CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 13 dicembre 2011
579.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Commissioni Riunite (V e VI)
COMUNICATO
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SEDE REFERENTE

  Martedì 13 dicembre 2011. — Presidenza del Presidente della V Commissione Giancarlo GIORGETTI, indi del Presidente della VI Commissione Gianfranco CONTE. – Intervengono il Ministro del lavoro e delle politiche sociali Elsa Fornero, il Ministro per i rapporti con il Parlamento Dino Piero Giarda, i Sottosegretari di Stato per i rapporti con il Parlamento Giampaolo D'Andrea e Antonio Malaschini, i Sottosegretari di Stato per l'economia e le finanze Vieri Ceriani e Gianfranco Polillo, nonché il Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico Claudio De Vincenti.

  La seduta comincia alle 8.45.

DL 201/2011: Disposizioni urgenti per la crescita, l'equità e il consolidamento dei conti pubblici.
C. 4829 Governo.

(Seguito dell'esame e conclusione).

  Le Commissioni riunite proseguono l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta del 12 dicembre.

  Giancarlo GIORGETTI, presidente, avverte che i relatori hanno presentato l'emendamento 6.14 e che il Governo ha presentato l'emendamento 23.66 e il subemendamento 0.2.30.80. Comunica che il termine per i subemendamenti agli emendamenti 6.14 dei relatori e 23.66 del Governo è fissato alle ore 10.

  Massimiliano FEDRIGA (LNP) chiede al rappresentante del Governo quando le Commissioni potranno esaminare le proposte in tema di pensioni e di IMU.

  Massimo POLLEDRI (LNP) ricorda che il Governo avrebbe dovuto presentare tali proposte già nella serata di ieri o comunque entro l'apertura della seduta odierna.

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  Giancarlo GIORGETTI, presidente, auspica che, per la ripresa della seduta, il Governo sia in grado di presentare le proposte emendative relative alle questioni richiamate. Sospende quindi la seduta fino alle ore 10.

  La seduta, sospesa alle 8.50, riprende alle 10.25.

  Giancarlo GIORGETTI, presidente, ricorda che le Commissioni, nella seduta di ieri, hanno approvato l'emendamento Simonetti 12.28, che modifica l'articolo 12, comma 4, prevedendo che le banche siano tenute ad offrire il conto corrente di base di cui al comma 3 del medesimo articolo «senza prevedere costi di gestione». Rileva che tale nuova previsione non appare tuttavia coordinata con quelle di cui al comma 5 del medesimo articolo, lettere b), c) e d), che sembrano presupporre, al contrario, l'onerosità del conto corrente in questione. In particolare, la lettera d), prevede che alle fasce socialmente svantaggiate di clientela il conto corrente sia offerto senza spese. Pertanto, l'emendamento 12.28 risulta superfluo e potrebbe inficiare una corretta interpretazione dell'articolo. Propone, quindi, alle Commissioni di tornare sulla deliberazione assunta e di considerare non approvato l'emendamento Simonetti 12.28.

  Le Commissioni concordano.

  Giancarlo GIORGETTI, presidente, avverte che risulta necessario riconsiderare anche l'emendamento Gioacchino Alfano 40.41, volto a prorogare il termine per la realizzazione delle opere per il completamento delle iniziative agevolate finanziate a valere sugli strumenti della programmazione negoziata. A seguito di una verifica effettuata dagli uffici del Governo, tali interventi sono infatti risultati finanziati con fondi FAS che, in gran parte, non risultano più disponibili. Pertanto, per assicurare il rispetto dell'articolo 81, quarto comma, della Costituzione, occorre considerare non approvato anche l'emendamento Gioacchino Alfano 40.41 nella sua attuale stesura e verificare la possibilità di superare le criticità di natura finanziaria provvedendo ad una diversa formulazione.
  Avverte, infine, che l'articolo aggiuntivo Fugatti 6.012 approvato nella seduta di ieri, per un errore tipografico, non è stato pubblicato nella nuova formulazione ma nel testo originariamente presentato.

  Gioacchino ALFANO (PdL) dichiara la propria disponibilità a riformulare il proprio emendamento così da escludere quanto testé evidenziato dal presidente Giorgetti. Fa presente che il proprio emendamento è volto al completamento di interventi fondamentali e non gli risulta che le risorse in questione siano già state impegnate. Tuttavia, se il Governo lo ritiene necessario, è disponibile a modificare la formulazione dell'emendamento.

  Giancarlo GIORGETTI, presidente, ritiene che il deputato Gioacchino Alfano potrà approfondire ulteriormente le questioni che attengono al suo emendamento con gli uffici del Governo, avvertendo che, dopo lo svolgimento dei richiesti approfondimenti, si potrà eventualmente procedere ad una riformulazione dell'emendamento.

  Marco MARSILIO (PdL) rileva come il secondo capoverso del subemendamento del Governo 0.2.30.80 presenti, a suo avviso, profili di irricevibilità, considerato che esso interviene sull'articolo 37 che non è modificato dall'emendamento 2.30 dei relatori. Come avvenuto nella seduta di ieri per un subemendamento da lui presentato, andrebbe pertanto dichiarato inammissibile limitatamente alla parte in cui interviene su un argomento nuovo, potendo eventualmente il Governo presentare un autonomo emendamento a cui potranno essere riferiti subemendamenti da parte di tutti i deputati.

  Giancarlo GIORGETTI, presidente, fa presente al deputato Marsilio che approfondirà la questione da lui sollevata.

  Maurizio FUGATTI (LNP) chiede come s'intenda procedere con i lavori delle Commissioni, Pag. 14considerato che alle ore 15.30 è prevista l'audizione del Presidente del Consiglio dei ministri. Da parte del suo gruppo vi è la disponibilità a proseguire l'esame degli emendamenti anche dopo la predetta audizione e nella giornata di domani. Segnala, in ogni modo, come anche con un Governo composto da professori non cambi nulla in merito alla difficoltà di reperire risorse per la copertura degli emendamenti, anzi la situazione appare anche peggiore.

  Massimo POLLEDRI (LNP) condivide le argomentazioni testé svolte dal collega Marsilio sul subemendamento del Governo 0.2.30.80, ritenendo inoltre necessario specificare cosa s'intenda per «accesso alle relative infrastrutture»: occorre, in particolare, specificare se si intendano porti, caselli o altro.

  Massimiliano FEDRIGA (LNP) evidenzia l'opportunità che il Governo dia alle Commissioni tempi certi sulla presentazione delle modifiche riguardanti la materia delle pensioni. In particolare, ritiene inaccettabile che il ministro Fornero anticipi i contenuti delle modifiche che s'intendono adottare agli organi di stampa e ad altre Commissioni anziché alle Commissioni V e VI, che stanno esaminando il provvedimento. Ricorda, infatti, che questa mattina è prevista l'audizione del ministro Fornero presso la Commissione lavoro della Camera e non vorrebbe che le nuove misure fossero illustrate in tale sede anziché essere presentate presso le Commissioni competenti all'esame della manovra economica. Rileva come, di fronte a questo modo di procedere, si avverta una forte nostalgia del ministro Tremonti.

  Massimo VANNUCCI (PD) evidenzia come il Governo sia presente in questa sede nella persona del sottosegretario D'Andrea, che ringrazia. In questa fase, considerato che sono in corso ulteriori approfondimenti su alcune proposte emendative, riterrebbe opportuno che le Commissioni esaminassero nel frattempo gli emendamenti disponibili. Ritiene, infatti, inaccettabile che le Commissioni siano state convocate alle 8.30 e da allora si assista a continui rinvii.

  Giancarlo GIORGETTI, presidente, ritiene che le Commissioni potranno avviare l'esame dell'emendamento del Governo 23.66 e dei subemendamenti ad esso presentati.

  Silvana Andreina COMAROLI (LNP) chiede se, oltre all'emendamento 23.66 del Governo, sia possibile esaminare anche le altre proposte emendative relative alle province.

  Giancarlo GIORGETTI, presidente, in attesa dei relatori sospende quindi la seduta.

  La seduta, sospesa alle 10.45, riprende alle 11.10.

  Gianfranco CONTE, presidente, ricorda come il deputato Fedriga avesse stigmatizzato il fatto che il Ministro Fornero intervenisse questa mattina presso la Commissione lavoro della Camera per svolgere dichiarazioni su un tema di cui le Commissioni V e VI, riunite per esaminare il provvedimento, non conoscono le evoluzioni. Fa quindi presente che il ministro Fornero ha sospeso il proprio intervento presso la Commissione lavoro ed è ora presente alla seduta delle Commissioni riunite bilancio e finanze.
  Ritiene, tuttavia, che, in questo momento non sia possibile svolgere presso le Commissioni riunite V e VI un'audizione del Ministro Fornero, non concordata in precedenza dai gruppi, anche alla luce del fatto che, alle ore 15.30, è previsto l'intervento del Presidente del Consiglio dei ministri e che le Commissioni devono proseguire l'esame del provvedimento.

  Massimiliano FEDRIGA (LNP) fa presente che il suo intervento non era volto a sollecitare un'audizione del Ministro Fornero in questa sede, quanto piuttosto a chiedere il rispetto di un principio di correttezza istituzionale, nel senso di non Pag. 15anticipare in altre sedi ed agli organi di stampa misure che dovranno essere esaminate e votate presso le Commissioni riunite V e VI.

  Massimo VANNUCCI (PD) ritiene che le Commissioni debbano ringraziare il Ministro Fornero per la propria disponibilità e scusarsi per l'inconveniente. Ritiene quindi ineccepibile e pienamente condivisibile la decisione assunta dal presidente Conte.

  Gianfranco CONTE, presidente, con riferimento a quanto evidenziato dal collega Marsilio in merito al subemendamento 0.2.30.80 del Governo, fa presente che, a seguito degli approfondimenti svolti, il Governo ha riformulato il predetto subemendamento trasformandolo in un autonomo emendamento, che prende il numero 34.11, sul quale, alle ore 11.30 di oggi, è fissato il termine per presentare subemendamenti.
  Rileva quindi che, in attesa dei relatori che stanno esaminando i subemendamenti presentati per esprimere i pareri di competenza, la seduta riprenderà alle ore 11.45.

  La seduta, sospesa alle ore 11.15, riprende alle ore 11.45.

  Giancarlo GIORGETTI, presidente, rileva come i relatori siano ancora al lavoro per l'approfondimento delle questioni in discussione, ritenendo che, in tale situazione, sia preferibile rinviare i lavori della Commissione alle ore 13.

  Antonio BORGHESI (IdV) evidenzia come, da giovedì scorso, i componenti delle Commissioni riunite siano ininterrottamente al lavoro sul provvedimento, considerando pertanto inaccettabile la situazione attuale, nella quale il Parlamento è tagliato fuori dalla possibilità di discutere adeguatamente le complesse questioni oggetto del decreto-legge. In tale contesto ritiene che le Presidenze debbano chiedere al Presidente della Camera un ulteriore rinvio dell'inizio della discussione in Assemblea.

  Giancarlo GIORGETTI, presidente, ricorda che le Presidenze hanno già contattato il Presidente della Camera, per verificare la possibilità che i lavori delle Commissioni riunite proseguano anche nel pomeriggio, al termine dell'audizione del Presidente del Consiglio.

  Massimo POLLEDRI (LNP), con riferimento alla questione concernente l'audizione del Ministro Fornero innanzi alla Commissione lavoro, ed alle considerazioni svolte in precedenza in merito dal presidente Conte, non ritiene che le dichiarazioni svolte dai deputati del gruppo della Lega possano in alcun modo essere oggetto di rilievi, ricordando che, ai sensi delle norme regolamentari, le Commissioni parlamentari possono sempre richiedere che i ministri svolgano comunicazioni dinnanzi a loro e che gli stessi componenti del Governo chiedere di essere sentiti ogni qualvolta lo ritengano opportuno.
  In tale quadro, ribadisce come sarebbe stato doveroso ascoltare il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, il quale, da parte sua, avrebbe dovuto sentire il dovere di chiarire la posizione del Governo sulle questioni previdenziali. Per quanto riguarda l'organizzazione dei lavori, non considera possibile rinviare ulteriormente l'inizio della discussione in Assemblea, ricordando come il Governo abbia la possibilità di presentare proposte emendative lungo tutto l'arco dell’iter parlamentare.

  Massimo VANNUCCI (PD) precisa come il suo intervento fosse volto ad esprimere condivisione rispetto alla decisione assunta dal presidente Conte e a manifestare le scuse al Ministro per l'incomprensione che si era verificata, inducendola a recarsi presso le Commissioni riunite V e VI. È infatti dubbia l'opportunità che un Ministro intervenga in questa fase, quando già è stato fissato per le ore 15.30 di oggi l'intervento del Presidente del Consiglio dei ministri. Resta fermo che non vi è nessuna responsabilità del gruppo della Lega Nord Padania ed è pacifico che l'audizione del Ministro Fornero non dovesse avere luogo. Pag. 16
  Per quanto riguarda i lavori delle Commissioni riunite, ritiene opportuno che si utilizzino tutti i tempi a disposizione prima dell'avvio della discussione in Assemblea, ferma restando la necessità di lasciare il tempo necessario per la predisposizione del testo.

  Giancarlo GIORGETTI, presidente, ricorda che il gruppo della Lega Nord Padania aveva richiesto l'audizione del Presidente del Consiglio dei ministri Mario Monti e che questa è stata programmata per la giornata odierna alle ore 15.30. In questa fase dei lavori è a suo avviso più opportuno che le Commissioni svolgano l'audizione del Presidente del Consiglio anziché sentire l'avviso dei singoli ministri.

  Bruno TABACCI (Misto-ApI) ritiene ineccepibile il percorso seguito dai presidenti delle Commissioni. Per quanto riguarda l'esame del provvedimento, ha l'impressione che si stia camminando sul filo del rasoio. L'intenzione delle Commissioni era quello di fornire un contributo concreto alla definizione del testo ma sembra che a questo punto le carte si siano confuse e appare quanto mai opportuno concentrarsi sulle due questioni principali, la tassazione degli immobili e la limitazione del blocco della rivalutazione delle pensioni, senza perdersi su altri aspetti del testo, pure se perfettibile.
  Rileva come, anche sul tema delle liberalizzazioni, le misure previste devono intendersi come un primo inizio di una fase molto più ampia. Se si decide, invece, sin d'ora di bloccare tali interventi si dà l'impressione di essere un Paese in mano alle corporazioni che non è in grado di affrontare alcuna forma di liberalizzazione. Le medesime considerazioni possono essere svolte per quanto riguarda le norme sulle province. Ribadisce pertanto l'opportunità di concentrarsi sui due argomenti principali, anche perché il rischio è quello di un riflesso fortemente negativo sull'andamento dei mercati.

  Giancarlo GIORGETTI, presidente, fa presente come i rinvii che si sono succeduti siano dovuti al fatto che gli emendamenti preannunciati dai relatori e dal Governo in materia di tassazione sulle case e di pensioni non sono ancora stati presentati e tali argomenti non possono pertanto ancora essere esaminati dalle Commissioni riunite V e VI. Fa presente come il rischio sia tuttavia quello di ridurre al minimo i tempi dell'esame parlamentare.

  Maurizio FUGATTI (LNP) ricorda come le Commissioni fossero state convocate alle ore 8.30 e ora ci si trovi di fronte ad un ennesimo rinvio alle ore 13. Probabilmente si attenderà alla fine l'intervento del Presidente del Consiglio ma il suo gruppo chiede sin d'ora che siano recuperate, dopo l'audizione del Presidente Monti, le sette ore che sono state perse nella giornata odierna. Al contempo, chiede che le Commissioni possano esaminare e votare da subito gli emendamenti e i subemendamenti presentati.
  Rileva come, con elevata probabilità, il Governo porrà la questione di fiducia nel corso della discussione in Assemblea ed al Senato non saranno accettate modifiche al testo. La discussione con tempi congrui su questioni di assoluto rilievo, quale la tassazione sulla casa e le pensioni, rischia dunque di non avere luogo. Ricorda altresì che gli emendamenti in questione erano già stati preannunciati per domenica 11 dicembre alle ore 20.30 e a tal fine le Commissioni erano state convocate.

  Massimiliano FEDRIGA (LNP) chiede di procedere sin d'ora all'esame degli emendamenti e dei subemendamenti presentati.

  Giancarlo GIORGETTI, presidente, rileva come i relatori stiano ancora approfondendo gli emendamenti presentati e le ulteriori proposte emendative da depositare e non possano quindi assicurare la loro presenza in questa sede. Ritiene tuttavia che, a partire dalle ore 13, le Commissioni potranno esaminare e votare le proposte emendative presentate.

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  Massimo VANNUCCI (PD) rileva come sarebbe stato opportuno assicurare la presenza di almeno uno dei due relatori. Non comprende perché questo non sia possibile.

  Claudio D'AMICO (LNP) auspica che il ritardo nei lavori delle Commissioni non si ripercuota negativamente sui tempi di discussione in Assemblea. Ritiene infatti impensabile che su una manovra così importante ed in un momento tanto difficile per il Paese i tempi della discussione parlamentare siano compressi. Osserva inoltre che se il Governo non è in grado di predisporre nei tempi previsti le proposte emendative si andrà oltre nella discussione.

  Alberto GIORGETTI (PdL) ringrazia i presidenti per la conduzione dei lavori, sicuramente non facile. Esprime tuttavia alcune perplessità su quanto avvenuto, osservando che da alcuni giorni si discute di questioni di fondamentale importanza, sulle quali vi è un'aspettativa nel Paese. Ritiene che a tre ore di distanza dall'audizione del Presidente Monti sia essenziale accertare se gli emendamenti preannunciati saranno presentati in tempo utile. Ricorda che la prassi consolidata è quella di definire un testo presso le Commissioni, sul quale poi il Governo pone la questione di fiducia. In questa occasione, tuttavia, sembra che il Governo ed i relatori non tengano conto di tale impostazione, come dimostra il fatto che non hanno espresso impegni in tal senso. Si chiede dunque se l'esito dei lavori presso le Commissioni riunite V e VI sarà rispettato in Assemblea o avrà solo una finalità istruttoria che potrà essere modificata anche sulla base di elementi e dinamiche esterni. Auspica, invece, che venga dato un senso al lavoro svolto in questa sede e che di questo si tenga conto nella predisposizione dell'eventuale maxiemendamento sui cui il Governo presumibilmente porrà la questione di fiducia in Assemblea.
  Alla luce dei numerosi rinvii che si sono succeduti, sarebbe quindi opportuno un chiarimento da parte del rappresentante del Governo presente in questa sede, nonché dei relatori, come atto di rispetto verso i componenti la Commissione e di chiarezza nei confronti del Paese.

  Giancarlo GIORGETTI, presidente, ritiene che la questione posta sia di assoluta rilevanza e comunica che il rappresentante del Governo si è riservato di intervenire alla ripresa dei lavori delle Commissioni, prevista per le ore 13.

  La seduta, sospesa alle ore 12.10, riprende alle ore 13.05.

  Gianfranco CONTE, presidente, dà conferma che il Presidente del Consiglio sarà ascoltato in audizione dalle Commissioni una volta che siano terminate le votazioni sugli emendamenti. In attesa della presentazione, da parte del Governo, delle preannunciate proposte di modifica in materia di pensioni e di imposta municipale, ritiene utile procedere all'esame dell'emendamento 6.14 del relatore e dei connessi subemendamenti ad esso presentati. Sottolinea che le altre proposte emendative già presentate dal Governo e dai relatori incidono su profili afferenti a questioni particolarmente delicate e controverse, su cui il Governo si è impegnato ad intervenire ulteriormente in sede emendativa. Allo stato, fa presente che, secondo il programma concordato con il Presidente della Camera, i lavori delle Commissioni dovrebbero comunque concludersi entro la giornata odierna. Segnala, tuttavia, come, considerati i tempi dilatati di esame del provvedimento, ha inteso promuovere, congiuntamente al presidente Giorgetti, contatti informali con la Presidenza della Camera, affinché potesse valutarsi la possibilità di accordare una eventuale ulteriore proroga del termine di inizio della discussione generale in Aula.

  Alberto GIORGETTI (PdL), preso atto delle dichiarazioni del Presidente Conte, ritiene necessario che si valuti prioritariamente se l'eventuale rinvio dell'inizio della discussione in Aula risulti effettivamente funzionale alla elaborazione di un testo Pag. 18che possa essere migliorato con il contributo delle Commissioni, ovvero se la dilazione dei lavori rappresenti semplicemente l'esito di una inadeguata interlocuzione del Governo con il Parlamento. Paventa il rischio che l'attività delle Commissioni risulti del tutto sterile e autorizzi pertanto il Governo a presentare in Assemblea un maxiemendamento, su cui porre la fiducia, non corrispondente affatto al testo esaminato nelle Commissioni. Avanza, in conclusione, al Governo la richiesta di assumere l'impegno che il testo elaborato e votato nelle Commissioni rappresenti quello definitivo su cui si pronuncerà l'Assemblea.

  Il Sottosegretario Gianfranco POLILLO rassicura il deputato Giorgetti che il Governo intende confrontarsi in Aula sul testo che verrà elaborato nel corso dell'esame nelle Commissioni.

  Antonio BORGHESI (IdV) osserva che i tempi di lavoro nelle Commissioni si sono eccessivamente dilatati senza alcun passo avanti sotto il profilo dei contenuti; rammenta inoltre che si avvicina la scadenza del termine previsto per la conclusione dei lavori e sui temi più delicati e rilevanti non si è ancora aperto il dibattito ed il Governo non ha ancora prodotto documenti utili al superamento delle questioni in sospeso. Tale svolgimento dei lavori, sottolinea, non è sicuramente accettabile e mortifica il ruolo delle Commissioni. Avanza quindi la richiesta al Presidente di rappresentare alla Presidenza della Camera l'opportunità di differire di ventiquattr'ore l'inizio dell'esame in Assemblea del decreto-legge affinché le Commissioni abbiano tempo per un effettivo e approfondito esame sul merito dei contenuti dell'articolato e delle proposte emendative che il Governo si accinge a presentare.

  Maurizio FUGATTI (LNP) reputa necessario che il tempo non utilizzato nel corso della mattinata sia recuperato al termine dell'intervento del Presidente del Consiglio, affinché le Commissioni possano affrontare compiutamente le questioni ancora aperte; avanza altresì la richiesta che siano sottoposte al voto le proposte emendative presentate. Deplora la circostanza che agenzie di stampa diffondano anticipazioni sui contenuti delle proposte di modifica del provvedimento in materia di pensioni mentre nella sede parlamentare preposta all'esame del provvedimento appaiono del tutto carenti gli elementi informativi al riguardo; tale metodo depotenzia inevitabilmente il ruolo svolto dalle Commissioni.

  Claudio D'AMICO (LNP), nel concordare con il deputato Fugatti, esorta i relatori ed il Governo a considerare la necessità che il testo che verrà definito dalle Commissioni con l'approvazione degli emendamenti costituisce necessariamente l'articolato su cui si pronuncerà l'Assemblea, in conformità ad una prassi costante affermata nell'intera legislatura. Aggiunge che il Governo dispone di una legittimazione derivante dal solo mandato parlamentare e non anche dal voto degli elettori; ciò considerato, ritiene che il testo delle Commissioni assuma un'efficacia vincolante anche per il successivo passaggio in Assemblea dove probabilmente si procederà con un voto di fiducia. Esorta quindi la presidenza ed i relatori a porre in votazione tutti gli articoli segnalati dai gruppi e le corrispondenti proposte emendative.

  Gianfranco CONTE, presidente, ritiene opportuno iniziare ad esaminare l'emendamento 6.14 del relatore, nonché gli altri profili del testo finora accantonati, in attesa che giungano le ulteriori proposte emendative sui temi di maggiore rilievo e delicatezza.

  Roberto OCCHIUTO (UdCpTP) avanza rilievi critici sul modo di procedere dei lavori; in particolare, evidenzia che le Commissioni attendono da diversi giorni le annunciate proposte del Governo di modifica al testo in materia di pensioni e di IMU. Ritiene non accettabile un differimento dei lavori ad oltranza, che rende peraltro vano il contributo che le Commissioni Pag. 19potrebbero fornire in questa sede. Sottolinea che i relatori dovrebbero impegnarsi a presentare specifiche ipotesi di modifica del provvedimento anche in relazione ai profili più delicati, al fine di incalzare il Governo ad accelerare la presentazione di proposte di modifica sulle tematiche più controverse.

  Gianfranco CONTE, presidente, ribadisce che il Governo si è impegnato a presentare entro breve termine una serie di proposte emendative sulle questioni più spinose proprio in materia di pensioni e di IMU.

  Massimo VANNUCCI (PD) dichiara di condividere la proposta della presidenza in ordine alle modalità di prosecuzione dei lavori. Osserva, quindi, rivolto al collega Fugatti, che non bisogna sopravvalutare le dichiarazioni rese in queste ore da esponenti del Governo e che, nel rispetto dei saldi finanziari complessivi e dei termini fissati per la conclusione dell'esame, alle Commissioni spetta il compito di apportare alla manovra le modifiche che ritengano opportune.

  Bruno TABACCI (Misto-ApI) ribadisce l'invito a concentrare la discussione sulle questioni più rilevanti.

  Guido CROSETTO (PdL) ritiene che, con la scelta di attendere l'intervento del Governo anche al di fuori delle questioni che, richiedendo l'individuazione di una copertura finanziaria alternativa, lo rendono effettivamente necessario, le Commissioni stiano sprecando il tempo a disposizione, invece di impiegarlo nell'esame delle numerose parti del disegno di legge per le quali non sarebbe necessario attendere un pronunciamento dello stesso Governo.

  Amedeo CICCANTI (UdCpTP) invita i relatori a chiarire se abbiano intenzione di presentare ulteriori emendamenti. Invita, altresì, il Governo a comunicare alle Commissioni se intenda presentare emendamenti ulteriori rispetto a quelli, già preannunciati, sull'IMU e sulle pensioni.

  Pier Paolo BARETTA (PD), relatore per la V Commissione, ritiene che, diversamente da quanto affermato da alcuni colleghi, il lavoro sin qui svolto dalle Commissioni sia stato produttivo, portando alla discussione e alla votazione di diversi emendamenti. Osserva, inoltre, che i relatori hanno naturalmente tenuto conto, nel definire le loro proposte emendative, degli emendamenti presentati e segnalati dai colleghi. I relatori si riservano, peraltro, di presentare in tempi brevi poche ulteriori proposte di modifica. Ritiene, infine, che le Commissioni non stiano semplicemente attendendo di conoscere le determinazioni del Governo, ben potendo i relatori assumere l'iniziativa di proporre emendamenti anche sui punti politicamente più significativi e delicati, qualora il Governo non presentasse i relativi emendamenti in tempo utile.

  Renato CAMBURSANO (IdV) osserva, rivolto al collega Crosetto, che, anche alla luce di quanto ricordato dal relatore onorevole Baretta, non si può sostenere che le Commissioni non abbiano sin qui operato per esaminare e modificare il disegno di legge in titolo. Desidera, inoltre, ricordare ai colleghi Crosetto e Simonetti le gravi responsabilità del precedente Governo, da loro sostenuto, nel determinare la situazione economico-finanziaria in cui versa il Paese. Le principali questioni su cui le Commissioni sono in attesa di conoscere le eventuali proposte di modifica da parte del Governo, infatti, riguardano due temi, la tassazione sulla casa e le pensioni, già sollevati nell'ormai famosa lettera del Presidente del Consiglio europeo e del Presidente della Commissione europea, indirizzata al precedente Governo.

  Gianfranco CONTE, presidente, comunica che, come precedentemente suggerito dalla Presidenza, l'emendamento Gioacchino Alfano 40.41 è stato riformulato al fine di superare le criticità di carattere finanziario che erano state segnalate e Pag. 20potrà quindi essere posto in votazione. Avverte, poi, che le Commissioni procederanno all'esame dell'emendamento 6.14 dei relatori e dei subemendamenti ad esso riferiti.

  Maurizio LEO (PdL), relatore per la VI Commissione, anche a nome del relatore per la V Commissione, esprime parere favorevole sugli identici subemendamenti Fedriga 0.6.14.11 e Cambursano 0.6.14.16, propone di accantonare gli identici subemendamenti Bitonci 0.6.14.5 e Simonetti 0.6.14.15, esprime parere contrario sul subemendamento Simonetti 0.6.14.13, parere favorevole sul subemendamento 0.6.14.18 del Governo, parere contrario sul subemendamento Fedriga 0.6.14.12, si rimette alla valutazione del Governo sul subemendamento Montagnoli 0.6.14.9, esprime parere contrario sui subemendamenti Toccafondi 0.6.14.6, Montagnoli 0.6.14.10, Brugger 0.6.14.7, mentre esprime parere favorevole sul subemendamento Buonfiglio 0.6.14.2. Esprime parere contrario sul subemendamento Polledri 0.6.14.14, parere favorevole sul subemendamento Buonfiglio 0.6.14.3, mentre esprime parere contrario sui subemendamenti Marinello 0.6.14.1 e Lulli 0.6.14.8.

  Il Sottosegretario Gianfranco POLILLO esprime parere conforme a quello dei relatori, salvo che sul subemendamento Montagnoli 0.6.14.9, sul quale esprime parere contrario.

  Maurizio LEO (PdL), relatore per la VI Commissione, integrando i pareri già espressi, esprime parere contrario sugli identici subemendamenti Bitonci 0.6.14.5 e Simonetti 0.6.14.15, in precedenza accantonati.

  Massimiliano FEDRIGA (LNP) illustra il suo subemendamento 0.6.14.11, ritenendo che il parere favorevole espresso dai relatori e dal Governo ponga rimedio a una norma particolarmente inopportuna inserita nell'emendamento 6.14 dei relatori.

  Le Commissioni approvano gli identici subemendamenti Fedriga 0.6.14.11 e Cambursano 0.6.14.16 (vedi allegato 1).

  Roberto SIMONETTI (LNP) illustra il suo subemendamento 0.6.14.15, sottolineando come il parere contrario dei relatori e del Governo dimostri la volontà di rimettere in discussione il federalismo municipale e di sopprimere i fattori di competizione virtuosa tra gli enti locali, anche in materia di contrasto dell'evasione fiscale.

  Massimo BITONCI (LNP) illustra il suo subemendamento 0.6.14.5, identico al subemendamento Simonetti 0.6.14.15, sottolineando la volontà del Governo di rimettere in discussione il federalismo conquistato dal suo partito, come dimostrano le scelte in materia di IMU e la preferenza accordata allo strumento della compartecipazione al gettito dell'IVA anziché dell'IRPEF.

  Rolando NANNICINI (PD) invita i colleghi della Lega Nord a considerare i progressi compiuti, anche grazie all'attuale Governo, nel senso di un ampliamento della capacità impositiva degli enti locali, ritenendo che, su questa base, sarà possibile definire, attraverso un lavoro comune, ulteriori modifiche migliorative.

  Giancarlo GIORGETTI, presidente, propone di accantonare gli identici subemendamenti Bitonci 0.6.14.5 e Simonetti 0.6.14.15, nonché il subemendamento Simonetti 0.6.14.13.

  Le Commissioni approvano il subemendamento 0.6.14.18 del Governo, respingono i subemendamenti Fedriga 0.6.14.12, Montagnoli 0.6.14.9, Toccafondi 0.6.14.6, Montagnoli 0.6.14.10 e Brugger 0.6.14.7, approvano il subemendamento Buonfiglio 0.6.14.2, respingono il subemendamento Polledri 0.6.14.14 ed approvano il subemendamento Buonfiglio 0.6.14.3.

  Giancarlo GIORGETTI, presidente, avverte che il subemendamento Marinello 0.6.14.1 deve intendersi assorbito.

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  Le Commissioni respingono quindi il subemendamento Lulli 0.6.14.8.

  Giancarlo GIORGETTI, presidente, avverte che, essendo accantonati ancora alcuni subemendamenti, l'emendamento 6.14 dei Relatori sarà posto in votazione in una fase successiva. Fa presente, quindi, che le Commissioni passeranno ora all'esame delle proposte emendative segnalate al termine della seduta di ieri, invitando i relatori e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere su di esse.

  Marco CAUSI (PD) ritiene che alcuni colleghi dovrebbero compiere una valutazione più attenta, in tema di federalismo, sugli effetti del provvedimento a livello nazionale. Ritiene infatti che il Governo abbia dato, come prospettato negli articoli 13 e 14 del presente decreto-legge, un positivo segno di discontinuità rispetto al precedente, che non aveva avuto il coraggio di dare ai Comuni una vera autonomia tributaria. Ritiene necessaria, in ogni caso, trattandosi di potenti strumenti di autonomia, una maggiore riflessione sul tema. In particolare, osserva che se si volesse dare una positiva conclusione alla discussione corrente, tenuto anche conto che il fondo di riequilibrio diventa molto più piccolo, e pertanto non può contenere la clausola capitaria del 30 per cento, come saggiamente previsto dal Governo, bisognerebbe approvare l'emendamento che prevede la possibilità di un monitoraggio molto attento sul funzionamento del fondo di riequilibrio, così come proposto dall'ANCI.

  Massimo POLLEDRI (LNP), pur rivolgendo un apprezzamento ai colleghi Nannicini e Causi, che sono entrati nel merito delle questioni, ritiene necessario fare un passo indietro per contestare il metodo seguito. Ricorda infatti che mentre i precedenti ministri della sua parte politica hanno prestato ascolto per lungo tempo alle argomentazioni delle opposizioni, in cinque minuti è stato presentato un emendamento del relatore, privo di una pur minima relazione tecnica, annullando completamente due anni di lavoro parlamentare della Commissione bicamerale. Ritiene che questo si configuri come un vero e proprio insulto al Parlamento e alla Commissione bicamerale. Invita pertanto tutti i colleghi, di cui conosce il profondo rispetto per le istituzioni, ad essere coerenti con la loro impostazione di fondo, evitando di introdurre riforme a colpi di maggioranza. Ritiene dunque necessario evitare quelle che giudica vere dichiarazioni di guerra e a fermarsi un momento per esaminare le questioni, discutere e quindi entrare nel merito. Non è pensabile, infatti, buttare tutto il lavoro fatto in precedenza.

  Antonio BORGHESI (IdV), intervenendo sull'ordine dei lavori, riferisce di un agenzia di stampa che ha riportato la notizia secondo la quale il Presidente della Camera ha scritto al presidente Giorgetti per fargli presente l'impossibilità di un ulteriore slittamento dei lavori in Assemblea. Se così fosse, osserva che i parlamentari sarebbero stati privati della possibilità di discutere la manovra e se, inoltre, venisse posta la fiducia, anche il lavoro di tutti i parlamentari sarebbe vanificato, con la conseguenza che il Parlamento sarebbe stato preso in giro ancora una volta.

  Alberto GIORGETTI (PdL) interviene per sottoscrivere il subemendamento Bitonci 0.6.14.5, in considerazione del fatto che una materia di tale portata necessita di un approfondimento in una sede che non preveda gli attuali ristretti tempi di discussione. Fa presente di aver deciso di sottoscrivere il subemendamento nella considerazione dell'impegno, preso dal Governo, a non modificare la riforma. Trattandosi invece di una riforma vera e propria dell'impianto normativo, invita il relatore e il Governo a rivedere la propria posizione alla luce di tale considerazione.

  Bruno TABACCI (Misto) ritiene che le questioni di metodo in tema di federalismo, come quelle sollevate dall'onorevole Polledri, andrebbero ridotte alla loro reale Pag. 22portata. Osserva infatti che nella sua esperienza di amministratore del Comune di Milano non ha potuto constatare effetti mirabolanti del federalismo ma, semmai, quelli devastanti. Ritiene infatti che non vi sia stato mai un Governo più centralista come quello precedente, che infatti ha negato ai comuni la possibilità di operare in condizioni di finanza diretta attraverso l'IMU o la TARSU.

  Antonio MISIANI (PD) condivide la considerazione svolta da alcuni colleghi sul fatto che il decreto-legge n. 201 del 2011, pur in una condizione di finanza pubblica molto difficile, ha il merito di fare un passo avanti sulla strada del potenziamento dell'autonomia impositiva degli enti locali, e in particolare dei comuni, con l'anticipo dell'IMU e l'introduzione della TARSU, strumenti entrambi modulabili. Manifesta poi apprezzamento per l'eliminazione della quota capitaria del 30 per cento della dotazione del fondo di riequilibrio, precedentemente disposta dal decreto sul federalismo fiscale in un contesto diverso. Ritiene pertanto che il decreto-legge darà più autonomia fiscale ma proprio per questo necessita di un intervento di riequilibrio assolutamente sufficiente. Per tali motivi non vede alcuno stravolgimento degli indirizzi di potenziamento dell'autonomia fiscale degli enti locali, che rimane un obiettivo condiviso.

  Massimo VANNUCCI (PD) osserva che si era iscritto a parlare prima del collega Misiani che in larga parte ha anticipato i contenuti del suo intervento. In proposito, pur considerando ragionevoli i rilievi sul metodo avanzati dai colleghi della Lega, ritiene necessario considerare la particolare urgenza recata dal provvedimento.

  Maino MARCHI (PD) ricorda che, in tema di federalismo fiscale, rimanevano aperte le due questioni riguardanti le entrate e la determinazione della quota addizionale IRPEF per le regioni. A tutto ciò si aggiungeva l'handicap di partenza che era derivato dall'abolizione dell'ICI. Con il decreto-legge si interviene ora in materia con l'istituzione dell'IMU, ripristinando l'imposta sulla prima casa e quindi determinando un aumento di autonomia sostanziale dei comuni, pur in un quadro di difficoltà finanziaria complessiva, per cui le maggiori entrate vanno di fatto allo Stato, ma in una proiezione futura di un maggiore spazio di autonomia dei comuni. Ricorda inoltre che l'ANCI ha rilevato in tale contesto l'avverarsi di possibili situazioni di squilibrio, come quello riguardante il Comune di Firenze, e quindi rileva che sarà difficile conseguire un vero e proprio riequilibrio, peraltro giustamente perseguito nell'emendamento dei relatori.

  Guido CROSETTO (PdL) ritiene fondate le questioni sollevate dall'onorevole Polledri in tema di metodo. Ricorda, infatti, che su alcuni argomenti la Commissione parlamentare per l'attuazione del federalismo fiscale ha lavorato due anni senza essere riuscita a risolvere il problema dell'IMU, che – osserva – ha incidenze diverse nei comuni medi rispetto ai comuni medio-grandi. Ritiene pertanto necessario un accantonamento degli identici subemendamenti Bitonci 0.6.14.5 e Simonetti 0.6.14.15, più per questioni di metodo che di merito.
  Infine, associandosi al collega Alberto Giorgetti, aggiunge la propria firma al subemendamento Bitonci 0.6.14.5.

  Maurizio BERNARDO (PdL) si associa alla richiesta di accantonamento degli identici subemendamenti Bitonci 0.6.14.5 e Simonetti 0.6.14.15.

  Maurizio LEO, relatore per la VI Commissione, concorda sulla proposta di procedere all'accantonamento.

  Claudio D'AMICO (LNP) concorda anch'egli sulla proposta di accantonamento dei due subemendamenti, purché non ci si riduca ad esaminarli alla fine dei lavori, quando non ci sarà più tempo per la loro trattazione.

  Gianfranco CONTE, presidente, nel ricordare che l'emendamento dei relatori Pag. 23non sarà posto in votazione prima della trattazione dei subemendamenti ad esso riferiti, conferma l'accantonamento degli identici subemendamenti Bitonci 0.6.14.5 e Simonetti 0.6.14.15.

  Massimiliano FEDRIGA (LNP), con riferimento al subemendamento Montagnoli 0.6.14.9, sottolinea la circostanza che si stanno mettendo sullo stesso piano le barche dei milionari e le barche ereditate che valgono poche migliaia di euro. Auspica che il Governo voglia rivedere la sua posizione.

  Gianfranco CONTE, presidente, ricorda che i relatori si erano rimessi al Governo e che il Governo aveva espresso un parere contrario.

  Gioacchino ALFANO (PdL), illustrando il suo emendamento 40.41 (Nuova formulazione) ricorda che la nuova formulazione intende fugare preoccupazioni relative alla copertura. Infatti, per il completamento degli interventi in fase di ultimazione e non revocati, oggetto della proroga, l'agevolazione è rideterminata nel limite massimo delle anticipazioni già erogate al beneficiario alla data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto, escludendo ulteriori erogazione a carico dello Stato, in tal modo operando una scelta tra il completamento degli interventi e la revoca con restituzione. Ricorda, a tale proposito, che il precedente Ministro Fitto aveva disposto correttamente una ricognizione dei progetti ancora in corso.

  La Commissione approva quindi l'emendamento Gioacchino Alfano 40.41 (Nuova formulazione).

  Gianfranco CONTE, presidente, avverte che le Commissioni possono ora procedere all'esame delle proposte emendative accantonate.

  Il Sottosegretario Gianfranco POLILLO esprime parere contrario sull'articolo aggiuntivo Reguzzoni 2.08, osservando come gli incentivi previsti richiedano una opportuna copertura finanziaria.

  Massimiliano FEDRIGA (LNP), nell'illustrare il contenuto dell'articolo aggiuntivo Reguzzoni 2.08, volta a favorire la ricollocazione dei lavoratori disoccupati o in mobilità di età superiore ai 40 anni, sottolinea come esso già preveda una copertura finanziaria, disponendo l'incremento dell'imposta di bollo sulle attività che hanno beneficiato del cosiddetto «scudo fiscale».

  Gianfranco CONTE, presidente, osserva come il tema affrontato dalla proposta emendativa in esame potrebbe essere oggetto del prossimo incontro tra i relatori ed il Governo e ritiene pertanto opportuno che la trattazione della proposta venga rinviata.

  Il Sottosegretario Gianfranco POLILLO esprime parere contrario sull'emendamento Duilio 7.2, precisando che, pur ritenendo condivisibili le considerazioni del Comitato per la legislazione, si rende necessario un intervento normativo per dare attuazione agli emendamenti all'Accordo istitutivo della Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo.

  Lino DUILIO (PD) osserva come non ci si possa limitare a considerazioni di carattere astratto sull'opportunità dell'intervento in esame, rilevando come nel nostro ordinamento non sia consentito dare attuazione ad un accordo internazionale attraverso un decreto-legge. Pertanto, pur comprendendo i motivi di urgenza indicati dal rappresentante del Governo, sottolinea l'esigenza di rispettare gli equilibri costituzionalmente previsti e richiede di accantonare nuovamente il suo emendamento 7.2.

  Pier Paolo BARETTA (PD), relatore per la V Commissione, fa presente che i relatori sono stati fin ad ora impegnati nella discussione sulle ulteriori proposte emendative che dovrebbero essere presentate e non hanno, pertanto, avuto la possibilità Pag. 24di approfondire la portata delle proposte emendative accantonate. Chiede, quindi, di non procedere in questa fase al loro esame, assicurando che alla ripresa dei lavori delle Commissioni, dopo il previsto incontro fra i relatori e il Presidente Monti, questi saranno in grado di formulare i pareri sulle proposte emendative accantonate.

  Antonio BORGHESI (IdV) ritiene che la proposta del relatore Baretta sia condivisibile, purché alla ripresa dei lavori non si richieda un'ulteriore dilazione.

  Giancarlo GIORGETTI, presidente, rileva che alla ripresa dei lavori dovrebbero essere presentate le ulteriori proposte emendative in corso di elaborazione e che, quindi, si fisserà un termine per la presentazione di eventuali subemendamenti. Ritiene, pertanto, che prima della votazione delle ulteriori proposte emendative e dei relativi subemendamenti le Commissioni potranno esaminare le proposte emendative ancora accantonate.

  Claudio D'AMICO (LNP) osserva come anche le disposizioni del comma 1 dell'articolo 7 del decreto-legge, di cui si propone la soppressione con l'emendamento Duilio 7.2, testimonino in modo evidente la fretta con la quale ha operato il Governo, inserendo nel provvedimento disposizioni non sufficientemente meditate. A tale proposito, ritiene opportuno evitare ulteriori interventi frettolosi, come quelli previsti dall'emendamento 6.14 dei relatori, che incidono sulle disposizioni attuative del federalismo fiscale, frutto di un lungo e meditato lavoro svolto dalla Commissione parlamentare per l'attuazione del federalismo fiscale e dal Ministro Calderoli. Nel sottolineare come, proprio a fronte di tali scelte affrettate del Governo, il lavoro delle Commissioni sia fondamentale per il miglioramento del testo del decreto, evidenzia come non sia opportuno mettere a rischio gli equilibri raggiunti in materia di federalismo fiscale, osservando come modifiche frettolose e non condivise potrebbero portare i cittadini del Nord Italia a decisioni gravi.

  Massimiliano FEDRIGA (LNP), nel prendere atto della richiesta formulata dal relatore Baretta, sottolinea come, nella giornata di oggi, le Commissioni non abbiano sostanzialmente mai potuto procedere all'esame delle proposte emendative, in quanto nella mattinata i relatori erano impegnati in incontri informali, mentre nel pomeriggio hanno rappresentato di non poter esprimere il parere richiesto, chiedendo ulteriore tempo per riflettere su emendamenti segnalati fin dalla seduta di ieri. Ritiene, pertanto, che vi sia il rischio che le Commissioni non siano poste in grado di fare il proprio lavoro.

  Pier Paolo BARETTA (PD), relatore per la V Commissione, assicura l'impegno dei relatori perché nel residuo tempo disponibile vengano affrontate tutte le questioni ancora non esaminate.

  Maurizio FUGATTI (LNP) fa presente che il Presidente Fini ha dichiarato alle agenzie di stampa che non è previsto uno slittamento del termine per l'avvio dell'esame del decreto-legge in Assemblea.

  Giancarlo GIORGETTI, presidente, ricorda che la questione segnalata dall'onorevole Fugatti è stata già sollevata, ma che, al momento, non c’è stata alcuna richiesta formale di rinviare il termine per l'avvio dell'esame del provvedimento in Assemblea. Nel segnalare che l'audizione del Presidente Monti deve considerarsi rinviata ad un'ora da stabilirsi, sospende la seduta fino alle ore 16.30.

  La seduta, sospesa alle 14.45, riprende alle 16.35.

  Gianfranco CONTE, presidente, avverte che il Governo ha presentato l'emendamento 13.112, per il quale il termine di presentazione dei subemendamenti è fissato alle ore 18.

Pag. 25

  Nicola MOLTENI (LNP) ritira il proprio articolo aggiuntivo 19.08.

  Ivano STRIZZOLO (PD) chiede quando avrà luogo l'intervento del Presidente del Consiglio dei ministri.

  Gianfranco CONTE, presidente, precisa che, sulla base degli accordi intercorsi, l'intervento del Presidente del Consiglio avrà luogo dopo la conclusione dell'esame delle proposte emendative.
  Sospende, quindi, la seduta, che riprenderà alle ore 18.

  La seduta, sospesa alle 16.40, riprende alle 18.05.

  Giancarlo GIORGETTI, presidente, avverte che sono stati presentati l'articolo aggiuntivo 23.067 del Governo e l'articolo aggiuntivo 14.01 dei relatori. Propone pertanto di fissare il termine per la presentazione dei subemendamenti ad essi riferiti alle ore 19.05 della giornata odierna.

  Ivano STRIZZOLO (PD) chiede di sapere se saranno presentati ulteriori emendamenti da parte dei relatori e del Governo, oltre a quelli appena annunciati, e quando è prevista la presenza del Presidente Monti ai lavori della Commissione.

  Claudio D'AMICO (LNP) stigmatizza il metodo frammentato e disorganico con cui procedono i lavori delle Commissioni.

  Massimo VANNUCCI (PD) sottolinea che l'emendamento del Governo 13.112 è privo di relazione tecnica.

  Giancarlo GIORGETTI, presidente, assicura che l'emendamento sarà esaminato solo successivamente all'invio della relazione tecnica.

  Claudio D'AMICO (LNP) chiede la presenza di un rappresentate del Governo ai lavori della Commissione.

  Giancarlo GIORGETTI, presidente, assicura che, in fase di votazione delle proposte emendative, sarà presente un rappresentante del Governo.
  Avverte che l'Ufficio di presidenza delle Commissioni, integrato dai rappresentanti dei gruppi, è convocato alle ore 18.45.
  Rinvia, quindi, il seguito dell'esame ad una seduta che avrà inizio alle ore 19.

  La seduta, sospesa alle 18.10, riprende alle 19.30.

  Giancarlo GIORGETTI, presidente, avverte che le Commissioni passeranno all'esame dell'emendamento del Governo 23.66 e dei subemendamenti ad esso riferiti.

  Rolando NANNICINI (PD) esprime la propria contrarietà nei confronti di qualunque proposta di modifica dell'articolo 23, comma 7, del provvedimento in esame, in quanto spetta alla Commissione a tal fine istituita procedere alla valutazione circa le retribuzioni dei parlamentari nel raffronto con gli altri Paesi europei. A suo avviso occorre assumere una linea di coerenza che ponga fine alle fuorvianti interpretazioni fornite dagli organi di stampa e dissentire da ogni proposta che muova nella direzione di apportare modifiche senza una chiara conoscenza dei dati di partenza. Sottolinea di muovere dalla ferma intenzione di ripristinare la piena dignità del ruolo svolto dai parlamentari nel nostro Paese ed un rapporto di fiducia con i cittadini. In questa ottica, occorre che i vertici di Camera e Senato procedano con sollecitudine anche agli opportuni interventi sui vitalizi per i parlamentari in chiave di loro capitalizzazione.

  Giancarlo GIORGETTI, presidente, avverte che l'Ufficio di presidenza delle Commissioni riunite V e VI, in sede di organizzazione dei lavori della seduta odierna, ha previsto per le ore 22 lo svolgimento di una audizione del Presidente del Consiglio dei ministri, dopo il cui intervento i gruppi potranno intervenire per cinque minuti. Fa quindi presente che, fino alle ore 22, è previsto il seguito dell'esame degli emendamenti e subemendamenti Pag. 26presentati ed è pertanto opportuno che i colleghi che interverranno possano contenere il più possibile i tempi dei loro interventi.

  Pier Paolo BARETTA (PD), relatore per la V Commissione, esprime quindi, anche nome del relatore per la VI Commissione, parere contrario sui subemendamenti Borghesi 0.23.66.5, Cambursano 0.23.66.6, Vannucci 0.23.66.3, Barbato 0.23.66.7, Montagnoli 0.23.66.14 e Vannucci 0.23.66.2. Segnala quindi che sono in corso verifiche in merito al subemendamento Montagnoli 0.23.66.12, come pure sui subemendamenti Toccafondi 0.23.66.4 e Marsilio 0.23.66.1. Esprime quindi parere contrario sugli ulteriori subemendamenti Messina 0.23.66.8, Strizzolo 0.23.66.10, Fedriga 0.23.66.11, Montagnoli 0.23.66.13 e Borghesi 0.23.66.9.

  Il Sottosegretario Gianfranco POLILLO esprime parere conforme a quello del relatore e avverte che è in via di presentazione una proposta di riformulazione dei subemendamenti Marsilio 0.23.66.1 e Toccafondi 0.23.66.4.

  Maurizio FUGATTI (LNP) fa presente che il suo gruppo sottoscrive il subemendamento Borghesi 0.23.66.5, di cui auspica l'approvazione.

  Le Commissioni, con distinte votazioni, respingono quindi i subemendamenti Borghesi 0.23.66.5, Cambursano 0.23.66.6, Vannucci 0.23.66.3, Barbato 0.23.66.7, Montagnoli 0.23.66.14 e Vannucci 0.23.66.2.

  Alessandro MONTAGNOLI (LNP) illustra il proprio subemendamento 0.23.66.12, di cui è stato richiesto l'accantonamento per verifiche, finalizzato a procedere nella stessa direzione e logica perseguita dall'emendamento del Governo, ma nel rispetto dei principi costituzionali, ritenendo inaccettabile disporre con decreto-legge la decadenza di organi democraticamente eletti.

  Massimo VANNUCCI (PD) ringrazia il collega Montagnoli per la proposta presentata che contribuisce a scongiurare future eccezioni di incostituzionalità e che affronta in modo corretto la questione della data e del riferimento del termine alla consiliatura. Alla luce di tali considerazioni, sottoscrive il subemendamento Montagnoli 0.23.66.12.

  Maria Teresa ARMOSINO (PdL), Giuseppe Francesco Maria MARINELLO (PdL) e Marco PUGLIESE (Misto) sottoscrivono il subemendamento Montagnoli 0.23.66.12.

  Giancarlo GIORGETTI, presidente, invita i colleghi a contenere il numero delle proposte emendative accantonate al fine di consentire alle Commissioni di completare il proprio lavoro entro i tempi convenuti.

  Chiara MORONI (FLI) rileva che il Presidente del Consiglio dei ministri e il Ministro per i rapporti con il Parlamento si sono riuniti con i gruppi parlamentari di maggioranza raggiungendo un accordo sulle questioni che hanno poi costituito oggetto degli emendamenti presentati dai relatori e dal Governo. È pertanto incoerente da parte dei colleghi di maggioranza ritornare su tali questioni e concorda con il presidente Giorgetti in merito alle necessità di procedere nelle votazioni senza dilazioni o accantonamenti.

  Lino DUILIO (PD) fa osservare che sul piano procedurale il subemendamento del collega Montagnoli non può essere oggetto di deliberazione mancando il parere dei relatori e del Governo, in quanto accantonato.

  Gianfranco CONTE, presidente, segnala che la verifica in atto sul subemendamento in questione sarà prevedibilmente di breve durata.

  Chiara MORONI (FLI) ribadisce che le proposte in esame vertono su un tema assai delicato e sul quale i gruppi di maggioranza, pur nella loro disomogeneità, Pag. 27hanno raggiunto un'intesa. Qualora il Governo intenda a questo punto ritornare su di essa, è opportuno provvedere a consultare i gruppi.

  Le Commissioni respingono il subemendamento Messina 0.23.66.8.

  Ivano STRIZZOLO (PD) interviene sul subemendamento 0.23.66.10, da lui presentato, invitando i relatori e il Governo a riconsiderare il parere contrario, in quanto la finalità della proposta è quella di chiarire che la norma deve essere attuata nel rispetto degli Statuti e relative norme di attuazione delle regioni a Statuto speciale, alla luce della legge costituzionale n. 2 del 1993 e del decreto legislativo n. 9 del 1997. Quanto al Friuli Venezia Giulia fa presente che il relativo sistema delle autonomie locali è interamente finanziato con fondi regionali e che pertanto non sussistono per lo Stato né oneri né risparmi di spesa.

  Pier Paolo BARETTA (PD) e il Sottosegretario Gianfranco POLILLO confermano il parere contrario precedentemente espresso sul subemendamento Strizzolo 0.23.66.10.

  Le Commissioni respingono quindi il subemendamento Strizzolo 0.23.66.10.

  Massimiliano FEDRIGA (LNP) auspica l'approvazione del suo subemendamento 0.23.66.11 facendo presente che le regioni a Statuto speciale sostengono finanziariamente per intero le province.

  Le Commissioni, con distinte votazioni, respingono i subemendamenti Fedriga 0.23.66.11, Montagnoli 0.23.66.13 e Borghesi 0.23.66.9.

  Il Sottosegretario Gianfranco POLILLO propone una riformulazione dei subemendamenti Marsilio 0.23.66.1 e Toccafondi 0.23.66.4 volta a prevedere l'esclusione dei comuni di cui all'articolo 2, comma 186, lettera b) della legge 23 dicembre 2009, n. 191.

  Gabriele TOCCAFONDI (PdL) e Marco MARSILIO (PdL) accettano la riformulazione dei propri subemendamenti proposta dal rappresentante del Governo.

  Marco CAUSI (PD), Cosimo VENTUCCI (PdL) e Erminio Angelo QUARTIANI (PD) sottoscrivono il subemendamento Marsilio 0.23.66.1 (nuova formulazione).

  Le Commissioni approvano quindi gli identici subemendamenti Marsilio 0.23.66.1 (nuova formulazione) e Toccafondi 0.23.66.4 (nuova formulazione).

  Maria Teresa ARMOSINO (PdL), intervenendo sul subemendamento Montagnoli 0.23.66.12, insiste affinché le Commissioni procedano senza ritardo nel voto affinché emerga con chiarezza la posizione dei gruppi sulla questione. A suo avviso, è da valutare in modo rigoroso il possibile inserimento nell'ordinamento di una fattispecie che potrebbe determinare lo scioglimento di ulteriori organi elettivi come i consigli regionali. Auspica da parte del suo gruppo una presa di posizione netta sulla questione per evidenziare la propria contrarietà alla violazione di fondamentali norme costituzionali.

  Il Sottosegretario Gianfranco POLILLO illustra quindi una proposta di riformulazione del subemendamento Montagnoli 0.23.66.12.

  Roberto SIMONETTI (LNP) chiede specifici chiarimenti sulla proposta di riformulazione testé presentata.

  Alessandro MONTAGNOLI (LNP) ribadisce la sua ferma contrarietà a simili interventi che presentano evidenti profili di incostituzionalità.

  Amedeo CICCANTI (UdCpTP) osserva che la riformulazione proposta dal Governo sposta il traguardo della riforma al 2014.

  Il Sottosegretario Gianfranco POLILLO precisa che la proposta conclusiva del Pag. 28Governo è nel senso di fissare il termine al 31 dicembre 2013.

  Amedeo CICCANTI (UdCpTP) osserva che se il termine in questione non è fissato per la prossima primavera, così da inibire il rinnovo delle province che scadono in quella data, risulta inutile. In ogni caso, a prescindere dalle valutazioni di tipo costituzionale, ritiene che anticipare lo scioglimento degli organi provinciali rispetto alla loro scadenza naturale violi una regola di buon senso.
  A suo giudizio, non essendo pensabile una situazione differenziata tra le varie province, o si sciolgono tutte insieme, anche in corso di mandato, o le si porta tutte alla scadenza naturale. Peraltro, se di deve intervenire in corso di mandato, è preferibile la norma iniziale.

  Cesare MARINI (PD), sottolineando che non si può forzare la Costituzione e l'ordinamento e che il Governo, tanto più perché tecnico, dovrebbe rispettare gli organi eletti dal popolo, si dichiara contrario allo scioglimento anticipato degli organi provinciali. Ritiene infatti che sia più opportuno lasciare che essi arrivino alla scadenza naturale, anche per evitare ricorsi ed altri problemi applicativi.

  Maria Teresa ARMOSINO (PdL), precisando che è necessario evitare l'inapplicabilità delle norme che si stanno per definire, non nega che esista il problema delle province, ma ritiene che lo stesso debba essere risolto nell'ambito del codice delle autonomie e nel rispetto della legge. In questa sede si sta però prevedendo che organi elettivi decadano prima della scadenza naturale del mandato. Si sta creando così un precedente pericoloso, che potrà essere richiamato un giorno che qualcuno vorrà sciogliere una regione. Infine, ricorda di aver molto apprezzato il Governo Berlusconi e si domanda perché non prorogarlo al 2050.

  Antonio BORGHESI (IdV), quale esponente di una forza politica che ha raccolto le firme per l'abolizione delle province, sottolinea che i termini di scadenza vanno rispettati, trattandosi di organi elettivi. In ogni caso, è preferibile chiarire espressamente che non si procederà all'elezione di nuovi organi provinciali per rinnovare quelli che arrivano alla scadenza del mandato.

  Il Ministro Dino Piero GIARDA invita a considerare la questione delle province anche dal punto di vista pratico, chiarendo come organizzare la fine di questo livello di governo di antiche origini. La definizione di un progetto organizzativo in materia richiede tempi più adeguati ed è questa la ragione per la quale si è prevista una fase di commissariamento. In sintesi, con l'emendamento in discussione il Governo chiede di avere la possibilità di definire la relativa disciplina in tempi ragionevoli e con modalità ordinate.

  Maria Teresa ARMOSINO (PdL) invita a stralciare la normativa sulle province qualora richieda tempi più ampi di esame.

  Il Ministro Dino Piero GIARDA fa presente che il Governo potrebbe non insistere sulla sua proposta, se non riesce a farne comprendere le ragioni.

  Chiara MORONI (FLpTP) osserva che il Governo deve chiarire cosa propone in merito alle norme contenute nel testo del decreto-legge.

  Roberto OCCHIUTO (UdCpTP) sottolinea che la discussione in corso vede impegnati, da un lato, coloro che ritengono che le province svolgono funzioni importanti e non devono essere sciolte e, dall'altro, coloro che, come il suo gruppo, ritengono che tale livello di governo debba essere superato. Il problema, quindi, non è quello di fissare una data. A fronte di ciò, il Governo deve assumersi la responsabilità di chiarire il suo orientamento, al quale la sua parte politica si rimetterà.

  Gianclaudio BRESSA (PD), premesso che l'iniziativa di introdurre nel decreto-legge le norme sulle province è del Governo, Pag. 29osserva che l'emendamento 23.66 presentato dallo stesso Governo recepisce in più parti i rilievi critici contenuti nel parere espresso dalla I Commissione, con particolare riferimento al profilo relativo al rispetto delle competenze del Parlamento. Si rimette pertanto alle valutazioni del Governo.

  Chiara MORONI (FLpTP) si rimette alle valutazioni del Governo, qualora lo stesso ritenga che sia necessario un tempo più ampio per riorganizzare i livelli di governo. Va in ogni caso mantenuto l'aspetto prioritario del commissariamento nonché la previsione che non si vada a nuove elezioni per gli organi nel frattempo scaduti.

  Il Sottosegretario Gianfranco POLILLO osserva che le due tesi della scadenza naturale e della scadenza unica sono entrambe sostenibili da un punto di vista logico e giuridico, ma entrambe presentano profili problematici. Infatti, applicare il criterio della scadenza naturale porterebbe a una situazione «a macchia di leopardo», tenuto conto dei differenti termini di scadenza delle diverse province. Pertanto, per dare carattere di generalità alla disciplina, il Governo ha cercato di individuare una data la più vicina possibile alla scadenza naturale della maggior parte delle province, prevedendo la possibilità di prorogare e commissariare le province che arrivano prima alla scadenza. Riconosce infine che permane una contraddizione di fondo, che tuttavia appare insolubile, perchè si tratta di situazioni oggettivamente diverse.

  Gianfranco CONTE, presidente, fa presente che, se il deputato Montagnoli non accetta la riformulazione del subemendamento 0.23.66.12 proposta dal Governo, lo stesso subemendamento sarà posto in votazione nel testo iniziale.

  Mario BACCINI (PdL), richiamando le dichiarazioni del Governo, rileva che, anche con l'approvazione del testo proposto dal collega Montagnoli, si consegue sostanzialmente l'obiettivo politico che le province vengano soppresse alla scadenza del mandato. Si tratterebbe di un risultato politico epocale, che verrebbe raggiunto senza il rischio di impugnative costituzionali. In tal modo, Parlamento e Governo potrebbero risolvere la questione, senza dividersi, e conseguire un obiettivo politico intenso, in quanto alla fine le province sarebbero soppresse.

  Gianfranco CONTE, presidente, ritiene che una mediazione possibile potrebbe essere l'accoglimento della proposta del collega Montagnoli, per la parte in cui fissa il principio che non si procederà all'elezione degli organi provinciali arrivati a scadenza. Il Governo dovrebbe in ogni caso indicare una data per la definizione della nuova disciplina sulle modalità di elezione, cui si procederà alla naturale scadenza. Se questa impostazione è condivisibile, potrebbe essere formalizzata.

  Gianclaudio BRESSA (PD) invita a predisporre un testo scritto.

  Ignazio MESSINA (IdV) condivide l'ipotesi che non si proceda al rinnovo delle province arrivate a scadenza e che le stesse siano commissariate. Per quanto riguarda la data del 31 marzo 2013, invita a chiarire se a quella data si prevede che le province sono soppresse o soltanto che sia definita la normativa per la loro soppressione.

  Gianfranco CONTE, presidente, per consentire al Governo di definire un testo, sulla base del dibattito svoltosi, propone di accantonare il seguito dell'esame dell'emendamento 23.66 e dei relativi subemendamenti e di riprendere l'esame dell'emendamento 2.30 e dei relativi subemendamenti, in precedenza accantonati.

  Le Commissioni concordano.

  Gianfranco CONTE, presidente, ricorda che l'emendamento 2.30 era stato accantonato, insieme ai relativi subemendamenti Marchignoli 0.2.30.66 e 0.2.30.64 e Vannucci 0.2.30.16 (nuova formulazione).

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  Favorevoli relatori e Governo, le Commissioni approvano il subemendamento Vannucci 0.2.30.16 (nuova formulazione).

  Favorevoli i relatori, le Commissioni approvano il subemendamento Marchignoli 0.2.30.66. (nuova formulazione) e respingono il subemendamento Marchignoli 0.2.30.64.

  Gianfranco CONTE, presidente, fa presente che con l'assenso del Governo, i relatori ritengono opportuno sopprimere la lettera t) dell'emendamento 2.30.

  Con il parere favorevole del Governo le Commissioni approvano l'emendamento 2.30 dei relatori come modificato dai subemendamenti accolti ed espungendo la lettera t).

  Gianfranco CONTE, presidente, riprende l'esame dell'emendamento 23.66 del Governo, invita i relatori ad esprimere il parere sul subemendamento Montagnoli 0.23.66.12 precedentemente accantonato.

  Pier Paolo BARETTA (PD), relatore per la V Commissione, anche a nome del relatore per la VI Commissione esprime parere favorevole.

  Il Sottosegretario Gianfranco POLILLO concorda con il relatore.

  Le Commissioni approvano il subemendamento Montagnoli 0.23.66.12,

  Il Sottosegretario Gianfranco POLILLO riformula la lettera e) dell'emendamento 23.66, recependo il contenuto sostanziale del subemendamento 0.23.66.12.

  Con il parere favorevole dei relatori, le Commissioni approvano l'emendamento 23.66 del Governo nel testo riformulato subemendato.

  Gianfranco CONTE, presidente, passa all'esame dell'emendamento 6.14 dei relatori e dei subemendamenti ad esso riferiti, precedentemente accantonati. Si tratta degli identici subemendamenti Bitonci 0.6.14.5 e Simonetti 0.6.14.15, e del subemendamento Simonetti 0.6.14.13, volti a sopprimere la lettera b) dell'emendamento 6.14 dei relatori. Ricorda che sul Fondo di perequazione è stato sollevato un problema di metodo, in quanto la disposizione interviene su norme già esaminate dalla Commissione per il federalismo fiscale: sarebbe pertanto opportuna una revisione organica della materia che tenga conto anche delle modificazioni conseguenti all'introduzione dell'IMU.

  Massimo VANNUCCI (PD) osserva che i colleghi della Lega potrebbero avere formalmente ragione nella richiesta di rinviare ad un successivo e più organico esame il tema del Fondo di perequazione. Sottolinea, tuttavia, che il Governo è intervenuto sulla materia dell'IMU e che l'emendamento 6.14 è stato presentato dai relatori in seguito ad una specifica richiesta dall'ANCI.

  Marco CAUSI (PD), nel condividere il merito dell'emendamento 6.14 dei relatori, ritiene che esso potrebbe essere esaminato contestualmente all'articolo 13. Osserva che molti comuni, in seguito all'introduzione dell'IMU, potrebbero autofinanziarsi: risulterebbe, pertanto, eccessiva l'attribuzione di ulteriori risorse.

  Maurizio LEO (PdL), relatore per la VI Commissione, ritiene che si possa ritirare l'emendamento 6.14 poiché la materia deve essere completamente riorganizzata. Sarà compito della Commissione per il federalismo fiscale rendere coerente questa disciplina con le nuove imposte introdotte dal decreto-legge in esame.

  Marco CAUSI (PD) ribadisce che le nuove imposte potrebbero consentire ai comuni di autofinanziarsi.

  Maurizio LEO (PdL), relatore per la VI Commissione, esprimendo apprezzamento per le opinioni dell'onorevole Causi, ritiene che il contenuto della lettera b) dell'emendamento 6.14 possa essere trasfuso in un Pag. 31ordine del giorno che il Governo si impegna fin d'ora ad accogliere.

  Tea ALBINI (PD) chiede che si proceda alla votazione del testo attuale dell'emendamento 6.14 dei relatori, poiché molti comuni potrebbero avere seri problemi di bilancio.

  Massimo BITONCI (LNP) ritiene che molti comuni, soprattutto del Nord, non avranno risorse aggiuntive. Lamenta altresì che l'ANCI difenda solamente i grandi comuni e, in generale, i comuni meridionali.

  Pier Paolo BARETTA (PD), relatore per la V Commissione, chiede al Governo di impegnarsi fin d'ora, in caso di riformulazione dell'emendamento 6.14, ad accettare un ordine del giorno finalizzato al riequilibrio dei fondi.

  Il Sottosegretario Gianfranco POLILLO assicura che il Governo accoglierà un ordine del giorno in tal senso formulato.

  Pier Paolo BARETTA (PD), relatore per la V Commissione, riformula l'emendamento 6.14 sopprimendo la lettera b), riferita all'articolo 13, comma 18, del decreto-legge in esame, nonché inserendo una modifica all'articolo 22, comma 6.

  Le Commissioni approvano l'emendamento 6.14 dei relatori, nel testo riformulato.

  Gianfranco CONTE, presidente, sospende brevemente la seduta per consentire ai relatori e al Governo di approfondire i subemendamenti sulle proposte emendative da ultimo presentate.

  La seduta, sospesa alle 20.55, riprende alle 21.20.

  Maurizio LEO (PdL), relatore per la VI Commissione, anche a nome del relatore per la V Commissione, esprime parere contrario sui subemendamenti Marchignoli 0.14.01.7, Stefani 0.14.01.9, Marinello 0.14.01.1 e 0.14.01.5, Mariani 0.14.01.10 e 0.14.01.11 nonché raccomanda l'approvazione dell'articolo aggiuntivo 14.01 dei relatori.

  Il Sottosegretario Gianfranco POLILLO esprime parere conforme ai pareri espressi dal relatore, proponendo una riformulazione della lettera c) dell'articolo aggiuntivo 14.01 dei relatori del seguente tenore: «c) all'articolo 21, dopo il comma 2, aggiungere il seguente: 2-bis. In attesa dell'emanazione dei decreti di cui al comma 2, le strutture centrali e periferiche degli enti soppressi continuano ad espletare le attività connesse ai compiti istituzionali degli stessi. A tale scopo, l'INPS nei giudici incardinati relativi alle attività degli Enti soppressi, è rappresentato e difeso in giudizio dai professionisti legali, già in servizio presso l'INPDAP e l'ENPALS».

  Maurizio LEO (PdL), relatore per la VI Commissione, accoglie la riformulazione proposta dal rappresentante del Governo.

  Si passa quindi alle votazioni dell'articolo aggiuntivo 14.01 del Governo e dei relativi subemendamenti.

  La Commissione respinge quindi, con distinte votazioni, i subemendamenti Marchignoli 0.14.01.7, Stefani 0.14.01.9, Marinello 0.14.01.1, Marinello 0.14.01.5, Mariani 0.14.01.10 e Mariani 0.14.01.11.

  Pier Paolo BARETTA (PD), relatore per la V Commissione, propone una riformulazione dell'emendamento dei relatori 14.01, al fine di precisare che per i trasporti pubblici non di linea non di linea per via d'acqua con riferimento alla laguna di Venezia si intendono quelli disciplinati dalla vigente legislazione regionale e di prevedere il coinvolgimento del Ministro dell'ambiente, della tutela del territorio e del mare, nell'adozione del decreto di cui all'articolo 30, comma 3-quater.

  Il Sottosegretario Gianfranco POLILLO conviene sulla proposta di riformulazione avanzata dall'onorevole Baretta.

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  Le Commissioni approvano l'articolo aggiuntivo 14.01 dei relatori nel testo riformulato.

  Gianfranco CONTE, presidente, avverte che il Governo ha presentato una nuova formulazione dell'emendamento 34.11 che prevede una modifica della lettera b) e la soppressione della lettera c).

  Pier Paolo BARETTA (PD), relatore per la V Commissione, esprime parere contrario su tutti i subemendamenti riferiti all'emendamento del Governo 34.11 e, segnatamente, sugli identici subemendamenti Borghesi 0.34.11.2 e Lo Presti 0.34.11.6, sui subemendamenti Marsilio 0.34.11.1, nonché Montagnoli 0.34.11.4, 0.34.11.3 e 0.34.11.5.

  Il Sottosegretario Claudio DE VINCENTI esprime parere conforme a quello del relatore. Quanto alla riformulazione, dell'emendamento 34.11, chiarisce che essa non ha implicazioni finanziarie e che è finalizzata ad evitare sovrapposizione di funzioni con l'Agenzia per infrastrutture stradali e le autostradali.

  Bruno TABACCI (Misto-ApI) esprime rammarico per l'occasione mancata da parte del Governo ai fini della ridefinizione del ruolo di ANAS S.p.A. a seguito dell'istituzione della nuova autorità regolatoria del settore che avrebbe potuto contribuire a risolvere il conflitto di interessi in atto.

  Marina SERENI (PD) si associa, a nome del suo gruppo, a quanto testè osservato dal collega Tabacci, anche alla luce della nomina dell'ex presidente dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato, professor Catricalà, ad una carica apicale nell'attuale compagine governativa. Auspica pertanto che sulla materia si torni con uno specifico provvedimento legislativo.

  Mario BACCINI (PdL), pur concordando con i colleghi intervenuti, fa presente di comprendere le ragioni che hanno indotto il Governo a procedere nel modo indicato dall'emendamento ed auspica in futuro un dibattito più articolato sull'argomento.

  Alessandro MONTAGNOLI (LNP) concorda con la riformulazione proposta dal rappresentante del Governo che contribuisce, a suo giudizio, a scongiurare aumenti delle tariffe autostradali.

  Antonio BORGHESI (IdV), intervenendo sul suo subemendamento 0.34.11.2, richiama all'attenzione dei colleghi commissari l'intenzione, annunciata dal Governo, di incidere su privilegi e corporativismi presenti nel nostro Paese in chiave di liberalizzazione del nostro sistema economico e ricorda che su tali basi il Governo ha ottenuto la fiducia del Parlamento. Il merito all'emendamento presentato dal Governo, ritiene che evidenzi un passo indietro, indotto da specifiche sollecitazioni e a beneficio della categoria dei tassisti. Ritiene del tutto inaccettabile che nel nostro Paese si continui a fare commercio delle concessioni pubbliche in luogo di procedere sulla strada delle liberalizzazioni e per questo motivo auspica un ampio sostegno da parte dei colleghi sulla proposta emendativa da lui presentata.

  Gianfranco CONTE, presidente per la VI Commissione, avverte che sono stati presentati gli emendamenti 13.113 e 30.57 dei relatori e gli emendamenti 28.21 e 32.30 del Governo e che il termine per la presentazione dei relativi subemendamenti è fissato alle 23.30.

  Bruno TABACCI (Misto-ApI) esprime rammarico per il venir meno nel provvedimento in esame, cui aveva affidato molte attese, del necessario punto di equilibrio tra misure di fiscalità ed interventi di liberalizzazione. Di fronte ai reiterati annunci del Governo appare adesso evidente un'inversione di marcia proprio laddove ci si attendeva un'energica presa di posizione su questioni strategiche per l'avvio della ripresa.

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  Massimo POLLEDRI (LNP), intervenendo a nome del suo gruppo, auspica che le Commissioni deliberino anche sugli emendamenti segnalati.

  Amedeo CICCANTI (UDCpTP), intervenendo sull'emendamento del Governo 34.11, osserva che esso pregiudica l'immagine positiva dell'Esecutivo e le speranze ingenerate nei cittadini circa un favore del governo per le liberalizzazioni in quanto misure «a costo zero» e a favore della crescita. Richiama quindi la migliore tecnica di comunicazione che caratterizzò le manovre del governo Prodi, caratterizzate dagli interventi liberalizzatori allora predisposti dal collega Bersani a fronte delle severe misure di tassazione adottate dall'allora Vice Ministro Visco. Nella situazione presente il Governo adotta una tecnica comunicativa errata e di segno opposto, ostentando ridotte liberalizzazioni nel quadro di una manovra interamente basata sulla tassazione. Pur nella comprensione del contesto di emergenza che ha imposto certe scelte, ritiene incomprensibile che il Governo imponga sacrifici ai pensionati o li richieda a talune categorie, come i parlamentari, esentando senza motivi specifici altri gruppi di cittadini. A suo avviso, alla luce di quanto accade, appaiono del tutto improbabili le preannunciate liberalizzazioni nel settore forense, notarile o farmaceutico.

  Giuseppe Francesco Maria MARINELLO (PdL) chiede una riconsiderazione del parere contrario espresso dai relatori sul suo subemendamento 0.14.02.1, già oggetto di votazione, e relativo ai patrimoni delle casse di previdenza private, in quanto determinato da errore materiale.

  Gianfranco CONTE, presidente, fa presente che la deliberazione del subemendamento del collega Marinello è avvenuta in assenza di interventi chiarificatori da parte dei presentatori.

  Antonio BORGHESI (IdV) ribadisce l'inopportunità di continui ripensamenti da parte del Governo sul tema delle liberalizzazioni, trattandosi di questioni che rasentano un inganno per i cittadini e che sarebbero di centrale importanza per la fuoriuscita dalla crisi.

  Le Commissioni respingono quindi con distinte votazioni, gli identici subemendamenti Borghesi 0.34.11.2 e Lo Presti 0.34.11.6, nonché il subemendamento Marsilio 0.34.11.1.

  Alessandro MONTAGNOLI (LNP) illustra il suo subemendamento 0.34.11.4, di cui auspica l'approvazione.

  Le Commissioni respingono quindi, con distinte votazioni, i subemendamenti Montagnoli 0.34.11.4, 0.34.11.3 e 0.34.11.5 e approvano l'emendamento del Governo 34.11 nel testo riformulato.

  Gianfranco CONTE, presidente, avverte che le Commissioni procederanno adesso all'esame dell'articolo aggiuntivo 23.067 del Governo e dei relativi subemendamenti.

  Maurizio LEO (PdL), relatore per la VI Commissione, anche a nome del relatore per la V Commissione, esprime parere contrario su tutti i subemendamenti presentati e, segnatamente, sui subemendamenti Dal Lago 0.23.067.14, Fallica 0.23.067.4, Comaroli 0.23.067.3, Bragantini 0.23.067.10, Polledri 0.23.067.1, Montagnoli 0.23.067.11, Fallica 0.23.067.5, Montagnoli 0.23.067.12, Comaroli 0.23.067.2, Fallica 0.23.067.6, Crosetto 0.23.067.8 e Baccini 0.23.067.9.

  Massimiliano FEDRIGA (LNP) interviene sul subemendamento Dal Lago 0.23.067.14 che reca misure volte ridurre la remunerazione dei dirigenti pubblici. A suo avviso il parametro dell'indennità dei parlamentari appare ragionevole in una fase di crisi come l'attuale, in cui vengono chiesti sacrifici anche ai pensionati e in cui occorre operare nel segno della giustizia sociale.

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  Gianfranco CONTE, presidente, avverte che essendo imminente l'inizio dell'audizione del Presidente del Consiglio dei Ministri, in base a quanto convenuto nella riunione congiunta degli Uffici di presidenza, integrati dai rappresentanti dei gruppi, delle Commissioni, le stesse procederanno al seguito dell'esame delle proposte emendative al termine dell'audizione.

  La seduta, sospesa alle 22, riprende alle 23.35.

  Gianfranco CONTE, presidente, avverte che i relatori hanno proceduto ad una riformulazione dell'emendamento 23.067.

  Maurizio LEO (PdL), relatore per la VI Commissione, evidenzia che si è avvertita l'esigenza di rimodulare l'ambito soggettivo dell'emendamento in esame, al fine di ricomprendere nella sfera applicativa anche il personale pubblico non contrattualizzato ed evitare così ingiustificate disparità di trattamento. In tal senso si è inteso quindi presentare una riformulazione dell'emendamento dei relatori 23.067.

  Mario BACCINI (PdL) invita i relatori a verificare la portata soggettiva dell'emendamento, atteso che l'attuale formulazione appare condivisibile se riferita ai pubblici dipendenti ma risulta invece incongrua per la parte in cui incide anche sugli emolumenti di professionisti privati che prestino la loro opera a favore del soggetto pubblico.

  Ugo SPOSETTI (PD) evidenzia che la riformulazione proposta dai relatori, e segnatamente il nuovo comma 2-bis, presta il fianco al rischio di una sostanziale vanificazione della previsione che si intende introdurre, in quanto consente una facoltà di deroga senza veri limiti, e senza nemmeno precisare la natura delle motivazioni che consentono la suddetta deroga. Appare altresì singolare che si preveda un tetto di spesa differenziato per il rimborso spese a favore di chi ricopre posizioni apicali.

  Rolando NANNICINI (PD) preannuncia il proprio voto contrario sull'emendamento, che risulta estraneo all'ispirazione originaria del decreto sulla riduzione dei costi della politica e degli apparati amministrativi, che invece continua a ritenere pienamente condivisibile.

  Amedeo CICCANTI (UDCpTP), condividendo i rilievi critici già espressi dal collega Baccini, segnala che il tenore letterale della disposizione amplia eccessivamente il campo di applicazione soggettiva della norma; inoltre, si prevedono deroghe per le posizioni apicali senza tenere in considerazione che nella magistratura non sono certo configurabili strutture gerarchizzate con relative posizioni di vertice. Si tratta quindi di due errori nella formulazione della norma che auspica possano essere corretti dai relatori.

  Massimo POLLEDRI (LNP), intervenendo sull'ordine dei lavori, chiede rassicurazioni alla presidenza in ordine alla possibilità di votare le proposte emendative che il suo gruppo ha segnalato già dalla seduta del giorno precedente.

  Gianfranco CONTE, presidente, ricorda che in base all'esigenza di iniziare l'esame del provvedimento in Assemblea entro la mattinata di mercoledì 14 dicembre, l'intesa intercorsa con la presidenza della Camera è stata nel senso di concludere i lavori delle Commissioni entro la mezzanotte. Ciò impone tempi serrati nella prosecuzione dell'esame delle proposte emendativa ancora non discusse.

  Maurizio LEO (PdL), relatore per la VI Commissione, precisa che la nuova formulazione proposta dai relatori, nell'introdurre la possibilità di deroghe, affida tuttavia tale determinazione alla valutazione del Presidente del consiglio dei ministri, anche per ciò che concerne la congruità delle motivazioni poste a giustificazione della deroga medesima.

  Renato CAMBURSANO (IDV) chiede di sottoscrivere l'emendamento Dal Lago e dichiara il proprio voto favorevole.

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  Massimiliano FEDRIGA (LNP) sottolinea che le problematiche sollevate dai colleghi in ordine all'emendamento in discussione potrebbero trovare soluzione con l'approvazione del subemendamento Dal Lago 0.23.067.14 che, fissa come parametro di riferimento per le retribuzioni il trattamento economico dei membri del Parlamento.

  Claudio D'AMICO (LNP) sollecita l'approvazione del subemendamento Dal Lago 0.23.067.14, anche in funzione dei risparmi che ne deriverebbero, essendo il trattamento economico dei parlamentari inferiore a quello del primo presidente della Corte di cassazione.

  Le Commissioni, con distinte votazioni, respingono i subemendamenti Dal Lago 0.23.067.14 e Fallica 0.23.067.4.

  Silvana Andreina COMAROLI raccomanda l'approvazione del subemendamento a sua firma 0.23.067.3. Ritiene infatti che i limiti al trattamento economico debbano valere anche per coloro che ricevono emolumenti da enti che hanno natura privata ma che godono di risorse pubbliche.

  Massimo POLLEDRI (LNP) raccomanda l'approvazione del subemendamento Bragantini 0.23.067.10, finalizzato anch'esso a prevedere limiti al trattamento economico, estendendoli a coloro che prestano la propria opera nei confronti di testate giornalistiche che beneficiano di finanziamenti pubblici. Evidenzia che la proposta si muove nell'ottica di migliorare il testo nel senso dell'equità, come suggerito dal presidente Monti.

  Renato CAMBURSANO (IDV), Antonio BORGHESI (IDV) e Ignazio MESSINA (IDV) chiedono di sottoscrivere i subemendamenti Comaroli 0.23.067.3 e Bragantini 0.23.067.10.

  Mario BACCINI (PdL) e Marco PUGLIESE (MISTO) dichiarano il proprio voto favorevole su entrambi i subemendamenti.

  Amedeo CICCANTI (UDCpTP) osserva che le proposte in discussione potrebbero anche risultare superflue alla luce del tenore letterale del testo dell'emendamento dei relatori, che appare assolutamente generico nell'individuazione dei soggetti cui si possono applicare i limiti alla corresponsione di emolumenti.

  Pier Paolo BARETTA (PD), relatore per la V Commissione, comprende le motivazioni sottese alle proposte in discussione. Ritiene tuttavia di confermare il parere negativo dei relatori su entrambi i subemendamenti, frutto di una valutazione equilibrata di quali debbano essere i limiti del potere di imporre per via legislativa determinati tetti stipendiali, soprattutto nel settore dei rapporti tra privati.

  Le Commissioni respingono il subemendamento Comaroli 0.23.067.3.

  Gianfranco CONTE, presidente, pone in votazione il subemendamento Bragantini 0.23.067.10, invitando i segretari di presidenza ad assisterlo nelle operazioni di voto ed a verificarne i risultati.

  Le Commissioni respingono il subemendamento Bragantini 0.23.067.10.

  Claudio D'AMICO (LNP) denuncia che nel corso delle operazioni di voto testè svolte si sono verificati fatti di assoluta gravità. Infatti, a fronte di un risultato che appariva favorevole al subemendamento, la presidenza ha consentito che l'esito fosse poi sovvertito con la partecipazione al voto di deputati che non lo avevano fatto in prima battuta.

  Gianfranco CONTE, presidente, ribadisce che le votazioni si sono svolte in modo regolare, come attestato dai segretari di presidenza.

  Le Commissioni, con distinte votazioni, respingono quindi i subemendamenti Polledri Pag. 360.23.067.1, Montagnoli 0.23.067.11 e Fallica 0.23.067.5.

  Alessandro MONTAGNOLI (LNP) raccomanda l'approvazione del subemendamento a sua firma 0.23.067.12, il cui obiettivo è quello di consentire la fissazione di costi standard per le remunerazioni degli amministratori locali, al fine di eliminare le attuali disparità esistenti, in particolare, tra gli enti del nord e quelli del sud dell'Italia.

  Le Commissioni, con distinte votazioni, respingono i subemendamenti Montagnoli 0.23.067.12, Comaroli 0.23.067.2, Fallica 0.23.067.6 e Crosetto 0.23.067.8.

  Mario BACCINI (PdL), richiamando i contenuti del suo precedente intervento, dichiara di ritirare il subemendamento a sua firma 0.23.067.9, auspicando tuttavia che i relatori possano svolgere comunque un'ulteriore riflessione in ordine alla necessità di escludere l'applicazione del loro emendamento anche ai professionisti che prestano la loro opera a favore degli enti pubblici.

  Massimo POLLEDRI (LNP), preliminarmente alla votazione dell'emendamento dei relatori 23.067 sollecita la presidenza a valutare se si tratti realmente di mera riformulazione o se, come sembra evidente, si sia di fronte ad una sostanziale riscrittura del testo, che dovrebbe quindi riaprire le possibilità di subemendarne i nuovi contenuti.

  Rolando NANNICINI (PD), richiamando il suo precedente intervento, conferma il proprio voto contrario sull'emendamento.

  Gianfranco CONTE, presidente, conferma la valutazione delle presidenze secondo cui i relatori hanno legittimamente operato una riformulazione dell'articolo aggiuntivo 23.067, che pone in votazione.

  Le Commissioni approvano l'emendamento dei relatori 23.067 nel testo riformulato.

  Giancarlo GIORGETTI, presidente, fa presente che, restando da votare le proposte emendative accantonate, l'esigenza di iniziare domattina l'esame del provvedimento in Assemblea, come richiamato dal Presidente della Camera, impone di limitare il voto da parte delle Commissioni riunite ai soli emendamenti e subemendamenti del Governo e dei relatori. Nel rendersi conto dell'inevitabile forzatura, comunque già verificatasi nel passato, ribadisce l'impossibilità di derogare a tale impostazione, pur prendendo atto della compressione dei margini di iniziativa dei commissari e dei relatori stessi.

  Massimo Enrico CORSARO (PdL), ricordando come siano state accantonate numerose proposte emendative anche in attesa di eventuali riformulazioni da parte dei relatori e del Governo, chiede alla presidenza di elencare nel dettaglio quelle che intende porre in votazione.

  Giancarlo GIORGETTI, presidente, dichiara che saranno posti in votazione i subemendamenti 0.13.112.92 e 0.13.112.94 dei relatori, l'emendamento 13.112 del Governo, l'emendamento 13.113 dei relatori, gli emendamenti 28.21 e 32.30 del Governo e l'emendamento 30.57 dei relatori.

  Antonio BORGHESI (IdV), nel prendere atto della dichiarazione della presidenza, ritiene che non si possano fare eccezioni circa le rimanenti proposte emendative che resterebbero escluse dalla votazione.

  Giancarlo GIORGETTI, presidente, al fine di fugare ogni dubbio, dà nuovamente lettura dell'elenco delle proposte emendative che la presidenza porrà in votazione.

  Maurizio FUGATTI (LNP) ricorda che sin da domenica sera le Commissioni erano in attesa delle proposte emendative sulle pensioni e la tassazione immobiliare e che il tempo è passato da una sospensione all'altra sino a poco fa. Ritiene che la procedura indicata dalla presidenza Pag. 37impedisca la discussione su alcune delle parti più importanti della manovra non solo in questa sede, ma anche in Assemblea e nell'altro ramo del Parlamento, a causa della nota «blindatura» del provvedimento. Sottolinea tale privazione dei diritti non solo dell'opposizione, ma anche della maggioranza parlamentare, dopo che lo stesso Presidente del Consiglio e Ministro dell'economia e delle finanze ha definito le nuove norme in materia pensionistica come la più grande riforma ami fatta. Dichiara che i componenti del suo gruppo sono pronti a lavorare tutta la notte per esercitare le funzioni spettanti al Parlamento.

  Gianfranco CONTE, presidente, ribadisce l'incompatibilità dei tempi richiesti dall'onorevole Fugatti, in quanto le Commissioni sono già in ritardo rispetto alle scadenze indicate.

  Marco Giovanni REGUZZONI (LNP) ritiene che non sia in discussione soltanto la sostanza del provvedimento, ma il diritto dei parlamentari singoli di esprimersi e quello complessivo del Parlamento di esercitare la funzione legislativa. Dichiara che il suo gruppo non potrà non tenere conto nel prosieguo dell’iter del provvedimento stesso, anche in Assemblea.

  Maurizio FUGATTI (LNP) preannuncia la presentazione di una relazione di minoranza da parte del proprio gruppo.

  Gianfranco CONTE, presidente, pone in votazione insieme i subemendamenti e gli emendamenti precedentemente indicati dalla presidenza, avvertendo che tutte le altre proposte emendative dichiarate ammissibili non poste in votazione sono da intendersi respinte, al fine di consentirne la ripresentazione in Assemblea.

  Le Commissioni approvano, con votazione riassuntiva, i subemendamenti 0.13.112.92 e 0.13.112.94 dei relatori, l'emendamento 13.112 del Governo nel testo emendato, l'emendamento 13.113 dei relatori, gli emendamenti 28.21 e 32.30 del Governo, nonchè l'emendamento 30.57 dei relatori.

  Giancarlo GIORGETTI, presidente, comunica che, in seguito all'approvazione dell'emendamento 13.112 del Governo e del relativo subemendamento 0.3.112.92 dei relatori, risulta modificata la dotazione del Fondo per il finanziamento di interventi a favore dell'incremento dell'occupazione giovanile e delle donne, che concorre alla determinazione del complesso degli oneri di cui all'articolo 49, comma 1. Occorre quindi modificare, per ragioni di coordinamento formale, l'articolo 49, comma 1, con i seguenti importi: 13.048,628 milioni di euro per l'anno 2015, 14.330,928 per l'anno 2016, 13.838,228 per l'anno 2017, 14.156,228 per l'anno 2018, 14.466,128 per l'anno 2019, 14.778,428 per l'anno 2020, 15.090,728 per l'anno 2021, 15.403,028 per l'anno 2022, 15.421,128 a decorrere dall'anno 2023.
  Segnala, inoltre, che, ai fini dell'approvazione dell'emendamento 13.112, in conformità a quanto previsto dalla relazione tecnica, occorre prevedere all'articolo 24 uno specifico comma che disponga che l'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 10, comma 5, del decreto-legge n. 282 del 2004 sia ridotta di 500.000 euro per l'anno 2013. Sottopone, quindi, alle Commissioni talune correzioni di forma al testo del decreto-legge (vedi allegato 2), avvertendo che tali correzioni dovranno essere coordinate con le modifiche introdotte a seguito dell'approvazione delle proposte emendative.

  Le Commissioni concordano sulle correzioni di forma.

  Antonio BORGHESI (IdV) chiede chiarimenti sull'ordine dei lavori, affermando che la presidenza ha già proceduto a porre in votazione il conferimento del mandato ai relatori.

  Giancarlo GIORGETTI, presidente, fa presente all'onorevole Borghesi che le Commissioni hanno proceduto soltanto ad una votazione in blocco delle proposte emendative indicate dalla presidenza.

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  Antonio BORGHESI (IdV) contesta che la presidenza abbia proceduto in tal modo.

  Giancarlo GIORGETTI, presidente, ribadisce che le Commissioni devono ancora votare il conferimento del mandato ai relatori.

  Antonio BORGHESI (IdV) rinnova la sua protesta.

  Pier Paolo BARETTA (PD), relatore per la V Commissione, invita i colleghi ad uno sforzo di comprensione sulla base dell'andamento dei lavori. Stante l'importanza della materia pensionistica, chiede che sia posto in votazione l'ulteriore emendamento dei relatori 0.13.112.95, ove siano tutti gli altri ritirati.

  Giancarlo GIORGETTI, presidente, chiede all'onorevole Baretta di chiarire quali emendamenti stia facendo riferimento, ribadendo l'esigenza di chiudere al più presto i lavori delle Commissioni.

  Pier Paolo BARETTA (PD), relatore per la V Commissione, lamenta che la presidenza non abbia concordato con i relatori il metodo seguito.

  Massimo VANNUCCI (PD), nel fare appello alla correttezza dei lavori sin qui seguita ed ai risultati ottenuti nonostante l'emergenza della situazione, la complessità del provvedimento e la novità della maggioranza, invita i colleghi a non pregiudicare sul filo di lana il lavoro svolto costruttivamente. A suo avviso, fermo restando l'impegno preso dal Governo di attenersi al testo approvato dalle Commissioni nelle successive fasi dell’iter del provvedimento, si potrebbero concordare ulteriori emendamenti dei relatori in materia pensionistica che non risulterebbe possibile votare ora in sede referente.

  Maurizio FUGATTI (LNP) ritiene che non sia possibile fare alcuna eccezione, altrimenti le Commissioni dovrebbero procedere a votare tutti gli emendamenti presentati.

  Massimo VANNUCCI (PD) chiede che il Governo si esprima sulla situazione che si è determinata.

  Antonio BORGHESI (IdV) denuncia il mancato rispetto del Parlamento nel non consentire l'esame ed il voto di ciascun emendamento.

  Massimo Enrico CORSARO (PdL) considera curioso l'invito al Governo di venire meno al rapporto di lealtà instauratosi con il Parlamento sin dall'inizio della legislatura e di cui si è sempre reso garante il Presidente della Camera. Chiede alla presidenza di fare chiarezza al riguardo, ritenendo che sarebbe un grave vulnus se tale prassi fosse interrotta.

  Giancarlo GIORGETTI, presidente, ribadisce la correttezza della presidenza nella conduzione dei lavori, nell'interesse del Governo, della maggioranza e del Paese, riconoscendo che l'opposizione avrebbe meritato un più ampio margine di discussione. Ribadisce altresì che al riguardo esistono numerosi precedenti, richiamando quello del luglio 2009.

  Gianfranco CONTE, presidente, evidenzia che la presidenza ha operato così come aveva preannunciato.

  Antonio BORGHESI (IdV) contesta l'applicabilità del precedente richiamato dalla presidenza.

  Dario FRANCESCHINI (PD), richiamandosi alla delicatezza della situazione e pur comprendendo il valore dei precedenti, ritiene inopportuno procedere al conferimento del mandato ai relatori, se da parte loro viene una richiesta di un'ulteriore votazione, senza peraltro che il Governo sia stato interpellato al riguardo. Chiede che la parola torni ai relatori ed al Ministro per i rapporti con il Parlamento.

  Antonio BORGHESI (IdV) reitera la sua protesta.

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  Gianfranco CONTE, presidente, richiama all'ordine l'onorevole Borghesi e ribadisce i termini della votazione formulata dalla presidenza come unica, senza che nessuno abbia nulla eccepito. Essendosi pervenuti alla fase del conferimento del mandato ai relatori, ritiene impossibile tornare su quanto già votato.

  Massimo POLLEDRI (LNP), nell'apprezzare il riconoscimento del presidente Giorgetti nei confronti dell'opposizione, preannuncia che il suo gruppo non parteciperà al voto per il conferimento del mandato ai relatori. Protestando nuovamente per la limitazione drasticamente imposta alla discussione, lamenta che la presidenza abbia invece concesso la parola all'onorevole Franceschini, osservando che i relatori hanno avuto sei giorni di tempo e che pertanto hanno dimostrato una disattenzione che resta da imputare alla maggioranza ed al Governo. Fa peraltro rilevare all'onorevole Baretta che il gruppo del PdL si è dissociato dalla sua impostazione.

  Gianfranco CONTE, presidente, richiama all'ordine per la seconda volta il deputato Borghesi, invitandolo ad abbandonare l'aula.

  Il deputato Borghesi lascia l'Aula della Commissione.

  Pier Paolo BARETTA (PD), relatore per la V Commissione, richiama i termini del lavoro sin qui svolto in un clima di utile e costruttivo confronto da conservare sino in fondo. Ricorda come nei casi precedenti, non fosse intervenuta una scadenza all'improvviso, ma essa fosse stata sempre concordata. Chiarisce che, da parte dei relatori non si è posto mai alcun impedimento all'esame di tutti gli emendamenti presentati. A seguito, tuttavia, della sopravvenuta esigenza di concludere l'esame in sede referente in tempo utile per la discussione generale in Assemblea, prevista per domani mattina, precisa che entrambi i relatori hanno ritenuto che sarebbe stato opportuno portare a compimento il ragionamento condiviso da tutti i gruppi di maggioranza in materia pensionistica. Facendo presente che, se avesse avuto la possibilità di articolare l'espressione dei pareri sulle proposte emendative, avrebbe potuto influenzare l'orientamento delle Commissioni. Ribadisce l'opportunità di prendere in considerazione gli ulteriori emendamenti ritenuti utili.

  Gianfranco CONTE, presidente, sottolinea di aver richiamato tre volte i colleghi alla scadenza del tempo a disposizione senza avere evidentemente ricevuto la dovuta attenzione. Ribadisce il dovere della presidenza di garantire che domattina il testo del provvedimento sia disponibile in Assemblea.

  Antonino LO PRESTI (FLpTP) invita la presidenza a valutare nel merito la segnalazione del relatore per la V Commissione.

  Gianfranco CONTE, presidente, reitera l'impossibilità di proseguire nell'esame in sede referente, dovendo porre in votazione il conferimento del mandato ai relatori.

  Pier Paolo BARETTA (PD), relatore per la V Commissione, insiste sull'inopportunità della soluzione procedurale prescelta.

  Gianfranco CONTE, presidente, ribadisce l'impossibilità di porre in votazione ulteriori emendamenti, ferma restando l'eventualità che il Governo possa accoglierli nel caso della presentazione di una nuova proposta emendativa complessiva in Assemblea.

  Massimo Enrico CORSARO (PdL), invitando i colleghi concludere serenamente i lavori, si rende conto che il clima di concitazione e passione possa aver impedito ai relatori di formulare un'ulteriore proposta emendativa. Dichiara pertanto la disponibilità del suo gruppo in tal senso, ferme restando le votazioni già svolte.

  Gianfranco CONTE, presidente, ritiene percorribile la strada indicata dall'onorevole Corsaro solo se vi fosse l'unanimità dei gruppi.

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  Maurizio FUGATTI (LNP) dichiara che il suo gruppo non ha assunto un atteggiamento ostruzionistico e che farà altrettanto in Assemblea se non verrà posta la questione di fiducia. In tale ottica, ritiene impossibile riaprire le votazioni per una sola proposta emendativa, a meno che non siano posti in votazione anche tutti gli emendamenti del suo gruppo. Ribadisce che il suo gruppo non parteciperà al voto per il conferimento del mandato ai relatori e chiede, a nome del suo gruppo, di poter svolgere il ruolo di relatore di minoranza insieme al deputato Bitonci, rispettivamente per la VI e per la V Commissione.

  Gianfranco CONTE, presidente, prende atto del disaccordo del gruppo della Lega sulla proposta dell'onorevole Corsaro e pone in votazione il conferimento ai relatori del mandato a riferire favorevolmente presso l'Assemblea.

  Le Commissioni deliberano di conferire ai deputati Baretta, per la V Commissione, e Leo, per la VI Commissione, il mandato a riferire all'Assemblea in senso favorevole sul provvedimento in esame, come modificato per effetto degli emendamenti approvati dalle Commissioni, chiedendo di autorizzarli a riferire oralmente.

  Gianfranco CONTE, presidente, avverte che il gruppo Lega Nord Padania ha designato come relatore di minoranza i deputati Bitonci e Fugatti e fa presente che le Presidenze delle Commissioni si riservano di designare i componenti del Comitato dei nove sulla base delle indicazioni dei gruppi.

  La seduta termina alle 0.50 del 14 dicembre 2011.

AUDIZIONI

  Martedì 13 dicembre 2011. — Presidenza del Presidente della VI Commissione Gianfranco CONTE, indi del Presidente della V Commissione Giancarlo GIORGETTI – Interviene il Presidente del Consiglio dei ministri e Ministro dell'economia e delle finanze Mario Monti.

  La seduta comincia alle 22.05.

Audizione del Presidente del Consiglio dei ministri e Ministro dell'economia e delle finanze, Mario Monti, sul disegno di legge C. 4829 di conversione del decreto-legge n. 201 del 2011, recante disposizioni urgenti per la crescita, l'equità e il consolidamento dei conti pubblici.
(Svolgimento, ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento e conclusione).

  Gianfranco CONTE, presidente, avverte che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso, la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati. Introduce, quindi, l'audizione.

  Mario MONTI, Presidente del Consiglio dei ministri e Ministro dell'economia e delle finanze, svolge una relazione sui temi oggetto dell'audizione.

  Intervengono, per formulare quesiti ed osservazioni, Massimo Enrico CORSARO (PdL), Michele VENTURA (PD), Maurizio FUGATTI (LNP), Roberto OCCHIUTO (UdCpTP), Antonio BORGHESI (IdV), Chiara MORONI (FLpTP), Bruno TABACCI (Misto-ApI) e Marco PUGLIESE (Misto), ai quali replica Mario MONTI, Presidente del Consiglio dei ministri e Ministro dell'economia e delle finanze.

  Giancarlo GIORGETTI, presidente, ringrazia il Presidente Monti e dichiara conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 23.35.

  N.B.: Il resoconto stenografico della seduta è pubblicato in un fascicolo a parte.

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ERRATA CORRIGE

  Nel Bollettino delle Giunte e delle Commissioni parlamentari n. 578 del 12 dicembre 2011, a pagina 33, sostituire la seconda colonna, con il seguente periodo:
  Dopo l'articolo 6, aggiungere il seguente:

Art. 6-bis.
(Remunerazione onnicomprensiva degli affidamenti e degli sconfinamenti).

  1. Nel decreto legislativo 1o settembre 1993, n. 385, e successive modificazioni, dopo l'articolo 117, è inserito il seguente:
  «Art. 117-bis. – (Remunerazione degli affidamenti e degli sconfinamenti). – 1. I contratti di apertura di credito possono prevedere, quali unici oneri a carico del cliente, una commissione onnicomprensiva, calcolata in maniera proporzionale rispetto alla somma messa a disposizione del cliente e alla durata dell'affidamento, e un tasso di interesse debitore sulle somme prelevate. L'ammontare della commissione non può superare lo 0,5 per cento, per trimestre, della somma messa a disposizione del cliente.
  2. A fronte di sconfinamenti in assenza di affidamento ovvero oltre il limite del fido, i contratti di conto corrente e di apertura di credito possono prevedere, quali unici oneri a carico del cliente, una commissione di istruttoria veloce determinata in misura fissa, espressa in valore assoluto, commisurata ai costi e un tasso di interesse debitore sull'ammontare dello sconfinamento.
  3. Le clausole che prevedono oneri diversi o non conformi rispetto a quanto stabilito nei commi 1 e 2 sono nulle. La nullità della clausola non comporta la nullità del contratto.
  4. Il CICR adotta disposizioni applicative del presente articolo e può prevedere che esso si applichi ad altri contratti per i quali si pongano analoghe esigenze di tutela del cliente; il CICR prevede i casi in cui, in relazione all'entità e alla durata dello sconfinamento non sia dovuta la commissione di istruttoria veloce di cui al comma 2».
6. 012. (nuova formulazione) Fugatti.

  Nel Bollettino delle Giunte e delle Commissioni parlamentari n. 578 del 12 dicembre 2011, a pagina 34, seconda colonna, terza riga: le parole: «25 novembre 2010» sono sostituite dalle seguenti «2 agosto 2011».

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