CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 28 febbraio 2012
613.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Difesa (IV)
COMUNICATO
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UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

Martedì 28 febbraio 2012.

L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 14 alle 14.20.

SEDE CONSULTIVA

Martedì 28 febbraio 2012. - Presidenza del presidente Edmondo CIRIELLI. - Interviene il sottosegretario di Stato per la difesa Gianluigi Magri.

La seduta comincia alle 14.20.

DL 5/2012: Disposizioni urgenti in materia di semplificazione e di sviluppo.
C. 4940 Governo.

(Parere alle Commissioni riunite I e X).
(Seguito dell'esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame del disegno di legge in titolo, rinviato nella seduta del 23 febbraio 2012.

Il sottosegretario Gianluigi MAGRI, si sofferma sulle disposizioni del provvedimento che interessano il comparto della Difesa.
In primo luogo, segnala che l'articolo 6, comma 1, lettera d) prevede la trasmissione esclusivamente in via telematica delle liste di leva alla Difesa da parte dei sindaci, secondo modalità da definire con decreto del Ministro dell'interno, da adottare di concerto con il Ministro della difesa, entro centottanta giorni dall'entrata in vigore del decreto-legge. Rileva; inoltre, che l'articolo 43, comma 1, prevede l'adozione di un decreto di natura non regolamentare, da parte del Ministero dei beni culturali e ambientali, di concerto con il Ministero dell'economia, diretto ad accelerare le procedure di verifica dell'interesse culturale degli immobili pubblici da dismettere o da valorizzare, con l'espresso

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riferimento alle disposizioni speciali che regolano le procedure di valorizzazione e di dismissioni degli immobili militari. Infine, l'articolo 46, comma 1, consente la trasformazione in associazioni o fondazioni di diritto privato di enti pubblici non economici vigilati dalla Difesa. Rispondendo al quesito posto nella precedente seduta dall'onorevole Villecco Calipari, precisa che gli enti interessati dalla disposizione sono l'Unione nazionale ufficiali in congedo d'Italia (UNUCI) - che aveva peraltro già inoltrato espressa richiesta in tal senso - e l'Opera nazionale figli degli aviatori (ONFA) - che ha preannunciato analoga richiesta - mentre allo stato non è ipotizzabile l'applicazione di tale norma per la Lega navale italiana e per l'Unione italiana tiro a segno (UITS).

Edmondo CIRIELLI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

Adesione della Repubblica italiana alla Convenzione internazionale per il controllo dei sistemi antivegetativi nocivi sulle navi, con allegati, fatta a Londra il 5 ottobre 2001, e sua esecuzione.
C. 4945 Governo.

(Parere alla III Commissione).
(Esame e conclusione - Parere favorevole).

La Commissione inizia l'esame del disegno di legge in titolo.

Giorgio HOLZMANN (PdL) ricorda che la Convenzione internazionale per il controllo dei sistemi antivegetativi nocivi applicati sulle navi AFS - Anti-Fouling System Convention - è stata adottata a Londra il 5 ottobre 2001, presso la sede dell'Organizzazione marittima internazionale (IMO).
Evidenzia, quindi, che il disegno di legge in esame, sul quale la Commissione Difesa è chiamata ad esprimere il proprio parere, reca l'adesione della Repubblica italiana alla citata Convenzione, il cui obiettivo primario è il divieto dell'utilizzo dei composti organostannici usati come sistemi antivegetativi sulle navi, con funzione di biocìdi e, in particolare, dei rivestimenti a base di tributile (TBT). Tale Convenzione - la cui entrata in vigore è stata prevista dodici mesi dopo la ratifica da parte di venticinque Stati, rappresentanti almeno il 25 per cento del tonnellaggio mondiale - è entrata in vigore lo scorso 17 settembre 2008 e che, al 30 settembre 2010, 48 Stati - di cui 20 Paesi membri dell'Unione europea - hanno depositato i relativi strumenti di ratifica.
Si sofferma, quindi, sull'unica disposizione di interesse della Commissione Difesa, contenuta nel comma 2 dell'articolo 3. In particolare, tale norma precisa che la Convenzione non si applica alle navi da guerra e ausiliarie o alle altre navi possedute o gestite da uno Stato esclusivamente per servizi governativi di carattere non commerciale. Gli Stati aderenti, tuttavia, per quanto ragionevolmente possibile, devono comunque assicurare che anche per il naviglio oggetto di esclusione, si agisca conformemente alla Convenzione stessa.
Per quanto riguarda, invece, il disegno di legge di ratifica, esso è composto da 6 articoli. Il primo contiene l'autorizzazione all'adesione alla Convenzione, mentre l'articolo 2 reca l'ordine di esecuzione. L'articolo 3 individua nel Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e nel Ministero delle infrastrutture e dei trasporti le autorità responsabili per le ispezioni e il rilascio dei certificati, che provvedono anche attraverso il Corpo delle capitanerie di porto - Guardia costiera. Le sanzioni per la violazione delle disposizioni contenute nella Convenzione sono disciplinate dall'articolo 4, mentre gli articoli 5 e 6 recano, rispettivamente, la copertura finanziaria e la clausola relativa all'entrata in vigore.
Conclusivamente, non ravvisando nel provvedimento elementi di particolare problematicità, propone di esprimere un parere favorevole, che sinteticamente illustra.

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Il sottosegretario Gianluigi MAGRI, nel manifestare l'apprezzamento da parte del Governo per l'adesione alla Convenzione, fa presente che la Marina militare italiana già non utilizza per il proprio naviglio sistemi antivegetativi a base di composti organostannici, essendo consapevole degli effetti nocivi per l'ambiente marittimo.

Giacomo CHIAPPORI (LNP), pur esprimendo apprezzamento per la Convenzione in oggetto ritiene che l'adesione alla medesima non sia in grado di sortire effetti positivi nella lotta all'inquinamento dei nostri mari se gli stessi standard non sono adottati su scala globale. Evidenzia, infatti, che essa non è stata ratificata da molti Paesi asiatici le cui navi continuano tranquillamente a navigare nelle nostre acque, pur utilizzando vernici antivegetative di scarsa qualità e di tecnologia ormai obsoleta.

Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva il parere favorevole formulato dal relatore (vedi allegato).

La seduta termina alle 14.30.

RISOLUZIONI

Martedì 28 febbraio 2012. - Presidenza del presidente Edmondo CIRIELLI. - Interviene il sottosegretario di Stato per la difesa Gianluigi Magri.

La seduta comincia alle 14.30.

7-00769 Di Stanislao: Sulle problematiche connesse ai gravi danni alla salute subìti dal personale militare in Italia e all'estero conseguenti all'esposizione all'uranio impoverito.
(Discussione e rinvio).

La Commissione inizia la discussione della risoluzione in titolo.

Augusto DI STANISLAO (IdV) osserva, in premessa, che sono oltre 2000 i militari ammalatisi per essere venuti a contatto con l'uranio impoverito in diversi contesti e più di 200 quelli deceduti negli ultimi anni. Le famiglie di tali soggetti attendono da tempo risposte concrete alle numerose problematiche rappresentate nella risoluzione in discussione. Auspica, quindi, che l'Esecutivo possa fornire con celerità elementi di informazione utili, anche in vista dell'imminente dibattito che si svolgerà sul tema in questione a livello europeo.
Evidenzia, quindi, come l'associazione nazionale italiana assistenza vittime arruolate nelle forze armate e famiglie dei caduti (Anavafaf) si sia fatta carico di portare la problematica in oggetto all'attenzione delle istituzioni competenti e abbia segnalato l'estrema difficoltà con la quale viene concessa una tutela risarcitoria al personale militare che abbia contratto gravi patologie in conseguenza dell'esposizione all'uranio impoverito.
Ribadisce, dunque, il concetto che oramai è scaduto il tempo limite per lo svolgimento dei dovuti approfondimenti e che è invece giunto il momento di prendere decisioni definitive.
Segnala, peraltro, che i risultati cui sono pervenuti numerosi studi scientifici, svolti anche a livello internazionale, non escludono che l'uranio impoverito sia causa di linfomi e che sia letale. Sul punto segnala di aver predisposto una documentazione assai interessante che preannuncia di voler mettere a disposizione dei colleghi che desidereranno acquisirla.
Nel sottolineare, dunque, l'urgenza di fornire con sollecitudine un segnale positivo a coloro che hanno sofferto per le patologie derivanti dai danni dell'uranio impoverito, invita il Governo a voler accogliere gli impegni della risoluzione. In particolare, auspica che l'Esecutivo voglia assumere ogni iniziativa di propria competenza affinché, con riferimento alle problematiche derivanti dall'esposizione all'uranio impoverito, venga colmato il vuoto normativo creatosi a seguito della mancata previsione nel codice dell'ordinamento militare di tale fattispecie nell'ambito della speciale elargizione in favore del personale militare colpito da un

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evento dannoso durante il servizio. Al riguardo, fa presente di aver depositato tre proposte di legge vertenti su tale materia che potrebbero essere oggetto di esame da parte della Commissione nel prossimo futuro.
Inoltre, invita il Governo a verificare il motivo per il quale, come accertato dal tribunale civile di Firenze, non siano state adottate le necessarie misure per tutelare la salute dei militari italiani impegnati nella missione Ibis in Somalia.
Sempre con riguardo agli impegni da assumere, chiede all'Esecutivo di fornire elementi in merito alle precauzioni messe in atto dai competenti organi della Difesa per tutelare il personale civile e militare che si trova impiegato o risiede nelle zone a rischio di contaminazione, nonché di fornire i dati relativi al numero di pareri espressi negli ultimi dieci anni dal comitato di verifica per le cause di servizio delle direzione generale della previdenza militare, riguardanti la dipendenza da causa di servizio di una determinata infermità o della morte del personale militare, specificando il numero di pareri contrari e i criteri adottati.
Infine, chiede che siano avviate con sollecitudine ricerche e indagini atte a verificare lo stato di inquinamento nelle aree in prossimità dei poligoni militari di Salto di Quirra, di Capo Frasca e di Teulada, nonché i possibili danni già arrecati all'ambiente, ai cittadini e al personale civile e militare dalle attività svolte in tali poligoni.

Antonio RUGGHIA (PD) auspica che il Governo si esprima con tempestività sull'atto in esame.

Edmondo CIRIELLI, presidente, ricorda che il Governo aveva già manifestato alla Commissione la necessità di approfondire le problematiche oggetto della risoluzione, e che pertanto non sarebbe stato in grado di esprimere compiutamente le proprie valutazioni nella seduta odierna.

Salvatore CICU (PdL) richiama le numerose occasioni in cui il gruppo del Popolo della Libertà ha mostrato grande attenzione alle tematiche connesse alla salute dei nostri militari e all'esigenza di accertare le conseguenze derivanti dall'esposizione all'uranio impoverito. In qualità di sottosegretario alla Difesa ha assunto in prima persona l'iniziativa di avviare un ampio programma di monitoraggio ambientale per il poligono di Salto di Quirra che, pur senza addivenire ad evidenze scientifiche inconfutabili, aveva comunque messo in relazione gli eventi nocivi verificatisi nella zone con la pregressa attività mineraria e non con le operazioni connesse al poligono militare.
A suo avviso si tratta di indagini che comunque non vanno mai abbandonate, come testimoniato dall'appoggio della sua parte politica all'istituzione della Commissione di inchiesta che opera presso il Senato. Si augura quindi che vi possa essere un approfondimento delle questioni legate ai fenomeni evidenziati nella risoluzione che giunga a valutazioni condivise ed inoppugnabili, anche sulla base dei contributi di conoscenza che potranno essere acquisiti con lo svolgimento di audizioni presso la Commissione.

Francesco BOSI (UdCpTP) ritiene che la tematica concernente gli effetti dell'esposizione all'uranio impoverito costituisca un argomento estremamente importante e delicato. Anche nella sua veste di sottosegretario alla Difesa negli anni scorsi ha avuto occasione di promuovere i dovuti approfondimenti che, in ogni caso, non hanno mai evidenziato un nesso di causalità scientificamente accertato con particolari tipologie di malattie registrate tra i nostri militari. Reputa estremamente positiva la volontà di acquisire in modo responsabile elementi di conoscenza che non producano strumentalizzazioni e falsi allarmismi. Non può infatti essere negato che, secondo alcune ricostruzioni supportate da dati riscontrabili, l'insorgere di talune patologie fosse legato non agli effetti dell'uranio quanto piuttosto ad una riduzione delle difese immunitarie a causa di stress operativo

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cui era sottoposto il personale inviato in missione all'estero.

Giacomo CHIAPPORI (LNP) si associa alla richiesta di continuare sul versante parlamentare a far luce su un fenomeno che proprio la Lega Nord, già dalla XIII legislatura, ha chiesto di non trascurare, pur senza strumentalizzare vicende umane dolorose. Rileva che i primi casi patologici sono stati ricollegati alle missioni nei Balcani e che non vi sono dubbi sul fatto che tali operazioni hanno anche determinato un consistente sgancio nel mar Adriatico di ordigni esplosivi di cui sarebbe opportuno conoscere gli eventuali effetti nocivi per la salute.

Marcello DE ANGELIS (PdL) richiama la sua esperienza di membro della Commissione parlamentare che, nella scorsa legislatura, era stata istituita allo scopo di indagare sulle problematiche legate all'esposizione all'uranio impoverito.
Ricorda, in particolare, che le attività di indagine svolte - che non sono arrivate a compimento a causa della fine precoce della legislatura - portarono comunque a conclusioni unanimi che non escludevano né accertavano un reale nesso di causalità, ma prendevano in esame anche altre possibili cause. Una era legata alla somministrazioni preventiva di vaccini - circostanza che spiegherebbe l'insorgenza di patologie anche su soggetti che erano stati sottoposti al trattamento in previsione di un invio in missione poi non avvenuto - mentre l'altra riguardava l'inalazione di nano-particelle causate dal calore sprigionato dall'esplosione di ordigni non contenenti uranio. Varie associazioni - in rappresentanza di coloro che sono stati colpiti da gravi malattie - si sono prodigate nell'asserire l'uno o l'altro nesso causale, senza però che nessuno possa dire di avere reali certezze scientifiche. Vero è che i Paesi che ne facevano uso hanno bandito le munizioni ad uranio impoverito e che alcuni Stati - pur senza supporti scientifici - hanno comunque riconosciuto che le infermità insorte nei loro uomini in divisa erano legate a cause di servizio.
Suggerisce pertanto di approfondire la tematica con spirito pratico e avendo il massimo riguardo alle diverse istanze che vengono avanzate dalle associazioni che si interessano alla questione.

Antonio RUGGHIA (PD) ribadisce l'importanza che il suo gruppo ascrive all'esigenza di dare adeguato riconoscimento alle posizioni dei militari colpiti da malattie gravi ma non ancora ricollegabili in modo univoco all'esposizione all'uranio impoverito. Avverte quindi la necessità di concentrare l'attenzione sulle forme e le condizioni per la concessione di indennizzi o risarcimenti, oltre ovviamente alle attività da porre in essere per l'eventuale bonifica dei poligoni. Esprime quindi un giudizio positivo sulla risoluzione, che adotta il principio di precauzione e che, soprattutto, intende accrescere le conoscenze disponibili allo stato delle indagini scientifiche svolte.

Filippo ASCIERTO (PdL) sottoscrive le valutazioni espresse dal collega De Angelis in ordine all'esigenza di verificare in concreto le più efficaci modalità di tutela dei soggetti colpiti da gravi infermità.

Il sottosegretario Gianluigi MAGRI ricorda di aver già richiesto alla Commissione di poter disporre di tempi adeguati ad un idoneo approfondimento di una tematica estremamente complessa e delicata. Non appare infatti possibile riconoscere un riscontro certo di talune affermazioni recate nell'atto di indirizzo, che non appaiono supportate da alcuna significativa evidenza scientifica o statistica. Ritiene che sia necessario invece fornire risposte il più possibile precise e oggettivamente verificabili. Desidera tuttavia rimarcare ancora una volta che l'Italia non fa uso, né lo ha mai fatto in passato, di proiettili ad uranio impoverito.

Augusto DI STANISLAO (IdV) ribadisce che la parte dispositiva della risoluzione presentata è principalmente orientata a consentire ogni utile approfondimento

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delle conoscenze disponibili sulla tematica in oggetto.

Edmondo CIRIELLI, presidente, desidera dare atto al precedente Governo di aver già preso le prime concrete e significative, seppur parziali, iniziative volte a dare una prima soluzione alle problematiche connesse al trattamento dei militari affetti da gravi patologie connesse al loro impegno in servizio.
Nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito della discussione ad altra seduta.

La seduta termina alle 15.05.