CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 10 luglio 2012
679.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari esteri e comunitari (III)
COMUNICATO
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COMITATO PERMANENTE SUI DIRITTI UMANI

INDAGINE CONOSCITIVA

  Martedì 10 luglio 2012. — Presidenza del presidente Furio COLOMBO.

  La seduta comincia alle 12.35.

Indagine conoscitiva su diritti umani e democrazia.
Audizione di rappresentanti di Amnesty International.
(Svolgimento e conclusione).

  Furio COLOMBO, presidente, avverte che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso. Introduce quindi brevemente l'audizione.

  Carlotta SAMI, Direttrice della Sezione italiana di Amnesty International, e Annunziata MARINARI, Coordinatrice per la Campagna Medio Oriente e Nord Africa della Sezione italiana di Amnesty International, svolgono una relazione sui temi oggetto dell'audizione.

  Intervengono quindi per porre quesiti e formulare osservazioni Mario BARBI (PD), Jean Leonard TOUADI (PD), Enrico PIANETTA (PdL) e Daniele GALLI (FLpTP).

  Carlotta SAMI, Direttrice della Sezione italiana di Amnesty International, e Annunziata MARINARI, Coordinatrice per la Campagna Medio Oriente e Nord Africa della Sezione italiana di Amnesty International, rispondono ai quesiti posti e forniscono ulteriori elementi.

  Furio COLOMBO, presidente, ringrazia gli intervenuti e dichiara conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 13.35.

  N.B.: Il resoconto stenografico della seduta è pubblicato in un fascicolo a parte

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SEDE REFERENTE

  Martedì 10 luglio 2012. — Presidenza del vicepresidente Franco NARDUCCI. – Interviene il sottosegretario di Stato agli affari esteri, Staffan de Mistura.

  La seduta comincia alle 13.40.

DL n. 67/2012: Disposizioni urgenti per il rinnovo dei Comitati e del Consiglio generale degli italiani all'estero.
C. 5342 Governo, approvato dal Senato.

(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in titolo.

  Daniele GALLI (FLpTP), relatore, rileva che il provvedimento in esame incide sulle procedure di rinnovo dei Comitati degli italiani all'estero (COMITES) e del Consiglio generale degli italiani all'estero (CGIE) che avrebbero dovuto svolgersi nel marzo 2009, alla naturale scadenza quinquennale. Già con l'articolo 10, comma 1, del decreto-legge 30 dicembre 2008, n. 207 (convertito, con modificazioni, dalla legge 27 febbraio 2009, n. 14) e, successivamente, con l'articolo 2, comma 1, del decreto-legge 28 aprile 2010, n. 63 (convertito, con modificazioni, dalla legge 23 giugno 2010, n. 98) ne è stato disposto il rinvio, prima al 2010 e poi al 2012, nelle more di adottare una riforma di tali organismi, anche a seguito della sopravvenuta elezione dei parlamentari della «Circoscrizione estero».
  Ricorda che la prima proroga del rinnovo dei COMITES e del CGIE prese le mosse da un ordine del giorno accolto nel corso dell'esame presso questa Commissione della manovra finanziaria per il 2009, per iniziativa dell'allora collega Marco Zacchera, che invitava il Governo a valutare l'ipotesi di un rinvio delle elezioni di un anno al fine di consentire l'avvio in Parlamento della riforma del sistema della rappresentanza delle comunità italiane all'estero, anche nell'ottica del contenimento della spesa, e a destinare ogni risorsa così risparmiata ai capitoli di spesa relativi all'assistenza ed ai servizi per le comunità italiane all'estero.
  Più in dettaglio, osserva che il comma 1 dell'articolo 1 del testo trasmesso dal Senato posticipa per la terza volta il rinnovo dei COMITES, e conseguentemente del CGIE: la disposizione prevede infatti che le consultazioni per le elezioni dei COMITES dovranno avere luogo entro la fine dell'anno 2014. Il comma 2 prolunga il mandato degli attuali componenti dei COMITES e del CGIE, prevedendone la permanenza nella carica fino al momento dell'insediamento dei nuovi Comitati, successivamente alle elezioni il cui termine viene prorogato dal presente provvedimento. Il comma 3 autorizza, per le finalità di cui al comma 1, la spesa di 2 milioni di euro per il solo 2014, circoscrivendo di fatto lo svolgimento delle consultazioni elettorali per il rinnovo dei COMITES nell'ambito di quell'arco temporale.
  La copertura finanziaria si rinviene mediante corrispondente riduzione della proiezione per il 2014 dello stanziamento del Fondo speciale di parte corrente iscritto, ai fini del bilancio triennale 2012-2014, nell'ambito del programma «Fondi di riserva e speciali» della missione «Fondi da ripartire» dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze, con parziale utilizzazione dell'accantonamento relativo al Ministero degli Affari esteri.
  Fa presente che la motivazione del decreto-legge appare di natura prettamente finanziaria. Come precisato nella relazione illustrativa del disegno di legge, a tale motivazione si aggiungono ragioni di coerenza del rinnovo degli organismi rappresentativi con un quadro normativo aggiornato, nell'auspicio che possa essere portata a termine la riforma avviata al Senato e poi sospesa alla Camera, che contemplerebbe una riduzione dei COMITES e una diversa composizione del CGIE.
  Rinviando alla relazione del collega Barbi, segnala quindi che, in sede di Pag. 7conversione, il Senato ha provveduto a rimaneggiare largamente il comma 1 dell'articolo al quale sono stati aggiunti due ulteriori commi (1-bis e 1-ter) ed è stato infine inserito il comma 3-bis. In ogni caso, il testo trasmesso alla Camera mantiene salda la ratio iniziale del decreto-legge, che mira alla razionalizzazione della spesa pubblica finalizzata all'operatività degli organismi di rappresentanza delle comunità italiane all'estero, attraverso l'introduzione del voto informatico.
  Ricorda che, sulla base della vigente normativa, i COMITES sono organismi rappresentativi eletti direttamente dagli italiani residenti all'estero in ciascuna Circoscrizione consolare ove risiedono almeno tremila connazionali, ovvero nominati dall'Autorità diplomatico-consolare nelle circoscrizioni nelle quali vivono meno di tremila cittadini italiani. I COMITES, istituiti originariamente dalla legge n. 205 del 1985, sono attualmente disciplinati dalla legge 23 ottobre 2003, n. 286 e dal decreto del Presidente della Repubblica 29 dicembre 2003, n. 395 (regolamento di attuazione). Tra gli elementi di maggior rilievo della disciplina vigente si segnala in primo luogo il voto per corrispondenza, i cui oneri si rivelano oggi particolarmente difficili da sostenere. A seguito delle elezioni del 2004, operano oggi 126 Comitati in 38 Paesi: quanto alle aree geografiche in cui sono presenti, 69 si trovano in Europa, 23 in America latina, 4 in America centrale, 16 in Nord America, 7 in Asia e Oceania e 7 in Africa.
  Per quanto attiene al Consiglio generale degli italiani all'estero (CGIE), rammenta che le sue origini si possono far risalire al documento finale della II Conferenza nazionale dell'emigrazione, svoltasi a Roma nel dicembre 1988, nel quale l'assemblea di oltre duemila delegati provenienti da tutto il mondo raccomandava al Governo di istituire un organismo che assicurasse la partecipazione delle comunità italiane residenti all'estero alle scelte della società italiana, in particolare a quelle concernenti il settore dell'emigrazione. Il CGIE fu quindi istituito con la legge 6 novembre 1989, n. 368, che è stata poi modificata dalla successiva legge 18 giugno 1998, n. 198, a seguito della quale è stato emanato, con il decreto del Presidente della Repubblica n. 329/1998, il nuovo regolamento recante norme sull'organizzazione del CGIE. Il CGIE, presieduto dal Ministro degli Affari esteri, è composto da 94 membri, di cui 65 eletti direttamente dagli italiani all'estero e 29 nominati con Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri su designazione da parte di associazioni nazionali dell'emigrazione, partiti politici, confederazioni sindacali, Federazione della stampa in Italia e all'estero, organizzazioni dei lavoratori transfrontalieri. Il CGIE è stato completamente rinnovato il 26 giugno 2004, mentre le elezioni alle cariche interne elettive sono state effettuate il 27 luglio 2004.
  Come noto, rimarca che è all'ordine del giorno della Commissione l'esame di un testo unificato trasmesso dal Senato e di una serie di progetti di legge abbinati, che recano nuove disposizioni sulla composizione e le modalità di elezione degli organismi di rappresentanza degli italiani all'estero.Ricorda a questo proposito che la Commissione ha svolto alcune audizioni, ma ha poi convenuto di soprassedere rispetto al prosieguo dell'esame in sede referente. L'adozione del presente decreto-legge potrebbe indurre, a suo avviso, a riprendere l’iter del provvedimento di riforma, al fine di sfruttare i mesi che ci separano dalla conclusione della legislatura. Confida che i gruppi parlamentari svolgano un'accurata riflessione a questo proposito e che l'ufficio di presidenza della Commissione voglia valutare tale eventualità con la dovuta attenzione.

  Mario BARBI (PD), relatore, osserva preliminarmente che, ferme restando le ragioni di fondo del provvedimento illustrate dal collega Galli, il testo trasmesso dal Senato risulta significativamente diverso rispetto a quello iniziale predisposto dal Governo. Tale risultato è il frutto di una discussione approfondita e vivace che ha evidenziato i diversi problemi sottesi all'ennesima proroga che sicuramente incide negativamente sulla rappresentatività Pag. 8e sull'operatività degli organismi elettivi degli italiani all'estero, nel quadro di una progressiva riduzione delle risorse finanziarie disponibili sia in generale che in particolare.
  Ricorda che, poche settimane fa, l'ufficio di presidenza della Commissione ha audito il Comitato di presidenza del CGIE ed ha raccolto le vive preoccupazioni delle comunità all'estero. Tuttavia, lo stesso CGIE ha successivamente incontrato il Ministro degli esteri ed ha ricevuto ampie rassicurazioni sull'impegno della Farnesina su cui vorrà certamente intervenire il rappresentante del Governo.
  Rileva che il testo è stato senz'altro migliorato innanzitutto sotto il profilo della tecnica legislativa, in ordine alla previsione del regolamento da adottare, entro sei mesi dall'entrata in vigore della legge di conversione del decreto-legge in esame, ai sensi dell'articolo 17, comma 2, della legge n. 400 del 1988. A tale proposito segnala che la recente sentenza della Corte costituzionale n. 149 del 2012, in un obiter dictum, lascia impregiudicata la possibilità di pronunciarsi sulla «correttezza della prassi di autorizzare l'emanazione di regolamenti di delegificazione tramite decreto-legge».
  Tale regolamento – la cui adozione avverrà su proposta del Ministro degli Affari esteri, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze e con il Ministro delegato all'innovazione tecnologica e allo sviluppo della società dell'informazione – sarà volto a stabilire le modalità di votazione e «scrutinio nei seggi costituiti presso la sede dell'Ufficio consolare e, se possibile, anche in ulteriori locali individuati dal comitato elettorale, tenendo conto del numero degli elettori, della loro dislocazione e delle disponibilità di personale, anche servendosi di tecnologie informatiche».
  Nota come questo inciso sia stato aggiunto durante l’iter di conversione presso il Senato, integrando la formulazione originaria del comma che prevedeva il ricorso a modalità di votazione basate esclusivamente sull'impiego di tecnologie informatiche. Con la medesima proposta emendativa sono stati disciplinati con maggiore dettaglio i princìpi e criteri direttivi per la definizione delle nuove modalità di voto informatico, facendo espresso riferimento al rispetto dei principi di personalità e segretezza del voto. Si dovrà inoltre assicurare che le tecnologie informatiche utilizzate per le procedure elettorali siano al sicuro da attacchi e intrusioni, nonché prive di problemi tecnici nei materiali e nei programmi informatici, garantendo altresì che l'elettore possa ottenere conferma del voto espresso. Il regolamento in oggetto dovrà inoltre dettare disposizioni per la partecipazione al voto mediante tecnologie informatiche degli elettori che non siano in possesso di un personal computer, o che si trovino in paesi nei quali non è possibile la trasmissione cifrata dei dati elettorali.
  Il comma 1-bis, introdotto dal Senato, stabilisce alcune modifiche alla legge istitutiva dei COMITES, onde tener conto delle innovazioni introdotte nelle procedure elettorali. Il comma 1-ter, parimenti introdotto dall'altro ramo del Parlamento, prevede inoltre, per l'emanazione del regolamento di cui al comma 1, il parere delle competenti Commissioni parlamentari, da esprimere entro trenta giorni dalla richiesta. Decorso tale termine, il regolamento potrà essere comunque adottato anche in carenza di tali pareri.
  Sottolinea il rilievo di tale previsione, benché ripetitiva di quanto disposto dal testo in vigore dell'articolo 17, comma 2 della richiamata legge n. 400 del 1988. In questo caso, infatti, il parere parlamentare appare particolarmente significativo in considerazione della sperimentazione del voto informatico, una novità per il nostro ordinamento da valutare attentamente perché, pur essendo ritenuta meno costosa, deve essere impostata in modo tale da garantire i principi costituzionali dell'esercizio del diritto di voto. È poi da valutare che il voto informatico dovrebbe comunque prevedere una manifestazione di volontà da parte dell'elettore.
  Segnala che l'altra importante novità inserita nel testo approvato dal Senato riguarda il recupero, almeno parziale ma Pag. 9comunque politicamente significativa, a favore degli italiani all'estero dei fondi previsti nel bilancio del corrente anno per lo svolgimento delle elezioni oggetto della proroga.
  Il comma 3-bis è stato pertanto introdotto al fine di stabilire la destinazione di parte di tali risparmi di spesa, la cui entità è valutata complessivamente in 3.539.000 euro. Tale ammontare, diverso da quello complessivo riportato nella relazione tecnica allegata al provvedimento (che stimava tali risparmi in 6,7 milioni di euro), è stato indicato in una comunicazione inviata dalla Ragioneria generale dello Stato in data 4 luglio in esito ad una richiesta formulata dalla Commissione Bilancio del Senato: la disponibilità effettiva delle risorse disponibili sui capitoli di spesa 3081 (Spese per le elezioni dei Comites) e 3091 (Spese per le elezioni dei CGIE) risulterebbe pari a circa 3,5 milioni di euro, al netto delle rimodulazioni di spesa disposte dal decreto-legge n. 16 del 2012 e del disegno di legge di assestamento di bilancio. Tale somma verrà utilizzata nel 2012 per un importo di 2 milioni per interventi di sostegno agli enti che gestiscono corsi di lingua e cultura italiana all'estero (lettera a), per un ammontare di 1.339.000 euro nel 2012 per il rifinanziamento delle attività assistenziali a favore degli italiani all'estero che versano in condizioni di indigenza (lettera b) e per un importo pari a 200.000 euro nel 2012 per le spese di funzionamento dei COMITES (lettera c).
  A questo proposito, riterrebbe utile acquisire da parte del Governo informazioni su quale sarebbe, ove fossero definitivamente approvati tali stanziamenti, le effettive disponibilità dei capitoli dello stato di previsione del bilancio del Ministero degli affari esteri che afferiscono alle tre categorie d'interventi ora richiamati, così da poter valutarne l'incidenza relativa.
  In conclusione valuta che, come modificato dal Senato, il provvedimento in esame rappresenti un punto di mediazione tra diverse esigenze. Da un lato, chiede ancora un impegno ai rappresentanti già eletti, il cui mandato viene ad essere sostanzialmente raddoppiato nel tempo. Dall'altro, si fa carico di sovvenire, almeno parzialmente, le comunità italiane all'estero in alcuni settori decisivi sul piano sociale e culturale. In ogni caso, getta le premesse perché l'ulteriore proroga possa comunque essere l'ultima, offrendo al Governo e al Parlamento l'opportunità di razionalizzare finalmente la materia.

  Il sottosegretario Staffan de MISTURA riconosce la difficoltà della materia oggetto del decreto-legge in esame e sottolinea positivamente il miglioramento del testo intercorso al Senato pur con molta fatica, soprattutto per quanto attiene ai profili finanziari. A suo avviso, sarebbe comunque stato arduo sostenere le ragioni della proroga del turno elettorale senza che, almeno in parte, i risparmi di spesa fossero fruiti dalle comunità italiane all'estero. Valuta anche positivamente l'introduzione di una nuova forma di voto in virtù della tecnologia informatica, pur nella consapevolezza di dover tutelare anche il diritto di voto dei residenti all'estero appartenenti alle fasce di età meno alfabetizzata informaticamente.

  Marco FEDI (PD) prende atto delle ammissioni del rappresentante del Governo, rispetto all'avvio improprio del decreto-legge sia per ragioni di metodo che di merito. Lamenta al riguardo la scarsa consultazione preventiva. Ribadendo l'esigenza che la Commissione ripristini l'attività del Comitato permanente sugli italiani all'estero. Ritiene comunque che sia stato un errore non limitarsi alla proroga ed impostare un solo aspetto della complessiva riforma degli organismi in oggetto. Segnala come, nella realtà anglo-sassone, organismi analoghi non abbiano ad esempio natura elettiva, ma siano costituiti per nomina. Nel riservarsi di presentare emendamenti volti a snellire il provvedimento, insiste sul rilievo delle comunità all'estero per il sistema-Paese. Manifesta infine forti perplessità sulla riduzione delle risorse disponibili nei competenti capitoli di bilancio, tali da legittimare il Pag. 10sospetto di una loro diversa utilizzazione, ritenendo però che si tratti di un problema politico da affrontare in altra sede.

  Fabio EVANGELISTI (IdV) si augura di non essere il solo componente della Commissione a sentirsi in imbarazzo a fronte di un provvedimento in cui il governo tecnico non ha saputo fare i conti, come del resto è capitato per gli «esodati» e per la spending review. Sottolinea quindi il grave problema istituzionale che mette in forse il principio democratico sotteso al meccanismo elettorale, configurando una forma di sospensione della democrazia. A suo avviso, il Governo avrebbe dovuto andare oltre, avendo il coraggio di sopprimere il CGIE, alla luce dell'elezione dei parlamentari esteri, eliminando appesantimenti e sovrapposizioni. Conferma pertanto la posizione contraria del suo gruppo, già manifestata al Senato.

  Il sottosegretario Staffan de MISTURA riconosce la diversità delle cifre fornite in relazione alle risorse disponibili, che trova tuttavia riscontro nell'aggravarsi della crisi economica che ha provocato gli ulteriori tagli disposti dal Ministero dell'economia e delle finanze in relazione a priorità più urgenti, come l'esenzione dall'IMU per i meno abbienti. In tale contesto, ritiene che sarebbe stata difficilmente giustificabile la spesa di circa 20 milioni di euro per lo svolgimento di una procedura elettorale. Invita comunque a considerare positivamente i miglioramenti introdotti al Senato ed a portare avanti l'avviato processo di riforma.

  Franco NARDUCCI, presidente, concorda con il collega Evangelisti sull'inaccettabilità del balletto delle cifre, lamentando invece che non si sia tenuto nel debito conto l'incremento di circa il 40 per cento degli iscritti all'AIRE. Nel ribadire la ricchezza della presenza italiana nel mondo anche a sostegno del ritmo delle esportazioni, ritiene che l'ulteriore proroga elettorale sia comunque un passo indietro in quel processo di «democratizzazione» delle realtà consolari che in passato erano molto meno aperte alle istanze delle comunità all'estero. Auspicando poi la ripresa dei lavori del Comitato permanente in seno alla Commissione, anche al fine di non pregiudicarne la ricostituzione nella prossima legislatura, invita a non considerare come un costo ma come una risorsa gli italiani all'estero. Manifesta infine forti perplessità sulle ipotesi di ridurre il numero dei parlamentari eletti all'estero, a fronte dell'elevato numero non solo dei cittadini residenti all'estero, ma anche degli oriundi molti dei quali aventi diritto a richiedere la cittadinanza stessa.
  Nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

Sui lavori della Commissione.

  Il sottosegretario Staffan de MISTURA interviene per segnalare alla Commissione taluni esiti della Conferenza di Tokyo sull'Afghanistan, svolta l'8 luglio scorso, con riferimento alla risoluzione n. 8-00187 approvata il 5 luglio. Nel sottolineare che la Conferenza ha comportato l'adozione di un impegno da parte della comunità internazionale per la contribuzione di oltre 16 miliardi di dollari entro il 2015 e per il sostegno fino al 2017 a favore della ricostruzione dell'Afghanistan, segnala che in tale sede il Governo italiano, grazie al forte mandato parlamentare conferito con la deliberazione unanime sulla risoluzione, ha potuto mantenere una linea intransigente sul rapporto di condizionalità tra erogazione dei contributi finanziari da parte della comunità internazionale e rispetto degli standard umanitari da parte delle autorità di Kabul quanto alla condizione delle donne di quel Paese. La presa di posizione da parte dell'Italia ha comportato un'evoluzione nella formulazione della dichiarazione conclusiva dei lavori della Conferenza in chiave di maggior garanzia per i diritti delle donne afghane. Sottolinea che alle repliche da parte dei rappresentanti del Pag. 11governo afghano circa la necessità di rispettare le culture e le religioni di ogni Paese è stato possibile opporre il forte argomento per cui è tuttavia principio altrettanto rispettabile quello per cui, soprattutto in tempi di crisi, ogni Paese possa valutare come investire le proprie risorse finanziarie.

  Francesco TEMPESTINI (PD) esprime compiacimento per il risultato conseguito dal Governo italiano alla Conferenza di Tokyo, che gratifica l'impegno parlamentare profuso anche con la presentazione della risoluzione testé richiamata. Sottolinea che il tema della condizione delle donne afghane è spesso non adeguatamente considerato dalla stessa comunità internazionale ed è quindi importante che l'azione del Governo italiano prosegua con convinzione anche in vista delle scelte che si dovranno compiere in occasione del prossimo provvedimento di rifinanziamento delle missioni internazionali. In tale azione dovrà, a suo avviso, essere dedicata particolare attenzione alle organizzazioni non governative impegnate sui temi delle donne.

  Rosa Maria VILLECCO CALIPARI (PD), in qualità di cofirmataria della risoluzione n. 8-00187, sottoscritta anche dalle colleghe Mogherini Rebesani e Nirenstein, si associa alle parole di soddisfazione espresse dal collega Tempestini per il successo ottenuto dal Governo italiano alla Conferenza di Tokyo. Ritiene di fondamentale importanza avere stabilito il principio della stretta connessione tra impegno internazionale a favore della ricostruzione dell'Afghanistan e questione dei diritti delle donne. Sottolinea che si tratta di una questione di grande rilievo anche alla luce di un certo andamento opaco nella gestione dei contributi finanziari raccolti dalla comunità internazionale.

  Enrico PIANETTA (PdL) si associa alle considerazioni dei colleghi segnalando come elemento di preoccupazione la situazione concreta dell'Afghanistan e, quindi, la necessità che dopo il successo della Conferenza di Tokyo prosegua un'attività di monitoraggio stretto anche in relazione alla gestione degli aiuti internazionali.

  Federica MOGHERINI REBESANI (PD), in qualità di cofirmataria della risoluzione richiamata, sottolinea la sinergia virtuosa che si è innescata nell'azione di Parlamento e Governo. Ritiene che il richiamo da parte afghana alla cultura e alla religione di quel Paese a spiegazione della violazione dei diritti delle donne afghane rappresenti una strumentalizzazione degli stessi valori religiosi su cui si dovrebbe diffondere consapevolezza nel mondo occidentale. Auspica, infine, che la comunità internazionale si attenga in futuro al richiamo agli standard di tutela dei diritti delle donne.

  Daniele GALLI (FLpTP) si compiace per il risultato conseguito a Tokyo ma ribadisce la necessità che l'azione del Governo italiano sia coerente anche sul piano interno a tutela delle donne musulmane che vivono in Italia che all'interno delle proprie comunità sono inibite rispetto al godimento dei più elementari diritti.

  Il sottosegretario Staffan de MISTURA concorda con la fruttuosa sinergia che si è sviluppata tra l'azione parlamentare e di Governo, che auspica possa ripetersi anche in prossime occasioni.

  La seduta termina alle 14.15.