CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 11 ottobre 2011
544.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Commissioni Riunite (I e II)
COMUNICATO

TESTO AGGIORNATO AL 12 OTTOBRE 2011

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SEDE REFERENTE

Martedì 11 ottobre 2011. - Presidenza del presidente della I Commissione, Donato BRUNO. - Intervengono il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio Andrea Augello e il sottosegretario di Stato per la giustizia Giacomo Caliendo.

La seduta comincia alle 13.05.

Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell'illegalità nella pubblica amministrazione.
Testo base C. 4434 Governo, approvato dal Senato, C. 3380 Di Pietro, C. 3850 Ferranti, C. 4382 Giovanelli, C. 4501 Torrisi e C. 4516 Garavini.

(Seguito dell'esame e rinvio).

Le Commissioni proseguono l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta del 29 settembre 2011.

Donato BRUNO, presidente, avverte che il Governo ha presentato una nuova formulazione dell'emendamento 5.10 (vedi allegato) e che le relatrici hanno presentato l'articolo aggiuntivo 8.0100 (vedi allegato). Invita quindi le relatrici ed il Governo ad esprimere il parere sugli emendamenti e articoli aggiuntivi agli articoli 2 e 5 precedentemente accantonati.

Jole SANTELLI (PdL), relatore per la I Commissione, esprime parere favorevole sull'emendamento Lanzillotta 2.60, invitando tuttavia la presentatrice a riformularlo nel senso di sostituire il riferimento alla «Autorità degli appalti e di servizi nelle pubbliche amministrazioni» con quello alla «Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture», secondo il dettato della legge.
Esprime parere favorevole sull'emendamento Lanzillotta 2.61, a condizione che sia riformulato nei termini riportati in allegato (vedi allegato), che tengono conto di quanto emerso nel dibattito della scorsa seduta, e invita conseguentemente al ritiro degli emendamenti Ferranti 2.16 e 2.18, in quanto assorbiti.
Esprime parere contrario sull'articolo aggiuntivo Favia 2.03 e parere favorevole sulla nuova formulazione dell'emendamento 5.10 del Governo.

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Il sottosegretario Andrea AUGELLO esprime parere conforme a quello espresso dalla relatrice Santelli e raccomanda l'approvazione delle emendamento 5.10 (nuova formulazione) del Governo.

Le Commissioni approvano l'emendamento Lanzillotta 2.60 (nuova formulazione) (vedi allegato).

Linda LANZILLOTTA (Misto-ApI) aderisce alla richiesta di riformulazione del proprio emendamento 2.61 (vedi allegato), sottolineando come quello proposto dall'emendamento sia un passaggio importante, che consente di estendere alle procedure in deroga le disposizioni in materia di trasparenza.
Dà quindi atto al Governo di aver lavorato per superare i profili problematici che riguardavano il parere espresso dalla Commissione bilancio del Senato su una precedente formulazione del testo.

Donatella FERRANTI (PD) sottoscrive l'emendamento Lanzillotta 2.61, come testé riformulato, e ritira di conseguenza i propri emendamenti 2.16 e 2.18.

Le Commissioni approvano l'emendamento Lanzillotta 2.61 (nuova formulazione) (vedi allegato).

David FAVIA (IdV) insiste per la votazione del proprio articolo aggiuntivo 2.03 poiché ritiene che la materia non sia ancora trattata in maniera insufficiente.

Le Commissioni respingono l'articolo aggiuntivo Favia 2.03.

Il sottosegretario Andrea AUGELLO chiarisce che la riformulazione dell'emendamento 5.10 del Governo nasce dall'esigenza di una nuova riflessione manifestata da molti gruppi, con particolare riguardo alla necessità di un collegamento espresso con il Codice antimafia, da pochi giorni pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale.
Rileva poi che, con il comma 2 dell'emendamento, sono state raccolte due indicazioni emerse nel corso del dibattito: da una parte, quella di prevedere l'obbligo di comunicazione anche relativamente alle modifiche intervenute con riguardo all'assetto proprietario e degli organi sociali e, dall'altra parte, quella di introdurre sanzioni efficaci.

Pierluigi MANTINI (UdCpTP) dà atto al sottosegretario che il nuovo testo è più completo: anche se accantona per il momento il tema delle white list rinviandolo al Codice antimafia, reca una disciplina più efficace, prevedendo da una parte che la comunicazione debba riguardare anche le modifiche degli assetti societari dei subfornitori e dall'altra che la comunicazione debba essere al prefetto, come proposto dal suo gruppo, perché questi possa poi attivare le necessarie procedure con l'ausilio della DIA.
Ritiene dunque tale previsione più efficace rispetto alla semplice iscrizione in un registro chiuso che consentirebbe di avere una sorta di «patente di impunità» per il futuro.

Mario TASSONE (UdCpTP) prende atto del raccordo effettuato con il Codice antimafia, al quale di fatto si rinvia, ed evidenzia una preoccupazione riguardante l'effettiva possibilità per le prefetture di fare fronte in maniera efficace alle nuove funzioni che vengono loro attribuite con l'emendamento in discussione. Rischia, infatti, di essere defatigante lo svolgimento di nuovi compiti mantenendo le strutture esistenti.
Segnala, quindi, l'opportunità di una ulteriore riflessione al riguardo ed auspica che il Governo ne abbia tenuto conto nella formulazione del testo. Il rischio infatti è quello di definire procedure che restano poi inattuate.

David FAVIA (IdV) preannuncia l'astensione del suo gruppo sull'emendamento 5.10 del Governo, come riformulato. Da una parte, infatti, è condivisibile la ratio; dall'altra parte, tuttavia, restano le perplessità evidenziate dal collega Tassone e quelle connesse al fatto che, di fatto, si modifica una legge con un decreto ministeriale. In più, non viene mantenuta l'attuale previsione che contempla il parere delle Commissioni parlamentare competenti,

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seppure di carattere non vincolante.

Donatella FERRANTI (PD) dà atto al Governo di aver fatto un passo in avanti anche per garantire un raccordo normativo con il Codice antimafia.
Preannuncia quindi il voto favorevole del suo gruppo sull'emendamento 5.10 del Governo, come riformulato, riservandosi ulteriori approfondimenti per la discussione in Assemblea. Concorda, in particolare, sull'esigenza di garantire l'effettività dei controlli da parte delle prefetture, manifestata nel dibattito.

Doris LO MORO (PD) sottopone al Governo la possibilità di rivedere la formulazione della lettera e) del comma 1, sostituendo le parole «noli a freddo dei macchinari» con le seguenti «noli a freddo di macchine ad attrezzature» così da evitare che il riferimento al complesso dei macchinari possa fare in modo che le singole macchine non siano ricomprese nell'applicazione della norma.

Il sottosegretario Andrea AUGELLO fa presente che la lista di attività di cui al comma 1, testé richiamata dalla deputata Lo Moro, è stata definita d'intesa con il ministero competente e nasce da un emendamento presentato al Senato su cui vi era stato un ampio consenso da parte delle associazioni operanti nel settore e dei soggetti specializzati nelle politiche di contrasto alla mafia.
Ritiene, pertanto, che si debba mantenere l'attuale formulazione del testo, fermo restando che si potrà svolgere una ulteriore riflessione ai fini del successivo iter in Assemblea.
Per quanto riguarda la comunicazione al prefetto, ricorda che si tratta di una esigenza emersa nel dibattito parlamentare e ripresa nel testo dell'emendamento del Governo. Si riserva comunque una ulteriore valutazione, ai fini della discussione in Assemblea e successivamente al parere della Commissione bilancio, per assicurare l'effettività dei controlli.

Le Commissioni approvano l'emendamento 5.10 (nuova formulazione) del Governo.

Donato BRUNO, presidente, avverte che, in seguito all'approvazione dell'emendamento 5.10 (nuova formulazione) del Governo, non saranno poste in votazione le ulteriori proposte emendative riferite all'articolo 5. Avverte quindi che si passa ora all'esame degli emendamenti riferiti all'articolo 7.

Jole SANTELLI (PdL), relatore per la I Commissione, invita al ritiro dell'emendamento Ferranti 7.2 ed esprime parere favorevole sull'emendamento Ferranti 7.3. Invita altresì al ritiro delle proposte emendative Fontana 7.1 e 7.01, Zaccaria 7.05, Ferranti 7.06, Mariani 7.07 e 7.08.

Il sottosegretario Andrea AUGELLO esprime parere conforme a quello della relatrice per la I Commissione.

Donatella FERRANTI (PD), accogliendo l'invito della relatrice, ritira il proprio emendamento 7.2.

Le Commissioni approvano l'emendamento Ferranti 7.3.

Giuseppe CALDERISI (PdL) fa propri l'emendamento Fontana 7.1 e l'articolo aggiuntivo Fontana 7.01, e li ritira.

Roberto ZACCARIA (PD) sottolinea come il proprio articolo aggiuntivo 7.05 abbia lo scopo di estendere vantaggiosamente un importante modello di trasparenza, già sperimentato dagli enti locali. Dichiara quindi di non comprendere quali siano le ragioni dei pareri contrari.

Linda LANZILLOTTA (Misto-ApI), Mario TASSONE (UdCpTP), David FAVIA (IdV) e Marilena SAMPERI (PD) sottoscrivono l'articolo aggiuntivo Zaccaria 7.05.

Jole SANTELLI (PdL), relatore per la I Commissione, fa presente di essersi confrontata in modo approfondito con l'onorevole

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Angela Napoli in merito all'articolo aggiuntivo in questione. Sottolinea in particolare come le relatrici, pur comprendendo il problema ed apprezzando la ratio della proposta emendativa, ritengano tuttavia che essa riguardi più il tema del corretto esercizio della funzione amministrativa in relazione al meccanismo dello spoil system che quello della corruzione in senso stretto. Ritengono inoltre che dovrebbero essere valutati con attenzione gli aspetti relativi alla composizione del comitato previsto dal comma 3, per assicurarne l'effettiva imparzialità. Il tema, pertanto, dovrebbe essere oggetto di un autonomo provvedimento.

Mario TASSONE (UdCpTP) ritiene che le relatrici, proprio in considerazione dell'importanza della questione e dell'ampia convergenza ravvisata sul principio espresso dalla proposta emendativa in esame, avrebbero dovuto esprimere un parere favorevole, eventualmente subordinato ad una riformulazione del testo.

Jole SANTELLI (PdL), relatore per la I Commissione, ribadisce come le relatrici non ritengano opportuno che il tema sia affrontato nell'ambito dell'esame del provvedimento in oggetto.

Pierguido VANALLI (LNP) dichiarando di non condividere la tendenza normativa volta a circoscrivere sempre di più i poteri dei sindaci, esprime forti perplessità sull'articolo aggiuntivo Zaccaria 7.05.

Donatella FERRANTI (PD) ritiene che, per quanto la formulazione dell'articolo aggiuntivo 7.05 sia migliorabile, la proposta emendativa sia pienamente condivisibile, poiché costituisce evidentemente un'applicazione del principio di trasparenza, delineato anche dall'articolo 2 del provvedimento in esame come un fondamentale strumento di prevenzione contro il fenomeno della corruzione.

Angela NAPOLI (FLpTP), relatore per la II Commissione, precisa come l'articolo aggiuntivo 7.05 presenti degli aspetti pregevoli e susciti, al contempo, talune perplessità, anche sotto il profilo della copertura finanziaria, essendo difficile immaginare che il comitato di cui al comma 3 possa essere costituito senza oneri aggiuntivi. Ritiene quindi che la soluzione preferibile sia quella di ribadire l'invito al ritiro dell'articolo aggiuntivo, al fine di elaborarne eventualmente una riformulazione che possa essere presentata nel corso dell'esame in Assemblea.

Pierluigi MANTINI (UdCpTP) dichiara di condividere l'intervento dell'onorevole Angela Napoli, sottolineando come l'articolo aggiuntivo in questione ponga un tema ormai ineludibile, sia pure con una formulazione migliorabile.

Il sottosegretario Andrea AUGELLO rileva come vi siano numerose considerazioni che inducono a confermare la valutazione negativa del Governo sulla proposta emendativa in esame. Evidenzia in particolare le difficoltà di affrontare questo tema senza un approfondimento ed un confronto con l'Associazione nazionale comuni italiani. Sembra evidente, inoltre, che la norma ponga anche delicate questioni relative alla copertura finanziaria.

Oriano GIOVANELLI (PD) ritiene che l'atteggiamento di chiusura del Governo sia molto grave. Sottolinea, in particolare, come sia irragionevole porsi il problema dei costi per finanziare un efficace strumento volto a prevenire e, quindi, a ridurre l'impatto di un fenomeno, come quello della corruzione, che ha un costo incomparabilmente maggiore, essendo equiparabile ad una tassa occulta da 60 miliardi di euro all'anno. Evidenzia come la corruzione non possa essere contrastata solo con lo strumento repressivo, poiché quando si interviene con la norma penale, il danno si è già prodotto. Occorre quindi rafforzare gli strumenti di trasparenza e prevenzione.

Linda LANZILLOTTA (Misto-ApI) condivide le osservazioni dell'onorevole Giovanelli. Ricorda, inoltre come la trasparenza,

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attenendo ai livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti sociali e civili che devono essere garantiti su tutti il territorio nazionale, di cui all'articolo 117, secondo comma, lettera m), della Costituzione, rientri nell'ambito della competenza esclusiva dello Stato. Non vi è quindi alcuna necessità di una negoziazione con gli enti locali. Un limite della norma potrebbe essere, eventualmente, rappresentato dalla sua non applicabilità alle regioni, con particolare riferimento ai manager delle aziende sanitarie locali.

Salvatore VASSALLO (PD) rileva come l'articolo 7.05 si ispiri ad un modello di trasparenza che è stato già sperimentato nel Comune di Bologna, dove sono stati nominati dei «saggi», che svolgono a titolo gratuito il compito di vagliare le nomine nelle società partecipate. Poiché l'attività dei «saggi» non si estrinseca in atti vincolanti, il potere di nomina rimane intatto in capo all'ente. Sottolinea, inoltre, come la pubblicità dei titoli di coloro che aspirano alla nomina ponga il titolare del potere di nomina di fronte ad una responsabilità politica qualora non abbia scelto i soggetti più qualificati.

Jole SANTELLI (PdL), relatore per la I Commissione, ritiene necessario che gli amministratori assumano sempre una responsabilità politica piena per le proprie scelte, esprimendo peraltro perplessità e preoccupazione per i casi in cui attraverso la nomina di persone amiche si cerchi una qualche forma di «copertura», anche se questo non sempre viene fatto in malafede.
La proposta emendativa in esame può essere esaminata sotto due profili. In primo luogo, il potere di nomina rimane intatto nella titolarità di chi ha la responsabilità politica. Vi è tuttavia un altro aspetto, che riguarda le modalità con le quali si esplica questa responsabilità politica e la trasparenza effettiva della scelta. Su questo secondo profilo ritiene si debba lavorare in vista dell'esame in Assemblea.

Raffaele VOLPI (LNP) concorda con la relatrice Santelli, sottolineando l'importanza della assunzione della responsabilità politica di una scelta. Quanto al merito della proposta emendativa, si dichiara favorevole alla trasparenza nelle nomine, ma contrario all'introduzione di un comitato per il vaglio delle proposte di nomina, che comprimerebbe in modo eccessivo l'autonomia degli enti locali. Aggiunge che non si vede per quale ragione la disciplina proposta dall'articolo aggiuntivo dovrebbe valere soltanto per i comuni al di sopra dei 15 mila abitanti, quando anche un comune più piccolo può, per effetto di un particolare assetto societario, essere responsabile di nomine di grande importanza.

Le Commissioni, con distinte votazioni, respingono gli articoli aggiuntivi Zaccaria 7.05, Ferranti 7.06, Mariani 7.07 e 7.08.

Donato BRUNO, presidente, avverte che le Commissioni passano ora all'esame delle proposte emendative riferite all'articolo 8 e invita le relatrici ed il Governo ad esprimere il parere su di esse.

Jole SANTELLI (PdL), relatore per la I Commissione, chiede l'accantonamento degli emendamenti e articoli aggiuntivi riferiti all'articolo 8, compreso l'articolo aggiuntivo 8.0100 delle relatrici.

Donato BRUNO, presidente, preso atto che non vi sono obiezioni, avverte che gli emendamenti e articoli aggiuntivi riferiti all'articolo 8 si intendono accantonati per essere discussi nella seduta che sarà convocata domani. Le Commissioni passano pertanto all'esame delle proposte emendative riferite all'articolo 9.

David FAVIA (IdV) chiede che l'articolo aggiuntivo Di Pietro 8.04, di cui è cofirmatario, sia esaminato insieme alle proposte emendative riferite all'articolo 9, in quanto reca modifiche al codice penale.

Angela NAPOLI (FLpTP), relatore per la II Commissione, chiede di conoscere il parere del Governo sulle proposte emendative riferite all'articolo 9 così da capire

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se su questa parte del provvedimento, che interviene sulla corruzione dal punto di vista penale, vi sia la disponibilità del Governo a rivedere il testo.

Il sottosegretario Giacomo CALIENDO ricorda che, a partire dall'inizio degli anni '90, la corruzione e gli altri reati contro la pubblica amministrazione sono stati perseguiti con forza sul fronte della repressione penale, come testimoniano anche i dati relativi al numero delle condanne e alle pene inflitte. Il Governo ritiene che oggi l'urgenza riguardi invece soprattutto il fronte della prevenzione di questi reati e in tal senso si orienta il disegno di legge in esame, il quale, d'altra parte, innova anche sotto il profilo penale, prevedendo aumenti di pena per i reati in questione.
Osserva che modificare l'articolo 9 per rivedere ed eventualmente ampliare il complesso dei reati connessi alla corruzione comporterebbe un significativo allungamento dei tempi di esame del provvedimento da parte del Senato, mentre è necessario che la legge entri in vigore il più presto possibile, in quanto la corruzione è tuttora molto diffusa nel Paese e arreca un grave danno all'economia. Aggiunge che il Governo è disponibile a una riflessione sui reati in questione, ma ritiene che tale riflessione debba aver luogo in un secondo momento, anche sulla base di una delega legislativa del Parlamento.
Ribadito quindi che il Governo auspica che il provvedimento in esame divenga legge prima della fine della legislatura, invita al ritiro di tutti gli emendamenti riferiti alla materia penale.

Angela NAPOLI (FLpTP), relatore per la II Commissione, dichiara di non condividere la linea del Governo. È vero che il testo in esame è stato valutato positivamente, anche da parte di alcuni dei soggetti auditi nel corso dell'indagine conoscitiva, perché insiste più sulla prevenzione che sulla repressione del fenomeno corruttivo, ma non per questo, a suo avviso, si può pensare di non aggiornare la disciplina penale in materia: basti pensare a quanto sia importante aggiornare le fattispecie di reato, introducendo per esempio quella dell'autoriciclaggio.
A suo avviso, la motivazione addotta dal Governo per giustificare la propria chiusura totale sull'articolo 9 non è altro che un «alibi»: è vero infatti che è urgente intervenire per porre freno alla corruzione, ma è anche vero che la velocità non preclude l'introduzione di modifiche al testo: quando il Governo ha voluto portare avanti provvedimenti in materia di giustizia connessi ad alcuni interessi particolari ha infatti saputo imporre alle Camere tempi di esame anche molto accelerati e non si vede perché non possa farlo anche in questo caso.
Ricorda di aver fin dall'inizio espresso perplessità sulla adeguatezza del testo rispetto all'intento di contrastare la corruzione. Si tratta, a suo parere, di un testo privo della concretezza e della forza necessaria su questa materia, e questo anche in conseguenza del modo in cui si sono svolti i lavori al Senato, dove il testo è stato sostanzialmente redatto in Assemblea.
In conclusione, preannuncia l'espressione di pareri difformi da quelli del Governo.

Donatella FERRANTI (PD), nel ringraziare la relatrice per la correttezza con la quale svolge il suo ruolo, dichiara di non comprendere il ragionamento svolto dal Governo: fa presente, infatti, che i tempi di una ulteriore lettura da parte del Senato devono comunque essere messi in conto, dal momento che il testo è stato modificato. Rileva poi che il profilo della repressione penale non può essere ignorato in un intervento in materia di corruzione e che tale profilo non può certamente considerarsi esaurito con qualche aumento di pena. Ricorda che il GRECO, nelle sue raccomandazioni all'Italia, ha segnalato tra l'altro la mancata introduzione nell'ordinamento dei reati di corruzione tra privati e di traffico di influenze.

Federico PALOMBA (IdV) giudica incomprensibile il fatto che il Governo esprima parere contrario su decine di

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emendamenti riferiti a una parte sostanziale del provvedimento, sostenendo l'urgenza di approvazione della legge, quando il testo dovrà comunque tornare al Senato perché modificato in altri punti. Sottolinea che quelle all'articolo 9 sono proposte emendative che migliorano sensibilmente il testo per quanto riguarda la parte penale.

Mario TASSONE (UdCpTP) ritiene che anche le misure di carattere preventivo non possano avere efficacia se non sono accompagnate da una riforma del sistema penale in materia di corruzione e di reati connessi.

Il sottosegretario Giacomo CALIENDO ricorda che anche al Senato il Governo ha invitato al ritiro di tutti gli emendamenti riguardanti la materia penale per permettere una più rapida approvazione del provvedimento e che tutti i gruppi hanno convenuto sull'opportunità di procedere in questo modo.

Donato BRUNO, presidente, ricorda che in regime di bicameralismo le scelte politiche o procedurali di una Camera non possono vincolare l'altra. Chiede poi al rappresentante del Governo di svolgere un ulteriore approfondimento, insieme con le relatrici, per verificare se sia possibile raggiungere un'intesa sull'articolo 9. Rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 14.25.