CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 8 novembre 2011
557.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Commissioni Riunite (I e II)
COMUNICATO
Pag. 3

SEDE REFERENTE

Martedì 8 novembre 2011. - Presidenza del presidente della I Commissione Donato BRUNO. - Intervengono il ministro della giustizia Nitto Francesco Palma, il sottosegretario di Stato per la giustizia Giacomo Caliendo e il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio Francesco Belsito.

La seduta comincia alle 12.10.

Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell'illegalità nella pubblica amministrazione.
Testo base C. 4434 Governo, approvato dal Senato, C. 3380 Di Pietro, C. 3850 Ferranti, C. 4382 Giovanelli, C. 4501 Torrisi e C. 4516 Garavini.

(Seguito dell'esame e rinvio).

Le Commissioni proseguono l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta del 3 novembre 2011.

Donato BRUNO, presidente, comunica che i rappresentanti del gruppo del Popolo della libertà della I Commissione, onorevole Giuseppe Calderisi, e della II Commissione, onorevole Enrico Costa, hanno scritto, in data 7 novembre 2011, ai presidenti delle due Commissioni una lettera nella quale chiedono di rinviare le votazioni previste per oggi ad altra seduta, in considerazione dell'impossibilità a partecipare da parte di taluni deputati del medesimo gruppo a causa di concomitanti impegni in seno al gruppo stesso.
Propone pertanto di rinviare la seduta ad altra data.

Angela NAPOLI (FLpTP), relatore per la II Commissione, fa presente che non vi sono obiezioni rispetto alla richiesta di rinvio formulata dai rappresentanti del gruppo PdL delle Commissioni I e II.
Tuttavia, considerato che il provvedimento è iscritto nel calendario dei lavori dell'Assemblea a partire da lunedì 14 novembre prossimo e visto che le Commissioni devono ancora esaminare gli emendamenti riferiti all'articolo 9 - che, a suo avviso, investe questioni di primaria importanza - chiede, se non vi sono obiezioni, che i presidenti delle Commissioni I e II si facciano carico di sottoporre alla Presidenza della Camera la richiesta di un nuovo rinvio dell'avvio della discussione in Assemblea del provvedimento.

Pag. 4

Pierluigi MANTINI (UdCpTP) rileva che il suo gruppo non si oppone alla richiesta di rinvio formulata dal gruppo PDL, che nasce da evidenti difficoltà politiche connesse ai recenti eventi.
Sottolinea, peraltro, come cresca nel suo gruppo l'impressione che il provvedimento in esame si trascini in modo stanco da troppo tempo. Sembra che vi sia una scarsa volontà di portare a termine l'esame del disegno di legge in titolo, che appare tanto più grave visto che si tratta di un provvedimento urgente e necessario per dare un segnale al Paese.
Rispetto a quanto evidenziato dalla relatrice Angela Napoli, concorda sull'inopportunità di «strozzare» il dibattito sull'articolo 9 che riguarda questioni di rilievo.

Federico PALOMBA (IdV) fa presente che il suo gruppo, per fair play istituzionale, non si oppone alla richiesta di rinvio formulata dal gruppo PdL, comprensibile vista la situazione politica in atto.
Ricorda come l'esame del provvedimento in titolo si protragga ormai da tempo, nonostante vada incontro ad esigenze segnalate in sede internazionale e si prefigga come obiettivo la lotta contro la corruzione. Auspica dunque che, compatibilmente con le esigenze di approfondimento del testo, si concluda l'iter parlamentare nel più breve tempo possibile.

Donatella FERRANTI (PD) ritiene opportuno svolgere i necessari approfondimento sul testo in esame il quale deve avere un contenuto adeguato rispetto al titolo, che non può essere solo un annuncio privo di sostanza. Prende dunque atto della richiesta di rinvio della seduta odierna formulata dal gruppo PDL e si associa alla richiesta della relatrice Napoli di dedicare tempi congrui all'esame degli emendamenti riferiti all'articolo 9.

Enrico COSTA (PdL) evidenzia come la richiesta di rinvio della seduta odierna sia stata giustamente interpretata anche alla luce del fatto che da sempre il dibattito sul provvedimento in titolo è stato serio, schietto e costruttivo.
Ritiene dunque che la discussione debba continuare ad essere tale e concorda sul rischio di un'eccessiva limitazione degli approfondimenti sul testo qualora l'esame in Assemblea iniziasse a partire da lunedì 14 novembre, anche considerati i tempi necessari per l'acquisizione dei pareri dalle competenti Commissioni in sede consultiva. Si rimette dunque alle valutazioni della Commissione sul punto.

Pierguido VANALLI (LNP) si associa alle considerazioni del collega Costa sottolineando come si tratti di un provvedimento importante per il quale un'ulteriore riflessione è senz'altro opportuna.

Donato BRUNO, presidente, avverte che il ministro della giustizia intenderebbe in ogni caso svolgere nella seduta di oggi alcune considerazioni sull'articolo aggiuntivo Giachetti 8.011, che la Commissione ha accantonato nella precedente seduta.

Il ministro Nitto Francesco PALMA interviene in relazione all'articolo aggiuntivo Giachetti 8.011, volto ad introdurre nel provvedimento un articolo 8-bis, contenente norme in materia di collocamento fuori ruolo dei magistrati ordinari, amministrativi e contabili e degli avvocati e procuratori dello Stato. Tale proposta emendativa, a suo giudizio, pone oggettivamente dei problemi di interesse, sui quali ritiene necessaria una attenta riflessione.
Premette che il suo intervento riguarda esclusivamente i problemi che l'articolo aggiuntivo potrebbe porre in relazione ai magistrati ordinari, anche se lo stesso si riferisce anche ai magistrati amministrativi e contabili. In particolare, rileva che l'articolo aggiuntivo interviene - per quanto attiene ai magistrati ordinari - su una materia disciplinata attualmente dall'articolo 50, comma 2, del decreto legislativo n. 160 del 2006 (cosiddetta riforma Castelli), secondo cui il collocamento fuori ruolo non può superare il periodo massimo complessivo di dieci anni, entrato in

Pag. 5

vigore nel 2007, a seguito di una proroga disposta da un legge approvata dal centrosinistra. L'articolo aggiuntivo prevede che il servizio in posizione di fuori ruolo, pur potendo raggiungere i dieci anni nell'ambito dell'intera carriera professionale del magistrato, non possa tuttavia superare i cinque anni continuativi, dovendo invece essere intervallato da un ricollocamento di almeno cinque anni nelle proprie originarie funzioni. Ciò determinerebbe quindi una forte limitazione della disciplina vigente che sul punto non è stata modificata dal centrosinistra nel corso della XV legislatura, se non in riferimento alla data di entrata in vigore. Rileva quindi come vi sia oggi un sostanziale ripensamento delle forze politiche che costituivano la maggioranza nel 2007 e che oggi intendono apportare una restrizione alla durata degli incarichi fuori ruolo.
Tenendo conto di come il comma 3 dell'articolo 8-bis preveda l'immediata entrata in vigore delle predette disposizioni, con applicazione anche agli incarichi in corso, rileva come circa il cinquanta per cento dei magistrati assegnati al Ministero della giustizia rientrerebbero nel ruolo organico della magistratura, con grave pregiudizio all'efficienza del Ministero medesimo.
Rileva, inoltre, come nella proposta emendativa non vi sia alcuna distinzione tra incarichi di amministrazione attiva e incarichi di diretta collaborazione, sottolineando come la disciplina in esame ed in particolare il comma 3, comporterebbe una forte limitazione alla scelta fiduciaria di magistrati che collaborano con gli organi di governo ed organi costituzionali. Ricorda, infatti, come oltre ai magistrati che hanno incarichi presso il Ministero della giustizia, vi siano magistrati che rivestono ruoli di assoluta rilevanza e delicatezza presso gli organi costituzionali.
Rileva come nel comma 2, che prevede l'esclusivo mantenimento del trattamento economico fondamentale dell'amministrazione di appartenenza, non sia operata alcuna distinzione tra i magistrati ordinari e gli altri soggetti destinatari della norma. Dopo avere evidenziato come non vi siano attualmente magistrati ordinari che percepiscano un doppio stipendio e come l'ultimo caso di doppio stipendio consentito sia risalente nel tempo, sottolinea come il collocamento fuori ruolo per i magistrati ordinari non costituisca una forma di sensibile ed apprezzabile arricchimento. Sul tema delle indennità, osserva inoltre come i capi dipartimento del Ministero della giustizia abbiano un trattamento economico sensibilmente deteriore rispetto a quelli di altri ministeri e come l'indennità aggiuntiva sia necessaria se si vuole che non siano solo i magistrati residenti a Roma ad accettare incarichi presso i ministeri.
Osserva come la presenza di magistrati nel Ministero della giustizia sia l'indispensabile riflesso dell'autonomia e indipendenza della magistratura. In difetto di magistrati si dovrebbe ricorrere a personale civile.
Conferma quindi il parere contrario già espresso dal Governo sull'articolo aggiuntivo Giachetti 8.011. Precisa, peraltro, come non vi sia da parte del Governo alcuna obiezione alla previsione di una delega legislativa sulla specifica materia, della quale lo stesso Ministero della giustizia potrebbe farsi promotore.
Dichiara infine che vi è l'interesse del Governo a licenziare il provvedimento quanto prima, evitando tuttavia modifiche di una complessità tale da rallentarne in modo significativo l'iter al Senato.

Andrea ORLANDO (PD) osserva che tanto la lunghezza dell'intervento svolto dal ministro Palma quanto l'irritualità del fatto che a chiarire le ragioni del parere contrario del Governo su una proposta emendativa dell'opposizione sia lo stesso ministro della giustizia dimostrano la portata della proposta stessa. A questo punto, se la proposta emendativa è per il Governo meritevole di attenzione, come le parole del ministro della giustizia fanno pensare, l'unica via possibile è che venga proposta una riformulazione, essendo in ogni caso escluso il ricorso alla delega, per la quale non sussistono al momento i margini. Se c'è la volontà della maggioranza di lavorare

Pag. 6

a una riformulazione condivisa, il suo gruppo è disponibile a collaborare, anche in vista della discussione in Assemblea.

Roberto GIACHETTI (PD), nel riservarsi di valutare con più attenzione le parole del ministro, ricorda che nella precedente seduta la relatrice per la I Commissione, on. Santelli, e il rappresentante del Governo, sottosegretario Caliendo, avevano preannunciato una riflessione sull'articolo aggiuntivo in esame ai fini di sua possibile riformulazione. Prende atto che il Governo non sembra più disponibile a percorrere questa strada, salvo che nella forma di una delega, e ritiene che ne dovrà prendere atto anche la maggioranza.

Il ministro Nitto Francesco PALMA precisa di aver soltanto chiarito quali conseguenza avrebbe sulla pubblica amministrazione l'approvazione della proposta emendativa in questione. Aggiunge di non essere contrario ad una eventuale riformulazione che tenga conto dei problemi da lui evidenziati. Sottolinea, peraltro, che la disposizione, qualora si ritenesse di introdurla nell'ordinamento, dovrebbe riferirsi a tutti gli organi nei quali sono utilizzati magistrati.

Donato BRUNO, presidente, preso atto dell'orientamento dei gruppi in relazione alla richiesta avanzata dalla relatrice per la II Commissione, on. Angela Napoli, e verificato che il Governo non si oppone all'eventuale rinvio dell'inizio della discussione del provvedimento in Assemblea, avverte che, d'intesa con la presidente Bongiorno, scriverà al Presidente della Camera per sottoporgli l'esigenza che le Commissioni riunite possano disporre di altro tempo per l'esame del provvedimento, la cui discussione in Assemblea è attualmente prevista dal calendario dei lavori per lunedì prossimo, 14 novembre.
Preso altresì atto che né i gruppi né il Governo sono contrari alla richiesta formulata dai deputati Calderisi e Costa di rimandare la prosecuzione dell'esame degli emendamenti a un altro giorno, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 12.40.