CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 27 giugno 2012
673.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Lavoro pubblico e privato (XI)
COMUNICATO
Pag. 58

SEDE REFERENTE

  Mercoledì 27 giugno 2012. — Presidenza del presidente Silvano MOFFA. — Interviene il viceministro del lavoro e delle politiche sociali, Michel Martone.

  La seduta comincia alle 13.40.

Disposizioni concernenti la disciplina degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza.
Nuovo testo unificato C. 2715 Damiano e C. 3522 Di Biagio.

(Seguito dell'esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in titolo, rinviato nella seduta del 30 maggio 2012.

  Silvano MOFFA, presidente, comunica che sono stati presentati taluni emendamenti al nuovo testo unificato delle proposte di legge in titolo, adottato dalla Commissione come testo base per il seguito dell'esame in sede referente (vedi allegato).
  Al riguardo, avverte che – secondo le intese informali intercorse tra i gruppi – oggi si svolgeranno eventuali interventi sul complesso delle proposte emendative presentate, il cui esame sarà rinviato ad altra seduta, che dovrebbe essere convocata per la prossima settimana, secondo le determinazioni che saranno assunte dall'ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, nella riunione prevista per domani.

  Giuliano CAZZOLA (PdL), nell'illustrare le proposte di modifica da lui presentate sul provvedimento, si sofferma, innanzitutto, sul proprio emendamento 1.1, con il quale intende evitare un'interpretazione del testo che sottragga gli enti di previdenza ed assistenza privatizzati al perimetro della finanza pubblica. Soffermandosi Pag. 59poi sul suo emendamento 4.1, evidenzia che esso è teso a sopprimere il comma 3 dell'articolo 4, al fine di evitare un'applicazione affievolita del principio del sistema contributivo pro rata nei confronti delle casse privatizzate. Nel far notare, quindi, che l'emendamento a sua prima firma 4.2 è volto ad eliminare la possibilità di calcolare i patrimoni ai fin dell'equilibrio di bilancio delle casse in questione, osserva che tale eventualità è tuttavia ripresa da due sue proposte di modifica successive – gli emendamenti 7.1 e 7.2 – con le quali tale facoltà è ammessa – in misura percentuale o, in determinati casi, per intero – come incentivo all'avvio di processi di accorpamento delle stesse casse. Osserva, infine, che il suo emendamento 4.3 mira ad anticipare al 2012 l'applicazione del sistema contributivo per le casse privatizzate, al fine di garantire una disciplina uniforme per tutti i lavoratori, ai quali detto sistema si applica a partire dall'emanazione del decreto-legge cosiddetto «Salva Italia».

  Silvano MOFFA, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia, quindi, il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 13.50.

SEDE CONSULTIVA

  Mercoledì 27 giugno 2012. — Presidenza del presidente Silvano MOFFA. — Interviene il viceministro del lavoro e delle politiche sociali, Michel Martone.

  La seduta comincia alle 13.50.

DL 58/2012: Disposizioni urgenti per la partecipazione italiana alla missione di osservatori militari delle Nazioni Unite, denominata United Nations Supervision Mission in Syria (UNSMIS).
C. 5287 Governo, approvato dal Senato.

(Parere alle Commissioni riunite III e IV).
(Esame e conclusione – Parere favorevole).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

  Gabriella GIAMMANCO (PdL), relatore, osserva che il disegno di legge n. 5287, di conversione in legge del decreto-legge n. 58 del 2012, è stato adottato dal Consiglio dei ministri lo scorso 8 maggio e successivamente approvato in prima lettura dal Senato, nella seduta del 14 giugno 2012, nell'ambito di un articolato iter di esame, in cui è emersa la sostanziale unanimità di consensi da parte dei gruppi parlamentari: la larga convergenza parlamentare si è incentrata, in particolare, sulla necessità di una reazione da parte della comunità internazionale a fronte all'escalation della crisi siriana.
  Nello specifico, rileva che il provvedimento autorizza, a decorrere dal 14 maggio 2012 e fino al 31 dicembre 2012, la spesa di 826.686 euro per la partecipazione di personale militare alla missione umanitaria in Siria, disposta a seguito dell'approvazione da parte del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite della risoluzione n. 2043 del 2012. Ricorda, in proposito, che tale risoluzione ha conferito alla missione il mandato a monitorare la cessazione della violenza armata in ogni sua forma e di supportare la piena attuazione del «Piano in sei punti» dell'Inviato speciale delle Nazioni Unite, con il quale si conta di porre fine alla situazione di crisi dell'area.
  Evidenzia che, come precisato nella relazione illustrativa allegata al provvedimento, i costi della missione sono stati quantificati considerando la presenza media di dieci militari per la restante parte del corrente anno finanziario, «tenuto conto che la stessa risoluzione n. 2043 del 2012, nel prevedere la missione per un periodo iniziale di novanta giorni, già considera la possibilità di successivi aggiornamenti delle relative previsioni»: si prefigura, dunque, una possibile proroga della missione stessa, in base alle effettive esigenze operative che emergeranno nell'ambito del Piano dell'ONU.
  Per quanto riguarda i profili di più diretto interesse della Commissione, segnala Pag. 60che l'articolo 1, al comma 2, reca talune disposizioni riguardanti il personale impiegato nella missione in esame. In particolare, per quanto riguarda il personale e rileva che trova applicazione, innanzitutto, quanto disposto dall'articolo 3, commi 1, 2, 4, 5, 6 e 9, della legge n. 108 del 2009: si tratta di disposizioni che concernono il trattamento economico accessorio da erogare al personale che partecipa alle missioni, la non applicabilità, all'indennità di missione, della riduzione del 20 per cento, la corresponsione dell'indennità di impiego operativo in maniera uniforme, il trattamento economico complessivo da erogare nei casi in cui si attribuiscano incarichi di vertice, la valutazione dei periodi di comando.
  In conclusione, preso atto del contenuto del decreto-legge e atteso che esso reca disposizioni dirette ad assicurare la partecipazione di personale militare ad una missione internazionale delicata e importante, sia per un'ineludibile questione di carattere umanitario, sia in funzione del mantenimento della stabilità e sicurezza nell'area, ritiene che vi siano le condizioni per un orientamento positivo da parte della Commissione: propone, pertanto, di esprimere un parere favorevole sul disegno di legge in esame.

  Elisabetta RAMPI (PD) preannuncia il voto favorevole del suo gruppo sul provvedimento in esame, attesa la necessità di dare sostegno alla partecipazione dell'Italia ad una importante e delicata missione internazionale.

  Massimiliano FEDRIGA (LNP) preannuncia il voto contrario del suo gruppo, giudicando inutile stanziare risorse economiche per missioni internazionali di questo tipo, dal momento che esistono questioni politiche nazionali di ben altra importanza, meritevoli di adeguata copertura finanziaria. Si riferisce, ad esempio, alla necessità di salvaguardare i requisiti previdenziali pre-vigenti per talune categorie di soggetti prossimi alla pensione o alla problematica della ricongiunzione onerosa dei contributi previdenziali, temi sui quali la Commissione X è impegnata da tempo, registrando una scarsità di risorse che non ritiene giustificabile, a fronte dell'importanza di tutelare i tanti lavoratori coinvolti.

  Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere favorevole formulata dal relatore.

DL 74/2012: Interventi urgenti in favore delle popolazioni colpite dagli eventi sismici che hanno interessato il territorio delle province di Bologna, Modena, Ferrara, Mantova, Reggio Emilia e Rovigo, il 20 e il 29 maggio 2012.
C. 5263 Governo.

(Parere alla VIII Commissione).
(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

  Ivano MIGLIOLI (PD), relatore, ricorda che nella notte di domenica 20 maggio la terra ha violentemente tremato, a causa di due forti scosse, in Emilia Romagna e che il 29 maggio vi è stata una nuova violenta scossa, con lo sciame sismico che, da allora a oggi, sta proseguendo. Fa notare che nella storia dei territori colpiti – classificati dal 2003 a rischio sismico medio basso – si contano solamente due precedenti. Evidenzia che tale terremoto ha colpito al cuore la regione, portando con sé il dolore profondo per il decesso di ventiquattro concittadini, molti dei quali erano operai che svolgevano il proprio turno di lavoro. Dopo aver segnalato che vi sono stati oltre 700 feriti, fa presente che a essere colpite sono stati in particolare i comuni della provincia di Modena, di Ferrara, di Bologna, ma anche quelli del reggiano e del mantovano, nonché Rovigo. Segnala, quindi, che sono ormai 27.000 gli sfollati collocati in campi di accoglienza, strutture coperte, alberghi e palestre; in questi mesi, peraltro, si è operato in primo luogo nel campo dell'assistenza alla popolazione, così duramente colpita, con un'azione perseguita in modo efficace coordinato.Pag. 61
  Evidenzia dunque che, nell'ambito del sistema regionale della protezione civile integrato con il livello nazionale, i volontari della protezione civile sono ad oggi oltre 5.000. Fa notare che, assestata la situazione per quanto riguarda l'assistenza, che comunque rimane la priorità stante il ripetersi giornaliero (gli esperti prevedono per mesi) di scosse di assestamento, il secondo obiettivo è stato quello della verifica dei danni e dunque dell'agibilità di edifici, abitazioni, scuole, municipi, capannoni, beni pubblici, e chiese, infrastrutture, impianti sportivi. Sottolinea che il lavoro incessante di tecnici suddivisi in squadre sta, giorno per giorno, completando il censimento dei danni, segnalando che il quadro che se ne ricava è davvero preoccupante. Mette in evidenza che ci sono interi centri storici distrutti, moltissimi capannoni lesionati, edifici storici, chiese, rocche completamente distrutte: allo scorso 20 giugno, sono stati eseguiti oltre 41 mila sopralluoghi su abitazioni private, opifici industriali, opere pubbliche; si tratta di un terremoto che per la prima volta ha specifiche connotazioni industriali, atteso che sono 5.000 le imprese colpite, 500/600 le imprese industriali danneggiate, 25.000 i lavoratori interessati, a fronte di un'area che produce oltre l'1 per cento del PIL nazionale, con punte di eccellenza dell'sistema industriale italiano (biomedicale, ceramica, agro-alimentare meccanica).
  Segnala che le conseguenze del sisma sono in via di quantificazione, ma le prime stime parlano di danni per diversi miliardi. Richiama, quindi, il testo della dichiarazione del presidente della Regione Emilia Romagna, Vasco Errani, con la quale si evidenzia l'emergenza nazionale e la necessità di rispondervi in modo solidale, sulla base delle reali necessità, affinché la regione non sia lasciata sola nella sua opera di ricostruzione. Nel sottoscrivere tale dichiarazione e nel prendere atto di un rapporto positivo con il Governo e con lo stesso Presidente della Repubblica, rivolge anche un ringraziamento sentito ai sindaci, che, in situazioni drammatiche, ritiene si stiano ancora dimostrando il primo presidio dello Stato. Si rivolge poi alla protezione civile, ai vigili del fuoco, ai volontari, che ritiene abbiano dimostrato un impegno immediato ed efficace nel dare assistenza e solidarietà, ponendo in risalto la risposta composta e dignitosa, improntata alla volontà di ripartire, delle popolazioni.
  Ora si tratta, a suo avviso, di passare rapidamente ad affrontare la seconda fase della ricostruzione, dopo la dichiarazione dello stato di emergenza e l'emanazione delle prime ordinanze che prevedono lo stanziamento di un fondo iniziale di 50 milioni. Nel far notare che la ricostruzione si preannuncia difficile e richiederà tempo, evidenzia che essa deve iniziare presto e bene. Fa notare il paradosso per il quale nelle catastrofi si riesce a comprendere meglio e di più ciò che fonda il tessuto connettivo di una società: il lavoro, inteso come capacità di guadagnarsi da vivere, come strumento principale dell'integrazione sociale del senso di sé di una comunità. Si riferisce al lavoro dei dipendenti, degli operai, degli impiegati, degli artigiani e dei commercianti, che in quelle terre rappresentano una parte assai rilevante del tessuto produttivo. Tuttavia, evidenzia che l'esigenza primaria di riprendere a lavorare tende a scontrarsi con l'esigenza della sicurezza nei luoghi di lavoro, aprendo profonde contraddizioni di fronte ad un fenomeno così indecifrabile come il terremoto.
  Fa notare che il provvedimento in esame intende rispondere alle priorità individuate: in esso si prevedono anzitutto disposizioni in materia di sospensione dell'IMU e degli oneri fiscali e contributivi, sostegno al credito per far riprendere l'economia, riconoscimento degli ammortizzatori sociali ordinari e in deroga, sostegno ai lavoratori e alle imprese, allentamento del patto di stabilità per gli enti locali, definizione delle risorse per la ricostruzione, affidamento alle regioni e ai comuni del governo delle risorse, semplificazione delle procedure.
  Per quanto concerne i profili di più diretto interesse della XI Commissione, evidenzia anzitutto – per le connessioni Pag. 62che esso può presentare rispetto alla ripresa delle attività produttive del territorio e, dunque, dei livelli occupazionali dell'area interessata dall'evento sismico – l'articolo 10, che dispone che l'apposito Fondo di garanzia nelle predette zone operi in favore delle micro, piccole e medie imprese, con le intensità massime consentite dalla normativa nazionale e dell'Unione europea. Al contempo, segnala che l'articolo 11 dispone l'autorizzazione di spesa a favore della Regione Emilia-Romagna, della Regione Lombardia e della Regione Veneto, per la concessione di agevolazioni, nella forma del contributo in conto interessi, alle imprese ubicate nei territori colpiti dall'evento calamitoso, che hanno subìto danni per effetto degli eventi sismici. Sottolinea, infine, l'articolo 15, che prevede l'erogazione di specifici strumenti di tutela del reddito per determinate categorie di lavoratori (lavoratori subordinati del settore privato, lavoratori a progetto, ai titolari di rapporti agenzia e di rappresentanza commerciale, lavoratori autonomi, compresi i titolari di attività di impresa e professionali) impossibilitati a prestare attività lavorativa o che abbiano dovuto sospendere l'attività a seguito dei recenti eventi sismici.
  Evidenzia poi che venerdì scorso si è riunito il «tavolo» regionale e che in quella sede si è fatto il punto sulla gestione operativa del protocollo per gli interventi straordinari relativi agli ammortizzatori sociali nelle zone coinvolte. Fa notare che si è così prevista l'istituzione di tavoli provinciali al fine di accelerare tutte le procedure di accesso agli ammortizzatori sociali ordinari e in deroga, nonché la definizione delle procedure accelerate per il ricorso agli ammortizzatori sociali, sia ordinari che in deroga. Segnala, inoltre, che per i lavoratori somministrati ogni datore di lavoro sottoscriverà un accordo specifico, mentre i lavoratori della filiera operanti in aziende non toccate dal terremoto, ma impossibilitate a continuare l'attività per cause riconducibili all'evento sismico, potranno accedere in deroga alla CIGO. Sottolinea, quindi, che dalla verifica tecnica sono emerse varie problematiche: la prima riguarda il sostegno al reddito per i lavoratori avventizi dell'agricoltura e stagionali, non in possesso dei cosiddetti requisiti soggettivi; la seconda riguarda la sospensione dell'applicazione delle sanzioni in materia e la richiesta di invio tardivo delle comunicazioni obbligatorie per i datori di lavoro con locali ubicati nei comuni interessati dal sisma; la terza attiene alla possibilità di richieste di CIGS anche brevi.
  Evidenzia che il «tavolo» si è riunito nuovamente anche per esaminare i contenuti del decreto in esame, formulando alcune richieste di modifica e integrazione, che giudica condivisibili. Ritiene, infatti, che la sospensione degli adempimenti fiscali tributari e contributivi fino al prossimo settembre sia assolutamente insufficiente, proponendo di estenderla fino al 31 dicembre 2013. Prospetta, altresì, l'esigenza di provvedere all'estensione delle deroghe al patto di stabilità per le spese sostenute da comuni province e regioni, finanziate con risorse proprie, finalizzate a fronteggiare i danni del sisma, comprese le spese per personale, indispensabili a far fronte al notevole incremento di lavoro tecnico e amministrativo.
  Fa notare che il «tavolo» richiede anche di implementare ed estendere il Fondo di garanzia a tutte le imprese, nel presupposto che nell'area colpita dal sisma sono insediate punte di eccellenza dell'industria italiana a livello internazionale: si tratta, a suo giudizio, di anelli fondamentali della catena di subfornitura di molte filiere, per le quali, essendo piccole e medie imprese, l'accesso al credito rappresenta un elemento fondamentale.
  Condivide, poi, la proposta di assicurare nell'area colpita dal sisma il mantenimento dei livelli occupazionali raggiunti e la permanenza di competenze e forza lavoro nell'area, prevedendo un credito d'imposta per le nuove assunzioni. In considerazione, poi, dell'esigenza di sostenere il livello d'investimenti necessari per la ricostruzione e per gli adeguamenti antisismici, fa notare che si richiede la previsione di forme di agevolazioni contributive e fiscali per le imprese. Fa poi Pag. 63presente che si propone di affrontare la questione della messa in sicurezza dei luoghi di lavoro anche mediante specifiche previsioni di legge che prevedano la destinazione di una parte delle risorse dell'INAIL a tali importanti finalità.
  Rileva, quindi, che il sisma ha colpito un territorio tra i più industrializzati, in una fase di crisi economica, con seri rischi di deindustrializzazione: per questa ragione, ritiene che si debba mettere in campo, per il breve e medio periodo, un pacchetto di misure sul versante fiscale e del costo del lavoro, al fine di sostenere le aziende. Fa notare che quelle testé richiamate sono indicazioni ampiamente condivise, che propone sin d'ora di inserire nella propria proposta di parere, che si riserva di formulare nella prossima seduta, anche alla luce dell'esito dell'esame in sede referente del provvedimento presso la Commissione di merito.

  Silvano MOFFA, presidente, ringrazia il relatore per l'ampia e partecipata illustrazione del provvedimento in esame, sul quale ritiene che la Commissione sia chiamata a svolgere una riflessione seria ed approfondita.

  Giovanni PALADINI (IdV) fa notare che i veri nodi da sciogliere, in vista del sostegno ai territori colpiti dall'evento sismico, vanno individuati, da un lato, nella questione della semplificazione delle procedure burocratiche (sia a favore delle imprese che dei cittadini), dall'altro, nelle modalità di finanziamento degli interventi di ricostruzione, tenuto conto delle forme di contabilità speciali a cui confluiscono le risorse e viste le entrate provenienti dalle erogazioni liberali (effettuate in favore delle stesse regioni).
  Pur richiamando l'esigenza di dare concreto seguito a tutte le altre misure previste nel provvedimento, ritiene, pertanto, che siano queste le problematiche più urgenti da affrontare in tempi rapidi, al fine di garantire una reale ripresa delle attività nelle zone interessate dal sisma.

  Silvano MOFFA, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 14.25.

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