CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 6 dicembre 2011
572.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari esteri e comunitari (III)
COMUNICATO
Pag. 50

SEDE CONSULTIVA

  Martedì 6 dicembre 2011. — Presidenza del presidente Stefano STEFANI. — Interviene il sottosegretario di Stato agli affari esteri Marta Dassù.

  La seduta comincia alle 14.

Variazione nella composizione della Commissione.

  Stefano STEFANI, presidente, comunica che l'onorevole Guido Crosetto, componente del gruppo Popolo della Libertà, ha cessato di far parte della Commissione e che, in sua sostituzione, è tornato a farne parte l'onorevole Osvaldo Napoli.

Disposizioni in materia di insequestrabilità delle opere d'arte prestate da uno Stato, da un ente o da un'istituzione culturale stranieri, durante la permanenza in Italia per l'esposizione al pubblico.
C. 4432, approvato dal Senato, e abb.

(Parere alla VII Commissione).
(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

  Stefano STEFANI, presidente, coglie l'occasione per rivolgere un cordiale benvenuto, anche a nome di tutti i colleghi componenti della Commissione, al sottosegretario di Stato Marta Dassù, che interviene Pag. 51per la prima volta in tale veste ai lavori della Commissione stessa, e per complimentarsi con il collega Pianetta per la sua nomina a capogruppo del Popolo della Libertà.

  Enrico PIANETTA (PdL), relatore, illustra il provvedimento in titolo segnalando che l'argomento era già stato affrontato in una passata legislatura e che l'esame ha luogo sul testo come modificato da un emendamento approvato dalla Commissione di merito interamente sostitutivo dell'articolo unico della proposta di legge.
  Ricorda che la Commissione cultura ha iniziato l'esame del provvedimento lo scorso 14 luglio e, dopo alcune audizioni informali di esperti del settore, che hanno sottolineato i punti critici del testo approvato dal Senato, ha approvato l'emendamento sopra richiamato, frutto dell'intesa tra i diversi gruppi parlamentari, nella seduta dello scorso 9 novembre, con l'intenzione di richiedere, dopo l'espressione del parere da parte delle commissioni in sede consultiva, di proseguire l'esame del provvedimento in sede legislativa.
  Il provvedimento prevede che, fermo restando quanto disposto dalle convenzioni e dagli accordi internazionali vigenti per l'Italia e dalla normativa comunitaria vigente, e fatti salvi i rapporti internazionali anche discendenti da accordi di carattere bilaterale, al fine di semplificare l'importazione temporanea di beni culturali destinati a esposizioni il Ministero per i beni e le attività culturali può, su richiesta dell'istituzione che riceve in prestito il bene culturale, rilasciare all'istituzione straniera che concede le opere in prestito temporaneo, una garanzia di restituzione valida per la durata dell'esposizione.
  Il Ministero per i beni e le attività culturali qualora non rinvenga incompatibilità con le normative internazionali e sovranazionali adotta, di concerto con il Ministero degli affari esteri, uno o più decreti per esposizione nei quali siano definiti la garanzia di restituzione, la lista descrittiva e la provenienza dei beni oggetto della garanzia, il periodo temporale durante il quale i beni si intendono in esposizione in Italia, i soggetti autorizzati all'esposizione, cui i beni sono affidati e che assumono l'impegno di restituirli al soggetto che li ha messi loro a disposizione.
  La garanzia di restituzione, può essere rilasciata a condizione che non sia stato fatto ufficialmente valere, fino al momento dell'emanazione del decreto di cui sopra, un titolo di proprietà sul bene o sui beni oggetto della richiesta di garanzia di restituzione e che nel contratto di prestito sia esplicitamente concordato che a conclusione dell'esposizione i beni culturali torneranno nello Stato contraente da cui sono stati prestati.
  Osserva che il nuovo testo, pur rappresentando un passo avanti rispetto a quello trasmesso dal Senato, suscita ancora talune perplessità che suggeriscono un ulteriore approfondimento conoscitivo.
  Precisa di riferirsi innanzitutto al titolo della proposta di legge, dal momento che la fattispecie dell'insequestrabilità non è più esplicitamente contemplata. Quanto alla garanzia di restituzione, ritiene che non ne sia chiaramente definita la portata né l'eventuale conseguenza, in caso di inadempimento, del configurarsi di una responsabilità internazionale dell'Italia e del correlativo contenzioso.
  Evidenzia in proposito che la rivendicazione della proprietà del bene culturale non può essere limitata al momento dell'emanazione del decreto di garanzia, in quanto proprio la mostra o esposizione del bene stesso ne potrebbe costituire la pubblica riemersione del mercato nero.
  Sottolinea che un altro profilo bisognoso di chiarificazione riguarda il pericolo che si possa in qualche modo rendere più difficile il sequestro di beni culturali rivendicati dagli eredi delle vittime di gravissimi illeciti, come le vittime della Shoah.
  Pur prendendo atto che la Commissione di merito ha già proceduto all'audizione informale di alcuni esperti, ritiene quindi opportuna una consultazione di UNIDROIT, organizzazione internazionale che ha sede a Roma e che percepisce un contributo annuale ministeriale, nel cui Pag. 52ambito è stata stipulata nel 1995 la Convenzione sul ritorno dei beni culturali rubati o illecitamente esportati, anche al fine di acquisire elementi di comparazione con le legislazioni vigenti in altri Stati.

  Il sottosegretario Marta DASSÙ condivide le riflessioni esposte dal relatore e concorda sull'opportunità di audire rappresentanti di UNIDROIT per acquisire ulteriori elementi informativi sul tema.

  Francesco TEMPESTINI si associa alla richiesta di approfondimento manifestata dal relatore.

  Stefano STEFANI, presidente, rinvia il seguito dell'esame del provvedimento ad altra seduta.

  La seduta termina alle 14.10.

RISOLUZIONI

  Martedì 6 dicembre 2011. — Presidenza del presidente Stefano STEFANI. — Interviene il sottosegretario di Stato agli affari esteri Marta Dassù.

  La seduta comincia alle 14.10.

7-00738 Adornato: Sulla situazione dei diritti umani in Tibet.
(Discussione e conclusione – Approvazione della risoluzione n. 8-00154).

  La Commissione inizia la discussione della risoluzione in titolo.

  Stefano STEFANI, presidente, comunica che l'onorevole Malgieri ha fatto pervenire la sua sottoscrizione della risoluzione in titolo.

  Marco ZACCHERA (PdL), Renato FARINA (PdL), Enrico PIANETTA (PdL) e Jean Leonard TOUADI (PD) dichiarano di sottoscrivere la risoluzione in titolo.

  Ferdinando ADORNATO (UdCpTP), nel ringraziare i colleghi per l'adesione, illustra la risoluzione in titolo che attiene ad una questione assai nota di recente riacutizzatasi per il suicidio di undici religiosi tibetani, naturalmente stigmatizzato dal Dalai Lama, il quale non ha però potuto che riferirlo al clima di disperazione che il suo popolo vive a causa dell'incessante repressione cinese. Nel manifestare profondo disappunto per il fatto che la Cina non tenga nel debito conto la rinuncia ormai risalente da parte tibetana all'indipendenza, ritiene opportuno che la voce della Camera dei deputati si aggiunga a quella del Parlamento europeo. Coglie poi l'occasione di annunciare l'iniziativa di un incontro con il Presidente del Parlamento tibetano in esilio che si terrà a Roma martedì prossimo. Riformula infine la risoluzione da lui proposta nel senso di sostituire, al secondo capoverso della parte motiva, le parole «canale diplomatico reale» con le parole «dialogo diretto ed effettivo», che considera più incisive.

  Il sottosegretario Marta DASSÙ ringrazia i promotori della risoluzione in discussione per la sensibilità verso la triplice dimensione della questione tibetana, che richiama i diritti umani, i diritti delle minoranze e la libertà religiosa. Nel riferirsi alla priorità riconosciuta ai diritti umani dal Ministro Terzi nella recente audizione sulle linee programmatiche, in continuità con l'atteggiamento del Ministro Frattini, esprime il consenso del Governo sulla parte motiva e dispositiva della risoluzione ivi inclusa la riformulazione da ultimo avanzata. Chiarendo come non sia in alcun modo in discussione la sovranità cinese sul Tibet, assicura che la pressione europea sarà senz'altro più efficace di quella nazionale, pur giudicando attualmente ancora insufficienti i risultati del dialogo politico tra Cina ed Unione europea.

  Franco FRATTINI (PdL), nell'approvare la riformulazione proposta, invita il primo firmatario della risoluzione, sulla base dell'esperienza acquisita nel precedente Pag. 53esecutivo, a prendere in considerazione l'opportunità di precisare che i contatti tra cinesi e tibetani si erano avviati ed avevano registrato alcuni progressi circa le garanzie minime di esercizio del culto, per cui si potrebbe inserire la richiesta della loro ripresa tra i temi delle relazioni euro-cinesi.

  Marco ZACCHERA (PdL) condivide l'obiettivo della risoluzione, richiamando i precedenti atti di indirizzo già votati in Assemblea ed in Commissione, portando altresì la testimonianza derivante da una missione parlamentare in loco circa l'ingerenza del governo cinese nella sfera religiosa.

  Gianpaolo DOZZO (LNP), nell'associarsi al ricordo dei numerosi atti di indirizzo già votati senza apprezzabili risultati, richiama l'incontro del Ministro Terzi con il suo omologo cinese appena avvenuto a margine della Conferenza di Bonn sull'Afghanistan per sapere se in quella occasione la questione dei diritti umani sia stata o meno affrontata, ritenendo che possa essere messa all'ordine del giorno dei futuri contatti bilaterali ed in particolare della prossima sessione del comitato intergovernativo.

  Francesco TEMPESTINI (PD) concorda con le proposte di riformulazione dei colleghi Adornato e Frattini ed invita a riflettere sulla sollecitazione del collega Dozzo. Condivide la maggiore efficacia dell'iniziativa europea cui evidentemente si raccorda l'azione nazionale. Ritiene che non ci sia nulla da chiedere in più al Governo nella parte dispositiva, nella certezza che eseguirà gli impegni con fatti concreti.

  Margherita BONIVER (PdL) lamenta come la Cina abbia già risolto la questione tibetana de facto favorendo l'immigrazione dell'etnia han e proseguendo nella persecuzione dell'etnia tibetana. Ritiene comunque indispensabile tenere alta la bandiera della protezione dei diritti umani del popolo tibetano, ai cui danni è stato operato un vero e proprio «culturicidio». Si augura che l'Italia torni a ricevere presto il Dalai Lama, nonostante le prevedibili proteste cinesi. Auspica poi il superamento dell'ipocrisia europea che ha sinora impedito la nomina di un inviato speciale dell'UE per il Tibet.

  Ferdinando ADORNATO (UdCpTP) replica al collega Dozzo, pur comprendendo il realismo delle sue osservazioni, che l'iniziativa odierna è un atto utile e giusto, non solo per ragioni di coscienza, ma anche per dare fiducia e coraggio ai tibetani, senza escludere la lezione della storia per cui ogni tanto anche lotte di lunga durata possono avere successo se sorrette da un ininterrotto impegno. Nel ringraziare il rappresentante del Governo della sensibile attenzione, auspica che si realizzi quanto prima un'occasione di incontro del nuovo ministro degli esteri con il Dalai Lama senza alcuna formula provocatoria nei confronti della Cina, lamentando che altri paesi che non l'hanno ricevuto o l'hanno fatto in sordina. Accogliendo l'indicazione dell'onorevole Frattini, riformula il primo punto del dispositivo aggiungendo infine le parole «nonché per chiedere l'immediata ripresa del dialogo tra le delegazioni cinese e tibetana interrotto nel 2010».

  Il sottosegretario Marta DASSÙ, nell'esprimere il consenso del Governo alla riformulazione appena avanzata, chiede che vi sia soppressa la parola «immediata».

  Ferdinando ADORNATO (UdCpTP) accoglie la richiesta del rappresentante del Governo.

  Gianpaolo DOZZO (LNP) invita il primo firmatario a riformulare il testo anche nel senso di impegnare il Governo ad includere il tema del Tibet nell'agenda del prossimo comitato intergovernativo. Insiste perché si faccia qualcosa di concreto e non ci si limiti a enunciazioni di principio, delegando l'iniziativa all'Unione europea.

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  Ferdinando ADORNATO (UdCpTP) ritiene che la richiesta dell'onorevole Dozzo costituisca una specificazione apprezzabile ma non indispensabile, chiedendo al riguardo il parere del rappresentante del Governo.

  Il sottosegretario Marta DASSÙ, ribadendo la maggiore efficacia della pressione collettiva europea, che evidentemente non esclude la partecipazione italiana, segnala che la proposta dell'onorevole Dozzo rischierebbe di ingenerare il dubbio che il tema non sia mai stato affrontato nei precedenti contatti bilaterali, come invece confermato dall'ex ministro Frattini.

  Gianpaolo DOZZO (LNP) dichiara di non partecipare al voto ritenendolo inutile.

  Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva quindi la risoluzione n. 7-00738, come successivamente riformulata, che assume il n. 8-00154 (vedi allegato 1).

7-00737 Nirenstein: Sul programma nucleare iraniano.
(Discussione e conclusione – Approvazione della risoluzione n. 8-00155).

  La Commissione inizia la discussione della risoluzione in titolo.

  Fiamma NIRENSTEIN (PdL), illustrando la risoluzione in titolo, ringrazia per la calendarizzazione e per l'adesione di rappresentanti di diversi gruppi. Ricorda come la questione del programma nucleare iraniano sia seguita dal presente e dal precedente governo con la massima attenzione, esercitando un'azione di contrasto decisa ed unitaria nei confronti di un Paese che viola i diritti umani e si mostra repressivo all'interno ed aggressivo all'esterno. Sottolinea la dimensione militare del programma stesso, ormai affermata dall'AIEA guidata valorosamente dal giapponese Amano, dopo le titubanze della precedente gestione dell'egiziano El Baradei. Segnala come il testo presentato sia rivolto alla raccolta del consenso più ampio ed in un certo senso sia prudente rispetto alle gravi minacce del regime iraniano alla pace mondiale ed in particolare alla sicurezza europea, mediterranea e mediorientale. Ricorda le ricorrenti violente manifestazioni presso le Nazioni Unite del presidente Ahmadinejad, che ormai costituiscono un costume intollerabile. Considera pertanto necessaria una voce parlamentare di condanna che favorisca la svolta internazionale in atto che sta ricompattando Stati Uniti ed Europa sull'inasprimento delle sanzioni. Raccomanda infine il pieno sostegno all'AIEA perché non ricada in quella sonnolenza che ha ritardato l'emersione della gravità della minaccia.

  Il sottosegretario Marta DASSÙ sottolinea l'importanza dell'attenzione del Parlamento su uno dei più drammatici punti di crisi dello scenario internazionale a fronte delle due dimensioni altrettanto rilevanti e preoccupanti del programma nucleare e della violazione dei diritti umani da parte dell'Iran. Ribadisce il crescente allarme dichiarato dal ministro Terzi circa l'acclarato intendimento di Teheran di portare avanti le sperimentazioni nucleari come denunciato dall'ultimo rapporto dell'AIEA di cui suggerisce la lettura integrale, a cui si unisce il peggioramento della situazione dei diritti umani. Nel dichiarare il consenso del Governo sul testo della risoluzione, ricorda come il Consiglio dei ministri degli esteri dell'UE abbia deciso lo scorso primo dicembre di predisporre un nuovo pacchetto sanzionatorio alla luce della piena unità del fronte occidentale dei paesi democratici, rimarcando la necessità di garantire la sicurezza dello Stato di Israele anche tenendo conto del contesto mediterraneo e mediorientale dopo le iniziali speranze suscitate dalla primavera araba. Rivendica, infine, il ruolo da protagonista che l'Italia sta giocando al riguardo.

  Francesco TEMPESTINI (PD) segnala il rilievo e il peso della risoluzione sottoscritta, Pag. 55tra gli altri, da un componente del suo gruppo, nel condividerne la parte dispositiva, pur considerando come invece nella parte motiva l'analisi della situazione avrebbe potuto essere più approfondita e rigorosa soprattutto nel riferimento al rapporto dell'AIEA. Ogni tentativo di forzatura di tale documento sarebbe infatti inutile, inopportuna ed inaccettabile. Chiede quindi chiarimenti al Governo circa le notizie diffuse dalla stampa in merito all'inclusione nel nuovo pacchetto di sanzioni del greggio iraniano ed alle relative difficoltà inerenti all'approvvigionamento energetico.

  Ferdinando ADORNATO (UdCpTP), nel ribadire il consenso del suo gruppo alla risoluzione di cui è cofirmatario, coglie l'occasione per esprimere al ministro Terzi ed al sottosegretario Dassù piena soddisfazione per la tempestiva reazione all'assalto subito dall'ambasciata britannica a Teheran, concretatasi nel richiamo per consultazioni del nostro capo-missione.

  Margherita BONIVER (PdL) approva la sostanza e lo spirito della risoluzione in discussione, pur nella consapevolezza della lunga strada da percorrere. Ritiene che toni anche più duri potrebbero essere impiegati nel condannare la repressione interna e la minaccia esterna del regime di Teheran che rende incandescente la situazione non solo in Medio Oriente e per lo Stato di Israele, ma anche per il Mediterraneo, l'Europa e la NATO. Condivide pienamente l'inasprimento delle sanzioni sottolineando l'unità dell'Occidente, anche in virtù della leadership statunitense, sinora mancata al punto da aver rallentato la legittima reazione della comunità internazionale.

  Fiamma NIRENSTEIN (PdL) ringrazia il rappresentante del Governo e i colleghi per la serietà degli interventi svolti. Finalmente ritiene acquisita la consapevolezza che, se non si agisce, saremo presto tutti ostaggi di un Paese che ha un atteggiamento aggressivo come dimostra il suo appoggio alla dittatura siriana ed ai gruppi di Hezbollah e di Hamas. Ritiene che l'ampio ed intelligente consenso parlamentare che si sta formando potrà essere particolarmente utile al Governo nel prosieguo della vicenda.

  Franco FRATTINI (PdL), nel concordare con la risoluzione proposta ed apprezzare la posizione del Governo, ritiene che la chiave delle sanzioni nei confronti dell'Iran stia innanzitutto nell'ammissione del fallimento dell'iniziativa dei 5+1, ma anche nei dubbi che tuttora esistono tra i Paesi europei – che tuttavia non riguardano e non hanno mai riguardato l'Italia – e soprattutto nella mancanza di universalità delle sanzioni stesse. Avverte infatti come il vero effetto deterrente si avrebbe soltanto con l'interruzione delle forniture di petrolio raffinato ovvero di benzina, che sono invece legittimamente sinora garantite dall'India con il concorso della Cina, tanto che si è arrivati a progettare un oleodotto. Propone pertanto, nell'ottica di rafforzare l'azione europea, alla prima firmataria di riformulare il secondo punto degli impegni aggiungendo infine le seguenti parole: «nonché al fine di rappresentare in seno all'ONU la necessità di rendere universali ed effettive le sanzioni nei confronti dell'Iran».

  Fiamma NIRENSTEIN (PdL) fa propria la proposta del collega Frattini.

  Il sottosegretario Marta DASSÙ giudica l'integrazione proposta giusta ed opportuna. Fa presente come le sanzioni saranno inasprite sul piano dell'isolamento finanziario, anche con riferimento ai rapporti con la banca centrale iraniana, e su quello energetico. Ammette come, sotto quest'ultimo profilo, esistano ancora delle reticenze rafforzate dalla mancanza di universalità delle sanzioni stesse, anche perché potrebbe esserci il rischio di un aumento dei prezzi a titolo speculativo che addirittura avvantaggerebbe la rendita iraniana. Sottolinea infine positivamente la pressione statunitense sugli Emirati arabi uniti per acquisire la loro piena collaborazione Pag. 56e chiudere un canale di cui sinora Teheran ha goduto.

  Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva quindi la risoluzione n. 7-00737, come successivamente riformulata, che assume il n. 8-00155 (vedi allegato 2).

  La seduta termina alle 15.05.

SEDE REFERENTE

  Martedì 6 dicembre 2011. — Presidenza del presidente Stefano STEFANI. — Interviene il sottosegretario di Stato agli affari esteri Marta Dassù.

  La seduta comincia alle 15.05.

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di sede tra la Repubblica italiana e la Fondazione europea per la formazione professionale, con allegato, fatto a Torino il 22 gennaio.
C. 4710 Governo.

(Seguito esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in titolo, rinviato nella seduta del 29 novembre scorso.

  Stefano STEFANI, presidente, avverte che non sono ancora pervenuti i pareri delle Commissioni assegnatarie del provvedimento in sede consultiva.

  Gianpaolo DOZZO (LNP), intervenendo sull'ordine dei lavori, evidenzia il fatto che la Commissione cultura non ha ancora espresso il previsto parere sulla ratifica ed esecuzione dell'Accordo di coproduzione cinematografica tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica popolare cinese, di cui è relatore.

  Stefano STEFANI, presidente, nell'impegnarsi a sollecitare l'espressione da parte della Commissione cultura del parere richiamato dal collega Dozzo, rinvia il seguito dell'esame del provvedimento in titolo.

  La seduta termina alle 15.10.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 15.10 alle 15.30.

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