CAMERA DEI DEPUTATI
Sabato 12 novembre 2011
561.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Bilancio, tesoro e programmazione (V)
COMUNICATO
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SEDE REFERENTE

Sabato 12 novembre 2011. - Presidenza del presidente Giancarlo GIORGETTI. - Intervengono i sottosegretari di Stato per l'economia e le finanze Alberto Giorgetti e Bruno Cesario.

La seduta comincia alle 9.35.

Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge di stabilità 2012).
C. 4773 Governo, approvato dal Senato.

Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2012 e per il triennio 2012-2014 e relativa nota di variazione.
C. 4774, C. 4774-bis Governo, approvato dal Senato.

(Seguito dell'esame congiunto e conclusione).

La Commissione prosegue l'esame congiunto dei provvedimenti, rinviato nella seduta dell'11 novembre.

Giancarlo GIORGETTI, presidente e relatore, fa presente che, come convenuto nell'ambito dell'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, non sono state presentate proposte emendative e che, pertanto, si potrà procedere con le dichiarazioni di voto.Ritiene inoltre che le dichiarazioni di voto potrebbero riferirsi contestualmente ad entrambi i provvedimenti.

Antonio BORGHESI (IdV) evidenzia che i provvedimenti che al Commissione si accinge ad approvare hanno l'unico vantaggio che produrranno l'effetto di liberare il Paese da chi, a suo avviso, ha avvelenato la politica italiana negli ultimi 17 anni. Sul piano dei contenuti, rileva come non convinca il tentativo di far passare come richieste dell'Unione europea quelle che invece non lo sono. Osserva infatti che l'Unione europea chiede il rispetto di determinati saldi mentre i contenuti dei provvedimenti necessari a conseguire tali obiettivi sono rimessi alle scelte politiche di ogni Paese. Rileva in proposito che la lettera inviata dal Presidente del Consiglio ai rappresentanti delle istituzioni europee era, a suo avviso, eccessivamente vaga, tanto da necessitare una richiesta di chiarimenti addirittura più lunga della lettera medesima. Ritiene che, malgrado l'inserimento nei provvedimenti

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in esame i contenuti condivisibili, gli aspetti negativi siano assolutamente prevalenti. In proposito richiama la drastica riduzione dei fondi per ilo Ministero dello sviluppo economico, in un momento in cui la crescita è un problema cruciale per il Paese. Ricorda inoltre la protesta degli italiani residenti all'estero per le scelte concernenti le scuole per l'insegnamento della lingua italiana, rispetto alle quali sarebbe stato opportuno, a suo avviso, effettuare una riduzione di spesa attraverso l'assunzione di docenti residenti all'estero, senza avere la pretesa di inviare, a costi elevatissimi, docenti dall'Italia. Stigmatizza quindi la riduzione delle risorse per l'Istituto italiano ciechi, lamentando come il Governo colpisca sempre le categorie più deboli. Ritiene quindi gravissima la riduzione del fondo di rotazione in favore delle vittime delle estorsioni da parte delle organizzazioni criminali. Parimenti lamenta l'adozione di riduzioni di spesa non accompagnata da interventi strutturali e di scelte clientelari, richiamando rispettivamente, in proposito, la riduzione del fondo delle ferrovie e le decisioni assunte in materia di autotrasporto. Segnala come sarebbe stato più giusto procedere a significative riduzioni nel settore della difesa, mentre si è scelto di contenere in maniera estremamente limitata la spesa per gli armamenti. Rileva quindi come non saranno risolutivi gli interventi assunti in materia di innalzamento dell'età pensionabile, di liberalizzazioni e di ritardi nei pagamenti da parte delle pubbliche amministrazioni. Conclusivamente ritiene che la vera vergogna contenuta nel disegno di legge di stabilità sia rappresentata dallo stanziamento, deciso dal Senato della Repubblica, di ulteriori 150 milioni di euro in favore della cosiddetta «legge mancia», per tali ragioni annuncia il voto contrario del proprio gruppo sui documenti di bilancio.

Renato CAMBURSANO (IdV), concordando con le considerazioni del collega Borghesi, osserva in primo luogo come nell'esaminare la manovra per il 2012, non si possa non prendere spunto dalla richiesta di chiarimenti inviata dalla Commissione al Presidente del Consiglio dei ministri. In particolare, sottolinea come in tale lettera si evidenzi che il rallentamento delle prospettive di crescita del nostro Paese non garantisce il raggiungimento dell'obiettivo del pareggio di bilancio entro il 2013 e che, conseguentemente, si renderanno necessari ulteriori provvedimenti correttivi. Osserva come né il testo iniziale del disegno di legge di stabilità né le modifiche introdotte nel corso dell'esame presso l'altro ramo del Parlamento assicurino una reale attuazione degli impegni assunti dal Presidente del Consiglio nella sua lettera al Presidente del Consiglio europeo e al Presidente della Commissione europea. A suo avviso tale mancata attuazione può imputarsi o ad un vizio di origine, in quanto il Governo indicava nella lettera misure che non era realmente intenzionato ad assumere o, meglio, l'Esecutivo, in vista dell'imminente crisi, ha ritenuto di soprassedere all'adozione di misure impopolari. Sottolinea, tuttavia, come la mancanza di un intervento preciso non faccia che aggravare una situazione già critica, testimoniata, ad esempio, dalla ripresa delle tensioni inflazionistiche, che rappresenta una conseguenza inevitabile dell'incremento dell'aliquota massima dell'imposta sul valore aggiunto e che colpisce gravemente le famiglie con redditi più bassi. Osserva, inoltre, come la dichiarazione conclusiva del Vertice euro del 26 ottobre 2011 indichi chiaramente la strada che il nostro Paese deve seguire, invitando l'Italia a presentare con urgenza un calendario ambizioso di riforme volte all'rafforzamento della crescita e al risanamento della finanza pubblica. Rileva, tuttavia, che di tali misure non c'è traccia nel provvedimento in esame osservando, ad esempio, che il ministero più colpito dalle riduzioni di spesa è quello dello sviluppo economico, che, in un'ottica di sostegno alla crescita, dovrebbe ricevere maggiori risorse. Analogamente, giudica sbagliata la preponderanza dei tagli delle risorse di competenza del Ministero dell'economia e delle finanze, ed osserva come sia mancata

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nella selezione delle spese da ridurre una valutazione oculata che partisse da un serio processo di revisione della spesa, in linea con quanto previsto dal decreto-legge n. 138 del 2011. In particolare, lamenta la riduzione indiscriminata delle risorse destinate all'ordine pubblico e alla sicurezza, nonché di quelle per l'istruzione, sottolineando come il contenimento delle risorse attribuite alle scuole determini inevitabilmente un aggravamento della situazione dei lavoratori precari. Analogamente sottolinea come non siano previste misure per tutelare i lavoratori che non possono accedere agli ammortizzatori sociali, evidenziando invece come non si siano sufficientemente ridotte le spese discrezionali destinate alle consulenze e alla rappresentanza delle amministrazioni ministeriali. Nel richiamare le riduzioni di spesa operate ai sensi degli articoli 3 e 4 del disegno di legge di stabilità, si sofferma in particolare sulle misure volte al contenimento delle spese non rimodulabili, che hanno interessato anche risorse di particolare rilievo strategico e sociale. Ricorda, in particolare, le riduzioni delle spese destinate ai volontari del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco nonché di quelle destinate alla formazione del personale del medesimo Corpo nazionale, richiamando altresì il taglio dei contributi destinati all'accoglienza degli immigrati, alla garanzia dei diritti e alla Agenzia nazionale per la sicurezza ferroviaria. Ritiene, inoltre, erronea la scelta di ridurre la spesa del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, osservando come i tagli operati deroghino al decreto-legge n. 98 del 2011, che escludeva dalle riduzioni di spesa il Fondo per il finanziamento ordinario delle università, e le risorse destinate alla ricerca, all'istruzione scolastica e al finanziamento del 5 per mille, nonché il Fondo unico per lo spettacolo e le risorse destinate alla manutenzione ed alla conservazione dei beni culturali. Osserva, invece, come permangano stabili le assegnazioni alla Presidenza del Consiglio dei ministri, il cui bilancio non è tuttavia sufficientemente trasparente. Giudica con favore l'assegnazione di nuove risorse al Fondo per lo sviluppo e la coesione, osservando tuttavia come esse si renderanno disponibili solo nell'anno 2015. Ritiene, inoltre, che dovrebbe essere precisata l'esatta destinazione delle maggiori entrate derivanti dalla attribuzione delle frequenze in banda larga osservando come non sia chiaro se esse siano effettivamente destinate alla realizzazione di interventi di potenziamento della banda larga ovvero alle ulteriori finalità di spesa indicate dal comma 8 dell'articolo 33 del disegno di legge di stabilità. Pur valutando con favore le disposizioni dell'articolo 33, comma 20, relative al rifinanziamento del Fondo sociale per occupazione e formazione, osserva come la misura dei trattamenti di cassa integrazione guadagni, di mobilità e disoccupazione venga progressivamente ridotta del 10 per cento nel caso si tratti della prima proroga, del 30 per cento nel caso di seconda proroga e del 40 per cento nel caso di proroghe successive. Per quanto attiene alle modifiche introdotte nel corso dell'esame presso il Senato, rileva come non manchino elementi valutabili positivamente, richiamando in particolare le disposizioni in materia di dismissione di beni pubblici e di terreni agricoli di proprietà del demanio. Osserva, tuttavia, come anche con riferimento a tali disposizioni esistano elementi da approfondire, rilevando come la redditività delle operazioni di lease-back sia fortemente influenzata dall'andamento dei tassi di interesse e chiedendosi se non sarebbe stato opportuno estendere le disposizioni in materia di dismissione di terreni agricoli anche a società a partecipazione pubblica. Per quanto riguarda la riduzione dell'indebitamento degli enti locali, esprime il timore che la riduzione della spesa per interessi determini una contrazione degli investimenti e della spesa in conto capitale, limitando fortemente il concorso degli enti territoriali allo sviluppo dell'economia. Pur valutando con interesse le disposizioni in materia di liberalizzazione dei servizi pubblici, ritiene che debba verificarsi se esse siano finalmente compatibili con l'esito della consultazione referendaria relativa al servizio

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idrico. Giudica, invece, con favore la riforma degli ordini professionali, dacché ha superato le resistenze spesso opposte dai parlamentari che ne fanno parte, rilevando poi come le nuove norme in materia di certificazione dei crediti nei confronti della pubblica amministrazione potrebbero rivelarsi poco efficaci a causa dei dubbi manifestati dalla banche rispetto ai soggetti chiamati a certificare i crediti oggetto di cessione. Esprime, inoltre, un giudizio fortemente critico sulle disposizioni inserite dal Senato nell'articolo 33, comma 1, del disegno di stabilità, che costituiscono una nuova «legge mancia», assolutamente inopportuna, tanto più nell'attuale situazione del nostro Paese. Giudica, altresì, inopportune le disposizioni introdotte nel corso dell'esame presso il Senato della Repubblica in materia di semplificazione dei controlli nelle società a responsabilità limitata e nelle società per azioni di minore dimensione. Ritiene infatti che la sostituzione del collegio sindacale con un sindaco unico non rappresenti una semplice semplificazione, ma rischi di indebolire sensibilmente l'efficacia dei controlli societari, favorendo fenomeni collusivi.
Da ultimo, rileva come si sia persa l'occasione di un serio intervento volto a sostenere il rilancio dell'economia, eventualmente valutando l'introduzione già in questa sede di un'imposta sui grandi patrimoni. Riservandosi di esprimere valutazioni politiche più ampie nel corso del dibattito in Assemblea, annuncia il voto contrario del proprio gruppo sul conferimento del mandato al relatore di riferire favorevolmente sul disegno di legge di stabilità e sul disegno di legge di bilancio per il 2012.

Marco CALGARO (UdCpTP), nel confermare preliminarmente che il suo gruppo non parteciperà al voto sui documenti di bilancio, evidenzia come nei medesimi si inizi a percorrere una strada condivisibile, ma insufficiente. In particolare, esprime condivisione rispetto alle scelte effettuate in materia di partecipazione degli enti locali nello sforzo per la riduzione del debito pubblico, di innalzamento dell'età pensionabile all'età 67 anni a partire dal 2026, di mobilità nella pubblica amministrazione, di accelerazione della realizzazione del corridoio Torino-Lione, di dismissione immobiliari e dei terreni agricoli. Ritiene invece carenti le misure per lo sviluppo, giudicando insufficienti le norme sui contratti di apprendistato e per l'incentivazione del lavoro femminile, nonché sul credito di imposta delle aree del mezzogiorno. In definitiva rileva che è mancato lo sforzo necessario per l'attuazione delle grandi riforme promesse al Paese. Auspica quindi che il prossimo Governo di partecipazione nazionale potrà colmare tale vuoto.

Pier Paolo BARETTA (PD) preliminarmente osserva come la grave crisi finanziaria non è stata affrontata con la necessaria determinazione dal Governo, evidenziando come la prova di tale assunto sia rappresentata anche dalle modifiche approvate dal Senato della Repubblica al testo di legge di stabilità, che, a suo avviso, non corrispondono alla delicatezza della situazione né agli impegni assunti dall'Italia con la lettera inviata dallo stesso Presidente del Consiglio alle istituzioni europee. Sottolinea come tale separazione rappresenti l'incapacità del Governo nell'affrontare la situazione, evidenziando come la crisi di credibilità che affligge l'Italia non è astratta ma legata a previsti comportamenti tenuti dal Governo. Ricorda come, negli ultimi mesi la maggioranza si sia arroccata dicendo che le vicende personali del Presidente del Consigli non avrebbero influito con le scelte politiche, rilevando come la crisi odierna dimostri che la mancanza di credibilità attiene alle scelte politiche effettivamente assunte, ritiene quindi necessario voltare pagina. Quanto alle ragioni che hanno condotto il Paese nell'attuale situazione, ritiene che il Governo abbia compiuto un grave errore nella sottovalutazione della crisi, richiamando in proposito il discorso tenuto dal Presidente del Consiglio alla Camera il 3 agosto 2011, nel quale ancora si dipingeva

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un Paese privo di difficoltà. Osserva come tale errore abbiano comportato conseguenze negative anche sulle scelte economiche assunte, facendo presente come sia impossibile ottenere il risanamento dei conti pubblici senza una effettiva crescita del prodotto interno lordo, atteso che tutte le previsioni sugli andamenti di finanza pubblica erano state effettuate sulla base di una crescita media dell'1,5 per cento annuo. Ritiene che non vi sia solo una problematica economica ma anche di linea politica, giudicando sbagliato il rapporto tenuto dal Governo nei confronti delle istituzioni europee, ma considerate spesso più come una minaccia, mettendo addirittura in discussione il valore dell'euro. Ricorda come la stessa lettera della Banca centrale europea sia stata secretata dal Governo e resa pubblica dai giornali, rilevando che essa conteneva degli impegni assai meno ambiziosi di quelli recati dalla lettera recentemente inviata dal Presidente del Consiglio alle istituzioni europee. Sottolinea come un altro grave errore sia stato rappresentato dalla autoreferenzialità della maggioranza con la presunzione di poter prescindere, in ragione dei numeri, dal confronto parlamentare. Ritiene che il Governo abbia abusato dello stesso consenso, originariamente assai ampio, che aveva presso le parti sociali, facendo della rottura il perno dell'azione politica in tale ambito. Evidenzia quindi come la maggioranza stia consegnando al nuovo Governo un Paese con un forte scarto tra la possibilità della politica di dare risposte e la forza del Paese di reagire. Nell'auspicare che il nuovo Governo possa affrontare tali problematiche, ribadisce che il proprio gruppo non parteciperà al voto sui provvedimenti all'esame della Commissione.

Giancarlo GIORGETTI, presidente, avverte che talune Commissioni devono ancora approvare le relazioni di propria competenza. Sospende, quindi, la seduta.

La seduta, sospesa alle 10.25, riprende alle 11.05.

Giancarlo GIORGETTI, presidente, nell'avvertire che sono pervenute le relazioni favorevoli delle Commissioni che hanno ritenuto di esprimersi in sede consultiva, e che è pertanto possibile concludere l'esame del disegno di legge di stabilità e del disegno di legge di bilancio per il 2012 e procedere alla votazione sul conferimento del mandato a riferire favorevolmente su tali provvedimenti.

Bruno TABACCI (Misto-ApI) annuncia che non prenderà parte alle votazioni.

Massimo BITONCI (LNP) annuncia il voto favorevole del gruppo Lega Nord Padania, sottolineando come la tempestiva approvazione della manovra finanziaria si renda assolutamente necessaria in un contesto caratterizzato da fortissime tensioni sui mercati finanziari. Evidenzia, inoltre, l'opportunità delle modifiche introdotte nel corso dell'esame presso l'altro ramo del Parlamento, che hanno dato una prima attuazione agli impegni assunti dal Presidente del Consiglio dei ministri nella lettera inviata il 26 ottobre scorso al Presidente del Consiglio europeo e al Presidente della Commissione europea. Rileva, in ogni caso, come talune misure potranno essere oggetto di future correzioni ed integrazioni, anche al fine di completare l'attuazione degli interventi prospettati nella medesima lettera.

Gioacchino ALFANO (PdL), nell'annunciare il voto favorevole del suo gruppo sul disegno di legge all'esame della Commissione, ringrazia vivamente per il lavoro svolto l'onorevole Alberto Giorgetti, in qualità di sottosegretario di Stato all'economia e alle finanze, augurandogli di assurgere a sempre più prestigiosi incarichi.

Il Sottosegretario Alberto GIORGETTI ringrazia l'onorevole Alfano, anche a nome del Ministro dell'economia e delle finanze e degli altri sottosegretari per il medesimo dicastero, rilevando come in questa legislatura, a seguito del manifestarsi degli effetti della crisi economica e finanziaria,

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il Governo si sia trovato a gestire una fase economica e politica particolarmente delicata. A suo avviso, al di là delle valutazioni politiche contingenti, si tratta di anni che segneranno indubbiamente un passaggio importante, influenzando in modo significativo il futuro dell'Italia e del nostro continente. Sottolinea come, in questo contesto, la Commissione abbia sempre manifestato un grande senso di responsabilità, partecipando attivamente alla definizione di riforme di particolare rilievo sistematico e fornendo un contributo qualificato e attento al merito dei diversi provvedimenti. Auspica, pertanto, che il medesimo spirito costruttivo caratterizzi anche i prossimi mesi nei quali l'Italia sarà chiamata a realizzare nuovi importanti interventi volti al contenimento del debito e al rilancio della crescita.

Antonino LO PRESTI (FLpTP), nell'annunciare la non partecipazione al voto per le note ragioni legate all'emergenza finanziaria ed economica, sottolinea l'assoluta inadeguatezza delle manovre di un Esecutivo che ha provocato, a suo avviso, più danni che altro. Osserva come nella richiamata situazione, il suo gruppo sia pronto a consentire un via libera al provvedimento affinché si apra una fase nuova. Lamenta tuttavia come il disegno di legge di stabilità abbia introdotto un grave vulnus nell'esercizio delle professioni liberali, consentendo l'ingresso di soci di puro capitale nell'ambito delle società di professionisti. Pur condividendo, infatti, l'istituto delle società di professionisti, rileva come tale scelta, compiuta modificando peraltro l'originario testo dell'emendamento governativo, possa snaturare l'esercizio stesso delle professioni liberali, senza distinguere tra professioni che attengono a diritti costituzionalmente garantiti e le altre. Per tali ragioni, ribadisce un forte disagio del mondo delle professioni rispetto alle richiamate disposizioni. Annuncia che nella fase di regolamentazione delle norme di principio sopra descritte chiederà la definizione di criteri particolarmente chiari e stringenti per l'ingresso di soci di puro capitale nelle società e comunque la presentazione di un ordine del giorno in Assemblea.

La Commissione approva, con distinte votazioni, il conferimento al presidente, in qualità di relatore, del mandato a riferire in senso favorevole all'Assemblea sui provvedimenti in esame. Delibera altresì di chiedere l'autorizzazione a riferire oralmente.

Giancarlo GIORGETTI, presidente, si riserva di designare i componenti del Comitato dei nove sulla base delle indicazioni dei gruppi.

La seduta termina alle 11.25.