CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 12 ottobre 2011
545.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Commissioni Riunite (I e II)
COMUNICATO
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SEDE REFERENTE

Mercoledì 12 ottobre 2011. - Presidenza del presidente della II Commissione, Giulia BONGIORNO. - Intervengono i sottosegretari di Stato alla Presidenza del Consiglio Andrea Augello e Francesco Belsito.

La seduta comincia alle 14.50.

Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell'illegalità nella pubblica amministrazione.
Testo base C. 4434 Governo, approvato dal Senato, C. 3380 Di Pietro, C. 3850 Ferranti, C. 4382 Giovanelli, C. 4501 Torrisi e C. 4516 Garavini.

(Rinvio del seguito dell'esame).

Le Commissioni proseguono l'esame del provvedimento, rinviato il 29 settembre 2011.

Sui lavori delle Commissioni.

Gianclaudio BRESSA (PD) annuncia che il gruppo del Partito democratico, alla luce della situazione politica determinatasi ieri a seguito della reiezione del disegno di legge di rendiconto e delle comunicazioni rese oggi dal Presidente della Camera dopo le riunioni della Giunta del regolamento e della Conferenza dei presidenti di gruppo, ha deciso che non parteciperà ai lavori delle Commissioni fino a che non sarà intervenuto il chiarimento politico auspicato dall'opposizione e senz'altro necessario atteso che il voto di ieri deve essere considerato a tutti gli effetti come un voto di sfiducia.

David FAVIA (IdV), nell'associarsi al deputato Bressa, ricorda come la Giunta del regolamento abbia chiarito che il disegno di legge di rendiconto 2010 deve ritenersi respinto nella sua interezza a

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seguito della reiezione dell'articolo 1 avvenuta ieri in Aula. Fa presente che autorevoli costituzionalisti affermano che la reiezione, da parte di una Camera, del disegno di legge di rendiconto equivale nella sostanza a un voto di sfiducia al Governo: voto del quale il Presidente del Consiglio dovrebbe quindi prendere atto rassegnando le proprie dimissioni, anziché presentarsi alla Camera per rendere comunicazioni. Aggiunge che lo stesso Capo dello Stato ha espresso ufficialmente i propri dubbi e le proprie preoccupazioni in relazione all'attuale situazione politica. Conclude affermando che in queste condizioni non è certamente opportuno che le Commissioni proseguano i loro lavori e che in ogni caso il suo gruppo non vi prenderà parte.

Mario TASSONE (UdCpTP), dopo aver ricordato che in un'occasione consimile il suo gruppo ha espresso perplessità rispetto a una richiesta di sospensione dei lavori parlamentari, osserva che in questo caso, invece, è necessario prendere atto della anomalia della situazione venutasi a creare, per effetto della quale è in dubbio che il Governo sia nella pienezza delle sue prerogative istituzionali. Pertanto ritiene che le Commissioni debbano rinviare i propri lavori ad altra data, non essendo possibile che, su un provvedimento così delicato come quello in titolo, la maggioranza proceda nell'esame senza l'opposizione.

Giuseppe CALDERISI (PdL) contesta la tesi secondo cui il Governo non sarebbe nella pienezza delle sue prerogative, rinviando a quanto già chiarito al riguardo dagli esponenti della sua parte politica in sede di Giunta del regolamento, di Conferenza dei presidenti di gruppo e di Assemblea: una tesi del genere contrasta in modo evidente con il dettato dell'articolo 94 della Costituzione. In ogni caso, il suo gruppo non è contrario a che nella giornata di oggi non si tenga la seduta delle Commissioni riunite per consentire ai gruppi di opposizione, come richiesto nella Conferenza dei presidenti di gruppo, di riunirsi per valutare il da farsi.

Nicola MOLTENI (LNP) dichiara di rispettare la scelta dell'opposizione, ma ritiene che si debba proseguire l'esame del provvedimento, che il gruppo della Lega considera di fondamentale importanza. Sottolinea come l'opposizione stia tentando di bloccare i lavori delle Commissioni con lo scopo politico di formalizzare una situazione di crisi che in realtà è inesistente. Ritiene quindi che la presidenza commetterebbe un errore se non consentisse oggi di esaminare il provvedimento.

Giancarlo LEHNER (PT) ricorda come storicamente la scelta aventiniana possa essere considerata nobile e apprezzabile, ma anche come tale scelta non abbia mai impedito ai lavori parlamentari di svolgersi. La scelta aventiniana che oggi i gruppi di opposizione intenderebbero compiere, ora come allora, deve riguardare solo gli aventiniani. Ritiene quindi corretto che i lavori delle Commissioni proseguano.

Federico PALOMBA (IdV) nel replicare a chi ritenga corretto proseguire i lavori senza le opposizioni, ricorda come il gruppo dell'Italia dei valori abbia dimostrato di collaborare lealmente, essendo tra l'altro il gruppo che ha chiesto la calendarizzazione del provvedimento. Sottolinea quindi come il proprio gruppo, per quanto ritenga che il provvedimento debba essere migliorato, non sia alcun modo sospettabile di sabotaggio né di ostruzionismo. Ritiene, segnatamente, che ci si trovi in una fase transitoria di «non governo» e che la maggioranza debba rispettare la posizione, non ostruzionistica, bensì di attesa e riflessione espressa dall'opposizione, finché il quadro politico non sarà chiarito.

Linda LANZILLOTTA (Misto-ApI) sottolinea che quella delle opposizioni non è una scelta «aventiniana», come sostenuto dal deputato Lehner, ma è invece l'unica scelta possibile per assicurare efficienza al lavoro parlamentare, il quale non può svolgersi correttamente senza l'interlocuzione

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piena e legittima del Governo. Ricorda, al riguardo, che lo stesso Presidente della Repubblica ha messo in dubbio la capacità dell'attuale Governo di svolgere il proprio ruolo istituzionale.

Enrico COSTA (PdL) dichiara di rispettare la scelta dell'opposizione, che ritiene legittimo esercizio delle proprie prerogative. Sottolinea peraltro come sarebbe altrettanto legittima la scelta di proseguire i lavori delle Commissioni. A suo giudizio, l'opposizione non ha chiesto un rinvio in attesa di una chiarimento della situazione politica, perché se così fosse questo dibattito si svolgerebbe in modo più lineare e probabilmente non sarebbe difficile trovare adesioni anche nella maggioranza. In realtà l'opposizione vuole porre la maggioranza di fronte a un bivio, imponendole di proseguire senza l'opposizione medesima ovvero di rinviare la seduta.
Ritiene che quindi sarebbe più corretto da parte dell'opposizione chiedere il rinvio dell'esame del provvedimento piuttosto che preannunciare l'abbandono dei lavori.

Giuseppe CALDERISI (PdL) ricorda come da parte del gruppo del Partito democratico sia stata manifestata, in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo, l'esigenza di non prevedere lavori di Assemblea per la giornata odierna per consentire al gruppo stesso di riunirsi. La sua disponibilità ad un rinvio, rispetto alla seduta delle Commissioni riunite I e II, era quindi in relazione a tale richiesta. Se invece la questione viene posta in rapporto ad una supposta perditadi poteri in capo al Governo non ritiene di aderire alla richiesta, poiché la pienezza dei poteri dell'Esecutivo non è in questa sede in discussione.

Maria Grazia SILIQUINI (PT) ritiene che la preannunciata partecipazione ai lavori da parte dei gruppi di opposizione abbia una motivazione del tutto politica che non corrisponde alla realtà dei fatti, considerato che il Governo in carica lo è legittimamente. Vista la delicatezza del provvedimento in esame chiede comunque ai rappresentanti dei gruppi di opposizione di rivedere la propria posizione e di consentire alle Commissioni di procedere. Qualora tuttavia tali gruppi ritenessero di persistere nella contrarietà a proseguire i lavori delle Commissioni riunite dovrebbero, a suo parere, motivare diversamente tale scelta, in quanto il Governo in carica ha la propria legittimazione nelle diverse fiducie ottenute dal Parlamento.

Pierluigi MANTINI (UdCpTP) rileva come le motivazioni politiche dei gruppi di opposizione siano state espresse ed un confronto sia stato svolto. Sottolinea come la situazione attuale abbia un rilievo politico di straordinaria importanza e di questo vada tenuto conto.

Manlio CONTENTO (PdL) si rivolge ai gruppi di opposizione ed in particolare all'onorevole Bressa, sottolineando come in realtà non vi sia alcuna ragione giuridica di valenza costituzionale che possa giustificare la sospensione dei lavori del Parlamento. A tale proposito dichiara di non condividere assolutamente la decisione adottata dalla Giunta per il regolamento con una maggioranza che non corrisponde alla maggioranza dell'Assemblea della Camera, secondo cui dalla reiezione dell'articolo 1 del disegno di legge di approvazione del rendiconto generale dello Stato deriverebbe che non si potrebbe procedere oltre nell'iter del disegno di legge di rendiconto in quanto secondo la Giunta il provvedimento deve considerarsi respinto. A suo parere non si può in alcun modo condividere neanche la valutazione della Giunta secondo cui ciò comporterebbe, altresì, la sospensione dell'iter del disegno di legge di assestamento che, a norma dell'articolo 119, comma 8, del Regolamento, è esaminato con il disegno di legge di approvazione del rendiconto.
Ritiene del tutto infondate le tesi di alcuni costituzionalisti richiamate dagli esponenti dell'opposizione secondo cui il voto di ieri si sostanzierebbe in un vero e proprio atto di sfiducia nei confronti del Governo, per cui non si può accettare alcuna richiesta di sospensione dei lavori

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del Parlamento per queste motivazioni. Invita pertanto i gruppi di opposizione a limitarsi a chiedere il rinvio dell'esame del provvedimento senza addurvi alcuna motivazione pretestuosa.

Raffaele VOLPI (LNP) condivide quanto testè evidenziato dai colleghi Calderisi e Contento ed aderisce al percorso da loro individuato. Non ritiene, invece, possibili i tentativi di rappresentare al Presidente della Repubblica, attraverso il Presidente Fini, una situazione della Camera diversa da quella reale e cioè che la Camera non sta lavorando.

Gianclaudio BRESSA (PD) ritiene paradossale la situazione che si è venuta a creare: ricorda di aver unicamente comunicato, all'inizio della seduta, la decisione del suo gruppo di non partecipare ai lavori delle Commissioni alla luce di quanto sta accadendo.
Si tratta, dunque, di una decisione politica del suo gruppo e non ritiene pertanto di dover accedere a quanto proposto da altri. Ritiene inoltre improprio il riferimento all'Aventino, avendo solo affermato di non partecipare ai lavori fino ad un chiarimento politico. Domani sono previste comunicazioni del Presidente del Consiglio e si vedrà. In ogni modo, ricorda come tutto ciò sia consequenziale al fatto che la maggioranza non è riuscita ad approvare il rendiconto generale dello Stato.

Mario TASSONE (UdCpTP) si rimette alle considerazioni svolte ed evidenzia come si ponga un problema anche di opportunità. Occorre, a suo avviso, sospendere i lavori delle Commissioni vista la posizione di ordine politico assunta dalle opposizioni.

Giulia BONGIORNO, presidente, alla luce degli interventi svolti ritiene, d'intesa con il Presidente della I Commissione, di accogliere la richiesta di rinvio dell'esame del provvedimento all'ordine del giorno, precisando che comunque non spetta alla presidenza alcuna valutazione sulla motivazione politica della richiesta medesima. Osserva peraltro come la delicatezza del provvedimento renda alquanto inopportuno procedere nell'esame in assenza dei deputati dei gruppi di opposizione.

Giancarlo LEHNER (PT) contesta la decisione adottata dai Presidenti delle Commissioni I e II, in quanto verrebbe accettata una richiesta di rinvio dell'esame del provvedimento che in realtà i gruppi di opposizione non hanno mai formulato avendo piuttosto preannunciato l'abbandono dei lavori delle Commissioni riunite. Ricorda che la richiesta di rinvio era stata una ipotesi di compromesso prospettata dai rappresentanti del gruppo PDL per sospendere i lavori delle Commissioni riunite senza dover ricorrere a motivazioni del tutto infondate.

Federico PALOMBA (IdV) dopo aver dichiarato il proprio apprezzamento della correttezza della presidenza, sottolinea che comunque da parte dell'opposizione non vi è alcuna volontà ostruzionistica.

Enrico COSTA (PdL) ritiene che così come in altre occasioni non rimane che prendere atto delle decisioni adottate dalla presidenza.

Giulia BONGIORNO, presidente, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 15.20.

ERRATA CORRIGE

Nel Bollettino delle Giunte e delle Commissioni permanenti di martedì 11 ottobre 2011, a pagina 4, prima colonna, dopo la quinta riga, aggiungere, a capo, il seguente periodo «Le Commissioni approvano l'emendamento Lanzillotta 2.60 (nuova formulazione) (vedi allegato)».