CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 21 giugno 2012
670.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Ambiente, territorio e lavori pubblici (VIII)
COMUNICATO

TESTO AGGIORNATO AL 26 GIUGNO 2012

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INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

  Giovedì 21 giugno 2012. — Presidenza del presidente Angelo ALESSANDRI. – Interviene il sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti Guido Improta.

  La seduta comincia alle 13.40.

  Angelo ALESSANDRI, presidente, ricorda che, ai sensi dell'articolo 135-ter, comma 5, del regolamento, la pubblicità delle sedute per lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata è assicurata anche tramite la trasmissione attraverso l'impianto televisivo a circuito chiuso. Dispone, pertanto, l'attivazione del circuito.

5-07051 Mariani: Reperimento delle risorse per la realizzazione del raccordo stradale SA-AV, nel tratto Salerno-Mercato San Severino.

  Tino IANNUZZI (PD), cofirmatario dell'interrogazione in titolo, illustra i contenuti dell'interrogazione medesima.

  Il sottosegretario Guido IMPROTA risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 1).

  Tino IANNUZZI (PD) ringrazia il sottosegretario Improta e prende atto della risposta sul progetto di ammodernamento del raccordo Salerno-Avellino.
  Giudica positivamente l'aver inserito la realizzazione del 1o lotto Salerno – Frette – Mercato San Severino nelle opere da appaltare nel 2013, alla luce del Piano Investimenti ANAS e dell'Accordo Regione Campania, ANAS e MIT.
  Rileva, tuttavia, con preoccupazione i ritardi e le incertezze nella copertura integrale del finanziamento del 1o lotto, il cui costo è oggi quantificato in 239 milioni di euro, a fronte dei soli 123 milioni di euro attribuiti con il Piano Sud.
  Rileva, peraltro, che è stato un gravissimo errore del Governo Berlusconi e del Ministro Tremonti aver revocato e dirottato (con il decreto-legge n. 112 del 2008) il finanziamento per questo 1o lotto di 190 milioni di euro, già assegnati a queste infrastrutture di assoluto rilievo nazionale dal Governo Prodi nella scorsa legislatura, nel Piano Regionale per la Mobilità 2007-2013.
  Sottolinea, quindi, l'assoluta necessità di erogare con massima tempestività le ulteriori risorse (116 milioni di euro) necessarie per il completamento del 1o lotto e, poi per l'intero raccordo. In ogni caso, ritiene indispensabile che entro il 2013 sia attuato l'appalto di quello stralcio del 1o lotto che è già finanziato.
  Esprime, inoltre, soddisfazione per il fatto che il Governo Monti, con le risposte rese oggi, riconosce che non è praticabile l'ipotesi del pedaggiamento delle arterie in questione, in considerazione dell'assenza di una adeguata e funzionale rete di viabilità «secondaria alternativa» e, ancor più, tenuto conto della grande realtà dell'Università degli Studi di Salerno nella Valle dell'Irno, nonché delle forme di defiscalizzazione introdotte dall'articolo 18 della legge n. 183 del 2011.
  Conclude, quindi, preannunciando che continuerà ad incalzare il Governo per il finanziamento integrale, l'appalto e l'avvio dei lavori di un'opera, che è segmento integrante ed essenziale del sistema autostradale nazionale, costituendo una sorta di «lotto zero», di «porta di accesso» della Autostrada A 30 Caserta-Roma verso l'Autostrada A3 Salerno – Reggio Calabria.

5-07052 Piffari: Reperimento delle risorse necessarie per il completamento della «tangenziale di Tirano» sulla strada statale n. 38.

  Sergio Michele PIFFARI (IdV) rinuncia ad illustrare l'interrogazione in titolo.

  Il sottosegretario Guido IMPROTA risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 2).

  Sergio Michele PIFFARI (IdV), nel dichiararsi soddisfatto per la risposta fornita Pag. 71dal rappresentante del Governo, sottolinea come vi sia stato un atteggiamento diverso nei confronti dell'infrastruttura oggetto dell'interrogazione, essendosi positivamente realizzato un coinvolgimento fattivo degli enti locali alla realizzazione dell'opera.

5-07053 Lanzarin: Iniziative urgenti per il completamento delle opere infrastrutturali in corso di realizzazione attraverso gestioni commissariali operanti ai sensi della legge n. 225 del 1992.

  Manuela LANZARIN (LNP) rinuncia ad illustrare l'interrogazione in titolo.

  Il sottosegretario Guido IMPROTA risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 3).

  Manuela LANZARIN (LNP) ringrazia il sottosegretario Improta per la risposta fornita, che conferma la fondatezza della richiesta da lei avanzata, nel corso dell'esame del decreto-legge n. 59 del 2012, di disporre la proroga di alcune gestioni commissariali, relative ad un numero limitato di opere infrastrutturali strategiche e fino ad oggi operanti ai sensi della legge n. 225 del 1992, per garantire il completamento in tempi rapidi di tali infrastrutture. Conclude, quindi, ribadendo anche in questa sede la richiesta, già avanzata nella riunione di ieri dell'ufficio di presidenza della Commissione, integrato dai rappresentanti dei gruppi, di audire alcuni commissari straordinari, a partire da quelli che operano per la realizzazione del tratto autostradale della A4 nel tratto tra Quarto d'Altino e Villesse e della Pedemontana veneta in relazione all'emergenza traffico nel territorio delle province di Treviso e Vicenza.

  Angelo ALESSANDRI, presidente, dichiara quindi concluso lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno.

  La seduta termina alle 13.55.

SEDE REFERENTE

  Giovedì 21 giugno 2012. — Presidenza del presidente Angelo ALESSANDRI. – Interviene il sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti Guido Improta.

  La seduta comincia alle 13.55.

Disposizioni per il coordinamento della disciplina in materia di abbattimento delle barriere architettoniche.
C. 4573 Motta.

(Seguito dell'esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 2 febbraio 2012.

  Il sottosegretario Guido IMPROTA riferisce che la Commissione ministeriale ha già predisposto una proposta di adeguamento dello schema di regolamento per renderlo più coerente rispetto alla legislazione in materia, ad esempio con un espresso richiamo ai contenuti della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità. Fa presente, inoltre, che la Presidente della Commissione ministeriale, dottoressa Costanza Pera, ha manifestato la piena disponibilità ad essere audita dalla Commissione, al fine di esporre i risultati del lavoro fin qui svolto dall'organo ministeriale e di affrontare insieme ai deputati le ulteriori questioni che dovessero essere ritenute meritevoli di approfondimento.

  Chiara BRAGA (PD), relatore, esprime apprezzamento per quanto riferito dal sottosegretario Improta, che, fra l'altro, testimonia la piena operatività della Commissione ministeriale a suo tempo istituita. Nel ritenere certamente utile procedere all'audizione della dottoressa Pera, manifesta in ogni caso l'auspicio che, subito dopo l'audizione, sia possibile addivenire alla predisposizione di un testo da approvare rapidamente, ricorrendone le condizioni, in sede legislativa.

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  Angelo ALESSANDRI, presidente, assicura la deputata Braga che sottoporrà oggi stesso all'ufficio di presidenza della Commissione, integrato dai rappresentanti dei gruppi, la richiesta di procedere all'audizione del presidente della citata Commissione ministeriale.
  Nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 14.

SEDE CONSULTIVA

  Giovedì 21 giugno 2012. — Presidenza del presidente Angelo ALESSANDRI. – Interviene il sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti Guido Improta.

  La seduta comincia alle 14.

Disposizioni in materia di riforma del mercato del lavoro in una prospettiva di crescita.
C. 5256 Governo, approvato dal Senato.

(Parere alla XI Commissione).
(Esame e conclusione – Parere favorevole).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in titolo.

  Alessio BONCIANI (UdCpTP), relatore, osserva che la Commissione è chiamata ad esprimere il prescritto parere alla XI Commissione in sede referente Lavoro) sul disegno di legge di iniziativa del Governo C. 5256 recante «Disposizioni in materia di riforma del mercato del lavoro in una prospettiva di crescita», già approvato dal Senato il 31 maggio 2012.
  Si tratta di un provvedimento particolarmente importante, la cui predisposizione ha caratterizzato in modo significativo, nei primi mesi dell'anno in corso, l'azione del Governo in carica e che dallo stesso Governo è stato considerato, fin dall'inizio, come un tassello fondamentale per avviare quel percorso di crescita così tanto invocato e, da lungo tempo, così tanto assente nel nostro Paese.
  Il disegno di legge, incentrato sui quattro punti cardine della flessibilità in entrata e in uscita, degli ammortizzatori sociali e della formazione, mira – è questo il suo obiettivo strategico – a realizzare un mercato del lavoro più dinamico e inclusivo, con particolare attenzione alle categorie sociali maggiormente a rischio, come i giovani, le donne e i lavoratori anziani; a recuperare produttività e reddito a favore dei lavoratori; a restituire slancio allo sviluppo economico.
  Quanto agli strumenti e alle misure con i quali il provvedimento persegue le indicate finalità, rileva che esse sono elencate all'articolo 1 del testo, laddove si fa riferimento all'instaurazione di rapporti di lavoro più stabili, con il rilievo prioritario del lavoro subordinato a tempo indeterminato; alla valorizzazione dell'apprendistato; alla ridistribuzione in modo più equo delle tutele dell'impiego, da un lato, contrastando l'uso improprio e strumentale degli elementi di flessibilità relativi alle tipologie contrattuali e, dall'altro, adeguando la disciplina del licenziamento; alla revisione dell'assetto degli ammortizzatori sociali e delle politiche attive; al contrasto di usi degli istituti contrattuali esistenti volti ad eludere obblighi contributivi e fiscali; alla promozione di una maggiore inclusione delle donne nella vita economica e di nuove opportunità di impiego o di tutela del reddito per i lavoratori ultracinquantenni; alla promozione di modalità partecipative di relazioni industriali in conformità agli indirizzi assunti in sede europea.
  Ricorda, inoltre, che lo stesso articolo 1 del provvedimento prevede che le nuove disposizioni legislative costituiscano principi e criteri per la regolazione dei rapporti di lavoro dei dipendenti pubblici (con esclusione del personale in regime di diritto pubblico), demandando, peraltro, al confronto con le organizzazioni sindacali l'individuazione e la definizione degli ambiti, delle modalità e dei tempi di armonizzazione della disciplina relativa ai dipendenti pubblici.
  In particolare, nell'ambito di una razionalizzazione delle tipologie contrattuali Pag. 73esistenti, il provvedimento di riforma in esame configura il contratto a tempo indeterminato quale contratto prevalente, disincentivando il ricorso ai contratti a tempo determinato. L'apprendistato, inoltre, viene delineato quale contratto tipico per l'accesso al mercato del lavoro (nonché per l'instaurazione di rapporti a tempo indeterminato), ampliandone le possibilità di utilizzo (si innalza il rapporto tra apprendisti e lavoratori qualificati dall'attuale 1/1 a 3/2) e valorizzandone il ruolo formativo.
  Il provvedimento procede, quindi, verso una redistribuzione delle tutele dell'impiego, da un lato contrastando l'uso improprio degli elementi di flessibilità relativi a talune tipologie contrattuali (dall'altro adeguando la disciplina dei licenziamenti, collettivi ed individuali). Con riferimento ai licenziamenti individuali, in particolare, esso interviene operando importanti modifiche all'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori (che reca la cosiddetta «tutela reale», consistente nella reintegrazione nel posto di lavoro). Più specificamente, lasciando inalterata la disciplina dei licenziamenti discriminatori (ove si applica sempre la reintegrazione), viene modificato il regime dei licenziamenti disciplinari (mancanza di giustificato motivo soggettivo) e dei licenziamenti economici (mancanza di giustificato motivo oggettivo): queste ultime due fattispecie presentano un regime sanzionatorio differenziato a seconda della gravità dei casi in cui sia accertata l'illegittimità del licenziamento, il quale si concretizza nella reintegrazione (casi più gravi) o nel pagamento di un'indennità risarcitoria (casi meno gravi). Infine, si introduce uno specifico rito per le controversie giudiziali aventi ad oggetto l'impugnativa dei licenziamenti.
  La riforma opera, poi, un'ampia revisione degli strumenti di tutela del reddito, in primo luogo attraverso la creazione di un unico ammortizzatore sociale (Aspi – Assicurazione sociale per l'impiego) in cui confluiscono l'indennità di mobilità e l'indennità di disoccupazione (ad eccezione di quella relativa agli operai agricoli). Il nuovo ammortizzatore amplia sia il campo soggettivo dei beneficiari, sia i trattamenti: in particolare, oltre all'estensione a categorie prima escluse (principalmente apprendisti), fornisce una copertura assicurativa per i soggetti che entrano nella prima volta nel mercato del lavoro (principalmente giovani) e per i soggetti che registrano brevi esperienze di lavoro. Viene, quindi, confermata l'attuale disciplina per la Cassa integrazione ordinaria, mentre vengono apportate modifiche alla disciplina della Cassa integrazione straordinaria. Inoltre, si prevede la creazione di un nuovo strumento di sostegno del reddito per i lavoratori ultracinquantenni.
  Infine, vengono rinnovati e rafforzati gli strumenti delle politiche attive del lavoro ed il ruolo dei servizi per l'impiego (per i quali vengono individuati livelli essenziali di servizio omogenei su tutto il territorio nazionale) e si prevedono incentivi per accrescere la partecipazione delle donne al mercato del lavoro (con l'introduzione di norme di contrasto alle cd. dimissioni «in bianco» e misure per il sostegno della genitorialità) e per il sostegno dei lavoratori anziani.
  Detto questo in termini generali, osserva che proprio la creazione del nuovo ammortizzatore sociale, la sopra citata Aspi, la quale si concretizza nell'erogazione di un'indennità mensile a favore dei lavoratori che abbiano perduto involontariamente la propria occupazione, è la prima misura di diretto interesse per la VIII Commissione, dal momento che la stessa, istituita dalle norme di cui all'articolo 2, commi 1-3, del disegno di legge in esame, sostituirà a regime anche l'indennità speciale edile.
  Nel rinviare, peraltro, alla lettura del testo del disegno di legge e alla documentazione predisposta dagli uffici per quel che concerne la disciplina del nuovo ammortizzatore sociale, che entrerà in vigore a partire dal 1o gennaio 2013, si limita a ricordare in questa sede che la citata indennità speciale edile, è istituto oggi spettante ai lavoratori con almeno 10 contributi mensili o 43 contributi settimanali per lavoro prestato nel settore dell'edilizia Pag. 74nei due anni precedenti la data della cessazione del rapporto di lavoro. Ricorda, inoltre, che al pagamento di tale indennità, corrisposta per un massimo di 90 giorni, si somma, nel caso in cui ricorrano i requisiti anche per il trattamento ordinario di disoccupazione (perfezionamento del requisito delle 52 settimane anche in settori diversi dall'edilizia e del biennio di anzianità assicurativa), la corresponsione dell'indennità ordinaria di disoccupazione per ulteriori 9 mesi (se il lavoratore, alla data di licenziamento, superi i 50 anni di età), o 5 mesi (se non superi alla data del licenziamento i 50 anni di età. Quanto all'ammontare della indennità speciale edile, ricordo che il suo importo giornaliero è pari all'80 per cento della retribuzione percepita nel periodo quadrisettimanale precedente la cessazione del rapporto di lavoro e che comunque non può superare un limite massimo mensile fissato, per il 2012, in 608,90 euro.
  La seconda misura di interesse per la VIII Commissione è quella contenuta nei commi 48 e 49 dell'articolo 3 del provvedimento, la quale amplia i casi attualmente previsti per l'accesso al Fondo di solidarietà per i mutui per l'acquisto della prima casa, istituito dalla legge n. 244 del 2007. Al riguardo, ricorda che, in virtù delle richiamate norme, l'accesso al Fondo consentirà ai mutuatari che vengano a trovarsi in determinate situazioni (cessazione del rapporto di lavoro subordinato, ovvero dei rapporti di lavoro di agenzia, di rappresentanza commerciale ed altri rapporti di collaborazione che si concretino in una prestazione di opera continuativa e coordinata, prevalentemente personale, anche se non a carattere subordinato, nonché in caso di morte o di riconoscimento di handicap grave o di invalidità civile superiore all'80 per cento) di chiedere – senza l'applicazione di alcuna commissione o spesa di istruttoria – la sospensione del pagamento delle rate, per non più di due volte e per un periodo massimo complessivo non superiore a diciotto mesi nel corso dell'esecuzione del contratto. In tali fattispecie, il Fondo interviene provvedendo al pagamento degli oneri finanziari pari agli interessi maturati sul debito residuo durante il periodo di sospensione. Al termine della sospensione, poi, il pagamento delle rate riprenderà secondo gli importi e con la periodicità originariamente previsti dal contratto. Ricorda, infine, che il cosiddetto decreto «salva Italia» (decreto-legge n. 201 del 2011) ha incrementato la dotazione del Fondo (che opera nei limiti delle risorse disponibili e sino ad esaurimento delle stesse) di 10 milioni di euro per ciascuno degli anni 2012 e 2013.
  Infine, la terza misura di interesse per la VIII Commissione è quella prevista dall'articolo 4, comma 31, del provvedimento, che interviene sulla responsabilità solidale tra committente e appaltatore negli appalti di opere o di servizi per quanto attiene ai trattamenti retributivi e previdenziali dei lavoratori.
  Data la delicatezza e complessità della materia, che potrebbe indurre talune perplessità in ordine agli effetti delle disposizioni introdotte dal disegno di legge in esame, ritiene opportuno far presente che già il decreto legislativo n. 276 del 2003 (attuativo delle deleghe contenute nella legge n. 30 del 2003 in materia di occupazione e riforma del mercato del lavoro) aveva dettato una disciplina speciale in materia di responsabilità solidale negli appalti di opere o servizi. In particolare, l'articolo 29, comma 1, di tale decreto legislativo, modificato, peraltro, recentemente, dall'articolo 21, comma 1, del decreto legge n. 5 del 2012, distingue il contratto di appalto, stipulato e regolamentato ai sensi dell'articolo 1655 del Codice civile, da quello di somministrazione di lavoro per la organizzazione dei mezzi necessari da parte dell'appaltatore, che può anche risultare, in relazione alle esigenze dell'opera o del servizio dedotti in contratto, dall'esercizio del potere organizzativo e direttivo nei confronti dei lavoratori utilizzati nell'appalto, nonché per la assunzione, da parte del medesimo appaltatore, del rischio d'impresa.
  Il successivo comma 2 stabilisce, quindi, l'obbligazione solidale, in caso di appalto di opere o di servizi, tra il committente Pag. 75imprenditore o datore di lavoro e l'appaltatore, nonché con ciascuno degli eventuali ulteriori subappaltatori entro il limite di due anni dalla cessazione dell'appalto, consistente nella corresponsione, ai lavoratori: dei trattamenti retributivi, comprensive delle quote di trattamento di fine rapporto, nonché dei contributi previdenziali dovuti e dei premi assicurativi dovuti in relazione al periodo di esecuzione del contratto di appalto, escludendo dalla corresponsione qualsiasi obbligo per le sanzioni civili di cui risponde solo il responsabile dell'inadempimento.
  Se convenuto in giudizio per il pagamento unitamente all'appaltatore, il committente imprenditore o datore di lavoro può in ogni caso eccepire, nella prima difesa, il beneficio della preventiva escussione del patrimonio dell'appaltatore medesimo. In tal caso il giudice accerta la responsabilità solidale di entrambi gli obbligati, ma l'azione esecutiva può essere intentata nei confronti del committente imprenditore o datore di lavoro solo dopo l'infruttuosa escussione del patrimonio dell'appaltatore.
  L'eccezione può essere sollevata anche se l'appaltatore non è stato convenuto in giudizio, ma in tal caso il committente imprenditore o datore di lavoro deve indicare i beni del patrimonio dell'appaltatore sui quali il lavoratore può agevolmente soddisfarsi. Il committente imprenditore o datore di lavoro che ha eseguito il pagamento può esercitare l'azione di regresso nei confronti del coobbligato secondo le regole generali.
  Detto questo sulla disciplina vigente, segnala che, al fine di rafforzare le tutele dei lavoratori, il citato articolo 4, comma 31, del disegno di legge in esame, introdotto dal Senato, modifica le richiamate norme di cui all'articolo 29, comma 2, del decreto legislativo n. 276 del 2003. In particolare, la lettera a) del comma in questione, con riferimento alla responsabilità solidale di committente e appaltatore negli appalti di opere e servizi, si specifica anzitutto che essa rimane ferma salva diversa previsione delle norme della contrattazione collettiva che possano individuare metodi e procedure di controllo e di verifica della regolarità complessiva degli appalti.
  La successiva lettera b) del medesimo comma, interviene, inoltre, sui rapporti di responsabilità tra committente e appaltatore in sede di giudizio innovando la formulazione vigente e prevedendo che: il committente imprenditore o datore di lavoro è sempre convenuto in giudizio unitamente all'appaltatore; l'eccezione di preventiva escussione esercitata da parte del committente può riguardare non solo il patrimonio dell'appaltatore (come attualmente previsto) ma anche quello di eventuali subappaltatori (in ogni caso il committente non è tenuto, come attualmente previsto, ad indicare i beni del patrimonio dell'appaltatore sui quali il lavoratore può agevolmente soddisfarsi); l'azione esecutiva può essere intentata nei confronti del committente non solo dopo l'infruttuosa escussione del patrimonio dell'appaltatore, come attualmente previsto, ma anche dopo l'infruttuosa escussione di quello di eventuali subappaltatori. Resta peraltro immutata la possibilità per il committente che ha eseguito il pagamento di esercitare l'azione di regresso nei confronti del coobbligato secondo le regole generali.
  Conclude, richiamando l'attenzione della Commissione sulla necessità che nella seduta odierna si esprima il prescritto parere, stante che la Conferenza dei Presidenti di gruppo ha inserito il provvedimento all'ordine del giorno dell'Assemblea a partire da lunedì 25 giugno prossimo.
  Formula, quindi, una proposta di parere favorevole sul disegno di legge in esame, per le parti di competenza della VIII Commissione (vedi allegato 4).

  Sergio Michele PIFFARI (IdV) preannuncia il voto contrario del suo gruppo sulla proposta di parere favorevole formulata dal relatore.

  Manuela LANZARIN (LNP) preannuncia il voto contrario del gruppo della Lega Nord sulla proposta di parere favorevole formulata dal relatore.

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  Armando DIONISI (UdCpTP), nell'esprimere apprezzamento per il lavoro svolto dal relatore, annuncia il voto favorevole del suo gruppo sulla proposta di parere favorevole su un provvedimento che va considerato come un tassello fondamentale per la crescita economica del Paese. Nel richiamare, inoltre, l'urgenza e l'importanza della sua definitiva approvazione, anche sotto il profilo della credibilità internazionale dell'Italia, riconosce che alcuni punti del provvedimento – come ad esempio quello relativo ai cosiddetti «esodati» – meriterebbero di essere approfonditi ed in tal senso formula l'auspicio che il Parlamento possa in un prossimo futuro tornarsene ad occupare per individuare soluzioni più efficaci e più eque.

  Tommaso FOTI (PdL) fa notare come il provvedimento in esame abbia un impatto significativo su un settore di competenza della Commissione quale quello dell'edilizia. Ciò premesso, riconosce la necessità di procedere celermente all'approvazione del disegno di legge, auspicando al contempo che il Governo voglia farsi carico dell'esigenza di introdurre elementi correttivi in ordine al tema della flessibilità in entrata nel settore dell'edilizia. In tale ottica preannuncia la sua intenzione di sottoporre all'Ufficio di presidenza la proposta di audizione dei rappresentanti delle imprese edili.

  Francesco ARACRI (PdL) esprime un giudizio negativo sul provvedimento in esame che, a suo avviso, appare incompleto e lacunoso. Nello stigmatizzare, quindi, il comportamento del Governo che, in nome di una non meglio precisata scadenza europea, ha, di fatto, costretto il Parlamento ad una frettolosa approvazione del provvedimento medesimo, annuncia il proprio voto di astensione sulla proposta di parere favorevole formulata dal relatore.

  Carmen MOTTA (PD) ricorda che il provvedimento all'esame è un provvedimento importante e complesso che il Governo in carica ha affrontato, in un rapporto serrato con le istituzioni dell'Unione europea, anche facendosi carico delle inadempienze del precedente Governo.
  Ricorda, altresì, che lo stesso provvedimento avrebbe dovuto affrontare le principali criticità del mercato del lavoro, introducendo misure positive per la riduzione della precarietà e il rafforzamento delle politiche attive a sostegno dell'occupazione dei giovani e delle donne.
  Al riguardo, osserva, tuttavia, che tali obiettivi sono stati perseguiti solo in parte, come è dimostrato dal mantenimento delle troppo numerose tipologie contrattuali esistenti.
  Allo stesso modo, ritiene che vada riconosciuto il lavoro positivo svolto fin qui dal Parlamento che, soprattutto con le modifiche introdotte al Senato, è stato capace di apportare diversi miglioramenti al testo proposto dal Governo.
  Condivide, infine, l'esigenza già manifestata da altri colleghi che il Parlamento possa in un prossimo futuro tornare ad occuparsi dei temi oggetto del provvedimento in esame, soprattutto migliorandone i contenuti per quel che concerne la soluzione definitiva del grave fenomeno dei cosiddetti «esodati» e la predisposizione di una più incisiva ed inclusiva riforma del sistema degli ammortizzatori sociali.
  Conclude, quindi, rivendicando al Partito Democratico l'avere assunto responsabilmente il compito di contribuire ad una rapida e definitiva approvazione del provvedimento, anche quale conferma di una rinnovata capacità del Paese di tenere fede agli impegni assunti in sede europea, ed in tal senso preannuncia il voto favorevole del suo gruppo sulla proposta di parere favorevole formulata dal relatore.

  Aurelio Salvatore MISITI (Misto-G.Sud-PPA) esprime apprezzamento per il lavoro svolto dal relatore e condivisione per molte delle osservazioni svolte dai colleghi che prima di lui hanno espresso un giudizio positivo sul provvedimento in esame. Ritiene, tuttavia, doveroso, sottolineare la necessità che la politica si dimostri capace di superare una logica emergenziale che rende possibile la predisposizione di provvedimenti come quello in esame solo quando e nei termini richiesti dalle istituzioni europee. In tal senso, rileva criticamente Pag. 77che il disegno di legge sul quale la Commissione si appresta ad esprimere il proprio parere non contiene, né – considerata la sua origine – potrebbe contenere, misure adeguate alla fondamentale necessità di porre rimedio alla gravissima questione che da oltre un decennio affligge il Paese, vale a dire quella della mancata crescita delle regioni meridionali e dalla totale incapacità dei Governi che si sono via via succeduti di mettere in campo strumenti capaci in concreto di attrarre capitali e di generare investimenti produttivi nel Mezzogiorno. Formula, per questo, un forte auspicio che sia davvero possibile in tempi rapidi tornare a discutere di una revisione della legislazione sul mercato del lavoro che ponga al centro l'obiettivo dello sviluppo del Sud attraverso l'introduzione di istituti adeguati e coerenti con il perseguimento di tale obiettivo, a partire dai contratti regionali e di categoria.

  Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere favorevole presentata dal relatore.

  La seduta termina alle 14.20.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 14.20 alle 14.30.

AUDIZIONI INFORMALI

Nell'ambito dell'esame del decreto-legge 74/2012 recante «Interventi urgenti in favore delle popolazioni colpite dagli eventi sismici che hanno interessato il territorio delle province di Bologna, Modena, Ferrara, Mantova, Reggio Emilia e Rovigo, il 20 e il 29 maggio 2012»: Audizioni di rappresentanti di Confindustria, della Regione Veneto, della Regione Emilia-Romagna, dell'Associazione Nazionale Comuni Italiani (ANCI) e dell'Unione Province d'Italia (UPI).

  Le audizioni informali sono state svolte dalle 14.30 alle 16.30.

AUDIZIONI INFORMALI

Audizioni di rappresentanti della Federazione Nazionale Imprese Elettrotecniche ed Elettroniche (ANIE) e dell'Associazione Nazionale Comuni Italiani (ANCI) nell'ambito dell'esame in sede referente del progetto di legge C. 3465-4290-B Governo, approvato dal Senato, modificato dalla Camera e nuovamente modificato dal Senato, recante «Norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani».

  Le audizioni informali sono state svolte dalle 16.30 alle 16.55.

AVVERTENZA

  Il seguente punto all'ordine del giorno non è stato trattato:

Decreto-legge 74/2012: Interventi urgenti in favore delle popolazioni colpite dagli eventi sismici che hanno interessato il territorio delle province di Bologna, Modena, Ferrara, Mantova, Reggio Emilia e Rovigo, il 20 e il 29 maggio 2012.
C. 5263 Governo
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