CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 22 febbraio 2012
610.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari sociali (XII)
COMUNICATO
Pag. 20

SEDE REFERENTE

Mercoledì 22 febbraio 2012. - Presidenza del presidente Giuseppe PALUMBO, indi del vicepresidente Carlo CICCIOLI.

La seduta comincia alle 9.15.

Principi fondamentali in materia di governo delle attività cliniche per una maggiore efficienza e funzionalità del Servizio sanitario nazionale.
Ulteriore nuovo testo unificato C. 278-799-977-ter-1552-1942-2146-2355-2529-2693-2909/A.
(Seguito dell'esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta del 16 febbraio 2012.

Giuseppe PALUMBO, presidente, avverte che è stato presentato il nuovo articolo aggiuntivo 8.050 da parte del relatore (allegato 1), al quale potranno essere presentati subemendamenti entro il termine che verrà stabilito nel prosieguo della seduta.

Domenico DI VIRGILIO (PdL), relatore, illustra il proprio articolo aggiuntivo 8.050, volto ad introdurre, dopo l'articolo 8 del testo unificato, due ulteriori articoli, concernenti rispettivamente l'attività libero-professionale dei dirigenti medici e del ruolo sanitario del Servizio sanitario nazionale e la libera professione degli operatori delle professioni sanitarie non mediche di cui alla legge 10 agosto 2000, n. 251. Fa presente che la presentazione dell'articolo aggiuntivo in oggetto è strettamente collegata alla disposizione di cui all'articolo 10, comma 3, del decreto-legge n. 216 del 2011, recante proroga di termini previsti da disposizioni legislative, in corso di conversione, che fissa al 30 giugno 2012 la data per la cessazione dell'esercizio della cosiddetta intramoenia allargata. Data questa disposizione, pertanto, ritiene necessario procedere tempestivamente alla predisposizione di una normativa tesa a disciplinare l'attività libero-professionale dei dirigenti medici e sanitari.

Pag. 21

Annuncia altresì il ritiro del suo articolo aggiuntivo 8.04, concernente l'assicurazione obbligatoria del professionista, che era stato riformulato e, quindi, accantonato nella seduta del 16 febbraio 2011, in quanto riguarda una materia che è oggetto di un progetto di legge attualmente all'esame del Senato.

Antonio PALAGIANO (IdV) annuncia il ritiro del suo articolo aggiuntivo 8.07, riguardando anch'esso, analogamente all'articolo aggiuntivo 8.04 del relatore, il tema dell'assicurazione del personale medico.

Anna Margherita MIOTTO (PD) contesta radicalmente la presentazione del nuovo articolo aggiuntivo da parte del relatore, facendo presente che, a questo punto, si apre una questione politica seria. Ritiene, infatti, che non si possa modificare il testo in corso d'opera, attraverso veri e propri «colpi di mano». Ricorda che il nuovo testo del provvedimento sul governo clinico è stato sottoposto alle regioni le quali hanno espresso il proprio assenso, per cui non è possibile, nel momento in cui l'esame in Commissione sta per concludersi, introdurre delle disposizioni che riproducono contenuti presenti nel vecchio testo, rispetto al quale il gruppo del Partito democratico era assolutamente contrario. Ribadisce, dunque, a nome del gruppo che rappresenta in Commissione, la netta contrarietà all'articolo aggiuntivo 8.050 del relatore.

Lucio BARANI (PdL) non comprende le argomentazioni addotte dall'onorevole Miotto. Rileva come sia veramente poco realistico pensare che, nell'arco di poco più di quattro mesi - sulla base di quanto prevede il comma 3 dell'articolo 10 del decreto-legge recante proroga di termini - il programma di realizzazione delle strutture sanitarie venga effettivamente completato da parte delle regioni. Si rende necessario, pertanto, procedere con la massima celerità all'approvazione di una normativa che consenta ai medici l'esercizio dell'attività libero-professionale, in una fase in cui l'attenzione di tutti i mezzi di informazione è concentrata su episodi di malasanità.
A questo proposito, fa presente che in materia di attività libero-professionale dei dirigenti medici e sanitari è stata presentata da deputati del suo gruppo alla Camera una proposta di legge, ampiamente condivisa, che verrà assegnata alla Commissione nei prossimi giorni.

Laura MOLTENI (LNP) dichiara di essere assolutamente contraria alla presentazione del nuovo articolo aggiuntivo da parte del relatore, per ragioni attinenti sia al metodo che al merito. Fa presente che il testo unificato in materia di governo clinico, sul quale era stato acquisito il consenso delle regioni, è stato già notevolmente modificato a seguito dell'approvazione di numerosi emendamenti. Qualora dovessero essere approvati i nuovi articoli proposti dall'articolo aggiuntivo del relatore, il provvedimento risulterebbe letteralmente stravolto, in quanto sarebbero reintrodotte materie inizialmente previste e poi espunte dal testo. Ciò significherebbe venire meno all'accordo fatto con le regioni, con tutte le conseguenze che questo comporta, date le competenze che il titolo V della Costituzione attribuisce alle regioni in materia di sanità. A tal proposito, fa presente che, quando le leggi sono veramente condivise, si riduce il rischio di impugnazione da parte delle regioni.
Rileva, inoltre, che la situazione relativa alla gestione della sanità cambia radicalmente da una regione all'altra: vi sono regioni, come la Lombardia, in cui i bilanci sono in pareggio e viene profusa una sanità di ottimo livello. Vi sono altre regioni, invece, in cui le cose vanno diversamente, per cui sarebbe necessario compiere delle verifiche, ad esempio in merito al fatto che, in alcuni casi, i fondi per l'edilizia sanitaria, che dovrebbero essere impiegati anche per l'intramoenia, rimangono inutilizzati. Un altro problema, in ordine al quale sarebbe necessario compiere degli accertamenti, riguarda le liste

Pag. 22

d'attesa, che in molti casi sono lunghissime, costringendo i cittadini a rivolgersi alle strutture private.

Carla CASTELLANI (PdL) ritiene che il vero «colpo di mano» sia stato compiuto attraverso l'anticipazione al 30 giugno 2012 del termine entro il quale deve essere completata, da parte delle regioni, la realizzazione di strutture sanitarie per l'attività libero-professionale intramuraria, termine che nella versione originaria del decreto-legge era stato fissato al 31 dicembre 2014. Poiché in molte regioni non sono state completate le strutture sanitarie necessarie per l'esercizio dell'attività intramuraria, si pone il problema di colmare un vuoto oggettivamente esistente da qui alla fine di giugno. Date queste premesse, invita i colleghi ad abbandonare posizioni ideologiche e ad esaminare in maniera oggettiva le disposizioni che si vorrebbe introdurre nel testo con l'articolo aggiuntivo del relatore, perseguendo l'obiettivo di adottare la migliore normativa possibile, nell'interessa dei cittadini.

Carmine Santo PATARINO (FLpTP) rileva che, dal tenore degli interventi svolti fino ad ora, si evince come questi siano incentrati non sul merito del nuovo articolo aggiuntivo del relatore bensì sulla stessa opportunità della sua presentazione. A suo avviso, non si stanno bypassando le regioni, dal momento che le competenze regionali sono richiamate fin dal comma 1 dell'articolo 8-bis. Fa notare come le materie trattate negli articoli che si vorrebbe inserire nel testo mediante l'articolo aggiuntivo 8.050 siano assolutamente pertinenti al provvedimento concernente il governo delle attività cliniche.

Francesco STAGNO d'ALCONTRES (Misto-G.Sud-PPA) ritiene che, in generale, quando si parla di sanità sia necessario abbandonare posizioni ideologiche. A suo avviso, se ci sono falle evidenti, è chiaro che l'applicazione della riforma sanitaria fino ad oggi non ha funzionato come avrebbe dovuto. La sempre minore disponibilità di risorse ha portato ad una caduta verso il basso delle prestazioni del sistema sanitario pubblico, che in teoria dovrebbe garantire prestazioni analoghe a quelle delle strutture private.
Rileva, inoltre, che, se dai dati pare che il 98 per cento dei medici abbia optato per l'intramoenia, occorre però verificare in quali condizioni i medici si trovano a svolgere la propria attività. A suo avviso, dunque, occorre mettere da parte l'ideologia e pensare ad assicurare la tutela di medici e pazienti. A questo proposito, fa notare che oggi molti medici si recano in ospedale con il timore di essere denunciati dai pazienti, considerando che la cosiddetta medicina difensiva sta prendendo il sopravvento.

Delia MURER (PD) si richiama alle considerazioni fatte dall'onorevole Miotto, ribadendo che, a suo avviso, è stato fatto un grave errore di metodo, in quanto sarebbe stato opportuno informare i capigruppo, prima della seduta della Commissione, dell'intenzione del relatore di inserire nel provvedimento sul governo clinico due ulteriori articoli. Sottolinea come in altri casi sia stato seguito un metodo diverso, volto a cercare una convergenza, mentre in questo caso è stata scelta la via del «colpo di mano», contravvenendo, peraltro, all'accordo fatto con le regioni nel momento in cui queste ultime avevano espresso il proprio consenso verso il testo loro presentato.
Inoltre, dichiara di non condividere le osservazioni fatte da alcuni colleghi circa lo stato di arretramento delle strutture sanitarie in molte regioni. A questo proposito, richiama i dati contenuti nell'ultima Relazione dell'Osservatorio nazionale per l'attività libero-professionale sullo stato di attuazione dell'esercizio dell'attività libero-professionale intramuraria, da cui emerge che la sola regione Campania si trova in uno stato di totale arretramento.

Domenico DI VIRGILIO (PdL), relatore, replica alle critiche rivolte al nuovo articolo aggiuntivo da lui presentato, ribadendo che l'unica ragione che lo ha indotto

Pag. 23

alla presentazione dell'articolo aggiuntivo 8.050 al provvedimento sul governo clinico è la presenza della disposizione che prevede la conclusione dell'intramoenia allargata entro il 30 giugno 2012, contenuta nel decreto-legge recante proroga di termini, che sta per essere convertito in legge. Per quanto riguarda le argomentazioni addotte circa una presunta esclusione delle regioni dalle modifiche che verrebbero introdotte al testo, specifica che alle regioni sarà nuovamente sottoposto il testo del provvedimento, come eventualmente modificato.

Giuseppe PALUMBO, presidente, propone di fissare alle ore 12 di martedì 28 febbraio 2012 il termine per la presentazione di subemendamenti all'articolo aggiuntivo 8.050 del relatore.

Anna Margherita MIOTTO (PD) non condivide affatto il termine proposto dal presidente, ritenendo opportuno che sia fissato un termine di almeno due settimane.

Giuseppe PALUMBO, presidente, apprezzate le circostanze, rinvia la decisione sul termine per la presentazione di subemendamenti all'articolo aggiuntivo 8.050 del relatore alle determinazioni dell'Ufficio di presidenza integrato dai rappresentanti dei gruppi, che si riunirà al termine della seduta. Rinvia, infine, il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 10.15.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 10.15 alle 10.25.

DELIBERAZIONE DI INDAGINE CONOSCITIVA

Mercoledì 22 febbraio 2012. - Presidenza del presidente Giuseppe PALUMBO.

La seduta comincia alle 10.25.

Indagine conoscitiva relativa agli aspetti sociali e sanitari della dipendenza dal gioco d'azzardo.
(Deliberazione).

Giuseppe PALUMBO, presidente, Sulla base di quanto convenuto in seno all'ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, nella riunione del 15 febbraio scorso, ed essendo stata acquisita l'intesa del Presidente della Camera dei deputati, ai sensi dell'articolo 144, comma 1, del regolamento, propongo di deliberare lo svolgimento di un'indagine conoscitiva secondo il seguente programma:

Programma di una indagine conoscitiva relativa agli aspetti sociali e sanitari della dipendenza dal gioco d'azzardo.

Quadro di riferimento.

La presente indagine conoscitiva si pone l'obiettivo di analizzare il fenomeno della dipendenza da gioco d'azzardo, che coinvolge purtroppo un numero sempre crescente di popolazione. L'indagine parte dalla considerazione che dal 2002, cioè da quando il gioco d'azzardo in Italia è gestito legalmente da AAMS (Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato), molti aspetti del contesto sociale ed economico sono mutati: a fronte di uno spaventoso ed esponenziale incremento delle offerte di gioco in ogni luogo e con ogni modalità (da una a tre estrazioni del lotto, nuovi giochi come il Superenalotto, il Gratta e vinci, Win for life, o il 10 e lotto) e al corrispondente aumento dei soldi spesi dagli italiani per giocare (nel 2002 erano 17,32 miliardi di euro e nel 2010 sono diventati 61 miliardi di euro), la crisi economica mondiale ha portato in Italia maggiore insicurezza e difficoltà economiche a carico delle famiglie, che sempre più faticosamente arrivano alla fine del mese, e dei giovani che faticano a trovare lavoro o, se lo trovano, è nella maggior parte dei casi precario e sottopagato. Il fenomeno del gioco d'azzardo legale in Italia sta assumendo, dunque, dimensioni amplissime, che investono ogni sfera della vita delle famiglie.

Pag. 24

Dal 2003 al 2009 in Italia sono stati spesi 309 miliardi di euro per il gioco lecito: nel solo 2010 sono stati bruciati in «azzardo di Stato» ben 61,4 miliardi di euro dalle famiglie, a fronte di una contrazione dei consumi in tutti gli altri settori, in un periodo difficile di crisi economica e disoccupazione; per quanto riguarda il 2011, si parla di oltre 50 miliardi e mezzo di euro.
Come evidenziato dalla Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno della mafia e sulle altre associazioni criminose, anche straniere, il fenomeno della ludopatia, della dipendenza da gioco rappresenta un costo sociale molto elevato che conduce all'impoverimento delle famiglie costrette da una vera e propria malattia a mettere in discussione la propria sopravvivenza economica. Come si legge, infatti, nel resoconto della seduta della Commissione del 12 luglio 2011, in cui è stata esaminata le proposta di Relazione sul fenomeno delle infiltrazioni mafiose nel gioco lecito ed illecito, «il fenomeno è estremamente grave, anche in considerazione del dato che la ludopatia non è inserita nell'elenco delle malattie riconosciute dal Servizio sanitario nazionale che, quindi, non prevede neanche una terapia idonea per la cura. È un dato oggettivo poi che il momento di crisi del paese e i tagli alla sanità abbiano visto cadere per primi sotto i colpi della scure proprio i servizi sanitari che in alcuni territori del Paese erano stati aperti per curare le ludopatie.» A questo proposito, si stima che in Italia i malati da gioco compulsivo abbiano superato il milione di unità.
Nel nostro Paese il gioco d'azzardo colpisce una fascia di popolazione che va dai 15 agli 80 anni, ma preoccupa soprattutto perché incide particolarmente sulle fasce di età giovanile, che sono più esposte al mezzo telematico. I giovani, pur avviandosi in modo fortuito al gioco, diventano poi giocatori sistematici anche a causa della pubblicità che mostra il giocatore come un vincente, lasciando intendere che nel gioco si trovi la soluzione ai problemi economici dei giovani e delle famiglie.
Il gioco d'azzardo, inoltre, comporta risvolti patologici in quanto crea dipendenza in una fascia non esigua di giocatori, rappresentando un problema sociale perché di fatto costituisce una vera e propria «tassa sui poveri» che si illudono di far quadrare i propri bilanci tramite scorciatoie. Se altri Paesi si fanno carico dei costi sociali di questa malattia, nel nostro Paese purtroppo alla crescita del fenomeno si somma una disattenzione proprio nei confronti dei costi sociali.
Dalla suddetta Relazione della Commissione emerge, infatti, che il fenomeno delle scommesse, delle lotterie e dei giochi in generale è in grande espansione e si sta trasformando in una vera e propria aggressione ai beni e ai patrimoni delle famiglie, senza contare che spesso i videogiochi, le cosiddette «macchinette - che in Italia son ben 400.000, ossia il 15 per cento in più degli altri Paesi che conoscono questo fenomeno e che arrivano ad un parco macchine di 15.000-20.000 - non solo non sono collegate alla rete di controllo e sfuggono a qualsiasi forma di tassazione, ma molto spesso sono gestite dalla criminalità, che impone il controllo del territorio attraverso i gestori, traducendosi spesso in un disastro per i giovani, per gli anziani, per le famiglie.
Inoltre, accanto al gioco lecito, vi è tutto il settore del gioco illecito, che sfugge totalmente ai controlli, che, dalle stime della Guardia di finanza, è stimato a tre volte l'ammontare della raccolta lecita.
In Italia sono circa 30 milioni gli scommettitori nelle varie categorie di giochi. Si tratta, come ben si può notare, di un fenomeno molto diffuso, che coinvolge fino al 70-80 per cento della popolazione adulta. Questo fenomeno, come già rilevato, può assumere un carattere «compulsivo» e distruttivo, con la conseguente rovina di molte persone.
La vastità del fenomeno e il bisogno sentito da queste persone di rivolgersi a servizi psichiatrici e sociali per chiedere aiuto, hanno portato alla nascita, soprattutto nelle aree di lingua inglese, di organizzazioni

Pag. 25

con finalità riabilitative simili a quelle degli Alcolisti Anonimi (Gamblers Anonymous).
Da parte loro, le discipline psichiatriche hanno iniziato ad interessarsi al fenomeno e si sono impegnate nell'indagare la natura della perdita del controllo e delle compulsività distruttive di molti giocatori.
Una malattia da cui forse non si guarisce mai completamente, la definiscono gli ex giocatori, una vera e propria patologia, che però ancor oggi stenta ad essere riconosciuta dallo Stato come tale: infatti, non è inclusa nei Livelli Essenziali di Assistenza e, di conseguenza, non vi è alcuna garanzia per i giocatori compulsivi di poter accedere a strutture sanitarie pubbliche e di essere presi incarico per la cura.
Ciononostante, sono molteplici i percorsi di recupero portati avanti sperimentalmente dalle singole regioni e da numerose realtà che operano privatamente nel settore sociale (associazioni, cooperative, centri di accoglienza) anche se ciò crea una situazione molto frammentata e priva di un modello uniforme su tutto il territorio nazionale.

Obiettivi dell'indagine conoscitiva.

La richiesta di una indagine conoscitiva si pone, quindi, nell'ottica di:
studiare il fenomeno sotto gli aspetti di competenza della XII Commissione, al fine di avere un quadro chiaro e quanto più possibile esaustivo della problematica;
acquisire dati obiettivi ed aggiornati per poter fornire al legislatore elementi informativi utili ai fini della predisposizione di iniziative legislative volte ad introdurre una normativa adeguata in materia;
individuare l'incidenza del gioco sulle varie fasce della popolazione, con riferimento agli aspetti sociali e sanitari del fenomeno;
individuare gli elementi della patologia della dipendenza da gioco e le sue possibili cure, anche al fine di indirizzare il Governo a valutare la possibilità di inserire nei LEA tale patologia.

Programma dell'indagine.

L'acquisizione degli elementi necessari allo svolgimento dell'indagine si dovrebbe effettuare sia attraverso una serie di audizioni dei soggetti interessati alle tematiche sopra esposte sia tramite lo svolgimento di missioni, con particolare riferimento alle questioni che la Commissione riterrà di maggiore interesse, anche alla luce degli elementi informativi che saranno acquisiti nel corso dell'indagine stessa.
Per quanto riguarda le audizioni, la Commissione ritiene opportuno audire i seguenti soggetti:
Ministro della salute;
Ministro del lavoro e delle politiche sociali;
Ministro della giustizia;
Assessori regionali della salute e delle politiche sociali;
Gruppo Abele;
Associazione Libera;
Caritas;
CNCA - Coordinamento Nazionale Comunità d'Accoglienza;
Associazione Papa Giovanni XXIII;
Codacons;
And (Azzardo e nuove dipendenze);
Giocatori anonimi;
ALEA (Associazione per lo studio dei giochi d'azzardo e dei comportamenti a rischio);
CONAGGA (Coordinamento Nazionale Gruppi per Giocatori d'azzardo);
Federserd - Federazione Italiana Operatori Servizi Dipendenze;
SIIPAC (Società italiana per l'intervento sulle patologie compulsive);

Pag. 26

AUPI (Associazione unitaria psicologi italiani);
AIPCP (Associazione italiana per la psicologia clinica e la psicoterapia);
Ordine nazionale degli psicologi;
Fabbricanti e distributori di macchinette;
Docenti universitari, ricercatori ed esperti della materia, anche nell'ambito della pubblica amministrazione.

Durata dell'indagine.
L'indagine conoscitiva dovrebbe concludersi entro il 31 luglio 2012.

La seduta termina alle 10.35.