CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 5 ottobre 2011
542.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Bilancio, tesoro e programmazione (V)
COMUNICATO
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SEDE REFERENTE

Mercoledì 5 ottobre 2011. - Presidenza del presidente Giancarlo GIORGETTI. - Interviene il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Alberto Giorgetti.

La seduta comincia alle 15.10.

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Rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2010.
C. 4621 Governo, approvato dal Senato.

Disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato e dei bilanci delle amministrazioni autonome per l'anno finanziario 2011.
C. 4622 Governo, approvato dal Senato.

(Seguito dell'esame congiunto e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame congiunto dei provvedimenti, rinviato, da ultimo, nella seduta del 4 ottobre 2011.

Roberto SIMONETTI (LNP), relatore, intervenendo in sede di replica, fa presente che nel suo intervento si soffermerà prevalentemente sul contenuto del disegno di legge di assestamento, dichiarando in primo luogo di non condividere le considerazioni dell'onorevole Calvisi in ordine all'andamento delle entrate nel 2010, che potrebbe porsi in relazione ad un incremento dell'evasione fiscale. Osserva, infatti, che in tale esercizio le entrate tributarie si sono accresciute rispetto all'esercizio 2009 e che anche la Corte dei conti ha confermato come negli ultimi anni si siano realizzati maggiori introiti per effetto del rafforzamento del contrasto all'evasione e all'elusione fiscale. A tale ultimo riguardo, fa presente peraltro che le disposizioni di attuazione del federalismo fiscale e la recente manovra finanziaria hanno fortemente rafforzato il ruolo riconosciuto ai comuni nell'azione di contrasto all'evasione fiscale. Con riferimento alle considerazioni dell'onorevole Duilio, segnala, poi, che l'incremento del gettito dell'imposta sul valore aggiunto realizzatosi nel 2010 è prevalentemente da riferirsi all'andamento degli scambi interni. Per quanto attiene, poi, ai dubbi sollevati in ordine alla veridicità e all'attendibilità dei documenti contabili elaborati dal Governo, fa presente che la stessa Corte dei conti, nel formulare i propri rilievi, ha comunque evidenziato che le irregolarità riscontrate non inficiano l'affidabilità dei conti. Per quanto attiene all'andamento della spesa per interessi, ritiene opportuno acquisire più precise indicazioni da parte del Governo, mentre con riferimento alle considerazioni dell'onorevole Vannucci in ordine al volume della spesa primaria, osserva che le situazioni dei diversi Paesi non sono pienamente confrontabili. Con riferimento all'andamento delle spese finali e alla tendenza a privilegiare il contenimento della spesa in conto capitale rispetto a quella corrente, rileva che tali situazioni sono anche da attribuire ad una cronica inclinazione ad utilizzare la spesa corrente, e in particolare quella riferita al pubblico impiego, per finalità improprie e utilizzi spesso clientelari. Segnala, a tale riguardo, che la stessa Banca centrale europea nella sua lettera al Presidente del Consiglio dei ministri ha posto in luce l'esigenza di ridurre drasticamente il numero dei dipendenti pubblici, indicando una linea di intervento che tuttavia trova ostacoli fortissimi nelle organizzazioni sindacali. Osserva, poi, che la spesa in conto capitale è frenata dalla lentezza delle procedure burocratiche previste per l'esecuzione delle opere pubbliche e, per quanto attiene alle opere di competenza degli enti territoriali, dai vincoli posti dal patto di stabilità interno. In ogni caso, ritiene che nell'esaminare la situazione economica del nostro Paese non possa non tenersi conto della congiuntura internazionale, ricordando come anche il Presidente degli Stati Uniti d'America abbia espresso dubbi in ordine alla propria rielezione in ragione della difficile situazione economica e finanziaria vissuta dal suo Paese. Ritiene, comunque, che - come evidenziato anche dalla Corte dei conti - i risultati raggiunti in materia di finanza pubblica negli ultimi esercizi siano particolarmente positivi, in quanto l'Italia ha registrato un disavanzo mediamente inferiore agli altri principali Paesi europei, comprimendo in modo significativo la spesa.

Il sottosegretario Alberto GIORGETTI in ordine ai chiarimenti sulle variazioni delle dotazioni di cassa ribadisce che, per una valutazione delle differenze delle previsioni di cassa assestate rispetto a quelle

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iniziali, occorre tenere conto delle capacità di pagamento delle Amministrazioni e della necessità di operare il graduale smaltimento dei residui, avuto riguardo agli scostamenti della consistenza effettiva dei residui rispetto alla consistenza presunta, utilizzata in sede di formazione delle suddette previsioni iniziali. Rileva come tale consistenza presunta risente delle valutazioni che vengono effettuate prima dell'inizio della gestione di ciascun anno, entro il 15 ottobre dell'anno precedente, che non possono tener conto dell'andamento dei pagamenti dell'ultima parte dell'anno. Con riferimento alle previsioni di cassa, fa presente che le variazioni che intervengono in corso d'anno sono causate da fatti di gestione che non sempre possono essere oggetto di una previsione iniziale: infatti, basta far riferimento ad una rassegnazione di entrata ovvero ad una norma intervenuta in corso di esercizio che preveda un aumento di spesa coperto con maggiori entrate per determinare un aumento della previsione di cassa non ipotizzabile ex ante. Inoltre osserva come, nel corso dell'esercizio, l'ammontare dei residui è definito in occasione della presentazione del consuntivo, cioè nel mese di maggio, mentre quelli considerati in fase di previsione sono stati stimati nel mese di ottobre dell'anno precedente a quello di riferimento. Circa la possibilità di effettuare variazioni compensative tra gli stanziamenti dei capitoli n. 2751 e 2752 dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze, segnala in generale che, trattandosi di spese obbligatorie, si è provveduto per euro 600 milioni con il disegno di legge di assestamento, come peraltro già verificatosi anche nell'esercizio precedente, ciò in quanto non è possibile attivare per l'anno 2011 variazioni compensative di bilancio tra capitoli concernenti spese non rimodulabili, come indicato anche dalla Circolare della Ragioneria generale dello Stato n. 17 del 2011, atteso che la legge n. 196 del 2009 ha limitato la possibilità di attivare tali misure di flessibilità a carattere amministrativo alle sole spese rimodulabili. In particolare osserva che, i suddetti capitoli 2751 e 2752 costituiscono la fonte del bilancio nazionale in cui sono allocate le risorse che alimentano il bilancio comunitario, al fine del rispetto degli obblighi di contribuzione che gravano sugli Stati membri. In quanto tali, le relative spese sono classificate «spese obbligatorie» per le quali non sussiste alcuna discrezionalità. Fa presente che eventuali scostamenti tra gli stanziamenti iscritti nel bilancio dello Stato e l'effettivo utilizzo derivano, quindi, da fattori esterni all'Italia, essendo legati all'andamento delle spese comunitarie. Rileva che in tale ottica, gli stanziamenti del bilancio comunitario, nel corso dell'esercizio finanziario, subiscono molte modifiche legate a variazioni non prevedibili al momento della definizione degli stanziamenti iniziali; queste variazioni incidono ovviamente sui versamenti che la Commissione europea mensilmente richiede agli Stati membri ed a cui occorrer dare immediata esecuzione, pena l'applicazione di pesanti sanzioni ed interessi moratori. Ciò stante evidenzia come l'attuale sistema di allocazione delle risorse sui predetti capitoli del bilancio nazionale sia l'unico in grado di soddisfare adeguatamente gli obblighi di contribuzione a carico dell'Italia, in quanto strettamente collegato al livello delle spese definito nel bilancio annuale dell'Unione europea. Eventuali diverse impostazioni non assicurerebbero la correttezza del flusso di risorse verso l'Unione europea, esponendo l'Italia al rischio di sanzioni per mancato rispetto degli obblighi di contribuzione sanciti dal Trattato. Per quanto riguarda infine le segnalate considerazioni in merito al Conto del patrimonio, rileva come andrebbero avanzate opportune riserve, in quanto si ribadisce che le risultanze contabili dei beni immobili di proprietà dello Stato esposte nel conto generale del patrimonio non derivano da semplici comunicazioni pervenute dall'Agenzia del Demanio, cui compete la gestione. Evidenzia che tali risultanze scaturiscono infatti da un flusso informatico di dati attivo tra il Sistema Informativo dell'Agenzia del Demanio e quello del Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato, su cui

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opera la vigilanza delle competenti Ragionerie territoriali, in applicazione dell'articolo 14, comma 4, del decreto-legge 7 agosto 1997, n. 279, che ne certificano, pertanto, la validità e la regolarità delle variazioni intercorse nell'esercizio finanziario. Con riferimento alle osservazioni sul disegno di legge di Rendiconto, circa la tendenza evidenziata, riscontrata negli ultimi anni, ad una sottovalutazione, in fase di previsione, delle entrate extra-tributarie, segnala che tale circostanza si è manifestata con dimensioni maggiori relativamente alle previsioni di competenza, a fronte delle quali si sono registrati accertamenti notevolmente superiori. Rappresenta che il notevole surplus di accertamenti rispetto alle correlate previsioni di competenza trova essenzialmente motivazione nel fatto che le previsioni sono stilate tenendo conto dei dati di accertamento attendibili. Osserva, peraltro, che il fenomeno in esame trova manifestazione in particolare nei capitoli concernenti le iscrizioni a ruolo di sanzioni ed interessi correlati ad introiti tributari, la cui stima viene effettuata dall'Agenzia delle entrate. Fa presente che la massa di accertamenti registrata dal consuntivo comprende sicuramente partite di dubbia realizzazione, destinata ad alimentare la massa di resti da riscuotere che, di anno in anno, risulta giacente alla chiusura del rendiconto e che, pertanto, il problema evidenziato attiene, più che alla correttezza ed attendibilità della previsione, alla effettiva realizzabilità degli accertamenti operati dagli uffici competenti. Per quanto riguarda le osservazioni sulla spesa, rappresenta in primo luogo, in ordine ai consumi intermedi, che le riduzioni di spesa apportate con le recenti manovre risultano sostanzialmente confermate dai dati di competenza delle previsioni definitive del 2011. Rileva che tale tendenza in diminuzione non solo si stabilizza, ma risulta ulteriormente incrementata nel 2011, tenuto conto degli effetti riduttivi sul triennio 2011-2013 della manovra sulla spesa rimodulabile dei Ministeri prevista dall'articolo 2 del decreto-legge n. 78 del 2010, nonché degli accantonamenti, poi trasformati in riduzioni, disposti ai sensi dell'articolo 1, comma 13 della legge 220 del 2010. Peraltro, osserva che quantunque la valutazioni sulla suddetta categoria di spesa siano formulate sulla base di criteri restrittivi, a seguito della notevole contrazione dei volumi di spesa, non facilmente ed immediatamente comprimibili, che garantiscono il funzionamento delle amministrazioni, si possono inevitabilmente determinare ritardi nei pagamenti della pubblica amministrazione. Evidenzia che tali effetti, nel corso degli ultimi anni hanno portato ad un processo di formazione di «debiti pregressi» connessi al mancato pagamento di quote di oneri di natura generalmente corrente, relative agli esercizi precedenti. Peraltro, rileva che, a decorrere dal 2006, sono state progressivamente introdotte misure volte a reperire le necessarie risorse per l'assorbimento del fenomeno stesso, attraverso la costituzione di un fondo da ripartire per la regolazione dei suddetti debiti. In tal senso, osserva che con l'articolo 10, comma 17 del decreto-legge n. 98 del 2011 è stata prevista la ridotazione del fondo stesso, finalizzata all'estinzione dei crediti maturati nei confronti dei Ministeri, emergenti nel biennio 2009-2010, al fine di risolvere le problematiche gestionali insorte a causa dei suddetti ritardati pagamenti e dalla conseguente formazione di debiti pregressi fino a tutto l'anno 2010. Pertanto, fa presente che successivamente alla ricognizione dei crediti maturati nei confronti delle amministrazioni interessate, entro il termine del corrente esercizio, potrà darsi luogo alla predisposizione di un apposito provvedimento di accertamento del debito e del successivo decreto ministeriale di variazioni di bilancio per l'assegnazione dei fondi. Inoltre circa l'affidabilità dei dati del rendiconto, segnala che la massa dei residui passivi, dopo un notevole trend crescita degli ultimi anni, registra un livello in progressiva stabilizzazione, correlato in parte alla progressiva riduzione del termine di conservazione dei residui previsto dalle recenti manovre in materia. In ogni caso, fa presente che l'elevato suddetto livello dei residui passivi non determina

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di per sé una inaffidabilità dei saldi del bilancio dello Stato, tenuto conto che il saldo netto da finanziare a legislazione vigente si basa sulle previsioni triennali di competenza e di cassa e che l'ammontare annuo dei pagamenti in conto residui dipende, tra l'altro, anche dagli utilizzi del Fondo di riserva per la autorizzazioni di cassa, la cui dotazione annua viene quantificata tenendo conto delle valutazioni più aggiornate in ordine all'effettiva realizzabilità della spesa in conto residui, sulla base delle notizie fornite da parte delle amministrazioni, avuto anche riguardo all'andamento della spesa storica ed alla dinamica degli impegni. Per quanto riguarda il disegno di legge di assestamento, circa l'opportunità più volte segnalata di incorporare gli effetti delle recenti manovre, ribadisce che i predetti effetti vengono già inglobati nelle previsioni 2011 con appositi decreti ministeriali di variazione, con i quali sono recepiti in bilancio gli effetti sull'entrata e sulla spesa. In particolare, segnala che per l'attuazione delle norme finanziarie recate dal decreto-legge n. 98 del 2011 sono stati predisposti nel corso del 2011 i provvedimenti di variazione di bilancio n. 81441 e n. 85477. Rileva che tali provvedimenti consentono di individuare e registrare le specifiche variazioni apportate rispetto alle previsioni del bilancio dello Stato, ai fini del raggiungimento degli obiettivi di finanza pubblica previsti dalle suddette manovre, aggiornati rispetto a quelli contenuti nel Documento di economia e finanza presentato nell'aprile scorso, e pertanto adeguano le previsioni definitive dell'anno 2011 a legislazione vigente, garantendo la necessaria correzione degli andamenti di finanza pubblica. Rappresenta che fa eccezione l'applicazione delle riduzioni di spesa di cui all'articolo 40, comma 1-bis del decreto-legge n. 98 del 2011, per le quali com'è noto è stato proposto ed approvato apposito emendamento all'assestamento. Ricorda che è stato segnalato un forte scostamento per l'imposta sostitutiva delle imposte ipotecarie a catastali, tra il gettito indicato nella relazione tecnica del provvedimento in materia di federalismo municipale e quello indicato nel rendiconto 2010 in esame. In proposito, rappresenta che non si è rinvenuta, nella citata relazione tecnica, una indicazione del predetto importo di 155 milioni; peraltro, il capitolo 1206, denominato «Imposta sostitutiva delle imposte di registro, bollo, ipotecarie e catastali e delle tasse sulle concessioni governative» presenta nel rendiconto 201 accertamenti per milioni 571,9 e versamenti per milioni 558,8 diversi dall'importo di 1 miliardo indicato nelle osservazioni della V Commissione. Circa la riduzione della spesa per interessi, in controtendenza con il recente andamento dei rendimenti dei titoli di Stato, segnala per quanto di competenza che un andamento progressivamente crescente dei tassi era stato già previsto e scontato in sede di definizione del bilancio triennale a legislazione vigente 2011-2013, tenuto anche conto dell'andamento annuo crescente delle previsioni iniziali. In ogni caso, fa presente che l'andamento crescente dei tassi riguarda per lo più il secondo semestre dell'anno e pertanto dovrebbe produrre un aumento della spesa con riferimento al prossimo esercizio, avuto riguardo che gran parte degli interessi del debito a medio lungo termine (CCT, BTP) sono erogati in forma semestrale posticipata, per cui la prima semestralità di interessi delle emissioni del II semestre 2011 si pagherà nel primo semestre del 2012. In merito all'allegata richiesta di chiarimenti da parte degli onorevoli Cambursano, Marchi e Duilio sulla riduzione della spesa per interessi prevista nel disegno di legge di assestamento, fa presente che, quando vengono elaborate le previsioni per l'assestamento, a maggio dell'anno in questione, la maggior parte della spesa è già determinata con precisione ed in parte effettuata. Fa presente che le cedole su cui si baseranno i pagamenti da effettuarsi nella restante parte di anno sono fissate, per cui residua un margine di incertezza relativamente limitato, rispetto a quello che si ha di fronte nelle previsioni iniziali, che vengono effettuate l'anno precedente a luglio-agosto. Rileva che, per stimare la spesa per interessi, tanto nelle

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previsioni iniziali quanto in sede di assestamento, si segue un approccio prudenziale, tendendosi a considerare uno scenario «estremo» che potrebbe derivare da un repentino innalzamento dei tassi di interesse, ipotizzato permanente, o dalla necessità di rifinanziare il debito con un maggior ricorso a strumenti a breve termine. Osserva che l'eventuale incapienza dei capitoli di spesa, comporterebbe infatti l'attivazione di procedure eccezionali per la copertura delle somme mancanti, con passaggi procedurali piuttosto complessi e anche con il rischio, non sostenibile, che via sia un'incapienza complessiva. Aggiunge che l'incremento dei rendimenti dei titoli di Stato emessi, avvenuto in misura molto pronunciata nel II semestre, esplica effetti sulla spesa per interessi piuttosto diluiti nel tempo a motivo della struttura del debito che presenta una vita media residua di poco superiore a 7 anni. Più precisamente, evidenzia che un aumento istantaneo e permanente dei tassi di interesse dell'1 per cento determina un incremento degli oneri sul debito dello 0,20 per cento di PIL nel primo anno, dello 0,39 per cento nel secondo e dello 0,50 per cento nel terzo. Conferma, quindi, la congruità delle previsioni di spesa per interessi quali emergono dal disegno di legge di assestamento. Riguardo all'incremento da 70 a 75 miliardi del limite delle emissioni nette, fa presente che esso è motivato dall'andamento prospettico negativo della raccolta postale per il 2011, e ha un impatto sui conti di tesoreria e si rendono necessarie maggiori emissioni da parte del Tesoro per rimpinguare i detti conti, rispetto a quelle previste inizialmente. Con riferimento alle richieste dell'onorevole Duilio in merito alle entrate tributarie risultanti dal rendiconto sul dato inerente l'incremento del 4 per cento delle tasse sugli affari, nonché i dati disaggregati con riferimento alle diverse tipologie di IVA, anche per comprendere i relativi risvolti sulla lotta all'evasione fiscale, fa presente che la variazione positiva del 4 per cento delle tasse e imposte indirette è in linea con l'andamento del gettito in base ai dati da oggi disponibili dal Dipartimento delle Finanze, che mostrano nel complesso nei primi otto mesi dell'anno una crescita delle imposte indirette accertate sulla base della competenza giuridica del 3,4 per cento. Osserva che la variazione positiva delle imposte sugli affari è stata determinata principalmente dalla crescita dell'IVA e dall'introito una tantum, pari a 1.259 milioni di euro, derivante dall'imposta sostitutiva delle imposte ipotecarie e catastali, istituita con la legge n. 220 del 2010. Osserva che le entrate IVA pari a 72.876 milioni di euro derivano per 61.644 milioni di euro dalla componente relativa agli scambi interni e per 11.232 milioni di euro dal prelievo sulle importazioni. Rileva che la tenuta dell'IVA è dovuta principalmente alla componente prelevata sulle importazioni da paesi al di fuori dell'Unione europea. Osserva che la dinamica del gettito IVA sulle importazioni è legata in particolare all'andamento dei prezzi del petrolio greggio, in crescita nel periodo gennaio-agosto 2011, riflettendosi in un incremento di valore, e quindi di gettito dell'imposta, significativamente superiore all'incremento delle quantità importate di materie prime e di materiali e macchine elettriche. Fa presente che il gettito dell'IVA sugli scambi interni risente della stagnazione della domanda interna e della debolezza nel comparto dei beni di consumo, oltre che del calo degli investimenti in beni strumentali dovuto in parte all'esaurirsi degli effetti degli incentivi fiscali e anticongiunturali del decreto-legge n. 78 del 2009. Sottolinea che continua ad essere positivo nel periodo gennaio-agosto 2011 l'andamento del gettito IVA relativo ad attività di accertamento e controllo, che hanno fatto registrare incassi per 1.571 milioni di euro con una crescita, rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, pari a 496 milioni di euro, e che, in particolare, gli incassi dei ruoli IVA derivano per 1.123 milioni di euro dall'imposta riscossa a mezzo dei ruoli e 448 milioni di euro dall'accertamento con adesione. In relazione all'intervento dell'onorevole Cambursano che aveva chiesto elementi informativi in merito all'andamento della pressione fiscale, fa presente che in

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base alle previsioni riportate nella Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza dell'aprile 2011 la pressione fiscale aumenterà di circa un punto percentuale di PIL tra il 2010 ed il 2013 per diminuire successivamente dello 0,2 per cento nel 2014. Sottolinea che l'indicatore sulla pressione fiscale non include, però, gli effetti della riduzione delle agevolazioni fiscali ed assistenziali che devono essere ancora definite. Circa il richiesto approfondimento delle valutazioni in ordine all'andamento di talune spese, quali la riduzione di quelle relative alla missione Diritto alla mobilità ed alla missione Politiche economico-finanziarie e di bilancio, segnala che il relativo contenimento della spesa deriva dalle manovre di finanza pubblica, che hanno comportato una generale riduzione delle spese statali per trasferimenti agli enti territoriali e per il funzionamento delle amministrazioni centrali. In conclusione, osserva come l'assestamento si presenti come l'occasione fondamentale in cui poter svolgere il punto sull'andamento dei conti pubblici in maniera corretta, pur nella consapevolezza che, essendo una fotografia della situazione, essa può presentare scostamenti rispetto al ciclo in cui i dati si innestano. Evidenzia inoltre come le valutazioni del Governo siano state confermate anche da quelle di organismi terzi.

Giancarlo GIORGETTI, presidente, segnala l'esigenza di sospendere brevemente la seduta in sede referente, al fine di consentire alla Commissione di esprimere i propri rilievi alle Commissioni riunite VIII e X sullo schema di decreto legislativo attuativo della direttiva 2009/71/Euratom, in materia di sicurezza degli impianti nucleari.

La seduta, sospesa alle 15.40, riprende alle 15.50.

Pier Paolo BARETTA (PD), intervenendo sull'ordine dei lavori, fa presente che in occasione dell'esame dello schema di decreto legislativo recante disciplina sanzionatoria per la violazione delle disposizioni del regolamento (CE) n. 1371/2007 relativo ai diritti e agli obblighi dei passeggeri nel trasporto ferroviario (Atto n. 386) il suo gruppo ha espresso un voto contrario e dichiara, pertanto, di ritenere che la proposta del relatore non abbia ricevuto il voto favorevole della maggioranza dei deputati presenti in Commissione.

Giancarlo GIORGETTI, presidente, ricorda di aver proclamato il risultato di quella votazione che si è svolta, come di norma, per alzata di amano e che non vi è stata alcuna richiesta di procedere alla verifica degli esiti del voto.

Lino DUILIO (PD), ringraziando il rappresentante del Governo ed il relatore per i chiarimenti forniti, rileva, tuttavia la necessità di potere disporre del bollettino delle entrate mensili. Evidenzia inoltre come vi sia, in riferimento alle richieste di chiarimento formulate sull'andamento dell'IVA, una non totale coincidenza tra le osservazioni svolte dal relatore e quelle del rappresentante del Governo. In conclusione osserva come le osservazioni del relatore sulla situazione degli Stati Uniti e delle Germania potrebbero essere rovesciate, evidenziando gli effetti delle precedenti gestioni, rispettivamente negativi, per quanto attiene all'Amministrazione Bush e positivi per quanto attiene a quella del Cancelliere Schröder.

Renato CAMBURSANO (IdV), richiamando le considerazioni formulate in sede di esame preliminare dei disegni di legge, con particolare riferimento all'opacità del disegno di legge relativo al rendiconto, annuncia la contrarietà del proprio gruppo ai due provvedimenti in esame.

Il sottosegretario Alberto GIORGETTI, con riferimento all'emendamento Marsilio Tab. 2.1, fa presente che la soluzione proposta appare impraticabile dal punto di vista tecnico, ma riconosce che la questione posta dall'emendamento è seria e avrebbe meritato un intervento più tempestivo. Assicura, comunque, la disponibilità

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del Governo ad affrontare la questione in occasione dell'esame dei prossimi disegni di legge di stabilità e di bilancio.

Marco MARSILIO (PdL), prende atto dell'impegno assunto dal rappresentante del Governo, osservando tuttavia come la legge di stabilità e la legge di bilancio potranno risolvere solo parzialmente il problema sollevato, in quanto non potranno incidere sull'esercizio 2011. Ritiene, pertanto, che sia stato un errore non affrontare la questione in precedenti provvedimenti e nel corso dell'esame del disegno di legge di assestamento da parte del Senato della Repubblica, dichiarandosi tuttavia consapevole delle presenti difficoltà e dell'opportunità di una rapida approvazione del provvedimento. Nell'auspicare, quindi, un futuro intervento normativo che risolva la questione posta anche con riferimento all'esercizio 2011, ritira il proprio emendamento Tab. 2.1.

Pier Paolo BARETTA (PD) fa presente che sta per avere inizio la prima chiama dei deputati ai fini dell'elezione di un giudice costituzionale.

Giancarlo GIORGETTI, presidente, apprezzate le circostanze, sospende la seduta fino al termine della seconda chiama dei deputati.

La seduta, sospesa alle 16, riprende alle 17.25.

Giancarlo GIORGETTI, presidente, avverte che si procederà in primo luogo all'esame del disegno di legge C. 4621, recante rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2010, al quale non sono stati presentati emendamenti.

La Commissione delibera di conferire il mandato al relatore a riferire in senso favorevole all'Assemblea sul disegno di legge C. 4621, recante il rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2010. Delibera altresì di chiedere l'autorizzazione a riferire oralmente.

Giancarlo GIORGETTI, presidente, avverte che si procederà quindi all'esame della proposta emendativa riferita al disegno di legge C. 4622, recante disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato e dei bilanci delle amministrazioni autonome per l'anno finanziario 2011.

Il sottosegretario Alberto GIORGETTI esprime parere contrario sull'emendamento della III Commissione Tab. 2.2.

La Commissione, con distinte votazioni, respinge l'emendamento Tab. 2.2 della III Commissione e delibera di conferire il mandato al relatore a riferire in senso favorevole all'Assemblea sul disegno di legge C. 4622, recante disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato e dei bilanci delle amministrazioni autonome per l'anno finanziario 2011. Delibera altresì di chiedere l'autorizzazione a riferire oralmente.

Giancarlo GIORGETTI, presidente, si riserva di designare i componenti del Comitato dei nove sulla base delle indicazioni dei gruppi.

La seduta, sospesa alle 17.30, riprende alle 17.50.

Sui lavori della Commissione

Giuseppe Francesco Maria MARINELLO, presidente, fa presente che in Assemblea sono state presentate ventitre nuove proposte emendative al disegno di legge C. 1415-C in materia di intercettazioni, che, tuttavia, non sembrano presentare profili di carattere finanziario e, pertanto, potrebbero non essere esaminate dalla Commissione, ai sensi dell'articolo 86, comma 2, del Regolamento. In considerazione della delicatezza della materia e del numero delle nuove proposte emendative, chiede, tuttavia, se i gruppi ritengano

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comunque necessario che la Commissione si esprima al riguardo.

Antonio BORGHESI (IdV) e Massimo VANNUCCI (PD), a nome dei rispettivi gruppi, chiedono che le proposte emendative indicate dal presidente siano esaminate dalla Commissione.

Giuseppe Francesco Maria MARINELLO, presidente, prende atto, preannunciando che la Commissione valuterà le indicate proposte emendative in una seduta che verrà convocata nella mattinata di domani.

Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2011.
Doc. LVII, n. 4-bis.
(Seguito dell'esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame del documento, rinviato, da ultimo, nella seduta del 4 ottobre 2011.

Antonio BORGHESI (IdV) osserva in via preliminare come la Nota di aggiornamento, pur provvedendo ad una revisione al ribasso delle stime contenute nel Documento di economia e finanza relative all'andamento del prodotto interno lordo, formula ancora previsioni troppo ottimistiche. Osserva, infatti, che la Nota di aggiornamento stima una crescita del prodotto interno lordo nel 2011 dello 0,7 per cento, a fronte dello 0,6 per cento previsto dal Fondo monetario internazionale, sottolineando altresì come una divergenza ancora maggiore emerga con riferimento alle stime riferite al 2012, dal momento che la Nota di aggiornamento prevede una crescita dell'economia dello 0,6 per cento, mentre il Fondo monetario internazionale stima una crescita dello 0,3 per cento. A suo avviso, la discrepanza tra i dati elaborati dal Governo e le stime delle più accreditate organizzazioni internazionali costituiscono un elemento che indebolisce fortemente l'immagine del nostro Paese, contribuendo ad alimentare l'incertezza in ordine alla stabilità economica dell'Italia. Osserva, inoltre, come il Governo non abbia ritenuto di modificare le stime relative all'indebitamento netto nel 2011, pur a fronte della sensibile riduzione della crescita del prodotto interno lordo. A tale riguardo, rileva che sicuramente hanno contribuito gli incassi derivanti dall'asta delle frequenze radiotelevisive, evidenziando tuttavia che tali risorse avrebbero dovuto essere destinate ad ulteriori interventi. Per quanto attiene, inoltre, agli esercizi successivi, sottolinea come il provvedimento registra gli effetti delle manovre realizzate nei mesi di luglio e di agosto, affidandosi per quanto riguarda la crescita a meccanismi non keynesiani, legati in particolare ad un miglioramento delle aspettative e all'innalzamento del potenziale di crescita dell'economia attraverso liberalizzazioni e semplificazioni. Rileva, peraltro, che in un contesto già gravemente deteriorato si registra una ripresa dell'inflazione, che, evidentemente, non può dipendere da un aumento dei consumi interni, ma deve essenzialmente ricondursi a fattori esogeni quali l'incremento dei costi dei prodotti energetici, che grava pesantemente sui bilanci familiari, anche in considerazione dell'aumento consistente delle bollette. Per quanto attiene all'indebitamento netto, osserva come la Nota di aggiornamento preveda un sostanziale raggiungimento del pareggio di bilancio nel 2013, che tuttavia non trova conferma nelle stime elaborate dal Fondo monetario internazionale, che nel medesimo anno prevede un rapporto tra indebitamento e prodotto interno lordo dell'1 per cento. In relazione al debito, osserva che il Documento in esame stima una sua sensibile riduzione nel 2013 e nel 2014, prevedendo che esso raggiunga un rapporto rispetto al prodotto interno lordo del 116,4 e del 112, 6 per cento.- a tale riguardo, ricorda tuttavia che al momento dell'insediamento dell'attuale Governo il rapporto tra debito pubblico e prodotto interno lordo era pari a circa al 102 per cento, sottolineando come tali dati confermino come in questi anni si sia fatto troppo poco per ridurre lo stock del debito. Nel rilevare come nean

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che la Nota in esame preveda interventi in materia di riduzione del debito, sottolinea come essa certifichi l'incremento della pressione fiscale, che colpisce essenzialmente i cittadini che già pagano le tasse, portando ad una contrazione dei consumi alla quale contribuisce anche la stabilità del tasso di disoccupazione. Esprime, infatti, preoccupazione per i dati relativi all'occupazione e all'andamento della produzione, richiamando in particolare le più recenti tendenze del mercato automobilistico. Per quanto attiene alle misure correttive prodotte dalle recenti manovre, osserva come l'applicazione della clausola di salvaguardia prevista in relazione alla delega in materia di razionalizzazione del sistema fiscale ed assistenziale sarà assai difficile, in quanto il Governo dovrà trovare il coraggio, che finora non ha mai avuto, di affrontare le resistenze delle numerose corporazioni presenti nel nostro Paese. Ritiene, pertanto, probabile che l'Esecutivo opterà per una riduzione lineare delle agevolazioni che finirà per scontentare tutti e danneggiare ulteriormente i ceti più deboli. Quanto alla composizione delle manovre estive, sottolinea come ancora una volta si sia operato prevalentemente sul versante delle entrate, ricordando come circa 40 miliardi di euro derivino da nuove o maggiori entrate, mentre solo 20 miliardi di euro derivino da riduzioni di spesa. A tale riguardo, ritiene che sarebbe stato opportuno accogliere le proposte dell'Italia dei valori volte alla riduzione dei costi della politica, alla soppressione delle province, degli enti istituzionali intermedi e degli organismi pubblici inutili. Con riferimento alla lotta all'evasione e all'elusione fiscale, stigmatizza il ritardo registratosi nella stipula di accordi internazionali volti a contrastare il ricorso a paradisi fiscali, ricordando come il Ministro Tremonti avesse evidenziato l'inopportunità di stipulare accordi anche con lo Stato di San Marino. A suo avviso, sarebbero comunque necessari interventi draconiani in materia, potendosi ipotizzare il ricorso a strumenti analoghi a quelli utilizzati ai fini del contrasto alle organizzazioni criminali di stampo mafioso, che prevedono la confisca dei beni e la loro immediata vendita. Ritiene, inoltre, che difficilmente potranno raggiungersi gli obiettivi auspicati attraverso l'inserimento nella Costituzione del principio del pareggio di bilancio, osservando come le proposte in discussione prevedano numerose clausole derogatorie. Per quanto attiene al modello di tassazione, ritiene che la scelta del Ministro dell'economia e delle finanze di passare dall'imposizione sul lavoro a quella sui consumi già si rifletta nei dati contenuti nel Documento in esame, osservando come il peso delle imposte indirette si accresca in misura assai superiore rispetto a quello delle imposte dirette. A suo avviso, si tratta di una scelta non condivisibile, in quanto la tassazione dei consumi colpisce in modo indiscriminato i ricchi e i poveri e, pertanto, non garantisce il rispetto del principio costituzionale della progressività del sistema tributario. Alla luce di queste considerazioni reputa irrealistico l'obiettivo del raggiungimento del pareggio di bilancio, sottolineando come le scelte di politica economica del Governo siano inadeguate e dovrebbero conseguentemente essere profondamente riformulate. A tale riguardo, rileva in primo luogo che la Nota di aggiornamento continua a richiamare l'attenzione sull'esigenza di ridurre il divario di sviluppo fra il Nord e il Sud, osservando tuttavia come a tali affermazioni, contenute anche nei precedenti documenti di programmazione economica, non siano seguiti provvedimenti conseguenti. Sottolinea, inoltre, come il tasso di disoccupazione sia ancora a livelli assai elevati e siano mancati in questi anni interventi adeguati in materia di ammortizzatori sociali. Ritiene, inoltre, che il Governo avrebbe dovuto prestare maggiore attenzione alle proposte formulate dal suo gruppo parlamentare in materia di riduzione dei costi della politica, che avrebbero potuto portare a risparmi quantificabili in circa 15 miliardi di euro. Fa presente, infatti, che tali risparmi avrebbero potuto essere destinati in parti uguali ad interventi a sostegno del sistema produttivo e a misure in favore dei lavoratori a reddito fisso, attraverso l'incremento

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delle detrazioni fiscali e degli assegni familiari. Con riferimento ai propositi del Governo in materia di liberalizzazioni, osserva come in passato l'Esecutivo abbia sempre fatto retromarcia di fronte alle proteste delle categorie interessate dai pur modesti interventi in materia. Ritiene, invece, che siano necessarie misure incisive volte a creare una reale liberalizzazione dei mercati e a limitare misure fiscali agevolative difficilmente giustificabili, quali quelle previste in materia di plusvalenze per la rivalutazione dei beni aziendali. Sul fronte della riduzione della massa del debito pubblico, ritiene che sia necessario valutare misure incisive, che prevedano il ricorso anche a contributi di solidarietà e che comunque non possono prescindere da una complessiva operazione di revisione della spesa pubblica. In questo contesto, ritiene inoltre inevitabile la introduzione di una tassa sulle transazioni finanziarie, evidenziando tuttavia come sia necessario raggiungere al riguardo un'intesa a livello europeo, dal momento che la nuova tassa sarebbe inutile se uno Stato come la Gran Bretagna decidesse di non applicarla. Con riferimento alla recente lettera inviata al Presidente del Consiglio dei ministri dalla Banca centrale europea, osserva poi come, quand'anche fosse ammissibile un commissariamento del nostro Paese da parte delle istituzioni europee, non possa senz'altro considerarsi possibile un analogo commissariamento da parte di un istituto di emissione. Ritiene, comunque, che l'Unione europea possa contribuire grandemente alla razionalizzazione delle spese, in quanto possono ipotizzarsi misure volte a unificare a livello continentale settori di spesa particolarmente importanti, ad esempio attraverso la creazione di un esercito unitario dell'Unione europea, che consentirebbe di limitare fortemente le spese sostenute dai singoli Paesi e renderebbe possibile una politica continentale unitaria in materia.

Giulio CALVISI (PD) osserva come le previsioni relative agli indicatori di finanza pubblica recate dalla Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza debbano essere, a suo avviso, considerate eccessivamente ottimistiche e non corrispondono all'evoluzione dell'economia mondiale. Rileva in proposito come, pur malgrado la revisione al ribasso delle stime di crescita del PIL e dei tassi di rendimento dei titoli di Stato, non cambia la dinamica del debito. Evidenzia che particolarmente ottimistiche si presentano anche le previsioni relative all'avanzo primario, dato in forte crescita, chiedendo in proposito al Governo di chiarire l'attendibilità di tale dato. Ricorda come, tra i paesi europei, l'Italia abbia fatto registrare il minore tasso di crescita e lamenta quindi la scarsa evidenziazione di tale dato. Sottolinea quindi il fatto che nella stessa Nota di aggiornamento si confermino gli effetti recessivi delle manovre adottate dal Governo, cosa che, a suo avviso, confermerebbe la scarsa attendibilità delle previsioni. Con riferimento alle nuove regole imposte agli enti locali, richiama il caso della Sardegna, laddove si chiede un taglio di 165 milioni di euro. Ricorda in proposito che secondo i meccanismi di premialità, tali tagli dovrebbero incidere sui soli comuni non virtuosi, ma, nel caso di specie, si considererebbero virtuosi comuni come Cagliari, Sassari, Olbia e Nuoro, che ricevono, in ragione della loro dimensione, la maggior parte dei finanziamenti. Osserva che ipotizzare una ripartizione del citato taglio sui soli altri enti creerebbe squilibri enormi con risvolti sociali molto forti. Ritiene quindi necessario procedere ad una revisione di tali disposizioni e chiede al Governo come intenda comportarsi. Con riferimento al riordino degli uffici giudiziari, rileva come la delega avrebbe dovuto comportare risparmi per la finanza pubblica, ma, allontanando la giustizia dal cittadino, a suo avviso, vi saranno pesanti ripercussioni. Evidenzia come il Governo non abbia la necessaria forza politica per condurre una simile operazione. Chiede quindi chiarimenti sulle previsioni relative alla spesa per interessi, alla luce dell'aumento dei rendimenti dei titoli di Stato.

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Giuseppe Francesco Maria MARINELLO, presidente, ricordando all'onorevole Calvisi che il gruppo del PD aveva proposto un accelerazione sulla delega per il riordino delle circoscrizioni giudiziarie, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame della Nota di aggiornamento ad altra seduta.

La seduta termina alle 18.35.

DELIBERAZIONE DI RILIEVI SU ATTI DEL GOVERNO

Mercoledì 5 ottobre 2011. - Presidenza del presidente Giancarlo GIORGETTI. - Interviene il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Alberto Giorgetti.

La seduta comincia alle 15.40.

Schema di decreto legislativo recante modifiche al decreto legislativo 17 marzo 1995, n. 230, e alla legge 23 luglio 2009, n. 99, in attuazione della direttiva 2009/71/Euratom, che istituisce un quadro comunitario per la sicurezza nucleare degli impianti nucleari.
Atto n. 386.
(Rilievi alle Commissioni VIII e X).
(Esame, ai sensi dell'articolo 96-ter, comma 2, del Regolamento, e conclusione - Deliberazione di rilievi e osservazioni).

La Commissione inizia l'esame dello schema di decreto legislativo.

Massimo POLLEDRI (LNP), relatore, ricorda che lo schema di decreto legislativo in esame reca attuazione della delega contenuta nella legge n. 96 del 2010, per il recepimento della direttiva 2009/71/Euratom, che istituisce un quadro comunitario per la sicurezza nucleare degli impianti nucleari. Pur tenendo conto della clausola di invarianza finanziaria recata dall'articolo 4, rileva la necessità che, ai sensi dell'articolo 17, comma 7, della legge n. 196 del 2009, detta previsione di neutralità finanziaria sia suffragata sulla base di dati ed elementi, anche di carattere quantitativo, riferiti alle risorse disponibili per far fronte ai compiti previsti dal provvedimento in esame. Tali elementi appaiono necessari anche in considerazione degli adempimenti previsti, che appaiono ampliati rispetto alla vigente normativa, con particolare riferimento alle attività di vigilanza nonché agli obblighi di formazione e aggiornamento del personale impegnato nell'attività ispettiva. Segnala inoltre che, pur considerando che le attività previste potranno essere finanziate, a regime, a valere sui corrispettivi versati all'Agenzia per la sicurezza nazionale, appare opportuno acquisire conferma dell'effettiva possibilità di garantire un pieno allineamento, anche dal punto di vista temporale, tra le predette risorse e i costi derivanti dai nuovi adempimenti, con particolare riguardo, tra l'altro, agli oneri di formazione. Per altro verso, rileva la necessità di verificare che gli oneri derivanti dagli adempimenti previsti dal provvedimento possano essere compensati, anche nella fase transitoria, cui fa riferimento la stessa relazione tecnica, che precede la piena operatività dell'Agenzia, sulla base delle risorse disponibili a legislazione vigente. In merito ai profili di copertura finanziaria, osserva che l'articolo 4, comma 2, dispone che, con riferimento alla lettera d) del comma 2 dell'articolo 58-bis del decreto legislativo 17 marzo 1995, n 230, come inserita dall'articolo 1 del presente decreto, l'adempimento degli obblighi di cui alle lettere a), b) e c) del medesimo articolo sarà svolto dal titolare dell'autorizzazione nell'ambito delle risorse umane, strumentali e finanziarie pubbliche disponibili a legislazione vigente. Sul punto rileva che il comma 2 dell'articolo 58-bis del decreto legislativo n. 230 del 1995, inserito dall'articolo 1 del provvedimento in esame, non contiene una lettera d). Pertanto, come segnalato anche dalla Ragioneria generale dello Stato nella nota del 22 luglio 2011 allegata allo schema in esame, ritiene che dovrebbe farsi riferimento al comma 3 dell'articolo 58-bis,

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anziché alla lettera d) del comma 2 del medesimo articolo 58-bis. Rileva, inoltre, l'esigenza di un chiarimento da parte del Governo in ordine al riferimento alle risorse umane, strumentali e finanziarie pubbliche disponibili a legislazione vigente in relazione all'adempimento, da parte del titolare dell'autorizzazione, degli obblighi di cui alle lettere a), b) e c) del dell'articolo 58-bis del decreto legislativo n. 230 del 1995. Considerato, infatti, che il provvedimento in oggetto definisce titolare dell'autorizzazione la persona fisica o giuridica avente la responsabilità generale di un impianto nucleare, ritiene che occorra chiarire se tale soggetto rientri nel novero di quelli appartenenti all'aggregato delle pubbliche amministrazioni. Segnala che qualora tale soggetto non rientrasse nel predetto aggregato, gli oneri relativi agli adempimenti posti a carico del titolare dell'autorizzazione dovrebbero, infatti, trovare integrale copertura non nell'ambito delle risorse pubbliche disponibili a legislazione vigente, bensì nelle risorse proprie del predetto titolare.

Il sottosegretario Alberto GIORGETTI conferma, in via generale, che all'attuazione del provvedimento si provvederà con le risorse disponibili a legislazione vigente, trattandosi di attività rientranti nelle generali competenze delle amministrazioni interessate e stante il carattere non innovativo del decreto legislativo. Quanto alla copertura degli oneri relativi alla formazione, richiamati specificatamente dalla scheda tecnica, rappresenta che gli stessi sono posti a carico del soggetto titolare dell'autorizzazione che, comunque, deve provvedervi nell'ambito delle risorse ordinariamente preordinate a tale attività, eventualmente anche attraverso una riprogrammazione della formazione attualmente fornita ai propri dipendenti. Per quanto attiene, più specificatamente, ai chiarimenti richiesti dal relatore, confermando la neutralità finanziaria del provvedimento, rappresenta che l'articolo 29, comma 3, della legge n. 99 del 2009 precisa che l'Agenzia svolge le proprie funzioni, specificate nel comma 1 del medesimo articolo, senza nuovi o maggiori oneri, né minori entrate a carico della finanza pubblica e nel limite delle risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente di cui al comma 17. Quest'ultimo comma, a sua volta, precisa che il personale trasferito all'Agenzia, proveniente dall'ISPRA e dall'ENEA nel limite di 50 unità per ciascun ente, conserva il trattamento giuridico ed economico in godimento all'atto del trasferimento. Con riferimento all'attività dell'Agenzia per la sicurezza nucleare, precisa che i suoi compiti non sono ampliati rispetto alla vigente normativa, bensì ridotti, considerato che con la legge n. 75 del 2011 e a seguito del referendum sono stati espunti dall'articolo 29 della legge n. 99 del 2009 tutti i riferimenti alla localizzazione, costruzione ed esercizio di impianti di produzione di energia nucleare che avrebbero costituito la componente più complessa e gravosa dell'attività dell'Agenzia. Fa presente poi che l'attività di vigilanza sarà effettuata dallo stesso personale che già esercitava tale compito nell'ambito dell'ISPRA e non sarà aumentata, considerato che non saranno costruiti nuovi impianti di produzione. Ritiene, inoltre, che analoghe considerazioni valgano per l'attività di formazione ed aggiornamento già in essere presso l'ISPRA. Quanto alla partecipazione dell'Agenzia ai processi internazionali di valutazione della sicurezza nucleare, fa presente che personale dell'ISPRA già partecipa a tali processi e che il provvedimento in esame si limita a prevedere l'intestazione della medesima funzione al nuovo soggetto. Nel ribadire che il provvedimento non prevede un ampliamento dei compiti dell'Agenzia e che le risorse disponibili sono sufficienti per coprire gli oneri di formazione, ribadisce che per la fase transitoria sono già stati stanziati dalla legge n. 99 del 2009 risorse destinate al funzionamento dell'Agenzia, pari a 500.000 euro per l'anno 2009 e a 1.500.000 euro per ciascuno degli anni 2010 e 2011.

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Massimo POLLEDRI (LNP), relatore, formula la seguente proposta di deliberazione:
«La V Commissione Bilancio, tesoro e programmazione,
esaminato, per quanto di competenza, ai sensi dell'articolo 96-ter, comma 2, del Regolamento, lo schema di decreto legislativo recante modifiche al decreto legislativo 17 marzo 1995, n. 230, e alla legge 23 luglio 2009, n. 99, in attuazione della direttiva 2009/71/Euratom, che istituisce un quadro comunitario per la sicurezza nucleare degli impianti nucleari (atto n. 386);
preso atto dei chiarimenti forniti dal Governo, il quale ha confermato la neutralità finanziaria del provvedimento, precisando che:
lo schema non determina un ampliamento dei compiti dell'Agenzia per la sicurezza nucleare rispetto alla vigente normativa, anche in considerazione della circostanza che a seguito del referendum del 12 e 13 giugno 2011 sono stati espunti dall'articolo 29 della legge 23 luglio 2009, n. 99, tutti i riferimenti alla localizzazione, costruzione ed esercizio di impianti di produzione di energia nucleare, che avrebbero costituito la componente più complessa e gravosa dell'attività dell'Agenzia, e, pertanto, l'attività di vigilanza potrà essere effettuata dal personale che già esercitava tale compito nell'ISPRA;
agli oneri per la formazione e l'aggiornamento del personale impegnato nell'attività ispettiva si potrà provvedere, nella fase transitoria, nell'ambito delle risorse preordinate a tali attività, eventualmente anche attraverso una riprogrammazione delle attività medesime;
l'Agenzia per la sicurezza nucleare si limita a subentrare all'ISPRA nei processi internazionali di valutazione della sicurezza nucleare già in essere,

VALUTA FAVOREVOLMENTE

lo schema di decreto legislativo e formula il seguente rilievo sulle sue conseguenze di carattere finanziario:
all'articolo 4 sostituire il comma 2 con il seguente: 2. Il titolare dell'autorizzazione provvede alle attività di cui al comma 3 dell'articolo 58-bis del decreto legislativo 17 marzo 1995, n. 230, aggiunto dall'articolo 1 del presente decreto, nell'ambito delle proprie risorse umane, strumentali e finanziarie e, comunque, nel rispetto di quanto previsto dal comma 1 del presente articolo,
nonché formula le seguenti osservazioni:
al fine di mantenere ed accrescere l'esperienza e le competenze in materia di sicurezza nucleare, si valuti l'opportunità di allungare a cinque anni la durata dell'organo di amministrazione di Sogin S.p.a.;
si valuti l'opportunità di inserire in diverso provvedimento disposizioni volte a favorire la produzione e l'approvvigionamento di isotopi da utilizzare a scopo medicale».

Il Sottosegretario Alberto GIORGETTI concorda con la proposta del relatore.

Antonio BORGHESI (IdV), nel sottolineare come a suo avviso a seguito dell'esito del referendum del 12 e 13 giugno 2011 non vi siano più ragioni per la creazione di un'Agenzia per la sicurezza nucleare, annuncia il voto contrario del proprio gruppo sulla proposta del relatore.

La Commissione approva la proposta del relatore.

La seduta, sospesa alle 15.50, riprende alle 17.30.

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Schema di decreto legislativo recante disciplina sanzionatoria per la violazione delle disposizioni del regolamento (CE) n. 1371/2007 relativo ai diritti e agli obblighi dei passeggeri nel trasporto ferroviario.
Atto n. 381.
(Rilievi alle Commissioni II e IX).
(Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 96-ter, comma 2, del Regolamento, e conclusione -Valutazione favorevole).

La Commissione prosegue l'esame dello schema di decreto legislativo, rinviato nella seduta del 30 agosto 2011.

Giancarlo GIORGETTI, presidente, ricorda che il 30 agosto 2011 era stato avviato l'esame dello schema di decreto legislativo recante «Disciplina sanzionatoria per la violazione delle disposizioni del regolamento (CE) 1371/2007 del Parlamento europeo e del Consiglio del 23 ottobre 2007, relativo ai diritti e agli obblighi dei passeggeri nel trasporto ferroviario», poi rinviato in quanto lo schema non era corredato della prescritta pronuncia della Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano.
Comunica che il Ministro per i rapporti con il Parlamento, con lettera del 29 settembre 2011, ha trasmesso il parere espresso dalla Conferenza Stato-Regioni nella seduta del 22 settembre scorso e che, pertanto, è possibile concludere l'esame dello schema.

Il sottosegretario Alberto GIORGETTI, con riferimento ai chiarimenti richiesti nella seduta del 31 agosto 2011, fa presente in primo luogo che la scelta della procedura di mobilità interna per il potenziamento della struttura organizzativa deputata allo svolgimento dei nuovi compiti per l'applicazione del regolamento relativo ai diritti e obblighi dei passeggeri nel trasporto ferroviario, risponde agli attuali orientamenti di politica economico-finanziaria, volti ad escludere nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica. Osserva, inoltre, che nella fase iniziale di implementazione, l'ufficio della Direzione Generale per il trasporto ferroviario individuato quale organismo di controllo, si riorganizzerà attraverso una ottimizzazione delle risorse umane già assegnate per l'espletamento di compiti istituzionali inerenti l'attività negoziale relativa ai servizi di trasporto ferroviario di interesse nazionale sottoposti a regime di obbligo di servizio pubblico. Fa presente che la prevista riassegnazione del 50 per cento delle somme derivanti dal pagamento delle sanzioni, quindi, considerata la natura «eventuale» e dunque non programmabile, andrà destinata non già al finanziamento di spese strutturali quali quote fisse per il personale, ma verrà utilizzata per l'eventuale incremento di tutte quelle attività di monitoraggio e vigilanza opportune, nel rispetto e nei limiti imposti dalla normativa vigente, ad eventuali attività di verifica e studio mediante affidamento delle stesse a soggetti esterni di qualificata esperienza. Ritiene, pertanto, che il paventato disallineamento temporale tra la disponibilità delle risorse derivanti dall'applicazione delle sanzioni e l'espletamento delle attività di monitoraggio e vigilanza non comporterà verosimilmente alcun rischio per lo svolgimento dei compiti di controllo per l'accertamento delle violazioni, assegnati all'organismo in attuazione del regolamento comunitario. Formula, inoltre, analoghe considerazioni per la parte di attività che andrà ad impattare sulle strutture organizzative regionali. Infine, per quanto concerne il rapporto tra le sanzioni eventualmente irrogate ed i corrispettivi dei contratti di servizio, osserva che non sussiste alcun nesso, restando eventuali penali o decurtazioni rimesse alle clausole contrattuali a base dell'affidamento dei servizi stessi. Conseguentemente, a suo avviso, nessun riflesso potrà aversi in termini di incidenza sull'entità delle risorse che le pubbliche amministrazioni erogano a compensazione degli oneri del servizio pubblico universale sostenuto da imprese ferroviarie.

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Remigio CERONI (PdL), relatore, formula la seguente proposta:
«La V Commissione Bilancio, tesoro e programmazione,
esaminato, per quanto di competenza, ai sensi dell'articolo 96-ter, comma 2, del Regolamento, lo schema di decreto legislativo recante disciplina sanzionatoria per la violazione delle disposizioni del regolamento (CE) n. 1371/2007 relativo ai diritti e agli obblighi dei passeggeri nel trasporto ferroviario;
preso atto dei chiarimenti forniti dal Governo,

VALUTA FAVOREVOLMENTE

lo schema di decreto legislativo.»

Il sottosegretario Alberto GIORGETTI concorda con la proposta del relatore.

La Commissione approva la proposta del relatore.

Schema di decreto legislativo recante disciplina sanzionatoria per la violazione delle disposizioni di cui al regolamento (CE) n. 1272/2008, relativo alla classificazione, all'etichettatura e all'imballaggio delle sostanze e delle miscele che modifica ed abroga le direttive 67/548/CEE e 1999/45/CE e che reca modifica al regolamento (CE) n. 1907/2006.
Atto n. 387.
(Rilievi alle Commissioni II e XII).
(Esame, ai sensi dell'articolo 96-ter, comma 2, del Regolamento, e conclusione - Valutazione favorevole).

La Commissione inizia l'esame dello schema di decreto legislativo.

Roberto MARMO (PT), relatore, ricorda che lo schema di decreto legislativo in esame, predisposto in attuazione della delega di cui alla legge comunitaria 2008, reca la disciplina sanzionatoria per le violazioni delle disposizioni di cui al Regolamento (CE) n. 1272/2008, in materia di classificazione, etichettatura e imballaggio delle sostanze e delle miscele. Fa presente che il provvedimento è corredato clausola di invarianza finanziaria, di cui all'articolo 13, commi 1 e 2, la quale prevede che dallo stesso non debbano derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica e che l'esercizio, da parte di soggetti pubblici, delle attività ivi previste debba avvenire con le risorse umane, finanziarie e strumentali disponibili a legislazione vigente. Il provvedimento è altresì corredato di relazione tecnica, che ribadisce, in linea generale, la neutralità finanziaria dell'intero provvedimento e la possibilità di effettuare le attività da esso previste con le risorse disponibili a legislazione vigente. Rileva che l'articolo 2, concernente le autorità competenti in materia di etichettatura, non presenta profili problematici di carattere finanziario, nel presupposto che non risulti compromesso l'ordinario svolgimento delle altre funzioni già esercitate dagli organi incaricati dalla norma dello svolgimento delle attività inerenti il ruolo di autorità competenti.
Con riferimento agli articoli da 3 a 10 e 13, comma 3, recanti sanzioni per la violazione degli obblighi di classificazione, etichettatura e imballaggio, osserva, in relazione al riversamento all'entrata e alla riassegnazione dei proventi delle sanzioni previsto dall'articolo 13, comma 3, non considerato dalla relazione tecnica, analogamente a quanto rilevato con riferimento a provvedimenti di analogo tenore, che la neutralità finanziaria della disposizione potrebbe venire meno in caso di disallineamento tra l'esercizio in cui sono incassate le sanzioni e quello di utilizzo delle stesse per finalità di spesa. In proposito, ritiene andrebbe acquisito l'avviso del Governo.
Fa presente che l'articolo 12, recante previsione di un sistema di controlli ufficiali, non presenta profili problematici di carattere finanziario, nel presupposto che i controlli previsti dal provvedimento in esame siano attuabili nell'ambito dello svolgimento delle ordinarie funzioni di controllo cui i soggetti pubblici interessati sono tenuti. In caso contrario, potrebbe

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risultare problematica l'effettiva applicazione della clausola di cui all'articolo 13, che prevede l'obbligo di esercizio delle nuove funzioni di controllo ad invarianza di risorse finanziarie e strumentali. In proposito andrebbe acquisito l'avviso del Governo.

Il sottosegretario Alberto GIORGETTI, riguardo alla paventata possibilità che si determini un onere finanziario derivante dal provvedimento in caso di disallineamento tra l'esercizio in cui le sanzioni sono incassate e quello in cui sono utilizzate in spesa, fa presente che, in base ai commi 1 e 2 dell'articolo 2 del decreto del Presidente della Repubblica n. 469 del 1999, la riassegnazione delle somme introitate in ciascun esercizio avviene nell'esercizio stesso, ovvero, per le somme introitate nell'ultimo bimestre, nell'esercizio successivo. Pertanto, anche considerato che in ogni esercizio, da un lato, saranno riassegnate le somme acquisite nell'ultimo bimestre dell'anno precedente, ma dall'altro non saranno riassegnate quelle acquisite nell'ultimo bimestre dell'esercizio stesso, ritiene che, nella sostanza, il paventato disallineamento non si determini. Fa presente, poi, che il servizio di controllo costituisce attività già coperta dagli ordinari stanziamenti di bilancio, potenziabile solo in caso di utilizzo di entrate meramente eventuali. A tale ultimo riguardo segnala, inoltre, che l'attività di controllo presso le ditte viene effettuata ai sensi dell'Accordo 29 ottobre 2009, tra il Governo, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano, relativo al sistema dei controlli ufficiali e alle linee di indirizzo per l'attuazione del regolamento CE n. 1907/2006 del Parlamento europeo e del Consiglio concernente la registrazione, la valutazione, l'autorizzazione e la restituzione delle sostanze chimiche, strettamente connesso al regolamento CE n. 1272/2008 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 dicembre 2008, relativo alla classificazione, all'etichettatura e all'imballaggio delle sostanze e delle miscele. Segnala, infatti, che entrambi i regolamenti focalizzano l'attenzione sulla medesima area di interesse rappresentata dalle sostanze chimiche, consentendo un allineamento di competenze al fine di una efficace e complessa applicazione della normativa in questione. In proposito, fa presente che l'attività di vigilanza ha una propria copertura finanziaria, segnalando che, ai sensi dell'articolo 7, comma 1, del decreto legislativo 28 luglio 2008, n. 145, le tariffe per l'integrale copertura dei costi dei controlli sono stabilite, sulla base del costo effettivo del servizio, con decreto del Ministero della salute di concerto con il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, con il Ministro dello sviluppo economico e con il Ministro dell'economia e delle finanze. Con il suddetto decreto interministeriale si determinano, quindi, le tariffe e le relative modalità di versamento per i controlli eseguiti sul territorio nazionale dalle Autorità preposte alla vigilanza, previsti da un articolato quadro normativo costituito rispettivamente dal decreto legislativo 3 febbraio 1997, n. 52, recante attuazione della direttiva n. 92/32/CEE concernente classificazione, imballaggio ed etichettatura delle sostanze pericolose, dal decreto legislativo 14 marzo 2003 n. 65, recante attuazione della direttiva 1999/45/CE e della direttiva 2001/60/CE relative alla classificazione, all'imballaggio e all'etichettatura dei preparati pericolosi, dal regolamento CE n. 1907/2006 e dal regolamento CE n. 1272/2008. Fa presente che l'ammontare della tariffa dovuta per lo svolgimento delle attività di controllo, risulta attualmente determinata in euro 2.000, salvo conguaglio, da versare nel capitolo di entrata del bilancio dello Stato. Segnala, pertanto, che nel decreto legislativo necessario per dare attuazione al predetto regolamento CE n.1272/2008, le attività definite potranno essere attuate con le risorse disponibili nel rispetto della clausola di invarianza di cui all'articolo 13, commi 1 e 3, dello schema in esame. Comunica, inoltre, che i compiti attribuiti all'Agenzia delle dogane dallo schema di decreto legislativo in esame possono essere svolti con le risorse del bilancio a legislazione vigente, poiché lo schema di decreto disciplina

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funzioni che già vengono esercitate dall'Agenzia.

Roberto MARMO (PT), relatore, formula la seguente proposta di parere:
«La V Commissione Bilancio, tesoro e programmazione,
esaminato, per quanto di competenza, ai sensi dell'articolo 96-ter, comma 2, del Regolamento, lo schema di decreto legislativo recante disciplina sanzionatoria per la violazione delle disposizioni di cui al regolamento (CE) n. 1272/2008, relativo alla classificazione, all'etichettatura e all'imballaggio delle sostanze e delle miscele che modifica ed abroga le direttive 67/548/CEE e 1999/45/CE e che reca modifica al regolamento (CE) n. 1907/2006 (Atto n. 387);
preso atto dei chiarimenti forniti dal Governo, secondo il quale:
alla luce di quanto disposto dai commi 1 e 2 del decreto del Presidente della Repubblica n. 469 del 1999, dalla attuazione delle disposizioni di cui all'articolo 13, comma 3, in materia di riassegnazione dei proventi delle sanzioni amministrative pecuniarie previste per le violazioni degli obblighi di classificazione, etichettatura e imballaggio, non deriveranno disallineamenti temporali suscettibili di determinare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica;
alle attività di controllo di cui all'articolo 12 potrà provvedersi nell'ambito delle risorse già previste a legislazione vigente,

VALUTA FAVOREVOLMENTE

lo schema di decreto legislativo».

Il sottosegretario Alberto GIORGETTI concorda con la proposta del relatore.

La Commissione approva la proposta del relatore.

Schema di decreto legislativo recante disciplina sanzionatoria per la violazione delle disposizioni di cui al regolamento (CE) n. 689/2008, sull'esportazione ed importazione di sostanze chimiche pericolose.
Atto n. 388.
(Rilievi alle Commissioni II e XII).
(Esame, ai sensi dell'articolo 96-ter, comma 2, del Regolamento, e conclusione - Valutazione favorevole).

La Commissione inizia l'esame dello schema di decreto legislativo.

Roberto MARMO (PT), relatore, ricorda che lo schema di decreto legislativo in esame, predisposto in attuazione della delega di cui alla legge comunitaria 2008, reca la disciplina sanzionatoria per le violazioni delle disposizioni di cui al Regolamento (CE) n. 689/2008 in materia di importazione ed esportazione di sostanze chimiche pericolose. In relazione alle sanzioni per la violazione delle disposizioni in materia di esportazione ed importazione di sostanze chimiche pericolose, disciplinate dagli articoli da 3 a 8 e dall'articolo 10, comma 5, e, in particolare, al riversamento all'entrata e alla riassegnazione dei proventi delle sanzioni, previsto dall'articolo 10, comma 5 e non considerato dalla relazione tecnica, rileva, analogamente a quanto osservato in relazione a provvedimenti di analogo tenore, che la neutralità finanziaria della disposizione potrebbe venir meno in caso di disallineamento tra l'esercizio in cui sono incassate le sanzioni e quello di utilizzo delle stesse per finalità di spesa. In proposito ritiene che andrebbe acquisito l'avviso del Governo. Quanto alla disciplina dell'attività di vigilanza, prevista dall'articolo 10, commi da 1 a 4, rileva che le disposizioni appaiono neutrali dal punto di vista finanziario nel presupposto che le attività di vigilanza previste dal provvedimento in esame siano attuabili nell'ambito dello svolgimento delle ordinarie funzioni di controllo cui i soggetti pubblici interessati sono tenuti. In caso contrario, potrebbe risultare problematica l'effettiva applicazione

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della clausola che prevede l'obbligo di esercizio delle nuove funzioni di controllo ad invarianza di risorse finanziarie e strumentali. In proposito ritiene che andrebbe acquisito l'avviso del Governo.

Il sottosegretario Alberto GIORGETTI, in ordine ai chiarimenti richiesti dal relatore, ritiene che possa escludersi l'insorgenza di un onere finanziario in caso di disallineamento tra l'esercizio in cui le sanzioni sono incassate e quello in cui sono utilizzate in spesa, facendo presente che, in base ai commi 1 e 2 dell'articolo 2 del decreto del Presidente della Repubblica n. 469 del 1999, la riassegnazione delle somme introitate in ciascun esercizio avviene nell'esercizio stesso, ovvero, per le somme introitate nell'ultimo bimestre, nell'esercizio successivo. Pertanto, anche considerato che in ogni esercizio, da un lato, saranno riassegnate le somme acquisite nell'ultimo bimestre dell'anno precedente, ma dall'altro non saranno riassegnate quelle acquisite nell'ultimo bimestre dell'esercizio stesso, ritiene che, nella sostanza, il paventato disallineamento non si determini. Fa presente, infine, anche che il servizio di controllo costituisce attività già coperta dagli ordinari stanziamenti di bilancio, potenziabile solo in caso di utilizzo di entrate meramente eventuali. Comunica, inoltre, che i compiti attribuiti all'Agenzia delle dogane dallo schema di decreto legislativo in esame possono essere svolti con le risorse del bilancio a legislazione vigente, poiché lo schema di decreto disciplina funzioni che già vengono esercitate dall'Agenzia.

Roberto MARMO (PT), relatore, formula la seguente proposta:
«La V Commissione Bilancio, tesoro e programmazione,
esaminato, per quanto di competenza, ai sensi dell'articolo 96-ter, comma 2, del Regolamento, lo schema di decreto legislativo recante disciplina sanzionatoria per la violazione delle disposizioni di cui al regolamento (CE) n. 689/2008, sull'esportazione ed importazione di sostanze chimiche pericolose (Atto n. 388);
preso atto dei chiarimenti forniti dal Governo, secondo il quale:
alla luce di quanto disposto dai commi 1 e 2 del decreto del Presidente della Repubblica n. 469 del 1999, dalla attuazione delle disposizioni di cui all'articolo 10, comma 5, in materia di riassegnazione dei proventi delle sanzioni amministrative pecuniarie previste per le violazioni degli obblighi di classificazione, etichettatura e imballaggio, non deriveranno disallineamenti temporali suscettibili di determinare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica;
alle attività di vigilanza di cui all'articolo 10, commi da 1 a 4, potrà provvedersi nell'ambito delle risorse già previste a legislazione vigente,

VALUTA FAVOREVOLMENTE

lo schema di decreto legislativo».

La Commissione approva la proposta del relatore.

La seduta termina alle 17.50.