CAMERA DEI DEPUTATI
Venerdì 11 novembre 2011
560.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Bilancio, tesoro e programmazione (V)
COMUNICATO
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SEDE REFERENTE

Venerdì 11 novembre 2011. - Presidenza del presidente Giancarlo GIORGETTI. - Interviene il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Bruno Cesario.

La seduta comincia alle 21.

Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge di stabilità 2012).
C. 4773 Governo, approvato dal Senato.

Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2012 e per il triennio 2012-2014.
C. 4774 e relativa nota di variazione C. 4774-bis Governo, approvato dal Senato.

(Esame congiunto e rinvio).

La Commissione inizia l'esame congiunto dei provvedimenti.

Giancarlo GIORGETTI, presidente e relatore, osserva che la Camera è chiamata ad esaminare il disegno di legge di bilancio e il disegno di legge di stabilità per il 2012, in circostanze del tutto eccezionali, a seguito dell'acuirsi delle tensioni speculative ai danni del nostro Paese e delle preannunciate dimissioni del Governo all'esito della votazione sul disegno di legge recante il rendiconto generale dello Stato per l'anno 2010. fa presente che, per queste ragioni, com'è noto, la Conferenza dei presidenti di Gruppo ha convenuto sull'opportunità che l'esame presso la Camera dei deputati dei documenti di bilancio avvenisse in tempi particolarmente ristretti, con la rinuncia da parte delle forze politiche alla presentazione di proposte emendative, al fine di consentire all'Assemblea di approvare i testi in via definitiva entro la giornata di domani, sabato 12 novembre. Rileva che, per tali ragioni si limiterà ad illustrare sinteticamente il punti essenziali dei disegni di legge all'esame della Commissione, rinviando fin d'ora al testo scritto per l'esame delle singole disposizioni.
Preliminarmente osserva che i medesimi eventi eccezionali che hanno condotto alla definizione di un percorso parlamentare così accelerato soprattutto in questo ramo del Parlamento, hanno anche consentito l'approvazione, presso il Senato della Repubblica, di disposizioni che, a rigore, non sarebbero strettamente riconducibili

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al contenuto proprio del disegno di legge di stabilità. Sottolinea che tali disposizioni, di carattere ordinamentale e volte a sostenere la crescita, rappresentano tuttavia l'attuazione delle misure che il Governo ha concordato con le Istituzioni europee nella lettera del Presidente del Consiglio dei ministri del 26 ottobre 2011 indirizzata al Presidente del Consiglio europeo e al Presidente della Commissione europea. Fa presente come sia di tutta evidenza che vi fosse la necessità di dare un primo concreto segnale di attuazione di tali misure per stabilizzare la situazione finanziaria e l'esposizione del Paese sui mercati internazionali. Per tali ragioni, ritiene che vada condivisa la scelta della presidenza della 5a Commissione del Senato di esercitare le proprie prerogative in ordine all'ammissibilità tenendo presente tale contesto.
In primo luogo, rileva che il disegno di legge di stabilità per il triennio 2012-2014, presentato in prima lettura al Senato, non produce, come evidenziato dal Governo, effetti correttivi sui saldi di finanza pubblica, tenuto conto che la manovra di aggiustamento dei conti pubblici per il triennio di programmazione è già stata approvata con i decreti-legge n. 98 del 2011 e n. 138 del 2011 diretti al conseguimento dell'obiettivo del pareggio di bilancio nel 2013.
Quanto alle principali misure recate dal provvedimento, fa presente che l'articolo 1, non modificato dal Senato, fissa il livello massimo del saldo netto da finanziare per l'anno 2012 ed il livello minimo del saldo netto da impiegare per gli anni 2013 e 2014, nonché il livello massimo del ricorso al mercato finanziario per il triennio 2012-2014. Gli importi, che recepiscono le indicazioni contenute nella risoluzioni con le quali è stata approvata la Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza, sono individuati nell'allegato 1. In particolare, osserva che, per il 2012, il limite massimo del saldo netto da finanziare è pari a 2,2 miliardi di euro, mentre per il ricorso al mercato è fissato un livello massimo, in termini di competenza, pari a 265 miliardi. Per il biennio successivo, il livello minimo del saldo netto da impiegare è fissato in misura pari a 16,9 miliardi di euro per il 2013 e a 38 miliardi di euro per il 2014; il livello massimo del ricorso al mercato è determinato in 200 miliardi di euro nel 2013 e 180 miliardi di euro nel 2014.
Segnala che l'articolo 2, non modificato dal Senato, reca disposizioni in materia previdenziale, in particolare recando norme concernenti i trasferimenti in favore di alcune gestioni pensionistiche dell'INPS e dell'ENPALS, regolazioni contabili interne all'INPS, nonché regolando i rapporti finanziari e contabili tra lo Stato e l'INPDAP.
Fa presente, poi, che gli articoli 3 e 4, in attuazione dei decreti-legge n. 98 e 138 del 2011, recano le riduzioni selettive o lineari delle spese delle amministrazioni centrali dello Stato al fine di raggiungere gli obiettivi di risparmio stabiliti con il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 28 settembre 2011. In particolare, sottolinea che gli interventi correttivi di ciascun Ministero, comunicati prima della presentazione del disegno di legge di stabilità, sono stati recepiti nelle richiamate disposizioni, mentre per gli altri Ministeri si è proceduto attraverso il meccanismo dei tagli lineari. Precisa che le riduzioni relative al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare sono state recepite, in sostituzione dei tagli lineari, con un emendamento del relatore approvato dal Senato, con il quale è stata anche sostituita la tabella concernente il Ministero dell'economia e delle finanze.
Osserva che, nel complesso, gli effetti delle riduzioni apportate con le richiamate disposizioni assicurano risparmi, in termini di saldo netto da finanziare, pari a 10,7 miliardi di euro nel 2012 e 5 miliardi di euro in ciascuno degli anni 2013 e 2014, corrispondenti, in termini di indebitamento netto, a 7 miliardi di euro nel 2012, a 6 miliardi di euro nel 2013 e a 5 miliardi di euro nel 2014.
Segnala, inoltre, che gli interventi sono distinti tra spese rimodulabili e non rimodulabili. Per quanto riguarda le prime, osserva che l'articolo 3 rinvia ad appositi

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elenchi allegati al disegno di legge l'individuazione delle missioni e dei programmi interessati dalla riduzione e della quota parte delle riduzioni da riferire complessivamente alle autorizzazioni di spesa. Per le riduzioni di spesa non rimodulabili, l'articolo 4 provvede alle necessarie modifiche alle disposizioni di rango legislativo.
Fa presente che il Senato ha approvato una serie di modifiche al disegno di legge di stabilità al fine di recepire sostanzialmente il contenuto della richiamata lettera trasmessa dal Presidente del Consiglio alle Istituzioni europee.
Ricorda in particolare che l'articolo 5 modifica il regime di accesso alla pensione di vecchiaia, stabilendo il raggiungimento dei 67 anni dal 2026, ed anticipa al 2013 l'entrata in vigore dell'aggiornamento automatico dell'età di accesso al pensionamento di anzianità in ragione dell'aspettativa di vita; l'articolo 6 reca disposizioni in materia di dismissioni del patrimonio immobiliare pubblico, in particolare prevedendo il conferimento dei beni da dismettere ad uno o più fondi immobiliari ovvero ad una o più società immobiliari. Fa presente che con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, da emanarsi entro il 30 aprile 2012, saranno individuati i beni che saranno conferiti e dismessi secondo modalità da individuarsi con successivo decreto del Ministro dell'economia e delle finanze. Rileva che la relazione tecnica precisa che la quantificazione dei proventi sarà possibile solo ex post. Osserva che l'articolo 7 consente di procedere all'alienazione di terreni agricoli in proprietà del Demanio, fermo restando che, in caso di variazione della destinazione d'uso e di successiva vendita allo Stato, sarà riconosciuta una somma pari al 75 per cento del maggior valore di acquisto; l'articolo 8reca disposizioni per la riduzione del debito degli enti locali, in particolare prevedendo l'emanazione di un decreto del Ministro dell'economia e delle finanze in cui si fisseranno i parametri di debito oltre i quali gli enti saranno tenuti a procedere alla riduzione, con le relative percentuali e modalità; l'articolo 9 reca disposizioni per la liberalizzazione dei servizi pubblici locali di rilevanza economica, intervenendo in particolare sulle procedure di affidamento dei servizi; l'articolo 10 reca norme per la riforma degli ordini professionali e disciplina la costituzione di società tra professionisti; l'articolo 11 è volto ad assicurare la coerenza tra i programmi di ricerca predisposti dagli enti pubblici con il programma nazionale della ricerca al fine di garantire l'applicazione dei meccanismi di premialità; l'articolo 12 proroga al triennio 2012-2014 le misure relative al fondo di credito per i nuovi nati; l'articolo 13 reca la possibilità di certificazione dei crediti vantati nei confronti degli enti territoriali, al fine di consentirne la cessione pro soluto ad istituti di credito e contiene inoltre disposizioni procedurali per l'accertamento della violazione dell'obbligo di copertura assicurativa per gli autoveicoli; l'articolo 14 reca l'estensione a tutto il territorio nazionale, in via sperimentale, delle disposizioni relative alle zone a burocrazia zero, nonché altre misure di semplificazione amministrativa quali l'abrogazione del catalogo nazionale delle armi da sparo, la riduzione degli adempimenti per la costituzione delle società a responsabilità limitata ed il relativo trasferimento di quote, nonché la modifica delle procedure di rilascio delle autorizzazioni per i trasporti eccezionali; l'articolo 15 reca disposizioni di riduzione degli oneri burocratici per i cittadini e le imprese, in particolare estendendo il regime di autocertificazione nonché il divieto di prevedere, in sede di recepimento delle direttive europee, ulteriori adempimenti amministrativi; l'articolo 16 reca disposizioni volte a rendere più efficiente la disciplina della mobilità nelle pubbliche amministrazioni, prevedendo comunque in via prioritaria la possibilità di attuare, per il personale con anzianità contributiva eccedente i 40 anni, la risoluzione del rapporto di lavoro, stabilendo che i dipendenti delle pubbliche amministrazioni in soprannumero potranno essere posti in disponibilità con un'indennità pari all'80 per cento della retribuzione per un periodo massimo di

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due anni; l'articolo 17 è volto a semplificare la procedura per la costituzione dei distretti turistici, previsti dal decreto-legge n. 70 del 2011; l'articolo 18 prevede la concessione di benefici fiscali per la realizzazione di infrastrutture autostradali attraverso il meccanismo della finanza di progetto; l'articolo 19 reca disposizioni per accelerare la realizzazione del corridoio Torino-Lione e del tunnel di Tenda, dichiarandoli aree di interesse strategico; l'articolo 20 volto a disciplinare la cessione delle quote detenute da ANAS Spa a Fintecna Spa; l'articolo 21 prevede la destinazione nel 2012 delle risorse del Fondo per le infrastrutture portuali al completamento di opere infrastrutturali portuali; l'articolo 22 recante disposizioni in materia di contratti di lavoro; l'articolo in esame in particolare, dispone l'aumento dell'aliquota contributiva per i contratti di apprendistato di un punto percentuale e lo sgravio del 100 per cento per tre anni per i datori di lavoro che impiegano meno di nove unità; si destinano, inoltre, maggiori somme alla formazione nell'esercizio dell'apprendistato; si introducono nuove disposizioni per il sostegno dell'occupazione femminile; si prevedono semplificazioni per il ricorso al lavoro part-time; si armonizzano le disposizioni sulla detassazione e gli sgravi per i contratti di produttività con le disposizioni sui contratti a livello aziendale di cui all'articolo 8 del decreto-legge n. 138 del 2011; si dispone l'anticipo al 2012 per la facoltà per le regioni di concedere deduzioni dell'IRAP; si prevede quindi l'accelerazione dell'operatività del credito di imposta per il Mezzogiorno di cui al decreto-legge n. 70 del 2011; si introducono, infine, semplificazioni degli oneri amministrativi connessi alla gestione del rapporto di lavoro; l'articolo 23 autorizza il Fondo di rotazione per le politiche comunitarie ad anticipare la quota di saldo per i finanziamenti in agricoltura e pesca; l'articolo 24 reca disposizioni di sostegno ai settori imprenditoriali operanti nel mondo della cultura, conferendo risorse al Fondo unico per lo spettacolo, in misura pari alla quota di minore utilizzo del tax credit digitale per i cinema ed escludendo il Ministero per i beni e le attività culturali dalle disposizioni in materia di soppressione di uffici; l'articolo 25 è volto ad estendere l'utilizzo della posta elettronica certificata nell'ambito del processo civile; l'articolo 26 reca disposizioni straordinarie per la riduzione del contenzioso civile in Cassazione attraverso la estinzione automatica di taluni procedimenti risalenti; l'articolo 27 è volto a modificare il codice di procedura civile per l'accelerazione del contenzioso civile nel grado d'appello, prevedendo in particolare sanzioni per le istanze inammissibili o manifestamente infondate; l'articolo 28 prevede un aumento del contributo unificato per le spese di giustizia, pari al 50 per cento, per i giudizi di impugnazione e al 100 per cento per i giudizi dinanzi alla Corte di cassazione; l'articolo 29 reca un finanziamento anche nel 2013 per le disposizioni relative alla cosiddetta mini-naja.
Segnala che nel corso dell'esame presso l'altro ramo del Parlamento, sono, inoltre, stati introdotti tre articoli aggiuntivi volti a modificare la disciplina del patto di stabilità interno. In particolare, l'articolo 30 modifica il decreto-legge n. 138 del 2011, al fine di consentire la riduzione dell'impatto della manovra a carico degli enti territoriali, in considerazione del gettito della cosiddetta Robin tax, destinando anche una quota delle risorse ai meccanismi premiali. Fa presente che si prevede poi la ponderazione degli indici di virtuosità o lo slittamento dell'applicazione di taluni di questi al 2013. Osserva che il successivo articolo 31 reca disposizioni di dettaglio per la definizione delle regole del patto di stabilità interno degli enti locali, con l'indicazione delle percentuali che tali enti dovranno applicare alla spesa corrente negli anni 2006-2008 per il conseguimento degli obiettivi, nonché le regole di fissazione degli obiettivi rispettivamente per gli enti virtuosi e per quelli non virtuosi. Si riconfermano quindi le esclusioni dal patto già previste, mentre si perfeziona il quadro sanzionatorio. Segnala che l'articolo 32 interviene, invece, sulla disciplina del Patto di stabilità interno

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per le regioni e le province autonome, rivedendo la misura del contributo delle regioni al raggiungimento degli obiettivi di finanza pubblica.
Osserva che l'articolo 33 reca disposizioni di carattere eterogeneo, prevedendo tra l'altro il finanziamento del quadro esigenziale per l'anno 2012. In particolare, il comma 1 incrementa di 1.143 miliardi la dotazione del Fondo per interventi urgenti e indifferibili, destinandoli agli interventi di cui all'elenco 2 allegato al disegno di legge. Segnala che diversamente dal passato, non sono indicati gli importi destinati alle singole voci né si prevede un esame parlamentare degli schemi dei decreti recanti l'effettiva ripartizione delle risorse tra le finalità di cui all'elenco. Ricorda che una quota di 100 milioni di euro è invece destinato ad interventi urgenti finalizzati al riequilibrio socio-economico ed ulteriori 50 milioni di euro nell'anno 2013 saranno destinati al Fondo per la tutela dell'ambiente e la promozione dello sviluppo del territorio. In entrambi i casi, le risorse saranno ripartite in conformità ad appositi atti di indirizzo approvati dalle Commissioni bilancio delle due Camere. I commi 2 e 3 prevedono che le risorse del Fondo per lo sviluppo e la coesione siano assegnate dal CIPE con indicazione delle relative quote annuali, stabilendo altresì che esso venga rifinanziato per 2,8 miliardi nell'anno 2015, da destinare a finalità specificamente indicate.
Segnala che l'articolo in esame prevede anche il sostanziale azzeramento delle disponibilità del Fondo per interventi strutturali di politica economica, destinando le risorse così acquisite ad una serie di interventi, rifinanziati con cadenza pressoché annuale nell'ambito delle precedenti manovre finanziarie.
Fa presente che, in particolare, sono stanziate, senza indicazione degli importi, risorse da destinare al sostegno dell'autotrasporto merci, all'applicazione anche nel 2012 della devoluzione del 5 per mille dell'imposta sui redditi delle persone fisiche, alla proroga del regime fiscale agevolato sui cosiddetti premi di produttività e degli sgravi contributivi su tali premi, nonché su alcuni emolumenti spettanti al personale del comparto sicurezza, difesa e soccorso pubblico. Rileva che sono previsti inoltre finanziamenti per il Fondo per il finanziamento ordinario delle Università, per gli interventi in favore delle scuole paritarie e per le università non statali legalmente riconosciute, per il Fondo integrativo per la concessione dei prestiti d'onore e l'erogazione delle borse di studio, nonché per la prosecuzione fino al 30 giugno 2012 delle missioni di pace internazionali. Sono inoltre prorogati al 2012 diversi interventi in materia di lavoro e formazione, finanziati a valere sul Fondo sociale per occupazione e formazione, la cui dotazione è incrementata di 1 miliardo di euro. Analoga proroga è prevista per il piano di impiego delle Forze armate in operazioni di controllo del territorio.
Fa presente che si prevede inoltre una diversa destinazione dei maggiori proventi derivanti dall'assegnazione delle frequenze radioelettriche, materia sulla quale è intervenuto anche l'emendamento 5.1000 approvato dalla Commissione bilancio del Senato. Segnala che, sempre nel corso dell'esame presso l'altro ramo del Parlamento, sono state introdotte disposizioni volte a prevedere un'ulteriore dilazione nella riscossione di tributi in relazione al sisma in Abruzzo, nonché interventi volti a finanziare i policlinici universitari, istituti ed organismi operanti nel settore della ricerca e della salute. Rileva, da ultimo, che sono previste deroghe al patto di stabilità interno per il Comune di Barletta per la ricostruzione del fabbricato recentemente crollato, nonché per l'applicazione della disciplina in materia di federalismo fiscale al comune e alla provincia di Milano, in relazione alla organizzazione dell'Expo 2015. In particolare, il comma 37, prevede che gli interventi del Comune e della Provincia di Milano, relativi all'Expo 2015, vengono esclusi dal Patto di stabilità interno.
Rileva che l'articolo 34, introdotto nel corso dell'esame presso l'altro ramo del Parlamento, è volto a rendere strutturale la deduzione forfettaria in favore dei distributori di carburante vigente dal 1998.

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Osserva che l'articolo 35 reca come di consueto l'indicazione degli importi da iscrivere nelle tabelle allegate alla legge di stabilità. Nel complesso non sono previsti apprezzabili rifinanziamenti rispetto alla legislazione vigente. Sottolinea che gli importi del fondo speciale di parte corrente sono stati anzi ridotti in modo tale da non consentire di far fronte ad alcune delle prenotazioni in essere, che dovranno quindi essere opportunamente riconsiderate. Segnala che nel corso dell'esame presso il Senato è stato previsto un incremento di 10 milioni del contributo all'ISTAT, accogliendo in questo modo le richieste formulate nel corso della sua audizione del presidente Giovannini, che aveva sottolineato come fosse a rischio la stessa produzione di taluni elaborati statistici.
Per quanto attiene, poi, al disegno di legge di bilancio, segnala preliminarmente che sono confermati sia il numero delle missioni (34), sia quello dei programmi di spesa (172). Sono altresì confermati il numero delle missioni e dei programmi condivisi tra ministeri, pari rispettivamente a 20 e a 4. Inoltre, al fine di meglio garantire il raggiungimento dell'obiettivo della programmazione e in coerenza con la legge di stabilità che individua le misure necessarie a conseguire gli obiettivi di finanza pubblica per il triennio di riferimento, si conferma l'impianto triennale delle previsioni in esso contenute.
Rileva che, come emerge anche dalla relazione illustrativa, il disegno di legge di approvazione del bilancio dello Stato è stato redatto secondo il criterio della legislazione vigente, ma tiene conto anche delle indicazioni fornite dalla circolare del Ministero dell'economia e delle finanze n. 23 del 13 luglio 2011, e tiene conto delle misure di contenimento della spesa previste, da ultimo, dal decreto-legge n. 138 del 2011.
In particolare, fa presente che la suddetta circolare ha provveduto a fornire un'interpretazione del secondo e del terzo periodo dell'articolo 21, comma 6, della legge n. 196 del 2009, specificando il perimetro della configurazione degli oneri inderogabili nei quali «rientrano esclusivamente le spese cosiddette obbligatorie, ossia le spese relative al pagamento di stipendi, assegni, pensioni e altre spese fisse, le spese per interessi passivi, le spese derivanti da obblighi comunitari e internazionali, le spese per ammortamento di mutui, nonché quelle vincolate a particolari meccanismi o parametri, determinati da leggi che regolano la loro evoluzione.
Segnala che, sulla base di questa definizione, in sede di predisposizione del disegno di legge di bilancio 2012-2014, si è proceduto alla verifica delle effettive esigenze di carattere obbligatorio e alla conseguente revisione della classificazione dei capitoli di spesa rimodulabili e non rimodulabili. In conseguenza di questa riclassificazione l'ammontare delle risorse rimodulabili passa, nel 2012, da 25,58 a 46,82 miliardi di euro; nel 2013, da 31,02 a 43,93 miliardi di euro; e nel 2014 da 24,82 a 37,47 miliardi di euro.
Osserva che tale riclassificazione delle poste iscritte in bilancio eleverà i margini di flessibilità utilizzabili anche nel corso della gestione. In tale prospettiva, segnala che devono essere anche lette le disposizioni previste dal decreto-legge n. 78 del 2010, che prevedono, in deroga alle norme previste dalla legge di contabilità, limitatamente al triennio 2011-2013, nel rispetto dell'invarianza degli effetti sui saldi di finanza pubblica e per motivate esigenze, la possibilità di disporre con il disegno di legge di bilancio variazioni delle dotazioni finanziarie rimodulabili tra le missioni di ciascun stato di previsione, anziché nell'ambito di una stessa missione; e dall'articolo 1 del decreto-legge n. 138 del 2011 che estende la rimodulabilità di bilancio anche alle spese non rimodulabili anziché - come previsto dalla legge di contabilità e dal decreto-legge n. 78 del 2010 - alle sole spese rimodulabili. Sottolinea che l'efficacia di tale norma, tuttavia, è limitata al quinquennio 2012-2016 e, in considerazione della particolare natura di tali spese, è soggetta a specifiche regole: infatti, la misura della variazione deve essere tale da non pregiudicare il conseguimento delle finalità definite dalle relative norme sostanziali

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e, comunque, non può essere superiore al 20 per cento delle risorse finanziarie complessivamente stanziate qualora siano interessate autorizzazioni di spesa di fattore legislativo, e non superiore al 5 per cento qualora siano interessate le spese non rimodulabili di cui all'articolo 21, comma 6, della suddetta legge n. 196 del 2009.
Osserva che la variazione è disposta con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze su proposta del Ministro competente. Resta precluso l'utilizzo degli stanziamenti di spesa in conto capitale per finanziare spese correnti. Fa presente che gli schemi dei decreti del Ministro dell'economia e delle finanze sono trasmessi al Parlamento per l'espressione del parere delle Commissioni competenti per materia e per i profili di carattere finanziario. I pareri devono essere espressi entro quindici giorni dalla data di trasmissione. Decorso inutilmente il termine senza che le Commissioni abbiano espresso i pareri di rispettiva competenza, i decreti possono essere adottati.
Segnala che, proprio con riferimento all'esercizio della flessibilità, emerge il sempre più stretto collegamento tra la legge di bilancio e quella di stabilità, confermato dalle disposizioni di cui agli articoli 3 e 4 del suddetto disegno di legge i cui effetti sono stati riportati nel disegno di legge di bilancio con la prima nota di variazioni.
In secondo luogo, giudica opportuno soffermarsi sulla ripartizione delle spese finali del bilancio dello Stato per l'anno 2012, al netto delle regolazioni contabili e debitorie, tra le missioni e i programmi. A tale proposito, osserva che, sulla base di tali dati contenuti nel disegno di legge di bilancio per il 2012, rispetto alle spese finali del bilancio dello Stato, le percentuali maggiori delle risorse sono destinate alle seguenti finalità: relazioni finanziarie con le autonomie locali, alle quali nel 2012 è destinato circa il 20,7 per cento del totale, percentuale che aumenta nel 2013 e nel 2014 fino ad arrivare al 21,5 per cento; oneri per il servizio del debito, che nel 2012 assorbono circa il 17,4 per cento delle spese, percentuale che aumenta nel 2013 e nel 2014 fino ad arrivare al 19,2 per cento; trasferimenti agli enti previdenziali per la previdenza obbligatoria e complementare, per i quali nel 2012 sono stanziati il 16,1 per cento delle spese, percentuale che decresce nel 2013 e nel 2014 fino ad arrivare al 15,1 per cento; istruzione scolastica, missione a cui è destinato l'8 per cento delle spese; politiche finanziarie e di bilancio, che assorbono il 6,2 per cento della spesa.
Segnala che il disegno di legge di bilancio a legislazione vigente per il 2012, in termini di competenza e al netto delle regolazioni contabili e debitorie e dei rimborsi IVA, prevede entrate finali per 499 miliardi di euro e spese finali per 500,6 miliardi, e, pertanto, il saldo netto da finanziare risulta pari a oltre 1,56 miliardi di euro, con un miglioramento di circa 30,5 miliardi rispetto al dato assestato riferito all'esercizio 2011, e di oltre 39 miliardi rispetto alla legge di bilancio per l'anno 2011. Osserva come tale risultato dipenda anche dalle modifiche apportate con la Nota di variazioni in attuazione degli articoli 3 e 4 della legge di stabilità per il 2012. Per gli anni 2013 e 2014 si prevede, poi, un ulteriore miglioramento del saldo, che raggiungerà un valore positivo, rispettivamente, di 17,4 e di 38,3 miliardi di euro. Sottolinea che tutti questi risultati fanno, quindi, registrare un miglioramento rispetto agli obiettivi indicati nelle risoluzioni parlamentari con le quali è stata approvata la Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza.
Osserva che, a conferma dell'andamento positivo dei saldi differenziali del bilancio pubblico, anche il risparmio pubblico fa segnare nel triennio di riferimento un apprezzabile miglioramento. Per quanto riguarda i dati di competenza, segnala che anche il risparmio pubblico per il 2012 fa segnare un miglioramento di circa 23 miliardi di euro rispetto alle previsioni assestate riferite all'esercizio 2011, che a loro volta rappresentavano un miglioramento di oltre 9 miliardi di euro rispetto alla legge di bilancio per il 2011.

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Negli anni successivi, le previsioni per il risparmio pubblico segnano un ulteriore sensibile miglioramento, raggiungendo la cifra di 59,3 miliardi di euro nel 2013 e 74,3 miliardi di euro nel 2014.
Rileva che il miglioramento dei risultati differenziali consegue essenzialmente all'incremento delle entrate. Le entrate tributarie registrano infatti un aumento, nell'anno 2012, di circa 32 miliardi di euro rispetto alle previsioni assestate per l'anno 2011. Negli anni 2013 e 2014, le suddette entrate registrano un ulteriore incremento, rispettivamente, di circa 27 e di 15 miliardi di euro.
Sul versante della spesa, segnala infatti, nell'esercizio 2012 si prevede un incremento della spesa di parte corrente al netto degli interessi, che aumenterà di circa 8,5 miliardi di euro rispetto a quanto previsto dal bilancio assestato per l'esercizio 2011. Segnala che la spesa corrente si riduce invece leggermente negli esercizi successivi, contraendosi di circa 800 milioni di euro nel 2013 e di 5,6 miliardi di euro nel 2014. Anche la spesa per interessi segna un incremento che non può non scontare anche le tensioni sui rendimenti dei nostri titoli di Stato. In particolare, si prevede un incremento della spesa rispetto alle previsioni assestate di oltre 10 miliardi nel 2012, mentre si stima un ulteriore incremento di quasi 3 miliardi di euro nel 2013 e di 5,6 miliardi di euro nel 2014. Rileva che la spesa in conto capitale registra, invece, un andamento diversificato nel tempo, in quanto nel 2012 si prevede, infatti, una riduzione di oltre 7 miliardi di euro rispetto alle previsioni assestate per il 2012, mentre nel 2013 è previsto un incremento di oltre 7,5 miliardi di euro. Nel 2014, invece, la spesa in conto capitale torna a scendere di circa 5,9 miliardi di euro.

Rolando NANNICINI (PD) analizza le disposizioni dell'articolo 31 del disegno di legge di stabilità, in materia di patto di stabilità interno per gli enti locali, osservando come il Governo dovrebbe fornire dei chiarimenti sulla portata delle modifiche della disciplina in materia che si sono susseguite a partire dalla legge n. 220 del 2010. In particolare, ricorda come per le province l'articolo 1, comma 88, della legge di stabilità per il 2011 prevedesse l'applicazione, rispetto alla spesa corrente media sostenuta nel periodo 2006-2008, di un'aliquota del 10,7 per cento per il 2012 e per il 2013. Successivamente, l'articolo 20, comma 5, modificato dal decreto-legge n. 138 del 2011, ha previsto un incremento del contributo di 700 milioni di euro per l'anno 2012 e di 800 milioni di euro a decorrere dall'anno 2013. Ritiene, pertanto, che la disposizione del comma 2 dell'articolo 31 del disegno di legge di stabilità, che prevede un'aliquota del 16,5 per cento nell'anno 2012 e del 19,7 per cento negli anni 2013 e 2014, non si limiti a registrate gli effetti delle norme precedentemente adottate, ma determini un inasprimento del contributo richiesto alle province. Formula, inoltre, analoghe considerazioni con riferimento al contributo al raggiungimento degli obiettivi di finanza pubblica richiesto ai comuni con popolazione superiore a 5.000 abitanti, osservando come non vi sia una corrispondenza tra gli importi derivanti dall'applicazione del combinato disposto della legge n. 220 del 2010 e dei decreti-legge n. 98 e n. 138 del 2011. Ritiene che il Governo dovrebbe fare assolutamente chiarezza su tali calcoli, sottolineando come si sia troppo spesso mentito al Paese e agli enti territoriali, in quanto mentre si annunciava un alleggerimento del peso derivante dai vincoli del Patto di stabilità interno, si realizzava invece un sensibile appesantimento del contributo richiesto agli enti locali. Sottolinea, peraltro, come un eventuale alleggerimento dei vincoli in termini di competenza non sarebbe realmente efficace in mancanza di un corrispondente allentamento dei limiti previsti in termini di cassa, dal momento che le risorse disponibili non potrebbero essere effettivamente erogate ai creditori, aggravando ulteriormente il fenomeno dell'indebitamento degli enti locali. Ribadisce, quindi, la necessità di un chiarimento in ordine alle percentuali indicate nel richiamato articolo 31 del disegno di legge di stabilità,

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al fine di fare finalmente chiarezza e di imputare precisamente le responsabilità delle modifiche introdotte.

Lino DUILIO (PD) preliminarmente osserva come ancora una volta si ripeta la situazione di monocameralismo di fatto, che, nell'odierna situazione eccezionale, si è addirittura tramutato, a suo avviso, in una sorta di «acameralismo», dovuto alla necessità di recepire le decisioni assunte presso le Istituzioni europee. Osserva come la situazione sia però frutto di decisioni assunte nel passato, di quello che è stato definito un decennio perduto. Rileva quindi l'opportunità di uno sforzo comune per uscire da questa situazione straordinaria e rientrare, riprendendo il cammino della stabilità e della crescita, nell'ambito della fisiologia. Richiama quindi i dati forniti nel corso della recente audizione del professor Giarda, nell'ambito dell'esame delle proposte di legge costituzionale sulla riforma dell'articolo 81 della Costituzione, che hanno evidenziato come negli ultimi dieci anni il saldo primario sia stato positivo solo durante i governi di centrosinistra. Sottolinea quindi come, nell'odierna situazione eccezionale, sia richiesto alla classe politica un gesto di responsabilità, malgrado le convenienze di parte, specie del suo gruppo militerebbero per un celere ricorso alle urne. Ricorda come i problemi dell'Italia si sono aggravati nell'ultimo decennio e come la spesa pubblica abbia raggiunto circa il 50 per cento del PIL con una struttura particolarmente rigida, nella quale una gran parte è rappresentata dalla spesa per assistenza e previdenza e da quella per gli interessi sul debito. Evidenzia anche come la pressione fiscale abbia raggiunto livelli insopportabili. Ricorda come lo stesso presidente nella sua relazione abbia richiamato la deroga agli ordinari criteri di ammissibilità rispetto alle modifiche introdotte al Senato al disegno di legge di stabilità, giustificate dalla necessità di sostenere la crescita e di recepire il contenuto degli impegni presi con le istituzioni europee. Osservando come molto rimanga ancora da fare, auspica che le forze che hanno avuto le maggiori responsabilità nel determinarsi della situazione attuale non si sottraggano alla responsabilità di sostenere il nuovo governo. Rileva come grandi siano state anche le responsabilità verso le generazioni future. Ricorda che il suo gruppo ha stabilito di tenere un atteggiamento di grande responsabilità non presentando proposte emendative e favorendo l'approvazione entro la giornata di domani dei documenti di bilancio al fine di consentire entro domenica la definizione della crisi politica, onde non offrire ai mercati un pretesto strumentale per attaccare l'Italia. Segnala positivamente l'inserimento nel disegno di legge di stabilità di una deroga alle sanzioni previste dal Patto di stabilità per la realizzazione dell'Expo di Milano, evidenziando come l'evento avrà un rilievo mondiale e sarà una vetrina importante per l'Italia. Ribadisce infine che il Paese ha grandi risorse ed una forte consapevolezza confidando nella sua capacità di uscire dalla presente crisi.

Massimo VANNUCCI (PD) sottolinea preliminarmente la peculiarità della situazione nella quale la Commissione è chiamata ad esaminare, in tempi assai ristretti, la manovra finanziaria per il 2012, osservando come il disegno di stabilità approvato dal Senato, pur presentando evidentemente lacune e carenze, mostra indubbiamente anche taluni segnali di miglioramento rispetto ai precedenti provvedimenti adottati dal Governo in materia economico-finanziaria. A tale riguardo, sottolinea infatti come le scelte dell'Esecutivo e della maggioranza siano per troppo tempo state caratterizzate da un furore ideologico, che ha portato in primo luogo a nascondere l'effettiva gravità della situazione del nostro Paese e poi a scegliere politiche profondamente sbagliate. In particolare, ritiene che sia stato grave l'abbandono delle procedure in materia di revisione della spesa avviate nella passata legislatura, nonché l'abrogazione delle disposizioni volte a contrastare l'evasione attraverso la tracciabilità di pagamenti, successivamente reintrodotte con soglie progressivamente decrescenti. Analogamente,

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giudica contraddittoria la politica seguita in materia di gestione dei patrimoni e delle partecipazioni pubbliche, ricordando come, da un lato si sia richiesto un intervento da parte di Cassa depositi e prestiti S.p.a. per acquisire le imprese strategiche del nostro Paese e, dall'altro, si prospetti una massiccia alienazione delle partecipazioni azionarie pubbliche. Segnala, poi, l'errore compiuto all'inizio della legislatura con le vicende relative alla cessione di Alitalia S.p.a., che hanno portato ad un forte onere per gli ammortizzatori sociali che si sono resi necessari.
A fronte di tali errori ideologici nell'impostazione delle politiche economiche, ritiene che si renda necessario un radicale mutamento di orizzonte, che affronti in primo luogo il problema del debito pubblico e, quindi, quello della crescita economica, dal momento che solo attraverso un più elevato incremento del prodotto interno lordo potranno raggiungersi livelli di debito maggiormente sostenibili. In questa ottica, pur richiamando il contenuto del testo unificato recentemente elaborato dalle Commissioni riunite affari costituzionali e bilancio in materia di pareggio di bilancio, ricorda come i dati relativi all'indebitamento netto contenuti nella Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza, pur segnando miglioramenti rispetto al 2010, registrano un rapporto tra deficit e prodotto interno lordo del 3,9 per cento nel 2011 e dell'1,6 per cento nel 2012, per raggiungere un sostanziale pareggio nel 2013. Tale situazione impone, a suo avviso, un'azione incisiva innanzitutto sul versante della spesa, salvaguardando spese di interesse strategico, quali quelle in materia di sicurezza, sanità, istruzione e ricerca, ma riducendo significativamente in modo selettivo tutti gli altri comparti. Per quanto riguarda, invece, le entrate, osserva come sulla realizzazione degli obiettivi di finanza pubblica sia sospesa la spada di Damocle della delega legislativa in materia fiscale e assistenziale, che dovrà determinare maggiori entrate a regime per 20 miliardi di euro. In proposito, osserva come l'attuazione della delega e, a maggior ragione, l'applicazione della clausola di salvaguardia prevista per la mancata adozione dei provvedimenti attuativi, determineranno un incremento della pressione fiscale, a suo avviso non sostenibile. Ritiene che si renda necessaria, al riguardo, una manovra nella manovra, che individui risorse sostitutive, che dovrebbero essere reperite, a suo avviso, innanzitutto attraverso un incremento dell'imposizione sui patrimoni, che - come evidenziato anche dalla Banca d'Italia nella sua audizione - nel nostro Paese raggiunge livelli assai inferiori a quelli registrati in altri grandi Paesi europei. Giudica, inoltre, necessario un incisivo intervento in materia di evasione ed elusione fiscale, sottolineando come si potrebbero ipotizzare disposizioni di principio volte a prevedere la destinazione del 50 per cento del maggiore gettito alla riduzione del debito pubblico e del restante 50 per cento all'alleggerimento del livello dell'imposizione fiscale, in questo contesto, a suo avviso, potrebbe anche riconsiderarsi la natura universalistica del nostro Stato sociale, che finisce per fornire assistenza anche a soggetti che effettivamente non ne abbisognano e potrebbero invece contribuire, almeno parzialmente, alle spese per le prestazioni erogate. Analogamente, ritiene che si potrebbero ipotizzare anche interventi in materia pensionistica, attraverso misure volte a colpire le pensioni di ammontare più elevato e ad introdurre un sistema di incentivi per la permanenza in servizio e di disincentivi per chi opta per il pensionamento. Sul versante del debito pubblico, osserva come sia in primo luogo doveroso dire la verità ai cittadini, potendosi ipotizzare interventi incisivi volti ad abbattere di almeno 50 miliardi di euro l'ammontare del debito, attraverso i proventi derivanti dalla lotta all'evasione e da una efficace politica di dismissioni. In mancanza di un intervento di questo genere, infatti, difficilmente potrebbe ridursi lo stock del debito attraverso una riduzione della spesa, dal momento che nel nostro Paese la spesa primaria è già su livelli inferiori a quelli registrati nei principali Paesi europei.

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Per quanto attiene, poi, alle disposizioni introdotte nel disegno di legge di stabilità nel corso dell'esame presso il Senato, ritiene in primo luogo che si sarebbe potuto realizzare un intervento più efficace in materia di liberalizzazione delle professioni, osservando poi che le disposizioni dell'articolo 13 in materia di pagamenti degli enti territoriali sono apprezzabili nella loro finalità, ma rischiano di dimostrarsi scarsamente efficaci. In proposito, nel ricordare come esse sostanzialmente riscrivano la disciplina introdotta nel decreto-legge n. 1865 del 2008, a seguito dell'approvazione di un emendamento da lui presentato, evidenzia che la disciplina vigente è stata sostanzialmente vanificata dalla circostanza che gli effettivi pagamenti erano preclusi dall'applicazione della disciplina del patto di stabilità interno. Giudica, invece, importanti le disposizioni dell'articolo 16, in tema di mobilità e collocamento in disponibilità dei dipendenti pubblici, che rompono un tabù in materia di pubblico impiego, mentre esprime dubbi sull'efficacia delle disposizioni dell'articolo 18 in materia di finanziamento delle infrastrutture attraverso il ricorso al project financing, osservando come non venga incrementato l'ammontare totale del finanziamento pubblico. Nell'auspicare la buona riuscita delle disposizioni in materia di apprendistato e processo civile, che intervengono su elementi di criticità più volte segnalati e che rappresentano un freno per lo sviluppo economico, sottolinea come il nostro Paese sia chiamato a svolgere nei prossimi anni un duro lavoro, al quale spera parteciperanno in modo serio e responsabile tutte le forze politiche.

Amedeo CICCANTI (UdCpTP) sottolinea come la crescita sia il punto focale che la legge di stabilità in esame cerca di affrontare per mettere riparo agli effetti recessivi causati dalle manovre adottate nell'ultimo anno e puntualmente segnalati dalle forze di opposizione. Osserva come avrebbe auspicato che le modifiche apportate dal Senato al disegno di legge di stabilità avessero detto molto altro. Fa presente comunque di condividere circa la metà delle misure introdotte e preannuncia che il suo gruppo adotterà un atteggiamento analogo a quelle tenuto sul disegno di legge recante il rendiconto generale dello Stato non partecipando al voto, ma garantendo comunque il numero legale. Rileva come la maggioranza sia stata più preoccupata delle conseguenze di carattere mediatico che dalle questioni sostanziali, sprecando il consenso iniziale del quale poteva godere. Ricorda in proposito che il livello di PIL del 2007 si conseguirà nuovamente solo nel 2014, mentre in questi sette anni il livello di debito e la pressione fiscale sono costantemente aumentati. Sottolinea come i costi di tale aumento del debito determinino una stretta creditizia ai danni delle famiglie e delle imprese, mentre il livello della pressione fiscale è aumentato in misura significativamente maggiore dell'aumento dell'indebitamento al fine di conseguire gli obiettivi di finanza pubblica in un quadro di recessione economica. Evidenzia come i tagli lineari adottati dal Governo e sempre denunciati dal suo partito non abbiano impedito l'aumento della spesa corrente, poiché non sono stati intaccati i meccanismi di formazione della medesima, facendo registrare uno scostamento tendenziale rispetto al livello programmato. Sottolinea come tale errore dell'impostazione strategica della politica finanziaria del Governo sia da attribuire non solo al Ministro dell'economia e delle finanze ma particolarmente al Presidente del Consiglio dei ministri, che ha rinunciato ad esercitare il suo ruolo di coordinamento utilizzando gli strumenti messi a disposizione dalla nuova legge di contabilità e finanza pubblica, che consente le compensazioni anche tra missioni diverse, al fine di realizzare le auspicate riforme strutturali delle amministrazioni pubbliche. Venendo quindi agli stanziamenti di bilancio, evidenzia come la riduzione dei fondi per le aree sottoutilizzate, pari a 3.350 milioni di euro, comporterà l'esigenza di una riprogrammazione degli interventi infrastrutturali di competenza del CIPE e quindi la necessità di ricominciare il relativo iter

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amministrativo. Esprime anche preoccupazione per il fatto che tali tagli interessano anche il settore dell'edilizia carceraria per il quale non si prevede alcuna forma di ristoro, malgrado la situazione esplosiva più volte denunciata da diverse forze politiche. Manifesta quindi il proprio disappunto per il definanziamento degli sportelli unici all'estero, che hanno favorito l'affermarsi delle imprese italiane all'estero e quindi un saldo positivo della bilancia commerciale. Rileva quindi che il fondo per l'estinzione dei debiti pregressi è stato quasi integralmente utilizzato per fare fronte ai cosiddetti oneri sommersi dei Ministeri dell'interno e della difesa, per lo più connessi alle esigenze di funzionamento delle forze preposte alla sicurezza, sottolineando come tale circostanza dimostri l'inadeguatezza degli ordinari stanziamenti per le predette amministrazioni. Con riferimento alle modifiche apportate dal Senato al disegno di legge di stabilità, esprime la propria soddisfazione per il previsto piano di dismissione del patrimonio immobiliare pubblico, pur esprimendo perplessità sui meccanismi di copertura degli affitti, da affidare ai rendimenti dell'operazione. Con riferimento alla dismissione dei terreni agricoli, chiede al rappresentante del Governo di chiarire le ragioni per le quali non siano stai inclusi anche quelli di proprietà delle società a capitale pubblico. Si dichiara quindi favorevole all'abolizione delle tariffe minime e alla contrattazione nell'ambito delle professioni, ricordando tuttavia come la posizione del Governo si sia modificata nel corso del tempo. Nel richiamare quindi le osservazioni dell'onorevole Vannucci con riferimento alla previsione di sgravi fiscali per favorire il project financing, chiede al rappresentante del Governo di chiarire le ragioni per le quali tale previsione riguardi esclusivamente le autostrade e non anche le altre tratte stradali, ben potendosi ipotizzare, a suo avviso, la sottoposizione al pagamento del pedaggio anche di queste ultime. In merito alla decisione di prevedere la possibilità di una certificazione da parte degli enti locali dei propri debiti verso le imprese, al fine di consentirne una cessione da parte delle medesime pro soluto agli istituti di credito, osserva come tale misura abbia un carattere esclusivamente palliativo e non strutturale come sarebbe stato necessario. Rileva quindi che le maggiori criticità del disegno di legge di stabilità all'esame della Commissione riguardano ciò che tale provvedimento non contiene, anche rispetto agli impegni assunti dall'Italia nei confronti delle istituzioni europee. In particolare, lamenta come manchi una imposizione sui grandi patrimoni, mentre vengono inaspriti i contributi per gli apprendisti, sia inoltre assente la modernizzazione del sistema produttivo e la stabilizzazione dei conti pubblici e si sia omesso di intervenire nel settore della previdenza con l'equiparazione dell'età legale di pensionamento delle donne a quella degli uomini, ovvero con la reintroduzione di incentivi alla permanenza al lavoro. Stigmatizza quindi la mancanza della previsione di una copertura assicurativa per i casi di calamità naturali, mentre vi è la riproposizione dell'aumento della pressione fiscale sui carburanti per pagare i danni derivanti dalle medesime. Sottolinea quindi come sarebbe stato utile un più convinto richiamo alla lotta all'evasione fiscale. In conclusione, rileva che su tali temi il nuovo Governo sarà chiamato a cimentarsi già dal prossimo mese.

Maino MARCHI (PD) osserva come la Camera si trovi nuovamente ad approvare una manovra finanziaria senza poter intervenire nel merito in seguito alle intese intercorse tra le forze politiche. Rileva, quindi, come il Paese viva una situazione drammatica a motivo del debito pubblico, il collocamento dei titoli di Stato risulti sempre più difficile, la vigilanza delle autorità europee sia sempre più stretta e occorra adottare provvedimenti sempre più incisivi sotto il profilo finanziario. Le misure sin qui adottate stanno inoltre cominciando a generare una serie di problemi, quale ad esempio il rischio, oggi sottolineato dall'amministratore delegato di Ferrovie dello Stato, di una paralisi del trasporto ferroviario regionale a motivo

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dei tagli dei trasferimenti alle regioni. Ritiene che quanto sta avvenendo non possa essere ritenuto solo una eredità della prima Repubblica, poiché anche la seconda Repubblica ha le sue responsabilità, ricordando come durante i Governi di centrosinistra il rapporto tra debito pubblico e PIL sia diminuito, mentre con i Governi di centrodestra il medesimo rapporto abbia registrato un aumento. Con riferimento all'attuale legislatura, ricorda come la sua parte politica abbia posto da tempo il problema della crescita che risultava da alcuni anni estremamente bassa. La sottovalutazione di tale problema ha alla fine determinato la necessità di effettuare riduzioni di spesa estremamente rilevante nei servizi pubblici anche fondamentali. Le stesse manovre effettuate nella scorsa estate hanno sistematicamente rinviato i provvedimenti per lo sviluppo che non sono mai stati adottati. Osserva, quindi, come l'effetto più rilevante dell'approvazione del disegno di legge di stabilità in esame sarà determinato dall'apertura di una fase nuova che auspica veda il concorso di tutte le forze politiche al risanamento finanziario. Rileva quindi come sul risanamento pesi l'incognita dei 20 miliardi di risparmi di spesa previsti dall'esercizio della delega in materia di assistenza che, qualora non siano conseguiti, è previsto siano sostituiti da una riduzione lineare delle agevolazioni fiscali destinata ad aumentare ulteriormente il livello della pressione fiscale. Rileva quindi come anche gli emendamenti presentati al Senato non risolvano i problemi ma li aggravino, osservando in particolare che le regioni e gli enti locali hanno già dovuto sostenere manovre alquanto pesanti e adesso si trovano nell'impossibilità di effettuare investimenti quando sarebbero gli unici soggetti in grado di rivitalizzare l'economia. Anche le disposizioni in materia di liberalizzazioni ritiene confermino provvedimenti già assunti ovvero si sostanzino in meri rinvii. Osserva quindi come, per quanto riguarda la ricerca, se non si ritorna in modo serio al credito di imposta non sarà possibile recuperare il divario con gli altri principali Paesi europei. Rileva inoltre come non sia stato ripristinato il credito di imposta per gli investimenti nel Mezzogiorno, siano assenti interventi per l'occupazione femminile e per l'innovazione e non vi sia nulla, in tutti i provvedimenti di questi ultimi anni, in materia di evasione fiscale che faccia leva sul contrasto di interessi. Osserva poi come nella legge di stabilità non vi sia traccia della spending review e come anche gli interventi mirati di riduzione di spesa siano spesso discutibili, richiamando il caso del taglio delle risorse destinate alla Direzione investigativa antimafia. Osserva quindi come nella Tabella A non vi sia alcun accenno ai fondi necessari a finanziare il provvedimenti in materia di totalizzazione di contributi previdenziali e stigmatizza la mancanza di una proroga delle detrazioni fiscali per gli interventi in materia di efficienza energetica negli edifici. Auspica che vi sia ora l'impegno di tutti per uscire dalla crisi, a partire da chi in questa legislatura si è assunto la responsabilità di governare, attraverso la costituzione di un Governo di transizione con ampia base parlamentare. Rileva quindi come, proprio in questi ultimi giorni, il ministro Tremonti si sia dichiarato contrario in sede europea alla tassa sulle transazioni finanziarie, senza premurarsi di avere prima confronto in materia con la Commissione che, nell'esprimersi in favore di una maggiore autonomia del bilancio dell'Unione europea attraverso il ricorso a risorse proprie, aveva rilevato l'opportunità di approfondire la possibilità di introdurre tale genere di imposta. Ribadisce in conclusione di ritenere chiusa una fase politica ed esprime l'auspicio che se ne possa aprire un'altra profondamente diversa.

Laura FRONER (PD), pur osservando come la manovra in esame affronti tematiche assai ampie e complesse, sulle quali si sono soffermati nei loro interventi gli altri componenti del suo gruppo, dichiara che nel proprio intervento si limiterà ad esaminare due questioni specifiche attinenti a temi ai quali ha dedicato la propria attenzione nel corso della legislatura.

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In primo luogo, sottolinea come l'emendamento 5.2000 approvato nel corso dell'esame presso l'altro ramo del Parlamento, pur prevedendo un intervento assolutamente condivisibile volto a prorogare la ripresa della riscossione dei tributi nelle zone dell'Abruzzo colpite dal sisma nel 6 aprile del 2009, rechi una copertura finanziaria assolutamente non condivisibile, utilizzando le risorse derivanti dalle sanzioni irrogate dall'autorità garante della concorrenza e del mercato parzialmente destinate ai consumatori vittime delle cosiddette «polizze dormienti». A suo avviso, la distrazione di tali risorse testimonia in modo evidente la superficialità con la quale il Governo e in particolare il Ministero dell'economia e delle finanze affrontano questioni importanti per i cittadini, dal momento che in primo luogo non si provvede alla riassegnazione delle somme versate all'entrata del bilancio dello Stato e, successivamente, si distolgono le somme dalla finalità legislativamente indicata. Esprime, inoltre, un giudizio critico sulle disposizioni in materia di Patto di stabilità interno applicabili nella regioni a statuto speciale, osservando come, ancora una volta, il Governo non abbia rispettato le autonomie locali, provvedendo ad una modifica unilaterale e non concordata della disciplina del Patto di stabilità interno per le province autonome di Trento e di Bolzano. Auspica pertanto che il prossimo Governo dimostri una maggiore sensibilità rispetto alle esigenze delle autonomie speciali e rispetti gli impegni assunti, che in questi anni troppe volte sono stati disattesi.

Il sottosegretario Bruno CESARIO rinuncia alla replica.

Giancarlo GIORGETTI, presidente e relatore, rinunciando alla replica, dichiara concluso l'esame preliminare dei provvedimenti e rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 22.55.