CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 5 ottobre 2011
542.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Agricoltura (XIII)
COMUNICATO
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ATTI DEL GOVERNO

Mercoledì 5 ottobre 2011. - Presidenza del presidente Paolo RUSSO.

La seduta comincia alle 13.45.

Variazioni nella composizione della Commissione.

Paolo RUSSO, presidente, comunica che il deputato Italo Bocchino cessa di far parte della Commissione e che entra a farne parte il deputato Adriano Paroli. Formula a entrambi i colleghi i migliori auguri di buon lavoro.

Comunicazioni su un'iniziativa in merito alla questione della variazione delle categorie catastali per i fabbricati rurali.

Paolo RUSSO, presidente, comunica che in data 28 settembre 2011, interpretando l'orientamento della Commissione, ha inviato una lettera al Ministro dell'economia e delle finanze, rappresentando l'esigenza di una proroga dei termini stabiliti dalla recente normativa in materia di variazione della categoria catastale per i fabbricati per i quali sussistono i requisiti di ruralità.

Schema di decreto legislativo di attuazione della direttiva 2007/61/CE, relativa a taluni tipi di latte conservato parzialmente o totalmente disidratato, destinato all'alimentazione umana.
Atto n. 378.

(Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del regolamento, e conclusione - Parere favorevole con condizione e osservazioni).

La Commissione prosegue l'esame dello schema di decreto legislativo.

Paolo RUSSO, presidente, ricorda che nella seduta del 28 settembre scorso la Commissione ha proseguito l'esame del provvedimento.

Isidoro GOTTARDO (PdL), relatore, fa presente di essere consapevole del fatto che i problemi della filiera del latte emersi nel corso del dibattito non possono essere risolti con il provvedimento in esame, tenuto conto che la delega scadrà l'8 ottobre prossimo e che il Governo non potrà riuscire in pochi giorni a trovare

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una soluzione che la Commissione Agricoltura non ha individuato in diversi mesi.
Nel merito, rileva che il settore appare in sofferenza per una difficoltà di comunicazione fra i produttori del latte e i trasformatori dell'industria agroalimentare, poiché i primi ritengono che i secondi abbiano ostacolato a livello di Unione europea le richieste relativa all'etichettatura di origine del latte avanzate dall'Italia. Tale presunta circostanza costituisce pregiudizio ad un dialogo tra le parti. Inoltre, ritiene necessario approfondire e verificare ulteriori elementi che costituiscono ulteriore motivo di conflitto tra le parti.
Illustra quindi una proposta di parere favorevole con osservazioni (vedi allegato 1), che riformula quella già presentata lo scorso 7 settembre. A tale proposito, fa presente che le osservazioni in essa previste hanno natura rappresentativa delle questioni rimaste aperte. In particolare, con riferimento alla osservazione di cui alla lettera a), ritiene che il Governo debba istituire un tavolo fra tutte le componenti della filiera, per la valorizzazione della stessa e per dare garanzie di stabilità del prezzo ai produttori, da una parte, e garanzia della fornitura del prodotto ai trasformatori, dall'altra, in un'ottica di trasparenza e garanzia per i consumatori. Con riferimento poi alla osservazione di cui alla lettera b), fa presente che essa si rende necessaria di fronte alle notizie totalmente infondate circa la possibilità di produrre yogurt con latte in polvere, ciò che è vietato dalla legge. L'osservazione di cui alla lettera c) riprende una richiesta di chiarimento dell'articolo 2 avanzata da alcune organizzazioni di categoria. Infine, con riferimento alla lettera d), che accoglie una sollecitazione emersa dal dibattito, deve tuttavia far presente che la previsione dell'utilizzo di traccianti di evidenziazione nel latte ad uso zootecnico, già contenuta nella legge n. 250 del 2000, è stata oggetto di una sentenza della Corte europea di giustizia che ha indotto l'Italia ad abrogare tale norma.
Conclusivamente, ribadisce che a suo avviso è necessario fare in modo che le parti interessate, nell'interesse dei prodotti e dei produttori, riescano a costruire la valorizzazione della filiera del latte, che oggi non è garantita, non solo per la questione dell'etichettatura di origine, ma per molteplici altre ragioni e questioni. Ritiene pertanto opportuno che la Commissione avvii un'indagine conoscitiva sullo stato della filiera del latte, che cerchi di promuovere la ricostruzione di un rapporto di fiducia al suo interno. A titolo di esempio, ricorda che da una parte viene segnalato il rischio di un consistente utilizzo di latte per prodotti stagionati, che rischiano di essere eccedentari, mentre da altra parte viene segnalato lo scarso utilizzo di latte per i formaggi «da banco»; vi sarebbe quindi una limitata disponibilità di latte per alcune parti della filiera, che sarebbero costrette ad approvvigionarsi all'estero. Appare quindi necessario un lavoro volto a ricostruire l'oggettività dei dati, costantemente in contrasto, e ad aiutare il Governo e la filiera nel suo insieme a valutare, nella trasparenza anche verso il consumatore, le modifiche legislative e comportamentali che si riveleranno opportune.

Paolo RUSSO, presidente, sospende quindi brevemente la seduta per consentire la valutazione della nuova proposta di parere del relatore.

La seduta, sospesa alle 14, è ripresa alle 14.15.

Isidoro GOTTARDO (PdL), relatore, presenta una ulteriore nuova formulazione della sua proposta di parere, predisposta sulla base dei rilievi informalmente avanzati dai colleghi (vedi allegato 2), osservando che con la stessa si intende porre l'accento sull'esigenza di rendere più competitiva la produzione italiana di latte.

Sebastiano FOGLIATO (LNP) ritiene che la proposta del relatore, come ulteriormente modificata, costituisca un passo avanti nella giusta direzione e possa essere accolta. Ribadisce in ogni caso che il suo gruppo è particolarmente interessato a

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tutelare il mondo della produzione, anello debole della filiera, e ha ritenuto perciò che l'accento debba essere posto non tanto sulla competitività dell'industria agroalimentare, che è già competitiva, ma su quella della produzione agricola. Esprime inoltre apprezzamento per il fatto che il parere proposto esclude in modo tassativo l'utilizzo del latte in polvere per la preparazione dello yogurt, sia o no di importazione, ferma restando la necessità di insistere sulla etichettatura di origine.

Sandro BRANDOLINI (PD) deve rilevare l'incoerenza del relatore, che nella precedente seduta aveva annunciato le sue dimissioni, qualora la sua proposta di parere fosse stata «stravolta», ciò che di fatto è avvenuto con la nuova stesura.
Dichiara quindi che neppure la nuova versione appare accettabile, anche se non contiene più condizioni, ma solo osservazioni. Infatti, il provvedimento non riguarda i temi indicati nelle osservazioni, che ben potrebbero essere oggetto di iniziative della Commissione, ma in altra e più appropriata sede. La Commissione potrebbe infatti discutere di tali temi con apposite risoluzioni, volte ad esempio ad impegnare il Governo ad attivare un tavolo di filiera.
Invita pertanto la Commissione a limitarsi ad esprimere un parere favorevole sullo schema di decreto legislativo, annunciando che altrimenti il suo gruppo voterà in senso contrario sulla proposta del relatore.

Anita DI GIUSEPPE (IdV), premesso che il provvedimento all'ordine del giorno è diretto al recepimento di una direttiva europea, rileva che sarebbe improprio affrontare in questa sede argomenti diversi, tanto più se con una semplice osservazione si vuole affrontare il tema dell'uso del latte in polvere.
Si dichiara pertanto contraria alla proposta del relatore, auspicando che la Commissione possa ancora limitarsi ad esprimere un parere favorevole sul testo assegnato, riservandosi poi di approfondire le questioni relative alla filiera del latte con un'eventuale indagine conoscitiva.

Teresio DELFINO (UdCpTP), nel condividere sostanzialmente le considerazioni della collega Di Giuseppe, rileva che effettivamente le questioni poste dal relatore assumevano un significato più comprensibile come in precedenza prospettate, mentre l'ultima versione della proposta del relatore contiene solo auspici non suscettibili di avere un'influenza reale nell'iter del provvedimento. Pertanto, premesso che sul testo assegnato non vi sono rilievi, giudicherebbe opportuno e più trasparente che la Commissione si pronunci solo su tale testo, impegnandosi contestualmente ad affrontare le questioni poste in sede di specifiche risoluzioni o con altra procedura parlamentare.
Conclusivamente, ritiene che in assenza di chiarezza sia preferibile respingere la proposta del relatore.

Sebastiano FOGLIATO (LNP) fa presente che l'osservazione di cui alla lettera b) dell'ultima formulazione della proposta del relatore, relativa alla produzione dello yogurt, potrebbe anche essere trasformata in condizione.

Isidoro GOTTARDO (PdL), relatore, accogliendo le sollecitazioni emerse dal dibattito, trasforma l'osservazione di cui alla lettera b) in condizione, così riformulando conclusivamente la sua proposta di parere (vedi allegato 3)

Angelo ZUCCHI (PD), premesso che lo schema in esame dà attuazione ad una delega legislativa, osserva che il Governo non è in condizioni di accogliere proposte che introducono elementi estranei all'oggetto della medesima delega. Peraltro, ritiene che la questione posta dal relatore sulla produzione di yogurt richieda anche un maggior approfondimento nel merito, con particolare riferimento alla legislazione europea sull'uso del latte concentrato. Invita poi a non insistere sull'osservazione relativa ai traccianti di evidenziazione nel latte ad uso zootecnico, considerato che non potrebbe essere accolta per le ragioni segnalate dallo stesso relatore. Evidenzia inoltre che l'osservazione di cui

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alla lettera a), sulla filiera del latte, appare pleonastica, perché individua un obiettivo del tutto generico, per quanto astrattamente condivisibile.
In conclusione, invita la Commissione a valutare quanto sia più opportuno discutere delle questioni poste con apposita risoluzione, che possa affrontare i complessi problemi della filiera del latte con uno strumento con il quale il Parlamento potrà impegnare il governo in maniera ben più incisiva.

Viviana BECCALOSSI (PdL) esprime la valutazione favorevole del suo gruppo sulla proposta del relatore, che ringrazia, sottolineandone gli sforzi.
Infatti, con questo parere, si chiarisce che la Commissione Agricoltura vuole tutelare l'intera filiera del latte, dalla stalla al consumatore, e garantire a quest'ultimo la massima trasparenza nelle informazioni. Inoltre, si intende chiedere al Governo di lavorare per tutelare i produttori italiani di latte e i loro prodotti, anche con riferimento alla questione del prezzo del latte. Infine, per quanto riguarda la questione dello yogurt, con la proposta del relatore si potrà fare chiarezza sugli orientamenti della Commissione rispetto a quanto erroneamente riportato nei mezzi di informazione, peraltro non sempre in buona fede.

Antonio CUOMO (PD) invita il relatore a replicare alle considerazioni del collega Zucchi.

Teresio DELFINO (UdCpTP) annuncia la sua astensione sulla proposta di parere del relatore, non potendo accogliere in particolare l'osservazione relativa all'uso dei traccianti di evidenziazione, materia sulla quale vi è già stata una sentenza contraria della Corte di giustizia dell'Unione europea.

Nicodemo Nazzareno OLIVERIO (PD), premesso che è opportuno concludere sollecitamente la discussione sul provvedimento, osserva che la condizione proposta dal relatore in merito all'esclusione dell'uso di latte in polvere per la produzione di yogurt potrebbe suscitare il dubbio infondato che tale pratica sia oggi seguita, facendo così una pubblicità negativa a tale prodotto. Pertanto, pur apprezzando lo sforzo del relatore, ribadisce che sarebbe opportuno che la Commissione si limitasse ad esprimere un parere favorevole sul provvedimento in esame, dedicandosi a discutere delle altre questioni della filiera del latte in altra sede. In conclusione, invita a seguire un percorso di buon senso.

Anita DI GIUSEPPE (IdV), pur apprezzando la disponibilità dimostrata dal relatore, osserva che il deputato Zucchi ha svolto considerazioni estremamente importanti. Invita perciò il relatore a rivedere la sua posizione, limitandosi a proporre un parere favorevole al testo in esame. Se tale invito non dovesse essere accolto, preannuncia che si asterrà nella imminente votazione.

Viviana BECCALOSSI (PdL) ritiene che la Commissione abbia il dovere di deliberare, dopo aver esaminato il tema in discussione in modo particolarmente approfondito, anche con un dibattito piuttosto acceso. A suo giudizio, la conclusiva riformulazione della proposta del relatore può quindi essere accolta, ferma restando la possibilità di affrontare nuovamente l'argomento in altra sede.
Desidera quindi ribadire che la condizione relativa alla produzione di yogurt, per quanto possa apparire pleonastica, è diretta essenzialmente a chiarire l'orientamento della Commissione di fronte a ogni possibile strumentalizzazione nonché a ridurre l'allarme ingiustificato che è stato suscitato nei consumatori.
Dichiara infine di condividere l'ipotesi di avviare un'indagine conoscitiva sulla filiera del latte.

Nicodemo Nazzareno OLIVERIO (PD) chiede al relatore di precisare se l'uso dei traccianti di evidenziazione nel latte ad uso zootecnico possa incontrare ostacoli in sede europea.

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Isidoro GOTTARDO (PdL), relatore, desidera sottolineare conclusivamente che la sua proposta di parere non è sostitutiva dell'indagine conoscitiva che egli stesso ha prospettato.

Paolo RUSSO, presidente, fa presente che la proposta di indagine conoscitiva emersa dal dibattito sarà valutata in sede di Ufficio di Presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi.

La Commissione approva infine la proposta di parere favorevole con una condizione e due osservazioni, come da ultimo riformulata dal relatore.

Sebastiano FOGLIATO (LNP) chiede chiarimenti sul parere votato dalla Commissione.

Paolo RUSSO, presidente, fa presente che la Commissione ha deliberato sulla ultima riformulazione della proposta di parere del relatore.

Schema di decreto ministeriale concernente il riparto dello stanziamento iscritto nello stato di previsione della spesa del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali per l'anno 2011, relativo a contributi ad enti, istituti, associazioni, fondazioni ed altri organismi.
Atto n. 397.


(Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del regolamento, e conclusione - Parere favorevole).

La Commissione prosegue l'esame dello schema di decreto.

Paolo RUSSO, presidente, ricorda che il relatore Negro ha svolto la relazione introduttiva nella seduta del 15 settembre scorso e che nelle successive sedute del 20 e del 21 settembre il seguito dell'esame è stato rinviato.

Nessuno chiedendo di intervenire, invita il relatore a formulare una proposta di parere.

Giovanna NEGRO (LNP), relatore, propone di esprimere parere favorevole.

Sandro BRANDOLINI (PD) osserva che una parte del contributo per il 2011, destinato all'INEA e all'INRAN, verrà utilizzata per pagare il personale, quindi per spese ordinarie, mentre i contributi in questione dovrebbero essere utilizzati per altre attività, compiti e funzioni che il Ministero assegna agli enti, al fine di realizzare obiettivi aggiuntivi rispetto ai compiti ordinari. Per tale motivo, preannuncia che il suo gruppo non potrà che votare contro la proposta di parere favorevole ed invita tutti i componenti a riflettere sulle sue considerazioni.

Anita DI GIUSEPPE (IdV) stigmatizza la notevole riduzione delle somme stanziate per i contributi per gli enti vigilati dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, dal 2008 ad oggi, scese da 6 milioni e mezzo di euro a poco più di 2 milioni.
Ritiene infatti che il Ministero avrebbe ben potuto, semmai, indirizzare le scelte gestionali degli enti, ad esempio riducendo le auto blu o gli stipendi dei dirigenti che sono sicuramente alti. Certamente, il fatto che parte dei contributi per tali enti siano destinati a coprire le spese di funzionamento relative agli stipendi del personale costituisce una riduzione delle importanti funzioni di collaborazione nell'attuazione della politica agricola, che tali enti dovrebbero svolgere, a meri compiti assistenzialistici. Pertanto, preannuncia l'espressione di un voto contrario.

Giovanna NEGRO (LNP), relatore, osserva che la particolare contingenza economico-finanziaria, con tagli di spesa sopraggiunti in corso di esercizio, rende giustificabile l'impiego di una parte dei contributi per sopperire alle spese del personale. Invita perciò a compiere una riflessione sull'impossibilità di ridurre tale personale.

Mario PEPE (PD) osserva che spesso tale personale è assunto con modalità clientelari.

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Giovanna NEGRO (LNP), relatore, non ha difficoltà ad affrontare il tema delle assunzioni, ma ritiene ora opportuno arrivare alla conclusione dell'esame del provvedimento.

Teresio DELFINO (UdCpTP) ritiene che nella fase attuale si debba prioritariamente garantire la funzionalità degli enti, che verrebbe incrinata nel caso in cui non si sopperisse a quelle che gli sono state rappresentate quali effettive esigenze di personale. Pertanto, pur apparendo generalmente condivisibili i rilievi sulle modalità di assunzione del personale degli enti pubblici, non rinviene ragioni per opporsi al provvedimento in esame.

La Commissione approva infine la proposta di parere favorevole formulata dal relatore.

La seduta termina alle 15.

SEDE CONSULTIVA

Mercoledì 5 ottobre 2011. - Presidenza del presidente Paolo RUSSO.

La seduta comincia alle 15.

Rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2010.
C. 4621 Governo, approvato dal Senato.

Disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato e dei bilanci delle amministrazioni autonome per l'anno finanziario 2011.
C. 4622 Governo, approvato dal Senato.

Tabella n. 12: Stato di previsione del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali.
(Relazione alla V Commissione).
(Seguito dell'esame congiunto, ai sensi dell'articolo 119, comma 8, del regolamento, e conclusione - Relazioni favorevoli).

La Commissione prosegue l'esame congiunto dei disegni di legge, rinviato nella seduta del 27 settembre 2011.

Paolo RUSSO, presidente, ricorda che nella seduta del 27 settembre scorso il relatore, onorevole Fogliato, ha svolto la relazione introduttiva.
Nessuno chiedendo di intervenire, avverte che si procederà prima alla deliberazione della relazione sul disegno di legge concernente il rendiconto 2010 e successivamente alla deliberazione della relazione sul disegno di legge di assestamento.
Avverte quindi che sul primo disegno di legge il relatore ha presentato una proposta di relazione favorevole (vedi allegato 4) e i deputati Oliverio ed altri hanno presentato una proposta di relazione contraria (vedi allegato 5). Inoltre, anche sul disegno di legge di assestamento, il relatore ha presentato una proposta di relazione favorevole (vedi allegato 6) e che i deputati Oliverio ed altri hanno presentato una proposta di relazione contraria (vedi allegato 7).

Sebastiano FOGLIATO (LNP), relatore, illustra le sue proposte di relazione favorevole, sottolineando che con riferimento al disegno di legge di assestamento, propone di esprimere un'osservazione relativa alla necessità di procedere all'analisi delle risorse disponibili nell'ambito dello stato di previsione del Ministero agricolo, definanziando gli stanziamenti destinati a finalità non più attuali e riallocando le risorse così reperite per prioritari interventi di sostegno del comparto agroalimentare.

Giuseppina SERVODIO (PD) fa presente che il suo gruppo ha avvertito la responsabilità di offrire alla Commissione una proposta circostanziata, formulata anche sulla scorta delle osservazioni critiche espresse dalla Corte dei conti, che ha inteso dare un giudizio molto severo sulla trasparenza dei conti pubblici non solo sul versante delle entrate, ma anche su quello della spesa, con particolare riferimento proprio alle spese nei settori agricoli e della pesca.
Lamenta inoltre che il comparto primario è stato interessato solo da provvedimenti tampone ed è stato oggetto di

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riduzioni molto pesanti degli stanziamenti, mentre è mancata una strategia economica di ripresa. Si direbbe pertanto che il Governo e la sua maggioranza non considerano più l'agricoltura come un settore economicamente interessante, laddove seguono politiche che avranno su di esso pesanti effetti.
Per tali motivi, preannuncia l'espressione di un voto contrario sulle proposte del relatore, invitando ad accogliere le proposte del suo gruppo.

Teresio DELFINO (UdCpTP) dichiara che il suo gruppo esprimerà un voto contrario sulle proposte del relatore per tre ordini di ragioni.
Innanzitutto, ritiene che la politica del Governo non abbia minimamente corrisposto alle aspettative e alle speranze degli imprenditori, anche agricoli, per esempio con riferimento alla riforma fiscale e alla questione dell'IRAP e ad altro ancora. In secondo luogo, ricorda che la relazione della Corte dei conti non è tenera rispetto al bilancio del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, la cui gestione non risponderebbe ai criteri di efficienza e di efficacia che la scarsità delle risorse imporrebbero, soprattutto in questo momento particolare. Infine, sottolinea la progressiva riduzione delle risorse e la mancanza della capacità di finalizzarle rispetto alle priorità; a tale riguardo lamenta il fatto che non si proceda ad una riduzione dei costi della struttura ministeriale.

Anita DI GIUSEPPE (IdV), nel far presente che il suo gruppo ha sottoscritto le proposte di relazione contraria a prima firma del deputato Oliverio, sottolinea alcuni aspetti che riguardano in particolare le spese per i processi di razionalizzazione organizzativa. Infatti, nel 2010 le spese per il personale sono aumentate rispetto agli anni precedenti, mentre non dovevano essere ridotte le risorse destinate al Corpo forestale dello Stato, trattandosi di forza di polizia che ha tra le finalità quelle della tutela ambientale e paesaggistica e che svolge un ruolo importante per l'agricoltura. Ritiene poi che sarebbero necessari maggiori indirizzi e controlli nella gestione delle risorse degli enti strumentali.

Paolo RUSSO, presidente, avverte che, per entrambi i disegni di legge, porrà in votazione per prima la proposta di relazione del relatore che, se approvata, precluderà la votazione della proposta dei deputati Oliverio ed altri.

La Commissione approva la proposta di relazione favorevole del relatore sul disegno di legge C. 4621, recante il rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2010, risultando preclusa la proposta di relazione contraria dei deputati Oliverio ed altri.
La Commissione approva altresì la proposta di relazione favorevole con osservazione del relatore sul disegno di legge C. 4622, recante disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato e dei bilanci delle Amministrazioni autonome per l'anno finanziario 2011, con riferimento alla Tabella n. 12, risultando preclusa la proposta di relazione contraria dei deputati Oliverio ed altri. Nomina quindi il deputato Fogliato quale relatore presso la V Commissione.

Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2011.
Doc. LVII, n. 4-bis.

(Parere alla V Commissione).
(Seguito dell'esame e conclusione - Parere favorevole).

La Commissione prosegue l'esame del documento, rinviato nella seduta del 28 settembre 2011.

Paolo RUSSO, presidente, ricorda che nella precedente seduta il relatore Catanoso ha svolto la relazione introduttiva.

Nessun altro chiedendo di intervenire, invita il relatore a formulare una proposta di parere.

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Basilio CATANOSO (PdL), relatore, propone di esprimere parere favorevole.

Massimo FIORIO (PD), ricordando che in base alla riforma della legge di contabilità la Nota di aggiornamento al Documento di economica e finanza costituisce un adempimento obbligatorio, osserva che la Nota in esame corregge fortemente le stime che il Governo aveva formulato lo scorso aprile e poi ancora a luglio, quando forniva rassicurazioni sull'andamento dei conti e della crisi, prospettando scenari che si sono rivelati illusori. L'Italia è invece piombata in una situazione grave soprattutto per le prospettive sulla crescita, peggiorate anche in base ai dati dell'OCSE.
Rileva quindi che il relatore ha esposto con franchezza alcuni dati essenziali della situazione economico-finanziaria del Paese, ma non ha tuttavia affrontato la situazione specifica dell'agricoltura. A suo giudizio, invece, il comparto primario non si pone al di fuori del complessivo scenario economico. Basti pensare, per esempio, agli effetti dell'aumento dell'IVA sui costi di produzione oppure agli effetti diretti di tale aumento sul settore vitivinicolo. Sottolineando che il Governo ha corretto anche le stime sugli scambi con l'estero, giudica incomprensibili le politiche seguite in materia di promozione all'estero, per esempio attraverso Buonitalia o l'iniziativa «Magic Italy in Tour» soprattutto quando si sentono membri dello stesso Governo esprimere ripensamenti sulla soppressione dell'Istituto per il commercio estero (ICE).
Sottolineando quindi che ancora una volata le politiche del Governo non si dimostrano attente alle esigenze del comparto primario, annuncia il voto contrario del suo gruppo sulla proposta del relatore.

La Commissione approva infine la proposta di parere favorevole formulata dal relatore.

La seduta termina alle 15.20.

DELIBERAZIONE DI RILIEVI SU ATTI DEL GOVERNO

Mercoledì 5 ottobre 2011. - Presidenza del presidente Paolo RUSSO.

La seduta comincia alle 15.20

Schema di decreto legislativo recante riordino della normativa sull'attività agricola.
Atto n. 164.

Schema di decreto del Presidente della Repubblica recante attuazione del decreto legislativo di riordino della normativa sull'attività agricola.
Atto n. 168.

(Alla Commissione parlamentare per la semplificazione della legislazione).
(Seguito dell'esame congiunto, ai sensi dell'articolo 96-
ter, comma 4, del regolamento, e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame congiunto degli atti in titolo, rinviato, da ultimo nella seduta del 19 ottobre 2010.

Paolo RUSSO, presidente, ricorda sinteticamente che la Commissione nella seduta del 27 gennaio 2010 aveva formulato rilievi di tipo interlocutorio sugli schemi in titolo e che successivamente - avendo chiesto di essere autorizzata a pronunciarsi nuovamente - aveva maturato, nella seduta del 19 ottobre 2010, un orientamento generalmente condiviso in merito alla non sussistenza delle condizioni per esprimere una valutazione diversa da quella già espressa.
Successivamente, il 20 luglio scorso, il Presidente della Commissione per la semplificazione ha comunicato che il Governo ha trasmesso, a scopo collaborativo, nuovi testi dei due schemi, sulla base delle osservazioni emerse dal dibattito parlamentare, dai pareri del Consiglio di Stato e della Conferenza Unificata e dai documenti trasmessi dalle organizzazioni di categoria. La predetta Commissione ha manifestato pertanto l'intenzione di riprendere

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l'esame dei provvedimenti. Conseguentemente, l'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, della Commissione Agricoltura ha convenuto di riprendere tale esame anche in questa sede.

Monica FAENZI (PdL) relatore, ricorda che gli schemi di decreto legislativo e di regolamento in titolo, adottati inizialmente ai sensi dell'articolo 14, commi 14 e 15, della legge n. 246 del 2005, sono stati trasmessi alle Camere il 14 dicembre 2009 e assegnati il giorno successivo alla Commissione parlamentare per la semplificazione. Non essendo corredati dai prescritti pareri del Consiglio di Stato e della Conferenza Unificata, sono stati assegnati «con riserva» di acquisire i predetti pareri. Il termine per l'espressione del parere parlamentare, inizialmente fissato al 14 gennaio 2010, è stato, poi, prorogato, come previsto dalla legge, al 3 febbraio 2010.
La Commissione Agricoltura della Camera ha esaminato i provvedimenti nel gennaio 2010, procedendo all'audizione, anche congiuntamente con la Commissione Agricoltura del Senato, dei rappresentanti di numerose organizzazioni di categoria interessate. Il 27 gennaio 2010, la Commissione ha espresso rilievi di carattere interlocutorio, segnalando la mancanza delle condizioni necessarie per una adeguata pronuncia di merito e invitando «la Commissione per la semplificazione e il Governo a considerare l'opportunità di un complessivo riesame dei testi, utilizzando tutti gli strumenti procedurali e normativi utili per conciliare i condivisibili obiettivi della semplificazione e del riassetto normativo con l'esigenza di una disamina approfondita dei profili problematici emersi, con il coinvolgimento delle competenti Commissioni parlamentari».
La Commissione Agricoltura del Senato ha espresso le sue osservazioni di merito il 26 gennaio 2010.
La Commissione parlamentare per la semplificazione ha iniziato l'esame dei provvedimenti, non deliberando tuttavia alcun parere, non avendo acquisito in tempo utile i prescritti pareri della Conferenza unificata e del Consiglio di Stato.
La delega non è poi stata esercitata dal Governo nel termine del 15 marzo 2010.
Successivamente, il Governo ha trasmesso alle Camere i pareri espressi dalla Conferenza unificata e dal Consiglio di Stato; quest'ultimo ha reso parere anche sull'interpretazione, in via generale, delle norme procedurali aventi ad oggetto l'adozione dei provvedimenti in esame, ritenendo che gli stessi potessero essere adottati sia contestualmente al decreto legislativo cosiddetto «taglia-leggi» (ai sensi dell'articolo 14, commi 14 e 15, della legge n. 246 del 2005) sia autonomamente, entro il 16 dicembre 2011 (ai sensi dell'articolo 14, comma 18, della medesima legge n. 246 del 2005).
Sulla base di tale interpretazione, il Governo ha quindi comunicato ai Presidenti delle Camere l'intenzione di avvalersi della delega di cui al citato comma 18, senza trasmettere nuovi testi per il parere parlamentare. Conseguentemente, i Presidenti delle Camere, in data 21 settembre 2010, hanno assegnato alla Commissione bicamerale il nuovo termine del 20 ottobre 2010 per l'espressione del parere.
La Commissione Agricoltura della Camera è stata autorizzata nuovamente ad esprimere i propri rilievi di merito sui provvedimenti, in considerazione sia del nuovo contesto in cui i provvedimenti sarebbero stati esaminati dalla competente Commissione bicamerale, sia soprattutto del carattere meramente interlocutorio dei rilievi già formulati.
Il nuovo esame in Commissione Agricoltura della Camera si è quindi svolto nelle sedute del 6 e del 19 ottobre 2010. Al termine di tale ultima seduta, il Presidente della Commissione constatava che dal dibattito svoltosi era emerso un orientamento generalmente condiviso in merito alla non sussistenza delle condizioni per esprimere una valutazione diversa da quella già espressa dalla Commissione in precedenza. Di tale orientamento prendeva atto, richiamando in ogni caso l'esigenza di conoscere gli orientamenti del

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Governo in merito al prosieguo dell'iter di adozione dei provvedimenti in esame.
La Commissione Agricoltura del Senato, avendo già espresso le sue osservazioni nel gennaio 2010, non ha riesaminato i provvedimenti.
La Commissione parlamentare per la semplificazione non ha espresso parere nel termine assegnato, limitandosi a trasmettere una proposta di parere del relatore e manifestando la disponibilità ad esaminare i testi anche in un momento successivo.
Infine - ed è questo il fatto nuovo che giustifica la ripresa dell'esame anche da parte della Commissione Agricoltura - nel luglio 2011 il Governo ha trasmesso alla Commissione per la semplificazione nuovi testi dello schema di decreto legislativo e dello schema di regolamento, precisando che tali testi sono stati predisposti a scopo collaborativo dal Ministero delle politiche agricole, tenendo conto dei pareri resi dagli organi consultivi, degli elementi emersi nel dibattito parlamentare e di altre osservazioni e delle segnalazioni acquisite nel frattempo.
La Commissione per la semplificazione ha quindi convenuto di riprendere l'esame dei provvedimenti, sollecitando alle organizzazioni interessate l'invio di osservazioni e valutazioni. L'esame in tale Commissione non è ancora ripreso.
Nel merito, dopo aver sinteticamente ricordato il contenuto dei provvedimenti, fa presente che i nuovi testi trasmessi dal Governo nel luglio 2011 apportano numerose modifiche ai testi approvati in via preliminare dal Consiglio dei ministri, sulla base delle osservazioni emerse nel corso dell'esame parlamentare e di quelle formulate dal Consiglio di Stato e dalla Conferenza Unificata, nonché di quelle formulate da numerosi enti e organizzazioni di categoria.
Infatti, sin dal momento della presentazione alle Camere dei provvedimenti, erano emersi profili critici e preoccupazioni, non con riferimento ai generali obiettivi di semplificazione e riordino, ma piuttosto con riferimento alle singole scelte compiute nella redazione dei testi. Il Governo ha ritenuto perciò di procedere ad una nuova stesura dei testi, di carattere informale, accogliendo in parte i rilievi formulati e motivando in altri casi le ragioni del mancato accoglimento. Come precisato in apposita relazione illustrativa, la riformulazione è in ogni caso rispettosa dei limiti posti dalla legge delega, che consente di apportare le modifiche necessarie al riassetto delle norme statali vigenti, per garantire la coerenza giuridica, logica e sistematica della normativa e per adeguare il linguaggio normativo. Inoltre, non sono state accolte le proposte di modifica che avrebbero potuto comportare nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica.
Fa quindi presente che un primo gruppo di modifiche discende dalle osservazioni di carattere tecnico-normativo formulate dal Consiglio di Stato.
Al riguardo, il Ministero precisa di aver accolto tutte quelle relative alla migliore redazione in lingua italiana e alla più corretta redazione tecnico-normativa delle formule normative, nonché alla correzione di errori formali. Ha inoltre accolto quelle relative all'eliminazione dallo schema di decreto del Presidente della Repubblica delle disposizioni aventi natura di norma primaria o vertenti su materia oggetto di riserva di legge, questione emersa anche nel corso dell'esame parlamentare. In merito alla questione dell'inserimento nel codice civile di molte disposizioni, il Ministero ha invece ritenuto di confermare l'impianto scelto, nel senso di integrare nel codice civile solo le norme veramente definitorie, lasciandone invece fuori quelle che - sebbene di natura privatistica - sono «intrise» di norme fiscali. In tal modo, si ritiene che lo schema risulti in ogni caso un insieme di norme che formano, in modo organico e intrinsecamente connesso, un» micro-sistema legislativo» incentrato su una logica di settore, al fine di dare unità e coerenza ad una gran parte della disciplina dell'agricoltura.
Ulteriori modifiche discendono dal parere della Conferenza Unificata e sono ispirate all'esigenza di assicurare formulazioni

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coerenti con le competenze costituzionalmente riconosciute alle regioni e alle province autonome.
Per quanto riguarda le questioni più strettamente «di merito», alcune delle modifiche più rilevanti riguardano i punti dello schema di decreto legislativo di seguito illustrati.
In merito alla definizione dei soggetti «equiparati» agli imprenditori agricoli (comma 1 dell'articolo 4), ricorda che si era osservato che l'articolo 4 contiene una formulazione equivoca perché considera come soggetti «equiparati» all'imprenditore agricolo talune figure che, nella legislazione vigente, «sono» a tutti gli effetti imprenditori agricoli. Il Governo, nel dubbio che dall'uso dell'unica espressione «equiparazione» possano discendere effetti contrastanti con quelli che discendono dalle norme originarie, ha perciò distinto l'articolo 4 in due commi: il primo riporta le categorie dei soggetti che sono «considerati» imprenditori agricoli dalle norme originarie, mentre il secondo riporta le categorie dei soggetti «equiparati» agli imprenditori agricoli.
In merito ai requisiti di professionalità delle società agricole cooperative e consortili (comma 1 dell'articolo 9), la Commissione Agricoltura del Senato aveva chiesto di ripristinare la formula originaria «imprenditore agricolo professionale» al posto di «esercente attività agricola professionale». Il suggerimento è stato accolto, al fine di evitare dubbi interpretativi.
In merito ai requisiti di professionalità delle società agricole cooperative e consortili (comma 2 dell'articolo 9), è stato accolto il rilievo del Consiglio di Stato, che ha suggerito di riformulare il comma 2 in modo da correggere il testo inizialmente proposto, dal quale poteva sembrare che fosse stato eliminato il riferimento alle società cooperative.
Circa la posizione soggettiva dei soci delle società agricole (comma 1 dell'articolo 11), la disposizione è stata riformulata affinché risulti chiaro che i soci delle società agricole conservano la loro precedente qualifica previdenziale.
Quanto all'articolo 12, concernente le agevolazioni fiscali e previdenziali agli imprenditori agricoli, come richiesto dalla Commissione Agricoltura del Senato, è stato soppresso il secondo periodo del comma 4 («In ogni caso le agevolazioni, se richieste dalla società, non possono essere riconosciute anche al coltivatore diretto socio o amministratore»), che riproduceva una disposizione abrogata. Il comma 6 è stato riformulato per meglio precisare quando alle società agricole di persone siano riconosciute le agevolazioni previdenziali ed assistenziali riconosciute alle persone fisiche coltivatori diretti. L'articolo è stato corretto anche nei riferimenti alle norme sui requisiti, come segnalato da diverse organizzazioni agricole.
Circa le attività connesse all'attività di impresa agricola (Capo VI, articolo 14 e seguenti), il Consiglio di Stato ha suggerito di modificare la rubrica del Capo VI per rimuovere esplicitamente ogni equivoco in forza del quale si possa ipotizzare che si sia ristretto il novero delle attività connesse a quelle esplicitate nel testo. Il suggerimento è stato accolto.
In merito all'elenco e disciplina delle attività agrituristiche (comma 6 dell'articolo 15), la Conferenza Unificata aveva chiesto di chiarire normativamente la disposizione che connetterebbe obbligatoriamente le attività di ricezione e di ospitalità con la diffusione dei prodotti agricoli o di qualità. L'osservazione è stata accolta, in quanto la norma originaria intende equiparare alle attività agrituristiche le attività di ricezione, ospitalità, degustazione di prodotti agricoli o di qualità e l'organizzazione di attività ricreative, culturali e didattiche, qualora esse vengano svolte «nell'ambito della diffusione» di tali prodotti.
Quanto alla definizione degli imprenditori della pesca e dell'acquacoltura (Capo VII, articolo 19 e seguenti), si era rilevato che non è prevista la complessiva equiparazione tra imprenditore ittico, imprenditore agricolo e imprese di acquacoltura, contenuta invece nell'articolo 2, comma 5, del decreto legislativo n. 226 del 2011 (Commissione Agricoltura del Senato

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e Consiglio di Stato). Tale equiparazione è rilevante sotto il profilo previdenziale e tributario, posto che l'equiparazione tra imprese di acquacoltura e imprenditori ittici implicherebbe, per le prime, l'applicazione delle «più favorevoli disposizioni di legge» stabilite per gli imprenditori ittici. Il Ministero, al riguardo, sottolinea che l'acquacoltore non può essere «equiparato» all'imprenditore agricolo, perché l'articolo 2135 del codice civile (come introdotto dall'articolo 1 del decreto legislativo n. 228 del 2001) definisce imprenditore agricolo anche colui che alleva gli animali, intendendo per allevamento «le attività dirette alla cura e allo sviluppo di un ciclo biologico o di una fase necessaria del ciclo stesso di carattere vegetale o animale, che utilizzano o possono utilizzare il fondo, il bosco o le acque dolci, salmastre o marine». Il Ministero ritiene perciò di confermare lo schema già proposto quanto all'imprenditore ittico, ma con la redazione di un ulteriore articolo in cui si dia atto dell'applicazione delle norme «più favorevoli» previste per gli imprenditori ittici e con la riformulazione del Capo VII in modo che si riferisca tanto agli imprenditori della pesca (come equiparati agli imprenditori agricoli) quanto agli acquicoltori (che sono, di per sé, imprenditori agricoli).
La Commissione Agricoltura del Senato ha inoltre chiesto di sostituire i commi 1 e 2 dell'articolo 19 con formule che mettano in evidenza come gli imprenditori ittici possano svolgere attività di commercializzazione degli organismi acquatici (commi 1 e 2) e, quindi, di sopprimere il comma 3 che, appunto, considera imprenditori ittici gli esercenti attività commerciali di prodotti ittici. Il Governo conferma però la formula scelta, rilevando che la legge delega non consente di innovare le formulazioni delle norme originarie se non per eliminare duplicazioni e antinomie o per risolvere contrasti giurisprudenziali e che, nell'ipotesi di specie, finora solo la dottrina ha sollevato perplessità sulla disposizione che considera imprenditori ittici (anche) «gli esercenti attività commerciali di prodotti ittici» ancorché il seguito della norma («prodotti ittici derivanti prevalentemente dal diretto esercizio delle attività» di loro cattura o raccolta) sembri collegare fortemente l'attività di commercializzazione a quella di cattura o raccolta degli organismi acquatici.
Accogliendo un rilievo della Commissione Agricoltura del Senato, l'articolo 38 (articolo 45 nel nuovo testo), concernente il risarcimento dei danni prodotti all'agricoltura dall'attività venatoria e dalla fauna selvatica, è stato riformulato nel senso di ricomprendere tra la fauna selvatica capace di provocare danni all'agricoltura anche le specie ittiofaghe, tenuto conto che l'attività di acquacoltura è attività agricola. Inoltre, accogliendo un'osservazione del Consiglio di Stato, l'intero articolo 26 della legge n. 157 del 1992 è stato riportato nel decreto legislativo in esame.
Infine, in merito ai contratti di assicurazione contro le avversità atmosferiche (comma 2 dell'originario articolo 31 dello schema di decreto del Presidente della Repubblica), è stata accolta la richiesta di innalzare la soglia del 20 per cento al 30 per cento, dato che la normativa comunitaria prefigura la predetta soglia (Commissione Agricoltura del Senato). Tuttavia, essendo emerse perplessità sulla sua delegificazione, l'articolo è stato riportato nello schema del decreto legislativo di riordino.
Per quanto riguarda le osservazioni non accolte, ricorda che nella relazione illustrativa trasmessa dal Ministero delle politiche agricole sono indicate le ragioni del mancato accoglimento delle principali richieste di modifica.
Ricorda infine che, su richiesta della Commissione per la semplificazione, diverse organizzazioni hanno trasmesso ulteriori osservazioni e richieste di modifica, nelle quali vengono riproposte alcune questioni già sollevate nella prima fase, soprattutto su alcuni temi di particolare rilievo.

Nicodemo Nazzareno OLIVERIO (PD) propone che la Commissione proceda ad un nuovo ciclo di audizioni sui provvedimenti in esame, allo scopo di acquisire le

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valutazioni aggiornate delle organizzazioni di categoria interessate.

Paolo RUSSO, presidente, avvertendo che la proposta del deputato Oliverio sarà valutata in sede di ufficio di Presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 15.35.

ATTI DELL'UNIONE EUROPEA

Mercoledì 5 ottobre 2011. - Presidenza del presidente Paolo RUSSO.

La seduta comincia alle 15.35.

Comunicazione della Commissione sulla riforma della politica comune della pesca.
(COM(2011)417).

Proposta di regolamento relativo alla politica comune della pesca.
(COM(2011)425).

Proposta di regolamento relativo alla organizzazione comune dei mercati della pesca e dell'acquacoltura.
(COM(2011)416).

Comunicazione della Commissione sulla dimensione esterna della politica comune della pesca.
(COM(2011)424).

Relazione della Commissione sulla conservazione e lo sfruttamento sostenibile delle risorse della pesca nell'ambito della politica comune della pesca.
(COM(2011)418).

(Esame congiunto e rinvio).

La Commissione inizia l'esame degli atti in titolo.

Paolo RUSSO, presidente, propone di procedere all'esame congiunto dei medesimi atti, in quanto strettamente connessi.

La Commissione concorda.

Corrado CALLEGARI (LNP), relatore, ricorda che gli atti oggi all'ordine del giorno - indicati con il nome di «pacchetto pesca» - sono stati presentati dalla Commissione europea lo scorso 13 luglio per avviare la riforma della politica comune della pesca (PCP) e successivamente trasmessi ai parlamenti nazionali degli Stati membri, come previsto dai trattati dell'Unione europea. La procedura di esame presso la Camera dei deputati, e in particolare presso la Commissione Agricoltura, si concluderà con l'approvazione di un documento finale, che sarà trasmesso al Governo e alle istituzioni europee.
Rileva quindi che le due proposte di regolamento COM(2011)416 e COM(2011)425 devono considerarsi più importanti degli altri atti in quanto si tratta di proposte legislative, che contengono norme che saranno direttamente applicabili negli Stati membri, e prevalenti rispetti alle leggi nazionali, mentre gli altri atti, quali le comunicazioni e le relazioni, sono documenti di carattere politico utilizzati nel corso del procedimento legislativo. Sottolinea pertanto la necessità di seguire con la massima attenzione il processo legislativo europeo per la riforma della politica comune della pesca, che inciderà fortemente su questo importante settore dell'economia nazionale.
Entrando nel dettaglio, osserva che la comunicazione COM(2011)417 si collega alla proposta di regolamento sulla riforma della politica comune della pesca COM(2011)425 e tratta di argomenti molto importanti per il settore, riguardanti in particolare: l'eliminazione della pratica dei rigetti in mare; i piani di gestione multi specifici; le concessioni di pesca trasferibili; la regionalizzazione; la prosperità delle comunità costiere; le informazioni per i consumatori; le nuove forme di finanziamento e i principi della politica della pesca a livello internazionale.
Con riferimento poi alla proposta di regolamento COM(2011)416, sulla politica

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di mercato per i prodotti della pesca e dell'acquacoltura, ricorda che dal 1970 esiste un'organizzazione comune dei mercati (OCM) per i prodotti della pesca e dell'acquacoltura, che costituisce uno dei pilastri della politica comune della pesca, la cui base giuridica è il regolamento CE/104/2000, adottato nel 1999. La riforma della politica comune della pesca offre pertanto un'ottima opportunità per analizzare ed eventualmente rivedere obiettivi e strumenti dell'organizzazione comune dei mercati per i prodotti in questione. In sintesi, il regolamento contiene disposizioni che riguardano: gli strumenti che rientrano nella OCM; le organizzazioni professionali; le norme di commercializzazione; le informazioni al consumatore; le norme di concorrenza; le informazioni sul mercato; gli obiettivi delle organizzazioni professionali, il loro status giuridico, il loro riconoscimento.
Per quanto riguarda, poi, la comunicazione della Commissione COM(2011)424, sulla dimensione esterna della politica comune della pesca, rileva che essa ha per principale obiettivo l'attivazione del partenariato, la conservazione e la gestione sostenibile degli stock ittici internazionali e il mantenimento della governance degli accordi di pesca bilaterali.
Illustra da ultimo la relazione della Commissione COM(2011)418, sulla conservazione e lo sfruttamento sostenibile delle risorse della pesca nell'ambito della politica comune della pesca.
Infine, richiama l'attenzione della Commissione su due elementi, che giudica di estrema importanza e che andranno seguiti con attenzione nei loro sviluppi negoziali, riguardanti rispettivamente la specificità dell'area mediterranea, non sempre chiara agli altri Paesi europei, e i cosiddetti atti delegati, che potrebbero rivelarsi deleghe in bianco alla Commissione europea.
In conclusione, chiede che venga attivato un ciclo di audizioni che coinvolga le organizzazioni professionali e i soggetti pubblici con competenze nel settore.

Paolo RUSSO, presidente, rinvia infine il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 15.40

SEDE CONSULTIVA

Mercoledì 5 ottobre 2011. - Presidenza del presidente Paolo RUSSO.

La seduta comincia alle 15.40.

Legge comunitaria per il 2011.
C. 4623 Governo.

(Relazione alla XIV Commissione).
Relazione consuntiva sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea nel 2010.
Doc. LXXXVII, n. 4.

(Parere XIV Commissione).
(Esame congiunto e rinvio).

La Commissione inizia l'esame degli atti in titolo.

Paolo RUSSO, presidente, ricorda che il termine per la conclusione dell'esame da parte della Commissione scade il prossimo 13 ottobre 2011.
Ricorda quindi che la trattazione dei due atti ha luogo congiuntamente fino al termine dell'esame preliminare. Successivamente, si procederà prima all'esame del disegno di legge comunitaria, con la votazione degli emendamenti eventualmente presentati e della relazione al disegno di legge medesimo, poi all'espressione del parere sulla relazione consuntiva.
Ricorda altresì che la disciplina dell'esame del disegno di legge comunitaria dettata dal regolamento della Camera prevede che le Commissioni di settore possano esaminare ed eventualmente approvare emendamenti. Gli emendamenti approvati dalle Commissioni di settore sono quindi esaminati dalla XIV Commissione,

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che può respingerli per motivi di compatibilità con la normativa comunitaria o per esigenze di coordinamento generale.
La facoltà per le Commissioni di settore di esaminare e votare emendamenti è peraltro sottoposta a regole rigorose.
In primo luogo, possono ritenersi ricevibili solo gli emendamenti il cui contenuto è riconducibile alle materie di competenza specifica di ciascuna Commissione di settore. Nel caso in cui membri della Commissione intendano proporre emendamenti che interessano gli ambiti di competenza di altre Commissioni, tali emendamenti dovranno essere presentati presso la Commissione specificamente competente.
In secondo luogo, per quanto riguarda l'ammissibilità, ricorda che l'articolo 126-ter, comma 4, del regolamento, stabilisce che, fermi i criteri generali di ammissibilità previsti dall'articolo 89, i presidenti delle Commissioni competenti per materia e il presidente della XIV Commissione dichiarano inammissibili gli emendamenti e gli articoli aggiuntivi che riguardino materie estranee all'oggetto proprio della legge comunitaria, come definito dalla legislazione vigente. Saranno pertanto considerati ammissibili gli emendamenti volti a dare attuazione a direttive che non sono state ancora recepite ovvero a modificare o abrogare disposizioni vigenti che sono oggetto di procedure di infrazione, perché in contrasto con la normativa comunitaria. Saranno invece considerati inammissibili per estraneità al contenuto proprio della legge comunitaria gli emendamenti e gli articoli aggiuntivi recanti modifiche di discipline vigenti per le quali non si presentino profili di incompatibilità con la normativa comunitaria. Pertanto, sono da ritenersi inammissibili anche gli emendamenti che modificano disposizioni attuative di direttive comunitarie (sia pure previste da precedenti leggi comunitarie) che non siano incluse nel disegno di legge in esame, salvo che, come detto, gli emendamenti siano riferiti a norme oggetto di procedure di infrazione avviate dalla Commissione europea nei confronti dell'Italia.
Gli emendamenti approvati dalle singole Commissioni non saranno inclusi automaticamente nel testo base da licenziare per l'Assemblea; sarà invece necessaria la loro approvazione da parte della XIV Commissione, che, peraltro, potrà respingerli solo per motivi di compatibilità con la normativa comunitaria o per esigenze di coordinamento generale, secondo quanto prescrive l'articolo 126-ter, comma 5, del regolamento. In ogni caso, i deputati hanno facoltà di presentare emendamenti direttamente presso la XIV Commissione, entro i termini che saranno stabiliti da quest'ultima. Gli emendamenti respinti dalle Commissioni di settore, invece, non potranno essere presentati presso la XIV Commissione, che li considererà irricevibili. Gli emendamenti respinti dalle Commissioni potranno, peraltro, essere ripresentati in Assemblea. Per quanto riguarda gli emendamenti presentati direttamente presso la XIV Commissione, questi saranno successivamente trasmessi alle competenti Commissioni di settore per l'acquisizione dei pareri.
Rinvia infine il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 15.45

COMITATO RISTRETTO

Mercoledì 5 ottobre 2011.

Disposizioni per la tutela e la valorizzazione della biodiversità agraria e alimentare.
C. 2744 Cenni e C. 4309 Callegari.

Il Comitato ristretto si è riunito dalle 15.45 alle 15.55.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 15.55 alle 16.