CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 24 aprile 2012
644.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Giustizia (II)
COMUNICATO
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COMITATO RISTRETTO

Modifiche alla disciplina del condominio negli edifici.
C. 4041, approvata dal Senato, C. 541 Vitali, C. 2514 Galati, C. 2608 Torrisi, C. 3682 Duilio, C. 4139 Maggioni e C. 4168 Giammanco.

  Il Comitato ristretto si è riunito dalle 11.30 alle 12.45.

SEDE REFERENTE

  Martedì 24 aprile 2012. — Presidenza del presidente Giulia BONGIORNO. — Intervengono i sottosegretari di Stato per la giustizia Salvatore Mazzamuto e Andrea Zoppini.

  La seduta comincia alle 12.30.

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Disposizioni in materia di false comunicazioni sociali e di altri illeciti societari.
C. 1895 Palomba e C. 1777 Di Pietro.
(Seguito dell'esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato il 29 febbraio 2012.

  Giulia BONGIORNO, presidente, ricorda che i provvedimenti sono iscritti nel programma dei lavori dell'Assemblea, in quota opposizione, nel mese di maggio. Ciò significa che la Commissione dovrà organizzare i propri lavori per terminare l'esame in sede referente in tempo utile affinché gli stessi possano essere iscritti nel calendario dell'Assemblea nella settimana del 21 maggio o in quella successiva. Considerato che la Camera non sarà convocata nella settimana prossima a causa dello svolgimento delle elezioni amministrative, è evidente che la Commissione ha poche settimane per concludere l'esame dei provvedimenti e che quindi dovrà procedere quanto prima all'adozione del testo base.

  Federico PALOMBA (IdV), relatore, dopo avere invitato i gruppi a pronunciarsi sugli aspetti qualificanti della disciplina in esame, sottolinea come dalle audizioni sia emersa la necessità di prevedere sanzioni più severe in materia di false comunicazioni sociali, di trasformare le ipotesi contravvenzionali in delitti, di prevedere la procedibilità d'ufficio, nonché la mancanza di utilità delle soglie di punibilità. In sostanza, nel ritenere che questa delicata materia debba essere riformata, ci si avvicina alla precedente formulazione fattispecie sanzionatorie.

  Donatella FERRANTI (PD) ritiene che nella seduta odierna la Commissione non possa adottare il testo base in considerazione dell'assenza del gruppo del PdL. A nome del proprio gruppo, sottolinea la necessità di riformare la materia prevedendo il ripristino della procedibilità d'ufficio. Ritiene che si potrebbe adottare come testo base la proposta di legge n. 1777 Di Pietro.

  Luca Rodolfo PAOLINI (LNP) condivide l'osservazione della collega Ferranti secondo la quale, in considerazione dell'assenza del gruppo del PdL, oggi non sia opportuno che la Commissione proceda all'adozione del testo base.

  Giulia BONGIORNO, presidente, preso atto di quanto emerso dal dibattito, avverte che la Commissione adotterà il testo base nella seduta di giovedì 26 aprile prossimo. Dopo avere espresso l'auspicio che nella prossima seduta il Governo manifesti i propri intendimenti in ordine ai provvedimenti in questione, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

Disposizioni in materia di unioni di fatto.
C. 1065 Bernardini, C. 1631 Concia, C. 1637 Concia, C. 1756 Barani, C. 1858 Lucà, C. 1862 Mantini, C. 1932 Naccarato e C. 3841 Di Pietro.
(Seguito esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame dei provvedimenti, rinviato il 19 aprile 2012.

  Anna Paola CONCIA (PD), riservandosi di intervenire in seguito sul merito delle proposte di legge in esame, chiede che a queste sia abbinata anche la proposta di legge C. 1630 diretta a modificare il codice civile in materia di eguaglianza nell'accesso al matrimonio. Precisa come, con questa richiesta non chieda assolutamente alla Commissione di esprimersi sul merito della materia oggetto della proposta di legge, quanto piuttosto di fare una valutazione di metodo al fine di poter procedere ad una istruttoria legislativa che sia adeguata alla reale portata del fenomeno della convivenza.
  Ricorda come le proposte di legge in esame trattino del tema della convivenza prevedendo l'introduzione nell'ordinamento di una disciplina organica del fenomeno Pag. 36che, a ben vedere, è uno dei modi nei quali i conviventi possono regolamentare i propri rapporti. Si tratterebbe, infatti, di una soluzione alternativa a quella del matrimonio. Tuttavia, questa alternativa esiste solo per le coppie eterosessuali, non essendo previsto il matrimonio per persone dello stesso sesso. A questo proposito ricorda la recente sentenza della Corte di Cassazione che, tra l'altro, ha sottolineato come la diversità di sesso dei nubendi non sia presupposto indispensabile del matrimonio. L'abbinamento servirebbe a valutare l'opportunità di estendere l'alternativa anche alle coppie omosessuali, considerato che non vi è alcun limite costituzionale in tal senso. Da ciò deriva anche una sorta di obbligo del Parlamento di valutare la questione del matrimonio tra persone dello stesso sesso una volta che affronta il tema della convivenza di fatto.
  Ribadisce, quindi, di non chiedere ora alla Commissione di esprimersi sul merito della sua proposta, bensì di adeguare l'ambito dell'istruttoria alla reale dimensione del fenomeno della convivenza. Si tratterebbe di un adeguamento del tutto consono alla prassi regolamentare, considerato che non sussistono nel caso in esame le limitazioni relative all'individuazione della materia proprie dell'istruttoria legislativa riferita ai decreti-legge.

  Rita BERNARDINI (PD) chiede l'abbinamento della sua proposta di legge 1064, recante «Modifiche al codice civile e all'articolo 3 della legge 10 dicembre 1970, n. 898, in materia di diritto a contrarre matrimonio e di eguaglianza giuridica tra i coniugi». Rileva come si tratti di disciplinare un fenomeno che riguarda circa 2,5 milioni di persone, sostanzialmente invisibili e che non vedono regolamentati i loro rapporti e sottolinea come, in questo ambito, vi siano circa centomila coppie gay, anche con figli. Invita inoltre a non perseverare nell'errore di considerare il popolo italiano non sufficientemente maturo per accogliere o riconoscere nuove realtà ormai esistenti.

  Cinzia CAPANO (PD) con riferimento alle richieste di abbinamento, dichiara di condividere gli interventi delle colleghe Concia e Bernardini nel merito ma non nel metodo. Evidenzia come la materia oggetto delle proposte di legge delle quali si chiede l'abbinamento sia del tutto diversa da quella delle unioni di fatto. Mentre infatti le unioni di fatto riguardano le persone che hanno scelto di non sottoporre il proprio vincolo alla disciplina del matrimonio, le proposte di legge n. 1630 e 1064 riguardano soggetti che non possono contrarre matrimonio. Per queste ultime, non ritenendo che si possa procedere all'abbinamento, osserva che si potrebbe invece valutare la possibilità di un esame congiunto con le proposte di legge in materia di unioni di fatto.

  Anna Paola CONCIA (PD) dichiara di non condividere affatto le argomentazioni dell'onorevole Capano, atteso che le proposte di legge di cui si chiede l'abbinamento rientrano comunque, insieme a quelle relative alle unioni di fatto, nel tema complessivo della regolamentazione delle convivenze.

  Luca Rodolfo PAOLINI (LNP) precisa come la posizione della Lega Nord sia contraria alle proposte di legge volte a consentire il matrimonio a persone dello stesso sesso, poiché ritiene che queste violino l'articolo 29 della Costituzione. Con riferimento alle unioni di fatto, ricorda come chi, potendo sposarsi, decide invece di convivere, non vuole evidentemente sottostare alla disciplina del matrimonio e ritiene che questa libertà non debba essere limitata. Auspica che la sfera dei diritti della persona possa costantemente espandersi, ma senza annullare le differenze.

  Fulvio FOLLEGOT (LNP) dichiara di condividere pienamente l'intervento del collega Paolini e ricorda come sul tema in questione, così come nell'ambito dei provvedimenti sull'omofobia o in materia di adozione da parte di coppie omosessuali, la Lega Nord abbia sempre assunto con chiarezza una posizione contraria.

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  Giulia BONGIORNO, presidente, in considerazione dell'assenza di deputati appartenenti ad alcuni gruppi avverte che le proposte di abbinamento saranno poste in votazione giovedì 26 aprile prossimo. Nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

Disciplina del settore della tutela del credito.
C. 4583 Mariarosaria Rossi.
(Seguito esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato il 4 aprile 2012.

  Mario CAVALLARO (PD) preannuncia che nel corso della riunione dell'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, il gruppo del PD chiederà di proseguire il ciclo di audizioni e indicherà ulteriori soggetti che potranno essere auditi.

  Giulia BONGIORNO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 13.05.

SEDE CONSULTIVA

  Martedì 24 aprile 2012. — Presidenza del presidente Giulia BONGIORNO indi dei vicepresidenti Fulvio FOLLEGOT e Federico PALOMBA. — Interviene il sottosegretario di Stato per la giustizia Andrea Zoppini.

  La seduta comincia alle 13.05.

Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sugli atti di intimidazione nei confronti degli amministratori locali.
Nuovo testo Doc. XXII, n. 30 Lo Moro.
(Parere alla I Commissione).
(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

  Giulia BONGIORNO, presidente, in sostituzione del relatore impossibilitato a partecipare alla seduta odierna, illustra il provvedimento osservando che è volto a istituire una Commissione parlamentare di inchiesta monocamerale in merito al fenomeno delle intimidazioni nei confronti degli amministratori locali, con il compito di svolgere indagini sui numerosi e reiterati episodi di intimidazione, anche non riconducibili alla mafia o ad altre organizzazioni criminali, che hanno per destinatari gli amministratori locali.
  Il comma 2 dell'articolo 1 specifica che per intimidazioni si intendono gli atti di qualunque matrice, quali minacce, danneggiamenti o aggressioni contro persone o beni pubblici e privati, posti in essere con l'obiettivo di condizionare l'attività degli amministratori locali ovvero di pregiudicarne il libero e democratico esercizio della funzione rappresentativa e di governo locale.
  La Commissione dura in carica quattro mesi ed entro tale termine presenta la relazione conclusiva.
  I compiti della Commissione, individuati all'articolo 2, consistono in: a) svolgere indagini sulle reali dimensioni, condizioni, qualità e cause degli atti intimidatori nei confronti degli amministratori locali; b) valutare la natura e le caratteristiche dei motivi che hanno provocato un incremento degli atti intimidatori; c) verificare la congruità della normativa vigente in materia e della sua applicazione; d) accertare il livello di attenzione e la capacità di intervento delle autorità e delle pubbliche amministrazioni, centrali e periferiche, competenti a svolgere attività di prevenzione degli atti di intimidazione; e) proporre soluzioni di carattere legislativo e amministrativo, al fine di realizzare la più adeguata prevenzione e il più efficace contrasto degli atti intimidatori per garantire il migliore e libero esercizio delle funzioni attribuite agli enti e agli amministratori locali. Pag. 38
  Per quanto attiene ai propri poteri la Commissione procede alle indagini e agli esami con gli stessi poteri e con le stesse limitazioni dell'autorità giudiziaria. Tuttavia la Commissione non può adottare provvedimenti attinenti alla libertà e alla segretezza della corrispondenza e di ogni altra forma di comunicazione nonché alla libertà personale, fatto salvo l'accompagnamento coattivo di cui all'articolo 133 del codice di procedura penale. Ferme restando le competenze dell'autorità giudiziaria, per le testimonianze rese davanti alla Commissione si applicano le disposizioni degli articoli da 366 a 384-bis del codice penale.
  La Commissione può richiedere copie di atti e di documenti riguardanti procedimenti e inchieste in corso presso l'autorità giudiziaria o altri organi inquirenti, nonché copie di atti e di documenti relativi a indagini e inchieste parlamentari.
  La Commissione stabilisce quali atti e documenti non devono essere divulgati, anche in relazione a esigenze attinenti ad altre istruttorie o inchieste in corso. Devono in ogni caso essere coperti dal segreto gli atti, le testimonianze e i documenti attinenti a procedimenti giudiziari nella fase delle indagini preliminari fino al termine delle stesse.
  Infine la Commissione è composta da ventuno deputati. Per quanto attiene alle norme sul funzionamento e sul finanziamento della Commissione sono state adottate soluzioni già previste per altre Commissioni monocamerali.

  Angela NAPOLI (FLpTP) esprime perplessità sulla Commissione d'inchiesta che si intende costituire ritenendo che il suo campo di indagine in parte si sovrapponga a quello della Commissione antimafia, come peraltro evidenziato dal Presidente della stessa in un documento trasmesso alla Commissione Affari costituzionali.

  Luca Rodolfo PAOLINI (LNP) dichiara di condividere pienamente le perplessità dell'onorevole Angela Napoli rilevando inoltre quanto sia poco opportuno istituire una Commissione d'inchiesta nell'ultimo anno della legislatura.

  Giulia BONGIORNO, presidente, dopo aver ricordato che il compito della Commissione giustizia è quello di verificare se i poteri attribuiti alla Commissione che si intende costituire siano conformi a quelli dell'autorità giudiziaria, anche se eventualmente di portata più ridotta, essendo rimessa alla Commissione di merito la valutazione relativa all'oggetto della istituenda commissione, preso atto delle perplessità emerse, rinvia il seguito dell'esame alla seduta di giovedì prossimo.

Nuove norme in materia di animali d'affezione e di prevenzione del randagismo e tutela dell'incolumità pubblica.
Testo unificato C. 1172 Santelli e abb.
(Parere alla XII Commissione).
(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

  Giulia BONGIORNO, presidente, in sostituzione del relatore impossibilitato a partecipare alla seduta odierna, illustra il testo unificato in esame, composto da 39 articoli, recante nuove norme in materia di animali d'affezione, di prevenzione e controllo del randagismo e di tutela dell'incolumità pubblica.
  Gli articoli 1 e 2 individuano, rispettivamente i principi e le definizioni utilizzati nel contesto del provvedimento. Tra i principi enunciati vi sono quelli della disciplina e tutela degli animali d'affezione da parte dello Stato, della condanna degli atti di crudeltà e dei maltrattamenti contro di essi e della protezione della loro salute e del loro benessere.
  Tra le definizioni si ricordano, in particolare, quelle di animali d'affezione, intesi come cani o gatti tenuti dall'uomo, per compagnia o affezione, compresi quelli che svolgono attività utili all'uomo, di responsabile di un animale d'affezione, individuato nel proprietario o detentore, che ne risponde civilmente o penalmente, di adozione, quale cessione definitiva dell'animale d'affezione ad un soggetto che ne Pag. 39assume la cura dando garanzie di buon trattamento, di canile e gattile sanitario, quale struttura sanitaria pubblica finalizzata alla custodia temporanea e al controllo della popolazione randagia e al ricovero e alla cura di cani e gatti soccorsi sul territorio o da sottoporre a osservazione sanitaria, di rifugio, quale struttura pubblica e privata dedicata alla custodia di cani e gatti con la finalità prioritaria della adozione e di anagrafe degli animali d'affezione quale anagrafi canine e feline contenenti l'insieme degli identificativi elettronici e dei dati anagrafici dell'animale di affezione e di quelli del suo proprietario in un sistema informatizzato.
  L'articolo 3 individua i doveri ed i compiti del responsabile di animali d'affezione in funzione sia di tutela dell'animale che delle persone o di altri animali con cui esso possa venire in contatto.
  L'articolo 5 stabilisce alcuni obblighi di segnalazione alle pubbliche autorità a carico dei soggetti che rinvengano animali feriti e prevede l'organizzazione di un servizio di soccorso da parte delle regioni. L'articolo 6 prevede obblighi di segnalazione dei casi di decesso dell'animale e particolari prescrizioni per la soppressione eutanasia dello stesso.
  Gli articoli 7, 8 e 9 dettano disposizioni, rispettivamente, in tema di prevenzione e controllo delle morsicature, presidi di igiene urbana veterinaria e formazione, valutazione del rischio e intervento terapeutico comportamentale.
  La materia dell'affidamento degli animali d'affezione in seguito alla morte del proprietario e al termine del servizio presso le forze di polizia e le forze armate è trattata dagli articoli 12 e 13.
  Gli articoli 15 e 16 individuano le responsabilità del sindaco e dei comuni in tema di prevenzione e contrasto al randagismo, costruzione e gestione dei rifugi, tutela della salute collettiva e del benessere degli animali. Viene prevista una specifica procedura di autorizzazione – da parte del Sindaco del Comune in cui l'attività si svolge – per le attività economiche o commerciali con gli animali d'affezione, quali la gestione di pensioni per animali, di negozi di vendita di animali etc. (articolo 17) e di un nulla osta rilasciato dal servizio veterinario ufficiale per lo svolgimento di fiere, mostre e manifestazioni che prevedono la presenza di animali d'affezione (articolo 19). Vengono poi disciplinati i cimiteri per animali d'affezione, realizzati da soggetti pubblici o privati (articolo 21) e stabiliti specifici divieti per garantire il benessere degli animali e l'incolumità pubblica (articolo 22). Sono inoltre previsti specifici adempimenti da parte dei veterinari, degli istituti zooprofilattici sperimentali e del Sindaco nei casi di sospetto di avvelenamento di un animale domestico o selvatico (articoli 23 e 24).
  Per quanto concerne gli ambiti di competenza della Commissione giustizia segnala, in particolare, gli articoli 33 e 34 che aumentano le pene applicabili ai reati di uccisione e maltrattamento di animali se il fatto è commesso da chi esercita abusivamente la professione di veterinario e inseriscono gli animali d'affezione tra le cose mobili assolutamente impignorabili ai sensi del codice di procedura civile.
  Segnala altresì l'articolo 35, che stabilisce le sanzioni amministrative applicabili alle violazioni delle varie disposizioni della legge richiamate.
  Nessuno chiedendo di intervenire rinvia il seguito dell'esame del provvedimento e sospende la seduta.

  La seduta, sospesa alle 13.15, riprende alle 14.05.

Documento di economia e finanza 2012.
Doc. LVII, n. 5 e Allegati.
(Parere alla V Commissione).
(Esame e conclusione – Parere favorevole con condizione).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

  Fulvio FOLLEGOT, presidente, in sostituzione del relatore, impossibilitato a partecipare alla seduta, osserva che il Documento Pag. 40di economia e finanza (DEF) costituisce il principale documento di programmazione della politica economica nazionale, delineando, in una prospettiva di medio-lungo termine, gli impegni, sul piano del consolidamento delle finanze pubbliche, e gli indirizzi, sul versante delle diverse politiche pubbliche, adottati dall'Italia per il rispetto del Patto di Stabilità e Crescita europeo e il conseguimento degli obiettivi di crescita intelligente, sostenibile e solidale definiti nella Strategia Europa 2020.
  Il parere che oggi si è chiamati a dare si limita alle questioni di competenza della Commissione Giustizia.
  Il documento è articolato in tre sezioni.
  La prima sezione espone il Programma di Stabilità, indicando il quadro delle previsioni economiche e di finanza pubblica e degli obiettivi per l'anno in corso e il triennio successivo, con l'enunciazione degli effetti finanziari dei provvedimenti adottati.
  La seconda sezione reca un'analisi dettagliata delle tendenze della finanza pubblica, i risultati e le previsioni dei conti dei principali settori, nonché sul debito delle amministrazioni pubbliche. Si deve segnalare – anche ai fini del parere che si dovrà esprimere – che sono aggiornate le previsioni di crescita del PIL alla luce del complessivo indebolimento del ciclo economico emerso nell'ultima fase dello scorso anno in cui il PIL è cresciuto dello 0,4 per cento, rivedendo al ribasso di 0,8 punti le percentuali le stime sull'andamento dell'economia italiana per il 2012, anno in cui si prevede una contrazione del PIL dell'1,2 per cento, a fronte del -0,4 per cento indicato nella Relazione al Parlamento presentata nel dicembre scorso. Si ricorda, quindi, come l'azione di riequilibrio finanziario sia stata accompagnata dall'adozione di diversi pacchetti di riforme strutturali finalizzati a rimuovere i principali vincoli che comprimono il potenziale di crescita dell'Italia, che produrranno un risultato positivo sulla crescita pari a 2,4 punti percentuali in un arco temporale di nove anni (2012-2020).
  La terza sezione, che è poi quella che maggiormente interessa la commissione Giustizia, contiene il Programma Nazionale di Riforma 2012, che – oltre all'analisi delle principali criticità dell'economia italiana – fornisce un quadro dettagliato delle riforme effettuate o avviate nel corso dell'ultimo anno in risposta alle raccomandazioni delle istituzioni europee, offrendo al contempo un panorama delle riforme ancora «in cantiere».
  Le azioni di riforma si presentano raggruppate in alcune macroaree d'intervento. Per gli aspetti di interesse della commissione Giustizia si segnalano in particolare quella del mercato dei prodotti, concorrenza ed efficienza amministrativa; nonché quella del lavoro e pensioni.
  Tra gli interventi sul mercato dei prodotti, la concorrenza e l'efficienza amministrativa vi è la Riforma della giustizia. Tra le riforme in corso l'esecutivo inserisce la delega per la revisione della geografia giudiziaria e il disegno di legge per il recupero dell'efficienza del processo penale (C. 5019), che contiene una delega al Governo in materia di depenalizzazione, sospensione del procedimento con messa alla prova, pene detentive non carcerarie, nonché sospensione del procedimento nei confronti degli irreperibili. La prima delega scade, tranne l'eccezione per l'Abruzzo a causa del terremoto, scade a settembre. Il Governo ha finora presentato al Parlamento lo schema di decreto legislativo sulla nuova distribuzione territoriale degli uffici del giudice di pace, anche se in assenza del prescritto parere del CSM. L'esame del del disegno di legge C. 5019 è stato avviato da poche settimane dalla Commissione Giustizia della Camera.
  Altra riforma è quella della Liberalizzazione dei servizi professionali. Il Governo richiama in questo intervento, la cui implementazione è «in corso», i numerosi decreti-legge che, a partire dallo scorso anno (decreto-legge n. 98 del 2011) e fino al recente decreto-legge n. 1 del 2012 (liberalizzazioni), sono progressivamente intervenuti sull'ordinamento delle professioni ordinistiche sottolineando in particolare gli interventi che hanno riguardato Pag. 41le tariffe, il rapporto tra professionista e cliente e il tirocinio. Si tratta di interventi ben noti e non sempre completamente condivisi dalla Commissione Giustizia, come risulta dai pareri espressi in occasione dei procedimenti legislativi di conversione in legge dei rispettivi decreti-legge.
  Al momento il Ministero della giustizia deve emanare il decreto per individuare i parametri di riferimento per le liquidazioni giudiziali dei compensi professionali (entro il 23 luglio 2012) e il Governo deve procedere alla delegificazione degli ordinamenti professionali richiesta dall'articolo 3 del decreto-legge n. 138 del 2011 (entro il 14 agosto 2012). Nel DEF il Governo dichiara di voler procedere in tal senso.
  Vi è poi la materia della efficienza della giustizia. Il Governo sottolinea quanto fin qui fatto con i decreti-legge nn. 98 e 138 del 2011 e la legge di stabilità 2012 per ridurre il contenzioso civile: si tratta di misure organizzative (come il programma annuale per la gestione dei procedimenti civili, amministrativi e tributari pendenti o la possibilità per gli uffici giudiziari di avvalersi del contributo di dottorandi e praticanti), di disincentivi economici al contenzioso (con l'aumento del contributo unificato), di misure riguardanti il rito civile (come il calendario del processo) e la digitalizzazione del processo.
  Opportunamente il Governo inserisce la lentezza della giustizia civile tra i fattori che frenano lo sviluppo in Italia. Altro punto di riforma è quindi l'accelerazione tempi della giustizia per le attività economiche. In questo ambito viene inserita la istituzione del cosiddetto Tribunale delle Imprese, che dovrebbe porre rimedio all'eccessiva lunghezza dei tempi di definizione delle controversie di cui è parte una società di medio/grandi dimensioni e dunque contribuire alla competitività delle imprese abbattendo i costi processuali. Il Governo associa a questo intervento nel 2013 maggiori entrate per 68 milioni e minori entrate nel 2014 per 34 milioni.
  Altra area di macro intervento che interessa la Commissione Giustizia è quella relativa agli interventi su lavoro e pensioni.
  Anche se non richiamata nell'ambito del settore Giustizia, è importante ricordare la riforma del mercato del lavoro che disciplina il rito specificamente dedicato alle controversie giudiziali riguardanti l'impugnativa dei licenziamenti in modo da ridurre i tempi del processo, secondo criteri di celerità e snellezza.
  Tra i profili d'interesse immediato della Commissione giustizia, indicati dal Governo, vi è il contrasto al lavoro irregolare ed in particolare il nuovo articolo 603-bis del codice penale che ha introdotto la fattispecie di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro
  Vi è poi la possibilità offerta ai giovani con meno di 35 anni di costituire Società a responsabilità limitata con procedure semplificate nonché le nuove modalità del tirocinio per l'iscrizione negli albi professionali, che può cominciare anche quando gli studi universitari non sono ancora conclusi.
  Il Governo dedica un paragrafo del documento al tema della lotta alla corruzione, definendolo una delle priorità di azione del Governo, per poter realizzare una pubblica amministrazione più efficiente al servizio dei cittadini e delle imprese. Il Documento afferma che, sulla base del lavoro svolto dalla Commissione di studio insediata il 23 dicembre 2011, il Governo intende presentare al Parlamento alcuni interventi di carattere legislativo e amministrativo tesi a rafforzare il sistema dei controlli amministrativi, tutelare chi scopre e denuncia gli illeciti, prevedere un efficace sistema di prevenzione e gestione del rischio di corruzione.
  Sul versante penale il Governo preannuncia l'intento di dare rilevanza penale a condotte che attualmente sono prive di rilievo, quali il traffico di influenze illecite e la corruzione tra privati, rafforzando in generale l'assetto normativo anche in base alle indicazioni fornite dagli organismi internazionali. Si ricorda che le Commissioni riunite Affari costituzionali e Giustizia Pag. 42della Camera stanno esaminando il disegno di legge C. 4434, Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell'illegalità nella pubblica amministrazione, approvato dal Senato il 15 giugno 2011 e che il Governo ha presentato, il 17 aprile 2012, un emendamento con cui è ampiamente modificata la disciplina dei reati contro la p.a., anche con l'introduzione della fattispecie di traffico di influenze illecite, e introdotto il reato di corruzione tra privati. Inoltre, il 12 marzo scorso il Senato ha approvato il disegno di legge di ratifica ed esecuzione della Convenzione penale sulla corruzione, fatta a Strasburgo il 27 gennaio 1999 (A.C. 5058); il provvedimento di ratifica peraltro non reca norme di adeguamento del nostro ordinamento alle disposizioni della Convenzione.
  Il Governo elenca anche una serie di misure che dovranno rafforzare l'azione di riforma della giustizia civile.
  Si tratta di: semplificare alcune fasi delle procedure esecutive immobiliari, mobiliari e presso terzi e di intervenire organicamente sul sistema delle garanzie mobiliari; di estendere la procedura di composizione delle crisi da sovraindebitamento ai consumatori (in merito il Governo ha presentato il disegno di legge C. 5117); riformare la disciplina del concordato preventivo e dell'amministrazione straordinaria; valorizzare il rito sommario di cognizione; introdurre filtri alle impugnazioni civili, con l'obiettivo di disincentivare le impugnazioni che tendono esclusivamente a prolungare la causa.
  Particolarmente delicata è la politica di revisione della spesa pubblica (spending review).
  Ricorda che entro i primi giorni di maggio il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Piero Giarda, ha annunciato il rapporto sulla revisione della spesa pubblica, che, sulla base di una verifica delle spese e risorse a disposizioni di ministeri e amministrazioni centrali dello Stato, individuerà aree di spesa da razionalizzare e possibili metodi per recuperare risorse. La scelta finale su cosa tagliare e come sarà demandata ai singoli ministri. Il monitoraggio focalizza in particolare le spese dei ministeri dell'Interno, dell'Istruzione e degli Affari regionali, della Difesa, della Giustizia e degli Esteri oltre alla Presidenza del Consiglio, e punta ad individuare programmi di spesa, uffici e attività da sopprimere o razionalizzare; scoprire inefficienze; segnalare leggi di finanziamento microsettoriali potenzialmente eliminabili.
  Nella tabella II.2-3 del Def 2012, capitolo «Analisi e tendenze della finanza pubblica». La tabella illustra il conto economico delle amministrazioni centrali dello Stato, analizzando in particolare il fronte delle spese previste nel periodo 2011-2015. Così, se la spesa dello Stato si mantiene pressoché costante per quanto riguarda i salari dei dipendenti pubblici (95.468 milioni di euro nel 2011, che diventano 94.335 nel 2015), scendono le spese per acquisti e appalti, i cosiddetti «consumi intermedi» della amministrazioni (da 25.323 milioni di euro del 2011 ai 21.874 del 2015), e soprattutto i trasferimenti alle Pa (193.316 milioni di euro nel 2011, 186.174 milioni di euro nel 2015). Nel complesso, quindi, le spese correnti al netto degli interessi della amministrazioni centrali dovranno passare dai 352 miliardi di euro del 2011 (352.816 milioni di euro, per la precisione), ai 342 del 2015. In particolare, il taglio da effettuare entro il 2013 si aggira sui 13 miliardi di euro, cioè la differenza tra 352 miliardi e i 339 miliardi di spesa previsti per il 2013.
  Come si è detto, la revisione delle spese riguarda anche il Ministero della giustizia. Auspica quindi che lo spending review non si traduca in ulteriore decurtazione dei fondi a disposizione della giustizia, quanto piuttosto ad una razionalizzazione delle relative spese.
  Avverte pertanto che il relatore, onorevole Scelli, ha depositato una proposta di parere (vedi allegato 1).
  Avverte altresì che il gruppo dell'Italia dei valori ha presentato una proposta alternativa di parere (vedi allegato 2).

  Federico PALOMBA (IdV) pur condividendo quanto previsto nella proposta di Pag. 43parere del relatore dichiara di non poter votare a favore di essa, in quanto ritiene che non si possa esprimere parere favorevole sul DEF. Illustra pertanto la proposta alternativa di parere da lui presentata, con la quale si esprime parere contrario al DEF.

  Mario CAVALLARO (PD) esprime forti perplessità sul provvedimento in esame, ritenendo che non affronti in maniera adeguata la materia della giustizia, limitandosi ad essere una mera elencazione di buone intenzioni. Inoltre sottolinea come molte delle riforme già effettuate o in corso di realizzazione presentino punti critici evidenziati dalla Commissione giustizia in occasione dell'esame parlamentare. Per quanto attiene alle riforme da fare il documento si limita a preannunciarle senza fare alcun riferimento alle scelte che il Governo effettuerà in merito.

  Cinzia CAPANO (PD) dichiara di non condividere assolutamente le parti del documento in esame relative alla giustizia civile, rilevando come l'istituzione del cosiddetto tribunale delle imprese possa giovare solo alle persone più abbienti mentre per le altre si pongono dei filtri ai mezzi di impugnazione. Più in generale si annunciano interventi che non potranno far altro che peggiorare una situazione già gravemente compromessa.

  Enrico COSTA (PdL) dopo aver dichiarato di condividere l'impostazione del provvedimento in esame, si sofferma sulla riforma della geografia giudiziaria in esso richiamata, rilevando come il Ministro della giustizia abbia proprio oggi dichiarato ad organi di stampa che da tale riforma deriverà un risparmio di spesa di circa 80 milioni di euro. Ritiene che la predetta riforma non possa essere ricondotta alla spending review, in quanto altrimenti rischierebbe di trasformarsi in un ulteriore taglio lineare a danno della giustizia, come sembrerebbe determinarsi relativamente ai giudici di pace.
  Per quanto attiene alla proposta di parere del relatore ritiene che questa debba essere riformulata escludendo qualsiasi riferimento alla riduzione di uffici giudiziari a seguito della riforma della geografia giudiziaria.

  Donatella FERRANTI (PD) dichiara di non condividere la proposta di parere del relatore in quanto non affronta le diverse questioni attinenti alla giustizia. In particolare, nella proposta di parere si dovrebbe fare riferimento agli obiettivi che dovrebbero essere conseguiti con la riforma della geografia giudiziaria anche relativamente alla copertura della pianta organica dei magistrati, all'adeguamento e riqualificazione del personale amministrativo ed alla realizzazione di moduli organizzativi e lavorativi come ad esempio l'istituzione dell'ufficio del processo. Inoltre si dovrebbe specificare che nel processo civile le annunciate procedure di semplificazione non dovrebbero determinare ulteriori aumenti dei costi ed aggravamento delle modalità di accesso.
  Altro punto da affrontare dovrebbe essere quello di una nuova ripartizione del Fondo unico della giustizia, aumentando la dotazione a favore del Ministero della giustizia.
  Chiede pertanto alla Presidenza una breve sospensione della seduta al fine di poter presentare a nome del suo gruppo una proposta alternativa di parere.
  Prima di concludere esprime un forte rammarico per la scelta del Governo di non trasmettere alle Camere la relazione finale della Commissione ministeriale sulla riorganizzazione degli uffici giudiziari istituita presso il Dipartimento dell'organizzazione giudiziaria del Ministero della giustizia, il cui contenuto viene citato da più organi di stampa.

  Federico PALOMBA, presidente, prendendo atto della richiesta dell'onorevole Ferranti, sospende la seduta.

  La seduta, sospesa alle 15.15, riprende alle 15.25.

  Fulvio FOLLEGOT, presidente, avverte che gli onorevoli Ferranti, Capano e Cavallaro Pag. 44hanno presentato una proposta alternativa di parere (vedi allegato 3). In sostituzione del relatore ritira la proposta di parere da questo presentata, rilevando come sulla proposta alternativa appena presentata si sia registrato un ampio consenso da parte dei gruppi nel momento della sua formulazione.

  Luca Rodolfo PAOLINI (LNP), interviene sui lavori della Commissione, stigmatizzando il comportamento del Governo che non ha voluto trasmettere alla Commissione giustizia la relazione finale della Commissione ministeriale sulla riorganizzazione degli uffici giudiziari istituita presso il Dipartimento dell'organizzazione giudiziaria del Ministero della giustizia, della quale ne hanno disponibilità diversi soggetti estranei al Ministero.

  Fulvio FOLLEGOT, presidente, dopo aver ricordato che la questione è stata già sollevata dall'onorevole Ferranti e che la Presidenza della Commissione aveva già chiesto al Ministero di acquisire la relazione finale, pone in votazione la proposta alternativa di parere favorevole presentata dall'onorevole Ferranti, avvertendo che in caso di approvazione sarà considerata preclusa l'altra proposta alternativa presentata dall'IDV.

  La Commissione approva la proposta alternativa di parere presentata dall'onorevole Ferranti (vedi allegato 3).

  La seduta termina alle 15.30.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 13.15 alle 13.30.

AVVERTENZA

  I seguenti punti all'ordine del giorno non sono stati trattati:

SEDE REFERENTE

Disciplina del settore della tutela del credito.
C. 4583 Mariarosaria Rossi.

SEDE CONSULTIVA

Disposizioni in materia di insequestrabilità delle opere d'arte prestate da uno Stato, da un ente o da un'istituzione culturale stranieri, durante la permanenza in Italia per l'esposizione al pubblico.
Ulteriore nuovo testo C. 4432, approvato dal Senato, e abb.

Legge comunitaria 2012.
C. 4925 Governo.
(Relazione alla XIV Commissione).
Relazione consuntiva sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea relativa all'anno 2011.
Doc. LXXXVII, n. 5.
(Parere alla XIV Commissione).

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