CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 9 febbraio 2012
605.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Ambiente, territorio e lavori pubblici (VIII)
COMUNICATO

TESTO AGGIORNATO AL 14 FEBBRAIO 2012

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SEDE CONSULTIVA

Giovedì 9 febbraio 2012. - Presidenza del vicepresidente Salvatore MARGIOTTA.

La seduta comincia alle 13.35.

Ratifica ed esecuzione del Trattato relativo all'adesione della Repubblica di Croazia all'Unione europea.
C. 4935 Governo.

(Parere alla III Commissione).
(Esame e conclusione - Parere favorevole).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento in titolo.

Aldo DI BIAGIO (FLpTP), relatore, fa presente che la Commissione è chiamata ad esprimere il parere alla III Commissione (Affari esteri) sul disegno di legge C. 4935, recante la ratifica del Trattato relativo all'adesione della Repubblica di Croazia all'Unione europea.
Ritiene doveroso esprimere anzitutto, anche come cittadino italo-croato e come presidente dell'associazione interparlamentare di amicizia tra i due Paesi, la sua

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personale soddisfazione per il conseguimento dell'obiettivo dell'ingresso della Croazia nell'Unione europea.
Si tratta, a suo avviso di un punto di approdo storicamente e politicamente rilevante che apre la strada ad un rinnovamento del percorso di costruzione del sistema Europa.
Rileva infatti che il Trattato di adesione della Croazia rappresenta l'atto conclusivo del processo di progressiva integrazione del Paese nell'Unione europea, avviato nel giugno 2004, dopo che la prospettiva europea dell'intera regione dei Balcani occidentali era stata riconosciuta nel 2000 dal Consiglio europeo di Feira e confermata nel 2003 a Salonicco.
Ritiene che non si pecchi di orgoglio nel sottolineare che l'Italia può considerare la conclusione di tale Trattato come un successo della sua politica estera, il quale ha coronato gli sforzi del Governo e del Parlamento che hanno in ogni sede sostenuto l'urgenza di procedere in tale direzione non solo per la Croazia, ma per tutti gli Stati dell'area.
Richiama, infine, l'attenzione della Commissione sul significato politico dell'adesione della Croazia all'Unione europea, formalmente attesa per il 1o luglio 2013, che costituisce un ulteriore tassello del processo di riunificazione del continente sotto i valori della pace, della democrazia, della stabilità e dello sviluppo economico.
Sotto questo profilo, inoltre, l'adesione della Croazia in questo determinato momento storico sembra quasi collocarsi in controtendenza rispetto all'attuale dinamica dei rapporti nell'Unione europea.
Malgrado le criticità che condizionano attualmente il confronto tra i membri dell'Unione Europea, l'adesione di Zagabria conferma l'attrattiva che ancora esercita il progetto Europa, rafforzando di fatto il ruolo e le potenzialità che questa può avere nel suo immediato futuro, contribuendo a porre le basi per una ripresa dello spirito europeo e un esito positivo del negoziato per l'adesione all'Unione europea anche degli altri Paesi balcanici, in particolare della Serbia.
Quanto al merito del provvedimento in esame, pur riconoscendo che esso non tocca direttamente le competenze della VIII Commissione, ritiene opportuno dare sommariamente conto del suo contenuto, dato il rilievo politico del provvedimento stesso.
In tal senso, rileva che l'Accordo si compone del Trattato di adesione vero e proprio, dell'Atto di adesione, con relativi allegati e protocolli, e dell'Atto finale, con le dichiarazioni e lo scambio di lettere tra l'Unione europea e la Repubblica di Croazia.
Ricorda, inoltre, che gli strumenti di ratifica dovranno essere depositati entro il 30 giugno 2013, presso il Governo della Repubblica italiana, tradizionalmente depositario dei trattati comunitari.
Osserva, quindi, che le condizioni di adesione della Repubblica di Croazia sono disciplinate dall'Atto di adesione, nella cui prima parte figurano i principi generali, mentre nella seconda parte sono indicati gli adattamenti dei trattati europei resisi necessari. La parte terza concerne, invece, le disposizioni modificative che incidono sulle politiche comunitarie, mentre la parte quarta è dedicata alle disposizioni temporanee e transitorie applicabili alla Croazia nei diversi settori. Infine, la parte quinta dell'Atto di adesione reca le disposizioni applicative e finali. L'Atto di adesione è, infine, corredato di nove allegati e di un Protocollo che costituisce l'atto più strettamente correlato alle materie di competenza della VIII Commissione, giacché definisce e disciplina il contributo croato al conseguimento degli obiettivi assunti in sede europea in materia di lotta ai cambiamenti climatici.
A tale riguardo, ritiene doveroso sottolineare gli sforzi che la Croazia ha compiuto sul versante ambientale sostenendo significativi cambiamenti sul fronte della riconversione o della chiusura di quelle strutture, soprattutto industriali, con importante impatto ambientale.
Altrettanto significativi sono i passi compiuti in materia di rinnovamento dell'edilizia abitativa, ad esempio attraverso la sostituzione di specifici materiali obsoleti

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e pericolosi, come l'eternit, a vantaggio di tecniche e materiali compatibili con la tutela ambientale.
Richiama infine l'attenzione della Commissione sul fatto che l'Italia «confina» con la Croazia attraverso il mare Adriatico e che sarà importantissimo, in questa ottica, instaurare una proficua collaborazione affinché sia tutelata la preziosità ambientale di questo mare, nella convinzione che su questo versante le attività che porrà in essere Zagabria saranno pienamente in linea con l'impegno europeo per la tutela ambientale.
Ricorda, infine, che all'Atto finale, che riepiloga i testi adottati e ribadisce l'accordo politico raggiunto, sono allegate una serie di dichiarazioni rese, alcune, da tutti gli Stati membri, ed altre da alcuni di essi o dalla sola Croazia. Lo scambio di lettere conclusivo è invece volto a disciplinare le procedure di informazione e consultazione nel periodo intercorrente tra la firma del Trattato e la sua entrata in vigore.
Dopo aver rilevato che dall'approvazione del provvedimento in titolo non derivano nuovi oneri a carico del bilancio nazionale, conclude esprimendo un sincero ringraziamento ai moltissimi colleghi che in tutti questi anni si sono adoperati per raggiungere l'odierno risultato.
Rileva che la disponibilità e l'impegno del nostro Paese a sostenere e supportare l'integrazione di Zagabria nel sistema europeo sono state apprezzate e gradite dal governo croato fin dalle primissime battute, segnale questo che l'amicizia e la vicinanza tra Roma e Zagabria sono un elemento indifferibile nella definizione del ruolo prettamente europeo di quel paese balcanico.
In virtù di questo scenario, per così dire privilegiato, e di questo impegno scrupoloso e rinnovato a fianco della Croazia, sottolinea l'importanza che ha in questo momento procedere alla ratifica del Trattato di adesione della Croazia all'Unione europea.
La ratifica da parte dell'Italia, come primo paese del Trattato di adesione, assumerebbe un significato importante e ragguardevole nel cammino di consolidamento del dialogo bilaterale, oltre a sancire la rilevanza che il nostro Paese ha assunto nel percorso di integrazione di Zagabria in Europa.
Esprime quindi la convinzione che la Croazia guardi all'Italia come ad un punto di riferimento, oltre che ad un partner irrinunciabile e privilegiato e che l'Italia abbia l'onore di supportare la Croazia in questo momento importante della sua storia. Essere dunque il primo Paese a ratificare l'adesione della Croazia all'Unione europea sarebbe dunque un segno concreto dell'impegno italiano per consolidare, anche sul piano simbolico, il proprio ruolo di protagonista e di interlocutore affidabile per tutti i Paesi della regione.
Formula, quindi, una proposta di parere favorevole sul disegno di legge in esame, chiedendo che la Commissione deliberi in merito già nella seduta odierna, anche in considerazione dell'avvenuto inserimento del provvedimento all'ordine del giorno dell'Assemblea già a partire dalla prossima settimana.

Ermete REALACCI (PD) esprime completa condivisione per il contenuto della relazione completa e approfondita svolta dal collega Di Biagio, ritenendo pienamente convincente anche il formulato auspicio che l'Italia possa essere il primo Paese a ratificare l'adesione della Croazia all'Unione europea, come segno concreto dell'impegno dell'Italia e della sua capacità di svolgere un ruolo di primo piano nei rapporti con la Croazia e con gli altri Paesi della regione.
Ribadisce, infine, quanto già opportunamente sottolineato dal relatore circa l'importanza di una sempre più stretta e stabile cooperazione con la Croazia nello svolgimento dei compiti relativi alla tutela e alla salvaguardia dello straordinario patrimonio naturalistico, ma anche economico, sociale e culturale, rappresentato dal mare Adriatico.

Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva all'unanimità la proposta di parere favorevole formulata dal relatore.

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Sull'ordine dei lavori.

Salvatore MARGIOTTA, presidente, propone di invertire l'ordine del giorno, nel senso di procedere inizialmente alla discussione delle risoluzioni e, successivamente, all'esame in sede referente, in modo da acquisire nel frattempo i pareri delle Commissioni V e XIV necessari per passare poi alla deliberazione del mandato al relatore a riferire in Assemblea sulla proposta di legge C. 4240.

La Commissione consente.

La seduta termina alle 13.45.

RISOLUZIONI

Giovedì 9 febbraio 2012. - Presidenza del vicepresidente Roberto TORTOLI. - Intervengono il viceministro del lavoro e delle politiche sociali, Michel Martone e il sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento, Giampaolo D'Andrea.

La seduta comincia alle 14.15.

7-00691 Morassut: Sulla reimmissione in possesso agli enti previdenziali pubblici degli immobili conferiti alla società di cartolarizzazione degli immobili pubblici (SCIP).
(Seguito della discussione e rinvio).

La Commissione prosegue la discussione della risoluzione in titolo, rinviata nella seduta del 18 gennaio 2012.

Il viceministro Michel MARTONE esprime un parere favorevole sull'atto di indirizzo in titolo, a condizione che esso venga riformulato nel senso di: sostituire l'impegno sub a) con il seguente: «a) affinché vengano ulteriormente tradotte in pratica le importanti iniziative volte alla ripresa del processo di alienazione diretta agli inquilini degli immobili reimmessi nel possesso degli enti previdenziali pubblici come previsto dall'articolo 27 del decreto-legge n. 201 del 2011;»; sostituire l'impegno sub b) con il seguente: «b) affinché venga valutata l'opportunità di adottare idonee iniziative, anche normative, per risolvere la delicata questione delle occupazioni sine titulo o delle assegnazioni irregolari, tenendo in adeguata considerazione le implicazioni sociali della questione»; sopprimere l'impegno sub c) in quanto la richiesta proroga degli sfratti è stata accordata con il decreto-legge n. 216 del 2011.

Roberto MORASSUT (PD), nel ringraziare il viceministro Martone per la sollecitudine dimostrata, esprime un orientamento di massima favorevole sulla proposta di riformulazione del proprio atto di indirizzo prospettata dal rappresentante del Governo. Ritiene, tuttavia, opportuno, approfondire ulteriormente i contenuti della prospettata riformulazione, anche in considerazione della rilevanza sociale della vicenda in discussione. Per tale ragione, chiede che la conclusione della discussione sulla propria risoluzione sia differita alla settimana prossima.
Ribadisce, peraltro, la sua ferma convinzione che nelle future dismissioni degli immobili in questione, anche nel caso in cui le relative operazioni fossero affidate in gestione ad organismi di diritto privato, si dovranno riconoscere agli inquilini che occupano le abitazioni tutte le garanzie e tutti i diritti ad essi spettanti, a partire dalle tutele previste dalla cosiddetta «legge Salvi» (legge n. 410 del 2001).

Carmen MOTTA (PD) esprime piena condivisione per quanto appena dichiarato dal collega Morassut, nella convinzione che il tema oggetto dell'atto di indirizzo in esame sia da considerare un tema di grande rilievo e delicatezza sotto il profilo sociale, prima ancora che sotto il profilo finanziario. Al riguardo, segnala, anzitutto che presso la Commissione parlamentare per il controllo sull'attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale, di cui lei stessa è componente, è in corso di svolgimento una indagine conoscitiva sulla questione complessiva della consistenza, gestione e dismissione del patrimonio immobiliare degli enti previdenziali pubblici e privati. Sottolinea, inoltre, che proprio i dati e gli elementi di conoscenza che stanno emergendo in tale sede rafforzano le preoccupazioni espresse dal collega Morassut e devono indurre il Governo in carica, a differenza di quanto fatto dal precedente Governo, a considerare in tutta la sua rilevanza sociale la questione posta dall'atto di indirizzo in discussione e ad operare per garantire il massimo di trasparenza e di informazione al Parlamento nello svolgimento delle procedure di dismissione degli immobili in questione.

Il viceministro Michel MARTONE si dichiara favorevole alla proposta di un breve rinvio della discussione avanzata dal presentatore dell'atto di indirizzo in titolo.

Roberto TORTOLI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia ad altra seduta il seguito della discussione.

7-00759 Alessandri: Sul mantenimento della attuale struttura del Dipartimento della Protezione civile.
7-00777 Mariani: Iniziative per la salvaguardia dell'attuale assetto della Protezione civile e per il potenziamento della sua capacità operativa.
7-00778 Dionisi: Sul mantenimento della attuale struttura e sul potenziamento operativo della Protezione civile.
(Discussione congiunta e rinvio).

La Commissione inizia la discussione delle risoluzioni in titolo.

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Roberto TORTOLI, presidente, fa presente che le risoluzioni 7-00759 Alessandri, sul mantenimento della attuale struttura del Dipartimento della Protezione civile, 7-00777, Mariani, sulle iniziative per la salvaguardia dell'attuale assetto della Protezione civile e per il potenziamento della sua capacità operativa e 7-00778, Dionisi, sul mantenimento della attuale struttura e sul potenziamento operativo della Protezione civile, vertono su materia analoga.
Pertanto, se non vi sono obiezioni, si procederà alla discussione congiunta delle stesse.

La Commissione consente.

Raffaella MARIANI (PD) osserva che i deputati del gruppo del Partito Democratico hanno presentato la risoluzione n. 7-00777 al fine di riproporre al Governo in carica la richiesta, purtroppo lasciata inevasa dal precedente Governo, di procedere ad una revisione della normativa in materia di protezione civile e, in particolare, al superamento, in primo luogo, delle pessime norme introdotte dal decreto-legge n. 225 del 2010, che hanno drasticamente indebolito l'operatività del sistema nazionale di protezione civile, oltre a «costringere» gli enti territoriali a imporre nuove tasse a carico delle popolazioni vittime di calamità naturali prima di poter accedere alle risorse del Fondo nazionale di protezione civile. In secondo luogo, ritiene improcrastinabile procedere al superamento delle norme altrettanto negative, a suo tempo introdotte dal decreto-legge n. 343 del 2001, che riconducendo sotto la Protezione civile i compiti di organizzazione dei cosiddetti «grandi eventi», hanno per molti aspetti comportato il rischio grave di uno snaturamento della Protezione civile e di una sua trasformazione in un organismo opaco e ambiguo, erogatore di ingenti risorse in deroga alle procedure ordinarie e al di fuori dell'osservanza delle leggi di settore.
Conclude, quindi, sottolineando che l'iniziativa del Partito Democratico è diretta a salvaguardare l'assetto della Protezione civile come delineato dalla legge n. 225 del 1992, a reperire risorse adeguate e certe per l'attività di protezione civile che non gravino ingiustamente sulle vittime degli eventi calamitosi, a restituire, infine, funzionalità e capacità operativa al sistema della Protezione civile, senza allentare i controlli sul suo operato e sulle spese sostenute, ma adeguandoli semplicemente nei tempi e nelle forme all'oggettiva necessità di consentire alla Protezione civile di poter intervenire con immediatezza in caso di emergenza e di calamità naturali.

Manuela LANZARIN (LNP) ricorda che i deputati del gruppo della Lega Nord hanno presentato la risoluzione n. 7-00759 ben prima delle polemiche di questi giorni, dunque non per ragioni di propaganda, ma per la forte preoccupazione originata dalle ricorrenti voci relative a intenti governativi diretti a scardinare l'attuale assetto del sistema di protezione civile, con la soppressione del Dipartimento nazionale di Protezione civile e il suo assorbimento all'interno del Ministero dell'interno.
Pur concordando, inoltre, con la giusta richiesta di trasparenza e di rigorosi controlli sull'operato della Protezione civile nelle situazioni di emergenza, rivendica il fatto che il suo attuale assetto ha dimostrato negli anni una grande capacità d'intervento a sostegno degli enti locali e delle popolazioni colpite da eventi calamitosi e che sarebbe, pertanto, inaccettabile il suo smantellamento o anche solo il suo ridimensionamento operativo.

Gabriella MONDELLO (UdCpTP) ricorda l'importanza fondamentale delle politiche di prevenzione delle calamità naturali e di gestione delle emergenze che devono continuare ad avere al centro il sistema di Protezione civile strutturato secondo i principi e le regole di cui alla legge n. 225 del 1992. Ricorda, inoltre, che proprio per riaffermare la validità dell'attuale modello e dell'attuale assetto delle strutture della Protezione civile, i deputati del gruppo dell'Unione di Centro hanno presentato la risoluzione n. 7-00778.

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Il sottosegretario Giampaolo D'ANDREA si riserva di intervenire nel corso della discussione.

Roberto TORTOLI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia ad altra seduta il seguito della discussione.

La seduta termina alle 14.35.

SEDE REFERENTE

Giovedì 9 febbraio 2012. - Presidenza del vicepresidente Salvatore MARGIOTTA. - Interviene il sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare, Tullio Fanelli.

La seduta comincia alle 14.40.

Modifiche al decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, in materia di sfalci e potature, di miscelazione di rifiuti speciali e di oli usati, nonché di misure per incrementare la raccolta differenziata.
Nuovo testo C. 4240 Lanzarin.

(Seguito dell'esame e conclusione - Nomina di un Comitato dei nove).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 25 gennaio 2012.

Roberto TORTOLI presidente, avverte che sono pervenuti i seguenti pareri sul nuovo testo della proposta di legge in questione: parere favorevole della I Commissione; parere favorevole con osservazione e con condizione, ai sensi dell'articolo 81, quarto comma della Costituzione, della V Commissione; parere favorevole della X Commissione; parere favorevole della XII Commissione; parere favorevole della XIII Commissione; parere favorevole con osservazione della XIV Commissione; parere favorevole con osservazioni della Commissione parlamentare per le questioni regionali.
In sostituzione del relatore, impossibilitato a partecipare alla seduta odierna, presenta l'emendamento 3.10 (vedi allegato) volto a recepire nel nuovo testo la condizione posta dalla V Commissione ai sensi dell'articolo 81, quarto comma, della Costituzione, riservando invece alla fase dell'esame in Assemblea la valutazione delle analoghe osservazioni recate dal parere della V Commissione e dal parere della XIV Commissione sulla compatibilità comunitaria dell'articolo 2 del nuovo testo.

Nessuno chiedendo di intervenire, la Commissione approva l'emendamento 3.10 del relatore.

La Commissione, delibera quindi di conferire al relatore, on. Bratti, il mandato a riferire in senso favorevole all'Assemblea sul nuovo testo della proposta di legge in esame. Delibera altresì di chiedere l'autorizzazione a riferire oralmente.

Roberto TORTOLI, presidente, si riserva di designare i componenti del Comitato dei nove sulla base delle indicazioni dei gruppi.

La seduta termina alle 14.50.