CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 9 febbraio 2012
605.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Difesa (IV)
COMUNICATO
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SEDE CONSULTIVA

Giovedì 9 febbraio 2012. - Presidenza del vicepresidente Francesco Saverio GAROFANI.

La seduta comincia alle 13.30.

Ratifica ed esecuzione del Trattato relativo all'adesione della Repubblica di Croazia all'Unione europea.
C. 4935 Governo.

(Parere alla III Commissione).
(Esame e conclusione - Parere favorevole).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento in titolo.

Pier Fausto RECCHIA (PD), relatore, osserva che il disegno di legge di ratifica del Trattato di adesione della Croazia all'Unione europea, pur non recando norme di specifica competenza della Commissione, riveste un particolare interesse per le prospettive geopolitiche in cui si incardina la politica di difesa nazionale ed europea. Non va dimenticato come, in un'epoca certo non remota, proprio ai nostri confini si siano svolti eventi bellici cruenti. L'adesione della Croazia, attesa per il 1o luglio 2013, rappresenta in questo contesto un traguardo storico sia per il Paese che per l'intera regione e un ulteriore passo avanti nel processo di integrazione nell'Unione europea di tutti i Paesi dei Balcani occidentali. Per di più, tale passaggio ha ricevuto un convinto ed ampio sostegno dell'opinione pubblica croata, come dimostra l'esito del referendum svoltosi nel Paese il 22 gennaio 2012.
Risulta conseguentemente ribadita la validità e l'irreversibilità del processo di allargamento dell'Unione europea, principio strenuamente difeso dall'Italia. E altrettanto valida, alla luce di ciò, appare la scelta di una nostra forte presenza - sia civile che militare - volta a sostenere il consolidamento dei valori della pace, della democrazia, della stabilità e dello sviluppo economico. Ciò è coerente con quanto previsto nell'ultimo provvedimento di proroga delle missioni internazionali dove, pur nel quadro di un ridimensionamento complessivo delle unità impiegate, l'Italia ha comunque rinforzato il proprio contingente nei Balcani. L'auspicio è dunque quello di mettere definitivamente alle spalle la crisi dell'ex Jugoslavia, che potrà dirsi esaurita soltanto con la piena l'integrazione europea dell'intera regione. Allo

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Stato, nelle more del perfezionamento del processo di ratifica, la Croazia acquisisce già da subito il ruolo di «osservatore attivo» nell'Unione europea e la Commissione europea continuerà a monitorare il rispetto degli impegni assunti nel corso del negoziato con particolare riferimento ai settori relativi al sistema giudiziario e ai diritti fondamentali.
Venendo brevemente ai contenuti dell'atto in esame, segnala che l'Accordo si compone del Trattato di adesione vero e proprio, dell'Atto di adesione, con relativi allegati e protocolli, e dell'Atto finale, con le dichiarazioni e lo scambio di lettere tra l'Unione europea e la Repubblica di Croazia. I relativi strumenti di ratifica dovranno essere depositati entro il 30 giugno 2013, presso il Governo della Repubblica italiana, tradizionalmente depositario dei trattati comunitari.
Le condizioni di adesione della Repubblica di Croazia sono disciplinate dall'Atto di adesione, nella cui prima parte figurano i principi generali, mentre nella seconda parte sono indicati gli adattamenti dei trattati europei resisi necessari. La parte terza concerne le disposizioni modificative che incidono sulle politiche comunitarie. La parte quarta è invece dedicata alle disposizioni temporanee e transitorie applicabili alla Croazia nei diversi settori.
Nel rinviare l'illustrazione dettagliata dei contenuti alla documentazione predisposta dagli uffici, pone l'accento sull'articolo 6, recante le disposizioni in materia di politica estera e di sicurezza comune (PESC) e di relazioni esterne. In esso si stabilisce, come di consueto, il carattere vincolante per la Croazia degli accordi conclusi o provvisoriamente applicati dall'Unione europea con uno o più Paesi terzi, con un'organizzazione internazionale o con un cittadino di un Paese terzo. L'adesione della Croazia a tali accordi si realizza tramite un protocollo che - per quelli che riguardano principalmente la politica estera e di sicurezza comune - viene negoziato (non dal Consiglio, come normalmente avviene ma) direttamente dall'Alto rappresentante dell'Unione per la PESC a nome degli Stati membri, sulla base di direttive del Consiglio.
Segnala anche che, a decorrere dalla data di adesione, la Commissione europea sarà integrata con un nuovo membro di cittadinanza croata e saranno assegnati alla Croazia dodici rappresentanti al Parlamento europeo fino al termine della corrente legislatura, nel 2014 (articoli 19 e 21).
L'Atto di adesione è infine corredato di nove allegati e di un protocollo che costituiscono parte integrante dell'Accordo. Tra essi merita una particolare attenzione l'allegato II, relativo alla Convenzione di Schengen. Il citato protocollo riguarda invece il contributo croato agli obiettivi di Kyoto sui cambiamenti climatici. Precisa infine che dall'Accordo non derivano nuovi oneri a carico del bilancio nazionale.
Conclusivamente, propone di esprimere un parere favorevole sul provvedimento, che costituisce un ulteriore importante tassello del processo di integrazione europea, ed auspico la più ampia convergenza su di esso.

Nessuno chiedendo di intervenire, la Commissione approva all'unanimità la proposta di parere favorevole del relatore (vedi allegato).

La seduta termina alle 13.40.