CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 17 luglio 2012
684.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Cultura, scienza e istruzione (VII)
COMUNICATO
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COMITATO RISTRETTO

  Martedì 17 luglio 2012.

Valorizzazione del sistema dell'alta formazione e specializzazione artistica e musicale.
C. 4822 sen. Asciutti, approvata dal Senato, e abbinate C. 814 Angela Napoli e C. 3808 Carlucci.

  Il Comitato ristretto si è riunito dalle 11.15 alle 12.15.

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COMITATO RISTRETTO

  Martedì 17 luglio 2012.

Disposizioni per l'organizzazione e il funzionamento del Museo nazionale dell'emigrazione italiana.
C. 4698 Narducci e abbinate C. 521 Osvaldo Napoli e C. 660 D'Antona.

  Il Comitato ristretto si è riunito dalle 12.15 alle 12.30.

SEDE CONSULTIVA

  Martedì 17 luglio 2012. — Presidenza del presidente Manuela GHIZZONI. — Intervengono il sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca, Marco Rossi Doria, e il sottosegretario di Stato per i beni e le attività culturali, Roberto Cecchi.

  La seduta comincia alle 14.05.

Sull'ordine dei lavori.

  Manuela GHIZZONI, presidente, propone di passare dapprima all'esame del provvedimento n. 4568.

  La Commissione concorda.

Disposizioni per favorire la ricerca delle persone scomparse.
Nuovo testo C. 4568, approvata dalla 1a Commissione permanente del Senato, ed abbinate.

(Parere alla I Commissione).
(Esame e conclusione – Parere favorevole).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

  Antonio PALMIERI (PdL), relatore, ricorda che la Commissione cultura ha espresso, in data 9 novembre 2011, un parere favorevole sulla proposta di legge n. 4568, approvata all'unanimità in sede deliberante presso la Commissione Affari Costituzionali del Senato, recante norme volte a favorire la ricerca delle persone scomparse, composta di un unico articolo, alla quale risultavano abbinate altre quattro proposte di iniziativa parlamentare. Segnala, quindi, che la Commissione è ora chiamata ad esprimersi sul nuovo testo base, come risultante dagli emendamenti approvati nel corso dell'esame in sede referente. Evidenzia che, per quanto attiene al contenuto del nuovo testo, l'articolo 1, al comma 1, dispone che, fermo restando quanto previsto dall'articolo 333 del Codice di procedura penale, nonché gli obblighi previsti dalla vigente normativa, chiunque venga a conoscenza dell'allontanamento di una persona dalla propria abitazione o dal luogo di temporanea dimora e per le circostanze in cui è avvenuto il fatto ritiene che dalla scomparsa possa derivarne un pericolo per la vita o per l'incolumità personale della stessa, può denunciarne il fatto alle forze di polizia o alla polizia locale. Il comma 2 prevede che, quando la denuncia di cui al comma 1 è raccolta dalla polizia locale questa la trasmette immediatamente al più prossimo tra i presìdi territoriali delle forze di polizia, anche ai fini dell'avvio dell'attività di ricerca di cui al comma 4, nonché per il contestuale inserimento nel centro elaborazione dati di cui all'articolo 8 della legge 1o aprile 1981, n. 121, e successive modificazioni. Il comma 3 dispone che copia della denuncia sia immediatamente rilasciata ai presentatori. Il comma 4 introduce, ferme restando le competenze dell'autorità giudiziaria, l'obbligo per l'ufficio di polizia che ha ricevuto la denuncia di promuovere l'immediato avvio delle ricerche e ne dà contestuale comunicazione al prefetto per il tempestivo e diretto coinvolgimento del commissario straordinario nominato ai sensi dell'articolo 11 della legge 23 agosto 1988, n. 400, e per le iniziative di competenza da intraprendere anche con il concorso degli enti locali, del Corpo nazionale dei vigili del fuoco e del sistema di protezione civile, delle associazioni del volontariato Pag. 77sociale e di altri enti, anche privati, attivi nel territorio.
  Con riferimento alle competenze della Commissione cultura, segnala che nell'ambito delle iniziative di propria competenza il prefetto valuta, altresì, sentiti l'autorità giudiziaria ed i familiari della persona scomparsa, l'eventuale coinvolgimento degli organi di informazione, comprese le strutture specializzate, televisive e radiofoniche, che hanno una consolidata esperienza nella ricerca di informazioni sulle persone scomparse. Il comma 5 dispone che, qualora vengano meno le condizioni che hanno determinato la denuncia ai sensi del comma 1, il denunciante, venutone a conoscenza, ne dia immediata comunicazione alle forze di polizia. Il comma 6 prevede che gli adempimenti dei pubblici uffici di cui al presente articolo siano realizzati secondo le norme già vigenti in materia, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica. Il comma 7, infine, fissa l'entrata in vigore della presente legge al giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.
  Propone, quindi di esprimere parere favorevole sul provvedimento in esame.

  La Commissione approva quindi la proposta di parere favorevole formulata dal relatore.

DL 83/2012: Misure urgenti per la crescita del Paese.
C. 5312 Governo.
(Parere alle Commissioni riunite VI e X).
(Seguito dell'esame e conclusione – Parere favorevole con condizioni e osservazioni).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in oggetto, rinviato, da ultimo, nella seduta del 12 luglio 2012.

  Emerenzio BARBIERI (PdL), preliminarmente interviene al fine di rappresentare la propria condivisione delle considerazioni formulate dall'onorevole De Biasi nel corso della seduta del 12 luglio, aggiungendo in proposito ulteriori riflessioni. In primo luogo, segnala l'insostenibile situazione che stanno vivendo i dipendenti del teatro «Carlo Felice» di Genova, in favore dei quali sono stati avviati contratti di solidarietà ormai in scadenza e che dal mese di dicembre del 2011 non percepiscono più alcuno stipendio. Auspica, quindi, che il Governo risolva nel più breve tempo possibile tale situazione. Stigmatizza quindi il fatto che la Commissione in sede consultiva formuli il parere contestualmente all'esame in sede referente da parte delle Commissioni di merito. Auspica, pertanto, che la Commissione possa formulare un parere sul testo che sarà sottoposto all'esame dell'Assemblea e non su quello che potrebbe subire modifiche da parte delle Commissioni di merito. Invita quindi la presidente Ghizzoni a farsi carico di questa esigenza, anche rappresentandola nella prossima riunione della Conferenza dei presidenti delle Commissioni.

  Antonio PALMIERI (PdL) formula alcune considerazioni con riferimento agli articoli da 18 a 22 del provvedimento, in merito ai quali segnala di aver presentato alcune proposte emendative presso le Commissioni competenti in sede referente. In particolare, ritiene necessario favorire l'accessibilità ai siti Internet da parte dei disabili, anche istituendo un comitato, i cui membri siano indicati dai singoli ministeri, al fine di operare una guida concordata su tali tematiche.

  Manuela GHIZZONI, presidente, ricorda all'onorevole Barbieri che la Commissione ha la possibilità di esprimere entro venerdì un ulteriore parere sul testo licenziato dalla Commissione di merito. Non è quindi necessario sul punto coinvolgere la Conferenza dei presidenti di Commissione.

  Enzo CARRA (UdCpTP), relatore, con riferimento alle considerazioni svolte dall'onorevole Zazzera nella passata seduta, segnala che non è di facile elaborazione una compiuta «tematizzazione» dei problemi culturali, nonostante la comprovata professionalità e la sicura competenza dei Pag. 78rappresentanti dell'attuale Governo. Illustra quindi una proposta di parere favorevole con condizioni e osservazioni (vedi allegato 1).

  Emilia Grazia DE BIASI (PD) propone di trasformare in condizione l'osservazione di cui alla lettera d), al fine di inserire la cultura, a pieno titolo, tra le funzioni fondamentali contenute nella Carta delle autonomie. Nel concordare poi con la denuncia della preoccupante situazione in cui versano i lavoratori del Teatro «Carlo Felice», ribadisce che per altri lavoratori si prospetta addirittura la soluzione della Cassa integrazione. Auspica, pertanto, che il Parlamento possa al più presto intervenire sulla legge n. 100 del 2010, recante disposizioni in materia di spettacolo e attività culturali. Preannunzia, pertanto, anche a nome dei deputati del gruppo cui appartiene, il voto favorevole sulla proposta di parere del relatore, se riformulato in tal senso.

  Emerenzio BARBIERI (PdL) concorda con l'onorevole De Biasi in ordine alla proposta di trasformare in condizione l'osservazione di cui alla lettera d). Propone, altresì, di trasformare in condizione l'osservazione di cui alla lettera b), al fine di codificare una procedura che valorizzi il pieno coinvolgimento delle regioni interessate, eliminando però la previsione di un «concerto» della Conferenza unificata e prevedendo unicamente la procedura dell'intesa. Propone, inoltre, di trasformare in condizione l'osservazione di cui alla lettera c). Preannunzia, pertanto, anche a nome dei deputati del gruppo cui appartiene, il voto favorevole sulla proposta di parere del relatore, se riformulato nel senso da lui indicato.

  Ricardo Franco LEVI (PD), intervenendo a titolo personale, propone di riformulare la condizione di cui al punto 4), sostituendo le parole da «online» con le seguenti: «salvaguardando le condizioni per la ricerca e il diritto alla conoscenza, con particolare riferimento alla transizione all’online».

  Eugenio MAZZARELLA (PD) propone di inserire nel testo della proposta di parere un'osservazione finalizzata ad estendere l'applicazione degli articoli 60 e 24 del provvedimento in esame anche al settore delle scienze umane.

  Paola GOISIS (LNP) condivide le osservazioni formulate dai colleghi in ordine alla trasformazione in condizione dell'osservazione di cui alla lettera b) e del rafforzamento del ruolo dell'intesa e del coinvolgimento delle regioni interessate. Propone, altresì, di trasformare in condizione l'osservazione di cui alla lettera c). Preannunzia, pertanto, anche a nome dei deputati del gruppo cui appartiene, il voto favorevole sulla proposta di parere del relatore, ove sia riformulato in tal senso.

  Pierfelice ZAZZERA (IdV) ribadisce che il provvedimento, pur essendo pieno di aspettative e contenendo rilevanti annunci, smentisca in realtà le aspettative generate, non contenendo disposizioni in grado di rimettere in moto l'economia. Richiama, a tale proposito, l'allarme lanciato dal Fondo monetario internazionale sulla necessità che i Paesi adottino politiche di sviluppo, che risultano essere del tutto carenti nel provvedimento in esame. Si tratta di un provvedimento «tampone», non in grado di rilanciare l'economia del Paese e privo di alcuna tipologia di investimenti nei settori della cultura, della scuola, dell'innovazione, dell'università e della ricerca. Stigmatizza, quindi, ancora una volta il fatto che l'Esecutivo abbia previsto lo stanziamento di 230 miliardi di euro in 12 anni nel settore degli armamenti e del mercato delle armi, invece di investire in settori quali la scuola e l'innovazione. Preannunzia, pertanto, il voto contrario sulla proposta di parere formulata dal relatore.

  Enzo CARRA (UdCpTP), relatore, illustra una riformulazione della sua proposta di parere favorevole con condizioni e osservazioni, al fine di recepire le indicazioni formulate dai colleghi (vedi allegato 2).

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  La Commissione approva quindi la proposta di parere favorevole con condizioni e osservazioni, come riformulata dal relatore (vedi allegato 2).

Rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2011.
C. 5324 Governo.

Disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato e dei bilanci delle Amministrazioni autonome per l'anno finanziario 2012.
C. 5325 Governo.

Tabella n. 2: Stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno finanziario 2012 (limitatamente alle parti di competenza).
Tabella n. 7: Stato di previsione del Ministero dell'istruzione, università e ricerca per l'anno finanziario 2012.
Tabella n. 13: Stato di previsione del Ministero per i beni e le attività culturali per l'anno finanziario 2012.
(Relazione alla V Commissione).
(Esame congiunto, ai sensi dell'articolo 119, comma 8, del regolamento e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame congiunto dei provvedimenti in titolo.

  Rosa DE PASQUALE (PD), relatore, osserva che il rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2011 è stato presentato alla Camera il 28 giugno 2012. Per quanto concerne il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, il relativo stato di previsione contenuto nella legge di bilancio 2011 (legge n. 221 del 2010) recava stanziamenti complessivi di competenza pari a euro 53.413,1 milioni e di cassa pari a euro 53.436,4 milioni. Nel corso del 2011 si è registrato un incremento di euro 716,5 milioni in termini di competenza e di euro 2.568,1 milioni in termini di cassa. Le previsioni definitive risultano quindi pari a euro 54.129,6 milioni per gli stanziamenti di competenza, e a euro 56.004,5 milioni per le autorizzazioni di cassa. L'incidenza percentuale delle risorse per istruzione, università e ricerca sul bilancio dello Stato passa dal 10,5 per cento del rendiconto 2010 al 10,0 per cento del rendiconto 2011. La dotazione del Ministero è principalmente assorbita dalla spesa corrente (95,6 per cento; in particolare, oltre il 78,5 per cento è assorbito dalle spese per redditi di lavoro dipendente). I pagamenti sono pari euro 54.436,4 milioni (di cui euro 51.519,2 milioni in conto competenza, euro 2.917,2 milioni in conto residui): di questi, euro 51.926,6 milioni riguardano spese correnti e euro 2.509,8 milioni spese in conto capitale.
  Evidenzia che, osservando l'andamento delle risorse per competenza assegnate al Ministero nel corso del triennio 2009-2011, si nota una diminuzione delle stesse, che risulta più marcata nel 2011 (-4 per cento). In particolare, nel 2011 si registra una riduzione delle previsioni definitive di competenza relative alla spesa corrente (-4,2 per cento), pari a circa il doppio di quella registrata nel 2010 (-2,1 per cento). In tale anno, una più rilevante riduzione, in proporzione, si era registrata con riferimento alla spesa in conto capitale (-24,7 per cento). L'ammontare di quest'ultima categoria di spesa è invece pressoché stabile nel 2011 rispetto all'anno precedente. Segnala quindi che nella Relazione della Corte dei conti sul rendiconto generale dello Stato per l'esercizio finanziario 2011 si evidenzia che, nel quadro delle nuove politiche europee – che richiedono, accanto al contenimento della spesa corrente, un migliore e più efficace utilizzo delle risorse – significative appaiono le attività del Ministero volte alla individuazione di indicatori di risultato da associare ai programmi di spesa e le analisi concernenti il fabbisogno finanziario delle scuole e le risorse da destinare alle stesse: in particolare, la Corte segnala il processo di razionalizzazione volto a ricalibrare i servizi di pulizia delle scuole, da acquisire sulla base delle effettive necessità e per una spesa non superiore a quella necessaria per ottenere i medesimi servizi con il ricorso al solo personale interno. Nella Pag. 80stessa ottica, una particolare attenzione dovrà essere rivolta all'andamento delle spese sostenute dagli Uffici scolastici regionali (USR), al fine di raggiungere una idonea allocazione delle risorse in relazione ai livelli di domanda del territorio. Al riguardo, la Corte, ricordato che dal 2011 gli USR hanno perso la qualifica di centro di responsabilità (per cui, i relativi stanziamenti sono confluiti nel nuovo programma «Realizzazione degli indirizzi e delle politiche in ambito territoriale in materia di istruzione», affidato al Dipartimento per la programmazione), evidenzia che il gruppo di lavoro costituito all'interno del Ministero per analizzarne le spese di funzionamento, ha rilevato modalità di gestione organizzativa disomogenee sul territorio nazionale. Con riferimento alle politiche declinate nelle Missioni e nei programmi, la Corte – confermando quanto già rilevato negli anni scorsi – evidenzia che, sia la riforma scolastica che quella universitaria, contemperano l'esigenza di contenimento e razionalizzazione della spesa con quella di ridefinizione delle filiere formative. Sottolinea inoltre che, relativamente al settore scolastico, la parziale realizzazione degli obiettivi di riduzione del personale ascrivibile, in particolare, al ritardo nella riorganizzazione della rete scolastica e agli effetti conseguenti alla sentenza della Corte costituzionale n. 80 del 2010 in materia di posti di sostegno, non ha influenzato l'efficacia delle misure di razionalizzazione avviate. Tale risultato richiede ora, evidenzia la Corte, una coerente politica di immissioni in ruolo, cui ha risposto la previsione di un piano triennale per l'assunzione a tempo indeterminato di personale docente, educativo ed ATA, per gli anni 2011-2013, previsto dall'articolo 9, comma 17, del decreto-legge n. 70 del 2011 (legge n. 106 del 2011). Al riguardo, appare tuttavia necessario un attento monitoraggio delle situazioni soprannumerarie, nonché del numero di dipendenti in posizione di comando, esonero o fuori ruolo, la cui consistenza influisce sia sul ricorso a personale a tempo determinato, sia su una corretta politica di assunzioni. Con riferimento alle politiche in materia di istruzione universitaria, la Corte evidenzia che esse appaiono coerenti con gli obiettivi definiti nei documenti di programmazione, che indicano fra gli interventi prioritari l'impegno a: distribuire una quota sempre crescente delle risorse sulla base di criteri di premialità, promuovere interventi a favore degli studenti, ridimensionare e qualificare l'offerta formativa. Tuttavia, restano le criticità relative alle risorse trasferite agli atenei che, con particolare riferimento al Fondo per il finanziamento ordinario (FFO), registrano un nuovo decremento. Inoltre il forte irrigidimento delle risorse assegnate per il funzionamento delle Università lascia presumere, come la stessa Relazione della Corte dei Conti evidenzia, un preoccupante incremento del rapporto FFO-Assegni fissi nel 2011 che, attesa la mancata conferma dei correttivi quale quello di destinare all'FFO stesso una quota progressivamente crescente alla corresponsione degli assegni fissi al personale, rischia di superare il 90 per cento nella maggioranza degli atenei.
  Precisa, quindi, che, a causa del completo esaurimento delle risorse destinate all'edilizia universitaria, gli atenei hanno dovuto fare ricorso allo stesso FFO per la copertura di parte degli interventi edilizi avviati. In leggera crescita risultano, nel 2011, le risorse destinate ai servizi per gli studenti, anche se i dati acquisiti dalle regioni per il riparto del Fondo integrativo per le borse di studio e i prestiti d'onore evidenziano, per il triennio 2009-2011, la riduzione dell'indicatore relativo alla percentuale di soddisfazione degli idonei, che passa dall'82,5 per cento del 2009 al 74,4 per cento del 2011. Quanto, infine, alle politiche in materia di ricerca, la Corte evidenzia che le misure avviate per raggiungere nel 2020 un livello di spesa pari all'1,53 per cento del PIL (obiettivo modesto rispetto all'obiettivo UE del 3 per cento, ma coerente con i vincoli di finanza pubblica) si snodano attraverso un miglioramento dell'efficacia dei finanziamenti pubblici alla ricerca nel quadro degli orientamenti strategici fissati nel PNR Pag. 812011-2013, nella più efficace utilizzazione dei fondi messi a disposizione dall'UE e in azioni dirette ad incentivare gli investimenti soprattutto delle piccole e medie imprese. In relazione al primo aspetto, peraltro, sempre meno significativa appare la quota di risorse destinata al Fondo per gli investimenti nella ricerca scientifica e tecnologica (FIRST), la cui gestione contabile continua ad evidenziare criticità ascrivibili, da un lato, ai tempi fisiologicamente lunghi di completamento dei progetti di ricerca e, dall'altro, alla complessità delle procedure di presentazione, valutazione e finanziamento dei progetti. Da questo punto di vista, significative appaiono le misure di semplificazione introdotte con il decreto-legge n. 5 del 2012 (legge n. 35 del 2012). Evidenzia, con riferimento alla struttura organizzativa del ministero, che la Corte, ricordati i processi di razionalizzazione degli ultimi anni – dei quali, quello previsto dal decreto-legge n. 138 del 2011 (legge n. 148 del 2011) è ancora in corso – sottolinea che, sebbene essi comportino risparmi, frequenti e reiterati interventi di revisione obbligano ad una defatigante opera di riordino degli uffici, di riaggregazione delle funzioni e di riqualificazione del personale, con possibili effetti negativi sulla funzionalità delle strutture e sulla qualità dei servizi erogati. Osserva, dunque, che, relativamente all'analisi della gestione delle spese, la Corte, evidenziato che la Missione «Istruzione scolastica» registra il peso finanziario predominante, sottolinea che la riduzione della dotazione finanziaria dello stato di previsione del Ministero per il 2011, rispetto all'anno precedente, in sede di previsioni definitive si concentra nelle missioni «Istruzione scolastica» e «Istruzione universitaria», entrambe diminuite del 4,5 per cento, e nella missione «Servizi istituzionali generali» (-30 per cento) e rispecchia le misure di razionalizzazione e di contenimento della spesa già avviate, nonché quelle straordinarie disposte con il decreto-legge n. 78 del 2010 (legge n. 122 del 2010), in cui si è prevista la riduzione lineare del 10 per cento delle dotazioni finanziarie, ad esclusione del ffo e delle risorse destinate all'informatica e alla ricerca, per un ammontare complessivamente pari a 165,5 milioni di euro. Le misure di contenimento della spesa per il personale, previste dall'articolo 9 dello stesso decreto-legge n., hanno determinato ulteriori tagli agli stanziamenti per le retribuzioni dei dipendenti commisurate, per la parte fissa, al mancato riconoscimento della maturazione di anzianità economica per il personale scolastico (circa euro 320 milioni in ragione d'anno) e, per la parte accessoria, riducendo il fondo unico per la retribuzione di posizione e di risultato dei dirigenti scolastici di euro 11 milioni e il fondo per il miglioramento dell'offerta formativa per il personale del comparto scuola di 47,8 milioni.
  Segnala inoltre, con riferimento alla struttura contabile del consuntivo 2011, che la Corte evidenzia ancora una volta che nell'ambito della missione istruzione scolastica la previsione di quattro programmi di spesa per ciascuno dei quattro gradi di istruzione non corrisponde all'organizzazione effettiva delle autonomie scolastiche, che si ripartiscono fra primo e secondo ciclo. il disallineamento comporta alcuni problemi nelle fasi di previsione e di rendiconto, con riguardo alla corretta rappresentazione della spesa per ciascun programma. Evidenzia, quindi che, con riferimento a impegni e pagamenti, la Corte sottolinea soprattutto la flessione nell'ambito dei redditi da lavoro dipendente (rispettivamente, euro 1,4 miliardi di euro 1,25 miliardi), essenzialmente nell'ambito della missione istruzione scolastica (1,27 e 1,24 miliardi di euro), nonché la flessione dei trasferimenti di parte corrente nell'ambito della missione istruzione universitaria che evidenzia, rispetto al 2010, minori impegni per circa euro 386 milioni e minori pagamenti per oltre euro 800 milioni. Andamento inverso registrano, invece, le spese per i consumi intermedi (peraltro pari solo al 2 per cento delle spese complessive del Ministero), aumentate del 22 per cento, anche in tal caso concentrate essenzialmente nella Missione istruzione scolastica ed ascrivibili alle spese di funzionamento delle scuole (oltre Pag. 82euro 230 milioni di maggiori pagamenti rispetto al 2010, dei quali circa 45 milioni a seguito di provvedimenti di riconoscimento e ripiano di debiti pregressi). Osserva, altresì, che, per le spese in conto capitale, il consuntivo registra, sia in termini di impegni che di pagamenti, andamenti omogenei rispetto al precedente esercizio. La quota più significativa delle risorse si concentra nella Missione ricerca e innovazione, con particolare riferimento al finanziamento ordinario degli enti di ricerca e al FIRST. Il conto dei residui mostra importi iniziali riferiti ad anni precedenti pari a 4,8 miliardi, che si attestano a fine esercizio a più di 3 miliardi, dei quali circa un terzo è di nuova formazione. Rileva che, analizzando le criticità emerse dall'esame del rendiconto, la Corte evidenzia, in particolare, taluni profili. Nel dettaglio, con riguardo alle eccedenze di spesa, esse sono state fortemente ridotte a seguito della sospensione per il triennio 2010-2012 della contrattazione collettiva, disposta con il citato decreto-legge n. 78 del 2010 e grazie ad una migliore programmazione delle spese di personale scolastico. L'esercizio 2011 si chiude con una contenuta economia di spesa complessiva che rappresenta il saldo tra eccedenze di spesa di circa euro 288 milioni ed economie di spesa pari a oltre euro 868 milioni. Rileva, inoltre, che – con riguardo alle situazioni debitorie del Ministero e delle istituzioni scolastiche – con riferimento alle prime, la Corte sottolinea che nel 2011 si sono rese disponibili le risorse finanziarie per il ripianamento dei debiti pregressi relativi a 2009 (euro 2,7 milioni) e 2010 (euro 3,7 milioni), concernenti l'acquisto di beni e servizi e debiti verso la Tesoreria, nonché le risorse per il pagamento della TARSU delle scuole per il 2008 (euro 38,7 milioni). Si è, peraltro, determinata una nuova esposizione debitoria dell'amministrazione nei confronti di terzi, pari a euro 8,3 milioni, di cui 6,8 milioni per debiti di nuova formazione nel 2011. Il debito delle strutture periferiche del Ministero ammonta a euro 6,7 milioni.
  Aggiunge, quindi, con riferimento all'esposizione debitoria delle scuole, risultante dal monitoraggio dei bilanci consuntivi di oltre il 90 per cento degli istituti, che la Corte segnala che le stesse scuole – che gestiscono direttamente le spese di funzionamento amministrativo e didattico, le spese per il personale supplente breve e saltuario e le spese per l'esternalizzazione dei servizi di pulizia – hanno iscritto nei propri bilanci, al termine dell'anno scolastico 2010/2011, circa 800 milioni di residui attivi, dei quali il 48 per cento nei confronti dello Stato, cui peraltro non corrisponde nel bilancio del Ministero alcun residuo passivo, determinando in tal modo un artificioso aumento dell'avanzo di amministrazione. In tale situazione, la Corte sottolinea che sarebbe necessario stabilire quale porzione di residui attivi sia effettivamente necessaria alle scuole per far fronte alle obbligazioni assunte, in modo da poter individuare la dimensione del disavanzo da ripianare con risorse a carico del Ministero. Osserva che questo dato può desumersi dai bilanci delle scuole: in particolare, la situazione descritta coinvolge, al termine dell'anno scolastico 2010/2011, 1258 scuole, per le quali il disavanzo da finanziare è pari a circa 78 milioni di euro. Per quanto concerne il rilevante accumulo di residui di stanziamento e di residui passivi, con riguardo ai residui di stanziamento, osserva altresì che essi si riscontrano maggiormente con riferimento ai capitoli che registrano ritardi nella ripartizione delle risorse tra i soggetti beneficiari – Fondo ordinario per gli enti e le istituzioni di ricerca – sul quale, peraltro, la Corte ha svolto di recente un'indagine (Deliberazione n. 3 del 2012 del Fondo integrativo per la concessione dei prestiti d'onore e le borse di studio, concorso dello Stato per interventi di alloggi e residenze universitarie]. Quanto alla evoluzione dei residui passivi propri, i capitoli che registrano i maggiori importi attengono alla missione ricerca, in relazione alla tipologia e alla durata dei progetti. In proposito la Corte segnala la quota dei residui relativa al FIRST, pari a 759,5 milioni, che risulta comunque nettamente inferiore rispetto a quella dei precedenti esercizi. Si registra, tuttavia, Pag. 83uno straordinario andamento delle somme andate in perenzione che salgono a 676,8 milioni nel 2011, – nonostante la previsione di un ulteriore anno di conservazione rispetto al biennio, ai sensi del decreto-legge n. 98 del 2011 (legge n. 111 del 2011) – e che riguardano risorse destinate a progetti di ricerca di base finanziati dal FIRST, che presentano tempi di realizzazione molto più lunghi del triennio di conservazione. Al riguardo, sono significative le misure di semplificazione adottate nel decreto-legge n. 5 del 2012 (legge n. 35 del 2012). L'ammontare complessivo della perenzione dei residui delle spese in conto capitale nel 2011 risulta pari a circa 858 milioni e non riguarda solo le spese relative alla ricerca. Ritiene che desti sorpresa il fatto che il Rendiconto 2011 non tratti il tema dell'edilizia scolastica. Eppure proprio in tale periodo si è manifestato il totale blocco della politica governativa nel settore che ha condotto alla riprogrammazione effettuata dal Ministro Barca con la delibera del CIPE n. 6, del 20 gennaio 2012, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 88 del 14 aprile 2012. Nella Delibera purtroppo si deve registrare un considerevole ridimensionamento di quel miliardo di euro comunicato nel 2009 dal governo Berlusconi. Osserva, al riguardo, che si è realizzata quella riduzione degli stanziamenti provenienti dai fondi strutturali che l'articolo 33 della legge di stabilità 2012 aveva previsto.
  In particolare, sottolinea che la relazione della Corte dei Conti non evidenzia tale Delibera che ha rivelato quale fosse il motivo per cui i fondi regolarmente assegnati per determinati progetti e inseriti nei bilanci dei vari dicasteri avessero sempre bisogno di nuove delibere del CIPE per essere «sbloccati». Ci si è spesso domandati quali fossero le cause dei lamentati blocchi. Oggi se si leggono le premesse della Delibera n.6 si scoprono tutti i tagli lineari che hanno nel tempo ridotto perfino questo tipo di stanziamenti destinato a investimenti di carattere strutturale e impedito l'avvio dei relativi piani di realizzazione e di spesa. La Delibera in parola riprogramma, dell'originale miliardo, la somma di 556 milioni di cui: 456 milioni vengono destinati per la messa in sicurezza degli edifici scolastici in tutto il territorio nazionale, prevedendo nel contempo che i due terzi della cifra vadano a coprire in particolare interventi nel Sud, mentre i restanti 100 milioni vengono destinati alla costruzione di nuovi plessi. Di questi fondi, che comprendono i 358 milioni del primo piano stralcio del 2010, e dei 100 milioni previsti nella legge di stabilità 2012 e impiegati nell'articolo 53 del Decreto sulle semplificazioni, sino ad oggi però si sono perse le tracce. I devastanti e tragici terremoti si susseguono nel nostro paese ed occorrerebbe sempre più urgentemente che i governi prendessero sul serio i temi della sicurezza degli edifici scolastici.
  Rileva quindi che, nel corso del 2011, il Rendiconto registra un decremento di 2.270 milioni di euro in termini di competenza (4.180,1 rispetto al 2009) e di 3.597,7 milioni di euro in termini di cassa (5.502,7 rispetto al 2009). Se si considera che con l'Assestamento 2012 la previsione di competenza, di cui alla legge di stabilità del 2012 n 184 del 2011, si assesta a 52.959,9 milioni e quella di cassa a 53.941,9 milioni le riduzioni di spesa rispetto al 2009 risultano rispettivamente di 5.349,7 e di 7.566 milioni. Di queste riduzioni oltre il 90 per cento riguarda il bilancio dell'istruzione. Osserva al riguardo che non si comprende come di fronte alla grande consistenza di queste effettive riduzioni di spesa si sia potuta verificare la gravissima vicenda del mancato pagamento degli scatti economici di carriera dovuti al personale docente e non docente della scuola per il 2011 e la cancellazione, di fatto, della possibilità di realizzare tale obiettivo per il 2012. Aggiunge che, per la verità, neppure la Relazione della Corte dei Conti dello scorso anno e quella che accompagna il Rendiconto 2011 riescono a fare piena luce su questa vicenda che ritengo debba impegnare questa Commissione ben oltre l'esame degli atti in oggetto. In questa occasione, segnala le seguenti circostanze che dovranno essere ulteriormente approfondite: Pag. 84con la manovra attuata con il Decreto-legge n. 78 del 2010, convertito dalla legge 30 luglio 2010 n. 122, si è determinata la cancellazione permanente di tre anni (2010-2011-2012) della carriera del personale Docente e ATA. La retribuzione degli scatti maturati, dal medesimo personale, nello stesso periodo, doveva essere garantita in base all'articolo 9 comma 23 del medesimo decreto, con una parte delle risorse del 30 per cento destinato al merito, secondo quanto stabilito all'articolo 64 della legge 133 del 2008. Del Comitato di verifica tecnico-finanziaria, di cui all'articolo 64 comma 7, della legge n. 133 del 2008, nominato con un decreto del Presidente del Consiglio dei ministri e composto da rappresentanti del Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca e del Ministero dell'economia e delle finanze, con lo scopo di monitorare il processo attuativo delle disposizioni di cui all'articolo 64 medesimo, al momento non si conosce la composizione e neppure il testo ufficiale delle deliberazioni che lo stesso dovrebbe aver assunto in materia. Tale Comitato si sarebbe dovuto occupare del monitoraggio sopra menzionato ma fino ad ora non risulta che ciò sia avvenuto. Rileva inoltre come il Ministero dell'istruzione avrebbe dovuto precisare quale è il vero numero dei docenti in servizio, numero che serve a valutare con precisione se e come i tagli previsti dall'articolo 64 sono stati realizzati e soprattutto stabilire a quanto ammonta realmente il 30 per cento dei risparmi da destinare al merito e, nella fattispecie ormai definita dalla legge, al pagamento degli scatti maturati negli anni 2010-11-12. Il Miur di fronte ai 70.522 insegnanti a tempo determinato, in servizio (anche su spezzoni orari) nel 2011 del 12, avrebbe dovuto precisare che il conteggio di solo 27.970 posti non è statisticamente omogeneo al dato di riferimento considerato nel 2008-2009. Osserva, infatti, che quello che il MIUR non considera è che nel 2008-09 nel valutare quel rapporto – Studenti/Insegnanti – pari all'8,94 da aumentare al 9,94 nel 2011-12, si contavano tutti i docenti in servizio. Per la precisione gli 868.673 docenti allora in servizio erano costituiti da tre gruppi: i 753.683 docenti su posti normali (di cui 656.207 a tempo indeterminato e 97.476 a tempo determinato); gli 89.357 posti di sostegno (di cui 45.098 a tempo indeterminato e 44.259 a tempo determinato); i 25.633 docenti di religione cattolica (di cui 14.332 a tempo indeterminato e i 11.301 a tempo indeterminato). A quei gruppi e a quei numeri, secondo gli stessi recenti dati ministeriali, incompleti perché omettono totalmente i docenti di religione cattolica corrispondono i 791.588 insegnanti in servizio nell'anno scolastico 2011-2012 così distribuiti: i 667.513 docenti su posti normali (di cui 596.991 a tempo indeterminato e 70.522 a tempo determinato); i 97.495 posti di sostegno (di cui 61.745 a tempo indeterminato e 35.750 a tempo determinato); i 26.580 docenti di religione cattolica (di cui 13.289 a tempo indeterminato e 13.291 a tempo indeterminato). Rileva, in sostanza, che i docenti inidonei all'insegnamento e tutti gli altri, per vari motivi, non in servizio effettivo e tutti quelli a tempo determinato che li sostituivano se venivano conteggiati nel conto complessivo dell'anno scolastico 2008-09 non potevano non esserlo anche in quello dell'anno scolastico 2011-12. Inoltre, il numero di circa 4.000 docenti di sostegno in più, secondo la Corte dei Conti dovuti alla sentenza n. 80 della Corte Costituzionale e i circa 10.000 esuberi dovuti agli effetti della riforma della scuola secondaria superiore, non si possono compensare – non riconoscendole come avvenute – con le riduzioni effettivamente realizzate. Ciò per il semplice motivo dovuto al fatto che l'articolo 64 della legge 133 del 2008 non prevedeva tale soprannumero e neppure poteva prevedere tale aumento nel sostegno dovuto ad una sentenza della Corte Costituzionale successiva alla suddetta legge. Non pare così difficile riconoscere che, l'obiettivo stabilito dall'articolo 64, comma 1, della legge 133 del 2008 secondo il quale si voleva portare a 9,94 il rapporto studenti dei docenti, se si contano bene gli ATA come fa la Corte dei conti per il 2011, è stato complessivamente raggiunto. Osserva Pag. 85tuttavia che fino ad oggi, su tali dati di fatto, non si è pronunciato ufficialmente il Comitato di cui al comma 7 dell'articolo 64 della legge n. 133 del 2008 e si procede con enunciazioni verbali dei Direttori generali e del Ministro. Non si legge fino ad oggi su nessun documento ufficiale che, nei due anni 2011 e 2012, al personale della scuola sono stati sottratti, oltre agli aumenti che gli si sarebbero dovuti riconoscere con il rinnovo contrattuale non effettuato, anche altri 900 milioni di stipendio dovuti al pagamento degli scatti retributivi maturati e non riscossi. Del Fondo della Missione Fondi da ripartire, accantonato come risorsa contrattuale destinata alla valorizzazione del personale della scuola e impegnato con le modifiche a suo tempo introdotte all'articolo 8, comma 14 e all'articolo 9, comma 23 del decreto-legge 78 del 2010 per garantire il pagamento degli scatti retributivi, si deve ad oggi registrare la seguente gestione: a differenza di quanto avvenuto per l'esercizio finanziario 2010 quando si sono reperiti 320 milioni per garantire il pagamento degli scatti maturati in quell'esercizio finanziario, nel 2011 non sono stati utilizzati per il pagamento degli scatti maturati in questa annualità i 664 milioni inizialmente presenti nel capitolo 1298 del bilancio di previsione e confermati nell'assestamento 2011; nello stato di previsione per il 2012 al capitolo 1298 erano assegnati solo 578.000 milioni invece dei 960 previsti in attuazione dell'articolo 64 della legge 133 del 2008. Nella presente proposta di Assestamento essi passano a 379.800.000 con una riduzione di 198.200.000 e con il conseguente mancato pagamento anche degli scatti maturati nel 2012.
  Osserva, quindi, con riguardo al Ministero per i beni e le attività culturali, che la legge di bilancio per il 2011, lo stato di previsione del Ministero recava stanziamenti complessivi di competenza pari a euro 1.425,0 milioni e di cassa pari a euro 1.431,0 milioni. Nel corso del 2011 si è registrato un incremento di euro 382,9 milioni in termini di competenza e di euro 615,6 milioni in termini di cassa. Le previsioni definitive risultano quindi pari a euro 1.807,9 milioni per gli stanziamenti di competenza, e a euro 2.046,5 milioni per le autorizzazioni di cassa. L'incidenza percentuale delle risorse per i beni e le attività culturali sul bilancio dello Stato passa dallo 0,32 del rendiconto 2010 allo 0,34 del rendiconto 2011. La dotazione del Ministero è principalmente assorbita dalla spesa corrente (79,2 per cento). I pagamenti sono pari euro 1.842,8 milioni (di cui euro 1.566,2 milioni in conto competenza ed euro 276,6 in conto residui): di questi, euro 1.416,3 milioni riguardano spese correnti, euro 417,4 milioni spese in conto capitale e euro 9,2 milioni rimborso di passività finanziarie. Rileva che l'andamento delle risorse per competenza assegnate al Ministero per i beni e le attività culturali nel corso del triennio 2009-2011 presenta una consistente riduzione nel 2010 (-7,3 per cento), rispetto all'anno precedente e un leggero aumento nel 2011 (0,7 per cento). In particolare, nel 2011 è rimasta pressoché invariata la spesa corrente, dopo una leggera variazione in diminuzione registrata nel 2010, mentre sono aumentate la spesa in conto capitale (3,2 per cento) ed il rimborso delle passività finanziarie (5,7 per cento). La variazione di tale ultima voce è positiva (4,8 per cento) anche nel 2010 rispetto all'anno precedente, a differenza della spesa in conto capitale per la quale nel 2010 si è registrata una diminuzione del 2,7 per cento. Evidenzia peraltro che nella Relazione della Corte dei conti sul rendiconto generale dello Stato per l'esercizio finanziario 2011 si sottolinea, anzitutto, che il Ministero rappresenta uno snodo importante in materia di federalismo demaniale culturale – di cui al d.lgs. 85 del 2010 –, che ha previsto l'attribuzione di beni del patrimonio dello Stato agli enti locali che ne facciano richiesta e presentino un valido programma di valorizzazione. A tal fine, nel 2011 è stato sottoscritto un protocollo di intesa con l'Agenzia del demanio ed è stata costituita una cabina di regia a livello nazionale. Sotto il profilo organizzativo, la Corte rileva che, nonostante la ridefinizione della struttura del Ministero Pag. 86realizzata con il decreto del Presidente della Repubblica n. 91 del 2009 – che ha determinato la riduzione del numero delle direzioni generali, la creazione della direzione generale per la valorizzazione del patrimonio culturale e l'ampliamento delle competenze delle direzioni generali in materia di tutela – tuttavia non si registra un miglioramento dei raccordi fra le diverse strutture: allo stato attuale, infatti, si rilevano carenze nei flussi informativi fra le Direzioni generali – laddove, invece, la costituzione di una banca dati unificata dovrebbe rappresentare una priorità – e le difficoltà si riflettono anche in termini di programmazione, nella definizione degli obiettivi strategici da imputare a più centri di responsabilità cui collegare le previsioni di bilancio. Sotto il profilo degli organici, non si registrano esuberi – la Corte ricorda, al riguardo, anche il passaggio al Ministero per i beni e le attività culturali del personale del soppresso ETI: peraltro, anche nella nuova configurazione, il Ministero per i beni e le attività culturali continua ad avvalersi di enti vigilati, fondazioni e società che operano nell'ambito della cura del patrimonio culturale italiano: al riguardo, la Corte rileva che occorrerebbe una riflessione, al fine di valutare gli effettivi benefici derivanti da tale tipo di organizzazione.
  Aggiunge che nel corso del 2011 hanno, invece, avuto termine le gestioni commissariali attivate con decreti della Protezione civile per far fronte a criticità presentatesi in alcune aree archeologiche, quali Pompei e Ostia antica, che avevano comportato numerosi problemi organizzativo contabili, tra cui la sovrapposizione di competenze con le sovrintendenze archeologiche competenti. Per la Domus Aurea si era avuto addirittura il contemporaneo interessamento di tre autorità, in ragione della competenza anche del Commissario delegato per gli interventi urgenti di Roma. Conseguentemente, rileva la Corte, il passaggio da una politica «dell'emergenza» a una politica «della programmazione» dovrebbe consentire al Ministero per i beni e le attività culturali una più compiuta pianificazione di attività ed interventi, che tuttavia necessitano di un costante monitoraggio per garantirne efficacia ed effettiva realizzazione. Sottolinea, inoltre, con riferimento all'analisi della gestione della spesa, che la Corte rileva che le risorse assegnate al Ministero per i beni e le attività culturali si sono progressivamente ridotte, nonostante l'incremento di euro 236 milioni disposto, dal 2011, con il decreto-legge n. 34 del 2011 (legge n. 75 del 2011) che, tuttavia, ha fatto seguito alle riduzioni derivanti dal decreto-legge n. 78 del 2010, pari, per lo stesso 2011, a euro 58,26 milioni, che hanno inciso prevalentemente, per circa 49,96 milioni, sulla missione relativa alla «Tutela e valorizzazione dei beni e delle attività culturali». Osserva che ne consegue il persistere di situazioni debitorie. I residui finali passano da 399 a 317 milioni, anche se con andamenti diversi fra le diverse direzioni generali. Analizzando le criticità emerse dall'esame del rendiconto, rileva che la Corte evidenzia, in particolare, taluni profili.
  Con riguardo al fenomeno dei debiti pregressi, la Corte sottolinea che, mentre l'assegnazione delle risorse necessarie per coprire le esigenze degli anni 2008-2010 è stata definita, l'ammontare corrispondente alle richieste relative all'anno 2011 si riferisce all'esito provvisorio della ricognizione delle situazioni debitorie relative a spese per consumi intermedi effettuate in base a quanto definito dalla circolare n. 6 del 2012 del Ministero dell'economia e delle finanze, in attuazione di quanto previsto dal decreto-legge n. 1 del 2012 (legge n. 27 del 2012). La richiesta per il 2011 è, infatti, in stato di istruttoria da parte della Ragioneria generale dello Stato: si prevede, comunque, che, per tale anno, la richiesta di riconoscimento debiti pregressi ammonti ad euro 22,46 milioni. Con riguardo alle eccedenze di spesa, nell'esercizio 2011, osserva che tali voci sono prevalentemente connesse a spese effettuate in base alla procedura di attivazione e scarico dei ruoli di spesa fissa. In particolare, le eccedenze che si verificano sui capitoli per competenze stipendiali del personale – contributi previdenziali, Pag. 87IRAP sulle competenze fisse – derivano essenzialmente da ristrutturazioni organizzative del Dicastero che determinano una poco agevole valutazione della corrispondenza tra le unità di personale e le rispettive missioni e programmi di spesa. Per quanto riguarda le eccedenze registrate sui capitoli relativi a «Fitto di locali ed oneri accessori» in termini di competenza e di residui, come già evidenziato negli scorsi esercizi, la Corte rileva che le stesse originano da una dotazione di bilancio non sufficiente e collegata anch'essa ai significativi mutamenti strutturali che hanno interessato il Ministero. Con riguardo alle giacenze presso le contabilità speciali, esse sono diminuite del 9 per cento rispetto al 2010 (per un valore assoluto di euro 509,04 milioni), a testimonianza dello sforzo dell'Amministrazione. Al riguardo, sottolinea che la Corte ricorda che al formarsi delle giacenze contribuiscono sia la lentezza con cui i fondi vengono messi a disposizione dei funzionari delegati operanti presso le strutture periferiche del Ministero per i beni e le attività culturali (magari in tempi non più utili per avere un adeguato impegno di spesa e poi, pagamenti), sia la stessa normativa in materia di contabilità speciali, che deroga ai principi ordinari, fra cui quello di annualità. La missione n. 21, Tutela e valorizzazione dei beni e attività culturali e paesaggistici 16, assorbe il 91 per cento degli stanziamenti definitivi di competenza del Ministero (euro 1.642 milioni), mentre il 6 per cento è destinato alla missione n. 17 «Ricerca e innovazione», per la parte di pertinenza del Ministero per i beni e le attività culturali (102 milioni). Con riferimento al programma «Sostegno all'editoria», iscritto nell'ambito dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze, si considerano specificamente i seguenti capitoli: n. 1501, che reca le somme, anche pregresse, da corrispondere alle concessionarie dei servizi di telecomunicazioni per rimborsi delle agevolazioni tariffarie per le imprese editrici; n. 2183, relativo al Fondo interventi per l'editoria; n. 7442, Fondo per gli investimenti del dipartimento dell'editoria. La somma degli stanziamenti iniziali dei predetti capitoli riportati nella legge di bilancio per il 2011 era pari, sia in conto competenza che in conto cassa, a euro 327,6 milioni. Nel corso dell'anno si è avuta un variazione degli stanziamenti in diminuzione di euro 13,4 milioni in conto competenza e di euro 3,4 milioni in conto cassa. Le previsioni definitive per il complesso dei capitoli indicati risultano quindi pari a euro 314,2 milioni per stanziamenti di competenza ed euro 324,2 milioni per le autorizzazioni di cassa. Per quanto riguarda, infine, il programma «Attività ricreative e sport», anch'esso iscritto nello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze, rileva che il totale degli stanziamenti iniziali nel 2011 corrisponde a euro 651,5 milioni, sia in conto competenza che in conto cassa. Nel corso dell'anno sono intervenute variazioni in aumento complessivamente pari a euro 8,9 milioni in conto competenza ed euro 49,8 milioni in conto cassa, da cui derivano previsioni definitive pari a euro 660,5 milioni per gli stanziamenti di competenza ed euro 718 milioni per le autorizzazioni di cassa.
  Si riserva di presentare una proposta di parere sul provvedimento nel seguito dell'esame.
  Con riferimento al disegno di legge di assestamento, illustra quindi lo stato di previsione del Ministero dell'istruzione, università e ricerca (MIUR) per l'esercizio 2012, approvato con legge 12 novembre 2011, n. 184, recante previsioni iniziali di spesa in conto competenza per complessivi 52.187,4 milioni di euro (di cui, 50.032,9 di parte corrente, 2.104,7 in conto capitale e 49,8 per il rimborso di passività finanziarie) e in conto cassa per complessivi 52.625,7 milioni di euro (di cui 50.284,6 di parte corrente, 2.286,3 in conto capitale e 54,8 per il rimborso di passività finanziarie), suddivisi tra le seguenti voci, che illustra:

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Missioni Competenza Cassa
Istruzione scolastica 40.955,0 40.955,0
Istruzione universitaria 8.194,8 8.449,8
Ricerca e innovazione 1.995,2 2.178,5
L'Italia in Europa e nel mondo 132,6 132,6
Servizi istituzionali e generali delle P.A. 64,5 64,5
Fondi da ripartire 845,4 845,4
TOTALE 52.187,4 52.625,7

  La consistenza dei residui presunti al 1o gennaio 2012, quale risultante dal progetto di bilancio presentato al Parlamento, era pari a 2.842,1 milioni di euro (di cui 861,3 milioni per la parte corrente, 1.975,8 milioni in conto capitale e 5,0 milioni per rimborso passività finanziarie). Rinviando alla disciplina normativa richiamata nella documentazione predisposta dagli uffici, segnala che le previsioni iniziali sono state in parte già modificate, nel periodo gennaio-maggio 2012, in forza di atti amministrativi. Osserva, in particolare, che si è registrato un aumento delle dotazioni di competenza, pari a 724,4 milioni di euro, e delle autorizzazioni di cassa, pari a 785,9 milioni di euro. Per le variazioni, riferite alle sole dotazioni di cassa riguardano, in particolare, si tratta delle integrazioni dei capitoli deficitari, con storno dal Fondo di riserva e il riparto del fondo 5 per mille. Le modifiche che hanno interessato contemporaneamente dotazioni di competenza e di cassa sono dipese dalla riassegnazione di entrate relative al cedolino unico, dal riparto del fondo per la messa in sicurezza degli edifici scolastici e dall'attuazione di accordi internazionali di cooperazione culturale. A dette variazioni si aggiungono quelle proposte con il disegno di legge di assestamento in esame, le quali comportano – all'esito della somma di variazioni di segno positivo e negativo – un aumento di 48,1 milioni di euro delle previsioni di competenza (di cui, 3,9 per spese di parte corrente e 44,3 per spese in conto capitale) e di 530,3 milioni di euro delle autorizzazioni di cassa (di cui 257,5 per spese di parte corrente, 259,0 per spese in conto capitale e 13,8 per rimborso di passività finanziarie). Aggiunge che, per quanto riguarda i residui, le variazioni proposte comportano un aumento pari a 268,9 milioni di euro (di cui + 575,1 di parte corrente, – 402,1 in conto capitale e + 95,8 per rimborso di passività finanziarie). Le variazioni ai residui derivano dalla necessità di adeguare i residui presunti a quelli risultanti dal rendiconto 2011. Le variazioni alla competenza sono connesse alle esigenze emerse dall'effettivo svolgimento della gestione, tenuto altresì conto della situazione della finanza pubblica, mentre le modifiche alle autorizzazioni di cassa sono dovute alla necessità di assestare le autorizzazioni stesse in relazione sia alla nuova consistenza dei residui, sia alle variazioni proposte per la competenza, tenuto conto, peraltro, delle concrete capacità operative dell'Amministrazione. In particolare, il provvedimento in esame evidenzia che le principali variazioni proposte riguardano l'integrazione di spese di natura indifferibile e inderogabile. Le variazioni proposte con il disegno di legge in esame, articolate per Missioni, ed espresse in milioni di euro, possono ripartite secondo lo schema di seguito riportato che illustra:

Missioni Competenza Cassa
Istruzione scolastica +245,1 +317,8
Istruzione universitaria -2,4 +143,1
Ricerca e innovazione +2,1 +248,5
L'Italia in Europa e nel mondo -0,2 +2,8
Servizi istituzionali e generali delle P.A. +0,1 +8,0
Fondi da ripartire -196,5 -189,9
TOTALE +48,1 +530,3
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  Ritiene, altresì, utile evidenziare che nello stato di previsione per il 2012 al capitolo 1298 erano stati assegnati solo 578.000 milioni invece dei 960 previsti in attuazione dell'articolo 64 della legge 133 del 2008. Nella presente proposta di Assestamento la cifra passa a 379.800.000 con una riduzione di 198.200.000. Per effetto delle variazioni già intervenute e di quelle proposte con il provvedimento in esame, rileva che le previsioni iniziali di bilancio per l'esercizio 2012 – articolate per Missioni ed espresse in milioni di euro – vengono, quindi, assestate secondo lo schema seguente di cui dà lettura:

Missioni Competenza Cassa
Istruzione scolastica 41.916,2 41.994,8
Istruzione universitaria 8.200,7 8.601,2
Ricerca e innovazione 1.997,3 2.482,7
L'Italia in Europa e nel mondo 132,4 135,5
Servizi istituzionali e generali delle P.A. 64,9 72,8
Fondi da ripartire 648,4 655,0
TOTALE 52.959,9 53.941,9

  Osserva, in particolare, che dalla tabella 7 del bilancio stato (legge n. 184 del 2011) risultano per la istruzione non statale, in calo rispetto agli anni precedenti, le seguenti cifre: Anno 2012 : 511,1 milioni; Anno 2013 : 278,9 milioni; Anno 2014 : 278,9 milioni. Sottolinea, quindi, che l'Assestamento 2012 conferma lo stanziamento di 511.196.191 previsto dalla legge di stabilità 2012 nel relativo Programma ai capitoli 1299 e 1477. Rileva che rimane, nella prossima legge di stabilità per il 2013, la inderogabile necessità di adeguare, con una cifra quantitativamente corretta ed in linea con i finanziamenti degli anni precedenti, lo stanziamento in bilancio di previsione. Osserva come sia di questi giorni la notizia che i 103 milioni per la gratuità dei libri di testo risultano inseriti in un decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, del 1o marzo 2012, di prossima emanazione sulla Gazzetta Ufficiale. Ritiene si tratti di una buona notizia, unitamente a quella che con il decreto n. 95 del 2012 vede assegnare a tale finalità la medesima somma anche per il 2013. Rileva che, fra le spese trasferite ai Comuni nel Bilancio del Ministero dell'economia e delle finanze (Tabella 2 cap. 3044) non risulta rifinanziata, neppure rispetto al livello minimo che aveva raggiunto nel 2011, la voce sul diritto allo studio riguardante le borse di studio attivate con le misure di cui alla legge 62 del 2000. Si trattava di risorse messe a disposizione di tutto il sistema scolastico da erogarsi con riferimento al reddito. Nel 2008 lo stanziamento era stato di 119,7 milioni, nel 2011 di 31,1, nel 2012 si trattava di soli 32,064 che con l'Assestamento 2012 sono stati ridotti a 25,4 milioni. Rinvia quindi alla documentazione predisposta dagli uffici per il confronto tra le previsioni iniziali e le previsioni assestate per il 2012 con riferimento ai singoli programmi. Al riguardo, evidenzia che le principali variazioni in conto competenza e in conto cassa rispetto alle previsioni iniziali di bilancio riguardano la Missione Istruzione scolastica per la quale, in particolare, si registra un incremento relativamente ai programmi: 1.2 Istruzione prescolastica (rispettivamente, + euro 552,1 milioni e + euro 553,8 milioni); 1.4 Istruzione secondaria di I grado (+ euro 224,6 milioni e + euro 228,8 milioni); 1.5 Istruzione secondaria di II grado (+ euro 411,3 milioni e + euro 431,5 milioni). Si registra, invece, una diminuzione relativamente al programma 1.3 Istruzione primaria (rispettivamente, – euro 227,5 milioni e – euro 207,1 milioni). Ancor più in particolare, si evidenzia che il Fondo per il funzionamento delle istituzioni scolastiche e il Fondo per il pagamento del personale incaricato di supplenze brevi e Pag. 90per la mensa scolastica non registrano, in conto competenza, variazioni e risultano, complessivamente pari a euro 689,2 milioni e a euro 836,9 milioni. In conto cassa, invece, le previsioni assestate dei suddetti Fondi registrano, rispettivamente, un incremento di euro 44,0 milioni e di euro 0,05 milioni. Con riguardo al Fondo relativo alle competenze fisse e accessorie del personale scolastico, al netto dell'IRAP, si evidenza che il medesimo passa da euro 36.289,9 milioni a euro 37.074,6 milioni, sia in conto competenza che in conto cassa.
  Per quanto concerne la Missione Istruzione universitaria, rileva che si registra, in particolare, un incremento, sia in conto competenza che in conto cassa, relativamente al programma 2.1 Diritto allo studio (rispettivamente, + euro 34,5 milioni e + euro 35,4 milioni). Per quanto concerne, invece, il programma 2.3 Sistema universitario e formazione post universitaria, si registra una diminuzione in conto competenza (- euro 36,5 milioni) e un aumento in conto cassa (+ euro 108,0 milioni). Ancor più in particolare, si evidenzia una diminuzione in conto competenza per il Fondo per il finanziamento ordinario delle università (FFO), che passa da euro 7.083,9 milioni a euro 6.998,6 milioni (- euro 85,4 milioni). La nota relativa al capitolo evidenzia che la variazione in diminuzione compensa, tra l'altro: per euro 2,1 milioni la variazione in aumento – proposta per una più corretta imputazione della spesa – del Fondo ordinario per gli enti e le istituzioni di ricerca (capitolo 7236, nell'ambito della missione Ricerca e innovazione, che passa, dunque, da euro 1.824,0 milioni a euro 1.826,1 milioni); per euro 67,0 milioni la corrispondente variazione in aumento su più capitoli relativi al programma «Diritto allo studio», necessaria per una migliore imputazione della spesa; per euro 16,4 milioni la corrispondente variazione in aumento proposta sul cap. 1677, di nuova istituzione, in attuazione del decreto legislativo n, 142 del 2011 che ha delegato alla provincia autonoma di Trento alcune funzioni in materia universitaria. In conto cassa, invece, il FFO registra un incremento di euro 19,2 milioni, passando da euro 7.083,9 milioni a euro 7.103,1 milioni. Segnala, invece, che le risorse destinate al Fondo per gli investimenti nella ricerca scientifica e tecnologica (FIRST), nell'ambito della Missione Ricerca e innovazione, Programma Ricerca scientifica e tecnologica di base, non registrano variazioni e sono pari in conto competenza a euro 83,8 milioni e in conto cassa a euro 170,7 milioni. Una diminuzione sensibile (-euro 197,0 milioni in conto competenza, - euro 190,4 milioni in conto cassa) si registra invece anche per la Missione Fondi da ripartire, nel cui ambito è inserito, tra gli altri, il Fondo per l'offerta formativa ed interventi perequativi (capitolo 1270, L. 440 del 1997) che, tuttavia, non registra variazioni (euro 89,6 milioni sia in competenza che in cassa). Lo stato di previsione del Ministero per i beni e le attività culturali per l'esercizio 2012 reca previsioni iniziali di spesa in conto competenza per complessivi 1.687,4 milioni di euro (di cui 1.371,4 di parte corrente, 306,3 di parte capitale e 9,7 di rimborso passività finanziarie) e in conto cassa per complessivi 1.719,6 milioni di euro (di cui 1.372,8 di parte corrente, 328,9 di parte capitale e 17,9 di rimborso passività finanziarie), suddivisi tra le missioni, con dati espressi in milioni di euro, secondo lo schema seguente di cui dà lettura:

Missioni Competenza Cassa
Tutela e valorizzazione dei beni e attività culturali e paesaggistici 1.473,9 1.493,9
Ricerca e innovazione 63,8
Servizi istituzionali e generali delle P.A. 44,4
Fondi da ripartire 105,3 105,3
TOTALE 1.687,4 1.719,6
Pag. 91

  Osserva che la consistenza dei residui presunti al 1o gennaio 2012, quale risultante nel progetto di bilancio presentato al Parlamento, è pari a 110,3 milioni di euro (di cui 52,2 milioni per la parte corrente, 49,9 milioni in conto capitale e 8,2 milioni per rimborso passività finanziarie). Le variazioni intervenute in forza di atti amministrativi nel periodo gennaio-maggio 2012 hanno comportato, complessivamente, un incremento delle dotazioni di competenza pari a 12,4 milioni di euro e delle autorizzazioni di cassa pari a 100,1 milioni di euro. In particolare, le variazioni alle dotazioni di competenza sono dipese dal prelevamento dal fondo occorrente per il pagamento dei residui passivi perenti; dal prelevamento dal fondo per le spese obbligatorie e dall'applicazione della legge n. 205 del 2011, di ratifica ed esecuzione dell'accordo di cooperazione in materia culturale fra Italia e Kuwait. Oltre che dalle ragioni appena indicate, le variazioni alle dotazioni di cassa discendono dall'integrazione dei capitoli deficitari, con storno dell'apposito Fondo di riserva A dette variazioni si aggiungono quelle proposte con il provvedimento in esame, le quali, all'esito della somma di variazioni di segno positivo e negativo, comportano un aumento di 2,0 milioni di euro delle previsioni di competenza e un aumento di 40,6 milioni di euro delle autorizzazioni di cassa. Per quanto riguarda i residui, rileva che le variazioni proposte comportano un incremento pari a 206,9 milioni di euro. Le motivazioni delle variazioni proposte sono pressoché identiche a quelle indicate per il MIUR, alle quali rinvia. Sono state operate in particolare variazioni compensative tra autorizzazioni legislative di spesa iscritte in Programmi diversi di una stessa Missione, ovvero nell'ambito di un medesimo Programma. In particolare, nell'ambito della Missione Tutela e valorizzazione dei beni e attività culturali e paesaggistici, con riferimento al Programma 1.10 Tutela dei beni librari, promozione e sostegno del libro e dell'editoria, è stata ridotta di euro 0,2 milioni l'autorizzazione di spesa per i Comitati e le edizioni nazionali e corrispondentemente incrementata quella relativa ai contributi alle pubblicazioni periodiche di elevato valore culturale. Evidenzia che un'ulteriore variazione ha riguardato l'incremento di euro 1 milioni dell'autorizzazione di spesa relativa alla Fondazione MAXXI – Museo nazionale delle arti del XXI secolo (Programma 1.13 Valorizzazione del patrimonio culturale), con corrispondente riduzione delle somme destinate a interventi urgenti per emergenze in tema di beni culturali e paesaggistici (Programma 1.15 Tutela del patrimonio culturale). Le variazioni proposte con il disegno di legge di assestamento in esame, articolate per Missioni ed espresse in milioni di euro, possono quindi essere raggruppate, secondo lo schema che di seguito illustra:

Missioni Competenza Cassa
Tutela e valorizzazione dei beni e attività culturali e paesaggistici +4,0 +37,8
Ricerca e innovazione +1,4 +3,9
Servizi istituzionali e generali delle amministrazioni pubbliche +0,3 +2,5
Fondi da ripartire -3,7 -3,7
TOTALE +2,0 +40,6

  Per effetto delle variazioni già intervenute e di quelle proposte con il provvedimento in esame, le previsioni iniziali di bilancio per l'esercizio 2012 – espresse in milioni di euro ed articolate per Missioni – vengono, quindi, assestate secondo lo schema seguente di cui dà lettura:

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Missioni Competenza Cassa
Tutela e valorizzazione dei beni e attività culturali e paesaggistici 1.491,0 1.618,7
Ricerca e innovazione 65,4 73,9
Servizi istituzionali e generali delle P.A. 45,7 68,0
Fondi da ripartire 99,7 99,7
TOTALE 1.701,8 1.860,2

  Rinvia quindi, per il confronto tra le previsioni iniziali e le previsioni assestate per il 2012 con riferimento ai singoli programmi, alla tabella definita nella documentazione predisposta dagli uffici. Al riguardo, evidenzia che le principali variazioni in conto competenza e in conto cassa rispetto alle previsioni iniziali di bilancio riguardano la Missione Tutela e valorizzazione dei beni e attività culturali e paesaggistici per la quale, in particolare, si registra un incremento relativamente ai programmi: 1.15 Tutela del patrimonio culturale (+ euro 7,0 milioni in competenza e + euro 21,1 milioni in conto cassa); 1.12 Tutela delle belle arti, dell'architettura e dell'arte contemporanee; tutela e valorizzazione del paesaggio (rispettivamente, + euro 6,3 milioni e + euro 37,1 milioni); 1.13 Valorizzazione del patrimonio culturale (rispettivamente, + euro 4,3 milioni e + euro 12,7 milioni). Per il programma 1.2 Sostegno, valorizzazione e tutela del settore dello spettacolo si registra, invece, un decremento in conto competenza (- euro 5,3 milioni) e un incremento in conto cassa (+ euro 17,3 milioni). Per quanto concerne le altre Missioni, si registra un incremento per le Missioni Ricerca e innovazione (+ euro 1,6 milioni in conto competenza e + euro 9,9 in conto cassa) e Servizi istituzionali e generali delle P.A. (+ euro 1,3 milioni in conto competenza e + euro 11,6 in conto cassa), mentre subisce una riduzione la Missione Fondi da ripartire (- euro 5,6 milioni sia in conto competenza che in conto cassa). Con riferimento al Fondo unico dello spettacolo (FUS), evidenzia che le previsioni assestate in conto competenza non registrano variazioni rispetto alle previsioni iniziali. In conto cassa, le previsioni assestate registrano un incremento di 17,8 milioni di euro, interamente dovuto a variazioni proposte con il presente provvedimento. In base alle previsioni assestate, pertanto, la consistenza del Fondo è pari a euro 411,9 milioni in conto competenza e a euro 429,8 in conto cassa. Con riferimento infine agli ulteriori stanziamenti di interesse della VII Commissione cultura, scienza e istruzione, presenti in altri stati di previsione, evidenzia che il provvedimento in esame non riferisce variazioni alle previsioni iniziali. Per completezza, tuttavia, precisa che il provvedimento in esame non tiene conto delle variazioni intervenute in relazione alla ripartizione con Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del Fondo per le esigenze urgenti e indifferibili, in riferimento al quale rinvia alla documentazione predisposta dagli uffici.
  Si riserva quindi di presentare una proposta di parere nel seguito dell'esame.

  Manuela GHIZZONI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 14.55.

SEDE REFERENTE

  Martedì 17 luglio 2012. — Presidenza del presidente Manuela GHIZZONI. — Intervengono il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri con delega all'informazione, comunicazione, editoria e coordinamento amministrativo, Paolo Peluffo, e il sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca, Marco Rossi Doria.

  La seduta comincia alle 14.55.

Pag. 93

Delega al Governo in materia di sviluppo del mercato editoriale e ridefinizione delle forme di sostegno.
C. 5270 Governo.
(Seguito dell'esame e rinvio – Nomina di un Comitato ristretto).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 12 luglio 2012.

  Emerenzio BARBIERI (PdL) auspica che la Commissione possa proseguire l'esame del provvedimento in titolo in Comitato ristretto, al fine di accelerarne l'iter di approvazione.

  Il sottosegretario Paolo PELUFFO si dichiara favorevole alla prosecuzione dell'esame del provvedimento in Comitato ristretto.

  Ricardo Franco LEVI (PD), relatore, propone di proseguire l'esame del provvedimento in titolo in Comitato ristretto, in modo da giungere alla definizione di un nuovo testo unificato, anche alla luce dell'esigenza di ridurre il termine della delega. Ritiene necessario infatti pervenire all'approvazione, entro la legislatura in corso, di un provvedimento organico che definisca le condizioni per il sostegno pubblico all'editoria a partire dal 2014.

  Enzo CARRA (UdCpTP) condivide le esigenze formulate dall'onorevole Barbieri in ordine all'accelerazione dei tempi di approvazione del provvedimento in esame. Si dichiara quindi favorevole a proseguire l'esame del provvedimento in Comitato ristretto.

  Giancarlo MAZZUCA (PdL) si dichiara favorevole alla prosecuzione dell'esame del provvedimento in Comitato ristretto, anche alla luce della crisi che sta attraversando il settore dell'editoria, che necessita di risposte immediate.

  Pierfelice ZAZZERA (IdV) si dichiara favorevole alla prosecuzione dell'esame del provvedimento in Comitato ristretto, in seno al quale auspica sia aperto un ampio confronto sui temi oggetto del provvedimento stesso. Auspica, pertanto, che siano compiutamente definite le modalità di utilizzo delle risorse attraverso criteri improntati alla trasparenza e che il Governo chiarisca come intende affrontare i nodi cruciali del sistema dell'editoria, settore caratterizzato non solo dalla mancanza di risorse, ma anche dalla carenza di una compiuta regolamentazione.

  Giuseppe GIULIETTI (Misto) concorda con gli onorevoli Mazzuca e Levi in ordine alla necessità di una riduzione dei tempi per l'esercizio della delega da parte del Governo. Chiede, inoltre, informazioni sulla permanenza dell'interesse di procedere ad audizioni informali su tali temi, proponendo, altresì, di abbinare, ove ne sussistano le condizioni, il provvedimento n. 5116, contenente disposizioni in materia di contributi in favore dell'editoria e di pubblicazioni periodiche diffuse per via telematica, di cui è primo firmatario. Chiede al Governo, inoltre, delucidazioni sui tagli di risorse per il settore dell'editoria previsti dal provvedimento sulla revisione della spesa, in esame al Senato, con particolare riferimento al Fondo per l'emittenza ed al Fondo per le agevolazioni di credito alle imprese del settore editoriale presso la Presidenza del Consiglio.

  Paola GOISIS (LNP) si dichiara favorevole alla prosecuzione dell'esame del provvedimento in Comitato ristretto, auspicando che sia definita una soluzione adeguata per il settore dell'editoria, anche alla luce del fatto che il pluralismo dell'informazione costituisce un elemento fondante della democrazia.

  Il sottosegretario Paolo PELUFFO precisa che è in corso di pubblicazione sul sito della Presidenza del Consiglio un decreto del Presidente del Consiglio relativo all'ultimo riparto dei fondi per il settore. Si riserva quindi di fornire ulteriori Pag. 94informazioni circa gli altri aspetti richiesti.

  Manuela GHIZZONI, presidente, alla luce della proposta del relatore, propone la costituzione di un Comitato ristretto per la prosecuzione dell'esame del provvedimento in oggetto.

  La Commissione delibera, quindi, di costituire un Comitato ristretto, riservandosi il presidente di nominarne i componenti sulla base delle designazioni dei gruppi.

  Manuela GHIZZONI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

Disposizioni per la promozione, il sostegno e la valorizzazione delle manifestazioni dei cortei in costume, delle rievocazioni e dei giochi storici.
Nuovo testo unificato C. 3461 Realacci e C. 3605 Goisis.

(Seguito dell'esame e rinvio).

  Manuela GHIZZONI, presidente, avverte che sul testo unificato delle proposte di legge in esame, C. 3461 e abbinate, la I Commissione ha espresso parere favorevole con condizioni e osservazioni; le Commissioni III, IX e X hanno espresso parere favorevole; la VI Commissione ha espresso nulla osta la e la Commissione parlamentare per le questioni regionali ha espresso parere favorevole con condizione. La V Commissione ha trasmesso relazione tecnica contraria al prosieguo dell'esame del nuovo testo unificato.

  Emerenzio BARBIERI (PdL), relatore, propone, alla luce della relazione tecnica della V Commissione, contraria al prosieguo dell'esame del nuovo testo unificato, di eliminare dal testo del provvedimento l'articolo 5, recante la copertura finanziaria, approvando, così, un provvedimento contenente soli princìpi ordinamentali.

  Gabriella CARLUCCI (UdCpTP) precisa che le proposte di legge in titolo non costituiscono normativa di principio, in quanto finalizzate ad incentivare le iniziative localistiche, e necessitano, pertanto, di una copertura finanziaria.

  Pierfelice ZAZZERA (IdV) condivide le osservazioni formulate dall'onorevole Carlucci.

  Paola GOISIS (LNP) concorda sul fatto che i provvedimenti in titolo non recano soltanto una normativa di principio, ma necessitano anche di risorse finanziarie per la relativa attuazione.

  Emerenzio BARBIERI (PdL), relatore, propone quindi di proseguire l'esame del provvedimento in Comitato ristretto.

  Emilia Grazia DE BIASI (PD) si dichiara favorevole alla prosecuzione dell'esame del provvedimento in Comitato ristretto. Ricorda i principi sottesi al provvedimento, che vanno salvaguardati.

  Manuela GHIZZONI, presidente, alla luce della richiesta del relatore, propone di riunire nuovamente il Comitato ristretto per la prosecuzione dell'esame del provvedimento in oggetto.

  La Commissione concorda.

  Manuela GHIZZONI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 15.25.

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