CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 24 aprile 2012
644.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari esteri e comunitari (III)
COMUNICATO
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SEDE CONSULTIVA

  Martedì 24 aprile 2012. — Presidenza del vicepresidente Franco NARDUCCI. – Interviene il sottosegretario di Stato agli affari esteri Staffan de Mistura.

  La seduta comincia alle 13.15.

Documento di economia e finanza 2012.
Doc. LVII, n. 5 e Allegati.
(Parere alla V Commissione).
(Esame e conclusione – Parere favorevole con osservazioni).

  Enrico PIANETTA (PdL), relatore, rileva che il nuovo Documento di Economia e Finanza (DEF), approvato il 18 aprile scorso dal Consiglio dei Ministri, certifica in maniera inequivocabile la drammatica incidenza della crisi dei debiti sovrani sull'equilibrio dei nostri conti pubblici.
  Sottolinea che il primo elemento di rilievo è dato dalla previsione del raggiungimento del pareggio di bilancio che, in termini strutturali, dovrebbe essere assicurato a partire dal 2013, laddove, per quanto riguarda lo sviluppo dell'economia reale, il tasso di crescita del PIL è stato rivisto al ribasso, per la terza volta consecutiva (era già avvenuto nella Nota d'aggiornamento al DEF 2011 e nella Relazione al Parlamento dello scorso dicembre).
  Nel 2012, la crescita in termini reali è stata prevista a -1,2 per cento, per poi registrare un miglioramento a partire dal 2013 (+0,5 per cento). Il tasso di disoccupazione è previsto in aumento al 9,3 per cento, contro l'8,4 per cento del 2011. Pag. 54
  Manifesta preoccupazione anche per la revisione al rialzo della stima sul rapporto debito/PIL (123,4 per cento) in aumento rispetto al 2011 (119,4 per cento), nonché per l'aumento progressivo del conto interessi sul debito, che nel 2015 potrebbe sorpassare i 100 miliardi di euro.
  Osserva che in tale quadro non confortante, il DEF si pone quale principale strumento di programmazione della politica economica nazionale.
  Ricorda che il DEF si compone innanzitutto del Programma di Stabilità (PdS), che indica il quadro delle previsioni economiche e di finanza pubblica e degli obiettivi per l'anno in corso e il triennio successivo, con l'enunciazione degli effetti finanziari dei provvedimenti adottati. Il Programma nazionale di riforma (PNR) 2012, sempre contenuto nel DEF – il secondo presentato dall'Italia nel quadro del Semestre europeo – verifica le riforme messe in campo dopo l'approvazione del PNR dello scorso anno e costituisce un'agenda di interventi per il prossimo anno funzionali al conseguimento degli obiettivi della Strategia Europa 2020.
  In particolare, il PNR procede ad una analisi delle misure adottate ed in corso di adozione volte a dare risposta alle Raccomandazioni del Consiglio dell'Unione europea formulate nel luglio 2011, descritte con riferimento alle specifiche criticità del sistema economico.
  Evidenzia che le misure per l'attuazione dell'agenda di riforme sono esposte secondo le cinque grandi priorità fissate in sede europea: portare avanti un risanamento di bilancio differenziato e favorevole alla crescita; ripristinare la normale erogazione del credito all'economia; promuovere la crescita e la competitività del sistema produttivo; lottare contro la disoccupazione e le conseguenze sociali della crisi; modernizzare la pubblica amministrazione.
  Venendo ai profili di competenza della III Commissione, ricorda che la parte prima del DEF 2012 contiene un riquadro dedicato specificamente alla proiezione internazionale ed alle politiche per la cooperazione allo sviluppo, nel quale il Governo pone il rilancio del profilo internazionale dell'Italia in correlazione con un graduale riallineamento dell'aiuto pubblico allo sviluppo (APS) italiano rispetto agli standard internazionali.
  Rilevato come anche nel 2011 la percentuale sul PIL italiano dell'APS sia ancora lontana dalla media dei paesi dell'OCSE (0,19 per cento contro 0,32 per cento) e dei paesi europei (0,46 per cento), osserva che l'Esecutivo sostiene la necessità di concentrare l'azione pubblica sulla ridefinizione di coordinate strategiche da parte di tutti gli attori del Sistema Italia; sulla spending review anche nei confronti della spesa per la cooperazione allo sviluppo sia nella dimensione bilaterale che in quella multilaterale attraverso una rivisitazione complessiva della presenza italiana nelle istituzioni dedicate; su una revisione delle priorità che riguardano gli stanziamenti a favore delle banche e fondi di sviluppo, onde permettere il rispetto degli obblighi internazionali già assunti, che nel 2013-2015 assommano a circa un miliardo di euro; su un progressivo incremento degli stanziamenti previsti dalla legge n. 49 del 1987, non inferiore al 10 per cento annuo in riferimento alle somme stanziate per il 2011.
  Il Governo prevede inoltre di poter concorrere a individuare nuovi strumenti di finanziamento dello sviluppo, come anche di dare impulso all'approvazione di leggi pluriennali che assicurino importi contenuti ma costanti nel tempo. Evidenzia che resta sullo sfondo l'intendimento di pervenire, unitamente agli sforzi sul piano della razionalizzazione finanziaria, ad un'organica riforma della disciplina legislativa sulla cooperazione allo sviluppo «fondata su princìpi di unitarietà dell'azione ed operatività», che è stata avviata presso il Senato.
  Ricorda che a tale scopo – in linea con le posizioni espresse dal Ministro per la cooperazione internazionale nell'audizione del 25 gennaio scorso presso le Commissioni Affari esteri dei due rami del Parlamento – si afferma che la presenza all'interno della compagine governativa di un ministro ad hoc «è da considerarsi Pag. 55garanzia di coerenza delle politiche pubbliche di cooperazione», ritenendola una formulazione alquanto infelice che trascura la dimensione della politica estera.
  Con riferimento ai temi trattati dal ministro Passera nell'audizione del 5 aprile scorso, il PNR definisce la capacità di penetrazione nei mercati delle economie emergenti, sulla scia di quanto fatto da altri Stati europei, uno degli obiettivi essenziali dell'Italia entro il 2020, allo scopo di annullare il divario tra il rapporto export/PIL del nostro Paese e quello dei principali competitori europei e internazionali. Tutto ciò potrà essere perseguito definendo priorità strategiche chiare, grazie anche alla piena operatività della Cabina di regia per l'internazionalizzazione.
  Il PNR evidenzia altresì l'esigenza di aumentare il coinvolgimento delle banche e delle istituzioni finanziarie nazionali a supporto delle aziende italiane proiettate verso l'internazionalizzazione. A tale scopo, i meccanismi di sostegno finanziario dovranno essere migliorati con una maggiore cooperazione tra la Cassa depositi e prestiti e la SACE, nonché mediante il rafforzamento della SIMEST.
  Osserva che dal lato del miglioramento dell'attrattività dell'Italia come target degli investimenti diretti dall'estero, il Governo conta sulle riforme già intraprese per la modernizzazione del Paese, ma anche su azioni specifiche quali l'attivazione immediata di una task force dedicata al rapporto con i fondi sovrani d'investimento; la creazione di un canale di sostegno agli investitori esteri presso l'Agenzia delle entrate e il Ministero della giustizia – in relazione al fatto che le difficoltà del sistema giudiziario italiano sembrano costituire un deterrente per gli investimenti esteri nel nostro Paese –; l'attivazione di strumenti di supporto alle aziende in fase di decollo anche con riferimento agli investimenti in entrata; il potenziamento, attraverso la rete all'estero degli Uffici italiani, tanto di carattere spiccatamente commerciale quanto di carattere diplomatico, della capacità di individuazione di potenziali investitori e di promozione delle relative opportunità.
  Infine, in relazione al nodo della razionalizzazione della rete diplomatica e consolare, cui si fa genericamente cenno nella Griglia delle misure del PNR, giudica piuttosto deludenti le considerazioni svolte della Relazione sullo stato di attuazione della riforma della contabilità e finanza pubblica, parimenti allegato al DEF che si limita ad enunciare che «la chiusura dei consolati e la trasformazione della rete estera potrebbe proseguire anche nei prossimi anni, tenuto conto comunque dei limiti atti a garantire un adeguato livello di servizi per i cittadini italiani all'estero e degli esiti del più ampio esercizio di spending review nella pubblica amministrazione e al Ministero degli affari esteri»
  Ritiene che la questione della rete estera merita un ripensamento strategico complessivo, mentre le economie di bilancio sono da ricercarsi nella riqualificazione della spesa che non dipende automaticamente dal numero delle sedi, ma piuttosto dalla loro pianta organica, dalle metodologie di lavoro e dai costi fissi.
  Preannuncia conclusivamente la presentazione di una proposta di parere favorevole che si riserva di formulare al termine del dibattito.

  Il sottosegretario Staffan de MISTURA richiama l'impegno del Ministero degli esteri per migliorare l'efficienza della propria macchina amministrativa, menzionando l'esempio dell'istituzione della direzione generale per il sistema-Paese, del processo di digitalizzazione, della razionalizzazione della rete estera e del sostegno all'internazionalizzazione delle imprese, come dimostrato da ultimo dal viaggio in Asia del ministro Terzi. Manifesta tuttavia per il rischio che la riduzione delle risorse incida sull'efficacia dell'azione ministeriale, come sta avvenendo nel caso della cooperazione allo sviluppo soprattutto a fronte delle situazioni di emergenza. Ricorda che il bilancio della Farnesina è giunto allo 0,22 per cento, mentre quello dell'analogo dicastero francese è attestato Pag. 56all'un per cento. Conclude pertanto osservando che il Ministero degli esteri ha fatto la sua parte.

  Fabio EVANGELISTI (IdV), nel preannunciare la presentazione di una proposta di parere contrario, alternativa a quella del relatore, rammenta l'audizione svolta ieri dal Presidente della Corte dei conti, il quale ha rilevato il corto circuito tra rigore e crescita che si è determinato e che non viene dissipato dal DEF. Lamenta il mancato risanamento del bilancio aggravato dall'ulteriore crollo borsistico che fa dell'Italia il fanalino di coda dell'eurozona, anche per la diffusa incertezza e l'elevata disoccupazione. Lamenta altresì l'inadeguatezza dei tagli alla spesa pubblica e l'aumento della pressione fiscale che ha superato il 45 per cento nonché la rigidità del sistema bancario nonostante i recenti provvedimenti della BCE. In conclusione, giudica assolutamente non convincenti le misure proposte dal Governo.

  Mario BARBI (PD), si rammarica per il poco tempo a disposizione della Commissione ai fini dell'esame del DEF, pur volendosi limitare alle parti di stretta competenza della Commissione stessa. Apprezza tuttavia la maggiore organicità e leggibilità del testo rispetto al mero assemblaggio dello scorso anno, anche se talora appare eccessivo il richiamo del linguaggio europeo, soprattutto nelle pagine introduttive. Rileva altresì un eccesso di ottimismo circa l'andamento dell'economia e della finanza pubblica, che risulterebbe giustificato solo ove si verificassero cambiamenti oggi non prevedibili degli scenari e degli orientamenti europei. Menziona al riguardo la stima del tasso di occupazione al 2020, priva di termini intermedi.
  Considera un passo avanti anche il brano riservato alla proiezione internazionale e alla cooperazione e allo sviluppo, anche se a suo avviso sarebbe stata opportuna, sotto il profilo metodologico, una correlazione con altri aspetti quali ad esempio l'internazionalizzazione delle imprese.
  Esprime quindi apprezzamento per lo specifico impegno al pur graduale riallineamento dell'aiuto pubblico allo sviluppo, pur sembrandogli ancora non significativo rispetto alle previsioni del 2013. Reputa quindi necessari ulteriori approfondimenti mirati rispetto alle indicazioni contenute nel DEF anche a proposito di una revisione della cooperazione multilaterale. Chiede infine al relatore ulteriori chiarimenti sul punto.

  Margherita BONIVER (PdL), nel ringraziare il relatore, condivide il giudizio sulla difficoltà della situazione in cui comunica a vacillare la fiducia che rigore e crescita costituiscano un binomio e si profila gravemente, soprattutto per quanto concerne l'azione del Ministero degli esteri, il rischio di indulgere all'autolesionismo. Osservando come la cooperazione allo sviluppo viva quasi esclusivamente di vecchie glorie, lamenta il fatto che la rete diplomatica sia ridotta al minimo soprattutto in paesi delicati come la Nigeria. Nel ricordare di avere fatto parte del gruppo di consulenti che il Ministro degli esteri ha costituito sulla spending review, il cui rapporto sarà presto reso noto, considera un patrimonio nazionale l'attuale rete diplomatica e consolare, ritenendo inopportuni ulteriori tagli.

  Guglielmo PICCHI (PdL), nell'apprezzare la puntuale relazione svolta dal collega Pianetta, ricorda come simili documenti spesso sembrino un libro dei sogni. Tralasciando le considerazioni di ordine generale, si sofferma sulla situazione del Ministero degli affari esteri che ha già subito rilevanti sacrifici che ne hanno minato la operatività. Per quanto concerne la cooperazione allo sviluppo, osserva che il dato relativo al 2011 mostra comunque un incremento in termini assoluti e percentuali. Passando alla promozione delle imprese italiane all'estero, esprime apprezzamento per la recente audizione del Ministro Passera, ma insiste sulla necessità di integrare la nuova agenzia nel Ministero degli esteri, soprattutto nelle Ambasciate, evitando duplicazioni e conseguendo Pag. 57quindi risparmi. In relazione alla rete diplomatica e consolare ritiene che le sedi europee debbano avere più funzionari amministrativi e meno diplomatici, come dimostra la trasformazione in sportello consolare dell'ex Consolato di Manchester. A suo avviso, non è necessario tagliare le sedi, ma basta riqualificarle. Suggerisce infine un maggiore impegno nella dematerializzazione.

  Franco NARDUCCI, presidente, osserva che il documento in discussione non è più un libro dei sogni perché fa ormai stato dei vincoli europei. Ritiene comunque che la discussione parlamentare non dovrebbe limitarsi all'odierna scadenza, ma continuare ed approfondire i temi delicati evocati dal DEF. Riguardo al bilancio del Ministero degli affari esteri, reputa che non si possa andare al di sotto della soglia negativa ormai raggiunta, soprattutto per quanto attiene agli italiani all'estero. Ribadisce l'orientamento del suo gruppo per una revisione degli organici all'estero, che accresca l'apporto dei dipendenti locali e valorizzi il legame con il territorio.

  Enrico PIANETTA (PdL), relatore, rispondendo al collega Barbi, lamenta che il brano dedicato alla cooperazione allo sviluppo nel DEF sia privo di qualsiasi riferimento alla politica estera, che rappresenta invece un elemento da sottolineare e valorizzare. Si associa alle considerazioni della collega Boniver e ribadisce l'opportunità che la Commissione approfondisca gli aspetti della razionalizzazione della spesa ministeriale secondo obiettivi di riqualificazione. Pur prendendo atto dei rilievi del collega Evangelisti, illustra una proposta di parere favorevole con osservazioni (vedi allegato 1).

  Fabio EVANGELISTI (IdV), come preannunciato, presenta una proposta di parere contrario (vedi allegato 2).

  Mario BARBI (PD), nel preannunciare il proprio voto favorevole, ringrazia il relatore per il chiarimento fornito. Quanto ai dati menzionati dal collega Picchi sulla cooperazione allo sviluppo, precisa che l'incremento relativo al 2011 si deve a fattori eccezionali, come la cancellazione del debito e l'intervento per i rifugiati, così come del resto anticipato nell'ultima audizione del competente Direttore generale. Ricorda che il dato percentuale relativo all'aiuto allo sviluppo, da tenere come punto di riferimento, è attestato allo 0.12 per cento, come peraltro dichiarato alle Commissioni parlamentari dal Ministro Riccardi, rispetto allo 0.15 per cento dell'anno precedente.

  Daniele GALLI (FLpTP), nel dichiarare il proprio voto favorevole, critica che l'esecutivo continui a giocare di rimessa sul rilancio delle esportazioni, che è invece la sola possibilità di ripresa per l'economia italiana. Si unisce infine alle osservazioni critiche circa il troppo poco tempo a disposizione per analizzare il documento.

  La Commissione approva quindi la proposta di parere favorevole con osservazioni come formulata dal relatore, risultando pertanto preclusa la proposta alternativa di parere contrario.

  La seduta termina alle 13.45.

SEDE REFERENTE

  Martedì 24 aprile 2012. — Presidenza del vicepresidente Franco NARDUCCI. – Interviene il sottosegretario di Stato agli affari esteri Staffan de Mistura.

  La seduta comincia alle 13.45.

Partecipazione italiana al sesto aumento di capitale della Banca di sviluppo del Consiglio d'Europa.
C. 5044 Governo.
(Seguito esame e conclusione).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in oggetto, rinviato nella seduta del 28 marzo scorso.

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  Franco NARDUCCI, presidente, avverte che è pervenuto il parere favorevole della Commissione Affari costituzionali e che la Commissione Bilancio ha espresso un parere favorevole con una condizione, rilevando l'opportunità di apportare una modifica di carattere formale al comma 4 dell'articolo 1. Avverte pertanto che il relatore, onorevole Pianetta, ha presentato l'emendamento 1.1, volto a recepire tale condizione (vedi allegato 3).

  Enrico PIANETTA (PdL), relatore, illustra il proprio emendamento 1.1 segnalando che esso recepisce la condizione apposta al parere favorevole della V Commissione.

  Nessuno chiedendo di intervenire, la Commissione approva l'emendamento 1.1 del relatore.

  La Commissione delibera quindi di conferire il mandato al relatore, onorevole Pianetta, di riferire in senso favorevole all'Assemblea sul provvedimento in esame e di chiedere l'autorizzazione a riferire oralmente.

  Franco NARDUCCI, presidente, si riserva quindi di designare i componenti del Comitato dei nove sulla base delle indicazioni dei gruppi.

  La seduta termina alle 13.50.

INTERROGAZIONI

  Martedì 24 aprile 2012. — Presidenza del vicepresidente Franco NARDUCCI. – Interviene il sottosegretario di Stato agli affari esteri Staffan de Mistura.

  La seduta comincia alle 13.50.

5-06486 Codurelli: Sul procedimento giudiziario in corso a Gaza per l'uccisione del volontario italiano Vittorio Arrigoni.

  Il sottosegretario Staffan de MISTURA, risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 4).

  Lucia CODURELLI (PD), nel ringraziare il rappresentante del Governo per la celerità della risposta, richiama la coincidenza dell'odierna seduta con il primo anniversario dei funerali svoltisi in Italia dopo il rientro della salma di Vittorio Arrigoni. Pur comprendendo le difficoltà che il Governo incontra, denuncia il clima di assordante silenzio che traspare all'esterno e che discrimina la memoria di Vittorio Arrigoni, che ha speso tutta la sua vita per la pace e la dignità dell'uomo, come ha ricordato il cardinale Tettamanzi. Segnalando che la Tavola della Pace ha dedicato una sessione a Vittorio Arrigoni, si dichiara alquanto insoddisfatta per la scarna risposta che non contribuisce a far percepire da parte del Governo la consapevolezza che il caso in questione non è affatto secondario rispetto ad altre vicende in cui ben altra è stata ed è l'azione del Governo. Denuncia peraltro i volgari tentativi di forviare l'informazione relativa alle attività del volontario pacifista italiano inopinatamente associato ad organizzazioni terroristiche. Auspica conclusivamente un maggior impegno del Governo sulla vicenda giudiziaria in corso ed una sua maggiore vicinanza ai familiari della vittima sostenendo che, se una presenza c’è stata essa non è stata adeguatamente percepita.

  Franco NARDUCCI, presidente, dichiara concluso lo svolgimento dell'interrogazione all'ordine del giorno.

  La seduta termina alle 13.55.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 13.55 alle 14.

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