CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 12 settembre 2012
703.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari esteri e comunitari (III)
COMUNICATO
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SEDE REFERENTE

  Mercoledì 12 settembre 2012. — Presidenza del presidente Stefano STEFANI. — Interviene il sottosegretario di Stato agli affari esteri, Staffan de Mistura.

  La seduta comincia alle 14.

Sui lavori della Commissione.

  Stefano STEFANI, presidente, manifesta costernazione e inquietudine circa le notizie che provengono da Bengasi sull'attentato alla sede consolare statunitense, che è costato la vita non solo ad un funzionario, come inizialmente comunicato, ma anche all'ambasciatore Chris Stevens e a due marines.
  Osserva che la simbolica coincidenza con l'anniversario dell'attacco alle torri gemelle getta ulteriori ombre sulla gravità della minaccia del radicalismo islamico anti-occidentale in Libia, nonostante le speranze che erano state suscitate dall'esito delle recenti elezioni per l'Assemblea costituente.
  Si dice sicuro che col Governo non mancheranno occasioni per avere una ricostruzione completa della drammatica vicenda di cui ora non si sa molto e che conferma i pericoli insiti nella nuova realtà della cosiddetta primavera araba che non sembrano esaurirsi, al momento, nella tragedia siriana.
  Dichiara che l'Italia non può non sentirsi direttamente impegnata e coinvolta nella necessità di assicurare al popolo libico un futuro pacifico e democratico nel contesto euro-mediterraneo, rilevando Pag. 42come questa vicenda induca in ogni caso a non cullarsi nel facile ottimismo di chi credeva di avere portato la democrazia in Libia con la liquidazione di Gheddafi.
  Crede quindi che la Commissione debba al più presto calendarizzare con il Governo una riflessione politica sulla crescente instabilità regionale che la situazione della Libia sta provocando, nonché sulle prospettive delle relazioni bilaterali così rilevanti per la nostra economia e per la nostra sicurezza.
  Dà infine notizia delle dichiarazioni del presidente dell'Assemblea nazionale libica, el-Megari, che ha definito l'attentato di Bengasi «contrario agli insegnamenti dell'Islam», assicurando che la Libia farà tutto il necessario per punire i responsabili.

  Furio COLOMBO (PD) ringrazia il presidente per aver posto alla Commissione il problema del giorno che fa riflettere sull'incredibile imprudenza del Governo in ordine al ripristino del trattato italo-libico, ricordando le ragioni per cui vi si oppose. A suo avviso ne è invece opportuna una ridiscussione che sopprima le parti relative alle questioni militari e migratorie con uno Stato libico effettivamente e costituzionalmente insediato, mentre oggi sembra prevalere l'occupazione per bande del territorio.

  Enrico PIANETTA (PdL), esprimendo profondo cordoglio per il governo e il popolo americano e grande preoccupazione per l'accaduto, ribadisce come l'Italia si consideri in prima linea nella crisi libica a fronte di una transizione complessa e delicata che riguarda tutta la regione a cominciare dalla drammatica vicenda della Siria, anche a causa delle contrapposizioni tribali e religiose. Dichiarando la più assoluta condanna del terrorismo salafita, concorda con gli approfondimenti politici proposti dal presidente affinché l'Italia contribuisca efficacemente alla stabilizzazione dell'area in termini politici e sociali.

  Francesco TEMPESTINI (PD) si associa al sentimento generale di sconcerto e di condanna, confermando l'intenzione di procedere nelle sedi più opportune agli approfondimenti del caso. Nel ricollegare l'attentato di Bengasi al precedente del Cairo, rileva il segnale negativo di un indebolimento delle condizioni di sicurezza. Ricordando quanto l'area di Bengasi sia esposta alle infiltrazioni terroristiche, condivide l'opportunità di una riflessione complessiva sulla Libia e su tutta la regione, anche con riferimento alla Siria, per analizzare la direzione che gli eventi stanno prendendo. Nel dare atto al collega Colombo delle posizioni a suo tempo assunte, invita tuttavia a considerare la costruttività da perseguire nelle relazioni italo-libiche. Manifesta quindi viva preoccupazione per l'eventuale imbocco di strade senza ritorno, come potrebbe accadere nei confronti dell'Iran secondo recenti ipotesi.

  Renato FARINA (PdL), facendo riferimento alla relazione della baronessa Ashton alla conferenza interparlamentare PESC-PESD che si è appena svolta a Cipro, lamenta la genericità e l'assenza di strategia dell'UE nel Mediterraneo, rilevando altresì nei recenti avvenimenti l'impreparazione degli USA, la cui rappresentanza al Cairo avrebbe addirittura finito per avallare le ragioni della denigrazione religiosa denunciata dagli islamisti. A suo avviso, non si può negoziare sul terreno dei valori.

  Ferdinando ADORNATO (UdC) ritiene che si stia superando il livello di guardia a seguito di una serie di attentati che delineano una chiara offensiva islamista. Invita pertanto il Governo ad attivarsi, d'intesa con la Francia, per un'iniziativa UE-USA di pressione sul Consiglio nazionale di transizione della Libia prima che succeda qualcosa di ancor più grave. A suo avviso, come nulla avrebbe a suo tempo giustificato l'appoggio al dittatore Gheddafi, nulla oggi giustificherebbe la mancata denuncia del terrorismo, per cui il mondo occidentale deve far sentire chiara la sua voce.

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  Daniele GALLI (FLpTP), nel denunciare i frutti avvelenati della primavera araba, si chiede quali ritorni stiano avendo gli aiuti internazionali erogati senza garanzie. Osservando come spesso le motivazioni religiose siano un mero pretesto, invita il Governo a riferire al Parlamento ed a seguire una nuova politica che subordini gli aiuti a risultati concreti verso la libertà e la democrazia al fine di evitare che si accrescano ai nostri confini simili pericoli.

  Mario BARBI (PD) lamenta la scarsità delle informazioni dalla Libia e sulla Libia che ha caratterizzato la situazione sin dallo scoppio della rivolta di cui pure i mezzi di comunicazione sembravano essere stati i promotori. Nell'auspicare ragguagli da parte del Governo, ritiene che si diffondano notizie non confermate sulla ripresa della regolarità delle estrazioni petrolifere ovvero sugli incoraggianti risultati elettorali a fronte di una situazione sul terreno che non appare realmente nelle mani delle autorità libiche. Il flusso informativo lacunoso determina, a suo avviso, l'incoerenza del quadro di riferimento e l'inadeguatezza della riflessione così come, inizialmente, l'intervento internazionale si è inavvertitamente trasformato in un cambio di regime.

  Gennaro MALGIERI (PdL) rivendica l'assenza di illusioni da subito nutrita sulla cosiddetta primavera araba ed in particolare sulla crisi libica i cui esiti erano prevedibili per il combinato disposto di un'esaltazione acritica e di un islamismo tutt'altro che strisciante come si rileva anche nella laica Tunisia. Auspica quindi una maggiore iniziativa politica dell'Unione europea.

  Il sottosegretario di Stato Staffan de MISTURA nel sottolineare la gravità dell'episodio per la politica e la sicurezza internazionale, ringrazia la Commissione per le considerazioni svolte. Dà conto delle dichiarazioni di orrore e di sdegno del presidente Obama, mentre sono in corso ancora da parte statunitense indagini ed analisi volte a spiegare l'accaduto per cui è necessario assicurare il massimo riserbo da parte governativa.
  Nel riferire successivamente le dichiarazioni rese dal Presidente Monti e dal Ministro Terzi, assicura la disponibilità del Governo ad approfondire con il Parlamento la situazione, rendendo noto che sono state rafforzate per ovvia cautela le misure di sicurezza delle rappresentanze italiane in Libia.

  Stefano STEFANI, presidente, nell'osservare come permangano molte zone d'ombra, concorda che si debbano attendere le valutazioni statunitensi e preannuncia la richiesta di ulteriori approfondimenti.

  Furio COLOMBO (PD) invita il Governo a non attendere le analisi statunitensi ed a riferire al più presto in sede parlamentare anche alla luce delle informazioni di sua pertinenza, in ragione del diretto interesse italiano nella vicenda libica, facendo presente che i mezzi di comunicazione statunitensi stanno comunque già diffondendo una ricostruzione ed un'analisi dell'attentato.

  Arturo Mario Luigi PARISI (PD) invita a riflettere sulla connessione tra il caso libico e quello egiziano originato dalla produzione di un film sull'Islam da parte di una società copta statunitense. Nella condanna delle manifestazioni del Cairo da parte del governo egiziano, non è infatti a suo avviso emersa una sostanziale distinzione nel giudizio critico verso l'opera cinematografica. Ritiene che si possa delineare una dinamica che trascende l'episodio libico, da monitorare con la massima attenzione.

  Renato FARINA (PdL) ribadisce come anche da parte statunitense al Cairo si sia dato ragione ai manifestanti suscitando legittimamente le reazioni del candidato presidenziale repubblicano Romney, anche se prima che si verificasse l'attentato a Bengasi. Gli stessi copti egiziani hanno solidarizzato con gli islamisti nella denuncia Pag. 44del film in questione, il che conferma il tentativo di evitare l'accentuazione del riflesso religioso.

  Walter VELTRONI (PD), ricordando la coincidenza con l'anniversario dell'11 settembre, in attesa che la Commissione porti avanti il suo lavoro di approfondimento politico, propone che la presidenza manifesti la piena solidarietà di tutti i gruppi al governo ed al popolo americano.

  Stefano STEFANI (LNP), presidente, accoglie la proposta del collega Veltroni, prendendo atto del consenso dei gruppi.

  Il sottosegretario di Stato Staffan de MISTURA, nel ritenere che una simile dichiarazione della Commissione sarebbe certamente molto apprezzata, assicura l'onorevole Colombo che, oltre all'analisi dell'attentato da parte statunitense, vi sarà anche una valutazione da parte italiana e concorda con l'onorevole Veltroni circa la scelta dei tempi in termini simbolici che il terrorismo fondamentalista ha l'abitudine di adottare.

Ratifica ed esecuzione degli Emendamenti alla Costituzione dell'Organizzazione internazionale per le migrazioni, adottati a Ginevra il 24 novembre 1998.
C. 5420 Governo, approvato dal Senato.

(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in titolo.

  Franco NARDUCCI (PD), relatore, ricorda che l'Organizzazione internazionale per le migrazioni (OIM) è stata fondata nel 1951 sotto il nome di «Comitato intergovernativo provvisorio per i movimenti migratori dall'Europa» per assistere il rientro dei profughi del secondo conflitto mondiale e per promuovere migrazioni ordinate, in una stagione segnata da una forte ripresa dei movimenti migratori soprattutto dall'Europa verso le Americhe. Successivamente, insieme al mutamento della denominazione, l'Organizzazione ha mutato anche progressivamente la propria missione, nel senso di trasformarsi da agenzia prevalentemente logistica ad agenzia migratoria.
  L'Organizzazione che ha assunto l'attuale denominazione nel 1989, è stata attiva praticamente in tutti i principali disastri naturali o provocati dall'uomo: l'espansione della sua sfera d'intervento ha fatto sì che essa crescesse fino a raggiungere un budget annuale di 1,3 miliardi di dollari USA nel 2011, con 7.800 unità di personale operanti in più di 100 paesi.
  La struttura altamente decentrata dell'OIM fa sì che attualmente vi siano nel mondo 450 località con presenza a vario titolo di personale dell'Organizzazione, impegnato in circa 2.700 progetti. Sul piano finanziario, meno del 3 per cento dei fondi per l'OIM proviene da contributi fissi degli Stati membri, mentre più del 97 per cento per cento è dato da contribuzioni volontarie su specifici progetti. Inoltre, l'OIM può vantare una delle minori percentuali di costi amministrativi rispetto a quelli operativi tra tutte le Organizzazioni internazionali, con un'incidenza del 5 per cento.
  Segnala inoltre che l'8 novembre 2011 l'OIM e la Commissione europea hanno firmato un Accordo-quadro per agevolare ulteriormente la reciproca collaborazione nei progetti finanziati o confinanziati da Bruxelles e messi in atto dall'OIM.
  Nei rapporti con le autorità italiane, ricorda che il Vicedirettore dell'OIM, Laura Thompson, si è recata tra maggio e giugno 2012 a Roma, dove ha incontrato il Ministro dell'interno Annamaria Cancellieri ed il sottosegretario al lavoro e alle politiche sociali Maria Cecilia Guerra. A livello parlamentare, l'8 maggio 2012 si è svolta presso il Comitato parlamentare di controllo sull'attuazione dell'Accordo di Schengen, di vigilanza sull'attività di EUROPOL, di controllo e vigilanza in materia di immigrazione l'audizione di Josè Oropeza, Capo Missione dell'OIM in Italia.
  Attualmente l'Organizzazione internazionale per le migrazioni conta 146 Stati Pag. 45membri, e inoltre 13 paesi con lo status di osservatore: l'Italia – che ha aderito all'OIM nel 1953 – si colloca al sesto posto tra i principali contribuenti, garantendo un importante sostegno al budget dell'organizzazione: nel 2009 il contributo obbligatorio è stato di circa 2,1 milioni di franchi svizzeri (pari a 1,7 milioni di euro).
  Gli organi dell'OIM sono: il Consiglio, composto dai rappresentanti di tutti gli Stati membri; il Comitato esecutivo (ExCom), formato da un numero variabile di Stati, eletti dal Consiglio tra i suoi componenti con un mandato biennale rinnovabile, e di cui l'Italia fa attualmente parte; il Direttore generale ed il suo vice, eletti dal Consiglio con un mandato quinquennale, rinnovabile.
  Ricorda che la risoluzione n. 997 adottata dal Consiglio dell'OIM nel corso della 76a sessione tenutasi il 24 novembre 1998, contiene alcuni emendamenti alla Costituzione dell'organizzazione, con lo scopo di rafforzare il processo decisionale.
  Le modifiche proposte, che entreranno in vigore quando saranno state ratificate dai due terzi dei membri della organizzazione, ossia da 85 stati (attualmente vi hanno proceduto solo 62 membri), riguardano lo status di Paese membro, l'esercizio del diritto di voto per gli Stati in arretrato con i contributi finanziari, il limite all'esercizio del doppio mandato, la modifica del quorum per l'adozione degli emendamenti alla Costituzione OIM e la sua variazione per l'adozione degli stessi emendamenti.
  Per quanto attiene allo status di Paese membro, l'articolo 2 viene modificato per chiarire che l'accettazione della Costituzione – requisito essenziale per il godimento della membership – deve avvenire nel rispetto delle procedure previste negli ordinamenti costituzionali interni dei singoli Stati. È stato ritenuto opportuno precisare tale concetto per evitare dubbi sull'effettiva sussistenza dello status di membro dell'OIM, ed il ripetersi quindi di casi di Paesi che hanno preteso in passato di non essere «membri a tutti gli effetti». Attualmente, gli Stati con il solo status di osservatori sono 17 (tra i quali Cina, Cuba, Indonesia, Russia, Santa Sede, San Marino).
  L'emendamento all'articolo 4 prevede che lo Stato membro in arretrato con i pagamenti perda automaticamente il diritto di voto se l'ammontare dei contributi dovuti è uguale o eccede l'ammontare di due anni di contributi. Tale modifica intende contrastare il fenomeno di un costante aumento della percentuale dei contributi rimasti insoluti, che è attualmente pari al 18,8 per cento per cento del budget amministrativo dell'OIM.
  Rileva che l'articolo 18, riguardante l'elezione e il mandato del Direttore e del Vice direttore generale, viene emendato nel senso di limitare ad un solo mandato la possibilità di rielezione dei vertici dell'OIM. La nuova formulazione dell'articolo 30 prevede che solo gli emendamenti «fondamentali» alla Costituzione e quelli che comportano nuove obbligazioni per gli Stati membri debbano essere accettati dai due terzi degli Stati membri. Gli altri emendamenti entreranno in vigore con la semplice adozione da parte del Consiglio dell'OIM, a maggioranza di due terzi dei voti. Sarà il Consiglio stesso, sempre a maggioranza di due terzi, che deciderà se un emendamento deve essere considerato o no «fondamentale».
  Osserva che il nuovo sistema ha lo scopo di facilitare le procedure di emendamento, ritenute eccessivamente complesse e onerose. La formulazione attuale dell'articolo 30 prevede infatti che le modifiche alla Costituzione debbano essere prima adottate dai due terzi dei membri del Consiglio e poi accettate dai due terzi degli Stati membri.
  Viene inoltre prevista l'eliminazione del Comitato esecutivo (ExCom): attualmente, il Comitato esecutivo è formato da 33 Stati eletti dal Consiglio tra i suoi componenti con un mandato biennale, rinnovabile. Tale organo ha il compito di esaminare i programmi e le attività dell'Organizzazione, così come ogni questione di bilancio che rientri nella competenza del Consiglio, Pag. 46e può essere investito di ogni altra problematica che il Consiglio gli sottoponga direttamente.
  Rammenta che il Comitato esecutivo ha oggi una limitata rilevanza operativa e costituisce un inutile livello decisionale, in quanto tale organo è una duplicazione dell'attività del Comitato permanente finanze e programmi. Come si evince dalla relazione illustrativa del provvedimento, con l'abolizione di tale organo, l'OIM realizzerebbe un risparmio di risorse materiali (affitto dei locali del Palais des Nations a Ginevra, ove ha sede l'organizzazione; spese di interpretariato, documentazione, eccetera) senza contare il risparmio in impiego di risorse umane.
  Viene inoltre modificato l'articolo 10, prima riferito agli organismi sussidiari dell’ExCom, nel senso di prevedere la creazione di «organi sussidiari», direttamente istituiti dal Consiglio per l'espletamento delle proprie funzioni.
  Evidenzia che l'attuazione del provvedimento – già licenziato dal Senato il 7 agosto scorso – non implica nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio dello Stato, avendo ad oggetto emendamenti che modificano l'atto costitutivo dell'OIM in aspetti meramente funzionali ed organizzativi.
  Sottolinea che la nuova formulazione dell'articolo 30, comma 2, apporta un cambiamento significativo in quanto non prevede più la possibilità per gli Stati membri di rifiutare di veder applicati degli emendamenti nei loro riguardi, tenendo comunque presente che la tradizione negoziale che ha luogo in seno all'OIM e l'esigenza della maggioranza dei due terzi costituiscono una solida garanzia per gli interessi degli Stati membri.
  Ribadisce, infine, che gli emendamenti in esame perseguono un obiettivo generale di razionalizzazione rintracciabile in una chiara volontà di semplificazione delle procedure decisionali, un meccanismo più efficace di sanzioni in caso di ritardi di pagamenti e la limitazione della durata del mandato della dirigenza generale. Ritiene che tale ammodernamento sia necessario in un contesto in cui si va generalizzando l'approccio multilaterale alle questioni legate alle politiche migratorie e in cui l'OIM potrà essere preziosa anche contribuendo ai progetti di ritorno in patria degli immigrati in Italia ed alla loro reintegrazione in loco.

  Il sottosegretario di Stato Staffan de MISTURA, nell'associarsi alle considerazioni del relatore, sottolinea l'importanza del lavoro che l'OIM sta svolgendo anche con riferimento ai Paesi arabi.

  Margherita BONIVER (PdL) ritiene la ratifica in titolo doverosa ed opportuna, elogiando l'attività dell'OIM che è tanto più ragguardevole in considerazione dei costi ridotti di gestione.

  Stefano STEFANI, presidente, avverte che, nessun altro chiedendo di intervenire, è concluso l'esame preliminare del provvedimento, che sarà trasmesso alle Commissioni competenti per l'espressione dei pareri. Come di consueto, se non vi sono specifiche segnalazioni da parte dei Gruppi, si intende che si sia rinunziato al termine per la presentazione degli emendamenti. Rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di cooperazione culturale e di istruzione tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica di Serbia, fatto a Roma il 13 novembre 2009.
C. 5421 Governo, approvato dal Senato.

(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in titolo.

  Renato FARINA (PdL), relatore, evidenzia che lo scopo principale dell'Accordo in esame, già approvato dal Senato, è il consolidamento e l'armonizzazione dei legami tra l'Italia e la Serbia e la comprensione reciproca, per cui si sono ormai superate le ferite legate alle operazioni militari NATO. Considera l'accordo, al Pag. 47contempo, una risposta efficace alla forte richiesta di cultura e lingua italiana in Serbia. Saranno favorite iniziative e collaborazioni in ambito artistico-culturale, attraverso l'organizzazione di eventi, nonché le cooperazioni a livello universitario e scolastico, consentendo l'offerta di borse di studio.
  Ricorda che l'Accordo faciliterà l'attuazione di progetti di cooperazione nella conservazione, tutela, restauro e valorizzazione del patrimonio artistico con particolare attenzione alla tutela del patrimonio archeologico, efficacemente contrastando altresì i trasferimenti illeciti di beni culturali. L'Accordo rappresenterà inoltre un valido strumento volto ad assicurare la protezione dei diritti d'autore e della proprietà intellettuale, in ottemperanza alle norme internazionali e nazionali.
  Venendo ad un'analisi più puntuale dell'articolato, rileva che le Parti sono chiamate a cooperare mediante scambi di artisti, studiosi, docenti universitari e studenti. Verrà dato impulso alla cooperazione tra istituzioni universitarie e di ricerca culturale dei due Paesi; inoltre, si promuoverà la collaborazione nei settori bibliotecario e archivistico, nonché fra i rispettivi enti radiofonici e televisivi.
  Sarà posta particolare attenzione ai profili bilaterali, nel campo della tutela dei diritti di proprietà intellettuale, e si promuoverà la traduzione e la pubblicazione di opere letterarie e scientifiche dell'altra Parte contraente, con particolare riguardo alle scienze umane e sociali e al settore archeologico.
  Sul versante dell'istruzione si mirerà anzitutto ad una maggiore reciproca comprensione dei rispettivi patrimoni artistici e culturali: ciò verrà perseguito mediante l'insegnamento della lingua e letteratura dell'altra Parte contraente. Lettori e assistenti di ciascuna delle due lingue verranno scambiati, in regime di reciprocità. È prevista, sempre in regime di reciprocità, la concessione di borse di studio di livello universitario e post-universitario per lo svolgimento di studi e ricerche. L'Accordo prevede altresì una stretta collaborazione nei campi dell'archivistica e della biblioteconomia, dell'informazione, dell'editoria, delle attività sportive nonché degli scambi giovanili.
  Ricorda che l'articolo 3 del disegno di legge, al comma 1, quantifica gli oneri derivanti dall'applicazione dell'Accordo, in 340.300 euro a decorrere dal 2012, oltre a 22.900 euro per il 2012 e il 2013, e a 26.320 euro a decorrere dal 2014 per le spese di missione. La copertura di tali oneri è reperita a valere sullo stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 2012-2014, nell'ambito del Programma «Fondi di riserva e speciali» dello stato di previsione del Ministero dell'Economia e delle Finanze, parzialmente utilizzando l'accantonamento relativo al Ministero degli Affari Esteri. È altresì previsto un monitoraggio delle spese di missione per gli scambi culturali che coinvolge i Ministeri degli affari esteri, per i beni e le attività culturali e dell'istruzione.
  Sottolinea che, come ha evidenziato la missione del ministro Terzi a Belgrado del 30 luglio scorso, la Serbia considera l'Italia un punto di riferimento nel suo percorso di avvicinamento all'Unione europea, mentre da parte italiana è stata ribadita la convinzione che questo Paese possa giocare un ruolo centrale per il successo della prospettiva europea in tutta l'area balcanica.
  Nella consapevolezza della primaria importanza strategica che riveste l'impegno italiano nei confronti della Serbia, auspica una pronta approvazione del provvedimento in esame.

  Il sottosegretario di Stato Staffan de MISTURA si associa alle considerazioni del relatore.

  Stefano STEFANI, presidente, avverte che, nessun altro chiedendo di intervenire, è concluso l'esame preliminare del provvedimento, che sarà trasmesso alle Commissioni competenti per l'espressione dei pareri. Come di consueto, se non vi sono specifiche segnalazioni da parte dei Gruppi, si intende che si sia rinunziato al termine per la presentazione degli emendamenti. Pag. 48Rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di cooperazione scientifica e tecnologica tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica di Serbia, con Allegato, fatto a Roma il 21 dicembre 2009.
C. 5422 Governo, approvato dal Senato.

(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in titolo.

  Stefano STEFANI, presidente e relatore, ricorda che l'Accordo in esame è strettamente connesso a quello precedentemente illustrato dal collega Farina, costituendone in un certo senso il naturale completamento poiché delinea la cornice giuridica necessaria per qualsiasi iniziativa e progetto di scambio scientifico e tecnologico tra i due Paesi.
  Osserva che l'impegno italiano nei confronti della Repubblica di Serbia, già particolarmente dinamico, vive oggi una fase di grande espansione, anche in considerazione del forte partenariato commerciale: nel 2011 l'Italia è risultato il terzo partner commerciale di Belgrado, con un interscambio complessivo di 2.229 milioni di euro. Il saldo commerciale a favore dell'Italia è stato pari a circa 357 milioni di euro. Il progressivo dispiegamento dell'investimento FIAT che mobilita attorno al miliardo di Euro, assieme al consolidamento del polo tessile italiano ed alla presenza di leadership in ambito finanziario, fa dell'Italia attualmente l'investitore più visibile e significativo in Serbia.
  Evidenzia che l'Italia viene percepita come interlocutore di importanza strategica anche in virtù dei variegati richiami scientifico-tecnologici che contraddistinguono le relazioni tra i due Paesi. In tale contesto, la cooperazione scientifica e tecnologica ricopre un ruolo fondamentale nel rafforzamento dei rapporti bilaterali. Numerose collaborazioni ed attività in materia sono già state intraprese e necessitano di una più strutturata organizzazione e di una migliore finalizzazione, anche alla luce di una imprescindibile partecipazione agli specifici programmi dell'Unione europea e di altri organismi internazionali e regionali. Lo scopo principale dell'Accordo è quindi di consolidare e di armonizzare i legami e la comprensione reciproca, fornendo al contempo una risposta efficace alla forte richiesta di innovazione tecnologica in particolare in Serbia.
  Rileva che l'articolato si divide essenzialmente in quattro parti: la prima delinea le finalità dell'Accordo mentre la seconda individua i campi di collaborazione (biomedicina e biotecnologie; agricoltura e tecnologie alimentari; energia e tutela dell'ambiente; informatica e telecomunicazioni). La terza parte fissa invece le modalità di esecuzione della cooperazione scientifica e tecnologica ed incoraggia la cooperazione multilaterale nell'ambito più ampio degli specifici programmi dell'Unione europea e degli altri organismi internazionali. Tali programmi di cooperazione saranno definiti da un'apposita Commissione mista italo-serba. La quarta parte riunisce le clausole relative all'esecuzione dell'Accordo, alle sue eventuali modifiche, alla soluzione delle controversie, ed alla sua entrata in vigore, alla durata ed alla sua eventuale denuncia.
  Gli oneri finanziari derivanti dall'applicazione dell'Accordo, già approvato dal Senato il 7 agosto scorso, sono valutati per le spese di missione in 35.000 euro per il 2012 e il 2013, e in 37.940 euro a decorrere dal 2014, mentre le spese per le attività sono valutate in 172.320 euro a decorrere dal 2012.
  Conclusivamente, auspica che la rapida approvazione dell'Accordo in sede parlamentare contribuisca a testimoniare, come già è accaduto per l'approvazione dell'Accordo di Associazione tra la Serbia e l'UE, la speciale attenzione con la quale il Parlamento italiano guarda a Belgrado, nella consapevolezza del ruolo centrale Pag. 49che questo Paese riveste ai fini della stabilizzazione dell'intero quadro regionale.

  Il sottosegretario di Stato Staffan de MISTURA si associa alle considerazioni del relatore.

  Stefano STEFANI, presidente e relatore, avverte che, nessun altro chiedendo di intervenire, è concluso l'esame preliminare del provvedimento, che sarà trasmesso alle Commissioni competenti per l'espressione dei pareri. Come di consueto, se non vi sono specifiche segnalazioni da parte dei Gruppi, si intende che si sia rinunziato al termine per la presentazione degli emendamenti. Rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 15.25.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 15.25 alle 15.30.

AVVERTENZA

  Il seguente punto all'ordine del giorno non è stato trattato:

SEDE CONSULTIVA

Istituzione della Commissione nazionale per la promozione e la protezione dei diritti umani.
C. 4534 Governo, approvato dal Senato, C. 1720 Giulietti e C. 1918 Maran.

ERRATA CORRIGE

  Nel Bollettino delle Giunte e delle Commissioni parlamentari n. 702 dell'11 settembre 2012, a pagina 23, seconda colonna, dopo la trentunesima riga, sia inserito il seguente capoverso:

  «Gennaro MALGIERI (PdL) ringrazia i colleghi Pianetta e Narducci per aver ricordato la questione da lui posta e manifesta apprezzamento per l'impegno tempestivamente assunto dal Governo, ribadendo l'importanza di valorizzare la lingua italiana in ogni sede internazionale ed in particolare in quelle istituzionali.».