CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 12 ottobre 2011
545.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari esteri e comunitari (III)
COMUNICATO
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COMITATO PERMANENTE SUGLI OBIETTIVI DI SVILUPPO DEL MILLENNIO

Mercoledì 12 ottobre 2011. - Presidenza del presidente Enrico PIANETTA.

La seduta comincia alle 9.10.

Esame istruttorio della Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni - Proposta relativa alla posizione comune dell'Unione europea per il IV Forum ad alto livello di Busan sull'efficacia degli aiuti.
COM(2011)541 def..

(Esame istruttorio e rinvio).

Il Comitato inizia l'esame istruttorio del provvedimento in titolo.

Enrico PIANETTA, presidente e relatore, ricorda che sull'atto in titolo è previsto il parere della XIV Commissione e che, a conclusione dell'esame istruttorio, il Comitato potrà sottoporre alla Commissione l'eventualità di adottare un documento finale, a norma del comma 2 dell'articolo 127 del Regolamento.
Sottolinea che il Comitato intende contribuire alla valutazione dei progressi realizzati sull'efficacia degli aiuti allo sviluppo secondo i fondamentali principi fissati a Parigi ed Accra. Come evidenzia la Comunicazione in titolo, dalla loro piena attuazione

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potrebbero derivare circa quattro miliardi di euro in più da investire in politiche di aiuto.
Segnala quindi che il 7 settembre scorso la Commissione europea ha adottato la Comunicazione in esame che individua i possibili contenuti della posizione comune che l'Unione europea e gli Stati membri dovranno adottare al IV Forum ad alto livello sull'efficacia degli aiuti, che si terrà a Busan, in Corea del Sud, dal 29 novembre al 1o dicembre 2011. Al riguardo, come più volte segnalato in diverse occasioni in questo Comitato, gli obiettivi del Forum sono: valutare i progressi compiuti sul terreno dell'efficacia degli aiuti rispetto agli impegni concordati; riesaminare il programma per l'efficacia degli aiuti e collegarlo con il più vasto programma relativo al finanziamento dello sviluppo, in considerazione delle nuove sfide e dei nuovi partenariati globali.
La posizione dell'Unione europea dovrà soprattutto concentrarsi sul contributo che una maggiore efficacia degli aiuti può dare alla riduzione della povertà e al conseguimento degli Obiettivi di sviluppo del millennio entro il 2015.
La Comunicazione, nel segnalare i progressi compiuti in termini di rispetto degli impegni, fa emergere che il perseguimento del programma per l'efficacia degli aiuti ha migliorato la qualità degli aiuti stessi, potenziando le buone pratiche e i partenariati. Tra i cinque princìpi dell'efficacia degli aiuti, la titolarità nazionale è quello che si è maggiormente affermato. Si sono registrati progressi, anche se non uniformi, in termini di allineamento ed armonizzazione, mentre più limitati sono stati i progressi per quanto concerne la gestione dei risultati in termini di sviluppo e la responsabilità reciproca; la tendenza a livello di prevedibilità degli aiuti è risultata addirittura invertita rispetto al 2005. I paesi partner e i paesi donatori sono accomunati da una generale lentezza dei progressi, visto che solo due obiettivi su 13 sono stati globalmente conseguiti: cooperazione tecnica coordinata e svincolo degli aiuti.
La Comunicazione definisce gli impegni futuri in materia di efficacia degli aiuti, che fanno capo ai seguenti ambiti: la titolarità, la trasparenza e prevedibilità, l'allineamento, la responsabilità per risultati, la riduzione della frammentazione e della proliferazione, infine l'attenzione ai Paesi in situazione di fragilità.
Nella posizione europea la titolarità dovrebbe essere definita come una combinazione di impegni in termini di «titolarità democratica», sviluppo delle capacità, potenziamento dei sistemi nazionali e condizioni basate sui risultati. In merito alla trasparenza e prevedibilità nel documento su Busan i donatori dovranno ribadire l'impegno a divulgare pubblicamente (su base annuale e continuativa) informazioni regolari, dettagliate e tempestive sui volumi degli aiuti, così come sulle condizioni e sui risultati ottenuti grazie alle risorse destinate allo sviluppo. A Busan i donatori devono anche ribadire l'impegno ad allinearsi con i piani di sviluppo nazionali dei paesi partner; utilizzare e potenziare, insieme ai paesi partner, i sistemi nazionali per tutte le modalità di aiuto onde migliorare l'efficacia delle istituzioni e delle strategie. Rispetto alla responsabilità per risultati, occorre che a Busan sia conferita centralità alla capacità di monitorare, misurare e riferire i risultati e utilizzare questi dati per l'adozione delle successive decisioni. Tenendo conto che riducendo la frammentazione degli aiuti, l'Unione europea potrebbe risparmiare oltre 700 milioni di euro all'anno, a Busan i donatori devono impegnarsi a proseguire il processo di concentrazione e divisione dei compiti; passare da strategie individuali per paese a strategie comuni di assistenza attuate dai donatori che hanno una volontà politica di collaborare; utilizzare e potenziare i canali esistenti evitando di moltiplicare ulteriormente i fondi verticali. I donatori e i paesi partner devono favorire inoltre un dibattito globale ad alto livello sulla divisione del lavoro tra i paesi in base al lavoro analitico del Comitato per gli aiuti allo sviluppo (CAS)

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sulla frammentazione e sui piani prospettici, occupandosi anche dei paesi che ricevono pochi finanziamenti.
Questi ambiti di lavoro devono essere particolarmente stringenti per i Paesi in situazioni di fragilità. Al riguardo il documento finale di Busan deve riconoscere e sostenere il lavoro del Dialogo internazionale sulla costruzione della pace e dello Stato e il progressivo affermarsi della leadership dei paesi del G7+9, approvando la roadmap di Monrovia per la costruzione della pace e dello Stato quale contesto in cui definire e misurare i risultati negli Stati fragili; approvare gli orientamenti del CAS su costruzione dello Stato, finanziamenti di transizione e gestione dei rischi in situazioni di fragilità; invitare i donatori ad adeguare le proprie procedure decisionali, di finanziamento e di attuazione in funzione dei problemi specifici delle situazioni di fragilità.
Occorre anche tenere conto che i donatori che non fanno parte del CAS sono sempre più importanti e ciò rende auspicabile un'estensione della loro partecipazione al programma per l'efficacia degli aiuti e al forum di Busan. La loro inclusione dovrebbe figurare tra le priorità del vertice al fine di rendere più efficace la cooperazione allo sviluppo. Tali soggetti sono identificati nelle economie emergenti, nella cooperazione sud-sud, nelle organizzazioni della società civile, autorità locali, fondazioni private e settore profit privato. Il documento finale di Busan dovrebbe anche approvare l'applicazione dei principi dell'efficacia degli aiuti ai finanziamenti relativi ai cambiamenti climatici.
La Comunicazione propone, infine, di rafforzare la struttura della governance mondiale e provvede ad indicare quattro elementi che dovranno essere contenuti nel documento finale di Busan: promuovere l'impegno politico e adottare decisioni rafforzando i collegamenti tra l'attuazione dell'efficacia degli aiuti e i forum globali sulla politica di sviluppo; il ricorso a «patti nazionali» nel cui ambito i paesi partner, previa consultazione delle diverse parti interessate, concordino con i loro partner dello sviluppo priorità e obiettivi di Busan adeguati in funzione del contesto locale, utilizzando i meccanismi locali di responsabilità reciproca; razionalizzare il gruppo di lavoro sull'efficacia degli aiuti, sopprimendo la maggior parte delle unità esistenti, ed incaricarlo di facilitare l'attuazione nei singoli paesi, assicurando un monitoraggio globale insieme al CAS; infine, il monitoraggio globale deve tener conto della scadenza 2015 per gli Obiettivi di sviluppo del millennio.
Alla luce di quanto esposto ritiene opportuno, anche in ragione delle attività svolte da questo Comitato, che la posizione dell'Unione europea includa un esplicito riferimento all'Africa come area di impegno privilegiato da parte dell'Europa per il raggiungimento degli Obiettivi del Millennio. Sottolinea che l'Africa costituisce storicamente un'area di specifica attenzione da parte dell'Europa e che rappresenta un continente particolarmente esposto al rischio di mancata attuazione degli Obiettivi del Millennio. Il riferimento all'Africa appare opportuno anche in considerazione dell'impegno di questo Comitato in dimensioni di cooperazione regionale interparlamentare, come l'AWEPA.
Ritiene altrettanto importante che la posizione dell'Unione europea menzioni in modo ampio ed esplicito i Parlamenti nazionali e regionali come soggetti istituzionali protagonisti del processo per lo sviluppo, nonché snodi nevralgici nell'attuazione delle strategie elaborate a livello globale, con particolare riferimento ai temi della «titolarità democratica», della trasparenza e prevedibilità e della responsabilità per risultati.
Alla luce di quanto esposto, nel preannunciare la presentazione di una proposta di documento da sottoporre alla deliberazione della Commissione, fa presente l'opportunità che il rappresentante del Governo riferisca al Comitato in ordine ai lavori preparatori del vertice di Busan.

Mario BARBI (PD) concorda sui contenuti della relazione del presidente, a

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conferma dell'armonia di vedute sulle priorità di lavoro e sui princìpi di fondo. L'impegno europeo in Africa e il ruolo dei Parlamenti nazionali sono aspetti che doverosamente la posizione dell'Unione europea deve menzionare. Nel sottolineare il rilievo delle partnership a livello parlamentare tra Paesi donatori e Paesi destinatari degli aiuti, osserva che la debolezza della Comunicazione in titolo è proprio insita nell'avere da un lato enfatizzato l'obiettivo della titolarità democratica e nell'avere, dall'altro lato, omesso di indicare i protagonisti di ogni processo che voglia avere tali requisiti, vale a dire i parlamenti. Esprime disappunto per il mancato coinvolgimento da parte del Governo del Parlamento nei lavori preparatori del vertice di Busan, così come per l'assenza di ogni flusso informativo di tipo istituzionale, soprattutto alla luce dei lavori tecnici che sono in corso e di cui si apprende notizia soltanto in forma indiretta.
Fa quindi presente che l'Assemblea non ha concluso la discussione, avviata nello scorso mese di aprile, delle mozioni concernenti iniziative per garantire la trasparenza delle informazioni relative all'aiuto pubblico allo sviluppo. Rileva quindi l'imbarazzo del Governo italiano ad esporre compiutamente la propria posizione sui nuovi standard internazionali in tema di trasparenza degli aiuti, nella consapevolezza che a livello internazionale il nostro Governo figura tra i soggetti che frenano la piena affermazione dei nuovi princìpi.
Passando al merito della Comunicazione in esame, sottolinea che il vertice di Busan rappresenta una tappa importante di un complesso processo di riforma i cui effetti concreti si vedranno nel tempo.
Ritiene che l'atto in titolo confermi la centralità di due questioni, la prima delle quali è la prevedibilità e trasparenza degli aiuti, su cui occorre riflettere con realismo anche alla luce della posizione specifica dell'Italia nell'ambito dei Paesi donatori. La seconda questione è quella della frammentarietà, vale a dire il tema del difficile coordinamento degli aiuti che riguarda tutta la comunità internazionale e su cui l'Unione europea, grazie allo strumento della cooperazione delegata, cerca di porsi in modo costruttivo. Gli aspetti qui evocati rientrano nel tema più ampio della titolarità democratica, cui la Comunicazione dà molta enfasi.
Osserva che la Comunicazione fa emergere la centralità dei nuovi donatari, ovvero le economie emergenti, che però in questa fase appaiono poco convinte sui principi adottati in tema di efficacia e trasparenza degli aiuti. Si tratta di un aspetto cardine, su cui il rappresentante del Governo dovrebbe fornire elementi di valutazione e che è destinato a produrre effetti sulla riuscita dell'appuntamento di Busan.
Alla luce del mancato coinvolgimento di questo Comitato nei lavori preparatori della posizione italiana al Forum di Busan, si associa alla valutazione del presidente circa l'opportunità di un'audizione del rappresentante del Governo sulle tematiche qui richiamate.

Enrico PIANETTA, presidente e relatore, condivide l'importanza del tema della frammentarietà degli aiuti come causa principale di ogni inefficacia. Ritiene che l'Unione europea, con il ricorso alla cooperazione delegata, ambisce a fornire un modello alla comunità internazionale e che pertanto la sua posizione al Forum merita di essere integrata con gli aspetti qui segnalati. Condivide la preoccupazione del collega Barbi per la difficoltà di ottenere dalle economie emergenti pieno riconoscimento ai princìpi fissati dai vertici di Parigi e Accra. Quanto alle mozioni in Assemblea, ritiene che, oltre a quella del Governo, vi sia una specifica responsabilità del Parlamento nel non avere proceduto speditamente dato seguito alla loro discussione.
Nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 9.50.

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AUDIZIONI INFORMALI

Mercoledì 12 ottobre 2011.

Audizione di rappresentanti del Consiglio Generale degli italiani all'estero (CGIE), nell'ambito dell'esame della proposta di legge C. 4398, approvata, in un testo unificato, dal Senato, C. 94 Tremaglia, C. 113 Angeli, C. 114 Angeli, C. 1883 Picchi, C. 2005 Zacchera, C. 2207 Porta, C. 2282 Gianni Farina, C. 2397 Razzi, C. 2410 Bucchino, C. 2562 Ricardo Antonio Merlo, C. 3065 Porta, C. 3574 Calearo, Nuove norme in materia di rappresentanza degli italiani all'estero.

L'audizione informale è stata svolta dalle 14.10 alle 15.10.

SEDE REFERENTE

Mercoledì 12 ottobre 2011. - Presidenza del vicepresidente Franco NARDUCCI.

La seduta comincia alle 15.15.

Sui lavori della Commissione.

Franco NARDUCCI, presidente, manifesta soddisfazione per l'esito positivo delle trattative israelo-palestinesi che dovrebbero condurre alla liberazione del soldato Shalit, la cui drammatica sorte ha profondamente colpito l'opinione pubblica italiana. Ricorda in proposito che nella scorsa legislatura, i genitori di Shalit furono ricevuti dall'ufficio di presidenza della Commissione. Auspica che sia un segnale di incoraggiamento per una ripresa negoziale tra le due parti su basi di maggiore fiducia reciproca.

Ratifica ed esecuzione dello Statuto dell'Agenzia internazionale per le energie rinnovabili (IRENA), fatto a Bonn il 26 gennaio 2009.
C. 4624 Governo.

(Rinvio dell'esame).

Francesco TEMPESTINI (PD), nel prendere atto dell'assenza dei gruppi di maggioranza, propone che la Commissione aggiorni i suoi lavori.

Franco NARDUCCI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia l'esame del provvedimento in titolo ad altra seduta.

La seduta termina alle 15.20.

AVVERTENZA

I seguenti punti all'ordine del giorno non sono stati trattati:

SEDE CONSULTIVA

Legge Comunitaria 2011.
C. 4623 Governo.

Relazione consuntiva sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea nel 2010.
Doc. LXXXVII, n. 4.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI