CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 11 settembre 2012
702.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e Interni (I)
COMUNICATO
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SEDE REFERENTE

  Martedì 11 settembre 2012. — Presidenza del presidente Donato BRUNO. — Intervengono il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio Antonio Malaschini e il sottosegretario di Stato per l'interno Saverio Ruperto.

  La seduta comincia alle 12.35.

Modifiche alla Parte seconda della Costituzione concernenti le Camere del Parlamento e la forma di Governo.
C. 16 cost. Zeller, C. 441 cost. Amici, C. 650 cost. D'Antona, C. 978 cost. Bocchino, C. 2168 cost. Baccini, C. 2473 cost. Casini, C. 2816 cost. Jannone, C. 2902 cost. Versace, C. 3068 cost. Luciano Dussin, C. 3573 cost. Calearo Ciman, C. 3738 cost. Mario Pepe (PdL), C. 4051 cost. Calderisi, C. 4282 cost. Sardelli, C. 4315 cost. Mantini, C. 4490 cost. Antonio Pepe, C. 4514 cost. Donadi, C. 4691 cost. Della Vedova, C. 4847 cost. Calderisi, C. 4915 cost. Vassallo, C. 5053 cost. Bossi, C. 5120 cost. La Loggia, C. 5337 cost. Maran e C. 5386 cost., approvata dal Senato.

(Seguito dell'esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta del 6 settembre 2012.

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  Donato BRUNO, presidente, comunica che è stata avanzata la richiesta che la pubblicità dei lavori sia assicurata anche mediante l'attivazione dell'impianto audiovisivo a circuito chiuso. Non essendovi obiezioni, ne dispone l'attivazione.

  Salvatore VASSALLO (PD), interviene per motivare la ragione per le quali ha deciso di non svolgere nella seduta odierna il proprio intervento nel merito del provvedimento e di ritardarlo, fissando per il prossimo 15 settembre un personale e virtuale termine di scadenza.
  Sottolinea al proposito il carattere surreale della discussione svolta sinora e come tale carattere surreale sia ancor più evidente se si considera il dibattito sulla riforma del sistema elettorale transitato peraltro quasi esclusivamente sugli organi di informazione. La data del 15 settembre è collegata proprio alla sua personale necessità di aver chiaro, non oltre quella scadenza, quanto le forze politiche abbiano una reale volontà di discutere e di confrontarsi sulle modifiche alla legge elettorale o se si tratti solamente di una consapevole perdita di tempo.
  A partire dal 15 settembre trarrà quindi le conseguenze anche riguardo alla discussione sulle riforme istituzionali, strettamente collegata, a suo avviso, a quella sulla riforma del sistema elettorale e deciderà se intervenire nel merito del provvedimento all'esame della Commissione.

  Pierluigi MANTINI (UdCpTP), ricorda di essere già intervenuto nel merito del provvedimento nella scorsa seduta. Ha ritenuto di intervenire in quanto concorda col collega Vassallo sul carattere surreale di una discussione su una riforma costituzionale per la quale, lo ribadisce, non sussistono più i tempi in questa fase conclusiva di legislatura.
  Ricorda che al Senato era maturata una condivisione su alcuni punti: la riduzione del numero dei parlamentari, il superamento del bicameralismo perfetto, la mozione di sfiducia costruttiva e un certo rafforzamento delle prerogative del Governo, il cosiddetto «cancellierato dolce». Tale accordo è venuto meno a causa dell'iniziativa del Popolo della Libertà – un vero e proprio blitz – di presentare un emendamento che introduce il semipresidenzialismo e che, nonostante le diverse intenzioni affermate dal segretario di quel partito, l'onorevole Angelino Alfano, ha alterato il quadro condiviso che era stato raggiunto. L'iniziativa del Popolo della Libertà è stata quindi la causa che ha reso impossibile attuare in questa legislatura una riforma istituzionale.
  Teme inoltre che il testo approvato dal Senato non sia il lascito migliore per la prossima legislatura, che auspica abbia un carattere costituente. Il tipo di modifica proposta in quel testo non risponde infatti alle esigenze del Paese e toglie l'attuale centralità al Parlamento che, giova ricordarlo, ha ottenuto buoni risultati nel processo di formazione del governo Monti e nella gestione condivisa della crisi economica. E proprio in quest'ottica, per portare a compimento una riforma istituzionale, occorre ritrovare una voglia di incontro tra le forze politiche e non di scontro.

  Giuseppe CALDERISI (PdL), relatore, rimanda alla ampia relazione da lui svolta nella seduta del 7 agosto scorso.
  Interviene solo perché ritiene necessario ribadire l'esigenza di fondo da cui parte la riforma proposta dal testo approvato al Senato. Esigenza che nasce dalla profonda crisi di un sistema politico che traeva la sua vitalità da due partiti forti e strutturati. Tale crisi ha condotto l'area del non voto e dell'antipolitica alla soglia del 40 per cento. Questo non solo in Italia, ma anche in altri paesi europei, come la Francia, dove i principali partiti sono diventati dei partiti di media forza elettorale.
  In questo quadro di crisi del sistema politico, l'unica soluzione che assicuri governabilità, alla stregua di quanto avviene per i Comuni, è rappresentata dall'introduzione di un sistema semipresidenziale.
  Sottolinea infatti come l'attuale sistema abbia condotto a coalizioni disomogenee Pag. 6non in grado di assicurare la governabilità al Paese. Coalizioni ancora più difficili dopo l'approvazione di provvedimenti come il fiscal compact o l'introduzione del pareggio di bilancio in Costituzione.
  Non va quindi sprecata l'occasione di attuare una riforma condivisa. Il testo del Senato è suscettibile di modifiche su alcuni punti, come la disciplina del potere di scioglimento o la presidenza del Consiglio dei Ministri. Ma nella sua sostanza il testo coincide con quello della Commissione parlamentare per le riforme istituzionali della XIII legislatura. Non tanto con il testo iniziale presentato dal relatore, Cesare Salvi, ma con il testo risultante dall'approvazione degli emendamenti, al quale diede il voto positivo non solo lui o il suo gruppo, ma anche colleghi di altri gruppi presenti qui in Commissione, come il collega Bressa o come, ad esempio, l'onorevole Casini.
  La condivisione della gravità della crisi e la questione di fondo della governabilità devono quindi indurre i partiti a riflettere, fino a quando sussistono i tempi tecnici di attuazione, sulla percorribilità della strada indicata dal testo approvato al Senato e sulla ricerca di una risposta condivisa.

  Salvatore VASSALLO (PD), intervenendo per una precisazione, rileva come uno dei quesiti che teme non sarà risolto entro il 15 settembre è come si concili la posizione espressa dal collega Calderisi rispetto ai negoziati che, secondo quanto riportato dagli organi di stampa, sono in corso ed in cui il Popolo delle libertà insisterebbe per un sistema che di fatto porterebbe ad un ritorno alla prima Repubblica.

  Gianclaudio BRESSA (PD), relatore, nel richiamare quanto già diffusamente evidenziato nella relazione introduttiva svolta il 7 agosto scorso, ribadisce come nel testo approvato dal Senato vi siano elementi di forte confusione che non consentono di giungere ad un esito favorevole delle riforme costituzionali.
  Rileva che rispetto al testo definito dalla Commissione parlamentare per le riforme costituzionali nella XIII Legislatura, testè richiamato dal collega Calderisi e che non giunse ad un'approvazione definitiva – giova ricordarlo – per volere del Popolo delle libertà, le grandi differenze sono, da una parte, la previsione attualmente contenuta nel testo che attribuisce al Presidente della Repubblica la presidenza del Consiglio dei ministri e, dall'altra parte, il potere assoluto di scioglimento delle Camere che si vuole attribuire al Presidente della Repubblica.
  Invita quindi la Commissione ad evitare discussioni che possono apparire surreali e a proseguire nell'esame del provvedimento, secondo l’iter previsto dal regolamento per la trattazione dei progetti di legge, nel corso del quale ciascun gruppo potrà assumere le decisioni che riterrà di adottare. Si vedrà, nel frattempo, se e quali decisioni verranno assunte dai segretari di partito.

  David FAVIA (IdV) fa presente che la posizione del suo gruppo sul provvedimento approvato dal Senato, ed in tale sede già chiaramente espressa, sarà da lui illustrata in un successivo intervento sul merito delle questioni.
  Nella seduta odierna intende invece soffermarsi su quanto evidenziato dal collega Calderisi rispetto al fatto che le misure in discussione consentirebbero di arginare il voto di protesta rispetto al sistema politico, che alcuni sondaggi riportano a circa il 40 per cento.
  Considera infatti «folle» ritenere che il 40 per cento dei cittadini siano «figuri» da tenere sotto controllo. Il collega Calderisi ha altresì sottolineato con enfasi come in Francia un partito sia riuscito a prevalere sull'altro con un modesto vantaggio in termini di voti.
  Per quanto attiene al parallelo con quanto avviene nei comuni, dove la legislazione prevede l'elezione diretta del vertice, ricorda quanto avvenuto nel comune di Parma dove vi è stata egualmente una netta vittoria dell'antipolitica.
  Invita quindi i gruppi a lavorare per una legge elettorale ben fatta anziché auspicare un'accelerazione per contrastare Pag. 7un modo di interpretare la politica dovuto forse ad una forte esasperazione cui il sistema politico non è estraneo.
  Ribadisce, quindi, l'invito ad approvare una legge elettorale democratica in cui si conosca prima il nome del candidato premier e non finalizzata solo ad intervenire rispetto ad interessi particolari.

  Linda LANZILLOTTA (Misto) intende svolgere alcune considerazioni in qualità di osservatrice esterna ed indipendente quale essa è in questa fase. Rileva come chi ha seguito la vicenda delle riforme costituzionali non possa non trovare stucchevole e un po’ provocatoria la discussione in corso, riguardante – dopo anni di immobilismo – modifiche al sistema istituzionale alla vigilia delle elezioni politiche.
  Ricorda come nel mese di novembre 2011 il Governo Monti abbia ricevuto la fiducia del Parlamento per approvare le riforme economiche necessarie al Paese in una fase di crisi; al contempo, in capo al medesimo Parlamento è stata mantenuta la responsabilità delle riforme. Da allora, il Governo ha adottato una serie di misure per il risanamento dell'economia mentre un bilancio sull'azione del Parlamento non può che apparire fallimentare.
  Ricorda come, in tale quadro, una delle priorità fosse stata individuata nello stralcio delle disposizioni volte alla riduzione del numero dei parlamentari, su cui sembrava esservi l'accordo di tutti i gruppi. Di tali misure, tuttavia, non si discute più.
  Un'altra priorità era costituita dal riordino delle province, su cui è intervenuto l'articolo 23 del decreto-legge n. 201 del 2011 e che necessitava di alcune misure da adottare, a partire dalle modifiche alla Costituzione, che tuttavia si trovano, ad oggi, in una fase di stallo.
  Infine, la riforma della legge elettorale, dove le responsabilità di un immobilismo vengono attribuite, a turno, ad uno o ad un altro partito.
  In proposito, ritiene che proporre l'applicazione del modello tedesco non costituisca di per sé un ritorno alla prima Repubblica, trattandosi di un sistema valido così come il doppio turno vigente in Francia. Piuttosto si sarebbe aspettata da chi rivendica il sistema del doppio turno un atteggiamento disponibile ad una riforma istituzionale sul modello francese.
  Sottolinea, quindi, come il giudizio dei cittadini non risparmierà nessuno e terrà conto della paralisi dell'attività del Parlamento e dell'incapacità di definire le riforme necessarie.
  Ormai non sembrano esservi più i tempi e le condizioni per approvare le riforme in esame e forse nemmeno una nuova legge elettorale; tuttavia, fa appello al presidente della Commissione affinchè le forze politiche siano messe di fronte alla responsabilità di assumere delle decisioni.
  Sottolinea, infatti, come sia stata proprio l'assenza di decisioni a caratterizzare l'attività istituzionale degli ultimi anni portando i cittadini ad un giudizio non positivo verso il sistema politico, il che costituisce una amara considerazione per chi tiene alla difesa delle istituzioni.

  Maurizio TURCO (PD) rileva come lo stato di immobilismo in cui si trova il Parlamento è il meno rispetto a quanto avvenuto in questa legislatura. La discussione in corso è, a suo avviso, più che surreale, trattandosi di una discussione teoricamente possibile se vi fosse la volontà politica di andare avanti ma gli interventi illustrativi dei relatori del Partito democratico e del Popolo delle libertà hanno già chiarito questo punto.
  Ricorda poi come nel mese di giugno la Commissione abbia di fatto sospeso l'esame, in sede referente, delle proposte di legge di attuazione dell'articolo 49 della Costituzione sulla democrazia interna ai partiti, che costituisce, a suo avviso, l'unico antidoto a quanto avvenuto e a quanto accadrà. Ritiene, infatti, che da quanto avvenuto finora si possa comprendere facilmente quanto avverrà.
  Ricorda, altresì, che il Presidente della Repubblica ha di recente invitato il Parlamento ad una riforma del finanziamento dei partiti, consapevole che una legge è già stata approvata in proposito ma ritenendo, Pag. 8evidentemente, che quanto finora definito non possa essere considerato come una soluzione soddisfacente.
  Ricorda come prima della pausa estiva si sia discusso a lungo sull'individuazione di un sistema elettorale in grado di garantire una maggiore governabilità. Ritiene che andrebbe approfondito quanto evidenziato dal relatore Bressa in relazione alla Repubblica di Weimar nonché sui sistemi elettorali che hanno portato alla presa del potere del fascismo e del nazismo e alla tenuta, per lungo tempo, di regimi nei paesi dell'Est di Europa. Ciò è avvenuto nonostante fossero previste elezioni con cadenze periodiche: se ne desume, dunque, come il voto in sé non costituisce spesso l'unico elemento democratico per un Paese.
  Ricorda poi come il Consiglio d'Europa e la Corte europea dei diritti dell'uomo abbiano affermato come gli Stati non debbano modificare il sistema elettorale un anno prima del voto, proprio per evitare che i cittadini non conoscano come il loro voto influenzi il sistema complessivo.
  È vero che vi è stato in Francia un precedente in tal senso dell'allora presidente Mitterand che lui stesso non portò di certo come esempio e dopo il quale intervenne il Consiglio d'Europa.
  Ritiene quindi che coloro che hanno voluto la legge elettorale vigente vogliano, in realtà, mantenerla così com’è ed ogni eventuale aggiustamento va solo in questa direzione o addirittura in quella di rafforzare l'impostazione originaria.
  Evidenzia, quindi, che se negli ultimi mesi della legislatura il Parlamento intende dare un valido contributo al Paese è opportuno che giunga all'approvazione delle proposte di legge di attuazione degli articoli 39 e 49 della Costituzione. Da’ atto al Presidente della Commissione, Donato Bruno, di aver consentito che una discussione sull'attuazione dell'articolo 49 della Costituzione fosse avviata dalla Commissione ed invita i gruppi a concluderne l'esame quanto prima.

  Donato BRUNO, presidente, nessuno chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

Disposizioni in materia di conflitti di interessi.
C. 442 Bressa, C. 1915 Di Pietro, C. 2664 Colombo, C. 2668 Veltroni e C. 4874 Cambursano.

(Seguito dell'esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 6 settembre 2012.

  Donato BRUNO, presidente, nessuno chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

Modalità di elezione del Consiglio provinciale e del Presidente della Provincia, a norma dell'articolo 23, commi 16 e 17, del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214.
C. 5210 Governo.

(Seguito dell'esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta del 6 settembre 2012.

  Giuseppe CALDERISI (PdL), relatore, ribadisce l'opportunità di svolgere, non appena possibile, un'audizione del Ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione, Filippo Patroni Griffi, affinché la Commissione possa disporre di un quadro completo ed aggiornato sulla attuazione delle disposizioni di legge approvate di recente in materia di riordino delle province, per poter poi procedere alla definizione del sistema elettorale del Consiglio provinciale e del presidente della provincia.
  Ricorda infatti che l'articolo 17 del decreto-legge n. 95 del 2012 recante «Disposizioni urgenti per la revisione della spesa pubblica con invarianza dei servizi ai cittadini», reca una procedura di riordino Pag. 9delle province molto complessa, con un intreccio di competenze tra Governo e regioni.
  Ricorda, in proposito, come anche nel parere espresso dal Comitato permanente per i pareri della I Commissione sia stato segnalato come i termini dell'intero procedimento di riordino delle province contengano oltretutto alcune discrasie temporali.
  Si tratta quindi di elementi di particolare rilevanza di cui occorre tenere conto.

  Gianclaudio BRESSA (PD), relatore, si associa alla richiesta del collega Calderisi.

  Donato BRUNO, presidente, fa presente che la questione sarà valutata in seno all'ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, nella riunione odierna.
  Nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

Adeguamento alla media europea degli stipendi, emolumenti, indennità degli eletti negli organi di rappresentanza nazionale e locale.
C. 5105 d'iniziativa popolare e C. 5377 Sbrollini.

(Seguito dell'esame e rinvio – Abbinamento della proposta di legge C. 5377).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 6 settembre 2012.

  Donato BRUNO, presidente, comunica che è stata assegnata alla I Commissione la proposta di legge n. 5377 Sbrollini e altri, recante «Adeguamento alla media europea del trattamento economico dei titolari di cariche di rappresentanza politica e di governo nazionali e locali». Poiché la suddetta proposta di legge verte sulla stessa materia della proposta di legge già all'ordine del giorno, avverte che ne è stato disposto l'abbinamento, ai sensi dell'articolo 77, comma 1, del regolamento.

  Roberto ZACCARIA (PD) ricorda come la discussione in questione abbia una radice diversa rispetto a quella degli altri provvedimenti all'esame della Commissione, considerato che si fonda su una proposta di iniziativa popolare.
  È quindi, a suo avviso, importante che la Commissione acceleri quanto possibile l’iter del provvedimento, così da dare ai cittadini la percezione di una reale attenzione da parte del Parlamento rispetto alle misure da loro proposte.

  Linda LANZILLOTTA (Misto) rileva come le disposizioni in questione abbiano una portata analoga a quanto già previsto per legge in relazione ad altri soggetti pubblici. Considerato che era stata affidata alla Commissione Giovannini una elaborazione della media europea dei livelli retributivi, che non è stato tuttavia possibile portare a compimento, ritiene opportuno programmare un'audizione del Presidente dell'ISTAT, Giovannini, per acquisire utili elementi istruttori.

  Pierluigi MANTINI (UdCpTP), relatore, nel dichiarare la piena disponibilità ad acquisire utili elementi istruttori, sottolinea la necessità di un coordinamento con l'esame delle proposte di legge di modifica agli articoli 23-bis e 23-ter del decreto-legge n. 201 del 2011, in materia di trattamenti economici erogati a carico delle finanze pubbliche (C. 4901 Dal Lago, C. 5035 Bressa e C. 5170 Vassallo), che insistono parzialmente sulla medesima materia, assegnate alle Commissioni riunite I e XI in sede referente e di cui è relatore insieme al collega Cazzola.

  Donato BRUNO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 13.30.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  Martedì 11 settembre 2012.

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 13.30 alle 13.40.

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COMITATO PERMANENTE PER I PARERI

  Martedì 11 settembre 2012. — Presidenza del presidente Isabella BERTOLINI.

  La seduta comincia alle 13.40.

DL 129/2012: Disposizioni urgenti per il risanamento ambientale e la riqualificazione del territorio della città di Taranto.
Emendamenti C. 5423 Governo.

(Parere all'Assemblea).
(Esame e conclusione – Parere).

  Il Comitato inizia l'esame degli emendamenti.

  Isabella BERTOLINI, presidente, sostituendo il relatore, illustra gli emendamenti riferimenti al provvedimento in titolo e propone di esprimere, per quanto di competenza, nulla osta.

  Nessun altro chiedendo di intervenire, il Comitato approva la proposta di parere del presidente.

  La seduta termina alle 13.50.