CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 20 giugno 2012
669.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Cultura, scienza e istruzione (VII)
COMUNICATO
Pag. 135

INDAGINE CONOSCITIVA

  Mercoledì 20 giugno 2012. — Presidenza del presidente Manuela GHIZZONI.

  La seduta comincia alle 8.30.

Sull'applicazione della legge n. 2 del 9 gennaio 2008, recante disposizioni concernenti la Società Italiana degli Autori e degli Editori, con particolare riferimento ad attività, gestione e governance della medesima Società.
Audizione del dottor Angelo Della Valle e del dottor Giovanni Crisostamo Profita, già direttori generali della SIAE; audizione di rappresentanti dell'Associazione Nazionale Editori Musicali (ANEM).
(Svolgimento e conclusione).

  Manuela GHIZZONI, presidente, avverte che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso e la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati.
  Introduce, quindi, l'audizione, avvertendo che il dottor Profita ha rappresentato la propria impossibilità a partecipare alla seduta odierna.

  Interviene sui temi oggetto dell'audizione Angelo DELLA VALLE, già direttore generale della SIAE.

  Intervengono, per porre quesiti e formulare osservazioni, i deputati Emilia Grazia DE BIASI (PD), a più riprese, Ricardo Franco LEVI (PD) ed Enzo CARRA (UdCpTP).

  Risponde ai quesiti formulati Angelo DELLA VALLE.

  Manuela GHIZZONI, presidente, ringrazia il dottor Della Valle per la sua audizione ed introduce, quindi, l'audizione dei rappresentanti dell'Associazione nazionale editori musicali (ANEM).

  Interviene, quindi, sui temi oggetto dell'audizione Massimo BENINI, membro del direttivo dell'Associazione nazionale editori musicali (ANEM).

  Interviene, per porre quesiti e formulare osservazioni, la deputata Emilia Grazia DE BIASI (PD).

  Risponde ai quesiti formulati Giovanni NATALE, membro del direttivo dell'Associazione nazionale editori musicali (ANEM).

  Manuela GHIZZONI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, ringrazia gli intervenuti e dichiara conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 9.35.

  N.B.: Il resoconto stenografico della seduta è pubblicato in un fascicolo a parte.

SEDE CONSULTIVA

  Mercoledì 20 giugno 2012. — Presidenza del presidente Manuela GHIZZONI. — Interviene il sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca Marco Rossi Doria.

  La seduta comincia alle 14.

Ratifica ed esecuzione della Carta europea delle lingue regionali o minoritarie, fatta a Strasburgo il 5 novembre 1992.
Nuovo testo C. 5118 Governo e abb.

(Parere alla III Commissione).
(Esame e conclusione – Parere favorevole).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

  Ricardo Franco LEVI (PD), relatore, osserva che il provvedimento in esame, nel testo risultante dagli emendamenti approvati, reca la ratifica e l'esecuzione della Carta europea delle lingue regionali o Pag. 136minoritarie, fatta a Strasburgo il 5 novembre 1992. Ricorda che la Carta europea delle lingue regionali o minoritarie è stata redatta in seno al Consiglio d'Europa e aperta alla firma a Strasburgo il 5 novembre 1992: dopo il raggiungimento delle cinque ratifiche previste, la Carta è entrata in vigore a livello internazionale – condizione per l'entrata in vigore nei singoli ordinamenti dei Paesi ratificanti – il 1o marzo 1998. Attualmente la Carta è in vigore per 25 Paesi del Consiglio d'Europa, mentre altri 8 hanno firmato la Carta senza peraltro ancora ratificarla: tra questi ultimi vi è anche l'Italia, la cui firma è del 27 giugno 2000. Osserva che la Carta è volta alla protezione e alla promozione delle lingue regionali e minoritarie storicamente radicate: essa riflette da un lato la preoccupazione di mantenere e sviluppare le tradizioni e il patrimonio culturale dell'Europa, e dall'altro di assicurare il rispetto del diritto universalmente riconosciuto e irrinunciabile di utilizzare una lingua regionale o minoritaria tanto nella vita privata che in quella pubblica. La Carta contiene anzitutto obiettivi e principi che impegnano le Parti con riferimento a tutte le lingue regionali o minoritarie esistenti sul loro territorio: è anzitutto sancito il rispetto dell'area geografica di diffusione di ciascuna di tali lingue, assieme alla necessità di una loro promozione, orale e scritta, nella vita pubblica e privata attraverso adeguati mezzi di insegnamento e studio, nonché scambi internazionali qualora alcune delle lingue regionali o minoritarie siano usate anche in altri Stati in forma identica o affine. Inoltre, la Carta enuncia una serie di misure da adottare allo scopo di una maggiore diffusione delle lingue regionali o minoritarie nell'ambito della vita pubblica, e precisamente nell'insegnamento, nella giustizia, nell'attività della Pubblica amministrazione, nel campo dei media e più in generale nelle attività culturali. Ricorda, poi, che la legge 15 dicembre 1999, n. 482, recante norme in materia di tutela delle minoranze linguistiche storiche, introduce nell'ordinamento, in attuazione dell'articolo 6 della Costituzione e in armonia con i princìpi generali stabiliti dagli organismi europei ed internazionali, una disciplina organica di tutela delle lingue e delle culture minoritarie storicamente presenti in Italia, e più specificamente delle popolazioni albanesi, catalane, germaniche, greche, slovene e croate e di quelle parlanti il francese, il franco-provenzale, il friulano, il ladino, l'occitano e il sardo.
  Precisa quindi, nel dettaglio, che l'articolo 1 del testo in esame autorizza il Presidente della Repubblica a ratificare la Carta europea delle lingue regionali o minoritarie, fatta a Strasburgo il 5 novembre 1992, di seguito denominata «Carta». L'articolo 2 reca l'ordine di esecuzione, a decorrere dalla data della sua entrata in vigore, in conformità a quanto disposto dall'articolo 19 della Carta stessa. L'articolo 3 prevede, con specifico riguardo alle competenze della Commissione cultura, che, ai fini di quanto previsto dall'articolo 2, paragrafo 2, e dall'articolo 3, paragrafo 1, della Carta, le disposizioni ivi contenute si applicano, a decorrere dalla data di entrata in vigore della medesima Carta, alle lingue regionali o minoritarie di cui all'articolo 2 della legge 15 dicembre 1999, n. 482, nonché alle lingue delle minoranze Rom e Sinti, secondo quanto contenuto nell'allegato A annesso al provvedimento. Ricorda che l'articolo 4 stabilisce che, in applicazione dell'articolo 11, paragrafo 1, lettera a), della Carta, nel contratto di servizio tra il Ministero dello sviluppo economico e la società concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo siano introdotte misure dirette ad assicurare la diffusione di programmi radiotelevisivi nelle lingue regionali o minoritarie di cui all'articolo 3, conformemente a quanto disposto dall'articolo 12 della legge 15 dicembre 1999, n. 482. Osserva, infine, che l'articolo 5 dispone che il provvedimento entri in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale. Formula, quindi, una proposta di parere favorevole sul provvedimento in esame.

  Paola GOISIS (LNP) preannuncia il voto favorevole del suo gruppo sulla proposta Pag. 137di parere favorevole del relatore, rilevando tuttavia come si trovi in una situazione di forte imbarazzo in quanto non vengono riconosciute altre lingue pure millenarie come il veneto, il lombardo e il piemontese. Ricorda, alo riguardo, come in ogni caso il Comitato ristretto che ha esaminato la proposta di legge C. 1428 in materia di specificità culturali abbia approfondito i temi in questione anche sul versante della tutela e della promozione delle diversità linguistiche dei territori.

  Emilia Grazia DE BIASI (PD) ricorda come nel provvedimento recante il Programma «Europa creativa» che la Commissione cultura esaminerà a breve, uno degli obiettivi è proprio quello della tutela e della promozione delle minoranze linguistiche, quale legame tra diversità e creatività centrale ai fini della configurazione di un'identità europea.

  Manuela GHIZZONI, presidente, ritiene molto interessante condurre un approfondimento sui temi in discussione, anche nell'ambito dell'esame del provvedimento ricordato dall'onorevole De Biasi.

  Giuseppe SCALERA (PdL) osserva come la tutela e la promozione delle minoranze linguistiche sia un tema molto delicato, in quanto è molto labile il confine fra ciò che, fra le lingue parlate su un determinato territorio, vada o meno salvaguardato. Al riguardo, sottolinea l'importanza della prospettiva storica nella quale si è sviluppata una determinata lingua, ricordando che si tratta della salvaguardia di una parte del passato di tutta una comunità. Auspica, quindi, che si possa condurre un approfondimento sul tema in esame, eventualmente specificando nella proposta di parere un'osservazione che salvaguardi le lingue parlate su un determinato territorio, anche in riferimento alla normativa prevista dalla legge n. 482 del 1999.

  Ricardo Franco LEVI (PD), relatore, intende chiarire come le scelte di tutela della Carta europea, nell'ambito della quale vanno opportunamente distinte le lingue dai dialetti locali, discendono dall'esigenza di tenere conto dei movimenti delle popolazioni oltre i confini nazionali nel corso della propria storia. È infatti ben possibile che un dato gruppo etnico si trovi ad essere insediato su un territorio oggi comprendente più nazioni.

  Davide CAVALLOTTO (LNP) pur riconoscendo la fondatezza del criterio indicato dal relatore, ricorda tuttavia come molte lingue territoriali hanno una storia propria e diversa, che le dovrebbe rendere oggetto di tutela e promozione. Al riguardo, segnala il caso della lingua piemontese, ricca di storia, parlata da oltre tre milioni di persone, che costituisce, proprio a seguito dei fenomeni migratori, addirittura la seconda lingua parlata in Argentina, Aggiunge che la medesima lingua è insegnata anche a Toronto. Auspica, quindi, che anche la lingua piemontese sia riconosciuta nell'elenco indicato nella legge 15 dicembre 1999, n. 482, rinviando al riguardo alle proposte di legge che sono state presentate in materia, tra le quali figura una a sua firma.

  Manuela GHIZZONI , presidente, rispondendo all'onorevole Cavallotto, evidenzia come il relatore abbia voluto richiamare i criteri che stanno alla base del riconoscimento della tutela di alcune lingue, ricordando la specificità della storia di ogni Paese. In merito all'esame delle proposte di legge presentate in riferimento alla legge n. 482 del 1999, ricorda come esse siano di competenza della I Commissione affari costituzionali, per cui l'esame della Commissione cultura, in riferimento alle medesime, potrà avvenire in sede consultiva.

  Giuseppe SCALERA (PdL) ribadisce l'opportunità di inserire nella proposta di parere del relatore un'osservazione che evidenzi come il sistema di tutela non possa essere limitato alle sole lingue indicate nella legge n. 482 del 1999.

  Manuela GHIZZONI , presidente, evidenzia che sul disegno di legge in esame, di Pag. 138ratifica della Carta europea delle lingue regionali o minoritarie, fatta a Strasburgo il 5 novembre 1992, la Commissione è chiamata ad esprimere il parere di competenza alla Commissione di merito. Il provvedimento in esame non mira quindi a modificare la legge n. 482 del 1999. Ove la Commissione ritenga necessario pronunciarsi in riferimento a tali ultimi aspetti, potrà procedervi nell'ambito delle proprie competenze.

  Ricardo Franco LEVI (PD), relatore, ribadisce che la Carta europea già prevede un elenco delle lingue regionali e minoritarie da considerare.

  Giuseppe SCALERA (PdL) preannunciando in ogni caso voto favorevole sulla proposta di parere del relatore, insiste affinché sia inserita un'osservazione nel senso da lui proposto.

  Emilia Grazia DE BIASI (PD) ritiene che si potrebbe valutare una formulazione di un'eventuale osservazione nei limiti delle competenze della Commissione.

  Giuseppe SCALERA (PdL) segnala come il problema evidenziato sia emerso dalla stessa discussione sul provvedimento in esame.

  Antonio PALMIERI (PdL), preannunciando anche a nome dei deputati del gruppo cui appartiene il voto favorevole sulla proposta di parere favorevole del relatore, propone di procedere alla sua votazione, con l'impegno di adottare in tempi brevi quegli atti che si ritengano più idonei a modificare la legge n. 482 del 1999.

  Paola GOISIS (LNP) osserva come la proposta di riformulazione della proposta di parere avanzata dall'onorevole Scalera, induce a riaprire il ragionamento sul provvedimento in esame. In particolare, ricorda come l'articolo 3 del provvedimento prevede che, ai fini di quanto previsto dall'articolo 2, paragrafo 2, e dall'articolo 3, paragrafo 1, della Carta, le disposizioni ivi contenute si applicano, a decorrere dalla data di entrata in vigore della medesima Carta, alle lingue regionali o minoritarie di cui all'articolo 2 della legge 15 dicembre 1999, n. 482, nonché alle lingue delle minoranze Rom e Sinti. Propone, pertanto, di aggiungere a tale previsione anche la lingua veneta e la lingua piemontese.

  Manuela GHIZZONI , presidente, ribadisce come eventuali modifiche di merito sono di competenza della Commissione esteri, essendo la Commissione cultura competente in sede consultiva, nell'ambito delle proprie competenze. Ritiene, quindi, condivisibile la proposta dell'onorevole Palmieri.

  La Commissione approva quindi la proposta di parere favorevole del relatore.

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo sul partenariato e la cooperazione di lungo periodo tra la Repubblica italiana e la Repubblica islamica dell'Afghanistan, fatto a Roma il 26 gennaio 2012.
C. 5193 Governo.

(Parere alla III Commissione).
(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

  Luisa CAPITANIO SANTOLINI (UdCpTP), relatore, osserva che il disegno di legge C. 5193 in esame reca la ratifica e l'esecuzione dell'Accordo sul partenariato e la cooperazione di lungo periodo tra la Repubblica italiana e la Repubblica islamica dell'Afghanistan, fatto a Roma il 26 gennaio 2012. L'Accordo, sottoscritto tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica islamica dell'Afghanistan a Roma il 26 gennaio 2012, mira a promuovere lo sviluppo di un partenariato di lungo periodo per il cui tramite realizzare il rafforzamento delle relazioni bilaterali, anche nel contesto delle future relazioni del paese asiatico con le organizzazioni internazionali di cui l'Italia è parte (quali la futura Enduring Pag. 139Partnership con la NATO e il futuro accordo di cooperazione sul partenariato e lo sviluppo con l'Unione Europea). L'Accordo rappresenta una cornice unitaria atta a mettere a sistema i vari filoni di collaborazione già esistenti; infatti esso richiama l'Accordo quadro di cooperazione allo sviluppo del 19 ottobre 2010, in vigore dal 4 ottobre 2011, e l'Accordo di cooperazione per la prevenzione e il contrasto al traffico illecito di stupefacenti del 2 giugno 2011.
  Ricorda, quindi, che l'Accordo in esame si compone di un preambolo e di 7 articoli. Nel dettaglio, l'articolo 1 sancisce l'importanza della cooperazione politica bilaterale e sottolinea il rilievo delle consultazioni annuali a livello di alti funzionari dei rispettivi Ministeri degli Affari esteri, come previsto dal Memorandum d'intesa firmato a Roma il 2 giugno 2011. La parte afgana esprime profondo apprezzamento per il ruolo svolto dall'Italia in Afghanistan ed entrambi i Paesi concordano sulla necessità di rafforzare la presenza diplomatica e civile italiana a Herat. Segnala che le parti richiamano il ruolo chiave, per la stabilità e lo sviluppo dell'Afghanistan, della cooperazione regionale, esprimendo il loro pieno sostegno al Processo di Istanbul. Le parti si impegnano, inoltre, ad esaminare possibili iniziative volte al potenziamento del ruolo e delle competenze del Parlamento afgano per promuoverne l'efficacia, con particolare riguardo alla produzione legislativa.
  Evidenzia, in particolare, che l'articolo 2 è incentrato sull'impegno italiano – finanziariamente ammontante a 570 milioni di euro – in favore dello sviluppo dell'Afghanistan e al raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio, con riguardo alla promozione del buon governo, al rispetto dei diritti umani, al ruolo ed alla partecipazione femminili, alla protezione dei minori e alla lotta a droga, corruzione ed illegalità. L'attuazione di tali principi ed interventi sarà regolata dal vigente Accordo bilaterale di cooperazione allo sviluppo firmato il 19 ottobre 2010 (in vigore dal 4 ottobre 2011): il Programma Paese, che è parte di tale Accordo bilaterale, ne definisce le priorità e identifica i progetti da attuare; gli interventi inclusi nel Programma Paese saranno realizzati nell'arco di tre anni e saranno rinnovabili annualmente. Ricorda che l'impegno in tale ambito dell'Italia sarà garantito nel lungo periodo e il relativo sostegno verrà assicurato nel quadro complessivo degli accordi tra l'Afghanistan e la comunità internazionale ed in base a programmi definiti congiuntamente. Al fine della realizzazione di progressi nella cooperazione civile italiana resta necessario che il governo afgano garantisca un'allocazione delle risorse internazionali trasparente ed efficace. La norma individua i settori dove si concentrerà prioritariamente la cooperazione italiana, tra i quali sviluppo economico ed agricolo, buon governo e stato di diritto, infrastrutture e risorse naturali. L'Italia, nella consapevolezza della strategicità di tale settore, manterrà l'impegno nell'espansione del sistema infrastrutturale afgano proseguendo la cooperazione per la costruzione dell'autostrada nazionale Kabul-Bamyan e sostenendo il potenziamento delle infrastrutture strategiche nella provincia di Herat. Segnala che, a tale fine, la parte italiana ha offerto un credito d'aiuto di 150 milioni di euro. Il Paese continuerà ad erogare il proprio aiuto principalmente attraverso il bilancio statale afghano, sostenendo i programmi prioritari nazionali (NPPs) in linea con la strategia afgana per lo sviluppo e con le conclusioni della Conferenza di Kabul del 20 luglio 2010[2]; la parte afgana ribadisce l'impegno a migliorare la gestione delle finanze pubbliche. Viene ribadito l'impegno al rafforzamento dello stato di diritto, con particolare riferimento al rafforzamento delle capacità del sistema giudiziario, al rispetto dei diritti umani e di quelli delle donne e delle minoranze, temi in ordine ai quali l'Italia ribadisce il proprio sostegno. L'Italia continuerà a sostenere, altresì, l'applicazione delle politiche volte alla lotta alla corruzione nel settore pubblico e i programmi di rafforzamento delle capacità istituzionali. Allo scopo di monitorare i progressi nell'attuazione del Programma Paese verranno convocate Pag. 140annualmente consultazioni a livello tecnico tra il Ministro delle Finanze afgano e il ministro degli Affari esteri italiano, nel quadro del Dialogo per la cooperazione allo Sviluppo afgana con la comunità dei donatori.
  Ricorda, inoltre, che l'articolo 3, dedicato alla cooperazione per la sicurezza, accentua l'importanza di un sostegno duraturo, da parte della comunità internazionale, alla sicurezza dell'Afghanistan, con specifica attenzione alla sostenibilità ed alla professionalità delle forze di sicurezza afgane (ANSF). In tale contesto, l'Italia sottolinea che il proprio impegno nel settore della sicurezza, sino al compimento della transizione nel 2014, ed oltre, evolverà nel quadro dell'impegno NATO-ISAF nel paese. La norma definisce le linee guida del sostegno italiano all'ANSF, canalizzato nei quadri ISAF ed EUPOL, che si concentra nei settori della formazione e dell'addestramento e, dopo il 2014, in quelli di consulenza ed assistenza. È prevista la continuazione di iniziative di formazione delle forze di sicurezza, da tenersi in entrambi i paesi, come di quelle di addestramento delle autorità doganali e della polizia di frontiera afgana. L'Italia proseguirà il sostegno al Programma afgano per la pace e la reintegrazione (APRP). Segnala, dunque, che l'articolo 4 definisce la cooperazione in materia di lotta al traffico di droga ed in materia di polizia. Le parti concordano sulla necessità di una stretta collaborazione a contrasto della coltivazione, produzione, commercio e consumo di sostanze psicotrope e stabiliscono che la cooperazione bilaterale in tale ambito sia regolata, nel lungo periodo, dall'Accordo di cooperazione in materia di prevenzione e contrasto al traffico illecito di stupefacenti, sostanze psicotrope e dei loro precursori firmato a Roma il 2 giugno 2011. La stipula di eventuali ulteriori strumenti bilaterali di cooperazione in materia di polizia deriverà da congiunte esplorazioni delle parti.
  Evidenzia, altresì, che nell'articolo 5, dedicato alla cooperazione economica, le parti ribadiscono l'impegno reciproco ad agevolare le relazioni economiche, con particolare riguardo all'incremento di scambi di esperienze e formazione basata sul modello italiano delle PMI per la crescita del settore manifatturiero. La norma richiama l'attuazione dei seguiti del Memorandum d'intesa per la promozione della cooperazione economica fra il Ministro degli Affari esteri afgano e il Ministro dello Sviluppo economico italiano, firmato il 12 aprile 2011, identificando i settori di cooperazione che esso è chiamato a sviluppare (risorse minerarie ed idrocarburi, centrali di produzione energetica su piccola scala, infrastrutture stradali ed aeroportuali, marmo, tessile, agroalimentare, gioielli, cemento, sanità). Le Parti concordano sulla necessità che in Afganistan venga creato un ambiente favorevole agli investimenti, riservandosi di eventualmente discutere gli strumenti appropriati a tale finalità. Precisa, inoltre, che, per quanto concerne le competenze della Commissione cultura, l'articolo 6, dedicato alla cooperazione in materia di cultura e mezzi di informazione, prevede che le Parti cooperino in materia di restauro e conservazione del patrimonio storico ed archeologico. Esse convengono, altresì, sul rafforzamento della lotta al traffico illecito di beni culturali, sull'incoraggiamento a scambi tra le Università e sulla promozione della lingua italiana in Afghanistan. L'Italia, subordinatamente alla disponibilità di risorse, continuerà a garantire alla parte afgana 200 mensilità di borse di studio per corsi di alta formazione in Italia. I due Paesi convengono di esplorare la possibilità di avviare negoziati per la stipula di un Accordo quadro per la cooperazione culturale. Le parti promuoveranno iniziative congiunte miranti alla promozione del sistema dei media afgani quali veicoli di tolleranza e di pace necessari in una società democratica.
  Ricorda che le disposizioni finali, recate dall'articolo 7, prevedono che l'attuazione dell'Accordo in esame sia seguita e rivista da una Commissione congiunta presieduta dai due Ministri degli Affari esteri con la partecipazione dei rappresentanti degli altri dicasteri competenti, che si riunirà alternativamente nei due paesi, Pag. 141ogni anno. L'Accordo entrerà in vigore alla data dell'ultima delle due notifiche con cui le parti comunicheranno in completamento dei rispettivi processi di ratifica. È prevista la denuncia dell'Accordo con notifica scritta e preavviso di tre mesi. L'Accordo ha durata illimitata salvo decisione di porgli termine o sostituzione con altro strumento bilaterale. Per la soluzione delle controversie eventualmente derivanti dall'interpretazione o dall'applicazione dell'Accordo le parti faranno ricorso al canale diplomatico. Qualunque emendamento al testo sarà soggetto alle procedure stabilite per l'entrata in vigore dell'Accordo stesso. Segnala, infine, che il disegno di legge di ratifica in esame si compone di tre articoli. I primi due recano, rispettivamente, l'autorizzazione alla ratifica e l'ordine di esecuzione dell'Accordo sul partenariato e la cooperazione di lungo periodo tra Italia e Afghanistan del 26 gennaio 2012. L'articolo 3 dispone l'entrata in vigore della legge di ratifica per il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale. Nella relazione tecnica allegata al disegno di legge di ratifica viene precisato che dall'Accordo non derivano nuovi o ulteriori oneri per la finanza pubblica, né impegni diretti per le amministrazioni coinvolte. In particolare, viene precisato che le 200 mensilità di borse di studio in favore di studenti afgani di cui all'articolo 6, cui si già provvede e si continuerà a provvedere, nei limiti delle disponibilità di fondi, a valere sulle risorse presenti sul capitolo 2619, pagina 4, del Ministero degli Affari esteri concernente la concessione di borse di studi agli studenti stranieri, non determinano nuovi o maggiori oneri per l'erario.
  Formula, quindi, una proposta di parere favorevole sul provvedimento in esame.

  Giuseppe GIULIETTI (Misto) condivide la puntuale relazione illustrata dalla relatrice, pur evidenziando, in proposito, di non comprendere le ragioni della permanenza delle truppe italiane in Afghanistan, anche alla luce del fatto che numerosi Paesi stanno valutando il ritiro delle proprie. Intende, dunque, sottoporre all'attenzione dei colleghi un duplice ordine di questioni: in primo luogo, chiede chiarimenti sulle risorse stanziate con riferimento alla convenzione tra il Dipartimento per l'informazione e l'editoria e la Rai nell'ambito delle NATO'S Strategic Communications, che non risulta siano state, in realtà, effettivamente consegnate. In secondo luogo, auspica che il Governo ponga in essere le opportune iniziative al fine di formulare strategie condivise in ordine alla tematica della formazione, alla stregua, ad esempio, di quelle in precedenza adottate tramite l'avvio di un ciclo di borse di studio, al fine di incentivare la rete mediatica e di favorire il sistema di comunicazione afgano, promuovendo lo sviluppo di un partenariato di lungo periodo per il cui tramite realizzare il rafforzamento delle relazioni bilaterali.

  Emilia Grazia DE BIASI (PD) preannunzia, anche a nome del gruppo cui appartiene, il suo voto favorevole sulla proposta di parere in esame. Alla luce del fatto che la cooperazione internazionale, a suo avviso, richiede un significativo stanziamento di fondi, sottolinea peraltro l'esiguità delle risorse stanziate a fronte dell'ambiziosità degli obiettivi da realizzare, quali la promozione del buon governo, il rispetto dei diritti umani, il ruolo e la partecipazione femminili, la protezione dei minori e la lotta a droga, corruzione ed illegalità. Stigmatizza, inoltre, che nel testo della relazione si sia specificato che le mensilità di borse di studio in favore di studenti afgani, cui si già provvede e si continuerà a provvedere, nei limiti delle disponibilità di fondi, non determinano nuovi o maggiori oneri per l'erario. Invita, dunque, a rafforzare e rendere più cogenti la tutela e la promozione dei diritti umani e, in particolare, a promuovere una cultura diffusa di valorizzazione della dignità delle donne, anche attraverso l'avvio di un programma efficace di assegnazione di borse di studio.

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  Manuela GHIZZONI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame del provvedimento ad altra seduta.

  La seduta termina alle 15.

SEDE REFERENTE

  Mercoledì 20 giugno 2012. — Presidenza del presidente Manuela GHIZZONI. — Interviene il sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca Marco Rossi Doria.

  La seduta comincia alle 15.

Disposizioni per l'insegnamento delle specificità culturali.
C. 1428 Goisis.

(Seguito dell'esame e rinvio – Adozione di un nuovo testo).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta del 3 novembre 2011.

  Paola GOISIS (LNP), relatore, illustra il nuovo testo della proposta di legge elaborato dal Comitato ristretto (vedi allegato 1), che propone di adottare come nuovo testo per il seguito dell'esame. Propone quindi di fissare un termine breve per la presentazione di eventuali emendamenti.

  Manuela GHIZZONI, presidente, alla luce di quanto indicato dal relatore, propone quindi di adottare come nuovo testo per il seguito dell'esame, quello elaborato dal Comitato ristretto.

  La Commissione adotta quindi come nuovo testo per il seguito dell'esame, quello elaborato dal Comitato ristretto (vedi allegato 1).

  Manuela GHIZZONI, presidente, propone di fissare il termine per la presentazione di eventuali emendamenti, a lunedì 25 giugno 2012 alle ore 12.

  La Commissione concorda.

  Manuela GHIZZONI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 15.05.

RISOLUZIONI

  Mercoledì 20 giugno 2012. — Presidenza del presidente Manuela GHIZZONI. — Interviene il sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca Marco Rossi Doria.

  La seduta comincia alle 15.05.

7-00810 Zazzera: Sulle modalità di accesso ai Tirocini Formativi Attivi (TFA).
7-00894 Granata: Sulle modalità di accesso ai Tirocini Formativi Attivi (TFA).
(Seguito della discussione congiunta, abbinamento della risoluzione n. 7-00911 Rivolta e rinvio).

  La Commissione prosegue la discussione congiunta delle risoluzioni in titolo, rinviata nella seduta del 14 giugno 2012.

  Manuela GHIZZONI, presidente, comunica che è stata assegnata alla Commissione la risoluzione n. 7-00911 Rivolta, sulle modalità di accesso ai tirocini formativi attivi (TFA); vertendo su materia analoga a quella delle risoluzioni in discussione, ne propone l'abbinamento.

  La Commissione delibera quindi l'abbinamento della risoluzione n. 7-00911 Rivolta alle risoluzioni in discussione.

  Luisa CAPITANIO SANTOLINI (UdCpTP) evidenzia l'urgenza di un intervento Pag. 143sulla materia in questione, al fine di porre fine ad una situazione di stallo, a suo avviso non più sostenibile.

  Erica RIVOLTA (LNP) illustra la risoluzione 7-00911, di cui è prima firmataria, raccomandandone l'approvazione. Auspica, in proposito, che il Governo adotti le iniziative opportune al fine di consentire ai docenti di ogni ordine e grado, che abbiano maturato 360 giorni di servizio non consecutivi, di veder riconosciuta l'esperienza pregressa attraverso l'accesso senza sbarramento al TFA o la partecipazione ad un corso abilitante ad essi riservato.

  Elena CENTEMERO (PdL) condivide la necessità di una definizione in tempi brevi delle modalità di accesso ai tirocini formativi attivi, a salvaguardia del percorso lavorativo già effettuato da parte dei docenti non abilitati, anche attraverso l'attivazione di percorsi ad essi riservati, atti a certificarne l'idoneità all'insegnamento. Auspica, quindi, che si possa giungere alla formulazione di una risoluzione unitaria, nel rispetto sia della normativa italiana sia di quella europea vigenti in materia.

  Paola GOISIS (LNP) concorda sulla necessità di una compiuta definizione delle modalità di accesso ai TFA, alla luce di un necessario contemperamento tra le esigenze proprie dei giovani laureati e quelle degli insegnanti che abbiano già maturato almeno 360 giorni di servizio, anche non consecutivi. Chiede, infine, chiarimenti al Governo in ordine all'eventuale sbarramento per l'accesso al TFA ed alle prospettive degli insegnanti che, in prima battuta, non dovessero rientrare tra i posti disponibili.

  Il sottosegretario Marco ROSSI DORIA segnala che il Governo ha fatto proprio l'impegno ad adottare le necessarie iniziative al fine di garantire l'accesso al tirocinio formativo attivo ai docenti non di ruolo che abbiano maturato determinati requisiti di servizio. Assicura che il Governo, alla luce delle osservazioni formulate, svolgerà ulteriori riflessioni e approfondimenti, al fine di giungere alla formulazione di una risoluzione unitaria e condivisa. Illustra, quindi, una nota del Ministero riferita alle risoluzioni in titolo (vedi allegato 2), chiedendo una pausa di riflessione per svolgere un più attento esame delle risoluzioni in discussione.

  Manuela GHIZZONI, presidente, apprezza il prudenziale atteggiamento del Governo, utile ai fini dell'elaborazione di una risoluzione unitaria relativa ai criteri ed ai requisiti per l'accesso al TFA.

  Alessandra SIRAGUSA (PD) ringrazia il sottosegretario per l'atteggiamento costruttivo, ritenendo che l'approfondimento richiesto dal Governo potrà essere utile ai fini della formulazione di una risoluzione condivisa ed unitaria.

  Elena CENTEMERO (PdL) condivide le osservazioni svolte dalla collega Siragusa, considerando necessario individuare una proposta chiara e il più possibile condivisa, anche a tutela dei docenti delle scuole paritarie.

  Pierfelice ZAZZERA (IdV) concorda con i colleghi con riferimento alla necessità di un approfondimento ulteriore ai fini dell'elaborazione di una risoluzione unitaria e condivisa che consenta di fronteggiare il problema degli esuberi del personale docente.

  Luisa CAPITANIO SANTOLINI (UdCpTP) si associa alle considerazioni svolte dai colleghi in merito alla necessità di un approfondimento ai fini dell'elaborazione di soluzioni condivise.

  Erica RIVOLTA (LNP) evidenzia il difficile lavoro che dovrà svolgere il Governo nell'elaborazione di una risoluzione unitaria, alla quale si riserva di aderire.

  Manuela GHIZZONI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito della discussione ad altra seduta.

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7-00449 Pes: Sui corsi di specializzazione per il personale docente in esubero ai fini del conseguimento del titolo per l'insegnamento per posti di sostegno.
(Seguito della discussione e rinvio).

  Caterina PES (PD) riterrebbe opportuno valutare un'eventuale proposta di riformulazione della sua risoluzione da parte del Governo.

  Elena CENTEMERO (PdL), intervenendo in qualità di corfimataria della risoluzione 7-00449 Pes, auspica che il Governo, nell'elaborazione di una soluzione condivisa, provveda ad unificare in un elenco unico i docenti di sostegno della scuola secondaria di secondo grado, nonché ad adottare ogni altra iniziativa finalizzata alla tutela degli alunni con bisogni educativi speciali.

  Pierfelice ZAZZERA (IdV) concorda con le osservazioni formulate dai colleghi ed auspica che il Governo fornisca al più presto una soluzione adeguata al problema degli esuberi del personale docente, a salvaguardia dei diritti degli studenti disabili, nonché a tutela della qualità dell'offerta formativa.

  Il sottosegretario Marco ROSSI DORIA si riserva di proporre ai presentatori una riformulazione della risoluzione in discussione.

  Manuela GHIZZONI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire rinvia il seguito della discussione ad altra seduta.

7-00864 Zazzera: Sui corsi di specializzazione per il personale docente in esubero ai fini del conseguimento del titolo per l'insegnamento per posti di sostegno.
7-00867 Antonino Russo: Sui corsi di specializzazione per il personale docente in esubero ai fini del conseguimento del titolo per l'insegnamento per posti di sostegno.
7-00900 Rivolta: Sui corsi di specializzazione per il personale docente in esubero ai fini del conseguimento del titolo per l'insegnamento per posti di sostegno.
(Seguito della discussione congiunta e rinvio).

  La Commissione prosegue la discussione congiunta delle risoluzioni in titolo, rinviata nella seduta del 19 giugno 2012.

  Maria Letizia DE TORRE (PD) evidenzia innanzitutto l'opportunità di una revisione delle modalità di lavoro dei docenti con studenti disabili nelle scuole. Ricorda, al riguardo, la disciplina europea relativa ai bisogni educativi speciali, che comprende anche i bisogni educativi per gli studenti dotati di altissimo talento. Propone, quindi, di prestare attenzione non solo alle situazioni di disabilità, ma anche ad altre situazioni di bisogni educativi speciali, quali ad esempio la difficoltà di apprendimento e il disagio sociali.

  Elena CENTEMERO (PdL) condivide le osservazioni dell'onorevole De Torre, preannunciando che anche il suo gruppo presenterà una risoluzione in materia.

  Antonino RUSSO (PD) condivide anch'egli le riflessioni dell'onorevole De Torre, sottolineando come al momento i problemi dei discenti disabili, delle famiglie e dei docenti soprannumerari debba trovare una soluzione equa. Chiede, quindi, al rappresentante del Governo un approfondimento sui dati numerici forniti per singola provincia, poiché non ci si può permettere un altro caso come quello degli esodati. Osserva, al riguardo, come una condivisione ampia delle soluzioni individuate va costruita su basi solide. In particolare individua quali elementi irrinunciabili della soluzione al problema la certezza sui numeri forniti e la data di decorrenza del provvedimento, che non può entrare in vigore prima del 2013.

  Gabriella CARLUCCI (UdCpTP), a nome del suo gruppo, condivide le preoccupazioni Pag. 145espresse dai colleghi, sottolineando la necessità di avere certezza, innanzitutto, sui numeri forniti dal Governo.

Sui lavori della Commissione.

  Maria COSCIA (PD), manifestando preoccupazione per l'avvio del prossimo anno scolastico, chiede un'audizione del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca in merito a tali problemi, con particolare riguardo alle assunzioni del personale, ai canali di reclutamento per concorso pubblico o mediante graduatoria permanente, nonché al problema del riscatto dell'anzianità del personale, dovendosi fare chiarezza sugli organici in essere.

  Pierfelice ZAZZERA (IdV) si associa alla richiesta dell'onorevole Coscia, chiedendo inoltre di ascoltare il parere del rappresentante del Governo sulle risoluzioni in esame.

  Elena CENTEMERO (PdL) si associa anch'essa alla richiesta dell'onorevole Coscia.

  Manuela GHIZZONI, presidente, assicura che la proposta della collega Coscia, alla quale si associa, sarà esaminata nella prossima riunione dell'Ufficio di presidenza.

  Il sottosegretario Marco ROSSI DORIA si impegna a confermare i dati per singola provincia. Ribadisce che si impegneranno, in maniera prudente, circa duemila unità di personale e che il primo modulo dei corsi non potrà essere comunque concluso in tempo utile per l'anno scolastico 2012/2013. Osserva, infine, come il decreto ministeriale in discorso non incida in maniera significativa sui posti disponibili. Ribadisce quindi quanto già evidenziato nella seduta di ieri, alla quale rinvia.

  Pierfelice ZAZZERA (IdV) chiede se le cifre fornite siano dati ufficiali del Ministero, in quanto avrebbe contezza, nella realtà, di ben altri numeri, sicuramente più consistenti. Chiede, quindi, al rappresentante del Governo di fornire una nota ufficiale con dati certi al riguardo.

  Erica RIVOLTA (LNP) chiede anch'essa al rappresentante del Governo che vi sia una conferma ufficiale dei dati forniti dal Ministero, per il rispetto dovuto sia ai docenti sia alle famiglie dei alunni disabili.

  Elena CENTEMERO (PdL) osserva come sia necessario accertare, nella prassi della gestione delle graduatorie, quali siano i numeri ufficiali, cui fa riferimento.

  Manuela GHIZZONI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia, quindi, il seguito della discussione ad altra seduta.

7-00846 Carlucci: Misure a tutela delle donne che operano nel mondo della cultura e dell'arte.
(Seguito della discussione e approvazione).

  La Commissione prosegue la discussione della risoluzione in titolo, rinviata nella seduta del 19 giugno 2012.

  Il sottosegretario Marco ROSSI DORIA precisa, in riferimento alla risoluzione in titolo, che le uniche attività che, in qualche modo, si riferiscono al tema in questione si riferiscono ai settori dello spettacolo dal vivo e del cinema, concernenti le cosiddette attività culturali. Sottolinea che la normativa vigente in materia di interventi finanziari statali a sostegno dello spettacolo dal vivo non prevede alcuna forma di discriminazione di genere, né peraltro di altra natura, poiché viene soltanto valutato il merito artistico dei progetti e delle iniziative afferenti alle richieste. Precisa in conclusione che il Ministero per i beni e le attività culturali presenta un'alta componente di figure femminili nei vertici della propria struttura organizzativa.

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  Gabriella CARLUCCI (UdCpTP) ritiene che le indicazioni del Governo non siano rispondenti alla richiesta di un maggior impegno del Governo nel favorire le condizioni per un maggior coinvolgimento delle donne nelle attività artistiche e culturali. Ribadisce quindi l'esigenza di prevedere misure concrete per una maggiore tutela delle donne che operano nel mondo della cultura e dell'arte. Raccomanda quindi l'approvazione della sua risoluzione.

  La Commissione approva quindi la risoluzione in titolo.

  La seduta termina alle 16.05.

AVVERTENZA
  Il seguente punto all'ordine del giorno non è stato trattato:

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

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