CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 19 settembre 2012
706.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Lavoro pubblico e privato (XI)
COMUNICATO
Pag. 153

RISOLUZIONI

  Mercoledì 19 settembre 2012. — Presidenza del presidente Silvano MOFFA. — Interviene il viceministro del lavoro e delle politiche sociali, Michel Martone.

  La seduta comincia alle 14.05.

7-00948 Miccichè: Iniziative nei confronti delle parti sociali per la revisione dei contratti nazionali di lavoro in favore dello sviluppo del Mezzogiorno.
(Seguito della discussione e rinvio).

  La Commissione prosegue la discussione della risoluzione in titolo, rinviata nella seduta del 31 luglio 2012.

  Silvano MOFFA, presidente, ricorda che nella precedente seduta ha avuto luogo l'illustrazione della risoluzione in titolo, mentre l'acquisizione dell'orientamento del Governo – anche alla luce della rilevanza dell'impegno previsto dall'atto di indirizzo – è stata rinviata al termine della discussione di carattere generale.

  Giuseppe BERRETTA (PD), giudicando fondamentale e strategico per il Paese un rilancio dell'economia del Mezzogiorno, osserva che il tema dello sviluppo di quei territori non può essere utilizzato strumentalmente a fini elettorali, come sembra faccia il primo firmatario della risoluzione in discussione, il quale, peraltro, non si è – a suo giudizio – distinto in passato per aver svolto un ruolo positivo Pag. 154per il Sud, pur avendo ricoperto importanti cariche istituzionali sia a livello nazionale che locale. Ritiene, inoltre, che il presente atto d'indirizzo proponga forme di intervento antistoriche e superate, di cui è già stata sperimentata in passato l'inefficacia, facendo notare che esse non affrontano il nodo fondamentale della questione, rappresentato dalla reale esigenza di promuovere lo sviluppo del Meridione.
  Giudica necessario, quindi, avviare politiche vere – come quelle messe in campo dai precedenti Governi di centrosinistra – che puntino a valorizzare le risorse del Sud (naturali, paesaggistiche, monumentali), attraverso il rilancio dei settori strategici dell'innovazione e della ricerca, facendo presente che appare inutile, oltre che dannoso, richiamare formule di intervento desuete, come, ad esempio, le cosiddette «gabbie salariali», a cui sembra fare simbolico riferimento la risoluzione in titolo.
  In conclusione, osserva come l'obiettivo di un adeguato sviluppo del Mezzogiorno non possa essere conseguito attraverso misure che determinano un abbassamento delle tutele dei lavoratori, come quelle adottate dal precedente Governo di centrodestra in tema di deroga alla contrattazione nazionale e come quelle prospettate nella risoluzione in discussione: sono necessari, piuttosto, interventi efficaci di politica economica, che investano sul capitale umano e infrastrutturale del Sud.

  Massimiliano FEDRIGA (LNP), pur condividendo, per certi aspetti, l'idea di collegare la retribuzioni dei lavoratori al costo della vita di determinate zone geografiche, secondo quanto a più riprese proposto dal suo gruppo in passato, ritiene che le ulteriori misure suggerite nella risoluzione in discussione non siano accettabili, dal momento che vengono ricondotte ad interventi di fiscalità agevolata che appaiono inattuabili e sbagliati, oltre che suscettibili di dar luogo a forme di dumping sociale penalizzanti per le imprese operanti in territori diversi. Giudica poi totalmente scorretto prevedere benefici e agevolazioni solamente in favore di imprese di una certa area del Paese, atteso che in tal modo si ignora che la crisi economica in atto ha coinvolto l'intero territorio nazionale, colpendo gravemente anche i livelli occupazionali e produttivi del Nord.
  Osserva, peraltro, che gli interventi per il Sud finora avviati in Italia sono stati finanziati dai cittadini del Nord, ai quali le risorse sono state sottratte inutilmente, considerato che nessun vero sviluppo è stato realmente avviato nel Mezzogiorno. Nel giudicare, quindi, demagogica e propagandistica la risoluzione in titolo, chiede al Governo di fornire specifici dati circa i livelli di disoccupazione del Settentrione, richiamando l'esigenza di affrontare i problemi del Paese in un'ottica più generale e complessiva.

  Cesare DAMIANO (PD) ritiene che le misure proposte nella risoluzione in discussione ripropongano logiche di intervento vetuste e antistoriche, che legherebbero lo sviluppo del Mezzogiorno ad un abbassamento dei salari, invadendo, peraltro, la sfera di autonomia delle parti sociali. Ritenuto che una simile forma di intervento andrebbe nel senso opposto allo sviluppo, deprimendo i consumi e bloccando gli investimenti in un momento di inflazione crescente, giudica preferibile, quindi, adottare altre misure, tra cui cita, ad esempio, il rafforzamento della contrattazione di secondo livello (con la sua relativa defiscalizzazione) e la riduzione del cuneo fiscale.
  Pur valutando con serietà l'importanza di prestare attenzione all'equilibrio di bilancio in un periodo di crisi, ritiene propagandistico e sbagliato riproporre superate politiche salariali come quelle in questione, soprattutto in una fase storica come quella attuale, in cui il blocco degli incrementi salariali e del turn over nel settore pubblico e i gravi ritardi nei rinnovi contrattuali in quello privato già minano gravemente la capacità di acquisto delle famiglie. Auspica, piuttosto, che gli impegni che il Parlamento detta al Governo si concentrino sull'esigenza di avviare un'adeguata politica industriale, che Pag. 155rilanci lo sviluppo del Mezzogiorno, non compromettendone i livelli produttivi d occupazionali.

  Giuliano CAZZOLA (PdL) osserva, in via preliminare, che non si possono giudicare come propagandistiche e capziose le proposte di un deputato, soltanto perché esso partecipa ad una competizione elettorale, dal momento che, seguendo questa logica, qualsiasi iniziativa proveniente da un parlamentare potrebbe essere definita tale, rientrando la sua attività nel «libero gioco» della politica e della ricerca del consenso. Fa notare, peraltro, che gli impegni inseriti nella risoluzione in discussione non sembrano in grado di garantire un rilevante «ritorno» in termini elettorali, dal momento che (a differenza di quanto propongono i rappresentanti del gruppo del Partito Democratico, questi sì in termini demagogici) i proponenti di tale atto di indirizzo richiamano l'esigenza di bloccare le dinamiche salariali, non certo andando incontro al facile consenso dell'opinione pubblica.
  Entrando, quindi, nel merito, dichiara di non considerare scandaloso l'intervento proposto, considerato che esso, nel rispetto dell'autonomia delle parti sociali, le invita a valutare la possibilità di utilizzare forme di contrattazione più flessibili, peraltro in via sperimentale. Fa notare, inoltre, che la rilevante presenza del lavoro sommerso nel Mezzogiorno e la perdurante diffusione di fenomeni distorsivi del mercato del lavoro in quelle zone dovrebbero indurre ad una riflessione più profonda sulle reali capacità delle popolazioni del Sud di rispettare le regole dettate in un quadro nazionale, non potendosi di certo attribuire rilievo ad argomentazioni populiste, che facciano riferimento ad una presunta diversità genetica o caratteriale di quelle popolazioni. In proposito, giudica non scorretto ipotizzare forme di gestione contrattuali più sostenibili, in linea con quanto sta valutando di fare il Governo in carica in materia di sostegno alle imprese innovative (le cosiddette startup), per le quali si profilano interventi anche sotto il profilo della gestione negoziale delle condizioni dei lavoratori, proprio in direzione del rilancio dell'economia del Meridione. In quest'ottica, peraltro, prima di pronunciarsi sulla risoluzione in discussione, giudica opportuno che la Commissione valuti le misure che il Governo sta definendo in tale campo, al fine di avere un quadro più chiaro e organico delle politiche che si potranno portare avanti per il Mezzogiorno.

  Maria Grazia GATTI (PD), premesso che la risoluzione in titolo sembra procedere ad un excursus storico che ignora fasi importanti della vita politica italiana, nelle quali hanno assunto rilevanza determinate forme di intervento (tra le quali cita le «gabbie salariali» e la Cassa per il Mezzogiorno), fa notare che nell'attuale dialettica negoziale tra le parti sociali è già prevista la possibilità di modulare gli interventi a seconda delle realtà produttive prese a riferimento: indica, in proposito, la grande diffusione degli accordi di programma, grazie ai quali è stato possibile giungere ad importanti risultati produttivi ed occupazionali. Giudica preferibile, pertanto, che il Governo, senza interferire con l'autonomia delle parti, intervenga nel campo della politica industriale, eventualmente adottando opportune forme di agevolazione per le imprese del Sud (tra cui cita il ripristino della originaria formula di detassazione dei premi di produttività), al fine di rilanciare lo sviluppo di quelle aree e agevolare i negoziati tra lavoratori e datori di lavoro.
  In conclusione, prospetta ai presentatori l'opportunità di ritirare la risoluzione in discussione, non giudicando utile il seguito del suo esame al fine di sollecitare positivi interventi del Governo.

  Teresa BELLANOVA (PD) dichiara preliminarmente che le considerazioni svolte oggi dall'onorevole Cazzola inducono la Commissione a svolgere una riflessione attenta, atteso che – se si parte dall'assunto che il Mezzogiorno non è in grado di rispettare le regole unitarie – si rinuncia a svolgere una funzione degna della classe dirigente del Paese, come dovrebbe essere la rappresentanza parlamentare, assecondando Pag. 156uno stato di cose che non può essere accettabile. Ritiene, quindi, che le proposte indicate nella risoluzione in titolo siano pretenziose e sbagliate, risultando lesive dell'autonomia della parti sociali e inadeguate a stimolare la crescita del Mezzogiorno. Fa notare, infatti, che in tale atto di indirizzo si ripropongono ricette vetuste e inadatte al tessuto produttivo del Sud, facendo riferimento a forme di contenimento delle dinamiche salariali suscettibili di deprimere ulteriormente i consumi delle famiglie, già gravemente in difficoltà per la crisi economica. Al contrario, reputa ancora possibile che la classe politica si impegni a combattere un modello di sviluppo che segnerebbe il fallimento delle politiche di sostegno al Mezzogiorno, puntando invece sull'innovazione tecnologica e sulla ricerca, uniche ricette che consentirebbero alle aziende di non delocalizzare all'estero e puntare – anche al Sud – su uno sviluppo creativo e innovativo.
  Risulta intollerabile, a suo avviso, la volontà di colpire i salari dei lavoratori, soprattutto nei territori del Meridione in cui vi è una rilevante diffusione di famiglie monoreddito ed una conseguente forte inadeguatezza dei livelli retributivi, considerata la necessità di sostenere le spese di un'intera famiglia con un unico stipendio. Giudica necessario valutare le problematiche del lavoro nero nel Meridione con maggiore razionalità, abbandonando una impostazione «razzista» che tende a enfatizzarle al Sud e a negarle nel resto del Paese, come se non fosse vero che il sommerso, al Nord, significa spesso «doppio lavoro», mentre nel Mezzogiorno è frequentemente l'unica forma di sopravvivenza possibile. Invita, quindi, il Governo a concentrarsi su interventi più serie ed efficaci, che si collochino nell'ambito di una complessiva politica industriale, fondata su misure di fiscalità di vantaggio (negoziate con l'Unione europea) e di sostegno all'emersione, nel rispetto della libera contrattazione della parti sociali. Ribadisce, infatti, che una classe dirigente seria e responsabile non può esimersi dal delineare un modello di sviluppo per il Mezzogiorno che incida concretamente sui meccanismi produttivi, rifuggendo dalla tentazione di assecondare la realtà esistente, attraverso il ricorso a misure desuete – come quelle indicate nella risoluzione in discussione – che non farebbero altro che confermare o addirittura aggravare il divario esistente tra il Nord e il Sud del Paese.

  Il viceministro Michel MARTONE prende atto che la risoluzione in esame sollecita sostanzialmente il Governo a convocare le parti sociali per la revisione dei contratti nazionali di lavoro, in modo che la parte economica di contratti nazionali di lavoro sia collegata al costo della vita nel territorio, al fine di creare attrattività nei territori del Meridione. Al riguardo, pur non potendo sottovalutare l'importanza delle questioni evidenziate con la risoluzione in esame, ritiene di dover concordare con le considerazioni appena svolte dall'onorevole Bellanova, osservando che la realizzazione del sistema ipotizzato non potrebbe che passare attraverso atti di autonomia collettiva, in relazione ai quali il Governo non possiede poteri di intervento. Fa notare, quindi, che lo stesso Governo auspica che le parti, nel pieno esercizio dell'autonomia contrattuale, sappiano adottare misure, anche a livello della contrattazione nazionale di lavoro, che possano consentire di valorizzare l'apporto produttivo dei lavoratori, rafforzando nel contempo la competitività delle imprese: non a caso, l'Esecutivo ha di recente ritenuto di fornire uno stimolo alle parti sociali, convocandole separatamente ai fini della costituzione di un tavolo sulla produttività.
  Rileva, peraltro, che il Governo ritiene che, per rendere attrattivi i territori meridionali, non sia necessario incidere sul salario reale dei lavoratori, sia per ragioni di equità che per ragioni di sostenibilità delle famiglie sia, ancora, per non determinare effetti depressivi sui consumi: occorre, invece, investire sul capitale umano, conoscitivo e infrastrutturale, nonché adottare elementi di flessibilità diversi e ulteriori, quali, ad esempio, il credito di imposta (agevolazione rivolta ai datori di Pag. 157lavoro che hanno assunto o assumono a tempo indeterminato lavoratori definiti «svantaggiati» o «molto svantaggiati» in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia e Sardegna) e lo sgravio contributivo triennale per i datori di lavoro che assumano apprendisti a decorrere dal 1o gennaio 2012 al 31 dicembre 2012 introdotto dalla legge di stabilità per il 2012.
  Intende ribadire, da ultimo, l'attenzione del Governo nei confronti delle regioni del Mezzogiorno, in cui il rilancio di competitività non necessariamente deve passare attraverso misure di riduzione della dinamica salariale, ma può e deve valorizzare ulteriori e diversi fattori di incremento della competitività. Ricorda, infatti, che il Ministro per la coesione territoriale, in occasione della discussione delle mozioni concernenti iniziative per favorire gli interventi produttivi e l'occupazione nel Mezzogiorno, si è impegnato «ad assegnare al tema dello sviluppo economico e sociale del Mezzogiorno una valenza prioritaria nell'ambito della politica economica nazionale e di quella comunitaria di coesione».

  Silvano MOFFA, presidente, fa presente che, essendosi così concluso il dibattito sulle linee generali della risoluzione in titolo, risulta opportuno che eventuali precisazioni e considerazioni aggiuntive, che intendano rendere alcuni dei deputati già intervenuti nella discussione, siano rinviate ad una successiva fase di discussione, le cui modalità saranno definite in una prossima riunione dell'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi.
  Rinvia, quindi, il seguito della discussione ad altra seduta.

  La seduta termina alle 14.55.

SEDE REFERENTE

  Mercoledì 19 settembre 2012. — Presidenza del presidente Silvano MOFFA. — Interviene il viceministro del lavoro e delle politiche sociali, Michel Martone.

  La seduta comincia alle 14.55.

Modifiche all'articolo 12 del decreto-legge n. 78 del 2010, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 122 del 2010, in materia di ricongiunzione onerosa dei contributi previdenziali.
C. 3693 Gnecchi, C. 5215 Santelli e C. 5219 Fedriga.

(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame dei provvedimenti in titolo.

  Silvano MOFFA, presidente e relatore, osserva che le proposte di legge in esame intervengono sulla disciplina della ricongiunzione dei contributi pensionistici. In via preliminare, intende ricordare che la Commissione aveva già avviato l'esame della proposta di legge C. 5219 (a prima firma del deputato Fedriga) nell'ambito dell'esame di una serie di provvedimenti in materia di totalizzazione e cumulo dei contributi previdenziali; nella seduta del 3 luglio 2012, al fine di agevolare il prosieguo dell'esame di tali provvedimenti e preso atto che il relativo testo unificato aveva «abbandonato» la strada delle modifiche al decreto-legge n. 78 del 2010, la Commissione, su richiesta del proponente, ha quindi proceduto al disabbinamento di tale proposta di legge, al fine di consentirne l'esame autonomo, unitamente agli altri provvedimenti in materia di ricongiunzione già assegnati alla Commissione.
  Passando al contenuto delle proposte di legge in esame, osserva in primo luogo che tutte dispongono l'abrogazione dei commi da 12-septies a 12-undecies dell'articolo 12 del decreto-legge n. 78 del 2010, con i quali è stato posto, a decorrere dal 1o luglio 2010, un onere aggiuntivo a carico dei lavoratori che richiedono la ricongiunzione dei contributi pensionistici. Rileva, peraltro, che le sole proposte di legge C. 3693 e C. 5219 prevedono, altresì, l'abrogazione del comma 12-sexies dell'articolo 12 del decreto-legge n. 78 del 2010, che (in attuazione di una sentenza della Corte di giustizia europea) ha innalzato l'età pensionabile delle donne nel pubblico impiego; Pag. 158per quanto concerne gli effetti dell'abrogazione delle disposizioni sulla ricongiunzione onerosa, le proposte di legge C. 5215 e C. 5219 specificano poi che le disposizioni previgenti riacquistano efficacia nel testo vigente alla data di entrata in vigore della legge n. 122 del 2010 (di conversione del decreto-legge n.78). Fa notare, inoltre, che i provvedimenti si differenziano in relazione alla disciplina delle somme già versate, per le quali la sola proposta di legge C. 5219 prevede la restituzione da parte dell'INPS, mentre la proposta di legge C. 5215, pur esplicitando che le disposizioni previgenti si applicano anche alle domande di ricongiunzione presentate medio tempore (ossia tra la data di entrata in vigore della legge n. 122 del 2010 e la data di entrata in vigore del provvedimento), esclude espressamente la restituzione delle somme eventualmente versate.
  Evidenzia, altresì, che una clausola di copertura degli oneri derivanti dall'abrogazione della disciplina sulle ricongiunzioni onerose è prevista unicamente dalla proposta di legge C. 5219, mentre la sola proposta di legge C. 3693 detta ulteriori norme in materia previdenziale, volte a: prevedere che i requisiti per la pensione di vecchiaia e di anzianità siano gli stessi per gli iscritti all'INPS e all'INPDAP; disciplinare l'istituto della pensione supplementare; prevedere la totalizzazione dei periodi assicurativi per tutte le gestioni previdenziali, con erogazione del trattamento pro-quota da parte di ogni gestione o fondo. Rispetto a queste ultime disposizioni, peraltro, ricorda che interventi simili sono contenuti nel testo unificato delle proposte di legge in materia di totalizzazione, sul quale la Commissione proseguirà l'esame anche nella giornata odierna e che, pertanto, sarà utile espungere da un eventuale testo unificato in materia di ricongiunzione dei contributi previdenziali.
  Per quanto concerne, più in generale, il seguito dell'iter delle proposte di legge abbinate, propone, anche alla luce dell'esperienza maturata in relazione all'esame da parte della Commissione di altri provvedimenti comportanti oneri finanziari, di procedere preliminarmente ad una esatta verifica della platea dei soggetti potenzialmente beneficiari e degli oneri che conseguentemente ne deriverebbero, al fine di disporre di tutti gli elementi necessari per garantire il migliore svolgimento del dibattito e definire preventivamente un quadro chiaro in merito alla sostenibilità finanziaria dell'iniziativa legislativa. In particolare, chiede sin d'ora al Governo di fornire la prossima settimana alla Commissione – anche per il tramite dell'INPS – una quantificazione esatta degli eventuali oneri attesi dall'abrogazione dei commi da 12-septies a 12-undecies dell'articolo 12 del decreto-legge n.78 del 2010, come previsto dai progetti di legge in esame, considerato anche che – al momento dell'introduzione di tali norme – la relativa relazione tecnica non ascriveva ad esse alcun effetto di natura finanziaria.

  Il viceministro Michel MARTONE si riserva di trasferire ai competenti uffici i termini della richiesta testé formulata dal relatore.

  Massimiliano FEDRIGA (LNP), nel ringraziare il relatore per il lavoro svolto, ribadisce che la questione principale sottesa all'intervento normativo in esame attiene al contenuto della relazione tecnica predisposta all'epoca dell'approvazione delle disposizioni richiamate nei diversi provvedimenti in titolo. Al riguardo, nel dichiararsi convinto che gli uffici ministeriali e l'INPS insisteranno sull'esigenza di una copertura finanziaria dei progetti di legge, auspica quantomeno che siano fatte previsioni credibili, limitando la platea dei beneficiari soltanto a coloro che avrebbero realmente usufruito delle norme sulle ricongiunzioni non onerose ed evitando di elaborare valutazioni tecniche totalmente irrealistiche.
  Più in generale, esprime soddisfazione per il fatto che sembra registrarsi una sostanziale unanimità delle forze politiche rispetto agli interventi in esame, come si desume dalla presentazione di proposte di legge che, oltre che dal suo gruppo, sono Pag. 159state depositate anche da parte dei due principali gruppi dell'attuale maggioranza: invita, quindi, il Governo a prendere atto di tale situazione e ad assicurare, di conseguenza, la massima collaborazione nei confronti del Parlamento.

  Marialuisa GNECCHI (PD), nell'associarsi ai ringraziamenti al relatore, dichiara di condividere le considerazioni svolte dall'onorevole Fedriga, auspicando che giungano alla Commissione notizie precise e corrette sulla quantificazione degli oneri recati dai provvedimenti in esame: si tratta, infatti, di valutare soltanto gli effetti dell'abrogazione di talune disposizioni di cui al decreto-legge n. 78 del 2010, che avevano a loro volta abrogato alcune norme previgenti. Rammenta, in particolare, che le proposte di legge di cui oggi la Commissione ha iniziato l'esame non promuovono interventi innovativi, ma, per la prima volta, intendono esclusivamente reintrodurre alcune disposizioni già abrogate; in questo contesto, precisa che la legge n. 322 del 1958, abrogata – per l'appunto – dal decreto n. 78, permetteva la costituzione della posizione assicurativa all'INPS solo a coloro che, altrimenti, non avrebbero potuto raggiungere il requisito contributivo per poter godere della pensione, nonché alle persone che potevano ricongiungere gratuitamente verso l'INPS tutti i contributi presenti in altri fondi. Poiché, dunque, è sempre stata prevista (e tuttora permane) l'onerosità della ricongiunzione verso gli altri fondi che possano comportare un vantaggio per la determinazione dell'entità della pensione, ritiene che l'unica platea che una realistica quantificazione degli oneri può prendere in considerazione sia la serie storica degli ultimi dieci anni delle persone che hanno utilizzato la legge n. 322 del 1958.

  Giuliano CAZZOLA (PdL) rileva preliminarmente che – se è vero che una delle proposte di legge abbinate è sottoscritta da taluni deputati del suo gruppo – non risulta comunque che essa possa considerarsi rappresentativa della posizione ufficiale del gruppo medesimo. Fa notare, inoltre, che la presunta mancanza di oneri che taluni deputati evocano in ordine ai progetti di legge in esame non appare realistica, atteso che la previsione di risparmi derivanti dall'introduzione delle disposizioni di cui all'articolo 12 del decreto-legge n. 78 del 2010 era contemplata nella relativa relazione tecnica, la quale si limitava a sospendere la compiuta valutazione degli effetti finanziari, che in quel momento non potevano essere concretamente prevedibili.

  Silvano MOFFA, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, invita il rappresentante del Governo ad adoperarsi per fornire tempestivamente alla Commissione i dati informativi oggi richiesti.
  Rinvia, quindi, il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 15.15.

SEDE CONSULTIVA

  Mercoledì 19 settembre 2012. — Presidenza del vicepresidente Giuliano CAZZOLA. — Interviene il viceministro del lavoro e delle politiche sociali, Michel Martone.

  La seduta comincia alle 15.15.

Disposizioni per l'Agenda digitale.
Testo unificato C. 4891 Gentiloni Silveri e C. 5093 Palmieri.

(Parere alla IX Commissione).
(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

  Luigi BOBBA (PD), relatore, osserva che la Commissione è chiamata ad esprimere il parere alla IX Commissione sul testo unificato delle proposte di legge nn. 4891 e 5093 (come risultante dall'approvazione degli emendamenti da parte della Commissione Pag. 160stessa, nella seduta del 26 luglio 2012), recante disposizioni per l'Agenda digitale nazionale. Rileva che il testo in esame, nello stimolare lo sviluppo di servizi digitali in favore dei cittadini e delle imprese, persegue la finalità di migliorare e rendere più trasparente il rapporto con la pubblica amministrazione, promuovendo l'utilizzo ottimale della rete e agevolando l'erogazione dei servizi: un adeguato investimento nelle tecnologie dell'informazione e della comunicazione potrebbe favorire, infatti, una rinnovata efficienza del settore pubblico, alimentando l'innovazione e stimolando la crescita economica. Segnala, in proposito, che l'Agenda digitale è senza dubbio inclusa fra le priorità dell'azione del Governo in carica: infatti, per un verso, sulla base della strategia definita nel 2010 dalla Commissione europea «Europa 2020 per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva», è stata di recente istituita una «Cabina di regia» interministeriale e avviata una consultazione pubblica; per altro verso, lo stesso DEF (Documento di economia e finanza) 2012, indicando gli obiettivi per il riequilibrio dei conti pubblici e per la ripresa dello sviluppo, fa proprio riferimento a provvedimenti che riguardano – oltre che la creazione di un ambiente propizio per le imprese, la concorrenza, l'innovazione e la ricerca, le infrastrutture e la creazione di lavoro – anche l'Agenda digitale, individuata come una delle quattro finalità prioritarie a cui andranno destinati i fondi strutturali, recentemente riprogrammati, e le quote di cofinanziamento nazionale del Fondo sviluppo e coesione. Fa notare, peraltro, che gli interventi a tal fine previsti riguardano il completamento del Piano Nazionale per la banda larga nel Mezzogiorno, la creazione di un sistema di cloud computing rivolto alle imprese e alla pubblica amministrazione, la promozione in ambito sanitario della gestione elettronica delle pratiche cliniche e dei sistemi di prenotazione elettronica per l'accesso alle strutture da parte dei cittadini, la definizione dei progetti operativi per garantire la sicurezza nei pagamenti elettronici.
  Poiché risulta, quindi, in fase avanzata di studio un'iniziativa del Governo su tale materia, premette che occorrerà valutare la possibilità che – prima ancora di formulare un parere sulla presenta proposta di legge – si prendano in esame le eventuali misure governative, che si preannunciano imminenti, al fine di giungere alla definizione di un intervento normativo che sia il più completo ed efficace possibile.
  Passando, dunque, all'illustrazione delle norme di più diretto interesse della XI Commissione, segnala anzitutto l'articolo 6, il quale, al fine di promuovere l'alfabetizzazione informatica dei cittadini, prevede la realizzazione di idonei percorsi formativi – svolti senza oneri aggiuntivi a carico della finanza pubblica e con ricorso a personale qualificato appartenente ai ruoli delle amministrazioni dello Stato – destinati anche ai pubblici dipendenti addetti ad attività e servizi che richiedono specifiche competenze informatiche. Sottolinea, quindi, che il provvedimento, promuovendo il finanziamento di nuove iniziative imprenditoriali con elevato contenuto di innovazione (cosiddette startup), prevede, all'articolo 15, forme di esenzione fiscale e di esonero dal pagamento dei contributi previdenziali per i casi di remunerazione del lavoro con quote societarie, mentre il successivo articolo 16 stabilisce, al riguardo, le modalità di individuazione delle aree a condizioni agevolate, rimettendo la determinazione dei limiti di esenzione e di esonero a specifici decreti ministeriali. Evidenzia, quindi, l'articolo 19, in base al quale si prevede che, in via sperimentale, per gli anni 2013, 2014 e 2015, le nuove startup innovative con fatturato annuo inferiore a 1 milione di euro siano esentate dal versamento degli oneri contributivi e previdenziali per il primo anno di attività, facendosi altresì notare che l'articolo 20 prevede incentivi fiscali all'apprendistato nel settore delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione. Segnala, infine, l'articolo 25, il quale, dettando norme in favore dell'inclusione digitale delle persone disabili e delle categorie deboli e svantaggiate, prevede specifici obblighi e responsabilità in Pag. 161materia di adeguamento dei servizi telematici ai requisiti di accessibilità e stabilisce, tra l'altro, che l'inosservanza di quanto previsto sia rilevante ai fini della misurazione e della valutazione della performance individuale dei dirigenti responsabili, comportando altresì responsabilità dirigenziale e disciplinare.
  In conclusione, nel ribadire l'importanza degli interventi prospettati dal provvedimento in esame, giudica opportuno valutare gli eventuali contributi che potrebbero giungere a breve dalla preannunciata iniziativa governativa in materia, anche in modo da poterne verificare i reciproci profili di integrazione e coordinamento, restando inteso che – ove tale iniziativa governativa dovesse tardare – la Commissione potrebbe comunque pronunciarsi in tempi piuttosto celeri sul testo unificato elaborato dalla IX Commissione.

  Giuliano CAZZOLA, presidente, in considerazione della proposta avanzata dal relatore di poter valutare i rapporti tra il provvedimento in esame e la preannunciata iniziativa del Governo sul medesimo tema, ritiene che la Commissione possa concordare sull'opportunità di differire, per il momento, l'espressione del parere di competenza.

  La Commissione conviene.

  Maria Grazia GATTI (PD), nel prendere atto dell'opportunità di rinviare l'espressione del parere di competenza, invita comunque la Commissione a svolgere una riflessione seria circa la sovrapposizione, che tende sempre più frequentemente a determinarsi, tra norme contenute in provvedimenti diversi tra loro, all'esame del Parlamento, volti a disciplinare la medesima materia. Ritiene, pertanto, che alla ripresa dell'esame del presente provvedimento, così come in occasione dell'esame di altri provvedimenti di competenza, sia utile valutare eventuali forme di raccordo normativo tra le differenti disposizioni, nell'ottica di definire un intervento che sia il più possibile efficace, omogeneo e adeguato.

  Luigi BOBBA (PD), relatore, nel condividere le considerazioni testé svolte dall'onorevole Gatti, coglie l'occasione per chiedere alla presidenza informazioni circa lo stato dell'iter del testo unificato delle proposte di legge C. 3696 e abbinate, in materia di imprenditoria giovanile e femminile, tenuto conto che le Commissioni riunite X e XI hanno da tempo concluso l'esame degli emendamenti ad esso riferiti.

  Giuliano CAZZOLA, presidente, ricorda che sul provvedimento testé richiamato dal relatore si è in attesa del parere delle competenti Commissioni e, in particolare, della V Commissione (Bilancio), la quale ha richiesto al Governo la predisposizione della relazione tecnica, non ancora trasmessa dal Governo e di cui la stessa V Commissione, nell'ultima seduta svolta, ha sollecitato un tempestivo invio.
  Rinvia, quindi, il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 15.25.

COMITATO RISTRETTO

  Mercoledì 19 settembre 2012.

Disposizioni in materia di totalizzazione dei periodi assicurativi e di estensione del diritto alla pensione supplementare.
Ulteriore nuovo testo unificato C. 3871 Gnecchi, C. 4260 Cazzola, C. 4384 Poli.

  Il comitato ristretto si è riunito dalle 15.25 alle 15.35.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  Mercoledì 19 settembre 2012.

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 15.35 alle 15.45.