CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 11 gennaio 2012
588.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Trasporti, poste e telecomunicazioni (IX)
COMUNICATO
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RISOLUZIONI

  Mercoledì 11 gennaio 2012. – Presidenza del presidente Mario VALDUCCI. – Interviene il sottosegretario di Stato allo sviluppo economico Massimo Vari.

  La seduta comincia alle 12.

7-00697 Meta: Mancata ricezione dei canali Rai nel territorio di confine tra Veneto e Friuli-Venezia Giulia conseguente al passaggio dal sistema televisivo analogico a quello digitale.
(Seguito della discussione e rinvio).

  La Commissione prosegue la discussione della risoluzione in oggetto, rinviata nella seduta del 19 ottobre 2011.

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  Mario VALDUCCI, presidente, chiede al sottosegretario Vari di precisare quale sia la posizione del Governo rispetto all'atto di indirizzo in esame e, in particolare, se essa sia conforme a quella espressa dall'allora sottosegretario per lo sviluppo economico, Stefano Saglia, che nel corso della precedente seduta, aveva proposto alcune riformulazioni alla parte dispositiva dell'atto di indirizzo in esame.

  Il sottosegretario Massimo VARI ricorda che nella seduta del 19 ottobre 2011 l'onorevole Saglia si era soffermato, con dovizia di particolari, sul tema oggetto di questa risoluzione, sia per quanto concerne le problematiche generali riguardanti il passaggio dal sistema analogico al digitale terrestre, sia per quanto riguarda gli aspetti più specifici relativi alla dislocazione degli impianti Rai destinati agli utenti del Veneto, richiamando, tra l'altro, a dimostrazione dell'impegno del Ministero nella fase di transizione al digitale terrestre, l'avvenuta istituzione di un call center volto a fornire ogni informazione in merito al passaggio al digitale incluse le procedure di sintonizzazione dei decoder. Rammenta che l'onorevole Saglia ha precisato, tra l'altro, che la Rai ha segnalato di non avere impianti attivi dalla postazione di Piancavallo, sicchè è probabile che nella risoluzione si voglia far riferimento all'impianto di Pordenone Castaldia che diffonde il multiplex 1 con RAI 3 – TGR Friuli-Venezia Giulia per gli utenti friulani. Nel rinviare a quanto già esposto dal rappresentante del Governo nella predetta seduta, ricorda che, nella stessa occasione, l'onorevole Saglia aveva fatto riserva di approfondire taluni degli impegni richiesti al Governo.
  Ciò premesso, ritiene che i primi due impegni contenuti nella risoluzione – ossia quello di porre in essere i necessari interventi tecnici, con particolare riferimento ai ripetitori di Piancavallo al fine di potenziare il segnale Rai e così consentire ai cittadini del Veneto orientale e del basso Friuli di poter finalmente avere accesso alla visione dei programmi Rai nonché quello di utilizzare le risorse già destinate allo scopo dal precedente Governo e da quello attuale, in accoglimento dell'ordine del giorno così come ricordato in premessa – non possano essere accolti in quanto, la Rai ha segnalato di non possedere impianti attivi dalla postazione di Piancavallo e che gli utenti residenti nel Veneto orientale e, in particolare, nella provincia di Venezia, possono ricevere il Mux 1, che veicola RAI 1, RAI 2 e RAI 3 – TGR Veneto, dall'impianto di Monte Venda sul canale 5 VHF e che al tempo stesso, quelli residenti nel Veneto settentrionale possono ricevere il segnale del Mux 1 dall'impianto di Col Visentin sul canale 9 VHF (canalizzazione europea), in polarizzazione orizzontale. Sottolinea, inoltre, che a loro volta, gli utenti friulani possono ricevere il Mux 1 con RAI 3 – TGR Friuli-Venezia Giulia dall'impianto di Pordenone Castaldia mentre i cittadini veneti, che lamentano di ricevere il TG3 della Rai del Friuli e non il TGR del Veneto, potrebbero risolvere il loro problema, secondo quanto affermato dalla Rai, attraverso il corretto puntamento dell'antenna verso i citati impianti.
  Quanto alla richiesta di valutare ogni attività da porre in essere nei confronti della Rai a fronte dell'evidente mancato adempimento degli obblighi previsti dal vigente contratto di servizio propone di riformulare l'impegno come segue: «a valutare, ove le difficoltà di ricezione del segnale dovessero persistere, nonostante gli accorgimenti suggeriti dalla Rai, se si possa configurare violazione al vigente contratto di servizio».
  Quanto infine alla richiesta di assumere iniziative, anche normative, per prevedere forme di indennizzo in favore di quei cittadini che hanno sostenuto spese documentate per effettuare interventi tecnici sulle antenne in seguito al passaggio al digitale terrestre, osserva che l'impegno non può essere accolto, in quanto da ultime verifiche non risultano esserci risorse disponibili oltre a quanto già erogato dal precedente Governo alla concessionaria del servizio pubblico, nella fase del passaggio al digitale terrestre nella regione Pag. 82in questione, avvenuto già nel 2010, che ha utilizzato e destinato tali fondi per l'adeguamento delle proprie strutture.

  Rodolfo Giuliano VIOLA (PD), nel ringraziare il sottosegretario per gli approfondimenti effettuati sulla questione oggetto della risoluzione, si dichiara del tutto insoddisfatto della posizione assunta dal Governo, che ritiene del tutto prona rispetto alle richieste della concessionaria del servizio pubblico televisivo nonché superficiale in quanto essa, a fronte delle numerose lamentele provenienti dai cittadini, si affida ad una lettura acritica di quanto affermato dalla Rai. Infatti, a suo avviso, il potenziamento del segnale nell'impianto di Castaldia, che si trova assai vicino a quello di Piancavallo, eviterebbe ai cittadini l'obbligo di un diverso puntamento dell'antenna, che costituisce comunque un onere aggiuntivo per l'utenza. Nel fare presente che numerosi cittadini hanno attivato forme di protesta paventando anche il mancato pagamento del canone, che viene percepito non già come un'imposta, ma come un corrispettivo per il servizio reso, osserva che dal precedente Governo era stato preso un impegno volto a destinare parte delle risorse per il passaggio al digitale alla risoluzione dei problemi individuati nella zona di confine tra Veneto e Friuli. Chiede pertanto al Governo di effettuare un'ulteriore riflessione riguardo alla risoluzione che è ampiamente condivisa dai gruppi parlamentari, al fine di migliorare il servizio televisivo e di restituire fiducia ai cittadini.

  Marco DESIDERATI (LNP), nel ringraziare il rappresentante del Governo, esprime la condivisione del gruppo della Lega rispetto a quanto affermato dal collega Viola. Nel rilevare che anche in passato sono stati affrontati temi simili, osserva che in questo caso si tratta di una questione particolarmente rilevante perché investe un territorio esteso e in particolare coinvolge i cittadini del Veneto che da alcuni dati statistici in suo possesso non risultano essere evasori del canone di abbonamento alle radiodiffusioni. Preannuncia quindi la presentazione di una risoluzione di analogo contenuto da parte del proprio gruppo in cui si chiederà l'esenzione dal pagamento del canone di abbonamento fino al momento in cui la concessionaria non sarà in grado di risolvere i problemi tecnici che impediscono la ricezione del segnale nelle zone indicate.

  Carlo MONAI (IdV), nel dare il benvenuto al rappresentante del Governo e nel condividere le osservazioni del collega Viola, ritiene che le riformulazioni alla risoluzione non possano essere tali da scaricare sugli utenti un onere che deve essere mantenuto in capo alla concessionaria del servizio radiotelevisivo pubblico. Nel ritenere quindi che possa essere espunto dal testo della risoluzione l'impegno concernente il risarcimento economico dei cittadini che hanno operato interventi a proprie spese sulle antenne domestiche, versando il Paese in un momento in cui si chiedono grandi sacrifici, osserva tuttavia che tale rinuncia debba essere bilanciata con un'iniziativa tempestiva che dia ai cittadini un segnale forte che vada nella direzione di una soluzione del problema che non sembra avere il grado di semplicità che la Rai enuncia.

  Vincenzo GAROFALO (PdL), nell'osservare che la questione posta dalla risoluzione è sentita da tutti i gruppi parlamentari, auspicando il raggiungimento di un punto di mediazione che soddisfi tutte le posizioni, sottolinea che il rapporto tra il Governo e la concessionaria radiotelevisiva pubblica deve in ogni caso garantire ai cittadini la fruizione dei servizi da questa resi.

  Il sottosegretario Massimo VARI, nel prendere atto delle considerazioni svolte dal firmatario della risoluzione e dagli altri deputati intervenuti, si riserva di svolgere ulteriori approfondimenti.

  Mario VALDUCCI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito della discussione ad altra seduta.

  La seduta termina alle 12.25.

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SEDE CONSULTIVA

  Mercoledì 11 gennaio 2012. – Presidenza del presidente Mario VALDUCCI. – Interviene il sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti Guido Improta.

  La seduta comincia alle 12.25.

Norme per la regolazione dei rapporti tra lo Stato e la Chiesa di Gesù Cristo dei santi degli ultimi giorni, in attuazione dell'articolo 8, terzo comma, della Costituzione.
C. 4716 Governo, approvato dalla 1a Commissione permanente del Senato.
(Parere alla I Commissione).
(Esame e conclusione – Parere favorevole).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

  Silvia VELO (PD), relatore, fa presente che la Commissione è chiamata ad esprimere il proprio parere alla III Commissione Affari esteri sul disegno di legge C. 4716, approvato in sede deliberante dalla I Commissione del Senato, che regola i rapporti tra lo Stato Italiano e la Chiesa di Gesù Cristo dei santi degli ultimi giorni, sulla base dell'allegata intesa stipulata il 4 aprile 2007.
  Nel rammentare che la Chiesa di Gesù Cristo dei santi degli ultimi giorni, meglio conosciuta come Chiesa mormone, è stata fondata nel 1830 a Fayette, nello Stato di New York (USA), da Joseph Smith, ricorda che l'articolo 8, terzo comma, della Costituzione richiede espressamente che i rapporti tra lo Stato e le confessioni religiose diverse dalla cattolica siano regolati per legge, sulla base di intese con le relative rappresentanze. Sottolinea inoltre che il procedimento previsto da tale norma limita il compito del Parlamento alla semplice verifica della congruità dei contenuti dell'intesa rispetto alle specificità della confessione religiosa e che non è quindi ammissibile, nel procedimento all'esame, alcun tipo di intervento modificativo, in quanto i contenuti della legge risultano predeterminati in sede di negoziato tra il Governo e le rappresentanze della confessione religiosa.
  Passando ad una breve disamina dei contenuti del provvedimento, fra le norme di principale rilievo segnala l'articolo 2, che riconosce il diritto di professare e praticare la religione della Chiesa, di insegnarla ed osservarla in qualsiasi forma, individuale od associata, assicurando la piena libertà di riunione e di manifestazione del pensiero. Viene, altresì, contemplata la libertà dei rappresentanti della Chiesa di distribuire gratuitamente pubblicazioni, atti, stampati e libri riguardanti la religione della Chiesa. Inoltre, l'articolo in esame dispone che, nel quadro della pianificazione delle radiofrequenze, si tiene conto delle richieste, presentate dalle emittenti gestite dalla Chiesa operanti in ambito locale, relative alla disponibilità di bacini di utenza idonei a favorire l'economicità della gestione e un'adeguata pluralità di emittenti in conformità alla disciplina del settore.
  L'articolo 3 riconosce l'autonomia della Chiesa, che può liberamente organizzarsi secondo i propri ordinamenti e disciplinarsi in base al proprio statuto. L'articolo 12, in tema di istruzione, riconosce agli alunni il diritto di non avvalersi di insegnamenti religiosi; a tale fine l'ordinamento scolastico provvede a che l'insegnamento religioso non abbia luogo secondo orari e modalità che abbiano per gli studenti effetti comunque discriminanti e che non siano previste forme di insegnamento religioso diffuso nello svolgimento dei programmi di altre discipline. L'articolo 13 riconosce il diritto di istituire scuole e istituti di educazione, nonché l'equipollenza del trattamento scolastico con gli studenti delle scuole pubbliche alle scuole cui sia riconosciuta la parità. L'articolo 14 riconosce effetti civili ai matrimoni celebrati davanti a ministri di culto della Chiesa. Gli articoli da 17 a 23 disciplinano il regime degli enti religiosi avuto riguardo al riconoscimento degli enti aventi fine di religione o di culto, solo o congiunto con i fini di istruzione, assistenza e beneficenza; Pag. 84il mutamento degli enti stessi; la revoca del riconoscimento; l'iscrizione nel registro delle persone giuridiche; il regime tributario degli enti.
  In conclusione, considerato che il provvedimento non presenta profili problematici dal punto di vista delle competenze della Commissione, propone di esprimere un parere favorevole sul disegno di legge in esame.

  La Commissione approva la proposta di parere favorevole del relatore.

Legge comunitaria 2011.
C. 4623 Governo.
(Parere alla XIV Commissione).
(Seguito dell'esame di emendamenti e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame della proposta emendativa al provvedimento in oggetto, rinviato nella seduta del 14 dicembre 2011.

  Mario VALDUCCI, presidente, nel ricordare di aver illustrato, nella seduta del 14 dicembre 2011, in sostituzione del relatore, il contenuto della proposta emendativa 5.027 del Governo, formulando una proposta di parere favorevole, rammenta altresì che nella medesima seduta la Commissione, all'esito della discussione, aveva deciso di rinviare la votazione al fine di approfondire ulteriormente il contenuto del predetto articolo aggiuntivo, con particolare riguardo ad alcuni profili di criticità che erano emersi nel corso dell'esame. In proposito, sottolinea come il principale aspetto di criticità riguardasse il rapporto tra l'Autorità nazionale di vigilanza istituita dall'articolo aggiuntivo in oggetto e l'Autorità di regolazione con competenza nel settore dei trasporti, prevista dal decreto-legge cosiddetto «salva Italia». In particolare evidenzia che l'individuazione dell'ENAC quale Autorità nazionale di vigilanza per un periodo transitorio, se da un lato è giustificata dall'esigenza di rispondere alla procedura di infrazione avviata dalla Commissione europea nei confronti dell'Italia, dall'altro lato potrebbe non risultare sufficiente a sanare i rilievi mossi in sede europea dal momento che l'inserimento di tale previsione nel disegno di legge comunitaria non assicura tempi certi e tempestivi in ordine all'entrata in vigore della nuova disciplina.

  Il sottosegretario Guido IMPROTA osserva che a seguito di alcune verifiche condotte in prima persona conseguenti alle perplessità manifestate dalla Commissione sulla disciplina oggetto dell'emendamento, ritiene che l'articolo 3 possa essere riformulato prevedendo in ogni caso l'affidamento all'ENAC delle funzioni aeroportuali in via temporanea e, qualora i regolamenti di delegificazione di cui all'articolo 37 del decreto-legge n. 201 del 2011 non trovassero attuazione nei termini previsti – ossia entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del medesimo decreto-legge – attribuire tali funzioni automaticamente, senza ulteriori passaggi normativi, alla Direzione generale per gli aeroporti ed il trasporto aereo del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti.

  Carlo MONAI (IdV), sottolineando la rilevanza del tema in esame, ritiene che la sovrapposizione dei due provvedimenti legislativi possa essere risolta nel senso di individuare in prima battuta nell'ENAC l'Autorità preposta a svolgere tali funzioni, al fine, sia di rispondere ai rilievi mossi in sede europea, sia anche di dare continuità al settore.

  Giacomo TERRANOVA (Misto) non condivide la proposta del sottosegretario di far confluire le funzioni all'interno della Direzione generale per gli aeroporti ed il trasporto aereo, qualora trascorresse invano il termine di sei mesi previsto per l'emanazione dei citati regolamenti di delegificazione. Ritiene preferibile, come soluzione medio tempore, quella di affidare le funzioni all'ENAC, che è già competente nel settore, in modo da fornire certezza agli operatori in merito agli interlocutori Pag. 85istituzionali, evitando la frammentazione di competenze tra diversi organismi attualmente vigente.

  Michele Pompeo META (PD), nell'apprezzare il tentativo di mediazione del sottosegretario Improta, ritiene tuttavia necessario un ulteriore approfondimento, dal momento che si tratta di una materia complessa. Sottolineando che sarebbe utile, a tali fini, avere gli orientamenti del Governo sulle modalità di istituzione dell'Autorità dei trasporti prevista dal decreto-legge «salva Italia» e nel ribadire la necessità di essere adempienti nei confronti dell'Europa, sottolinea che il Governo potrebbe anche adottare un provvedimento di urgenza senza affidare al disegno di legge comunitaria, che ha tempi di approvazione incerti, la soluzione della questione. Ritiene in conclusione che il processo di istituzione della nuova Autorità dei trasporti debba essere seguito con molta attenzione e non debbano essere compiute dal Governo operazioni che hanno il rischio di opacizzare tale percorso.

  Mario VALDUCCI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 12.50.

SEDE REFERENTE

  Mercoledì 11 gennaio 2012. – Presidenza del presidente Mario VALDUCCI. – Interviene il sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti Guido Improta.

  La seduta comincia alle 12.50.

Legge quadro in materia di interporti e di piattaforme territoriali logistiche.
Testo unificato C. 3681 Velo e C. 4296 Nastri.

(Seguito dell'esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta dell'11 ottobre 2011.

  Mario VALDUCCI, presidente, dopo aver ricordato che nella seduta dell'11 ottobre 2011 la Commissione aveva concluso l'esame degli emendamenti riferiti al testo unificato a suo tempo elaborato e che successivamente tale testo, come modificato dagli emendamenti approvati, era stato trasmesso alle Commissioni competenti per il parere, segnala che tutte le Commissioni interessate hanno espresso il parere di propria competenza ad esclusione della Commissione Bilancio. In particolare, evidenzia che il presidente della Commissione Bilancio ha indirizzato alla presidenza della Commissione una nota, evidenziando alcuni profili di criticità in merito alle conseguenze di carattere finanziario derivanti dal provvedimento. Chiede, quindi, al relatore quali iniziative intenda adottare alla luce degli approfondimenti svolti dalla Commissione Bilancio.

  Daniele TOTO (FLpTP), relatore, ricorda preliminarmente che, in data 25 ottobre 2011, la Commissione Bilancio, alla luce dei profili problematici di carattere finanziario recati dal provvedimento – evidenziati sia dal relatore sia dal Governo – ha deliberato di richiedere al Governo la predisposizione della relazione tecnica. Fa presente, inoltre, che il Ministero dell'economia e delle finanze ha verificato negativamente la predetta relazione tecnica, in quanto non quantifica adeguatamente gli effetti finanziari del testo unificato e le relative coperture. In particolare, relativamente all'articolo 2, che attribuisce ulteriori compiti alla Consulta generale per l'autotrasporto e la logistica e al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, il Ministero dell'economia evidenzia dubbi circa l'effettiva sostenibilità di tali compiti nell'ambito delle risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente. Quanto all'articolo 3-bis, che disciplina il Comitato interregionale per l'intermodalità e la logistica, e che non reca la quantificazione e Pag. 86la copertura degli oneri finanziari sussistenti, in quanto di esigua entità, il Ministero dell'economia ha fatto presente che per la quantificazione di tali oneri risulta necessaria la predisposizione di un quadro aggiornato delle risorse, con relative proiezioni pluriennali. In ordine all'articolo 4-bis, che prevede l'individuazione, da parte del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, dei progetti per la realizzazione e l'implementazione degli interporti e delle piattaforme logistiche territoriali – rispetto al quale il provvedimento non quantifica i nuovi oneri né indica i mezzi di copertura ma rinvia a futuri documenti di bilancio i correlati finanziamenti – il Ministero dell'economia e delle finanze ha fatto altresì presente che tale procedura non risulta corretta perché determina una programmazione di interventi senza alcun riferimento ai finanziamenti disponibili a legislazione vigente, comportando un potenziale utilizzo di risorse per la progettazione o per l'avvio di interventi che non hanno alcuna certezza di essere avviati o portati a termine, fattispecie censurata dalla Corte dei conti. Rileva che il Ministero dell'economia e delle finanze ha altresì evidenziato come la relazione tecnica non quantifichi adeguatamente gli oneri né individui le relative modalità di copertura delle restanti disposizioni e che, per le ragioni sopra esposte, ha pertanto ritenuto di non poter verificare positivamente la relazione tecnica. Come anticipato dal presidente Valducci, la Commissione Bilancio, con lettera del proprio presidente, ha quindi sottolineato le criticità del provvedimento, al fine di permettere alla Commissione di riesaminare il testo e di adottare le determinazioni ritenute più opportune.
  Alla luce di tali rilievi, si riserva pertanto di proporre eventuali emendamenti al testo unificato al fine di superare tali criticità, anche valutando la possibilità di eliminare alcune modifiche introdotte nel corso dell'esame del testo originario.

  Il sottosegretario Guido IMPROTA, nel ribadire in primo luogo la piena condivisione del Governo in ordine alle finalità della proposta di legge, consistente nella volontà di introdurre una disciplina quadro in materia di interporti e di piattaforme territoriali logistiche, fa presente che – considerati i rilievi mossi dalla Commissione Bilancio, e la natura specifica degli stessi, il Governo ritiene necessaria una rimeditazione volta a consentire il superamento dei rilievi richiamati dal Presidente della citata Commissione. Inoltre, preso atto della nota trasmessa dal Presidente dalla Commissione Bilancio al Presidente della Commissione Trasporti, nella quale vengono evidenziate le criticità del provvedimento, sottolinea che il Governo intende offrire il massimo contributo affinché possa essere rielaborato un testo unificato che realizzi un'equilibrata sintesi tra il lavoro istruttorio già svolto e le criticità economiche emerse nel corso dell'esame della relazione tecnica di accompagno.

  Silvia VELO (PD), nel ricordare che la Commissione ha effettuato un lavoro molto intenso sul provvedimento in esame, in relazione alla proposta del relatore, chiede che venga effettuata un'attenta ricognizione delle modifiche introdotte nel testo, salvaguardando quelle ampiamente condivise che non rientrano nelle fattispecie individuate dal Governo. Esprime quindi la propria perplessità rispetto ad alcune osservazioni formulate dal Ministero dell'economia e delle finanze, come ad esempio quella relativa all'articolo 2, in quanto attraverso tale articolo vengono attribuiti al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti meri compiti di programmazione che appare difficile non possano essere da questo svolti con le risorse umane e materiali ad esso assegnate dalla legislazione vigente. In ultimo, osserva che il rilievo mosso rispetto all'utilizzo di risorse per la progettazione o per l'avvio di interventi che non hanno certezza di essere realizzati, pur essendo corretto dal punto di vista formale inibisce l'effettuazione di progetti preliminari che sono tuttavia indispensabili per il reperimento delle risorse necessarie da parte degli investitori.

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  Daniele TOTO (FLpTP), relatore, nel ricordare alla collega Velo che il testo unificato risulta profondamente modificato rispetto al testo originario da lei presentato, per lo più a causa di richieste di modifica effettuate dal precedente Governo, ritiene utile che venga effettuata una ulteriore riflessione sul testo al fine di superare le criticità emerse.

  Vincenzo GAROFALO (PdL), nel ritenere condivibile la proposta del relatore, chiede al rappresentante del Governo se è possibile conoscere l'entità di alcune risorse destinate agli interporti, a seguito di convenzioni stipulate nell'anno 2002.

  Il sottosegretario Guido IMPROTA, nel ribadire quanto già affermato nell'intervento precedente, sottolinea che il Ministero sta effettuando una ricognizione delle risorse destinate agli interporti e anticipa all'onorevole Garofalo che l'interporto di Catania sarà oggetto della prossima riunione del CIPE. Nel riconfermare la piena disponibilità del Governo ad entrare nel merito del provvedimento e a collaborare per l'elaborazione di un nuovo testo che superi le criticità che si sono evidenziate, auspica che questo possa pervenire in tempi rapidi all'approvazione.

  Mario VALDUCCI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 13.

INTERROGAZIONI

  Mercoledì 11 gennaio 2012. – Presidenza del presidente Mario VALDUCCI. – Interviene il sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti Guido Improta.

  La seduta comincia alle 13.

5-05744 Garofalo: Modalità di riorganizzazione del servizio di trasporto ferroviario a media e lunga percorrenza da e per la Sicilia.

  Il sottosegretario Guido IMPROTA, nel rispondere all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 1), aggiunge che, essendo la vertenza ormai discussa a livello regionale, risulta difficile avere un quadro preciso della situazione che al momento sembrerebbe vedere ricollocati circa 350 addetti.

   Vincenzo GAROFALO (PdL), replicando, nel ringraziare il sottosegretario per la risposta, della quale si dichiara tuttavia insoddisfatto, osserva che affrontare la questione posta nell'atto di sindacato ispettivo in termini di vertenza è, a suo avviso, sbagliato e contraddittorio rispetto alle scelte di indirizzo manifestate dal Governo all'inizio del proprio mandato, tra le quali il mantenimento e l'implementazione dei posti di lavoro in luogo del ricorso agli ammortizzatori sociali. In ordine alla questione dei treni notturni, osserva che la società FS Spa aveva annunciato che tali servizi sarebbero stati razionalizzati, mentre invece si assiste a un drastico ridimensionamento dei servizi di trasporto universale, motivati da una contrazione della domanda. Sottolinea che fino a pochi anni fa il servizio di trasporto ferroviario da Roma a Milano era soggetto a una richiesta ben più esigua di quella attuale, in quanto le Ferrovie offrivano su tale tratta un servizio non adeguato ed evidenzia come tale divario sia stato recuperato investendo ingenti risorse nel servizio e permettendo quindi di farlo diventare competitivo anche rispetto alla modalità aerea. Nel sottolineare che il servizio ferroviario prestato dal sud al nord è del tutto inadeguato, il materiale rotabile è vetusto, il servizio è stato ulteriormente ridotto e per raggiungere Milano partendo da Palermo occorrono circa 17 ore, ritiene che l'azionista non possa accettare che la politica del trasporto ferroviario venga decisa da un'azienda, che è destinataria di contratto di servizio pubblico, ma che ha pubblicamente dichiarato di rispondere solo alle norme del codice civile che impongono il pareggio di bilancio. Riguardo al tavolo regionale che si è aperto in seguito alla vertenza sul contratto, Pag. 88dal quale emerge l'ipotesi di assorbimento di una parte di lavoratori, ritiene che non si possa affrontare la situazione in questi termini e che le modifiche apportate al servizio ferroviario non debbano essere penalizzanti per gli utenti né in termini economici né in termini di dilatazione dei tempi di percorrenza e auspica quindi che il Governo possa istituire un tavolo di confronto dove far valere il proprio ruolo nei confronti della società concessionaria del servizio di trasporto ferroviario.

5-05774 Laratta: Notevole riduzione dei collegamenti ferroviari da e per il Mezzogiorno, soprattutto in riferimento alle aree interne.

  Il sottosegretario Guido IMPROTA, nel rispondere all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 2), aggiunge che in data odierna si è tenuta la prima riunione del tavolo, i cui lavori dovrebbero vedere la conclusione entro il mese di febbraio.

   Francesco LARATTA (PD), replicando, nel ritenere positiva l'istituzione di un tavolo di confronto, sottolinea che il trasporto su ferro nel Mezzogiorno è di una qualità tale da creare condizioni di disparità e squilibrio dei cittadini calabresi rispetto agli altri. Nell'osservare che con l'entrata in vigore del nuovo orario ferroviario i tagli prodotti al servizio hanno di fatto cancellato la ragione sociale di Trenitalia nelle regioni del Mezzogiorno e soprattutto in Calabria, osserva che tale regione è di fatto paralizzata in quanto non ha la possibilità di garantire un trasporto efficace ai cittadini né dal punto di vista ferroviario né dal punto di vista stradale. Nel ribadire il malcontento dell'utenza ferroviaria rispetto alle decisioni assunte a seguito dell'entrata in vigore del nuovo orario ferroviario, a seguito del quale non sono per esempio presenti corse da Roma verso il sud dopo le ore 17.15, osserva che i pochi treni rimasti in servizio hanno una vita media assai elevata e offrono pertanto un servizio del tutto inadeguato, tanto che il Comune di Siderno ha proposto ai cittadini di avviare una class action contro Trenitalia, di cui ha dato notizia in questi giorni il Corriere della Calabria. Auspica, infine, che l'azione intrapresa dal Governo possa far riconsiderare la politica del trasporto ferroviario nel Mezzogiorno e che le ferrovie, che tanto hanno contribuito al riscatto delle regioni meridionali negli anni ’50 e ’60, possano continuare a offrire un servizio indispensabile per la comunità.

5-05799 Dal Moro: Obbligo per gli automobilisti di essere muniti di pneumatici invernali o di avere a bordo mezzi che consentano la marcia su neve o ghiaccio.

  Il sottosegretario Guido IMPROTA risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 3).

  Gian Pietro DAL MORO (PD), replicando, nel ringraziare il rappresentante del Governo per la risposta resa, ritiene che debba essere trovata una soluzione ad alcuni aspetti della disciplina vigente che, a suo giudizio, creano delle disomogeneità nel territorio. Osserva infatti che, laddove una strada attraversa più province, si verifica il caso che ci siano obblighi diversi a seconda dei territori attraversati. Inoltre, rileva che il fenomeno nevoso in conseguenza del quale è previsto l'obbligo di pneumatici invernali ovvero di dispositivi atti a permettere la marcia su neve e su ghiaccio è molto raro nei centri urbani e che quindi andrebbe opportunamente operata una differenza tra le zone di montagna e le altre. Nel sottolineare inoltre che la possibilità di utilizzare i pneumatici invernali anche quando lo strato di neve è molto sottile, differentemente dalle catene, induce gli automobilisti a utilizzare i primi che risultano assai più costosi e ha incentivato la creazione di un mercato parallelo, invita il sottosegretario a fare uno sforzo ulteriore di approfondimento e ad acquisire l'esperienza di questo primo periodo di applicazione della legge al fine di migliorarne le disposizioni che, come nel Pag. 89caso oggetto dell'atto di sindacato ispettivo, presentano alcune contraddizioni.

  Mario VALDUCCI, presidente, dichiara concluso lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno.

  La seduta termina alle 13.30.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 13.30 alle 13.40.

AVVERTENZA

  Il seguente punto all'ordine del giorno non è stato trattato:

INTERROGAZIONI

5-05685 Contento: Obbligo per gli automobilisti di avere catene da neve a bordo dei propri veicoli.

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