenti entro lunedì 1o ottobre, alle ore 13.

  Maurizio TURCO (PD) preso atto dell'impegno manifestato dal presidente Bruno di procedere celermente nell’iter del provvedimenti in titolo, concludendo l'esame degli emendamenti entro la prossima settimana, rinuncia a svolgere considerazioni politiche riguardo ai ritardi nell'esame dei provvedimento.

  Donato BRUNO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 13.25.

AUDIZIONI

  Mercoledì 26 settembre 2012. — Presidenza del presidente Donato BRUNO. – Interviene il ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione, Filippo Patroni Griffi.

  La seduta comincia alle 14.10.

Audizione del Ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione, Filippo Patroni Griffi, sul riordino delle province e sull'attuazione delle disposizioni di legge, recentemente approvate, recanti misure di semplificazione amministrativa.
(Svolgimento, ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del regolamento, e rinvio).

  Donato BRUNO, presidente, avverte che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata, oltre che mediante l'attivazione dell'impianto audiovisivo a circuito chiuso, anche attraverso la trasmissione televisiva sul canale satellitare e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati. Dispone, pertanto, l'attivazione del circuito.
  Introduce, quindi, l'audizione.

  Il ministro Filippo PATRONI GRIFFI svolge una prima relazione sull'attuazione delle disposizioni di legge, recentemente approvate, recanti misure di semplificazione amministrativa.

  Intervengono, per porre quesiti e formulare osservazioni, i deputati Mauro LIBÈ (UdCpTP), Pierluigi MANTINI (UdCpTP), Mario TASSONE (UdCpTP), Pierguido VANALLI (LNP), Oriano GIOVANELLI (PD), Giuseppe CALDERISI (PdL) e Lucia CODURELLI (PD).

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  Il ministro Filippo PATRONI GRIFFI risponde ai quesiti posti e rende ulteriori precisazioni. Quindi svolge una seconda relazione sul riordino delle province.

  Intervengono, per porre quesiti e formulare osservazioni, i deputati Salvatore VASSALLO (PD), Maria Piera PASTORE (LNP), Remigio CERONI (PdL), Susanna CENNI (PD) e Tommaso FOTI (PdL).

  Il ministro Filippo PATRONI GRIFFI fornisce alcune precisazioni in relazione alle questioni sollevate negli interventi svolti.

  Donato BRUNO, presidente, ricorda che è imminente l'inizio dei lavori dell'Assemblea e che sono iscritti a parlare ancora numerosi deputati.

  Mauro LIBÈ (UdCpTP) interviene sull'ordine dei lavori.

  Donato BRUNO, presidente, acquisita la disponibilità del ministro, rinvia il seguito dell'audizione ad altra seduta.

  La seduta termina alle 16.

  N.B.: Il resoconto stenografico della seduta è pubblicato in un fascicolo a parte.

COMITATO PERMANENTE PER I PARERI

  Mercoledì 26 settembre 2012. — Presidenza del presidente Isabella BERTOLINI.

  La seduta comincia alle 16.

Disciplina del rapporto di lavoro tra i membri del Parlamento e i loro collaboratori.
Emendamenti C. 2438-A
(Parere all'Assemblea).
(Esame e conclusione – Parere).

  Il Comitato inizia l'esame degli emendamenti.

  Isabella BERTOLINI, presidente e relatore, rileva che gli emendamenti contenuti nel fascicolo n. 2 e gli ulteriori emendamenti della Commissione 2.100, 3.100, 3.101 e 3.102 non presentano profili critici per quanto attiene al rispetto del riparto di competenze legislative di cui all'articolo 117 della Costituzione e propone pertanto di esprimere su di essi il parere di nulla osta.

  Nessuno chiedendo di intervenire, il Comitato approva la proposta di parere del presidente.

Modifiche alla disciplina del condominio negli edifici.
Emendamenti C. 4041-A, approvata dal Senato ed abb.

(Parere all'Assemblea).
(Esame e conclusione – Parere).

  Il Comitato inizia l'esame degli emendamenti.

  Isabella BERTOLINI, presidente, sostituendo il relatore, rileva che gli emendamenti contenuti nel fascicolo n. 4 e gli ulteriori emendamenti della Commissione 2.500, 4.500, 9.500, 11.500, 16.500, 18.500, 20.500, 26.500 e 26.501 non presentano profili critici per quanto attiene al rispetto del riparto di competenze legislative di cui all'articolo 117 della Costituzione e propone pertanto di esprimere su di essi il parere di nulla osta.

  Nessuno chiedendo di intervenire, il Comitato approva la proposta di parere del presidente.

  La seduta termina alle 16.05.

ERRATA CORRIGE

  Nel Bollettino delle Giunte e delle Commissioni parlamentari n. 666 del 14 giugno 2012, a pagina 44, seconda colonna, dopo Pag. 15la trentanovesima riga, inserire il seguente periodo:

«Sui lavori della Commissione

  Donato BRUNO, presidente, comunica che, a seguito di quanto convenuto nell'ambito dell'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, le proposte di legge C. 2431 Di Biagio, C. 2684 Mantini e C. 2904 Sbai sono disabbinate dalle proposte di legge C. 103 Angeli e abb., per essere abbinate alla proposta di legge C. 4236 Bressa».