CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 17 maggio 2012
653.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Commissioni Riunite (I e II)
COMUNICATO
Pag. 3

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  Giovedì 17 maggio 2012.

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 14.20 alle 14.25.

SEDE REFERENTE

  Giovedì 17 maggio 2012. — Presidenza del presidente della I Commissione Donato BRUNO. — Interviene il ministro della giustizia Paola Severino Di Benedetto.

  La seduta comincia alle 14.25.

Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell'illegalità nella pubblica amministrazione.
Testo base C. 4434 Governo, approvato dal Senato, C. 3380 Di Pietro, C. 3850 Ferranti, C. 4382 Giovanelli, C. 4501 Torrisi, C. 4516 Garavini e C. 4906 Ferranti.

(Seguito dell'esame e rinvio).

  Le Commissioni proseguono l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta del 15 maggio 2012.

  Donato BRUNO, presidente, avverte che è stato chiesto che la pubblicità dei lavori sia assicurata anche mediante l'attivazione dell'impianto audiovisivo a circuito chiuso.
  Non essendovi obiezioni, ne dispone l'attivazione.Pag. 4
  Ricorda che nell'ultima seduta di martedì 15 maggio, sono stati accantonati gli identici subemendamenti Di Pietro 0.9.500.27 e Sisto 0.9.500.109, diretti a sopprimere la lettera a) del comma 1 dell'articolo 9, e il subemendamento Ferranti 0.9.500.72, che incide sulla medesima lettera a).
  Sono stati inoltre accantonati gli identici subemendamenti Di Pietro 0.9.500.28 e Sisto 0.9.500.110, i subemendamenti Bocchino 0.9.500.3, Ferranti 0.9.500.73 e Contento 0.9.500.118, che riguardano la lettera b) del comma 1 dell'articolo 9.
  La Commissione ha poi respinto il subemendamento Sisto 0.9.500.111. L'esame riprende pertanto dagli identici subemendamenti 0.9.500.29 Di Pietro e 0.9.500.105 sui quali il relatore e il Governo hanno espresso parere contrario.
  Avverte che l'onorevole Garavini ha scritto una lettera nella quale comunica di ritirare tutti gli emendamenti ed articoli aggiuntivi a sua firma riferiti all'articolo 9.

  Lorenzo RIA (UdCpTP) ritira il proprio subemendamento 0.9.500.105.

  Federico PALOMBA (IdV) rileva come tutti i subemendamenti del suo gruppo –soppressivi o sostitutivi di parti dell'emendamento 9.500 del Governo – sono ispirati ad una filosofia differente rispetto a quella seguita dall'Esecutivo. Si ritiene, infatti, che per rendere più efficace e severa la lotta contro la corruzione sia opportuno prevedere un unico reato per i fenomeni di concussione e di corruzione, ai sensi dell'articolo 317 del codice penale, prevedendo pene «a cascata» nei confronti del corruttore e del concusso per induzione. Rileva quindi che tutti gli emendamenti formulati dal suo gruppo sono ispirati a tale finalità.

  Enrico COSTA (PdL) fa presente come l'emendamento in discussione affronti un tema di particolare rilevanza nell'ambito del provvedimento in esame. Ricorda che il nuovo rapporto tra concussione e le altre figure di reato è stato definito nell'emendamento 9.500 del Governo.
  Rileva come vi siano diverse chiavi di lettura della questione: il Governo ha fatto una scelta nell'ambito di una «piramide», ponendo il reato di concussione al vertice e, subito dopo, quello di induzione indebita a dare o promettere utilità, ai sensi del nuovo articolo 319-quater del codice penale.
  Ricorda come la ratio dell'intero provvedimento in discussione sia anche quella di intervenire sul rapporto tra il reato di concussione ed il reato di corruzione, tenendo conto di quanto previsto dalla Convenzione internazionale in materia e di quanto evidenziato dai gruppi degli Stati contro la corruzione (GRECO) del Consiglio d'Europa sulla materia.
  Evidenzia come, dall'esame approfondito della relazione svolta dai suddetti gruppi del Consiglio d'Europa, emerge una rappresentazione del reato di concussione in Italia che necessita una revisione. Ritiene che le risposte fornite dalle autorità italiane non siano state del tutto convincenti, avendo sottolineato come il reato di concussione costituisca un valido strumento per il perseguimento del reato di corruzione.
  Ritiene che la scelta del Governo sia stata di carattere tecnico e debba essere rispettata. Il ministro ha illustrato la strada seguita, in cui ha ritenuto rifarsi ad un'impostazione piramidale. A suo avviso, tuttavia, non si danno risposte adeguate ai richiami delle autorità europee.
  Ritiene che sia stato comunque fatto un passo in avanti importante ma probabilmente una configurazione diversa avrebbe potuto evitare delle distinzioni che saranno invece a carico dell'interprete.
  Ricorda, quindi, che sono stati presentati alcuni emendamenti migliorativi del testo del Governo ed auspica che se ne tenga conto nel prosieguo dell’iter. Tra questi richiama anche un emendamento, poi ritirato, che aveva un approccio più coerente rispetto alle indicazioni dei gruppi degli Stati contro la corruzione (GRECO) del Consiglio d'Europa.

  Donatella FERRANTI (PD) preannuncia il voto contrario del suo gruppo rispetto Pag. 5al subemendamento Di Pietro 0.9.500.29 perché segue un'impostazione sistematica diversa da quella contenuta nella proposta di legge presentata dal suo gruppo e dall'emendamento 9.500 del Governo, sul quale il suo gruppo ha presentato specifici subemendamenti, nel rispetto dell'impostazione di fondo.

  Manlio CONTENTO (PdL) richiama le considerazioni testé svolte dal collega Costa, che ha fatto riferimento a quanto evidenziato dai gruppi degli Stati contro la corruzione (GRECO) del Consiglio d'Europa e dall'OCSE. Nell'ambito di un incontro di una loro delegazione con i componenti della Commissione giustizia è stato infatti ribadito che, ad avviso dell'OCSE, appare anomala l'attuale configurazione del reato di concussione nell'ordinamento italiano. Esprime quindi la propria contrarietà al subemendamento Di Pietro 0.9.500.29, volto a sopprimere la nuova formulazione del reato di concussione contenuta nell'emendamento del Governo.
  In questa fase va infatti dato atto al ministro di aver tenuto conto degli orientamenti emersi in sede internazionale; cosa diversa è invece quanto è stato previsto riguardo alla concussione per costrizione. Ribadisce quindi un giudizio favorevole sulla prima parte dell'emendamento del Governo, per la sua coerenza con gli orientamenti internazionali. Lo stesso non può invece dirsi con riguardo al nuovo articolo 319-quater, che disciplina l'induzione indebita a dare o promettere utilità, tema che potrà essere approfondito ulteriormente nel prosieguo dell’iter.
  Ricorda poi che, con riferimento alla questione dei minimi edittali, il ministro Severino aveva espresso la propria disponibilità rispetto alle decisioni che le Commissioni avrebbero assunto. Nella precedente seduta tuttavia è stata affrontata una proposta di modifica relativa al minimo della pena per il reato di peculato ed in tale sede il sottosegretario ha espresso un parere contrario, associandosi a quello già espresso dal ministro in precedenza, probabilmente perché riguardava un articolo precedente rispetto a quelli su cui vi sono molti subemendamenti che riguardano i limiti minimi di pena. Auspica quindi che il ministro della giustizia riveda tale impostazione nel prosieguo dell’iter parlamentare, anche con riferimento al reato di peculato. In tale caso, il suo gruppo prenderà atto favorevolmente dell'atteggiamento dimostrato, anche ai fini del successivo esame parlamentare.

  Francesco Paolo SISTO (PdL) si sofferma sulla filosofia che è alla base della lettera d) del comma 1 dell'articolo 9 dell'emendamento del Governo, svolgendo considerazioni di metodo e di merito.
  Sotto il profilo metodologico richiama l'orientamento di parte della dottrina, tra cui gli studi del professor Francesco Palazzo, in cui si sottolinea come nell'ambito del dibattito sui reati contro la pubblica amministrazione l'attenzione andrebbe concentrata sul versante della prevenzione amministrativa mediante un reale ed effettivo potenziamento degli strumenti amministrativi. La preoccupazione sollevata è infatti quella che le forme tradizionali del simbolismo penale non siano sufficienti a garantire l'effettività della tutela. Non si è infatti mai svolto un intervento di ampio respiro sul versante preventivo ritenendo invece opportuno incidere subito sul piano più vistoso dei reati e delle pene. Ciò premesso, si chiede quindi se la nuova formulazione dell'articolo 317 consenta di superare tale preoccupazione.
  Ritiene altresì non conforme al vero affermare che l'intervento previsto dal Governo sia quasi una strada obbligata per dare seguito a quanto evidenziato dagli organismi internazionali competenti alla materia, quali, in particolare, l'OCSE e il gruppo degli Stati contro la corruzione (GRECO) del Consiglio d'Europa. Questi infatti non impongono una soluzione obbligata ma richiamano una serie di principi da applicare compatibilmente con gli ordinamenti giuridici dei singoli Stati. Si richiede, in particolare, un intervento normativo affinché venga evitata ogni possibilità che chi compie condotte illecite in quest'ambito non ne risponda penalmente. Pag. 6La formulazione del nuovo articolo 317 del codice penale, proposta dal Governo, non sembra tenere conto di tale principio considerato che viene conservata la non punibilità del soggetto «costretto».
  Occorre quindi chiedersi se tale scelta non sia clamorosamente collidente rispetto alle prescrizioni internazionali. In tale direzione andava un emendamento della collega Ferranti, poi ritirato.
  Ricorda come parte della dottrina, anche con un'impostazione garantista, ha detto chiaramente che nel momento in cui si sono stigmatizzate le leggi ad personam, per coerenza si deve avere il coraggio di fare una riforma che non tenga conto dei processi pendenti, cosa che invece sembra stia accadendo.
  Ribadisce quindi che gli organismi internazionali chiedono di superare ogni forma di non punibilità del privato: di fronte a tale impostazione la nuova formulazione dell'articolo 317 presenta dunque una serie di profili inaccettabili. Ci si sottrae infatti alla volontà del Consiglio d'Europa e si indica nella «costrizione» una forma autonoma di condotta diversa dalla «induzione», senza alcuna giustificazione.

  Raffaele VOLPI (LNP), a nome del gruppo, chiede la chiusura della discussione sul subemendamento in esame, ai sensi dell'articolo 44, comma 1, del regolamento.

  Donato BRUNO, presidente, ricorda che l'articolo 44 del regolamento si applica nella discussione in Assemblea e, per quanto riguarda le Commissioni, solo nell'esame in sede legislativa. L'istituto non appare infatti compatibile con i lavori in sede referente, che, ancor più a seguito delle riforme regolamentari del 1997, devono essere organizzati secondo principi di economia procedurale tali da garantire che l'esame dei provvedimenti si concluda in tempo utile per assicurare il rispetto del calendario dei lavori dell'Assemblea.

  Antonio DI PIETRO (IdV), rilevato che i lavori delle Commissioni procedono con particolare lentezza, ritira tutti i subemendamenti all'emendamento 9.500 del Governo presentati dal suo gruppo, in modo da evitare che questo possa essere considerato in qualche modo corresponsabile di un eventuale ritardo nell'inizio della discussione del provvedimento in Assemblea.

  Angela NAPOLI (FLpTP), relatore per la II Commissione, si dichiara disponibile a ritirare a propria volta i propri subemendamenti all'emendamento 9.500 del Governo, salvo eventualmente ripresentarli in Assemblea, ove ciò consentisse di arrivare alla immediata votazione del predetto emendamento.

  Donatella FERRANTI (PD) dichiara che il suo gruppo avrebbe auspicato sull'emendamento 9.500 del Governo una discussione rapida ancorché costruttiva, ma che, se questo non è possibile, è disponibile a ritirare i propri subemendamenti, salvo eventualmente ripresentarli in Assemblea, per arrivare in tempi utili al voto del predetto emendamento.

  Enrico COSTA (PdL) chiede alla presidenza di valutare la possibilità di una breve sospensione dei lavori che consenta di fare il punto sulla situazione.

  Lorenzo RIA (UdCpTP), premesso che il suo gruppo ha presentato diversi subemendamenti migliorativi del testo del Governo, li ritira tutti, ritenendo essenziale e prioritario che il provvedimento arrivi in Assemblea nel termine previsto dal calendario dei lavori.

  Angela NAPOLI (FLpTP), relatore per la II Commissione, illustra il suo subemendamento 0.9.500.10, che accorpa in un'unica fattispecie la corruzione e la concussione, includendo tra i soggetti attivi del reato, oltre al pubblico ufficiale, anche l'incaricato di pubblico servizio, e ne raccomanda l'approvazione.

  Alfredo MANTOVANO (PdL) ricorda che le indicazioni provenienti dagli organismi Pag. 7internazionali riguardano la prevenzione tanto quanto la repressione della corruzione e, al momento della costituzione del Governo, che il ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione ha istituito una commissione di studio sul fenomeno della corruzione, la quale ha reso note le proprie conclusioni in due recenti relazioni. Si chiede, quindi, per quale ragione le indicazioni contenute nelle relazioni in questione, le quali attengono a misure di contrasto preventivo della corruzione, non siano state tenute in considerazione dal Governo, il cui emendamento insiste esclusivamente sul profilo repressivo e penale. Ritiene che l'adozione di misure di prevenzione, unitamente a quelle penali di repressione, avrebbe conferito un maggiore equilibrio alla proposta del Governo e le avrebbe guadagnato un consenso più ampio.

  Giorgio Clelio STRACQUADANIO (PdL) dopo avere preannunciato di avere intenzione di svolgere un intervento che durerà tutto il tempo necessario per approfondire adeguatamente la complessa materia in esame, fa presente come il proprio gruppo sin dall'inizio della legislatura non abbia mai utilizzato gli strumenti che il Regolamento fornisce per comprimere il dibattito parlamentare. Tale atteggiamento responsabile è stato tenuto soprattutto quando si sono discusse norme importanti. Si dichiara stupito della richiesta di chiusura della discussione avanzata dall'onorevole Volpi, ritenendo significativo che questa sia stata fatta quando il suo gruppo si trova all'opposizione e mai quando faceva parte della maggioranza. Si dichiara inoltre stupito del fatto che molti dei colleghi che oggi fanno parte della maggioranza insistano per votare immediatamente, mentre quando erano all'opposizione insistevano sistematicamente per discutere, riflettere e approfondire.
  Si sofferma quindi sull'emendamento 9.500 del Governo, pur premettendo di non essere un giurista e che la sua esperienza del processo penale deriva dall'essere un giornalista che più volte è stato imputato per reati di diffamazione, anche se tali procedimenti una volta sola si sono conclusi con una condanna. Ritiene, in particolare, che il principale errore metodologico che caratterizza l'emendamento in questione sia quello di essere espressione di un panpenalismo esasperato e inaccettabile.

  Donato BRUNO, presidente, ricorda all'onorevole Stracquadanio che le Commissioni stanno esaminando il subemendamento 0.9.500.10 della relatrice per la II Commissione e lo invita pertanto a contenere il proprio intervento in questo ambito.

  Giorgio Clelio STRACQUADANIO (PdL) precisa di volere intervenire sull'emendamento 9.500 del Governo e non sul subemendamento del relatore per la II Commissione.

  Donato BRUNO, presidente, assicura all'onorevole Stracquadanio che, se questa è la sua intenzione, avrà senz'altro la possibilità di intervenire in seguito.

  Raffaele VOLPI (LNP) ritiene che la presenza di un parere contrario del Governo sul subemendamento 0.9.500.10 del relatore per la II Commissione rappresenti un'anomalia e sia un sintomo dell'esistenza di un serio problema politico nella maggioranza. Precisa inoltre come la richiesta di chiusura della discussione precedentemente presentata avesse il preciso scopo di superare l'ostruzionismo di quella parte della maggioranza che sta paralizzando i lavori delle Commissioni.

  Luca Rodolfo PAOLINI (LNP) invita l'onorevole Angela Napoli a ritirare il subemendamento 0.9.500.10.

  Donatella FERRANTI (PD) preannuncia il voto contrario del proprio gruppo sul subemendamento 0.9.500.10 della relatrice per la II Commissione.

  Francesco Paolo SISTO (PdL) ritiene che il subemendamento della relatrice per la II Commissione, pur raccogliendo talune Pag. 8indicazioni provenienti dall'Europa, sia comunque formulato in maniera non accettabile, atteso che accomuna condotte difficilmente compatibili e non prevede la punibilità dei soggetti privati. Preannuncia quindi il voto contrario del proprio gruppo.

  Federico PALOMBA (IdV) preannuncia il voto favorevole del proprio gruppo sul subemendamento 0.9.500.10.

  Le Commissioni respingono il subemendamento 0.9.500.10 del relatore per la II Commissione.

  Enrico COSTA (PdL), intervenendo sull'ordine dei lavori, ripropone la richiesta di una breve sospensione della seduta.

  Donato BRUNO, presidente, invita l'onorevole Costa a motivare la richiesta di sospensione ed i gruppi a pronunciarsi sulla richiesta medesima.

  Enrico COSTA (PdL) chiarisce che il ritiro delle proposte emendative da parte del gruppo dell'IdV ha determinato una modifica del quadro emendativo e che tale sopravvenuta modifica rende necessario compiere nuove valutazioni ed approfondimenti.

  Federico PALOMBA (IdV) ritiene che la richiesta di sospensione sia priva di una reale motivazione e, quindi, meramente ostruzionistica.

  Donatella FERRANTI (PD) ritiene che la richiesta di sospensione possa essere accolta ove serva al PdL per condurre un esame ragionato degli emendamenti e purché la sospensione non sia superiore a dieci minuti.

  Roberto RAO (UdCpTP) si esprime a favore delle richiesta di una breve sospensione.

  Pierguido VANALLI (LNP) non si oppone alla richiesta dell'onorevole Costa, purché la sospensione sia breve.

  Angela NAPOLI (FLpTP), relatore per la II Commissione, dichiara di adeguarsi all'orientamento prevalente dei gruppi e quindi di non opporsi alla richiesta di una breve sospensione.

  Donato BRUNO, presidente, preso atto dell'orientamento emerso dal dibattito, sospende la seduta.

  La seduta, sospesa alle 15.50, riprende alle 16.05.

  Francesco Paolo SISTO (PdL) chiede l'accantonamento del suo subemendamento 0.9.500.112.

  Donato BRUNO, presidente, considerato che il subemendamento Sisto 0.9.500.112, propone una diversa formulazione della lettera d) del comma 1, avverte che si intendono accantonati tutti gli emendamenti riferiti alla medesima porzione di testo. Avverte inoltre che i subemendamenti Siliquini 0.9.500.5 e Contento 0.9.500.98 si intendono ritirati.

  Angela NAPOLI (FLpTP), relatore per la II Commissione, ritira il suo subemendamento 0.9.500.11.

  Donatella FERRANTI (PD) illustra il suo subemendamento 0.9.500.74, che affronta lo stesso punto trattato dal subemendamento Bocchino 0.9.500.4, vale a dire quello delle pene accessorie da prevedere per i reati contro la pubblica amministrazione.

  Manlio CONTENTO (PdL) ritiene opportuno che il Governo fornisca alcuni chiarimenti in tema di pene accessorie. Fa presente infatti che il codice penale prevede pene accessorie sia in via generale, sia in via speciale e che, oltre all'interdizione perpetua o temporanea dai pubblici uffici, sono possibili altre pene accessorie, quali l'estinzione del rapporto di lavoro o d'impiego. A suo avviso sarebbe necessario, per evitare deliberazioni contraddittorie, una discussione congiunta sulle diverse proposte subemendative che riguardano Pag. 9il profilo delle pene accessorie. Preannuncia in ogni caso il proprio voto contrario sul subemendamento Bocchino 0.9.500.4.

  Luca Rodolfo PAOLINI (LNP) dichiara che il suo gruppo si asterrà dalla votazione sul subemendamento Bocchino 0.9.500.4 in quanto ritiene che prevedere l'interdizione perpetua dai pubblici uffici anche per fatti minimi sia una misura eccessiva, draconiano, contrastante con la finezza della tradizione giuridica italiana.

  Federico PALOMBA (IdV), premesso che il suo gruppo ha ritirato tutti i propri subemendamenti per non contribuire a ritardare l’iter del provvedimento, chiarisce che il gruppo non intende tuttavia rinunciare a spiegare la propria posizione sulle diverse questioni in discussione. Per quanto riguarda, nello specifico, le pene accessorie, dichiara che il suo gruppo ritiene necessaria la massima severità contro il fenomeno della corruzione, il cui costo per la collettività è enorme. Ritiene pertanto che nei confronti dei soggetti condannati per questo tipo di reati si debbano irrogare le sanzioni più severe, anche quelle accessorie.
  Ciò premesso, preannuncia il voto contrario sul subemendamento Bocchino 0.9.500.4, motivato da una contrarietà non sul contenuto sostanziale – che, come detto, condivide – bensì sulla formulazione tecnica: il testo del subemendamento in questione fa infatti riferimento anche a una serie di reati che non sono stati ancora introdotti nell'ordinamento, ma sono per il momento previsti soltanto dall'emendamento del Governo non ancora votato.
  Sottolinea in ogni caso come il suo gruppo ritenga che la corruzione e la concussione debbano essere punite nello stesso modo e come debbano essere sanzionati, insieme ai concussori, anche i concussi.

  Francesco Paolo SISTO (PdL) nell'esprimere il proprio dissenso rispetto al subemendamento Bocchino 0.9.500.4, rileva come la non automaticità dell'interdizione perpetua sia, a suo avviso, condivisibile.

  Donato BRUNO, presidente, ricorda che sul subemendamento Bocchino 0.9.500.4 il parere della relatrice per la II Commissione è favorevole, mentre il parere del Governo è contrario.

  Le Commissioni respingono il subemendamento Bocchino 0.9.500.4.

  Il ministro Paola SEVERINO ricorda che sul subemendamento Ferranti 0.9.500.74 si era rimessa alle valutazioni delle Commissioni, suggerendo per altro che lo stesso fosse riformulato sopprimendo i rinvii agli articoli 318 e 322 del codice penale e prevedendo per l'articolo 314 del codice penale un rinvio solo al primo comma.

  Donatella FERRANTI (PD) esprime la disponibilità a fare un «passo indietro» sull'istigazione e sulla corruzione per abuso delle funzioni per tenere conto di quanto testé richiesto dal ministro della giustizia. Riformula di conseguenza il proprio subemendamento 0.9.500.74.

  Federico PALOMBA (IdV) ribadisce che il suo gruppo avrebbe voluto discutere anche in Commissione le proposte subemendative presentate, ma, per una precisa scelta politica, al fine di evitare il rischio che non si riesca a votare l'emendamento 9.500 del Governo e che in Aula giunga l'articolo 9 del disegno di legge C. 4434 presentato dall'allora ministro della giustizia Angelino Alfano, ha ritirato tutti i propri subemendamenti.
  Intervenendo in merito al subemendamento Ferranti 0.9.500.74, rileva come si sia dato per scontato lo «spacchettamento» previsto con l'articolo 319-quater, che tuttavia non è ancora stato approvato.

  Manlio CONTENTO (PdL) propone alle Commissioni di procedere all'accantonamento del subemendamento Ferranti 0.9.500.74, considerato che questo fa riferimento Pag. 10a nuovi articoli del codice penale su cui le Commissioni non hanno ancora deliberato. Prospetta quindi l'opportunità di procedere dapprima alle votazioni dei subemendamenti che riguardano le fattispecie sostanziali.

  Raffaele VOLPI (LNP) condivide la proposta di accantonamento testé formulata rilevando che forse il subemendamento in discussione non doveva essere posto in votazione considerato che fa riferimento ad articoli del codice penale che non sono vigenti.

  Luca Rodolfo PAOLINI (LNP) ritiene che il subemendamento in questione rientri in una logica ragionevole, che appare condivisibile.

  Francesco Paolo SISTO (PdL) concorda sulla proposta di accantonamento del subemendamento in discussione in attesa della deliberazione sul nuovo articolo 319-quater del codice penale. Inviata inoltre il Governo a svolgere un'ulteriore riflessione in merito al subemendamento in discussione, ricordando che nella valutazione sull'articolo 317-bis si è ritenuto di escludere l'articolo 319-quater del codice penale.

  Donatella FERRANTI (PD) ritiene deleteri e non corretti rispetto al Governo interventi come quello testé svolto dal collega Sisto. Ricorda infatti che il Governo ha ritenuto opportuno seguire un'impostazione, che il suo gruppo ha presentato subemendamenti nel rispetto di tale impostazione e si è dichiarato disponibile a fare un passo indietro nella formulazione del subemendamento in esame per tenere conto della richiesta formulata dal ministro Severino.
  Sull'accantonamento richiesto dal collega Contento, anche alla luce di quanto già deciso con riguardo ai subemendamenti che fanno riferimento alle lettere a) e b) del comma 1 dell'articolo 9 si rimette alle valutazioni delle Commissioni.

  Francesco Paolo SISTO (PdL) precisa di essersi limitato a svolgere una valutazione puramente tecnica ricordando che nell'emendamento del Governo non era presente il richiamo all'articolo 319-quater.

  Le Commissioni delibero di accantonare il subemendamento Ferranti 0.9.500.74.

  Manlio CONTENTO (PdL), alla luce della possibilità di valutare nel prosieguo dell’iter parlamentare una formulazione differente, ritira il proprio subemendamento 0.9.500.119.

  Angela NAPOLI (FLpTP), relatore per la II Commissione, ritira il proprio subemendamento 0.9.500.12.

  Francesco Paolo SISTO (PdL) chiede l'accantonamento del proprio subemendamento 0.9.500.113 per le medesime ragioni emerse con riferimento ai precedenti subemendamenti.

  Manlio CONTENTO (PdL) chiede che si proceda all'accantonamento dei propri subemendamenti 0.9.500.120 e 0.9.500.121, così come degli altri subemendamenti che riguardano la lettera f) del comma 1.
  Sottoscrive quindi i subemendamenti Siliquini 0.9.500.6 e 0.9.500.200, che ritira riservandosi di ripresentarli in Assemblea.

  Le Commissioni deliberano di accantonare i subemendamenti Sisto 0.9.500.113, Contento 0.9.500.120 e 0.9.500.121, Ferranti 0.9.500.75, Lussana 0.9.500.24 e Contento 0.9.500.99.

  Manlio CONTENTO (PdL) rileva come il subemendamento Ferranti 0.9.500.76 investa il tema dei limiti delle pene e ne chiede quindi l'accantonamento.

  Angela NAPOLI (FLpTP), relatore per la II Commissione, ritiene che in questo modo, continuando ad accantonare subemendamenti, le Commissioni non arriveranno mai a votare l'emendamento 9.500 del Governo. Ritiene quindi che sia necessaria maggiore chiarezza.

Pag. 11

  Pierguido VANALLI (LNP) rileva che, come emerge da agenzie di stampa, la relatrice per la II Commissione ha dichiarato di non voler partecipare ad «inciuci» come quello che vi è appena stato nell'ambito dell'incontro di rappresentanti dei gruppi del Popolo delle libertà e del Partito democratico con il ministro Severino. Ritiene che, se tali incontri servono a chiarire aspetti che attengono al provvedimento in esame, la relatrice andrebbe coinvolta. Il suo gruppo certamente non parteciperà a tali incontri.
  Sottolinea peraltro come il ruolo del relatore non possa essere prettamente politico e suscettibile di continue modifiche negli orientamenti: forse è per tali ragioni che il provvedimento ha un iter alquanto tortuoso nelle Commissioni. Ricorda che il suo gruppo è intervenuto nel dibattito solo se necessario e sta lavorando seriamente sul provvedimento in esame.

  Donato BRUNO, presidente, ricorda di aver acquisito l'assenso di tutti i rappresentanti dei gruppi in Commissione sulla richiesta di sospensione.
  Rileva che oltretutto brevi sospensioni sono di norma utili per un confronto informale tra i gruppi o con il rappresentante del Governo così da procedere meglio nei lavori della Commissione.
  Rileva come quello in esame sia un argomento certamente importante, come d'altronde lo sono tutti quelli all'esame del Parlamento: non vede quindi per quali ragioni lo si stia «caricando» di significati ulteriori. Ritiene inoltre che la politica non sia sede di scontro – come probabilmente ritiene chi parla di «inciuci» – quanto luogo di ricerca di mediazioni.

  Raffaele VOLPI (LNP) precisa che il riferimento agli «inciuci» è stato fatto dalla relatrice della II Commissione e non di certo dal suo gruppo.

  Donatella FERRANTI (PD), intervenendo sul proprio subemendamento 0.9.500.76, fa presente come questo riguardi la lettera g) del comma 1 dell'articolo 9 e non ha correlazione con altri subemendamenti. Esso parte dal presupposto che il reato di concussione debba avere un'idonea sanzione penale, investendo quindi una valutazione sulla congruità della pena. Per tali ragioni chiede che si proceda alla votazione del subemendamento in questione.

  Jole SANTELLI (PdL), relatore per la I Commissione, prende atto che l'esame del provvedimento in titolo da alcuni viene svolto, in parte, in Commissione e, in altra parte, sulle agenzie di stampa. È noto il percorso tortuoso del provvedimento in questione, ma resta ferma l'esigenza che l'Assemblea possa avviarne la relativa discussione nei tempi previsti. Per tale ragione il suo gruppo sta cercando di individuare soluzioni – e ringrazia per questo il ministro per la disponibilità dimostrata – affinché sia possibile concludere in tempi congrui l’iter in Commissione.
  Per la medesima ragione, quindi, è stata chiesta una breve sospensione dei lavori così da poter procedere ad un confronto informale con il rappresentante del Governo.
  Come relatrice per la I Commissione esprime un parere contrario rispetto a tutti quei subemendamenti ed emendamenti volti ad aumentare le pene minime per i reati previsti. Ricorda come il ministro Severino avesse già espresso la propria «apertura» riguardo a taluni aspetti tra cui quelli che riguardano le pene minime edittali. Il suo gruppo ritiene infatti opportuno insistere affinché non si pervenga ad un incremento delle pene minime, diversamente dalle pene massime che hanno invece un'incidenza rispetto alla prescrizione.

  Federico PALOMBA (IdV) fa presente che il suo gruppo era contrario ad una sospensione dei lavori. Ritiene peraltro che legittimamente si sia deciso di svolgere un breve incontro e di questo si vedranno i risultati. Ritiene che quello in esame sia il provvedimento con maggiore valenza politica tra quelli all'attenzione del Parlamento. Esprime quindi la propria Pag. 12solidarietà alla collega Angela Napoli, che sta svolgendo egregiamente le proprie funzioni di relatrice senza per questo rinunciare ad esprimere le proprie opinioni politiche.
  Intervenendo in merito al subemendamento Ferranti 0.9.500.76, preannuncia il proprio voto favorevole. Sottolinea infatti come i reati contro la pubblica amministrazione tradiscano il giuramento effettuato dai pubblici ufficiali e richiedano pertanto una reazione sociale, e quindi una pena, la più forte possibile. Ritiene inoltre opportuno che si proceda subito alla votazione non essendovi correlazioni rispetto ad altri subemendamenti.

  Manlio CONTENTO (PdL) rileva come il subemendamento Ferranti 0.9.500.76 sia volto ad aumentare le pene relative all'articolo 319 del codice penale prevedendo che siano da quattro a otto anni: su questo la relatrice per la II Commissione ha espresso parere favorevole mentre il ministro si è rimesso alle Commissioni.
  Il subemendamento Sisto 0.9.500.114 individua le pene edittali in questione da due a sei anni e su questo vi è stato un parere contrario della relatrice della II Commissione e del Governo.
  Infine, sul proprio subemendamento 0.9.500.100, volto a ridurre da tre a due anni la pena minima in questione la relatrice per la II Commissione ha espresso un parere contrario mentre il ministro si è rimesso alle valutazioni delle Commissioni.
  Ritiene che sulla materia vada svolta un'attenta riflessione tenendo conto anche delle pene previste per gli altri reati. Auspica quindi un accantonamento dei subemendamenti in questione affinché sia possibile affrontare la questione nel suo insieme, cercando di individuare una soluzione adeguata. Ciò a meno che il ministro ritenga opportuno modificare il proprio parere.

  Il ministro Paola SEVERINO intende illustrare la ratio seguita nei pareri espressi sui subemendamenti in questione. Il Governo si è rimesso alle valutazioni delle Commissioni per quanto riguarda le pene minime, ad accezione del peculato. Ha invece ritenuto opportuno esprimere parere contrario su tutti i subemendamenti e gli emendamenti volti a ridurre i massimi di pena previsti, per l'impatto che vi può essere sull'istituto della prescrizione.
  Rileva inoltre come, a suo avviso, è quanto mai importante assicurare che l'intervento normativo in questione mantenga la propria sistematicità e razionalità: il rischio è infatti che l'approvazione di subemendamenti su singole parti tolga razionalità al sistema complessivo. Per tale ragione concorda sulla proposta di accantonamento dei subemendamenti che riguardano la misura delle pene per i reati in discussione.

  Donatella FERRANTI (PD) insiste nella richiesta di votazione del proprio subemendamento 0.9.500.76, considerato che tutte le valutazioni al riguardo sono già state svolte ed è opportuno fare un passo in avanti nelle votazioni. Rileva come sulla definizione delle condotte si sia convenuto di procedere in questa fase ad un accantonamento e come la definizione dei minimi di pena riguardi un'altra questione.
  Ad avviso del suo gruppo, elevare la pena per un reato che produce un danno di settanta miliardi di euro annui è quanto mai opportuno. L'aumento della pena minima per le fattispecie di particolare gravità è inoltre opportuno per garantire l'effettività delle condanne.

  Il Ministro Paola SEVERINO DI BENEDETTO intervenendo sul subemendamento Ferranti 0.9.500.76, precisa che ad un aumento di pena del reato di corruzione per atto contrario ai doveri d'ufficio dovrebbe conseguire, per mantenere la coerenza del sistema, un aumento di pena anche per altri reati contro la pubblica amministrazione, tra i quali sicuramente anche quelli oggetto dell'emendamento del Governo nonché di subemendamenti accantonati. Ritiene quindi che l'accantonamento della proposta emendativa potrebbe essere funzionale ad una riflessione di Pag. 13sistema, volta a garantire il rispetto del principio di proporzionalità delle pene.

  Donatella FERRANTI (PD) chiede che il proprio subemendamento sia posto in votazione.

  Francesco Paolo SISTO (PdL) contesta integralmente l'impostazione dell'onorevole Ferranti, secondo la quale sostanzialmente l'aumento dei minimi di pena servirebbe a garantire l'effettività della pena e ritiene che una simile impostazione sia gravemente lesiva dei principi costituzionali alla base del diritto penale.

  Oriano GIOVANELLI (PD) interrompe l'onorevole Sisto ritenendo che la posizione del gruppo del PDL sia ormai chiara e che il subemendamento debba essere posto in votazione.

  Francesco Paolo SISTO (PdL) ribadisce che ogni fattispecie di reato deve essere graduata e modulata in base alla sua gravità e che la proposta emendativa si pone al di fuori di questo sistema, prevedendo una sanzione abnorme e sproporzionata. Ricorda che secondo l'articolo 27 della Costituzione le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato.

  Rita BERNARDINI (PD) interrompe l'onorevole Sisto, invitandolo a ricordare le sue ultime affermazioni anche quando si tratti di immigrati.

  Enrico COSTA (PdL) osserva che il subemendamento Ferranti 0.9.500.76 comporta un ulteriore inasprimento delle pene e ricorda di avere già evidenziato come la scelta del Governo di non esprimere un parere favorevole o contrario, ma di rimettersi alla valutazione delle Commissioni sulle proposte emendative relative ad aumenti o riduzioni di pene, potesse favorire, nel corso dell'esame di un provvedimento tanto delicato come quello sulla corruzione, la nascita di una maggioranza diversa da quella che sostiene il Governo. Ritiene quindi che l'eventuale approvazione del subemendamento in esame sarebbe la prova che ciò si è verificato. Invita tutti i colleghi ad un ulteriore momento di riflessione e dialogo che, senza forzature, possa condurre all'approvazione di un testo condiviso e propone che il subemendamento in esame sia posto in votazione all'inizio della prossima seduta.

  Federico PALOMBA (IdV), premesso che il suo gruppo ha ritirato tutti i subemendamenti presentati per contribuire ad accelerare i lavori, a differenza di altri che hanno preferito mantenere i propri per ragioni di immagine davanti all'opinione pubblica, dichiara che il suo gruppo non intende però rinunciare a chiarire la propria posizione sulle diverse questioni e quindi ad intervenire ogni volta che lo ritenga necessario.

  Roberto RAO (UdCpTP) dichiara che il suo gruppo si asterrà dalla votazione sul subemendamento Ferranti 0.9.500.76, non perché non ne condivida il merito, ma perché ritiene che sarebbe stato più opportuno discutere di subemendamento insieme con gli altri vertenti su questa materia.

  Luca Rodolfo PAOLINI (LNP) dichiara che il suo gruppo si asterrà dalla votazione sul subemendamento Ferranti 0.9.500.76, che, a suo parere, dimostra lo stato di confusione della maggioranza e la determinazione non tanto a lavorare per un testo equilibrato, quanto a lanciare un determinato messaggio all'opinione pubblica.

  Le Commissioni approvano il subemendamento Ferranti 0.9.500.76.

  Donato BRUNO, presidente, avverte che sono così preclusi i subemendamenti Sisto 0.9.500.114 e Contento 0.9.500.100. Quindi, come concordato nella riunione Pag. 14dell'ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, delle Commissioni riunite, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 17.20.

ATTI DEL GOVERNO

  Giovedì 17 maggio 2012. — Presidenza del presidente della I Commissione Donato BRUNO. — Interviene il sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali Maria Cecilia Guerra.

  La seduta comincia alle 17.20.

Schema di decreto legislativo recante attuazione della direttiva 2009/52/CE che introduce norme minime relative a sanzioni e a provvedimenti nei confronti di datori di lavoro che impiegano cittadini di paesi terzi il cui soggiorno è irregolare.
Atto n. 466.

(Seguito dell'esame e rinvio).

  Le Commissioni proseguono l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta del 15 maggio 2012.

  Donato BRUNO, presidente, nessuno chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 17.25.

Pag. 15