CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 21 giugno 2012
670.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Lavoro pubblico e privato (XI)
COMUNICATO
Pag. 102

SEDE REFERENTE

  Giovedì 21 giugno 2012. — Presidenza del presidente Silvano MOFFA indi del vicepresidente Giuliano CAZZOLA indi del vicepresidente Luigi BOBBA. – Interviene il viceministro del lavoro e delle politiche sociali, Michel Martone.

  La seduta comincia alle 8.35.

Disposizioni in materia di riforma del mercato del lavoro in una prospettiva di crescita.
C. 5256 Governo, approvato dal Senato.

(Seguito dell'esame e conclusione).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in titolo, rinviato nella seduta del 14 giugno 2012.

  Silvano MOFFA, presidente, ricorda che nei giorni scorsi ha avuto luogo un ampio ciclo di audizioni informali nell'ambito dell'esame del disegno di legge in titolo, che ha consentito alla Commissione di acquisire utili elementi conoscitivi in relazione alle materie oggetto del provvedimento.
  Avverte, quindi, che nella corrente seduta si concluderanno gli interventi dei deputati che non hanno ancora preso la parola nel dibattito: atteso il significativo numero di richieste formulate e vista l'esigenza Pag. 103di passare successivamente alle repliche dei relatori e del rappresentante del Governo, la presidenza – secondo quanto già anticipato nella precedente seduta – concederà a ciascun deputato un tempo coerente con i complessivi termini concordati per l'organizzazione dell'esame del provvedimento.

  Massimiliano FEDRIGA (LNP) intende innanzitutto stigmatizzare la ristrettezza dei tempi di esame imposti dal Governo, osservando come in realtà sia la stessa maggioranza che ha costretto il Governo a cercare la giustificazione «europea» per non modificare il testo approvato dal Senato. Ritiene molto grave che il Ministro del lavoro e delle politiche sociali abbia espressamente dichiarato che il provvedimento in esame va comunque approvato nel testo attuale, salvo poi apportare i necessari aggiustamenti con successivi provvedimenti. Stigmatizza, quindi, l'inutilità dell'attuale discussione sul provvedimento, considerato che si è tutti consapevoli che lo stesso non si potrà modificare. Osserva, quindi, nel merito, come durante il corso delle audizioni non ci sia stato un solo rappresentante delle categorie interessate che si sia dichiarato soddisfatto del contenuto del provvedimento. Rileva che l'obiettivo della crescita economica si può raggiungere non con le misure recate dal provvedimento in esame, bensì aiutando concretamente le imprese che investono, in quanto l'unica riforma opportuna del mercato del lavoro consiste nel reperire le risorse finanziarie necessarie per abbassare il cuneo fiscale e per alleggerire il costo del lavoro, che invece aumenta in modo incomprensibile.
  Osserva, poi, che invece di riformare l'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, si è irrigidito il mercato in fase di entrata, favorendo così il ricorso a forme di lavoro nero e indebolendo la flessibilità in uscita. Ricorda, quindi, come non si sia affrontata la questione dell'universalità degli ammortizzatori sociali, che si sono spostate risorse dagli ammortizzatori attivi a quelli passivi, e che si è entrati «a piedi uniti» nelle competenze regionali in materia di lavoro con un accentramento delle relative competenze, allontanando dal territorio le possibilità di intervento e rendendole, in tal modo, meno efficaci. Segnala, quindi, la necessità di mettere a disposizione maggiori risorse finanziarie, anche mediante un'effettiva spending review con riguardo ai dipendenti pubblici, valorizzando la meritocrazia nella pubblica amministrazione, sulla scia delle misure che aveva iniziato ad adottare il Governo precedente.
  Apprezza la disposizione recata dall'articolo 2, commi da 58 a 63, del provvedimento in esame, che prevede la revoca di prestazioni assistenziali e previdenziali a condannati per gravi reati, introdotta al Senato, che accoglie quanto sostanzialmente recato dalla sua proposta di legge S. 2418, già approvata in prima lettura dalla Camera dei deputati il 27 ottobre 2010, recante appunto disposizioni concernenti la revoca del trattamento previdenziale o assistenziale dei soggetti condannati per reati di terrorismo o di criminalità organizzata.
  Auspica, in conclusione, un moto di orgoglio di questo ramo del Parlamento che possa portare a modifiche condivise del testo nell'interesse dei cittadini e delle imprese, dichiarandosi disponibile, a nome del suo gruppo, a ottimizzare i tempi di discussione del provvedimento e riservandosi di intervenire sui singoli emendamenti che verranno presentati.

  Nedo Lorenzo POLI (UdCpTP) rilevato che sul testo non vi sono possibilità di incidere, nonostante vi siano taluni passaggi problematici sui quali sarebbe auspicabile un intervento di modifica, fa presente che il suo gruppo, con senso di responsabilità, non si opporrà alla sollecita conclusione dell'iter di esame, al fine di conferire maggiore credibilità all'azione del Governo italiano nelle sedi comunitarie, in occasione del prossimo Consiglio dell'UE.
  Fa presente, tuttavia, che su alcuni importanti temi, riguardanti, in particolare, i cosiddetti «esodati», la flessibilità in entrata ed in uscita, gli ammortizzatori sociali – in ordine ai quali la XI Commissione Pag. 104è da tempo impegnata in un lavoro condiviso e approfondito – è necessario tornare ad occuparsi con attenzione, anche a fronte degli importanti impegni assunti dal Governo al riguardo.
  Auspica, pertanto, che nei prossimi provvedimenti utili sottoposti all'attenzione del Parlamento – a cominciare dal cosiddetto «decreto sviluppo» – sia possibile introdurre in materia di lavoro quei correttivi necessari, sui quali si dichiara convinto che le forze parlamentari sapranno trovare un'intesa ragionevole in nome dell'interesse della collettività.

  Luigi BOBBA (PD), nel richiamare le considerazioni svolte nel corso delle audizioni delle parti sociali in Commissione, da cui sono emersi interessanti elementi di valutazione e talune criticità sui contenuti della riforma, dichiara comunque apprezzabile la circostanza che la riforma del lavoro e degli ammortizzatori sociali, attesa da oltre vent'anni, sia stata finalmente attuata dal Parlamento, che si appresta a concluderne l'esame nei prossimi giorni. Sottolinea talune contraddizioni emerse, quali la posizione delle parti sociali che mesi fa avevano valutato favorevolmente i contenuti della riforma, salvo la questione dell'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, mentre nelle recenti audizioni hanno manifestato riserve sul merito del provvedimento. Si sofferma su taluni aspetti che reputa qualificanti del provvedimento, ovvero le previsioni in materia di apprendistato, di revisione degli ammortizzatori sociali, di penalizzazione delle forme di falso inserimento dei giovani nel mercato del lavoro. In merito all'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, osserva che anche in virtù dell'intervento del Segretario del PD si è raggiunto un apprezzabile equilibrio nell'attuale formulazione del testo. Fa notare che anche il tema della democrazia economica rappresenta un capitolo importante, che apre prospettive di rilievo per il futuro, come pure il tema dell'apprendimento permanente.
  Auspica, in conclusione, l'approvazione del testo da parte della Camera.

  Luigi FABBRI (Misto-ApI) ricorda come il suo schieramento politico abbia assunto fin dall'inizio un atteggiamento critico nei confronti del provvedimento in esame, in relazione al quale parlare di riforma appare senz'altro pomposo e sproporzionato. Nel merito, osserva come il provvedimento non incida sostanzialmente sulla disciplina dei servizi all'impiego, che sono fondamentali per fare incontrare la domanda e l'offerta sul mercato del lavoro. Stigmatizza l'enunciazione di vaghissimi principi in materia di lavoro delle pubbliche amministrazioni, quando invece tale settore è disciplinato da norme precise che tali principi non sono idonei a modificare. Osserva, poi, come non sono le tipologie dei contratti di lavoro che producono sviluppo economico, ma, viceversa, è lo sviluppo economico che crea lavoro e che quindi deve essere incentivato. Stigmatizza, quindi, il fatto che il provvedimento non affronti in modo incisivo il tema della formazione al lavoro. Apprezza, invece, le disposizioni di contrasto del fenomeno delle dimissioni in bianco, quelle di sostegno alla genitorialità, nonché la delega legislativa data al Governo per la definizione di misure per la democrazia economica.
  Stigmatizza, inoltre, la nuova disciplina degli ammortizzatori sociali, che fornirà meno tutele ai lavoratori, nonché lo strumento del monitoraggio permanente degli effetti del provvedimento, che presenta una configurazione tutt'ora oscura. Auspica, in conclusione, che l'approvazione del presente provvedimento, pur senza apportarvi le opportune modifiche, possa quanto meno testimoniare in sede europea la buona volontà del Governo italiano a riformare il settore, come era stato richiesto nella ormai famosa lettera della Banca centrale europea.

  Teresa BELLANOVA (PD) dichiara in via preliminare che il suo gruppo, in nome dell'interesse del Paese, è disposto a consentire una rapida approvazione del provvedimento, al fine di conferire al Presidente del Consiglio dei ministri maggiore forza in sede comunitaria, in vista dell'imminente Pag. 105Consiglio europeo. Sottolineati i miglioramenti apportati al testo durante l'esame presso il Senato (grazie al contributo offerto dal suo gruppo), manifesta tuttavia talune perplessità sul provvedimento, che giudica non soddisfacente dal punto di vista del suo impianto complessivo. Fa notare che il testo appare inadeguato su due aspetti fondamentali, sui quali si sarebbe dovuta concentrare l'attenzione: si riferisce, in particolare, all'esigenza di prevedere misure tese, da un lato, all'unificazione del mercato del lavoro e, dall'altro, al rafforzamento delle politiche attive, al fine di consentire ai lavoratori di beneficiare di opportuni percorsi di riqualificazione che ne favoriscano il reinserimento nel mercato del lavoro e di godere di forme di tutele uniformi.
  Non condivide l'approccio ideologico alla riforma da parte del Governo, che ha incentrato la discussione con le parti sociali su un tema non prioritario (soprattutto alla luce dell'attuale periodo di crisi economica), come quello della modifica dell'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, introducendo elementi di conflitto, tensione e divisione nell'ambito del confronto. Fa notare che i maggiori gruppi parlamentari, al contrario, si sono mostrati pienamente consapevoli della necessità di anteporre il bene del Paese a qualsiasi logica di schieramento, evitando atteggiamenti di scontro, pur non sottacendo l'esigenza di intervenire con forza su talune tematiche di rilevante interesse per i lavoratori e le imprese, riguardanti gli ammortizzatori sociali e le deroghe al vigente regime pensionistico (argomenti sui quali il testo in esame non interviene).
  Si augura che su tali materie – sulle quali, peraltro, fa notare che l'Esecutivo ha assunto precisi impegni – si intervenga al più presto con provvedimenti successivi, considerato che in tali casi ricorre davvero l'urgenza di salvaguardare fondamentali diritti dei cittadini.

  Antonio BOCCUZZI (PD) sostiene che si sia persa una grande occasione per procedere ad un'autentica riforma del mercato del lavoro, a causa delle evidenti carenze e dei limiti che connotano il provvedimento in esame. Stigmatizza la posizione di quanti hanno concentrato l'attenzione e orientato il dibattito su mere contrapposizioni ideologiche in relazione al tema dell'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori. Al riguardo, dichiara di non condividere le tesi di coloro che, come il nuovo presidente di Confindustria, hanno ritenuto prioritaria e indispensabile la modifica dell'articolo 18 al fine di incrementare l'occupazione.
  Pur apprezzando le previsioni del testo volte a valorizzare l'apprendistato, sostiene che l'allungamento dei contratti a termine senza causale determinerà nuovo precariato. Deplora che il Governo non abbia considerato, nella formulazione del testo, la proficua attività svolta dalla Commissione sul tema delle dimissioni in bianco. Sul profilo degli ammortizzatori sociali, poi, paventa il rischio di un peggioramento delle condizioni di lavoro, nonché la presenza di nuovi «esodati». Per tali motivi, ritiene che le aspettative che il disegno di legge aveva suscitato andranno inevitabilmente deluse.
  Lamenta che le esigenze di accelerazione dell’iter e la probabile fiducia che sarà posta in Aula comprimano il dibattito su temi che necessiterebbero invece un più ampio approfondimento; si augura, tuttavia, che la tempestiva approvazione del provvedimento possa fornire al Governo utili margini di iniziativa nelle sedi internazionali che lo attendono.

  Giuseppe BERRETTA (PD) osserva come il provvedimento in esame si configuri, più che come una riforma complessiva del mercato del lavoro, come una mera manutenzione della relativa disciplina normativa, che risponde ad un approccio pretenzioso e ideologico. Stigmatizza la carenza di qualità legislativa del testo, in quanto le molteplici disposizioni in esso contenute lo rendono di difficile comprensione e, in alcuni casi, illeggibile, oggetto delle giuste critiche di imprenditori e sindacati. Osserva, fra l'altro, come manchino di fatto le politiche attive nel mercato del lavoro. Apprezza, quindi, il Pag. 106risultato che ha conseguito il Segretario del Partito Democratico, Bersani, che ha ottenuto, in sede di esame del provvedimento presso il Senato, il rimedio del reintegro del lavoratore in caso di licenziamento illegittimo. Stigmatizza, poi, come la carenza dell'obbligo di motivazione del licenziamento sia sanzionata in modo minimo, quando invece sull'obbligo di motivazione si regge tutta l'architettura della nuova disciplina dei licenziamenti. Rivendica, a nome del suo gruppo, anche le norme in materia di contrasto al precariato, di garanzia di un corrispettivo adeguato per il lavoro a progetto nonché la bontà delle previsioni normative in materia di partite IVA. Auspica, in conclusione, che presto venga affrontato il tema del lavoro nel Mezzogiorno, assolutamente dimenticato nel provvedimento in esame.

  Antonino FOTI (PdL) si interroga su chi possa aver scritto un testo confuso e contraddittorio come quello in esame, facendo notare che in esso la logica burocratica risulta prevalente a svantaggio dello spirito creativo e intraprendente delle imprese. Pur prendendo atto a malincuore che non esiste alcuna possibilità di modificare il testo, in spregio all'autonomia del Parlamento, osserva che il suo gruppo, con senso di responsabilità, si adeguerà all'esigenza di approvare tempestivamente il provvedimento, al fine di rafforzare la posizione dell'Italia in sede europea. Ritiene, tuttavia, che il testo in esame, al di là del valore simbolico solo formale e virtuale che la sua approvazione rappresenterà a livello europeo, presenti forti criticità e dimostri la totale inadeguatezza del Governo in carica, sia dal punto di vista delle sue capacità tecniche che da quello delle sue capacità politiche. Fa notare che l'Esecutivo ha tenuto le parti sociali impegnate in un lungo e inutile confronto sulla flessibilità in uscita, in esito al quale è stato elaborato un testo che sarebbe stato totalmente incomprensibile, se non vi fossero state talune importanti modifiche apportate durante l'iter al Senato. Ritiene, pertanto, che il Parlamento non possa essere ritenuto responsabile di un simile intervento legislativo, che appare suscettibile di determinare problemi ai cittadini, alla stregua di quanto avvenuto per la recente riforma delle pensioni, in relazione alla quale la XI Commissione, a più riprese, ha messo in evidenza gli elementi di criticità.
  Pur rilevando taluni elementi di positività nel testo, che vanno nella direzione del sostegno alle imprese, soprattutto laddove si disciplina la in materia dell'apprendistato o il lavoro a chiamata (in favore del settore del turismo), ritiene inefficace anche quella parte del provvedimento che si prefigge l'obiettivo di favorire il lavoro autonomo attraverso l'immediata erogazione di una parte del sostegno al reddito riconosciuto in caso di disoccupazione. Dopo aver evidenziato che tale misura riprende sostanzialmente lo spirito di una sua proposta normativa, approvata dalla Camera e ferma al Senato (non per motivi di bilancio, ma per un atteggiamento pregiudizialmente ostile del Presidente della Commissione competente in materia finanziaria), osserva che essa non appare efficace, non prevedendo alcun percorso agevolato per la creazione di microimprese, a differenza di quanto previsto nel provvedimento a sua prima firma, testé richiamato.
  Auspica, in conclusione, che si possa in futuro tornare ad affrontare con maggiore serietà tali importanti questioni che riguardano il destino delle imprese e dei lavoratori.

  Giovanni PALADINI (IdV) fa notare che una riforma del lavoro da tempo attesa e che avrebbe dovuto essere improntata sui principi di equità e solidarietà e su livelli elevati di garanzie e protezioni sociali denota invece carenze ed evidenti limiti di contenuto. Sottolinea che l'urgenza della conclusione delliter, motivata da esigenze internazionali di consolidamento della posizione del Governo nell'imminenza dei vertici europei, nasconde una debolezza di contenuti del testo che non può essere sottaciuta. Sostiene che in assenza della fiducia che il Governo intende porre in Pag. 107Aula il provvedimento non verrebbe mai approvato; la limitata portata della riforma recata dal disegno di legge si denota anche dalla circostanza che sono stati disattesi i principi di equità, inclusività e solidarietà, che avrebbero dovuto caratterizzare l'intervento normativo. Fa notare che il testo non contempla alcuna misura di contrasto alla povertà e alle disuguaglianze nel mercato del lavoro. Non sono presenti prospettive di crescita nelle previsioni recate dal testo e mancano i riferimenti al sostegno al Mezzogiorno. Il testo appare, peraltro, eccessivamente complesso e articolato. Ulteriore carenza attiene – a suo avviso – alla materia degli ammortizzatori sociali.
  Esprime, quindi, stupore per l'orientamento dei gruppi di centro-sinistra che condividono un provvedimento che presenta evidenti limiti anche in relazione al profilo delle politiche attive del lavoro. Nel richiamare la relazione svolta dall'onorevole Damiano, sostiene che si è colpevolmente delineato un approccio eccessivamente ideologico sui temi portanti della riforma. Paventa il rischio che il provvedimento provocherà forti conflitti con le parti sociali e contesta la mancata interlocuzione tra il Governo e il Parlamento e le parti sociali. Sulla base delle menzionate criticità, valuta negativamente i contenuti del provvedimento e preannuncia la presentazione di proposte emendative volte a superare i suddetti limiti e le carenza evidenziate.

  Amalia SCHIRRU (PD) intende ricordare che, grazie al lavoro approfondito svolto in sede di esame presso il Senato, il testo è stato migliorato sotto molteplici profili, fra i quali rileva quello relativo alla normativa in materia di associazione in partecipazione con apporto di lavoro, al fine di rafforzarne la disciplina antielusiva. Osserva, quindi, come siano necessarie maggiori risorse finanziarie per gli ammortizzatori sociali, nel contesto dell'applicazione di un modello disciplinare diverso, che richiede un tempo fisiologicamente necessario, anche per il relativo cambiamento culturale. Segnala, poi, la necessità di migliorare e rendere più efficaci anche i servizi per l'impiego, assicurando l'uniformità dei livelli delle prestazioni, in quanto tali servizi saranno chiamati a gestire, nell'attuale fase di crisi economica e occupazionale, situazioni sempre più delicate e complesse.

  Luigi BOBBA, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, dichiara concluso l'esame preliminare.
  Avverte, quindi, che il relatore Cazzola svolgerà subito il proprio intervento in sede di replica, mentre le repliche del relatore Damiano e del rappresentante del Governo – considerata anche l'imminenza dell'inizio delle votazioni in Assemblea e l'esigenza di svolgere la prevista riunione dell'Ufficio di presidenza integrato dai rappresentanti dei gruppi – avranno luogo nella seduta già fissata per il pomeriggio di oggi.

  Giuliano CAZZOLA (PdL), relatore, intervenendo a conclusione di un percorso istruttorio che giudica comunque importante, riconosciuto che il testo in esame appare deludente in molti suoi aspetti, fa notare, tuttavia, che esso sembra affetto da un vizio di partenza, che ha a che fare con le modalità tipiche di funzionamento del «sistema Italia», fondato su una concertazione interminabile portata all'estremo, che si incentra su tematiche ideologiche e trascura aspetti di maggiore importanza. Pur rilevando che la questione dell'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori è realmente esistente e richiede una soluzione vera (che individua nell'applicazione di un modello «alla tedesca»), fa notare che si tratta in ogni caso di una problematica residuale (avvertita dalle imprese solo in minima parte) che rischia di aggravarsi a causa del provvedimento in questione, giudicato contraddittorio e confuso sul punto.
  Rivendica, quindi, l'importante ruolo svolto dalle forze politiche di maggioranza, che ritiene abbiano contribuito sostanzialmente al miglioramento del testo, soprattutto in tema di salario minimo per i lavoratori atipici, tutela dei titolari di partita IVA, disciplina dell'apprendistato e dei contratti a termine.Pag. 108
  Ritiene che le forze della maggioranza – oggi più vicine di quanto si potesse immaginare mesi fa – con un'azione di mediazione responsabile e costruttiva abbiano così indotto il Governo – alla stregua di quanto avvenuto sul tema delle pensioni – all'assunzione di stringenti impegni, in vista dell'individuazione di soluzioni adeguate a gravi problematiche, riguardanti i temi della flessibilità in entrata, della salvaguardia dei cosiddetti «esodati» e del completamento della riforma sugli ammortizzatori sociali.
  Ritiene che su tali argomenti il Governo non potrà sottrarsi in futuro dall'adozione di misure efficaci, sul contenuto delle quali confida che gli schieramenti parlamentari potranno trovare una giusta intesa, in nome dell'interesse del Paese.

  Luigi BOBBA, presidente, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 10.10.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  Giovedì 21 giugno 2012.

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 10.20 alle 10.30.

RISOLUZIONI

  Giovedì 21 giugno 2012. — Presidenza del presidente Silvano MOFFA. – Interviene il viceministro del lavoro e delle politiche sociali, Michel Martone.

  La seduta comincia alle 13.35.

7-00791 Moffa: Sulle ricadute contributive derivanti dall'interpretazione di un contratto collettivo provinciale di lavoro per gli operai agricoli e florovivaisti.
(Seguito della discussione e rinvio).

  La Commissione prosegue la discussione della risoluzione in titolo, rinviata nella seduta del 9 maggio 2012.

  Silvano MOFFA, presidente, ricorda che nella precedente seduta il rappresentante del Governo ha fornito una serie di chiarimenti preliminari sulla risoluzione in discussione, riservandosi di svolgere ulteriori approfondimenti, anche in collaborazione con l'INPS.
  Al riguardo, poiché risulta che l'Istituto – dopo l'avvio della discussione dell'atto di indirizzo – abbia assunto talune iniziative nei confronti dei soggetti interessati e, in particolare, abbia disposto la sospensione delle diffide già inviate nei confronti delle aziende per l'anno 2006, ritiene utile che il Governo fornisca alla Commissione i necessari chiarimenti in materia, anche al fine di comprendere le ragioni per le quali, nonostante la predetta sospensione, non appaiono ancora risolte le problematiche ispettive che riguardano numerose imprese della provincia di Agrigento. Fa notare, peraltro, sono state recentemente elevate contravvenzioni di significativa entità nei confronti di aziende per le quali avrebbe dovuto operare la predetta sospensione.

  Il viceministro Michel MARTONE ricorda che la risoluzione in esame attiene alle ricadute contributive per alcuni operai agricoli e florovivaisti della provincia di Agrigento, dipendenti di ditte che hanno applicato in modo difforme da quanto previsto dal contratto provinciale di lavoro le disposizioni in materia di programmi di adeguamento contrattuali. Rispetto a quanto evidenziato nella scorsa seduta, fa presente che, con messaggio n. 5601 del 30 marzo 2012, avente ad oggetto «Confronto retribuzioni aziende agricole», inviato alle sedi INPS, l'Istituto ha informato dell'opportunità di sospendere gli effetti delle diffide inviate alle aziende per contestarle differenze retributive dichiarate sul modello per la dichiarazione della manodopera agricola (DMAG) rispetto alle retribuzioni contrattuali, in attesa che fossero completati gli approfondimenti, richiesti Pag. 109anche al Ministero, in ordine alla corretta interpretazione dell'orario contrattuale previsto nel CCNL del settore agricolo: tale richiesta è stata inviata a seguito dell'Avviso comune siglato e inviato allo stesso Ministero dalle associazioni datoriali e sindacali sulla fattispecie in esame, anche al fine di scongiurare l'eventuale insorgenza di un contenzioso seriale sulla materia.
  Informa, per completezza, che l'Istituto ha successivamente inviato un ulteriore messaggio nel quale è stata data indicazione alle sedi INPS, nelle more del completamento dei predetti approfondimenti, di inviare gli atti di accertamento per contestare le differenze contributive, vista la necessità di interrompere cautelativamente i termini prescrizionali. Osserva che l'Istituto ha rappresentato che il menzionato messaggio non va, tuttavia, in alcun modo ad influire sulle linee guida gestionali e strategiche tracciate per la programmazione dell'attività di vigilanza dell'Istituto – che indicano, come priorità, il contrasto dell'evasione e dell'elusione contributiva finalizzato all'incremento delle entrate e alla lotta al lavoro nero, attraverso un costante monitoraggio della correntezza e correttezza contributiva delle aziende e dei lavoratori autonomi regolarmente iscritti e attraverso la verifica e il controllo di soggetti che svolgono attività produttive – e non ha alcun riferimento con la fattispecie che ha dato origine alle contestazioni nei verbali cui fa riferimento la risoluzione.

  Silvano MOFFA, presidente, alla luce dell'intervento del rappresentante del Governo, ritiene che si debba verificare con attenzione se le attività di controllo svolte nei confronti delle imprese abbiano ad oggetto o meno fatti per i quali sia stata disposta la sospensione cautelare, al fine di scongiurare il rischio di produrre un aumento smisurato ed ingiustificato del contenzioso. Invita, pertanto, l'Esecutivo a svolgere i necessari accertamenti, acquisendo in particolare dalla sede INPS provinciale interessata puntuali elementi di conoscenza, attesa anche la pesantezza delle sanzioni comminate a importanti aziende agricole dell'area.

  Il viceministro Michel MARTONE, nel prendere atto dell'esigenza segnalata, si impegna a effettuare gli opportuni accertamenti sollecitando al riguardo gli organismi competenti e, in particolare, la sede provinciale dell'Istituto.

  Silvano MOFFA, presidente, rinvia, quindi, il seguito della discussione ad altra seduta.

  La seduta termina alle 13.45.

INTERROGAZIONI

  Giovedì 21 giugno 2012. — Presidenza del vicepresidente Luigi BOBBA. – Interviene il viceministro del lavoro e delle politiche sociali, Michel Martone.

  La seduta comincia alle 13.45.

5-06125 Gatti: Sulla tutela delle donne lavoratrici con particolare riferimento all'area siciliana.

  Il viceministro Michel MARTONE risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 1).

  Maria Grazia GATTI (PD) fa anzitutto notare che i dati riferiti, riguardanti le risorse (40 milioni di euro) stanziate per interventi a favore delle lavoratrici, risalgono al 2007, all'epoca del Governo Prodi, e sembrerebbero peraltro non ancora utilizzati, a fronte della drammatica situazione occupazionale delle donne nel Paese: ritiene, quindi, inaccettabile che il Governo li continui a citare nelle sue risposte agli atti di sindacato ispettivo, dimostrando poco rispetto per il Parlamento.
  Passando ai restanti argomenti in discussione, rileva che le violazioni poste in essere dai datori di lavoro indicate nel suo atto di sindacato ispettivo sono più gravi del semplice licenziamento verbale ipotizzato dal Governo, arrivando a contemplare Pag. 110i casi di «allontanamento coatto» del lavoratore in vista del suo licenziamento per abbandono del posto di lavoro. Osservato, quindi, che le misure assunte dall'Esecutivo nell'ambito della riforma del mercato del lavoro non appaiono in grado di scongiurare tali «selvagge» pratiche ai danni dei lavoratori, auspica che siano assunte quanto prima adeguate forme di intervento, sulle quali si augura che il Parlamento possa fornire il proprio contributo.
  Si augura, infine, che sia fornita una indicazione certa sui dati relativi al numero di donne lavoratrici operanti in Sicilia, che abbiano abbandonato il lavoro a causa della maternità, considerato che sul punto nessuna risposta è stata fornita dal Governo e che appare sconcertante che l'Esecutivo si limiti ad affermare di non essere in grado di acquisire tali dati dalla Regione interessata.

5-06523 Grimoldi: Deroghe per l'accesso alla pensione e ricongiunzione onerosa dei contributi.
5-06409 Codurelli: Deroghe in materia di requisiti di accesso alla pensione.
5-06428 Gnecchi: Sulla ricongiunzione di contributi previdenziali a titolo oneroso.

  Luigi BOBBA, presidente, avverte che le interrogazioni in titolo, vertendo su argomenti analoghi, saranno svolte congiuntamente.

  Il viceministro Michel MARTONE risponde alle interrogazioni in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 2).

  Massimiliano FEDRIGA (LNP), cofirmatario dell'interrogazione n. 5-06523, si dichiara non soddisfatto della risposta del rappresentante del Governo, rilevando l'assenza di equità nei recenti interventi previdenziali che hanno penalizzato i cittadini, soprattutto per quanto riguarda la mancata salvaguardia di taluni soggetti prossimi alla pensione. Con riferimento alla questione delle ricongiunzioni onerose, fa notare che le misure assunte dal Governo in materia di totalizzazione non appaiono risolutive del problema, osservando che una tutela equa potrebbe derivare da un intervento che garantisca la ricongiunzione gratuita dei contributi presso fondi che erogano trattamenti peggiorativi, per i quali l'onerosità non avrebbe alcuna giustificazione. Quanto alla questione dei cosiddetti «esodati», ritiene necessario fornire risposte certe a tutti i soggetti coinvolti – seppur attraverso l'adozione di misure dosate nel tempo, nel rispetto degli equilibri di bilancio – facendo notare che il Governo potrebbe utilizzare i risparmi di gestione realizzati con la riforma previdenziale, mediante la quale, aumentando drasticamente l'età pensionabile senza alcuna forma di gradualità, si è cercato di fare cassa ai danni dei pensionati, nonostante la spesa pubblica in materia di previdenza fosse sotto controllo.

  Lucia CODURELLI (PD), fatto notare che il rappresentante del Governo non ha fornito alcuna risposta ai quesiti posti nell'interrogazione, auspica l'adozione di interventi urgenti che pongano rimedio agli errori commessi dal Governo in materia previdenziale, introducendo elementi di gradualità negli interventi di innalzamento dell'età pensionabile.
  In particolare, si sofferma sulla drammatica situazione delle singole persone che vengono citate nei diversi atti di sindacato ispettivo predisposti dal suo gruppo, segnalando come la questione dei cosiddetti «esodati» debba trovare una soluzione equa, che consenta il rispetto di diritti acquisiti dai lavoratori.

  Marialuisa GNECCHI (PD) ricorda di aver presentato la sua interrogazione con la finalità di mettere in evidenza taluni casi specifici di lavoratrici, che, a causa delle recenti riforme pensionistiche, rischiano di restare senza stipendio e pensione: si tratta, a suo avviso, di casi individuali di uscita dal lavoro, che meritano un'adegata tutela. Fa riferimento, in Pag. 111particolare, per quanto concerne la questione delle ricongiunzioni onerose, al caso di una dipendente statale che, dopo aver presentato il 6 luglio 2010 la domanda per ricongiungere la contribuzione versata presso l'INPDAP all'INPS, ha cessato l'attività lavorativa per dimissioni volontarie il 30 settembre 2010, con l'intenzione di andare in pensione dal 1o ottobre 2010. Rilevato che solo a luglio 2011, a distanza di un anno, l'INPS ha comunicato che l'onere di ricongiunzione ammontava a 53.607 euro (60.256 in caso di pagamento in 64 mensilità), fa notare come appaia irragionevole che la legge n. 122 del 2012, entrata in vigore il 31 luglio, introduca retroattivamente, a decorrere dal 1o luglio 2010, l'onerosità della ricongiunzione, ledendo la legittima aspettativa della lavoratrice che confidava nella gratuità della ricongiunzione stessa. Rileva, quindi, che a seguito delle misure introdotte dalla legge n. 122 del 2010 i lavoratori interessati si sono trovati, con una norma retroattiva, senza le certezze e i diritti che solo qualche giorno prima erano in vigore. Cita quindi il caso di una lavoratrice di Milano, impiegata presso l'ACI, che presenta due posizioni contributive aperte (24 anni e 9 mesi presso l'INPS e 15 anni presso l'INPDAP), evidenziando l'ingiustizia determinata dalla normativa richiamata, che costringe i lavoratori, anche laddove abbiano lavorato per quasi 40 anni con lo stesso datore di lavoro, a pagare un onere considerevole per ricongiungere i contributi.
  Con riguardo alla vicenda dei lavoratori «esodati», manifesta una certa soddisfazione per la risposta del Governo, laddove parla di applicare i previdenti requisiti pensionistici nei confronti di chi abbia conseguito i requisiti entro il 31 dicembre 2011, e di chi, prossimo al pensionamento, abbia perso o lasciato il proprio lavoro per accedervi in un arco temporale non lungo, operando un giusto contemperamento tra esigenze di stabilizzazione finanziaria e comprensibili aspettative dei lavoratori. Auspica, in ogni caso, che sia sulla questione delle ricongiunzioni onerose sia su quella degli «esodati» vengano quanto prima assunte misure definitive che pongano rimedio alle ingiustizie poste in essere con la recente riforma previdenziale.

  Luigi BOBBA, presidente, dichiara concluso lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno.

  La seduta termina alle 14.20.

SEDE REFERENTE

  Giovedì 21 giugno 2012. — Presidenza del vicepresidente Luigi BOBBA indi del presidente Silvano MOFFA. – Interviene il viceministro del lavoro e delle politiche sociali, Michel Martone.

  La seduta comincia alle 14.20.

Disposizioni in materia di riforma del mercato del lavoro in una prospettiva di crescita.
C. 5256 Governo, approvato dal Senato.

(Seguito dell'esame e conclusione).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in titolo, rinviato nella precedente seduta odierna.

  Luigi BOBBA, presidente, comunica preliminarmente che la Conferenza dei presidenti di gruppo, nella riunione odierna, ha convenuto di inserire il provvedimento in titolo nel calendario dei lavori dell'Assemblea a partire da lunedì 25 giugno. Per tali ragioni, fa presente che – secondo quanto concordato nella riunione dell'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, svoltasi stamattina – si passerà ora agli interventi in replica del relatore Damiano e del rappresentante del Governo; la seduta sarà poi sospesa e riprenderà dopo la scadenza del termine per la presentazione di emendamenti, che è stato anticipato alle ore 15 di oggi. Avverte, quindi, che a quel punto sarà possibile valutare il complesso delle proposte emendative presentate e verificare l'eventuale possibilità di iniziarne Pag. 112l'esame sin dal pomeriggio di oggi, anziché alle ore 10 di domani, come al momento concordato.

  Cesare DAMIANO (PD), relatore, facendo seguito alla replica già svolta dal correlatore Cazzola, fa notare che il suo gruppo – nonostante il provvedimento in esame sia caratterizzato da molte ombre e soltanto talune luci – per senso di responsabilità nei confronti del Paese acconsente alla richiesta del Presidente del Consiglio di favorire una rapida approvazione del testo in questione, al fine di rafforzare la posizione del Governo in vista degli imminenti impegni europei. Evidenzia che tale spirito di disponibilità del suo gruppo deriva anche dalla capacità di ascolto del Governo, che si è impegnato solennemente a sciogliere in via definitiva i nodi di merito ancora irrisolti riguardanti i cosiddetti «esodati», l'entrata in vigore del nuovo sistema degli ammortizzatori sociali (da rendere più universali), la flessibilità in entrata e la salvaguardia dei giovani. Quanto alla vicenda degli «esodati», osserva che le questioni di natura economica non possono condizionare il riconoscimento di diritti fondamentali, interrogandosi sul motivo per il quale le stime finanziarie tendono ad essere sovrastimate in coincidenza di operazioni tese a conseguire risparmi di spesa pubblica in materia previdenziale e vengono sottostimate quando si tratta, al contrario, di salvaguardare legittimamente il trattamento pensionistico di cittadini prossimi alla maturazione dei requisiti. Auspica che sul punto possa essere recuperato l'ottimo lavoro unitario svolto dalla Commissione, che ritiene possa rappresentare un punto di partenza per l'individuazione di adeguate soluzioni al problema.
  In relazione alla questione degli ammortizzatori sociali, richiede l'assunzione da parte dell'Esecutivo di adeguate misure correttive, paventando il rischio che la riduzione dei tempi di durata del sostegno al reddito possa indurre le imprese ad anticipare processi di ristrutturazione, con il rischio di determinare un preoccupante «cortocircuito» occupazionale, che sarebbe insostenibile in un periodo di crisi come quello attuale. Ritiene quindi necessario non tralasciare la questione della tutela dei giovani, rendendo meno restrittivi i requisiti di accesso alla «mini-ASPI» e all'indennità una tantum contemplata per i lavoratori a progetto, prevedendo altresì una riduzione degli oneri contributivi posti a carico dei titolari delle partite IVA.
  Manifesta poi una certa soddisfazione per taluni aspetti del testo in esame, che ritiene siano stati migliorati grazie alle modifiche apportate durante l'esame presso il Senato, consentendo di realizzare ragionevoli forme di compromesso in materie delicate quali la disciplina del salario minimo per i lavoratori a progetto e la modifica dell'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori.
  In conclusione, preannunciando che il suo gruppo favorirà l'approvazione del provvedimento, essendo intervenuto un elemento politico nuovo riguardante la richiesta di sostegno proveniente dal Presidente del Consiglio, auspica che il dialogo tra i gruppi e il Governo possa in ogni caso continuare sotto il segno di una reciproca capacità di ascolto, affinché si giunga ad importanti convergenze di merito su tematiche rilevanti per i lavoratori, nelle quali occorre rimediare a taluni errori commessi in passato.

  Il viceministro Michel MARTONE ritiene doveroso, innanzitutto, ringraziare i membri della Commissione per l'elevato senso di responsabilità mostrato, che si è tradotto nella disponibilità a limitare i propri interventi e le proprie proposte emendative in vista della sollecita conclusione dell'iter: ritiene che ciò consenta di rafforzare la posizione del Governo in coincidenza con i prossimi importanti impegni internazionali del Paese.
  Osserva che il lungo percorso di esame del provvedimento ha fatto emergere in maniera evidente lo sforzo costruttivo messo in campo dai gruppi parlamentari, dalle parti sociali e dal Governo nel tentativo di raggiungere soddisfacenti punti di convergenza anche su tematiche delicate e Pag. 113complesse. Dopo aver dichiarato di non poter rispondere dettagliatamente a tutte le questioni poste nel corso dell'esame, in coerenza con le logiche di economia procedurale che hanno caratterizzato la discussione, intende precisare, rispetto a talune affermazioni critiche espresse da alcuni deputati, che l'impegno del Governo sulle materie in questione è stato improntato al massimo pragmatismo, come testimoniano le dichiarazioni rese sia dal Ministro Fornero sia dal Presidente Monti alla Camera dei deputati nei giorni scorsi (alle quali rimanda testualmente, per un più dettagliato approfondimento delle tematiche), che confermano la volontà dell'Esecutivo di continuare a lavorare su tali materie, anche tenendo conto del contributo offerto dal Parlamento. Fa notare, inoltre, che sul testo del provvedimento in esame non sono state espresse solo critiche, ma sono emerse anche manifestazioni di condivisione importanti rispetto a disposizioni normative giudicate adeguate e corrette, in un contesto di riforma del mercato del lavoro come quello attuale.
  Nel ringraziare, infine, la Commissione per l'ottimo lavoro istruttorio svolto, dichiara che il Governo, nella piena consapevolezza che molto ancora resta da fare sulla materia del lavoro, confida sull'apporto del Parlamento per l'elaborazione delle misure future, che saranno necessarie per affrontare le problematiche rimaste irrisolte, nella prospettiva di una massima salvaguardia di tutti i soggetti interessati dalla crisi economica in corso.

  Luigi BOBBA, presidente, nel ricordare che il termine per la presentazione di emendamenti al provvedimento in esame è fissato per le ore 15, sospende la seduta, che riprenderà non appena saranno disponibili i primi elementi relativi alle proposte emendative presentate, al fine di verificare se vi sia la possibilità di anticiparne ad oggi l'inizio dell'esame.

  La seduta, sospesa alle 14.45, è ripresa alle 16.10.

  Silvano MOFFA, presidente, comunica che, essendo state presentate oltre 350 proposte emendative riferite al provvedimento in titolo, la presidenza ritiene opportuno iniziarne l'esame sin dalla giornata odierna, a partire dal momento in cui saranno disponibili i fascicoli degli emendamenti, non prima delle ore 17.30.
  Al riguardo, preannuncia che – al fine di garantire il rispetto del termine previsto per riferire all'Assemblea, nel cui calendario il disegno di legge risulta iscritto dal prossimo lunedì 25 giugno – la presidenza intende avvalersi della facoltà di organizzare le deliberazioni della Commissione, ai sensi dell'articolo 79, comma 10, del Regolamento, secondo principi di economia procedurale, assicurando comunque che per ogni articolo siano posti in votazione gli emendamenti indicati da ciascun gruppo: invito, quindi, i gruppi a segnalare alla presidenza – prima della ripresa dei lavori – gli emendamenti che essi intendono porre in votazione, fermo restando che, anche in ragione della rilevanza della materia trattata, ciascun gruppo potrà indicare complessivamente fino a quindici emendamenti, anziché, come previsto dal citato articolo 79, comma 10, del Regolamento, due emendamenti per articolo.

  Massimiliano FEDRIGA (LNP), prima di procedere nel senso indicato dalla presidenza, attende di conoscere i pareri di relatori e Governo sugli emendamenti presentati, segnalando la disponibilità del suo gruppo, ove i relatori manifestino interesse a valutare positivamente determinati emendamenti, a ritirare buona parte delle rimanenti proposte emendative.

  Silvano MOFFA, presidente, avverte che la presidenza si è limitata a richiamare l'intenzione di avvalersi di una facoltà riconosciuta dal Regolamento per assicurare il rispetto dei termini per riferire all'Assemblea, fermo restando che un'eventualità come quella segnalata dal deputato Fedriga potrà essere verificata alla ripresa dei lavori della Commissione.
  Sospende, quindi, la seduta.

  La seduta, sospesa alle 16.20, è ripresa alle 17.40.

Pag. 114

  Silvano MOFFA, presidente, avverte anzitutto che la presidenza del Senato ha inviato, in data odierna, una correzione del messaggio legislativo – trasmesso lo scorso 1o giugno – relativo al disegno di legge n. 5256, che deve pertanto intendersi integrato, nel testo approvato dall'altro ramo del Parlamento, da detta modificazione formale.
  Comunica, altresì, che sono pervenuti – in ordine al disegno di legge in esame – i pareri del Comitato per la legislazione e delle Commissioni I, II, VI, VII, VIII, IX, XII, XIII e XIV. Segnala, al contempo, che la Commissione parlamentare per le questioni regionali ha fatto presente di avere già espresso il parere sul provvedimento in titolo in occasione dell'esame al Senato, mentre la X Commissione ha comunicato che non esprimerà il parere di competenza, fermo restando che devono comunque intendersi decorsi i termini di cui all'articolo 73, comma 2, del Regolamento. Avverte, infine, che la V Commissione esprimerà il parere direttamente per l'Assemblea.
  Comunica, quindi, che sono state presentate numerose proposte emendative riferite al disegno di legge in titolo (vedi allegato 3), rispetto alle quali la presidenza ha invitato i gruppi a segnalare gli emendamenti che essi intendono porre in votazione, ai sensi dell'articolo 79, comma 10, del Regolamento, riservandosi di adottare un criterio di flessibilità circa il numero massimo di proposte emendative indicabili, in particolare, dai gruppi di opposizione.
  Passando, dunque, all'esame degli emendamenti, prende atto anzitutto dell'assenza dei presentatori delle proposte emendative a prima firma Brugger, Osvaldo Napoli, Ruvolo e Zeller: s'intende che vi abbiano rinunciato.

  Angelo SANTORI (Misto) dichiara l'intenzione di ritirare tutti gli emendamenti a sua prima firma, riservandosi di valutarne la ripresentazione per la discussione in Assemblea.

  Giuliano CAZZOLA (PdL), relatore, invita i presentatori al ritiro di tutti gli emendamenti presentati, esprimendo altrimenti parere contrario.

  Cesare DAMIANO (PD), relatore, si associa al parere espresso dall'onorevole Cazzola.

  Il viceministro Michel MARTONE esprime parere conforme a quello dei relatori.

  Massimiliano FEDRIGA (LNP) illustra l'emendamento 1.1, a sua prima firma, raccomandandone l'approvazione, in quanto volto a sopprimere l'articolo 1 del disegno di legge in esame, una disposizione centrale nell'ambito del provvedimento che tuttavia, a suo avviso, reca una disciplina che va a discapito sia delle imprese sia, al tempo stesso, dei lavoratori.

  La Commissione respinge l'emendamento Fedriga 1.1.

  Massimiliano FEDRIGA (LNP) illustra l'emendamento 1.22, di cui è primo firmatario, evidenziandone l'importanza ai fini dell'introduzione del criterio della meritocrazia nell'ambito del pubblico impiego.

  La Commissione respinge l'emendamento Fedriga 1.22.

  Massimiliano FEDRIGA (LNP) illustra l'emendamento 1.28, di cui è primo firmatario, specificandone la ratio, consistente nell'equiparazione dei dipendenti pubblici e privati per quanto concerne l'applicazione della disciplina in tema di flessibilità in uscita e tutela del lavoratore recata dal provvedimento in esame.

  La Commissione respinge l'emendamento Fedriga 1.28.

  Massimiliano FEDRIGA (LNP) illustra l'emendamento 1.31, a sua prima firma, con il quale si intende inserire nel testo la previsione per cui, in occasione del rinnovo dei contratti collettivi nazionali del pubblico impiego, le retribuzioni dei pubblici Pag. 115dipendenti dovranno essere commisurate al costo medio della vita nelle province in cui essi svolgono la loro attività lavorativa.

  La Commissione respinge l'emendamento Fedriga 1.31.

  Massimiliano FEDRIGA (LNP) illustra l'emendamento 1.32, a sua prima firma, raccomandandone l'approvazione, in quanto avente l'importante finalità di incentivare, attraverso la predisposizione di diverse misure, la conversione dei rapporti di collaborazione coordinata e continuativa in contratto di lavoro a tempo indeterminato, in via sperimentale.

  La Commissione respinge l'emendamento Fedriga 1.32.

  Giovanni PALADINI (IdV) illustra l'emendamento 1.34, di cui è primo firmatario, volto ad incidere sul comma 9 dell'articolo 1 del provvedimento, che modifica in più parti il decreto legislativo n. 368 del 2001, in materia di contratto di lavoro a tempo determinato.

  La Commissione respinge l'emendamento Paladini 1.34.

  Massimiliano FEDRIGA (LNP) illustra l'emendamento 1.54, di cui è primo firmatario, teso a modificare i termini previsti al comma 9, lettera g), dell'articolo 1, che prolunga l'intervallo di tempo oltre il quale la stipula di un nuovo contratto a termine dopo la scadenza del precedente si considera come assunzione a tempo indeterminato.

  La Commissione respinge l'emendamento Fedriga 1.54.

  Massimiliano FEDRIGA (LNP) illustra l'emendamento 1.57, di cui è primo firmatario, finalizzato alla salvaguardia, in particolare, dei contratti di lavoro per lo svolgimento di attività stagionali, per i quali si rischia di mettere in estrema sofferenza diversi settori, tra i quali quello turistico-alberghiero.

  La Commissione respinge l'emendamento Fedriga 1.57.

  Massimiliano FEDRIGA (LNP) illustra l'emendamento 1.97, di cui è primo firmatario, evidenziandone la finalità di favorire le nuove assunzioni con contratto a tempo parziale delle categorie di lavoratori studenti.

  La Commissione respinge l'emendamento Fedriga 1.97.

  Giovanni PALADINI (IdV) illustra l'emendamento Borghesi 1.127, di cui è cofirmatario, volto a modificare il comma 26 dell'articolo 1, che introduce l'articolo 69-bis del decreto legislativo n. 276 del 2003, al fine di razionalizzare il ricorso alle collaborazioni rese dai titolari di partita IVA.

  La Commissione respinge l'emendamento Borghesi 1.127.

  Giovanni PALADINI (IdV) illustra l'emendamento 1.128, di cui è primo firmatario, teso a modificare il comma 26 dell'articolo 1 nella parte in cui introduce la presunzione che prestazioni rese da titolari di partita IVA sono da considerarsi rapporti di collaborazione coordinata e continuativa qualora ricorrano determinati presupposti.

  La Commissione respinge l'emendamento Paladini 1.128.

  Massimiliano FEDRIGA (LNP) illustra l'emendamento 1.133, di cui è primo firmatario, volto a scongiurare il rischio per cui, nel cercare di contrastare le cosiddette false partite IVA, finiscano per essere penalizzate quelle vere.

  La Commissione respinge l'emendamento Fedriga 1.133.

Pag. 116

  Giovanni PALADINI (IdV) illustra l'emendamento Evangelisti 1.136, di cui è cofirmatario, che verte sul tema delle collaborazioni rese da titolari di partita IVA.

  La Commissione respinge l'emendamento Evangelisti 1.136.

  Giovanni PALADINI (IdV) illustra l'emendamento 1.157, a sua prima firma, che reca una modifica al comma 32 dell'articolo 1, in materia di disciplina del lavoro accessorio.

  La Commissione respinge l'emendamento Paladini 1.157.

  Massimiliano FEDRIGA (LNP) illustra l'emendamento 1.159, a sua prima firma, recante una modifica all'articolo 32 dell'articolo 1, che interviene sull'articolo 70 del decreto legislativo n. 276 del 2003, al fine di restringere il campo di operatività dell'istituto del lavoro accessorio.

  La Commissione respinge l'emendamento Fedriga 1.159.

  Giovanni PALADINI (IdV) illustra l'emendamento 1.177, di cui è primo firmatario, teso a modificare l'articolo 13 del decreto legislativo n. 124 del 2004, in materia di razionalizzazione delle funzioni ispettive in materia di previdenza sociale e di lavoro.

  La Commissione respinge l'emendamento Paladini 1.177.

  Giovanni PALADINI (IdV) illustra l'emendamento 1.180, di cui è primo firmatario, volto a sopprimere il comma 40 dell'articolo 1 che, sostituendo l'articolo 7 della legge n. 604 del 1966, introduce una procedura di conciliazione davanti alla Commissione provinciale di conciliazione presso la Direzione territoriale del lavoro.

  La Commissione respinge l'emendamento Paladini 1.180.

  Giovanni PALADINI (IdV) illustra l'emendamento Borghesi 1.194, di cui è cofirmatario, raccomandandone l'approvazione, in quanto finalizzato a sopprimere il comma 42 dell'articolo 1, che modifica l'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori.

  La Commissione respinge l'emendamento Borghesi 1.194.

  Giovanni PALADINI (IdV) illustra l'emendamento 1.195, di cui è primo firmatario, che sostituisce il comma 42 dell'articolo 1, introducendo principi di maggiore salvaguardia dei diritti dei lavoratori.

  La Commissione respinge l'emendamento Paladini 1.195.

  Massimiliano FEDRIGA (LNP) illustra l'emendamento 1.219, identico all'emendamento Borghesi 1.218, raccomandandone l'approvazione, in quanto diretto a espungere le modifiche in tema di licenziamenti collettivi.

  Giovanni PALADINI (IdV) illustra l'emendamento Borghesi 1.218, di cui è cofirmatario, volto a sopprimere i commi da 44 a 46 dell'articolo 1, che modificano la disciplina dei licenziamenti collettivi.

  La Commissione respinge gli identici emendamenti Borghesi 1.218 e Fedriga 1.219.

  Giovanni PALADINI (IdV) illustra l'emendamento 1.238, di cui è primo firmatario, illustrandone le finalità.

  La Commissione respinge l'emendamento Paladini 1.238.

  Massimiliano FEDRIGA (LNP) illustra il proprio emendamento 2.9, volto ad aumentare da dodici a diciotto mesi la durata massima di corresponsione dell'ASPI per i lavoratori di età inferiore a cinquantacinque anni, e ne raccomanda l'approvazione.

  La Commissione respinge l'emendamento Fedriga 2.9.

Pag. 117

  Massimiliano FEDRIGA (LNP) illustra il proprio emendamento 2.12, volto ad aumentare da diciotto a ventiquattro mesi la durata massima di corresponsione dell'ASPI per i lavoratori di età pari o superiore a cinquantacinque anni, e ne raccomanda l'approvazione.

  La Commissione respinge l'emendamento Fedriga 2.12.

  Giovanni PALADINI (IdV) illustra l'emendamento Borghesi 2.19, del quale è cofirmatario, in tema di mini-ASPI. Ne raccomanda quindi l'approvazione.

  La Commissione respinge l'emendamento Borghesi 2.19.

  Massimiliano FEDRIGA (LNP) raccomanda l'approvazione del proprio emendamento 2.31, del quale illustra la ratio, volta a fornire, con riguardo alla tematica degli «esodati», le misure normative richieste dai gruppi del PD e del PDL.

  Maria Grazia GATTI (PD) dichiara di aspettarsi il voto favorevole del gruppo della Lega Nord Padania non appena tale tema sarà riproposto nel prossimo provvedimento in materia.

  La Commissione respinge l'emendamento Fedriga 2.31.

  Giovanni PALADINI (IdV) illustra l'emendamento Borghesi 2.44, del quale è cofirmatario, in materia di indennità di disoccupazione per i lavoratori dello spettacolo. Ne raccomanda quindi l'approvazione.

  La Commissione respinge l'emendamento Borghesi 2.44.

  Massimiliano FEDRIGA (LNP) raccomanda l'approvazione del proprio emendamento 3.7, volto a favorire l'accesso al credito bancario ai soggetti privi di occupazione che intendano avviare attività imprenditoriali e professionali.

  La Commissione respinge l'emendamento Fedriga 3.7.

  Giovanni PALADINI (IdV) raccomanda l'approvazione dell'emendamento Di Giuseppe 4.7, del quale è cofirmatario, con il quale si intende modificare le disposizioni del Codice civile relative al recesso dal contratto di lavoro.

  La Commissione respinge l'emendamento Di Giuseppe 4.7.

  Massimiliano FEDRIGA (LNP) illustra il proprio emendamento 4.34, volto a sopprimere il comma 30 dell'articolo 4, che modifica la disciplina relativa al prolungamento del soggiorno dello straniero extracomunitario nell'ipotesi di perdita del posto di lavoro, elevando a un anno il periodo minimo di iscrizione nelle liste di collocamento per il periodo di residua validità del permesso e prevedendo che il permesso per attesa occupazione sia valido per tutto il periodo di durata della prestazione di sostegno al reddito percepita.

  La Commissione respinge l'emendamento Fedriga 4.34.

  Massimiliano FEDRIGA (LNP) raccomanda l'approvazione del proprio emendamento 4.68, volto a ridurre le dotazioni dei ministeri, incidendo anche sulle cosiddette «pensioni d'oro».

  La Commissione respinge l'emendamento Fedriga 4.68.

  Massimiliano FEDRIGA (LNP) illustra il proprio emendamento 4.73, che ha la finalità di ridurre la pressione fiscale sul settore immobiliare, e ne raccomanda l'approvazione.

  La Commissione respinge l'emendamento Fedriga 4.73.

  Silvano MOFFA, presidente, essendosi concluso l'esame degli emendamenti segnalati, avverte che devono intendersi respinte tutte le restanti proposte emendative Pag. 118non poste in votazione, che potranno comunque essere ripresentate in occasione della discussione in Assemblea.

  Massimiliano FEDRIGA (LNP) evidenzia preliminarmente come il suo gruppo abbia dimostrato un grande senso di responsabilità, non ricorrendo a comportamenti ostruzionistici, nonostante la Camera sia stata posta nella condizione di dover necessariamente approvare in tempi brevissimi, senza la possibilità di apportare alcuna modifica, un provvedimento trasmesso dall'altro ramo del Parlamento.
  Ritiene che il provvedimento presenti numerose criticità e sia in contrasto con le reali necessità del Paese, contenendo misure inadeguate, che aumentano il costo del lavoro. Si tratta inoltre, a suo giudizio, di un provvedimento farraginoso, nel quale risulta evidente come il Governo abbia avuto timore di assumere decisioni nette ed esprimere una linea politica precisa. Dubita che l'approvazione di una simile riforma possa in alcun modo giovare all'immagine dell'Italia, rinforzandone la posizione nell'ambito della prossima riunione del Consiglio europeo che si terrà il 28 e 29 giugno e ritiene, piuttosto, che questa argomentazione sia stata utilizzata per operare una evidente forzatura e indurre la Camera ad approvare il testo del provvedimento senza apportarvi modifiche. Sottolinea come, se il Governo avesse concesso più tempo al Parlamento, anziché presentarsi in Europa con una pessima riforma del mercato del lavoro già approvata, avrebbe potuto limitarsi ad annunciare l'imminente approvazione di una riforma definitiva e senza lacune, senza che questo responsabile comportamento potesse compromettere in alcun modo la posizione dell'Italia. Esprime comunque l'auspicio che il Governo inizi a chiedere all'Europa l'adozione delle misure necessarie al superamento della crisi economica, anziché continuare a subire l'imposizione di misure peraltro di dubbia efficacia.
  Preannuncia quindi il voto contrario del suo gruppo sulla proposta di conferire ai relatori il mandato a riferire in senso favorevole all'Assemblea sul provvedimento in esame.

  Giovanni PALADINI (IdV) ritiene che il provvedimento in esame sia estremamente deludente, non contenendo misure idonee a garantire un miglioramento dell'efficienza del mercato del lavoro e, più in generale, una maggiore equità sociale e la prospettiva di una crescita economica. Si tratta, a suo giudizio, di un provvedimento inutile e dannoso, farraginoso e di difficile interpretazione, che riduce fortemente la tutela dei lavoratori e rischia di creare forti tensioni sociali. Ritiene, inoltre, che il provvedimento sia lacunoso e incompleto, non affrontando questioni fondamentali come, in particolare, quella del Mezzogiorno.
  Preannuncia quindi il voto contrario del suo gruppo sulla proposta di conferire ai relatori il mandato a riferire in senso favorevole all'Assemblea sul provvedimento in esame.
  Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione delibera di conferire ai deputati Cazzola e Damiano il mandato a riferire favorevolmente in Assemblea sul disegno di legge n. 5256, nel medesimo testo trasmesso dal Senato. Delibera, altresì, di chiedere l'autorizzazione a riferire oralmente.

  Silvano MOFFA, presidente, nel ringraziare il rappresentante del Governo e tutti i gruppi, con particolare riferimento a quelli di opposizione, per la serietà e il senso di responsabilità con i quali hanno affrontato l'esame del provvedimento, in una situazione contingente in cui si è dovuto prendere atto delle indicazioni provenienti dal Governo in vista degli impegnativi appuntamenti a livello europeo, prende atto che – essendosi concluso l'esame in sede referente – la seduta già fissata per domani non avrà luogo.
  Si riserva, quindi, di designare i componenti del Comitato dei nove per l'esame in Assemblea, sulla base delle indicazioni dei gruppi.

  La seduta termina alle 19.05.

Pag. 119