CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 30 maggio 2012
658.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari esteri e comunitari (III)
COMUNICATO
Pag. 41

SEDE CONSULTIVA

  Mercoledì 30 maggio 2012. — Presidenza del presidente Stefano STEFANI. – Interviene il sottosegretario di Stato agli affari esteri, Staffan de Mistura.

  La seduta comincia alle 9.05.

DL 57/2012: Disposizioni urgenti in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro nel settore dei trasporti e delle microimprese.
C. 5194 Governo.

(Parere alle Commissioni XI e XII).
(Esame e conclusione – Parere favorevole).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

  Simone Andrea CROLLA (PdL), relatore, ricorda che la Commissione affari esteri è chiamata ad esprimere un parere sul testo del disegno di legge di conversione risultante dagli emendamenti approvati in sede referente nella seduta del giorno precedente.
  Evidenzia, in primo luogo, che per effetto dell'articolo 01 del decreto-legge, si differisce di sette mesi, ossia dal 15 maggio al 15 dicembre 2012, il termine per l'adozione dei regolamenti di delegificazione previsti dall'articolo 3, comma 2, secondo periodo, del decreto legislativo n. 81 del 2008, finalizzati a consentire il coordinamento tra le disposizioni dello stesso decreto con la legislazione speciale relativa alle attività lavorative a bordo delle navi, in ambito portuale, e per il settore delle navi da pesca, nonché l'armonizzazione delle disposizioni tecniche di cui ai titoli dal II al XII del medesimo decreto con la disciplina in tema di trasporto ferroviario.
  Segnala, inoltre, che articolo 1, comma 1 del decreto-legge prevede il mantenimento in vigore della legislazione vigente nei settori speciali – tra cui rientrano gli uffici all'estero – non più soltanto fino alla scadenza del termine per l'adozione dei regolamenti di delegificazione, bensì fino alla loro effettiva emanazione, con ciò sopprimendo la norma di salvaguardia che prevedeva la diretta applicazione del decreto legislativo n. 81 del 2008 nel caso di mancata adozione dei regolamenti di delegificazione entro il termine stabilito. Si introduce inoltre l'espressione di un parere da parte delle Commissioni parlamentari competenti sugli schemi dei predetti decreti.
  Rileva che alla luce di tale disposizione, le Commissioni di merito, sulla base di un'indicazione del Comitato per la legislazione, hanno ritenuta superflua la lettera a) dell'articolo 1, comma 2 del disegno di legge di conversione, che modificava l'articolo 3, comma 2, primo periodo, del decreto legislativo n. 81 del 2008, sopprimendo l'inciso «e non oltre», con riferimento al termine, già ampiamente scaduto, entro il quale avrebbero dovuto essere individuate le «particolari esigenze connesse al servizio espletato o alle peculiarità organizzative» di cui occorre tenere conto per l'applicazione delle disposizioni recate dal provvedimento nei settori speciali.
  Al riguardo, pur rilevando che il Governo si è impegnato nelle Commissioni di merito a colmare la lacuna normativa, ritiene doveroso richiamare l'esigenza della sollecita individuazione delle misure specifiche da adottare in ciascun settore ed auspica che il Ministero degli esteri voglia al più presto ragguagliare la Commissione sullo stato di avanzamento delle parti di sua competenza.
  Ricorda, infine, per esaustività, che l'articolo 1, comma 2, del decreto-legge, modificando l'articolo 29, comma 5, del decreto legislativo n. 81 del 2008, proroga dal 30 giugno 2012 al 31 dicembre 2012 il termine entro il quale i datori di lavoro che occupano fino a 10 dipendenti possono effettuare l'autocertificazione della valutazione dei rischi nell'ambito di procedure standardizzate.
  Formula conclusivamente una proposta di parere favorevole (vedi allegato 1).

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  La Commissione approva la proposta di parere favorevole come formulata dal relatore.

Modifica all'articolo 4 della legge 2 agosto 1999, n. 264, per l'introduzione di una riserva di posti nell'accesso ai corsi universitari in favore dei cittadini italiani residenti all'estero.
C. 121 Angeli.

(Parere alla VII Commissione).
(Esame e conclusione – Parere favorevole con condizione).

  Franco NARDUCCI (PD), relatore, ricorda che la Commissione Cultura ha trasmesso, in vista del trasferimento alla sede legislativa, un nuovo testo della proposta di legge Angeli sull'accesso ai corsi universitari da parte dei cittadini italiani residenti all'estero, adottato nella seduta dello scorso 17 aprile. Tale nuovo testo modifica significativamente la proposta originaria che prevedeva una riserva del cinque per cento in favore dei cittadini italiani residenti all'estero dei posti disponibili per l'accesso ai corsi universitari a numero programmato che, come noto, riguardano principalmente le lauree in medicina e chirurgia, veterinaria, odontoiatria, architettura, professioni sanitarie, scienze infermieristiche, formazione primaria e secondaria. Rammenta in proposito le iniziative già assunte da alcune Regioni, come il Friuli Venezia Giulia ed il Veneto, per i corsi in scienze infermieristiche.
  Osserva che la Commissione di merito ha ritenuto preferibile prevedere come incrementale la predetta quota del cinque per cento rispetto al numero programmato, senza quindi nulla sottrarre alla platea generale dei concorrenti.
  Ritiene che il provvedimento viene senz'altro incontro alle aspettative dei giovani delle comunità italiane all'estero, ampliando le loro opportunità di venire a studiare in Italia. Invita tuttavia a valutare se non sia il caso di precisare i requisiti degli aventi diritto, al fine di evitare trasferimenti di residenza all'estero al solo scopo di acquisire un canale privilegiato di accesso ai corsi universitari a numero programmato su cui, come noto, è elevato il livello di competizione. Andrebbe, a suo avviso, precisato un requisito temporale di residenza all'estero.
  Invita altresì a valutare l'opportunità di richiamare, ove prevista, la soglia minima di ingresso, al di sotto della quale, per evidenti ragioni di merito e di equità, non dovrebbe essere possibile godere di tale trattamento di favore.
  Sottolinea quindi l'evoluzione del legame tra l'Italia e le sue comunità all'estero sempre meno caratterizzato da interventi assistenziali e sempre più proiettato nella dimensione culturale e formativa al fine di valorizzare nel modo più consono la straordinaria risorsa costituita dall'attrazione e dall'affetto verso la madrepatria dei residenti all'estero. In tale ottica, si dissocia da alcune considerazioni svolte nella relazione che illustra il provvedimento in esame sulla pretesa obsolescenza degli istituti italiani di cultura che invece, come sta confermando l'indagine conoscitiva in corso in congiunta con la VII Commissione, sono una realtà viva e da potenziare dotandoli di fondi più adeguati, così come avviene ad esempio per il British Council.

  Il sottosegretario Staffan de MISTURA manifesta il sostegno del Governo all'iniziativa legislativa di cui apprezza la sensibilità e, non rilevando alcun elemento ostativo, si rimette alla Commissione.

  Franco NARDUCCI (PD), relatore, formula una proposta di parere favorevole con condizione (vedi allegato 2).

  La Commissione approva la proposta di parere favorevole con condizione, così come formulata dal relatore.

  La seduta termina alle 9.20.

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SEDE REFERENTE

  Mercoledì 30 maggio 2012. — Presidenza del presidente Stefano STEFANI. – Interviene il sottosegretario di Stato agli affari esteri, Staffan De Mistura.

  La seduta comincia alle 9.20.

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo sul partenariato e la cooperazione di lungo periodo tra la Repubblica italiana e la Repubblica islamica dell'Afghanistan, fatto a Roma il 26 gennaio 2012.
C. 5193 Governo.

(Seguito dell'esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in titolo, rinviato nella seduta del 23 maggio scorso.

  Il sottosegretario Staffan de MISTURA, richiamando l'esperienza personale vissuta in ambito ONU in Afghanistan, raccomanda di procedere rapidamente alla ratifica dell'Accordo in titolo per l'importanza strategica che riveste per il nostro Paese, impegnato significativamente in quel Paese in una missione su cui riferirà nel pomeriggio alle Commissioni affari esteri dei due rami del Parlamento il Ministro Terzi. Segnala altresì l'imminenza di una nuova conferenza dei donatori che si terrà a Tokyo. Ritiene che il flusso finanziario che continuerà ad indirizzarsi dall'Italia verso l'Afghanistan dovrà essere collegato ad una verifica dell'uso dei fondi, ma anche dei progressi nel campo dei diritti umani e della condizione delle donne. Preannuncia al riguardo la visita in Italia della Procuratrice di Herat, Maria Bashir, ed auspica che possa avere incontri anche in sede parlamentare.

  Stefano STEFANI, presidente e relatore, osserva che i recenti tragici eventi sismici che hanno colpito l'Emilia dovrebbero indurre a rivedere l'entità dei fondi destinati a Paesi esteri.

  Arturo Mario Luigi PARISI (PD), nel condividere le osservazioni del rappresentante del Governo, chiede quali possano essere le modalità della verifica raccomandata.

  Riccardo MIGLIORI (PdL), nell'associarsi alle considerazioni del rappresentante del Governo, le ricollega all'approccio adottato dall'Unione europea per i Paesi della sonda meridionale del Mediterraneo che si caratterizza per la logica del more for more, rinunciando agli interventi a pioggia. Evidenzia comunque l'esigenza che il sostegno all'Afghanistan non sia solo economico, ma soprattutto politico. Quanto ai meccanismi della verifica prospettata, ritiene che sia difficile impostarla sul piano bilaterale, giudicando più efficace un contesto multilaterale in cui si individuino delle bande di oscillazione per registrare i progressi della democrazia afghana in particolare nella lotta alla corruzione. Considera opportuna al riguardo l'eventualità di adottare in sede di ratifica un atto di indirizzo al Governo.

  Fiamma NIRENSTEIN (PdL) ricorda di essersi sempre espressa in ogni sede nazionale ed europea in favore del principio di condizionalità per gli aiuti umanitari e di cooperazione allo sviluppo, ritenendo molto dannoso trascurare di valorizzare la condizione delle donne, dei bambini e degli omosessuali. Menziona ad esempio negativo una recente indicazione religiosa saudita che consentirebbe il matrimonio delle bambine, come del resto purtroppo avviene sovente anche in Afghanistan. Un altro parametro da considerare, a suo avviso, è la libertà riconosciuta alle minoranze religiose, ed in particolare ai cristiani ed agli ebrei. Auspica che il Governo faccia sua la politica della condizionalità e la sostenga in seno all'UE, dove spesso non si ha il coraggio necessario, come dimostra la risposta da lei ricevuta a Bruxelles nello scorso gennaio, presso il Parlamento europeo, secondo cui non era allora il momento di insistere con il nuovo Egitto per la conferma del trattato di pace con Israele. Invita infine a non sottovalutare Pag. 44l'estremo pericolo di questo atteggiamento di paura.

  Francesco TEMPESTINI (PD) si associa alle osservazioni della collega Nirenstein sulle bambine arabe ed afghane, ricordando come anche i bambini siano spesso oggetto di maltrattamenti. Non intende aggiungere nulla al merito del provvedimento, ma coglie l'occasione per anticipare, rispetto alla discussione che avrà luogo nel pomeriggio con i ministri degli esteri e della difesa, l'esigenza di una riflessione sui tempi della ridefinizione della presenza militare in Afghanistan anche alla luce delle recenti dichiarazioni del neopresidente francese Hollande che si è recato da poco a Kabul. Al riguardo, considera eccessivamente ottimistiche alcune conclusioni del vertice NATO di Chicago, osservando che la strategia futura per il 2013 e il 2014 non risulta ancora chiaramente delineata.

  Il sottosegretario Staffan de MISTURA, nel riconoscere il diritto-dovere della Commissione di incalzare il Governo per renderne più efficace l'azione nell'interesse dell'Italia, ricorda come gli afghani siano generalmente molto orgogliosi della loro religione e della loro tradizione, ma siano pronti a prendere in considerazione le istanze dei loro partner, come ha dimostrato l'esperienza da lui fatta nel chiedere, a nome dell'ONU, la cessazione delle torture nelle carceri. A suo avviso, in questa fase, l'Italia potrebbe marcare significativamente l'importanza del rispetto dei diritti umani, compiendo un gesto significativo anche nei confronti di coloro i quali hanno perso la vita in Afghanistan. Ritiene che una ratifica accompagnata dall'espressione di un indirizzo politico di collegamento, piuttosto che di condizionamento, al rispetto dei diritti umani aiuterebbe le donne e tutto il popolo afghano, confermando un'impostazione improntata alla serietà ed alla coerenza.

  Stefano STEFANI, presidente e relatore, nessun altro chiedendo di intervenire, avverte che è concluso l'esame preliminare del provvedimento, che sarà trasmesso alle Commissioni competenti per l'espressione dei pareri. Come di consueto, se non vi sono specifiche segnalazioni da parte dei gruppi, si intende che si sia rinunziato al termine per la presentazione degli emendamenti. Rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

Ratifica ed esecuzione del Memorandum d'intesa sulla cooperazione nel settore della difesa tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica islamica del Pakistan, fatto a Roma il 30 settembre 2009.
C. 5180 Governo.

(Seguito dell'esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in titolo, rinviato nella seduta del 23 maggio scorso.

  Il sottosegretario Staffan de MISTURA, nel manifestare consapevolezza per la delicatezza della materia che fa oggetto dell'accordo in titolo, sottolinea come l'Italia sia tra i pochi paesi ad avere rapporti costruttivi e positivi con il Pakistan che ha peraltro grande interesse a mantenere e sviluppare. Il Pakistan è infatti un grande paese con evidenti difficoltà, fortemente collegato alla situazione dell'Afghanistan, in cui vanno contrastate le tendenze disgregatrici. Giudica quindi necessario procedere alla ratifica in argomento, pur non negando che possa porre interrogativi legittimi.

  Stefano STEFANI, presidente e relatore, nessun altro chiedendo di intervenire, avverte che è concluso l'esame preliminare del provvedimento, che sarà trasmesso alle Commissioni competenti per l'espressione dei pareri. Come di consueto, se non vi sono specifiche segnalazioni da parte dei gruppi, si intende che si sia rinunziato al termine per la presentazione degli emendamenti. Rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

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Ratifica ed esecuzione della Convenzione tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Mongolia per evitare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e sul patrimonio e per prevenire le evasioni fiscali, con Protocollo aggiuntivo, fatta a Ulan Bator l'11 settembre 2003.
C. 5108 Governo.

(Seguito dell'esame e rinvio).

  Stefano STEFANI, presidente, ricorda che nella precedente seduta, il rappresentante del Governo ha fornito i chiarimenti richiesti dal relatore in ordine alla tassazione delle proprietà immobiliari.
  Nessun altro chiedendo di intervenire, avverte che è concluso l'esame preliminare del provvedimento, che sarà trasmesso alle Commissioni competenti per l'espressione dei pareri. Come di consueto, se non vi sono specifiche segnalazioni da parte dei gruppi, si intende che si sia rinunziato al termine per la presentazione degli emendamenti. Rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

Ratifica ed esecuzione della Convenzione concernente la competenza, la legge applicabile, il riconoscimento, l'esecuzione e la cooperazione in materia di responsabilità genitoriale e di misure di protezione dei minori, conclusa all'Aja il 19 ottobre 1996.
C. 3858 Di Biagio, C. 3739 Volontè, C. 3906 Di Stanislao e C. 3947 Schirru.

(Seguito dell'esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 2 novembre 2011.

  Stefano STEFANI, presidente, riferisce di avere ricevuto una lettera dal presidente della Commissione Bilancio che comunica la mancata presentazione da parte del Governo della relazione tecnica richiesta dalla Commissione stessa e segnala l'esigenza di configurare con maggiore precisione nel testo di legge l'Autorità centrale cui sarebbe delegata l'attuazione della Convenzione dell'Aja, individuando i relativi oneri e la corrispondente copertura finanziaria.

  Francesco TEMPESTINI (PD), relatore, esprime vivo sconcerto per l'esito dell'esame in sede consultiva presso la Commissione Bilancio della ratifica di una così importante ed attesa Convenzione, che è in ritardo di sedici anni nonostante che riguardi aspetti umanitari così rilevanti. Ricorda, infatti, come in più occasioni, rispondendo ad atti di sindacato ispettivo nell'arco di questa legislatura, il Governo avesse assunto l'impegno di presentare un proprio disegno di legge di ratifica. Ora, il Governo stesso blocca di fatto l'iniziativa legislativa parlamentare non adempiendo alla richiesta di presentazione della relazione tecnica. Ritiene del tutto evidente che gli elementi necessari a individuare ed a precisare la configurazione dell'autorità nazionale competente sono tutti nella piena disponibilità del potere esecutivo. Quanto all'esigenza di quantificare eventuali oneri, giudica altamente improbabile, per non dire pretestuoso ed emulativo, immaginare di questi tempi che i compiti previsti dall'attuazione della Convenzione non possano essere svolti da strutture amministrative già operanti, senza quindi alcuna spesa aggiuntiva, nei mille gangli e rivoli della pubblica amministrazione. Non gli risulta peraltro che analoga acribia finanziaria sia stata esercitata ogni qual volta si è trattato di individuare un'autorità nazionale competente nei numerosi casi in cui ciò era previsto da convenzioni internazionali tranquillamente ratificate.
  Invita, quindi, il Governo ad un maggiore rispetto del Parlamento, che è ben consapevole che la vera ragione sta nell'intollerabile ed inaccettabile ostruzionismo burocratico motivato dalla questione relativa alla kafala. Fior di giuristi hanno avanzato soluzioni assolutamente compatibili con il nostro ordinamento che solo una miope percezione della vicenda ha sin qui impedito di valutare, portando al palleggiamento delle responsabilità tra Ministero degli esteri, Ministero della giustizia ed ora Ministero dell'economia.Pag. 46
  Sollecita, dunque, al più presto il Governo ad uscire da questa imbarazzante situazione presentando, come promesso, il disegno di legge di ratifica. Si augura che non sia necessario dover ricorrere ad una risoluzione in Commissione, ma non avrà remore a presentarla in assenza di immediati comportamenti concludenti. In ogni caso, continuerà a portare avanti questa proposta di legge di iniziativa parlamentare e si riserva di presentare al più presto l'emendamento sollecitato dalla Commissione Bilancio, se dovesse permanere l'ostruzionismo governativo.

  Il sottosegretario Staffan de MISTURA conferma il parere favorevole del Ministero degli esteri sulla ratifica in titolo, reso anche sul relativo schema di disegno di legge ancora bloccato nel concerto interministeriale.

  Stefano STEFANI, presidente, auspica che il Governo risolva tempestivamente la questione. Nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta. Propone, quindi, un'inversione all'ordine del giorno per passare alla trattazione delle comunicazioni sulle missioni.
  La Commissione conviene.

  La seduta termina alle 9.45.

COMUNICAZIONI DEL PRESIDENTE

  Mercoledì 30 maggio 2012. — Presidenza del presidente Stefano STEFANI. – Interviene il sottosegretario di Stato agli affari esteri, Staffan de Mistura.

  La seduta comincia alle 9.45.

Sulla missione a Bruxelles in vista del vertice NATO di Chicago (23 aprile 2012).

  Stefano STEFANI, presidente, invita i colleghi Pianetta e Tempestini a riferire alla Commissione sulla missione in titolo da loro svolta in rappresentanza della Commissione.

  Enrico PIANETTA (PdL), illustra, anche a nome del collega Tempestini, una relazione sulla missione in titolo (vedi allegato 3), che deposita agli atti della Commissione.

  Francesco TEMPESTINI (PD), facendo riferimento agli esiti del vertice di Chicago alla luce della missione svolta, ribadisce l'osservazione già avanzata per cui non sarebbero ancora definiti gli scenari relativi agli sviluppi della presenza internazionale in Afghanistan. Nel ritenere ancora modesti i progressi compiuti sul tema del disarmo, considera ancora da approfondire il capitolo della riorganizzazione della NATO anche nell'ottica della PESD, finora confinata peraltro nel limbo delle buone intenzioni. A suo avviso, bisognerà continuare ad interrogarsi sul futuro della NATO che, a tratti, dà l'impressione di fare fatica nel Mediterraneo mentre si proietta verso il Pacifico.

  Stefano STEFANI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, dichiara concluse le comunicazioni in titolo.

Sulla missione a Washington (9-10 maggio 2012).

  Stefano STEFANI, presidente, nel depositare agli atti della Commissione una relazione sulla missione in titolo (vedi allegato 4), svolta unitamente ai colleghi Maran e Napoli, riferisce sugli incontri svolti, rammaricandosi per il fatto che non in tutti i casi sia stato possibile che trovassero soddisfazione le aspettative della delegazione soprattutto in ordine al confronto politico che sarebbe stato auspicabile avesse luogo con l'omologa Commissione della Camera dei Rappresentanti, anche a causa di un concomitante protrarsi dei lavori assembleari.
  Soffermandosi sull'incontro con il presidente della Sottocommissione per l'Europa e l'Eurasia, il deputato Dan Burton, evidenza il richiamo da parte statunitense Pag. 47della stretta alleanza con l'Italia, indipendentemente dalla maggioranza di governo, nel quadro però di una pressante richiesta all'Europa di spendere di più per la difesa comune. Il contributo finanziario europeo viene sollecitato anche a favore dell'Autorità palestinese perché possa proseguire nel negoziato con Israele. Naturalmente, da parte repubblicana non sono mancate le critiche al presidente Obama, soprattutto per la gestione della crisi afghana, anche se qualche speranza si intravede per il Pakistan, che starebbe migliorando le sue relazioni con l'India, mentre permane una chiusura netta nei confronti dell'Iran.
  Rimarca, quindi, l'interesse suscitato dalla visita alla Banca Mondiale: l'Italia potrebbe fare molto di più, soprattutto in Africa, ma dovrebbe attrezzarsi meglio per trarre maggiore profitto dalle opportunità offerte in tale ambito. Segnala che è stata richiesto di svolgere un'audizione sull'argomento.
  In conclusione, ribadisce l'impegno della Commissione a valutare attentamente i modi e i fini di svolgimento delle missioni all'estero, anche in considerazione degli oneri a carico del pubblico erario.

  Alessandro MARAN (PD), nel condividere le osservazioni iniziali del presidente Stefani, riepiloga il senso della missione nell'ormai consolidato modello di frugal superpower che gli Stati Uniti hanno assunto e che non dovrebbe modificarsi quale che sia l'esito delle prossime elezioni presidenziali. Ne deriva una maggiore responsabilizzazione per l'Europa ed anche per l'Italia, ma anche un'opportunità.
  Considera senz'altro da approfondire gli spunti emersi presso la Banca Mondiale, invitando a lavorare perché l'Italia possa risultare più competitiva nell'aggiudicarsi le consulenze che implicano un inserimento nella progettazione e nel controllo, ovvero nei gangli nervosi dei paesi destinatari degli aiuti.

  Mario BARBI (PD) condivide l'ipotesi di un'audizione di rappresentanti della Banca Mondiale. La conferma dei buoni risultati sul versante dei grandi appalti vale come stridente riprova della nostra difficoltà a fare invece sistema quando sono richiesti sistemi più complessi.

  Arturo Mario Luigi PARISI (PD) chiede chiarimenti sulle motivazioni della missione svolta.

  Stefano STEFANI, presidente, ricorda che la missione a Washington era stata programmata e rinviata in più occasioni per diverse ragioni e precisa che è stata svolta sulla base della prioritaria considerazione di arricchire il confronto politico con un primario alleato. Concorda poi con le osservazioni del collega Barbi.

  Riccardo MIGLIORI (PdL), riferendosi all'intervento dell'onorevole Maran, ritiene che la piattaforma di politica estera del candidato repubblicano Romney si differenzi da quella del presidente in carica, ma anche da quella del precedente presidente repubblicano, in virtù della scelta di candidarsi a guidare il sistema multilaterale, una novità particolarmente interessante per l'Europa e per l'Italia che, a suo avviso, deve continuare a contribuire alla sicurezza internazionale assumendosi le sue responsabilità ma, al tempo stesso, deve ricevere garanzie sui suoi temi prioritari, come ad esempio sulla riforma del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.

  Franco FRATTINI (PdL), in relazione all'evocata partecipazione italiana nelle istituzioni finanziarie internazionali, anche sulla base della sua esperienza di governo, valuta negativamente il fatto che il Ministero degli esteri non ne abbia la direzione strategica rispetto al Ministero dell'economia e delle finanze. Invita la Commissione a svolgere una riflessione approfondita al riguardo, da trasfondere in un atto di indirizzo al Governo, anche Pag. 48alla luce dell'ormai netta prevalenza del canale multilaterale della cooperazione allo sviluppo, gestito dal Ministero dell'economia e delle finanze, rispetto al canale bilaterale gestito dal Ministero degli esteri.
  Quanto alla sfida statunitense sul multilateralismo, nella versione dell'attuale presidente ovvero in quella del suo avversario ricordata dal collega Migliori, ritiene che l'Europa non ne sia stata sinora all'altezza, come dimostra l'atteggiamento degli USA sulla crisi siriana la cui responsabilità è completamente oggi addossata agli europei.

  Francesco TEMPESTINI (PD) rileva che la prima questione richiamata dal collega Frattini riguarda un nodo irrisolto nei rapporti tra Ministero degli esteri e Ministero dell'economia e delle finanze che non si è sciolto in tutta la legislatura nonostante gli sforzi della Commissione.

  Franco FRATTINI (PdL) osserva che il nodo si è anzi aggravato.

  Francesco TEMPESTINI (PD) rileva che la ripresa al Senato del dibattito sulla riforma della cooperazione ripropone l'esigenza di arrivare ad un chiarimento dopo le tante audizioni svolte nell'arco della legislatura, inclusa quella dell'allora Direttore generale Grilli. Ciononostante, silenzi e reticenze sono rimasti inevasi. È venuto il momento di procedere ad una discussione franca per cui occorre un segnale da parte del Governo.

  Il sottosegretario Staffan de MISTURA giudica ottima la definizione dell'Onorevole Maran sulla superpotenza americana che, quale che sia il nuovo presidente, non può più prescindere dal multilateralismo anche per ragioni economiche.
  Si dichiara quindi in pieno accordo con l'Onorevole Frattini sia sulla necessità di un maggiore ruolo europeo che sulla strategia nazionale da costruire per migliorare la partecipazione italiana nelle organizzazioni internazionali sia in campo economico che politico.

  Mario BARBI (PD), ad integrazione dell'intervento del collega Tempestini, nota con soddisfazione il riconoscimento autorevole da parte dell'ex ministro Frattini dell'esistenza di un problema più volte sollevato dalla Commissione ed in particolare dal Comitato permanente sugli Obiettivi di sviluppo del Millennio presieduto dal collega Pianetta. Giudica confortante per il lavoro svolto anche il richiamo ad un maggiore coordinamento tra il canale bilaterale e quello multilaterale. Ritiene che sia giunta però l'ora di atti impegnativi attraverso un'opportuna modifica legislativa che favorisca l'uso più coerente delle ormai ridotte risorse disponibili. Lamenta al riguardo l'esempio negativo dell'inadeguato raccordo con la cooperazione allo sviluppo dell'UE, confermato in una recente audizione presso il Comitato stesso, sollecitando che siano a loro volta auditi anche i rappresentanti delle istituzioni europee.

  Stefano STEFANI, presidente, ringraziando per gli importanti contributi, ritiene che la Commissione possa lavorare al più presto su una risoluzione sul tema accennato dal collega Frattini e ripreso dagli altri intervenuti, anche con l'ausilio del pragmatismo del sottosegretario de Mistura. Nessun altro chiedendo di intervenire, dichiara concluse le comunicazioni in titolo.

  La seduta termina alle 10.35.

ATTI DELL'UNIONE EUROPEA

  Mercoledì 30 maggio 2012. — Presidenza del presidente Stefano STEFANI indi del vicepresidente Fiamma NIRENSTEIN. – Interviene il sottosegretario di Stato agli affari esteri, Staffan de Mistura.

  La seduta comincia alle 10.35.

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Programma di lavoro della Commissione per il 2012.
(COM(2011)777 def.).

Relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea, relativa all'anno 2012.
(Doc. LXXXVII-bis, n. 2).

(Esame congiunto e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame degli atti in titolo.

  Stefano STEFANI, presidente, ricorda che la procedura congiunta di esame del Programma legislativo della Commissione europea e della Relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea avviene per la seconda volta, dopo l'esperienza dello scorso anno.

  Giorgio LA MALFA (Misto-LD-MAIE), relatore, rileva che l'esame congiunto della relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea nel 2012 e del programma di lavoro della Commissione europea per lo stesso anno dovrebbe costituire un momento essenziale nella formazione delle politiche europee, dedicato al confronto in sede parlamentare tra le priorità delle Istituzioni europee e quelle del Governo per l'anno in corso.
  Ribadendo quanto già affermato lo scorso anno, sottolinea che tale importante esigenza è fortemente frustrata dal grave ritardo con il quale il Governo ha trasmesso alle Camere la relazione programmatica del Governo, cinque mesi dopo il termine fissato dalla legge (31 dicembre di ogni anno) e circa sei mesi dopo la presentazione del programma di lavoro della Commissione, impedendo de facto quella «precoce presa di coscienza da parte del Parlamento sull'evoluzione dell'UE, delle sue politiche e sulla posizione del Governo» rivendicata nella stessa relazione.
  Osserva che, come già stigmatizzato nel parere reso dalla Commissione lo scorso anno (seduta del 14 luglio 2011), quando la relazione programmatica è stata presentata il 19 maggio, anche quest'anno il documento è stato trasmesso alla Camera oltre cinque mesi dopo la scadenza del termine previsto dall'articolo 15 della legge n. 11 del 2005, il 4 maggio 2012.
  Ricorda altresì che una risoluzione d'Assemblea (n.6-00091 d'iniziativa dell'on. Pescante) votata in esito all'esame della relazione programmatica per il 2011 – ha correttamente posto in rilievo come il ritardo del Governo nella presentazione del documento avesse determinato l'avvio della nuova sessione europea a metà anno, riducendo l'utilità dell'esame del programma di lavoro della Commissione per il 2011, in buona misura già attuato. Nella risoluzione si impegnava, quindi, il Governo «ad assicurare che le relazioni programmatiche siano trasmesse alle Camere entro il termine del 31 dicembre di ogni anno previsto dalla legge n. 11 del 2005, in modo da consentire l'avvio ad inizio anno della sessione programmatica presso la Camera».
  Osservando che si tratta di obblighi largamente disattesi, ritiene opportuno ribadire anche quest'anno tale circostanza con una nuova risoluzione.
  Invita a prendere atto che la disamina del programma di lavoro della Commissione perde quasi ogni rilievo dal momento che il documento è stato presentato alla fine dello scorso ottobre, ed enuncia pertanto delle priorità via di attuazione o superamento. Perde altresì d'incisività l'esame della relazione programmatica che dovrebbe costituire invece per le amministrazioni di settore uno strumento utile per contribuire a risolvere un profilo di perdurante criticità emerso in merito alla partecipazione dell'Italia all'UE: l'assenza di una cornice strategica per l'intervento nelle varie sedi decisionali europee, in grado di inserire i singoli dossier in una chiara scala di priorità per l'interesse nazionale.
  Fa pertanto presente che l'esame odierno rischia di trasformarsi in un adempimento puramente formale, alla luce del profondo cambiamento del quadro europeo, anche in ragione di recenti esiti elettorali, per cui il Governo dovrebbe Pag. 50fornire alla Commissione un adeguato aggiornamento in vista del Consiglio europeo del mese prossimo ed alla luce dell'esito della riunione informale preparatoria dello scorso 23 maggio.
  Al riguardo, segnala una recente discussione cui ha partecipato presso la Commissione Bilancio circa il recente documento sulla crescita della Commissione europea, giudicato assolutamente insufficiente. A suo avviso, o si passa dalle parole ai fatti o l'Europa rischia di affondare rapidamente.
  Per quanto riguarda i contenuti della relazione, da atto al Governo di avere elaborato un testo che reca, per gran parte dei settori, l'illustrazione della posizione negoziale tenuta sinora in merito a specifiche proposte legislative o dei contributi offerti nell'ambito di consultazioni avviate dalla Commissione europea. Il documento mostra, inoltre, un'inedita attenzione all'attività del Parlamento nella fase di formazione delle politiche e della normativa europea: sono infatti richiamati, sebbene con alcune lacune, gli atti di indirizzo approvati dalle Camere in relazione a specifici progetti legislativi o ad altri documenti dell'Unione europea.
  Al tempo stesso rileva come, in sede di ricostruzione delle grandi tendenze delle politiche e della normativa europee, la relazione non richiama (ad esempio nel caso della governance economica) importanti sviluppi e processi in corso.
  Venendo ai profili di più stretta competenza della Commissione, ricorda che il Governo nella relazione sottolinea la necessità di contribuire al rafforzamento del ruolo dell'Unione europea sulla scena internazionale, attraverso i nuovi organi istituiti dal Trattato di Lisbona (la figura dell'Alto rappresentante per gli affari esteri e la politica di sicurezza, assistito dal Servizio europeo per l'azione esterna) nonché le opportunità offerte dalla risoluzione ONU sullo status rafforzato dell'UE nell'Assemblea generale delle Nazioni Unite, approvata il 3 maggio 2011.
  Sul piano generale, il Governo segnala per il 2012 gli scenari di più immediato interesse per l'UE: l'area balcanica; il vicinato meridionale e il Medio oriente, la gestione delle crisi regionali; la collaborazione con i paesi terzi.
  In tale ambito, la relazione segnala le priorità del Governo italiano, sulle quali più volte si è soffermata la Commissione affari esteri: sostenere il processo di integrazione europea dell'area balcanica, anche in vista delle definizione di una strategia europea per il bacino adriatico-ionico e rafforzare l'impegno italiano ed europeo nel vicinato meridionale.
  Evidenzia positivamente che, in aggiunta a tali obiettivi, il programma di lavoro della Commissione segnala tra le priorità per il 2012 l'attuazione della roadmap del partenariato orientale, approvata dal Vertice di Varsavia del 2011 (sul quale si è soffermata più volte la Commissione).
  Appare, a suo avviso, largamente condivisibile nel quadro delle priorità definite dal Consiglio affari esteri del 1o dicembre 2011, l'orientamento del Governo di contribuire a promuovere il rafforzamento degli strumenti della politica di sicurezza e difesa comune (PSDC), in particolare puntando ad una revisione della strategia europea di sicurezza che introduca un'agenda positiva, in aggiunta all'aspetto della risposta alle minacce.
   Sul piano più strettamente operativo, nel quadro della partecipazione alle operazioni PSDC, per il 2012 il Governo intende concentrare la partecipazione italiana soprattutto sulla lotta alla pirateria. A tale riguardo, la relazione evidenzia che, ad integrazione dell'operazione militare dell'UE, è in corso di preparazione la missione civile EUCAP NESTOR, approvata dal Consiglio del 12 dicembre 2011, con funzioni di monitoraggio e capacity building del sistema giudiziario e delle guardie costiere della regione del Corno d'Africa in funzione anti-pirateria. Il Governo italiano sostiene altresì con convinzione un approccio integrato civile-militare alla gestione delle crisi, a partire da quella in Somalia.
  Per quanto attiene alle priorità dell'UE nell'ambito della cooperazione allo sviluppo, oggetto di due comunicazioni di ottobre 2011 all'esame della Commissione, Pag. 51è stato recentemente ribadito, da parte del Consiglio dell'UE l'impegno preso nel 2005 – quando l'UE ha fissato per gli Stati membri, entro il 2015, l'obiettivo dello 0,7 per cento del PIL da destinare agli aiuti allo sviluppo –, segnalando la necessità di significativi sforzi per raggiungerlo, in particolare per i diciotto Stati che non hanno raggiungo l'obiettivo individuale intermedio fissato per il 2010.
  Tra questi in particolare l'Italia che, sulla base dei dati forniti dal Comitato di assistenza allo sviluppo dell'OCSE (Development assistance committee - DAC), ha raggiunto per il 2011 lo 0,19 per cento del reddito nazionale lordo il che richiede un aumento dello 0,51 per cento entro il 2015. Osserva che al momento l'Italia è – ad esclusione della Grecia – lo Stato membro più in ritardo rispetto al raggiungimento degli obiettivi fissati.
  Come segnalato dalla relazione, l'azione del Governo è in linea oltre che con le priorità definite a livello europeo, anche con le indicazioni contenute nella risoluzione n. 8-00132 approvata dalla Commissione affari esteri nel luglio 2011, in particolare per quanto attiene all'opportunità strategica rappresentata dalla cooperazione delegata.
  In relazione alla politica commerciale comune, la relazione segnala la volontà del Governo di sostenere la Commissione nei diversi negoziati volti a concludere accordi di libero scambio con paesi terzi e organizzazioni internazionali, tra i quali in particolare Canada, India, ASEAN e Mercosur, adoperandosi affinché si tutelino gli interessi europei, nel contempo promuovendo l'accesso al mercato e l'eliminazione delle barriere non tariffarie.
  Giudica criticabile l'omissione di ogni riferimento circa la posizione che il Governo intende assumere in ordine all'attuazione dell'Accordo di libero scambio con la Corea che presenta invece non pochi profili critici per le nostre esportazioni, come emerso anche nelle audizioni specificamente dedicate a questo tema dalla Commissione affari esteri.
  Il Governo italiano sostiene in modo particolare la proposta di modifica del Sistema delle preferenze generalizzate (SPG) avanzata dalla Commissione europea, per il fatto che tende a concentrare le agevolazioni sui paesi che ne hanno maggior bisogno, limitando gli svantaggi per i settori produttivi dell'UE. La proposta di regolamento predisposta dalla Commissione mira a concentrare le preferenze dell'SPG sui paesi più bisognosi, rinforzando le modalità dell'SPG legate ai criteri di ammissibilità e al meccanismo di graduazione, che determina le importazioni competitive e sospende le preferenze ingiustificate. Il sistema espande inoltre l'aiuto apportato a titolo del regime speciale di incentivazione allo sviluppo sostenibile e al buon governo (SPG+) di cui beneficiano i 31 paesi che si impegnano a perseguire valori universali nell'ambito dei diritti umani e del lavoro, dell'ambiente e del buon governo.
  Il Governo segnala inoltre l'intenzione di proseguire l'impegno in favore dell'approvazione della proposta di regolamento – cosiddetta made in - relativa all'indicazione del paese di origine di taluni prodotti importati da paesi terzi, presentata nel 2005. Si tratta di una proposta controversa a livello di Unione europea, che approvata con emendamenti dal Parlamento europeo nell'ottobre 2010, è tuttora all'esame del Consiglio.
  Esprime apprezzamento per la presentazione, nel gennaio di quest'anno, della comunicazione della Commissione «Commercio, crescita e sviluppo – Ripensare le politiche commerciali e d'investimento per i paesi più bisognosi» (COM(2012) 22) che si prefigge di aggiornare la politica commerciale dell'UE per tener conto dei cambiamenti radicali verificatisi negli ultimi dieci anni nel panorama economico mondiale e, in particolare, nei paesi in via di sviluppo. La Commissione sottolinea la necessità di fare distinzioni sempre maggiori fra paesi in via di sviluppo al fine di individuare quelli più bisognosi, come anche di migliorare il funzionamento degli strumenti utilizzati dall'UE.
  Sul versante dell'allargamento ai paesi dell'area balcanica, il Governo conferma il proprio impegno a favore dell'attuazione Pag. 52della strategia di allargamento dell'Unione europea, che è essenziale per garantire la stabilità e il consolidamento democratico ai confini dell'UE, consentendo a tutti i paesi candidati e potenziali candidati di fare progressi nel processo di avvicinamento all'UE.
  In tale ambito una delle priorità del Governo è rappresentata dall'apertura nel giugno 2012 dei negoziati di adesione tra l'UE ed il Montenegro, che ha ottenuto lo status di paese candidato dal Consiglio europeo di dicembre 2010.
  Per quanto riguarda l'Albania, il Governo continuerà da un lato a sostenere gli sforzi del paese nel processo di avvicinamento all'UE e dall'altro a sollecitare le istituzioni europee a riconoscere i progressi compiuti dal paese. Il Governo italiano condivide ogni iniziativa volta a sostenere Bosnia Erzegovina, Kosovo ed ex Repubblica iugoslava di Macedonia.
  Obiettivo del Governo è altresì favorire il superamento dell'attuale situazione di stallo nei negoziati con la Turchia, anche mediante un rilancio delle attività del gruppo informale Turkey Focus Group promosso dall'Italia. Il Governo resta infatti convinto che l'adesione della Turchia all'UE rappresenti un obiettivo imprescindibile per Italia e Unione europea. In tale contesto il Governo sostiene la Commissione che – come annunciato nella relazione sui progressi della Turchia nel 2011 – vuole dar vita ad un nuovo circolo virtuoso nel processo di adesione della Turchia, elaborando un programma fattivo in grado di instaurare relazioni migliori e più costruttive secondo un approccio pragmatico che tenga conto delle realizzazioni concrete nei settori di comune interesse.
  Il Governo intende contribuire al rafforzamento del Servizio europeo per l'azione esterna (SEAE) che finora ha evidenziato numerosi limiti e criticità, favorendo la presenza, nell'ambito del personale in servizio, di funzionari qualificati degli Stati membri; migliorando la collaborazione tra le ambasciate degli Stati membri e le delegazioni del SEAE nei paesi terzi; promuovendo le sinergie con i settori complementari della Commissione.
  Il Governo intende sostenere con convinzione ed impegno la politica di vicinato dell'UE, in particolare per quanto riguarda i vicini meridionali. Il Governo intende infatti svolgere un ruolo di primo piano per assicurare che il Mediterraneo sia centrale nelle politiche dell'UE, sollecitando uno sforzo straordinario nei confronti della cosiddetta primavera araba e in particolare incoraggiando partenariati rinnovati con Tunisia, Egitto e Marocco, la ripresa dei negoziati per un accordo quadro con la Libia e il rapido avvio dei negoziati per aree di libero scambio con Marocco, Tunisia, Giordania ed Egitto.
  A quest'ultimo proposito ricorda che il Consiglio del 14 dicembre 2011 ha approvato le direttive negoziali. I negoziati con Marocco, Tunisia, Egitto e Giordania saranno aperti non appena i lavori preparatori saranno stati completati. Messi a confronto con le attuali relazioni commerciali tra UE e paesi partner, le aree di libero scambio andranno oltre la sola rimozione delle tariffe per coprire tutte le questioni regolamentari relative al commercio, quali protezione degli investimenti e pubblici appalti.
  Per quanto riguarda i vicini orientali, il Governo proseguirà nel sostegno ai negoziati in corso per la conclusione di nuovi accordi di associazione17 e si adopererà per promuovere il dialogo sulla liberalizzazione dei visti. In relazione al vicinato meridionale e orientale, il programma di lavoro della Commissione per il 2012 ricorda che la politica dell'UE si muoverà lungo le linee indicate dalla comunicazione «Una nuova risposta ad un vicinato in mutamento» (COM (2011) 313) che l'Alto rappresentante e la Commissione hanno presentato il 25 maggio 2011.
  Particolare rilievo assume infine la presentazione da parte della Commissione entro l'agosto 2012 della comunicazione «Favorire un cambiamento duraturo nelle società in fase di transizione». Basandosi sull'esperienza acquisita nell'ambito del processo di allargamento, la comunicazione rifletterà sul modo in cui l'UE può contribuire a creare i presupposti per una stabilità sostenibile nelle società che sono Pag. 53state oggetto di riforme economiche, sociali e politiche di notevole entità. L'accento sarà posto sui paesi del vicinato e su altri paesi in via di sviluppo importanti, con particolare attenzione alle questioni legate allo sviluppo di un processo politico inclusivo e di una società civile dinamica, al potenziamento di tutti gli interlocutori politici e alle politiche economiche necessarie ai fini di una crescita inclusiva, compresa l'occupazione. Anche nel caso del finanziamento della politica di vicinato, il Governo intende appoggiare la proposta della Commissione che ha chiesto un aumento significativo delle risorse finanziarie per il vicinato.

  Il sottosegretario Staffan de MISTURA aderisce alla richiesta del relatore di fornire un aggiornamento nella prossima seduta.

  Fiamma NIRENSTEIN, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 10.45.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 14 alle 14.20.

AVVERTENZA

  Il seguente punto all'ordine del giorno non è stato trattato:

COMUNICAZIONI DEL PRESIDENTE

Sulla missione a Berlino (23 maggio 2012).

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