CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 7 agosto 2012
696.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Lavoro pubblico e privato (XI)
COMUNICATO
Pag. 56

SEDE REFERENTE

  Martedì 7 agosto 2012. – Presidenza del presidente Silvano MOFFA. – Interviene il viceministro del lavoro e delle politiche sociali Michel Martone.

  La seduta comincia alle 16.20.

Modifiche alla vigente normativa in materia di requisiti per la fruizione delle deroghe in materia di accesso al trattamento pensionistico.
Testo unificato C. 5103 Damiano, C. 5236 Dozzo, C. 5247 Paladini.

(Seguito dell'esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in titolo, rinviato nella seduta del 25 luglio 2012.

  Silvano MOFFA, presidente, comunica che sono state presentate diverse proposte emendative riferite al testo unificato dei progetti di legge in titolo (vedi allegato).
  Avverte, quindi, che sull'argomento è appena pervenuta una lettera inviata dal Ministro del lavoro e delle politiche sociali, di cui ritiene opportuno mettere al corrente l'intera Commissione; ne comunica, pertanto, l'integrale contenuto:
  «Egregio Presidente,
  come Le è noto nel pomeriggio di oggi verrà esaminato, presso la Commissione da Lei presieduta, il testo unificato del d.d.l. 5103 Damiano e abb., il quale, a seguito del lavoro svolto in comitato ristretto, reca rilevanti disposizioni in tema di lavoratori da salvaguardare e mira, altresì, a modificare – anche con disposizioni di carattere transitorio – alcuni degli aspetti qualificanti della recente riforma pensionistica, approvata a larghissima maggioranza lo scorso dicembre.
  Nella seduta odierna, è altresì previsto l'esame degli emendamenti al testo (emendamenti che, per la maggior parte, sono volti ad ampliare ulteriormente il novero dei lavoratori per cui operano le “salvaguardie” di cui al comma 14 dell'articolo 24 del c.d. decreto “salva-Italia” e successive modifiche).
  Devo prendere atto che sul disegno di legge in questione converge un vasto consenso da parte delle forze politiche e che giungono numerose sollecitazioni per un Pag. 57suo celere iter, anche nell'imminenza della pausa estiva.
  Ora, se da un lato il Governo deve certamente dare atto della notevole importanza sistematica e sociale delle questioni sottese al disegno di legge in questione, per altro verso lo stesso Governo chiede che venga riconosciuto il grande sforzo sin qui profuso per affrontare con misure concrete i problemi sul campo, anche attraverso l'utilizzo di ingentissime risorse economiche, nell'ordine di svariati miliardi di euro.
  Il Governo è comunque consapevole del fatto che si tratta di una questione, peraltro in divenire, per la quale è necessario effettuare sforzi ulteriori, anche in collaborazione con la Commissione da Lei presieduta.
  D'altra parte, esistono alcuni elementi oggettivi che sconsigliano l'adozione, in questa fase, di scelte non adeguatamente ponderate. Al riguardo, segnalo la necessità di un lavoro collegiale da parte dei vari ministeri coinvolti (in primis: il Ministero dell'economia e delle finanze) e l'opportunità di calare le ulteriori misure che dovranno essere adottate in materia pensionistica nel delicato quadro congiunturale che attualmente interessa l'Italia.
  Ritengo, altresì, che occorra fare ogni sforzo per evitare anche il solo rischio di adottare misure che, se non adeguatamente comprese anche in sede internazionale, potrebbero avere l'effetto di compromettere gli sforzi di stabilizzazione finanziaria sin qui profusi dal Parlamento, dal Governo e dal Paese.
  Segnalo, inoltre, che è stato costituito un gruppo tecnico di lavoro (cui partecipa l'INPS e i Ministeri vigilanti) il quale sta valutando le varie opzioni sul campo e tutte le relative implicazioni tecniche, giuridiche e finanziarie.
  Ritengo, quindi, che esistano le condizioni per chiedere alla Commissione, nel reciproco senso di piena cooperazione e nel riconoscimento dei reciproci sforzi sin qui compiuti, un congruo differimento dell'esame del d.d.l. in questione, che stimerei nell'arco di circa un mese.
  Chiedo, quindi, un Suo autorevole intervento nei confronti della Commissione da Lei presieduta affinché l'esame del d.d.l. C. 5103 venga differito agli inizi del mese di settembre.
  Voglia gradire, egregio Presidente, i miei più cordiali saluti.
Elsa Fornero».

  Alla luce della lettera inviata dal Ministro, giudica essenziale procedere alla ricognizione degli orientamenti del relatore e dei gruppi, al fine di valutare le conseguenti iniziative da intraprendere nella corrente seduta.

  Luigi MURO (FLpTP), relatore, pur dichiarando preliminarmente di essere disponibile ad esprimere il parere sulle proposte emendative presentate, a testimonianza delle sua volontà di dare seguito al lavoro svolto in Commissione, ritiene che la lettera del Ministro rappresenti un fatto innovativo, che merita di essere valutato con attenzione, considerato che da essa sembra emergere l'assunzione da parte del Governo di importanti impegni sulla tematica in esame. Ritiene opportuno, in ogni caso, che i gruppi si esprimano sulle modalità di prosecuzione dell’iter, rimettendosi alle decisioni che emergeranno dal dibattito. Da ultimo, anticipando l'esame del merito di talune questioni, ritiene di non potersi comunque esimere dal manifestare una sensazione di difficoltà rispetto alle premesse con le quali la Commissione aveva avviato il proprio lavoro, facendo notare che il testo unificato rischia oggi di assumere una formulazione sensibilmente diversa da quella originaria, con un evidente cambiamento di impostazione complessiva.

  Cesare DAMIANO (PD) si dichiara sorpreso dal fatto che, dopo una lunga discussione in Commissione, alla quale il Governo ha partecipato attivamente, il Ministro chieda ora un rinvio dell'esame per accertamenti che avrebbe potuto svolgere in un lasso di tempo che è stato già ragionevolmente ampio. Fa notare, peraltro, che appare singolare che il Governo Pag. 58ritenga necessario realizzare un monitoraggio sulle quantificazioni finanziarie, richiedendo su tale aspetto una collaborazione del Parlamento che, tuttavia, non era stata prospettata a suo tempo, quando si trattò di approvare riforme pensionistiche penalizzanti nei confronti dei lavoratori, dalle quali sono derivati rilevanti risparmi di spesa, che sarebbero, a suo avviso, in parte utilizzabili per la risoluzione della problematica degli «esodati». Ritiene in ogni caso che i gruppi di maggioranza, con grande senso di responsabilità, siano chiamati a confidare ancora in un rapporto leale e proficuo tra Parlamento e Governo, prendendo atto con favore dell'accettazione di un ordine del giorno in Assemblea, avvenuta nella giornata odierna, con cui l'Esecutivo si è reso disponibile a valutare la proposta di legge in esame, in vista della soluzione dei problemi tuttora aperti. Ritenuto, pertanto, necessario partire da tale importante elemento di novità, fa notare che la prosecuzione dell’iter, con la conclusione dell'esame degli emendamenti, mirerebbe proprio a facilitare il Governo nell'adempimento di tale impegno e nello svolgimento delle sue ulteriori valutazioni di monitoraggio sui dati finanziari, mettendo a sua disposizione un testo definito nella propria cornice normativa.
  Giudica opportuno, quindi, procedere alla votazione delle proposte emendative presentate, a garanzia del ruolo autonomo del Parlamento, rilevando che, in ogni caso, poiché l’iter di esame non si concluderebbe oggi, richiedendo lo svolgimento di ulteriori passaggi procedurali (e, in particolare, i pareri delle competenti Commissioni), il Governo avrà tutto il tempo necessario per svolgere ulteriori accertamenti di merito. Fatto notare, da ultimo, al relatore che il testo in esame ha assunto una fisionomia precisa a seguito degli importanti approfondimenti svolti con le parti sociali, al fine di fornire una risposta coerente al maggior numero possibile di lavoratori coinvolti, si dichiara disponibile a un confronto sul merito delle questioni più problematiche, eventualmente anche al fine di circoscrivere, attraverso l'esame degli emendamenti, l'ambito di applicazione del provvedimento.

  Massimiliano FEDRIGA (LNP) giudica irriguardoso nei confronti del Parlamento che il Governo, pur avendo avuto a disposizione un ampio margine temporale per svolgere i necessari approfondimenti di merito (beneficiando, peraltro, di reiterati differimenti della discussione, chiesti dall'Esecutivo e sempre recepiti dalla Commissione), chieda oggi di bloccare l’iter di esame degli emendamenti, peraltro mediante modalità di comunicazione scorrette e inaccettabili, che mai si sono verificate nel corso di questa legislatura. Fa notare che sarebbe inutile e offensivo nei confronti del Parlamento continuare ad assecondare tale comportamento del Governo, dal momento che, non avendo risolto il problema fino ad oggi, appare assurdo immaginare che l'Esecutivo possa farlo da qui a breve, pur a fronte di una eventuale ulteriore sospensione dell'esame.
  Invita, pertanto, i gruppi di maggioranza ad assumere una posizione netta e chiara su tale proposta di rinvio, avvertendo che, in caso di suo accoglimento, non si farebbe altro che convalidare la malcelata volontà del Governo di eludere la questione. Ritiene che un'eventuale dilazione dell’iter dovrebbe indurre tutti i membri della Commissione a un sussulto di orgoglio e dignità, che dovrebbe portare o alla richiesta di dimissioni del Ministro Fornero o – in casi estremi – anche all'assunzione di misure ostruzionistiche, tese a bloccare i lavori parlamentari.

  Paola PELINO (PdL) ritiene che la lettera del Ministro vada accolta con favore, atteso che essa sembra recare un'importante presa di posizione del Governo, con la quale esso si impegna seriamente alla risoluzione della questione degli «esodati», come testimonia lo stesso accoglimento da parte dell'Esecutivo di un ordine del giorno presentato in Assemblea sull'argomento nella giornata odierna. Ritiene, quindi, ragionevole confidare ancora nella capacità del Governo di affrontare Pag. 59tale problematica, giudicando non impraticabile un eventuale breve rinvio dell’iter, che comunque non pregiudicherebbe il lavoro fin qui svolto dalla Commissione.

  Giovanni PALADINI (IdV) ritiene di non doversi dichiarare sorpreso dall'atteggiamento del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, che, a suo avviso, conferma un modo di confrontarsi con il Parlamento che giudica istituzionalmente scorretto, a testimonianza della mancanza di volontà del Governo di risolvere realmente la questione. Reputa opportuno, pertanto, procedere speditamente lungo l’iter di esame, dal momento che si tratta di definire un testo normativo che rappresenta, allo stato, l'unica concreta e seria forma di intervento a favore dei lavoratori coinvolti, a dispetto di mere dichiarazione d'intenti da parte del Governo.

  Nedo Lorenzo POLI (UdCpTP) ritiene che la lettera inviata dal Ministro rappresenti un fatto nuovo, che introduce ulteriori elementi di riflessione nell'imminenza di importanti decisioni da assumere in Commissione su un tema che sta a cuore a tutti. Per tale ragione, prospetta l'opportunità di una breve sospensione della seduta, quanto meno per verificare, in via informale, gli orientamenti dei gruppi di maggioranza.

  Silvano MOFFA, presidente, nel giudicare ragionevole la richiesta del deputato Poli, sospende la seduta.

  La seduta, sospesa alle 16.45, è ripresa alle 17.10.

  Silvano MOFFA, presidente, in considerazione delle valutazioni svolte nel corso del periodo di sospensione della seduta, ritiene opportuno rilevare, in via preliminare, che non condivide l'atteggiamento critico a più riprese manifestato da taluni gruppi nel corso dell'odierno dibattito, a fronte di una posizione legittima del Governo, che sarà anche stata manifestata secondo modalità irrituali, ma che dimostra la disponibilità dell'Esecutivo a risolvere una questione, sulla quale la Commissione è da tempo impegnata. Pur precisando che sarà sua cura farsi garante delle prerogative della Commissione, preservandone il lavoro egregio finora svolto, e ricordato che il Parlamento è stato di recente in grado – a fronte di una chiara richiesta politica del Governo – di concludere rapidamente l'approvazione della riforma del mercato del lavoro, ritiene, quindi, che vada mantenuta comunque intatta una sana e leale dialettica con l'Esecutivo, evitando di porre in atto un inutile, infruttuoso e demagogico scontro istituzionale con il Ministro, che finirebbe per pregiudicare il conseguimento delle stesse finalità del provvedimento in esame.
  Fa notare, in ogni caso, che la scelta di proseguire nell’iter – sulla quale sembra che i gruppi abbiano infine convenuto – concilierebbe le contrapposte esigenze di Governo e Parlamento, nel segno della prosecuzione di un proficuo dialogo istituzionale, atteso che, attraverso la definizione di un testo normativo compiuto, si fornirebbero all'Esecutivo ulteriori elementi di riflessione (anche dal punto di vista dei profili di natura finanziaria), in vista dell'assunzione delle iniziative necessarie sul punto. Osserva, peraltro, che la logica del confronto, in luogo della contrapposizione frontale delle proprie valutazioni, ha sempre pagato in Commissione, come testimoniano gli importanti risultati conseguiti in materia di riforma del mercato del lavoro, in occasione dell'esame del cosiddetto «decreto sviluppo».
  Alla luce delle considerazioni svolte e preso atto degli orientamenti espressi, per le vie brevi, dai gruppi, ritiene pertanto che vi siano le condizioni per procedere all'esame delle proposte emendative presentate.

  Giuliano CAZZOLA (PdL), nel preannunciare l'intenzione di abbandonare i lavori della Commissione, non partecipando alla votazione degli emendamenti presentati, illustra le motivazioni di quella che definisce una scelta politica assunta a Pag. 60titolo personale, che ricorda di aver adottato anche nel corso dell'esame di altri provvedimenti connessi alla tematica in oggetto (cita, ad esempio, la propria astensione nella votazione della proposta di parere sul decreto-legge sulla cosiddetta «spending review»). Dopo aver dichiarato di aver condiviso l'originaria impostazione del provvedimento in esame, che si preoccupava di individuare in termini più circoscritti la platea dei potenziali beneficiari delle norme (limitando l'intervento ai soli lavoratori in mobilità), osserva che, a fronte delle ripetute modifiche del testo, che ne hanno allargato i margini di applicazione, si è progressivamente trovato costretto a modificare il proprio orientamento, non potendo che giungere, in fine, a un atteggiamento contrario rispetto a un'impostazione normativa tesa a enfatizzare a dismisura la questione dei cosiddetti «esodati», come se questa fosse, al momento, l'unica priorità del Paese: fa presente che tale circostanza, peraltro, lo ha anche indotto a ritirare la propria firma dalla proposta di legge C. 5103, inizialmente da lui sottoscritta.
  Osservato, quindi, che il testo in esame persegue l'obiettivo illusorio di offrire una tutela a tutti i lavoratori coinvolti, dichiara che sarebbe stato preferibile, a suo avviso, procedere all'individuazione di una serie di criteri e requisiti di accesso alle deroghe previdenziali, così come avvenne per l'introduzione di talune altre importanti riforme – attuate anche da Governi di centrosinistra – tra cui cita quella in materia di lavori usuranti e di esposizione all'amianto, dalle quali, necessariamente, alcune categorie sono rimaste escluse. Sottolinea, infatti, che – se su tali temi si chiedesse oggi alle organizzazioni sindacali di dire se tutti i lavoratori sono stati coperti dalle norme – si troverebbero numerose nuove tipologie da inserire nell'ambito dell'applicazione delle relative norme.
  Fa notare, peraltro, che – sul problema degli «esodati» – si sarebbe potuto elaborare un testo unificato secondo scansioni temporali di più corto periodo, ovvero in concomitanza con la progressiva applicazione della riforma previdenziale, evitando di determinare a priori – come prevede, invece, il testo in esame – un percorso di deroga a lungo termine, che arriverebbe a coprire sin d'ora lavoratori con diritto a pensione a decorrere dal 2019.
  In conclusione, pur precisando di nutrire un forte rispetto per la posizione di tutti i lavoratori coinvolti, giudica necessario compiere una selezione degli interventi, rapportando le forme di tutela alle risorse finanziarie effettivamente disponibili: per queste ragioni, ritiene di non potere partecipare ulteriormente ai lavori odierni della Commissione.

  Luigi MURO (FLpTP), relatore, ritiene anzitutto di dover prendere atto positivamente della lettera inviata oggi dal Ministro Fornero, che rappresenta un passo in avanti rispetto ai tentativi realizzati dalla Commissione per migliorare l'impatto della riforma previdenziale di fine 2011: a questo punto, si tratta di coadiuvare il lavoro preannunciato dallo stesso Governo, consegnando alle Commissioni competenti in sede consultiva – e, in particolare, alla V Commissione (Bilancio) – un testo che rechi confini precisi e ben delineati. Per tale ragione, giudica opportuno proseguire nell'esame degli emendamenti, nella prospettiva di acquisire, entro l'inizio del prossimo mese di ottobre, i prescritti pareri sul testo risultante e procedere alle valutazioni che si renderanno necessarie.
  Passando, quindi, ai pareri sulle proposte emendative presentate, intende preliminarmente precisare che – laddove vi sarà un invito al ritiro o un parere contrario – ciò non deve essere interpretato come una «bocciatura» del merito dei relativi emendamenti, bensì come un tentativo di mantenere una coerenza del testo unificato rispetto al suo percorso di esame, come sinora sviluppatosi in Commissione.
  Esprime, quindi, parere favorevole sugli emendamenti Antonino Foti 1.1, Damiano 1.9, Lenzi 1.12, Moffa 1.17, Gnecchi 2.3 e Poli 2.8, nonché sugli articoli aggiuntivi Pag. 61Damiano 2.01, Moffa 2.02 e Damiano 2.03. Invita al ritiro dell'emendamento Lenzi 1.13 (che risulterebbe assorbito in caso di approvazione dell'emendamento Lenzi 1.12), nonché dei restanti emendamenti presentati, dovendo altrimenti il parere considerarsi contrario.

  Il viceministro Michel MARTONE esprime – a nome del Governo – un profondo rammarico per il mancato accoglimento della richiesta di rinvio dell'esame, formulata all'inizio della corrente seduta. Fa presente, quindi, che il Governo – non essendo nelle condizioni di valutare approfonditamente i profili finanziari e giuridici delle proposte emendative in esame, anche in attesa del lavoro in corso da parte del gruppo tecnico, al quale ha fatto riferimento il Ministro Fornero nella propria lettera – non può che rimettersi alla Commissione sul complesso degli emendamenti e degli articoli aggiuntivi presentati.

  La Commissione approva, quindi, l'emendamento Antonino Foti 1.1.

  Massimiliano FEDRIGA (LNP), illustrando il proprio emendamento 1.2, fa notare che esso non fa altro che richiamare le quantificazioni finanziarie compiute dal Governo, preservando il testo in esame dal rischio di eventuali rilievi di carattere costituzionale, attraverso il riconoscimento del beneficio a tutti i lavoratori coinvolti.
  Desidera poi manifestare, a margine di tali considerazioni, il proprio generale disappunto per la scelta del relatore di esprimere parere contrario su tutti gli emendamenti presentati dal suo gruppo, facendo notare che tale orientamento rischia di minare quel confronto leale e costruttivo in Commissione che si è sempre cercato di garantire in ogni occasione, anche laddove sussistevano posizioni fortemente critiche sui provvedimenti esaminati.

  La Commissione respinge l'emendamento Fedriga 1.2.

  Massimiliano FEDRIGA (LNP) illustra il proprio emendamento 1.3, facendo notare che – se vi fosse stato un atteggiamento diverso da parte del relatore – sarebbe stato disponibile a ritirarlo. Fa presente, invece, che si trova costretto, da questo momento, ad assumere una posizione meno collaborativa, atteso che nessun riguardo sembra esservi da parte dei gruppi di maggioranza rispetto alle sue proposte di modifica.

  La Commissione respinge l'emendamento Fedriga 1.3.

  Giovanni PALADINI (IdV), pur dichiarando di voler insistere per la votazione degli emendamenti presentati dal suo gruppo, osserva che non intende mettere in atto comportamenti ostruzionistici, al fine di agevolare l'approvazione di un provvedimento che giudica, in ogni caso, importante e degno della massima attenzione, al fine di dare concrete risposte ai lavoratori interessati.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli emendamenti Paladini 1.4, 1.5, 1.6, 1.7 e 1.8, approva l'emendamento Damiano 1.9 e respinge gli emendamenti Aniello Formisano 1.10 e 1.11.

  Donata LENZI (PD), illustrando il proprio emendamento 1.12, osserva che esso mira a tutelare la posizione di determinati soggetti, salvaguardando in particolare coloro che sono a carico dei fondi di solidarietà, attraverso una più chiara definizione del limite temporale entro il quale le prestazioni risultino a carico dei fondi medesimi. Richiama, quindi, le diverse parti di cui si compone l'emendamento, prendendo atto che dalla sua approvazione discenderebbe l'impossibilità di approvare anche il proprio emendamento 1.13.

  La Commissione approva l'emendamento Lenzi 1.12.

  Silvano MOFFA, presidente, fa presente che, a seguito dell'approvazione dell'emendamento Pag. 62Lenzi 1.12, devono intendersi assorbiti gli emendamenti Lenzi 1.13 e Paladini 1.14.

  Massimiliano FEDRIGA (LNP) illustra il proprio emendamento 1.15, dichiarando di non comprendere le motivazioni del parere contrario espresso su di esso da parte del relatore.

  Luigi MURO (FLpTP), relatore, osserva anzitutto – in risposta ai ripetuti interventi svolti in tal senso dal deputato Fedriga – che non esiste alcuna posizione di pregiudiziale contrarietà rispetto alle proposte di modifica presentate dal gruppo della Lega Nord Padania, precisando che, nell'espressione dei diversi pareri, si è esclusivamente attenuto ad un criterio politico, volto a preservare lo spirito originario del provvedimento in esame. Entrando nel merito specifico dell'emendamento Fedriga 1.15, dichiara di condividerne il contenuto nelle sue linee di principio, prospettando, quindi, l'opportunità di accantonarlo, al fine di valutare meglio se sussistano margini per un cambiamento di parere.

  La Commissione delibera di accantonare l'emendamento Fedriga 1.15.

  Giovanni PALADINI (IdV) illustra l'emendamento 1.16, di cui è cofirmatario, raccomandandone l'approvazione.

  Marialuisa GNECCHI (PD) fa notare che, in relazione alle finalità dell'emendamento in esame, basta ricordare che la domanda ha sempre decorrenza dal sabato successivo alla data di presentazione della stessa.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge l'emendamento Aniello Formisano 1.16 e approva l'emendamento Moffa 1.17.

  Silvano MOFFA, presidente, fa presente che, a seguito dell'approvazione del proprio emendamento 1.17, deve intendersi precluso l'emendamento Paladini 1.18.

  Massimiliano FEDRIGA (LNP) illustra il proprio emendamento 1.19, osservando che esso riprende, proporzionalmente ad un ulteriore innalzamento dell'età pensionabile, misure già assunte con le precedenti riforme previdenziali.

  La Commissione respinge l'emendamento Fedriga 1.19.

  Massimiliano FEDRIGA (LNP), illustrando il proprio emendamento 1.20, rileva che esso mira a salvaguardare quei lavoratori dipendenti di piccole imprese, che non risultano coperti da forme di accordo collettive o individuali. Si riferisce, in particolare, ai lavoratori licenziati senza alcuna forma di concertazione preventiva o costretti alle dimissioni per ragioni dettate da oggettive situazioni di crisi del proprio datore di lavoro.

  Marialuisa GNECCHI (PD) rileva che l'emendamento in esame appare riduttivo rispetto a quanto già previsto all'articolo 2 del testo unificato, dal momento che dispone un limite temporale restrittivo suscettibile di pregiudicare la copertura per numerosi lavoratori. Segnala, peraltro, che il problema sotteso all'emendamento Fedriga 1.20 può essere risolto con l'approvazione del proprio emendamento 2.3.

  Massimiliano FEDRIGA (LNP), intervenendo per una precisazione, fa notare che il suo emendamento propone una tutela più ampia rispetto all'intervento di cui all'articolo 2 del testo unificato, garantendo una copertura ai lavoratori anche nei casi in cui l'impresa non sia fallita.

  Maria Grazia GATTI (PD) osserva che la copertura ai lavoratori coinvolti è già garantita dal testo in esame, dal momento che – in ogni caso di risoluzione del rapporto di lavoro – si attribuisce rilevanza alla semplice comunicazione ai competenti uffici.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli emendamenti Fedriga 1.20, Aniello Formisano 1.21, Paladini 1.22, Fedriga Pag. 631.23, Paladini 1.24 e 1.25, Aniello Formisano 1.26, Paladini 1.27 e 1.28, Fedriga 2.1 e 2.2, approva l'emendamento Gnecchi 2.3, respinge gli emendamenti Aniello Formisano 2.4, Paladini 2.5, Aniello Formisano 2.6 e Paladini 2.7, e approva l'emendamento Poli 2.8, nonché gli articoli aggiuntivi Damiano 2.01, Moffa 2.02 e Damiano 2.03.

  Silvano MOFFA, presidente, essendosi concluso l'esame delle restanti proposte emendative presentate, invita il relatore ad illustrare la propria posizione sull'emendamento Fedriga 1.15, in precedenza accantonato.

  Luigi MURO (FLpTP), relatore, modificando l'orientamento precedentemente reso, esprime parere favorevole sull'emendamento Fedriga 1.15, avvertendo tuttavia che tale proposta emendativa deve intendersi aggiuntiva rispetto al contenuto dell'emendamento Moffa 1.17, già approvato dalla Commissione.

  Il viceministro Michel MARTONE conferma che il Governo, nell'impossibilità di svolgere una istruttoria approfondita, si rimette alla Commissione sull'emendamento Fedriga 1.15.

  Silvano MOFFA, presidente, fa presente che il contenuto dell'emendamento Fedriga 1.15, ove approvato, dovrà essere coordinato con il proprio emendamento 1.17, in precedenza approvato dalla Commissione.

  La Commissione approva, quindi, l'emendamento Fedriga 1.15.

  Silvano MOFFA, presidente, avverte che il testo unificato delle proposte di legge in titolo – come risultante al termine dell'esame degli emendamenti e sulla base delle correzioni di coordinamento formale che si renderanno necessarie in relazione alle proposte emendative approvate – sarà trasmesso alle competenti Commissioni parlamentari, per l'espressione del prescritto parere.
  Rinvia, quindi, il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 17.50.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  Martedì 7 agosto 2012.

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 17.50 alle 18.

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