CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 12 giugno 2012
664.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Lavoro pubblico e privato (XI)
COMUNICATO
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SEDE REFERENTE

  Martedì 12 giugno 2012. — Presidenza del vicepresidente Giuliano CAZZOLA indi del presidente Silvano MOFFA. — Interviene il viceministro del lavoro e delle politiche sociali, Michel Martone.

  La seduta comincia alle 9.45.

Disposizioni in materia di riforma del mercato del lavoro in una prospettiva di crescita.
C. 5256 Governo, approvato dal Senato.

(Seguito dell'esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in titolo, rinviato nella seduta del 7 giugno 2012.

  Maria Grazia GATTI (PD) osserva, in via preliminare, che l'inizio della discussione sul presente provvedimento avviene in un momento di particolare crisi economico-finanziaria, contraddistinta da un violento attacco speculativo ai danni dell'Italia, a seguito del quale ritiene opportuna un'iniziativa coordinata a livello europeo, guidata dal Presidente del Consiglio dei ministri, in vista della sollecita adozione di misure straordinarie di intervento, giudicate ormai non più rinviabili. Fa, altresì, notare che lo svolgimento del dibattito sulla riforma del mercato del lavoro si colloca in un contesto di grave crisi occupazionale – con spiccate tendenze al peggioramento – nel quale le garanzie dei lavoratori appaiono sempre più a rischio, come dimostrano gli sviluppi più recenti sulla questione dei cosiddetti «esodati», in ordine alla quale auspica sia fatta al più presto chiarezza, soprattutto in relazione all'esatta quantificazione dei soggetti coinvolti. Al riguardo, non giudica sufficiente a placare Pag. 27l'allarme sociale determinato dagli interventi assunti dal Governo in materia previdenziale l'assunzione da parte dello stesso Esecutivo di impegni generici e vaghi, ritenendo necessario intervenire con misure concrete ed immediate, che salvaguardino effettivamente i numerosi lavoratori che rischiano di rimanere senza stipendio e pensione.
  Entrando nel merito del provvedimento in esame, ritiene innanzitutto che una riforma del sistema sia realmente necessaria, a fronte delle evidenti distorsioni presenti nel mercato del lavoro, relative sia alla precarizzazione dei rapporti di lavoro, sia allo svolgimento delle politiche attive del lavoro e al funzionamento degli strumenti di sostegno al reddito, giudicati troppo legati ad un meccanismo di concessione in deroga di natura discrezionale, rispetto al quale ritiene sia giunto il momento di una «messa a regime». Ritiene, tuttavia, che le misure adottate con il presente provvedimento rappresentino un compromesso al ribasso troppo limitante, soprattutto se confrontato con le ambiziose linee-guida originariamente concordate dal Governo con le parti sociali, nell'ambito di tavoli di confronto riuniti prima dell'elaborazione del testo. In proposito, pur condividendo la finalità di combattere l'uso distorto dei contratti flessibili, fa notare che l'impegno profuso su tale campo non è del tutto soddisfacente, atteso che, nella sostanza, risultano confermate quasi tutte le tipologie contrattuali atipiche – con la sola eccezione del contratto d'inserimento – seppur depotenziate mediante la previsione di taluni «paletti» normativi.
  Manifestata perplessità sull'estensione della possibilità di stipulare contratti a termine senza causale, osserva, poi, che la scelta di elevare il costo della flessibilità, senza una corrispondente diminuzione degli oneri a carico dei contratti a tempo indeterminato, non appare in linea con una politica di riduzione del cuneo fiscale che, a suo avviso, dovrebbe essere perseguita al fine di affrontare con serietà i veri nodi delle questioni del lavoro. Nell'esprimere, poi, dubbi sulla mancata applicazione delle norme sul lavoro a progetto per le prestazioni professionali riconducibili alle attività per l'esercizio delle quali è necessaria l'iscrizione in appositi albi (richiamando, ad esempio, la difficile situazione in cui potrebbero trovarsi i praticanti avvocati), fa notare che l'innalzamento delle aliquote contributive a carico dei titolari di partita IVA appare particolarmente iniquo, soprattutto se si prende in considerazione il fatto che tali oneri, gravando di fatto solo sui lavoratori, rischiano di ridurre eccessivamente redditi già bassi, percepiti spesso nell'ambito di fittizi rapporti di lavoro autonomo. Osserva, peraltro, che simili oneri contributivi non si sono mai riscontrati nel campo della libera professione e non sono giustificati neanche dalla pretesa – pur legittima – di migliorare le prospettive previdenziali di tali lavoratori, nel momento in cui non sono accompagnati dall'applicazione di criteri di gradualità.
  Dopo avere fatto presente che la discussione sulla flessibilità in uscita – tema sul quale il suo gruppo non ha, ovviamente, mai ritenuto prioritario intervenire – è risultata carica di elementi ideologici privi di impatto sostanziale, evidenzia che il testo in esame propone sul punto una soluzione di compromesso che rischia di incontrare serie difficoltà applicative, con la prospettiva di generare lunghi contenziosi.
  Passando a esaminare la parte del provvedimento relativa agli ammortizzatori sociali, rileva che essa non appare del tutto adeguata, dal momento che non estende la copertura a tutti i lavoratori atipici, ma solo ad alcuni e in modo limitato, mostrando carenze di interventi soprattutto sul versante della tutela dei lavoratori dello spettacolo (ai quali gioverebbero maggiormente, a suo avviso, le misure recate dal testo unificato elaborato sull'argomento dalla XI Commissione) e dei collaboratori coordinati e continuativi, per i quali ritiene necessarie misure strutturali in luogo di indennità una tantum, da considerare insufficienti. Pur a fronte, quindi, di una certa soddisfazione Pag. 28per la misura strutturale del salario minimo in favore dei lavoratori a progetto, ritiene necessario implementare gli interventi sulle politiche attive, incentivando un maggiore coordinamento tra enti locali e potere centrale.
  Soffermandosi, infine, sul tema della tutela della maternità e paternità, fa notare che, sotto questo profilo, il provvedimento appare lacunoso e parziale, osservando che alcune delle norme in esso contenute sembrano difficilmente applicabili e di dubbia efficacia, come nel caso del contrasto al fenomeno delle cosiddette «dimissioni in bianco», per il quale ritiene sia stato messo in campo un meccanismo farraginoso e inefficace che richiederà, a suo avviso, solleciti interventi correttivi.
  Ritiene, in conclusione, che il testo in esame rappresenti una occasione mancata, dal momento che non avvia alcun processo virtuoso di crescita e non investe sul lavoro femminile, non ponendo condizioni favorevoli all'incremento dell'occupazione, soprattutto per quanto riguarda le donne: auspica, per tali ragioni, che possano essere apportate significative modifiche al testo, in vista di un suo miglioramento complessivo.

  Elisabetta RAMPI (PD) ricorda, innanzitutto, come nella sola giornata di ieri vi siano state cinque vittime sul lavoro, ciò che testimonia ancora la lunga strada da fare per garantire la sicurezza dei lavoratori. Esprime, quindi, amarezza per i dati contenuti nel documento dell'INPS, reso pubblico ieri, da cui si evince che i cosiddetti «esodati» sono ben 390.200, ivi compresi i 65 mila per cui è previsto l'intervento da parte del Governo. Al riguardo, ritiene indispensabile che il Ministro competente venga al più presto a riferire in Parlamento, dovendosi trovare con rapidità le modalità per attuare i diritti di questi lavoratori e individuare le opportune risposte.
  Con riguardo al provvedimento in esame, rileva anzitutto come l'ascolto da parte del Governo delle parti sociali non si sia spesso tradotto in norme pienamente condivise. Ritiene che il testo del provvedimento, così come modificato dal Senato, sia frutto di un equilibrio e di un compromesso politico che si è raggiunto in quella sede, migliorando in più parti il testo originario, anche se non era sicuramente la disposizione recata dall'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori a costituire un freno alla competitività delle imprese italiane nel mercato globale. Ricorda, poi, come i salari italiani siano tra i più bassi in Europa e come invece vada valorizzato in concreto il modello dell'apprendistato.
  Stigmatizza la numerosità delle forme contrattuali in materia di lavoro, ritenendo che si sia ancora molto lontani dagli obiettivi assegnati dal programma di Europa 2020. Esprime, quindi, preoccupazione per l'aumento del costo del lavoro dei collaboratori a progetto e di coloro che sono retribuiti mediante fatturazione su partita IVA. Osserva, poi, come la stessa riforma delle pensioni, approvata sull'onda dell'emergenza per la salvaguardia dei conti pubblici, sia suscettibile di produrre seri guasti sociali, provocando un grave problema di tenuta sociale complessiva. Ritiene, quindi, che occorra favorire il ricollocamento di coloro che hanno perso il posto di lavoro in maniera concreta, evitando corsi di formazione generici che non mettano a frutto la loro professionalità, consentendo loro piuttosto di reimpiegarla efficacemente sul mercato.
  Con riguardo, infine, alla riforma degli ammortizzatori sociali, la giudica non pienamente convincente, anche se ritiene importante il punto di equilibrio che si è raggiunto al Senato, occorrendo ora guardare avanti, per superare le numerose criticità.

  Silvano MOFFA, presidente, dovendo la Commissione procedere allo svolgimento delle previste audizioni informali, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 10.25.

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AUDIZIONI INFORMALI

  Martedì 12 giugno 2012.

Audizioni di rappresentanti di Confindustria e di rappresentanti di CGIL, CISL, UIL e UGL sulle prospettive di riforma della governance degli enti previdenziali e assistenziali.

  Le audizioni informali sono state svolte dalle 10.25 alle 11.20.

AUDIZIONI INFORMALI

  Martedì 12 giugno 2012.

Audizione del Presidente del Nucleo di valutazione della spesa previdenziale, Alberto Brambilla, sul recente Rapporto del Nucleo relativo agli andamenti finanziari del sistema pensionistico obbligatorio.

  L'audizione informale è stata svolta dalle 13.40 alle 14.30.