CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 8 marzo 2012
618.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e Interni (I)
COMUNICATO
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COMITATO PERMANENTE PER I PARERI

Giovedì 8 marzo 2012. - Presidenza del presidente Isabella BERTOLINI.

La seduta comincia alle 15.

DL 2/2012: Misure straordinarie e urgenti in materia ambientale.
Nuovo testo C. 4999 Governo, approvato dal Senato.

(Parere alla VIII Commissione).
(Esame - Parere favorevole).

Il Comitato inizia l'esame del provvedimento.

Giorgio Clelio STRACQUADANIO (PdL), relatore, dopo aver brevemente illustrato il provvedimento in esame, con riguardo alle modifiche apportate dalla Commissione di merito, formula una proposta di parere favorevole (vedi allegato 1).

Nessuno chiedendo di intervenire, il Comitato approva la proposta di parere del relatore.

La seduta termina alle 15.05.

SEDE REFERENTE

Giovedì 8 marzo 2012. - Presidenza del presidente Donato BRUNO. - Intervengono il sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali Cecilia Guerra e il sottosegretario di Stato per l'interno Saverio Ruperto.

La seduta comincia alle 15.10.

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Disposizioni per promuovere il riequilibrio delle rappresentanze di genere nei consigli e nelle giunte delle regioni e degli enti locali.
Testo unificato C. 3466 Amici, C. 3528 Mosca, C. 4254 Lorenzin, C. 4271 Anna Teresa Formisano, C. 4415 Governo e C. 4697 Sbrollini.
(Seguito dell'esame e conclusione).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta del 16 febbraio 2012.

Donato BRUNO, presidente, avverte che sul provvedimento è pervenuto il nulla osta della Commissione Bilancio e i pareri favorevoli con osservazioni della Commissione Lavoro e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.
Ricorda che l'inizio dell'esame del provvedimento in Assemblea è stato fissato dalla Conferenza dei rappresentanti dei gruppi a partire da lunedì 26 marzo prossimo.
Comunica che la relatrice ha presentato gli emendamenti 2-bis.100, 2-ter.100 e Tit.1 (vedi allegato 2).

Beatrice LORENZIN (PdL), relatore, illustra gli emendamenti predisposti, di cui raccomanda l'approvazione, ricordando che l'emendamento 2-bis.100 tiene conto dell'osservazione formulata dalla Commissione parlamentare per le questioni regionali.

Il sottosegretario Cecilia GUERRA, premesso che il Governo valuta con favore il provvedimento in esame, si rimette alla Commissione sugli emendamenti presentati nella seduta odierna, come fatto in precedenza.

Maurizio TURCO (PD) evidenzia come l'osservazione della Commissione parlamentare per le questioni regionali, recepita con l'emendamento 2-bis.100 della relatrice, annulli di fatto la disposizione dell'articolo 2-bis in materia di accesso alle candidature per le elezioni dei consigli regionali.

Beatrice LORENZIN (PdL), relatore, rileva che l'emendamento in questione tiene conto dell'autonomia delle regioni sulla materia e di quanto previsto dall'articolo 122 della Costituzione.

Mario TASSONE (UdCpTP) ritiene che la salvaguardia delle competenze regionali non si risolva con la disposizione testé richiamata dalla relatrice.

Pierguido VANALLI (LNP), evidenziato che la Commissione sta concludendo l'esame del provvedimento proprio nel giorno della festa delle donne, in ossequio al genere femminile, ribadisce le proprie perplessità e preannuncia il voto contrario.

Anna Teresa FORMISANO (UdCpTP) ricorda che negli ultimi tempi vi sono stati numerosi ricorsi, in tutto il territorio nazionale, per la limitata presenza del genere femminile negli organi esecutivi delle città e delle province. Per quanto riguarda le regioni, comprende le riserve del deputato Turco, ma fa presente che alcune regioni - tra cui il Lazio e la Campania - si sono dotate di proprie leggi su questa materia e che norme nazionali troppo dettagliate rischierebbero di essere impugnate. A suo avviso, inoltre l'importante è dare un segnale sui comuni, che sono l'ente elettivo più vicino al cittadino.

La Commissione, con distinte votazioni, approva gli emendamenti 2-bis.100 e 2-ter.100 della relatrice.

Mario TASSONE (UdCpTP) chiede maggiori chiarimenti in merito all'emendamento Tit.1 della relatrice, che sopprime dal titolo le parole «e nelle giunte».

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Beatrice LORENZIN (PdL), relatore, fa presente che l'emendamento in questione è stato formulato affinché il titolo fosse coordinato con il contenuto del testo unificato, come modificato nel corso dell'esame in sede referente.

Mario TASSONE (UdCpTP) rileva come nel testo da una parte vi è l'indicazione di un percorso forzoso per l'elettore e, dall'altra parte, si amplia l'area di discrezionalità per le giunte.

Beatrice LORENZIN (PdL), relatore, rileva che, qualora il collega Tassone volesse presentare un emendamento per includere anche le giunte regionali dall'ambito di applicazione del provvedimento in esame, lo valuterà con favore.
Peraltro, l'emendamento presentato è volto ad evitare che il lettore del testo, vedendo il titolo, possa pensare che questo investa anche gli ambiti di competenza degli organi di governo delle regioni.

Karl ZELLER (Misto-Min.ling.) ricorda che l'articolo 2-bis introduce il principio della promozione della parità di accesso tra uomini e donne alle cariche elettive per i consigli regionali attraverso la predisposizione di misure che permettano di incentivare l'accesso alle cariche elettive del genere sottorappresentato.

Mario TASSONE (UdCpTP) comprende l'esigenza di salvaguardare l'autonomia regionale ma ribadisce l'opportunità di preservare i principi di autonomia anche per tutte le altre scelte dei candidati.

Giorgio CONTE (FLpTP) rileva come il testo unificato risultante dall'esame in sede referente, che reca principi pienamente condivisibili, costituisce un passo indietro rispetto ai testi iniziali. Il rischio è quello di dare un messaggio contraddittorio all'esterno e ritiene che l'argomento in esame non possa ritenersi completamente risolto con il testo in discussione.

Maria Elena STASI (PT) ricorda come la normativa vigente riguardi unicamente i consigli comunali e provinciali ed è pertanto opportuno limitare le previsioni del testo in esame a tali organismi. Le regioni infatti hanno una loro autonomia sulla materia sancita dalla Carta Costituzionale e sulla disciplina che le riguarda si potrà comunque tornare in un momento successivo individuando principi di carattere generale da prevedere in una legge quadro.

Pierguido VANALLI (LNP) ricorda come proprio negli ultimi giorni vi siano numerosi esempi di «pressapochismo» nella definizione dei testi legislativi. Ritiene quindi ragionevole la proposta da ultimo formulata dalla collega Stasi. Nel preannunciare quindi l'astensione del suo gruppo rispetto al provvedimento in esame, invita comunque i colleghi a svolgere ulteriori e più attenti approfondimenti sul testo in discussione.

Sesa AMICI (PD) fa presente come si tratti di un pura casualità la circostanza per cui il testo in esame viene approvato nella giornata dell'8 marzo. Rileva inoltre come vi sia piena consapevolezza della serietà del tema che è alla base del provvedimento in discussione. Ritiene comunque che in Assemblea potrà essere svolta una ulteriore discussione sulle questioni che investono la materia ma ritiene opportuno ricordare come nella proposta di legge presentata dal suo gruppo vi erano delle disposizioni di principio riguardanti la legislazione elettorale delle regioni. Peraltro, nel corso dell'iter parlamentare - anche alla luce di quanto emerso nelle audizioni svolte - ci si è resi conto del rischio di un contenzioso da parte delle regioni alla luce delle competenze che alle stesse sono attribuite dalla Costituzione in materia e dell'opportunità di lasciare agli statuti ed alla normativa regionale la disciplina della materia. L'emendamento della relatrice riferito al titolo era quindi giustamente volto ad assicurare una piena rispondenza tra lo stesso e il contenuto del testo, che si rivolge prevalentemente agli enti locali. Ricorda infatti che le province non sono state più richiamate nel testo in esame in considerazione della nuova disciplina

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definita dall'articolo 23 del decreto-legge n. 201 del 2011.
Invita quindi i colleghi a non banalizzare le questioni oggetto del provvedimento in esame ed esprime la piena disponibilità del suo gruppo ad approfondire gli ulteriori aspetti sui quali vi fosse la necessità di apportare ulteriori chiarimenti.

Karl ZELLER (Misto-Min.ling.) condivide il testo in esame e l'emendamento di chiarimento proposto dalla relatrice. Ritiene peraltro poco coraggiosa la soluzione adottata per gli enti locali rispetto alle altre esperienze europee. Ricorda quindi che, a titolo esemplificativo, il consiglio provinciale di Bolzano sta approvando una proposta volta a dare soluzioni certe per garantire il rispetto della rappresentanza femminile sulla base di un principio proporzionale, che assicuri una presenza nelle giunte rapportata a quella nei consigli.

Pierluigi MANTINI (UdCpTP) ricorda come le proposte di legge in titolo siano da tempo all'esame della I Commissione e ritiene che sia un bel gesto concluderne l'iter proprio l'8 marzo, in una giornata da non sottovalutare in questa sede per il valore culturale che le è proprio.
Rileva come il testo ribadisca il principio della rappresentanza di genere negli esecutivi coerentemente con le previsioni dell'articolo 51 della Costituzione, preservando peraltro una sfera di discrezionalità in modo differente rispetto alle previsioni delle cosiddette «quote rosa». Ritiene peraltro che il testo avrebbe potuto rivolgersi anche alle giunte regionali tenuto conto della recente giurisprudenza dei Tar sulla materia ed in base alle previsioni dell'articolo 122 della Costituzione, che stabilisce che il sistema di elezione e i casi di ineleggibilità e di incompatibilità del presidente e degli altri componenti della giunta regionale nonché dei consiglierei regionali siano disciplinati con legge della regione nei limiti dei principi fondamentali stabiliti con legge della Repubblica.
Ribadisce quindi il voto favorevole del suo gruppo al mandato al relatore a riferire in senso favorevole.

Donato BRUNO, presidente, alla luce della discussione svolta, propone di riformulare come segue l'emendamento Tit.1: «Al titolo, primo periodo, sostituire le parole: nei consigli e nelle giunte delle regioni e degli enti locali con le seguenti: nei consigli e nelle giunte degli enti locali e nei consigli regionali».

Beatrice LORENZIN (PdL), relatore, concorda con tale proposta e raccomanda l'approvazione della nuova formulazione.

Il sottosegretario Cecilia GUERRA si rimette alla Commissione.

La Commissione approva l'emendamento Tit.1 (nuova formulazione).

Beatrice LORENZIN (PdL), relatore, propone la seguente correzione di forma ai sensi dell'articolo 90 comma 1 del regolamento: all'articolo 2-ter, come modificato dall'emendamento 2-ter.100, al comma 1, le parole: «Alla legge 22 febbraio 2000, n. 28, sono apportate le seguenti modificazioni: a) all'articolo 1 è aggiunto, in fine, il seguente comma:» sono sostituite dalle seguenti: «All'articolo 1 della legge 22 febbraio 2000, n. 28, è aggiunto, in fine, il seguente comma:».

La Commissione approva.

Maurizio TURCO (PD) rileva come il testo in esame cerchi di spostare altrove la responsabilità che attiene al mancato rispetto della rappresentanza di genere considerato che le responsabilità principali appartengono ai partiti. Ricorda quindi che la I Commissione sta esaminando alcune proposte di legge Costituzionale che intervengono sull'articolo 49 della Costituzione, ponendo un'importante questione di democrazia interna ai partiti. Ritiene quindi che l'atteggiamento dei gruppi rispetto a tali proposte di legge sarà il vero banco di prova.

Maria Piera PASTORE (LNP) concorda su quanto affermato dal collega Turco in merito al fatto che un'adeguata presenza

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femminile presso tutte le rappresentanze istituzionali deve essere in primo luogo assicurata dai partiti. Fa quindi presente che il suo movimento politico cerca di assicurare il rispetto di tale principio.
Per quanto riguarda il testo in esame preannuncia - diversamente dal suo gruppo - il suo voto favorevole al mandato alla relatrice a riferire in Assemblea, ritenendo comunque positivo il fatto che, in Commissione come in Assemblea, si discuta di tali questioni.

Mario TASSONE (UdCpTP) preannuncia che - diversamente dal suo gruppo - voterà contro il mandato alla relatrice a riferire in senso favorevole in Assemblea. Non si tratta di una posizione pregiudiziale né di sfiducia verso le donne quanto piuttosto di una concezione di democrazia nel Paese che gli appartiene. Ricorda che in passato si espresse in modo contrario anche sulle cosiddette «quote rosa». Ritiene infatti che la presenza della donne vada incoraggiata attraverso altri mezzi e con un approccio culturale differente per essere effettiva. A suo avviso infatti provvedimenti come quello in discussione non costituiscono un avanzamento di civiltà.
Ritiene infatti che vadano evitate quelle impostazioni che vedono la donna come una categoria diversa da altre. Ricorda che l'articolo 51 della Costituzione è composto, oltre che dal primo comma, anche dal secondo e dal terzo comma. Il provvedimento in esame e le misure di tutela verso le donne dovrebbero allora essere rivolte anche ai giovani e alle altre categorie richiamate dalla Carta Costituzionale.
Con il testo in esame si prevede di fatto un percorso forzoso per l'elettore, che gli toglie una piena libertà di scelta e porta verso un percorso che lo preoccupa. Da parte sua vi è infatti il pieno rispetto delle donne e lo ha espresso più volte nelle sedi parlamentari ma è il sistema che deve dare la forza per valorizzarle realmente e superare le problematiche: non ci si può invece lavare le mani con provvedimenti come quello in esame per affrontare realmente il tema.

Barbara POLLASTRINI (PD) preannuncia il voto favorevole del suo gruppo sul conferimento del mandato alla relatrice.
Ricorda che, a partire da più proposte di legge presentate dai diversi gruppi, si è svolto un dibattito approfondito, dal quale è venuto fuori un testo serio, che può certamente essere migliorato - e il suo gruppo si riserva si presentare emendamenti in Assemblea a questo scopo - ma che rappresenta senza dubbio un buon punto di partenza.
Ricorda altresì che nel panorama internazionale esistono due modi per promuovere la presenza della donne nella politica e nelle istituzioni: si può intervenire con la legge elettorale oppure con la legislazione sui partiti. Ad avviso del suo gruppo, le due strade non sono alternative. Occorre prevedere che i partiti includano espressamente nei propri statuti norme antidiscriminatorie di carattere cogente: ricorda, a questo riguardo, che la proposta di legge presentata dal suo gruppo e in fase di assegnazione si orienta per l'appunto in questo senso.
Sottolinea che la proposta di legge in esame, oltre alla valenza normativa, che è evidente, ha un significato culturale, in quanto rappresenta un preciso segnale di volontà da parte del Parlamento: a suo avviso, anche la riforma elettorale che il Parlamento dovrà discutere dovrà tenere conto della necessità di promuovere la democrazia paritaria. Conclude auspicando che già nelle scelte che faranno per le prossime elezioni amministrative i partiti tengano conto di questa necessità.

Giorgio CONTE (FLpTP) preannuncia il voto favorevole del suo gruppo.

La Commissione delibera di conferire il mandato al relatore di riferire in senso favorevole all'Assemblea sul provvedimento in esame. Delibera altresì di chiedere l'autorizzazione a riferire oralmente.

Donato BRUNO, presidente, si riserva di designare i componenti del Comitato dei nove sulla base delle indicazioni dei gruppi.

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Modifiche all'articolo 37 del testo unico di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, nonché agli articoli 2, 28 e 32 del testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 16 maggio 1960, n. 570, in materia di determinazione della popolazione negli enti locali.
C. 4998, approvata dalla 1a Commissione permanente del Senato.

(Seguito dell'esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 7 marzo 2012.

Giuseppe CALDERISI (PdL) ritiene che il provvedimento in esame tragga spunto da un problema effettivo, in quanto attualmente i censimenti della popolazione hanno cadenza decennale e in dieci anni la consistenza demografica dei comuni può variare moltissimo, ma che tuttavia la soluzione proposta non sia adeguata, ma anzi sia tale da generare più problemi di quanti ne risolva. Si tratta, in sostanza, dei problemi che sono stati ben evidenziati dal relatore nella relazione introduttiva svolta nella seduta di ieri e che riepiloga brevemente.
In primo luogo l'innovazione introdotta dal provvedimento determinerebbe una discrepanza tra i criteri di calcolo della popolazione, ai fini della determinazione dell'elettorato passivo, usati per le elezioni politiche, europee e regionali, da un lato, e quelli usati per le elezioni amministrative dall'altro. Tale discrepanza assumerebbe particolare rilevanza quando più elezioni avvengano nello stesso giorno.
In secondo luogo, esiste il problema della certificazione dei dati relativi alla consistenza della popolazione residente: attualmente infatti non ci sono disposizioni che prevedano la trasmissione annuale di dati ufficiali sulla popolazione dei comuni dall'ISTAT al Ministero dell'interno, per cui occorrerebbe disciplinare questa fase, che è il presupposto dell'operazione complessiva.
Infine, va detto che l'ente locale, che dovrebbe accertare e certificare la popolazione residente, non è un soggetto imparziale, dal momento che ha interesse a rientrare in una determinata fascia di popolazione residente piuttosto che in un'altra in modo da ricadere sotto una determinata normativa piuttosto che sotto un'altra.
A suo avviso, quindi, occorre un approfondimento su questa materia: il problema, come detto, esiste, ma serve individuare una diversa soluzione: quale possa essere, non è in grado al momento di vedere. In ogni caso, ritiene che si debba assolutamente escludere la possibilità di affrettare l'esame del provvedimento per applicare la nuova disciplina già alle prossime elezioni amministrative, in quanto le norme in esame hanno rilevanza anche sulla fase della raccolta delle sottoscrizioni e i termini di questa sono troppo ravvicinati perché si possa pensare di modificare il quadro normativo di riferimento.

Salvatore VASSALLO (PD) ritiene che le questioni poste dal relatore nella seduta di ieri non siano così cogenti da non poter essere superate con ulteriori riflessioni e valutazioni.
Ricorda che la prima questione posta attiene alla diversità di regime tra elezioni politiche e amministrative. È stato sottolineato come anche nel caso della elezione dei membri del Parlamento europeo l'assegnazione del numero dei seggi alle circoscrizioni è effettuata sulla base dei risultati dell'ultimo censimento generale della popolazione. Analoga disposizione si rinviene nella legge elettorale regionale. È stato pertanto evidenziato come la modifica in esame introdurrebbe una differenziazione dei criteri di calcolo della popolazione tra elezioni politiche, europee e regionali da un lato ed elezioni amministrative dall'altro.
Sottolinea peraltro come si tratti di una questione che attiene alla sola determinazione dell'elettorato passivo e, quindi, sugli elettori non ha alcun impatto l'adozione di un parametro parzialmente diverso.
Rileva come il riferimento ai dati risultanti dall'ultimo censimento ufficiale appartenga ad un'epoca lontana in cui non

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esistevano altre modalità di acquisizione dei dati. Va tuttavia tenuto conto dell'evoluzione avutasi negli anni ed in questa direzione va il provvedimento in esame che intende fare riferimento ai dati annuali comunicati dall'ISTAT al Ministero dell'interno.
Ritiene poi che sarebbe utile comprendere quanto sono distanti i dati forniti dall'ISTAT sulla base dei censimenti decennali rispetto alle rilevazioni annuali.
Ritiene inoltre superabile il rilievo relativo alla mancanza di una procedura ufficiale per la trasmissione dei dati, ritenendo possibile codificare l'iter da seguire e lo standard da assumere come riferimento. Presuppone infatti che già vi siano disposizioni normative riguardo alla procedura cui è tenuto ad attenersi il responsabile dell'ufficio anagrafico del comune.
Ribadisce quindi che il Ministero dell'interno potrebbe chiedere un parere all'ISTAT in merito al rapporto tra i dati forniti dagli uffici anagrafici del comune ed il censimento immediatamente successivo.
Ritiene quindi che una volta superate tali questioni non vi siano altri ostacoli all'iter parlamentare del provvedimento, considerando invece singolare che ancora oggi ci si debba affidare a dati così risalenti nel tempo quali i risultati dell'ultimo censimento ufficiale che viene effettuato con cadenza decennale.

Roberto ZACCARIA (PD), relatore, rileva che il collega Vassallo ha posto diverse questioni. Fa presente tuttavia che esiste un problema di certezza legale che deve essere risolto. Si tratta di un problema che non è affrontato dal provvedimento in esame e che deve essere risolto. L'altro problema, poi, è che non si può affidare l'accertamento della popolazione residente all'ente locale, perché questo è interessato al risultato dell'accertamento stesso.

Donato BRUNO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

Sui lavori della Commissione in materia di province.

Salvatore VASSALLO (PD), ricordato che, secondo notizie di stampa, il Governo starebbe lavorando a un provvedimento per disciplinare le modalità di formazione degli organi provinciali, in attuazione dell'articolo 23 del decreto-legge n. 201 del 2011, chiede al Governo se tale notizia risponda al vero e, in tal caso, in quali tempi il provvedimento sarà presentato alle Camere.

Giuseppe CALDERISI (PdL) si associa alle richiesta del deputato Vassallo, ricordando come la notizia trovi origine dal comunicato stampa emesso dal Governo al termine della riunione del Consiglio dei ministri del 24 febbraio scorso.

Mario TASSONE (UdCpTP) si associa alla richiesta di chiarimenti al Governo su questo punto.

Il sottosegretario Saverio RUPERTO conferma che il Governo sta lavorando ad un provvedimento attuativo della disciplina in materia di province prevista dall'articolo 23 del decreto-legge n. 201 del 2011: in particolare, è stato costituito presso il Governo un tavolo tecnico, i cui lavori procedono speditamente. Il testo del provvedimento è a un punto di maturazione avanzato, ma non è possibile al momento prevedere quali saranno i tempi della deliberazione da parte del Consiglio dei ministri.
Aggiunge che, parallelamente, il Governo sta seguendo i lavori della Commissione Affari costituzionali del Senato sulla cosiddetta Carta delle autonomie.

Giuseppe CALDERISI (PdL), premesso che il Governo è senza dubbio libero di presentare al Parlamento propri disegni di legge, riterrebbe però in questo caso opportuno che - su una materia come questa, sulla quale la Commissione Affari costituzionali della Camera ha lavorato a lungo - esso raccogliesse prima indicazioni dal Parlamento. In particolare, segnala

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l'esigenza che siano adottati accorgimenti normativi per evitare che gli organi provinciali possano essere «monocolore» dal punto di vista politico, così da assicurare la rappresentanza delle minoranze, nonché per evitare - soprattutto nelle province nelle quali la maggior parte dei comuni siano piccolissimi - che questi abbiano la prevalenza nei consigli.

Maria Piera PASTORE (LNP) ritiene che - più che raccogliere indicazioni dal Parlamento - il Governo dovrebbe chiarire se intenda tenere conto del lavoro svolto in materia di province dal Parlamento, e segnatamente dalla Commissione Affari costituzionali della Camera, che sta lavorando da tempo a un progetto di revisione della disciplina costituzionale in materia di province. Chiede quindi più rispetto per il Parlamento.

Gianclaudio BRESSA (PD), considerato che nelle ultime due settimane la Commissione Affari costituzionali è stata oberata da impegni indifferibili legati all'esame del disegno di legge di conversione del decreto-legge n. 5 del 2012 e non c'è stato quindi il tempo di portare avanti i lavori del Comitato ristretto costituito per l'esame delle proposte di legge costituzionale in materia di province, invita la presidenza a valutare l'opportunità di reintrodurre questo punto all'ordine del giorno della prossima settimana, in modo che si possa riprendere il dibattito.
Dichiara quindi di condividere la preoccupazione manifestata dalla deputata Pastore riguardo alla accelerazione impressa dal Governo alle riforme in materia delle province, nonché il timore che il Governo stesso non intenda tenere conto del lavoro fin qui svolto dalle Commissioni Affari costituzionali di Camera e Senato, il che avrebbe effetti a suo avviso dirompenti.

Il sottosegretario Saverio RUPERTO ritiene di poter su questo punto tranquillizzare la Commissione. Assicura infatti che non c'è alcuna disattenzione del Governo rispetto ai lavori del Parlamento e che il Governo stesso ha piena consapevolezza del fatto che la Commissione affari costituzionali sta lavorando ad un progetto di revisione della disciplina costituzionale in materia di province ed è pienamente disponibile a collaborare, fornendo la propria assistenza nei termini che saranno richiesti, nello stesso modo in cui sta procedendo al Senato, dove affianca e supporta la Commissione Affari costituzionali nella discussione relativa alla cosiddetta Carta delle autonomie.
Chiarisce inoltre che il tavolo tecnico di cui ha fatto cenno è aperto anche a contributi esterni al Governo per quanto riguarda l'idea politica. Infine assicura al deputato Calderisi che le questioni da lui segnalate sono ben presenti al Governo, insieme a molte altre, e che si sta lavorando per trovare soluzioni idonee.

Mario TASSONE (UdCpTP) ricorda che, quando ha adottato il decreto legge n. 201 del 2011, che contiene una disciplina in materia di province tale da modificare radicalmente la natura e la funzione dell'ente provincia, il Governo non ha proceduto d'intesa con il Parlamento, ma ha anzi adottato una linea che non teneva in alcun modo conto di quanto era nel frattempo emerso su questo tema in Parlamento. Chiede quindi se il Governo abbia cambiato orientamento. Sottolinea inoltre che è necessario su questo tema un raccordo tra Camera e Senato per evitare che i due rami del Parlamento lavorino a innovazioni normative di indirizzo contrastante.

Maria Piera PASTORE (LNP) afferma che il chiarimento da ultimo reso dal Governo ha accresciuto, a suo parere, la confusione su questo tema. Fa presente che il Governo che ha detto di voler collaborare con il Parlamento e di tenere presente il lavoro da esso svolto è lo stesso che pochi mesi fa ha adottato un intervento in materia di province nel quale gli orientamenti del Parlamento su questa materia sono stati del tutto ignorati.
Quanto poi al fatto che il tavolo tecnico di cui ha fatto cenno il sottosegretario

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Ruperto sarebbe aperto anche a contributi esterni al Governo per quanto riguarda l'idea politica, fa presente che in quel tavolo non sono presenti parlamentari - forse vi sono rappresentanti dei consigli egli enti locali, ma questo è un altro discorso - e che in ogni caso la sede nella quale il Parlamento forma ed esprime le idee politiche e contribuisce alla formazione delle leggi è quella delle aule parlamentari.
Conclude esprimendo l'avviso che, in ogni caso, una riforma in materia di province debba essere necessariamente di rango costituzionale.

Donato BRUNO, presidente, preso atto di quanto emerso nella seduta odierna e della proposta avanzata, ritiene che senz'altro il comitato ristretto costituito per l'esame delle proposte di legge di revisione della disciplina costituzionale in materia di province debba essere convocato nella prossima settimana.

Attuazione dell'articolo 49 della Costituzione.
C. 244 Maurizio Turco, C. 506 Castagnetti, C. 853 Pisicchio, C. 1722 Briguglio, C. 3809 Sposetti, C. 3962 Pisicchio, C. 4194 Veltroni e C. 4956 Casini.

(Seguito dell'esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta del 7 marzo 2012.

Donato BRUNO, presidente, nessuno chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 16.30.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

Giovedì 8 marzo 2012.

L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 16.30 alle 16.40.