CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 14 marzo 2012
621.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari esteri e comunitari (III)
COMUNICATO
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SEDE CONSULTIVA

Mercoledì 14 marzo 2012. - Presidenza del presidente Stefano STEFANI. - Interviene il sottosegretario di Stato agli affari esteri, Marta Dassù.

La seduta comincia alle 14.

DL 1/2012: Disposizioni urgenti per la concorrenza, lo sviluppo delle infrastrutture e la competitività Rel. Pianetta.
C. 5025 Governo, approvato dal Senato.

(Parere alle Commissioni riunite VI e X).
(Esame e conclusione - Nulla osta).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

Enrico PIANETTA (PdL), relatore, sottolinea che la competenza della Commissione è richiamata sostanzialmente dal solo articolo 40, sul rilascio delle carta di identità e in materia di anagrafe della popolazione residente all'estero. L'Amministrazione finanziaria attribuirà d'ufficio il codice fiscale ai cittadini italiani iscritti all'AIRE, ai quali non risulta già attribuito, previo allineamento dei dati anagrafici in possesso degli uffici consolari e delle AIRE comunali. È ben noto come il principale nodo irrisolto dell'AIRE sia rappresentato dal mancato aggiornamento della stessa e come ciò determini specifiche criticità in occasione dell'espletamento delle operazioni di voto per corrispondenza in occasione delle consultazioni elettorali.
Rilevando che il provvedimento in esame, al pari dell'altro sulle semplificazioni, si inserisce in una strategia complessiva del Governo per affrontare la crisi, introducendo un pacchetto d'interventi intesi a sostenere lo sviluppo e la crescita economica, osserva che garantire la sostenibilità della finanza pubblica non basta, se non si pone mano a concreti obiettivi sul versante della crescita e dello sviluppo. Al riguardo, si augura che l'incontro bilaterale del presidente Monti con

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la cancelliera Merkel possa segnare un punto di partenza comune a tutta l'UE.
Propone conclusivamente che la Commissione esprima un nulla osta all'ulteriore iter del provvedimento, stante la limitatezza dei profili di competenza.

Il sottosegretario Marta DASSÙ si associa alle considerazioni del relatore.

Nessuno chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di nulla osta del relatore.

La seduta termina alle 14.10.

COMUNICAZIONI DEL PRESIDENTE

Mercoledì 14 marzo 2012. - Presidenza del presidente Stefano STEFANI. - Interviene il sottosegretario di Stato agli affari esteri, Marta Dassù.

La seduta comincia alle 14.10.

Sulla missione in Egitto (6-8 marzo 2012).

Stefano STEFANI, presidente, nel depositare una relazione sulla missione in titolo (vedi allegato), segnalando che la missione stessa ha fornito importanti elementi sull'evoluzione politica egiziana, sul ruolo che l'Egitto intende esercitare nella regione e sui rapporti bilaterali. Il dato più significativo e generale è la fortissima aspirazione dell'Egitto post-Mubarak non solo a confermare, ma anche a rafforzare, i legami privilegiati con l'Italia in tutti i campi. La storia e la geografia sono state più volte evocate per ribadire l'amicizia tra i nostri popoli. Si chiede all'Italia di riprendere il flusso turistico, di promuovere gli investimenti, di favorire la manodopera egiziana emigrata, di potenziare le relazioni commerciali ed i collegamenti marittimi. Al riguardo, osserva come sia preferibile qualificare ed impiegare in loco i lavoratori egiziani.
Rileva che la tenuta del Paese si gioca in modo particolare sulla situazione economica, oggi caratterizzata da un'elevata disoccupazione e da una crisi di liquidità. Sul piano politico, i risultati elettorali successivi alla fase rivoluzionaria hanno indicato, con circa il 45 per cento dei voti, nei Fratelli musulmani la forza politica di riferimento, da cui dipenderà senz'altro la scelta del futuro presidente della Repubblica, anche se presumibilmente potrebbe trattarsi di un candidato di mediazione non sgradito alle forze armate. Il successo dei salafiti, giunti al 25 per cento dei voti, completa inequivocabilmente il quadro della nuova classe politica egiziana in senso islamista.
Sottolinea che si è avuta l'impressione che sia le forze liberal-democratiche che il partito salafita puntino ad un'alleanza privilegiata con i Fratelli musulmani cercando di portarli dalla loro parte. La delegazione ha ricevuto ampie rassicurazioni sui contenuti della nuova Costituzione la cui redazione sarà affidata in questi giorni ad una commissione mista di parlamentari ed esponenti della società civile. Gli interlocutori egiziani hanno sottolineato la continuità storica dell'esperienza costituzionale egiziana, fondata sul principio di cittadinanza e sul cosiddetto «Stato civile», espressione ritenuta intraducibile in Occidente, non certo equivalente alla laicità dello Stato - anche perché l'Islam è la religione ufficiale - ma tale da garantire la libertà religiosa ed il divieto di discriminazione.
La questione della convivenza tra musulmani e copti è stata più volte discussa, anche alla luce dei numerosi episodi di violenza e di persecuzione subiti dai copti. Nonostante le rassicurazioni ricevute sull'identità egiziana («la religione è per Dio, la patria è per tutti»), che sarebbero state sottolineate dalla visita della Guida spirituale dei Fratelli musulmani al Patriarca copto gravemente ammalato, i rappresentanti della Chiesa copta hanno denunciato il clima di illegalità in cui sono costretti a vivere. Gli estremisti islamici colpirebbero, infatti, impunemente le loro chiese, mentre la polizia resterebbe a guardare. Chiedono perciò non solo parole ma fatti al

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mondo occidentale, auspicando pressioni più incisive sulle autorità di governo egiziane.
Per quanto concerne la politica estera, il tema più sollevato è stato quello del conflitto israelo-palestinese, che tutti gli interlocutori hanno presentato come la nuova priorità egiziana. Israele è considerata responsabile sia delle sofferenze del popolo palestinese, che dello stallo del processo negoziale. È stato osservato che tale atteggiamento israeliano favorisce gli opposti estremismi ed è stato evocato il rischio di una nuova intifada palestinese, sul modello delle rivoluzioni arabe.
Il ruolo-guida dell'Egitto nel mondo arabo è stato rivendicato a proposito della situazione in Siria, con la più ferma condanna del regime di Damasco ed il pieno sostegno alla missione di Kofi Annan. Sia il Ministro degli esteri che il Segretario generale della Lega araba hanno dichiarato di stare esercitando pressioni su Russia e Cina per rimuovere il loro veto in Consiglio di sicurezza sulla nuova risoluzione riguardante la Siria. È stata tuttavia deprecata la frammentarietà dello schieramento di opposizione.
L'Egitto ha rivendicato anche il suo ruolo nello scenario africano, sottolineando il coordinamento in corso con i nuovi governi tunisino e libico, nonché la mediazione offerta, in seno all'Unione africana, per il conflitto tra Sudan e Sud Sudan.
In conclusione, la missione ha confermato l'importanza per l'Italia delle relazioni politiche, economiche e culturali nel Mediterraneo. In tale ottica, ritiene opportuno proseguire nelle missioni in tutta l'area mediterranea, così come si appresta a fare la prossima settimana recandosi in Croazia.

Renato FARINA (PdL) evidenzia la stridente contraddizione che ha riscontrato tra la diffusa presenza armata nel paese e il clima di caos, sinanco nella sede parlamentare in cui avevano luogo proteste a ridosso delle aule di riunione mentre vi stazionavano truppe militari. Ha altresì osservato una sorta di gioco delle parti in cui le forze armate ed i Fratelli musulmani sembrano avviati ad una non dichiarata compartecipazione del potere, mentre i salafiti giocano il ruolo degli estremisti. Si sofferma poi sul sincero colloquio con il vescovo copto Markos che ha denunciato il peggioramento della situazione peraltro grave che i copti vivevano sotto Mubarak ed ha rimproverato il formalismo di certe dichiarazioni di solidarietà anche italiane. Ha quindi manifestato ampia condivisione per l'indicazione da lui ricevuta di promuovere luoghi in cui ci sia compresenza di cristiani e musulmani, come le scuole miste. Ha concluso facendo riferimento all'importanza della dichiarazione dello scorso giugno di Al-Azhar, discussa con il Gran Muftì d'Egitto, ma contestata dal Vescovo Markos per la mancata contemplazione della libertà di cambiare religione.

Francesco TEMPESTINI (PD), nel ricordare che la transizione politica egiziana sta per avere scadenze importanti come la formazione della commissione costituente e la presentazione delle candidature presidenziali, ha preso atto che l'equilibrio politico è oggi affidato ai Fratelli musulmani, impegnati nel difficile smarcamento da un lato dai salafiti dall'altro dal complesso militare che continua a detenere larghe quote dell'economia egiziana, che forse avrebbe visto messe in discussione dalla successione a Mubarak. A suo avviso, potrebbe derivarne un'evoluzione in senso parlamentarista ovvero semipresidenzialista del sistema costituzionale, mentre subirebbe meno modifiche l'impianto relativo alle libertà fondamentali. È tuttavia prevedibile e già in corso un'islamizzazione sostanziale della società, in quanto gli stessi Fratelli musulmani sembrano più impegnati sul terreno sociale, rispetto alle ipotesi di modernizzazione economica. Al riguardo, ferma restando la grave situazione economica, ritiene che vi sia una possibilità di stabilizzazione per l'Egitto, benché al di là delle speranze suscitate dalla primavera araba, anche se il contesto internazionale non gioca a favore. Ritiene pertanto necessario che l'Italia metta a

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frutto positivamente il capitale di simpatia ed amicizia maturato con l'Egitto, rinunciando a comportamenti superficiali su materie delicate come quella migratoria sulla quale la nuova dirigenza egiziana non farà sconti proprio perché popolarmente più radicata della precedente.

Il sottosegretario Marta DASSÙ, nel ringraziare la Commissione per il lavoro svolto, esprime soddisfazione per la liberazione degli otto consulenti italiani che la scorsa settimana erano stati sequestrati nel corso di una rivendicazione sindacale nei pressi di Suez. Con riferimento alla situazione dei copti, richiama la risposta già resa in Assemblea ad un'interpellanza urgente dell'onorevole Farina lo scorso 16 febbraio.

Renato FARINA (PdL) ribadisce che da parte dei rappresentanti della Chiesa copta è stato affermato che ci sarebbe un flusso giornaliero di rifugiati verso l'Italia ammontante a circa 40-50 persone.

Franco FRATTINI (PdL), ringraziando i colleghi per la relazione svolta, esprime preoccupazione per la mozione votata dal Parlamento egiziano per rivedere i trattati di pace con Israele e per interrompere le forniture di gas. Prendendo spunto dall'osservazione dell'onorevole Tempestini sulla priorità accordata alla dimensione sociale dai partiti islamisti, sottolinea la lacuna di un analogo impegno di rilancio della struttura produttiva, anche perché gli investimenti esteri rischiano di essere limitati dalla mancanza di certezza del quadro giuridico. Si domanda poi quale sia il rapporto che il nuovo Egitto instaurerà con l'Europa, dal momento che sembra aver respinto l'approccio condizionato adottato dall'UE con la strategia more for more in nome del principio di non ingerenza. Paventa quindi il pericolo di un corto circuito tra processo politico e tenuta dell'economia. Pone infine la questione della durata o meno dello storico rapporto con gli Stati Uniti d'America delle forze armate egiziane.

Francesco TEMPESTINI (PD) ritiene che le dichiarazioni su Israele si inquadrino nell'ansia di ricollocarsi a fini interni, mentre considera più consolidato il rifiuto del gradualismo diplomatico. Sul terreno economico, ha riscontrato un certo ottimismo giustificato sulla base del cambiamento da cui non possono che derivare effetti positivi. Pensa poi che i rapporti con gli USA debbano essere anche da parte di Washington ancora seriamente ponderati.

Stefano STEFANI, presidente, condivide il riferimento del collega Frattini alla certezza del diritto per la promozione degli investimenti, menzionando l'opera meritoria svolta dalla Camera di commercio italo-egiziana. Quanto ad Israele, gli interlocutori egiziani hanno subordinato il loro atteggiamento bilaterale al progresso o meno del processo di pace. In conclusione, considera prematura l'espressione di un giudizio finale sulla nuova realtà politica egiziana.
Nessun altro chiedendo di intervenire, dichiara concluse le comunicazioni in titolo.

Sulle iniziative parlamentari relative alla situazione in Siria.

Stefano STEFANI, presidente, avverte che l'ufficio di presidenza della Commissione ha giudicato opportuno, alla luce degli ulteriori gravi sviluppi della crisi siriana, una discussione sulle iniziative parlamentari da adottare. La situazione sul terreno è infatti di giorno in giorno più grave, come conferma la decisione assunta dal Governo italiano di richiamare l'ambasciatore italiano a Damasco, insieme a tutto il personale in servizio in quella sede. Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite è bloccato dal veto di Russia e Cina - anche se dall'incontro al Cairo presso la Lega Araba sono venuti segnali di una possibile diversa posizione soprattutto cinese - mentre la missione dell'inviato speciale Kofi Annan non sembra destinata al successo. Sono stati registrati timidi

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avanzamenti nella posizione di Pechino e si auspica che la presa di posizione russa possa andare incontro ad analoga evoluzione.
Ricorda che la Camera dei deputati, nella seduta dell'11 luglio 2011, ha approvato due mozioni, presentate dai colleghi Nirenstein e Orlando, che impegnavano il Governo ad esercitare ogni pressione per la fine delle violenze e la transizione democratica della Siria. Il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione lo scorso 16 febbraio in cui, tra l'altro, si invita la Russia a interrompere immediatamente le spedizioni di armi in Siria; si condanna con la massima forza la repressione brutale esercitata dal regime siriano contro la popolazione e si esprime la viva preoccupazione che le intimidazioni delle autorità siriane possano estendersi agli oppositori in esilio.
Segnala che il 1o marzo il Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite, riunito a Ginevra, ha condannato la repressione in Siria e ha chiesto la fine degli attacchi contro i civili. La risoluzione è stata approvata con 37 sì, 3 astensioni e i voti contrari di Russia, Cina e Cuba.
Ritiene, pertanto, necessario ribadire la posizione dell'Italia al riguardo. Potrebbe essere, ad esempio, utile predisporre una risoluzione in Commissione riprendendo il confronto con il Governo.
Segnala che la situazione in Siria è stata altresì approfondita dal Comitato permanente sui diritti umani, presieduto dal collega Colombo, che ha effettuato un'audizione nel mese di dicembre. In tale sede, sono emerse due delicate questioni, la prima delle quali è che il Presidente siriano Assad è stato insignito della Gran Croce dell'Ordine al merito della Repubblica italiana in occasione della sua ultima visita di Stato a Roma. L'ulteriore questione concerne i dissidenti siriani residenti in Italia che lamentano iniziative di schedatura e di natura intimidatoria nei loro confronti da parte della rappresentanza diplomatica siriana nel nostro Paese. Su entrambe le questioni, ad istanza del Presidente Colombo, ha ritenuto di effettuare una segnalazione al Ministero degli affari esteri.
Ritiene comunque doveroso acquisire anche a tale riguardo l'orientamento dei gruppi della Commissione al fine di valutare l'eventualità di promuovere ulteriori iniziative.

Il sottosegretario Marta DASSÙ fa presente che, in linea con l'orientamento assunto in sede europea in reazione alle violenze perpetrate dal regime di Assad ai danni della popolazione siriana, è stato disposto il rimpatrio del nostro Ambasciatore in Siria e di tutto il personale della rappresentanza diplomatica italiana, con la conseguente sospensione di ogni attività. Il nostro Paese è impegnato nelle opportune sedi internazionali per garantire le iniziative umanitarie, a favore delle quali è disponibile ad assicurare fino a 3 milioni di euro. Quanto ad una possibile evoluzione della posizione della Cina, sottolinea che è prematuro esprimere una valutazione di merito. Manifestando viva apprensione per la tragedia umanitaria in atto, rileva che la comunità internazionale ha indubbiamente operato finora con scarso risultato.
Con riferimento alle questioni emerse in seno al Comitato permanente sui diritti umani, precisa che gli scambi di onorificenze hanno di norma natura protocollare e che l'eventuale revoca è di iniziativa del Governo, mentre fa presente che sono in corso accertamenti circa le lamentate intimidazioni verso cittadini siriani residenti in Italia.
Auspica quindi che la Commissione voglia ricordare la memoria dell'ingegner Lamolinara, il concittadino rapito in Nigeria e ucciso durante il blitz svoltosi l'8 marzo, finalizzato alla sua liberazione.

Francesco TEMPESTINI (PD), condivide le considerazioni svolte dal sottosegretario Dassù, ritenendo che il Governo abbia compiuto il gesto politico più significativo possibile con la chiusura della nostra ambasciata a Damasco.

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Matteo MECACCI (PD) ritiene che la Commissione dovrebbe affrontare la discussione di una risoluzione in sostegno all'azione del Governo italiano, considerato il tempo trascorso dalle più rilevanti iniziative parlamentari relative alla situazione in Siria.

Francesco TEMPESTINI (PD) preannunzia la presentazione di una risoluzione sulla situazione in Siria da parte del Partito Democratico.

Enrico PIANETTA (PdL) si associa alle considerazioni svolte dal rappresentante del Governo e dai colleghi intervenuti in questo dibattito. Ritiene opportuno che il Parlamento italiano rinnovi il proprio impegno sul tema della Siria con iniziative sia presso la Commissione che presso l'Assemblea. È a suo avviso necessario che il Governo italiano sia promotore di iniziative internazionali volte a porre rimedio alla situazione umanitaria e da realizzare in accordo con la Lega Araba. Ritiene importante che, con il supporto dell'Unione europea, si proceda anche a verifiche sui flussi di armi diretti in Siria. Auspicando una riconsiderazione da parte di Mosca e Pechino della propria posizione già espressa in sede di Consiglio di Sicurezza, sottolinea lo scarso impatto sortito finora dalle iniziative assunte dall'ONU.

Stefano STEFANI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, dichiara concluse le comunicazioni in titolo.
Rivolgendosi alla memoria dell'ingegner Lamolinara, segnala che nel dibattito svoltosi questa mattina in Assemblea in occasione dell'informativa resa dal Ministro degli affari esteri i rappresentanti di tutti i gruppi hanno aperto i propri interventi con dichiarazioni di condoglianze rivolte alla famiglia del nostro connazionale ucciso e di apprezzamento per la sua personalità. Fa presente, quindi, la propria intenzione di fare pervenire alla sua famiglia, a nome di tutti i colleghi commissari, la testimonianza di solidarietà di tutta la Commissione.

La seduta termina alle 15.20.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 15.20 alle 15.25.