CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 29 settembre 2011
540.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Finanze (VI)
COMUNICATO
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SEDE CONSULTIVA

Giovedì 29 settembre 2011. - Presidenza del presidente Gianfranco CONTE. - Interviene il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Bruno Cesario.

La seduta comincia alle 12.25.

Rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2010.
C. 4621 Governo, approvato dal Senato.
Disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato e dei bilanci delle amministrazioni autonome per l'anno finanziario 2011.
C. 4622 Governo, approvato dal Senato.
Tabella n. 1: Stato di previsione dell'entrata per l'anno finanziario 2011.
Tabella n. 2: Stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno 2011 (limitatamente alle parti di competenza).
(Relazione alla V Commissione).
(Seguito dell'esame congiunto e conclusione - Relazioni favorevoli).

La Commissione prosegue l'esame congiunto dei provvedimenti, rinviato, da ultimo, nella seduta del 28 settembre scorso.

Il Sottosegretario Bruno CESARIO, con riferimento alle richieste di chiarimenti formulate nel corso della seduta di ieri dai deputati Fluvi e Causi, evidenzia innanzitutto come il provvedimento non sconti gli

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effetti finanziari determinati dalla manovra correttiva, e non fornisca pertanto un quadro esaustivo dell'attuale situazione del bilancio pubblico. In particolare, il disegno di legge non dà conto degli effetti sulle entrate tributarie determinati da alcune misure fiscali, quali appunto, il regime opzionale della cosiddetta «cedolare secca» sui redditi da locazione. Segnala, peraltro, come tale tipo di tassazione sia facoltativo (il contribuente può scegliere di applicare sui redditi di locazione di immobili ad uso residenziale l'imposta sostitutiva della cosiddetta «cedolare secca» in luogo dell'assoggettamento degli stessi redditi all'IRPEF), rilevando, quindi, come una riduzione della previsione di gettito del capitolo relativo alla «cedolare secca» troverebbe compensazione nella corrispondente variazione in aumento della previsione di gettito IRPEF, con effetti sostanzialmente neutrali sui saldi di bilancio.
Per quanto attiene alla differenza sempre più marcata tra l'ammontare delle previsioni di entrata e di spesa in termini di competenza e quello delle previsioni in termini di cassa, che, ad avviso del deputato Causi, rischierebbe di pregiudicare l'efficacia analitica dei documenti di bilancio, osserva, relativamente alle spese, come l'andamento delle previsioni di cassa nel disegno di legge di assestamento 2011 - in controtendenza rispetto a quello di competenza (che manifesta un apprezzabile miglioramento) - sia aggiornato tenendo conto delle reali necessità di pagamento manifestate dalle amministrazioni e, quindi, della capacità di spesa delle amministrazioni stesse, della necessità di operare il graduale smaltimento dei residui, nonché della consistenza effettiva dei residui medesimi.
Tale impostazione si riflette anche sugli scostamenti tra le spese di cassa e quelle di competenza per gli oneri di carattere previdenziale, che tengono conto sia della gestione dei residui sia dell'effettivo fabbisogno di cassa degli enti previdenziali.
In ordine, poi, alle entrate, evidenzia come negli ultimi anni si sia tendenzialmente preferito operare una sottovalutazione - in fase di previsione - delle entrate extratributarie. Al riguardo, rileva come il surplus di accertamenti, rispetto alle rispettive previsioni di competenza, derivi dalla circostanza che queste sono state stilate tenendo conto degli accertamenti che daranno luogo, presumibilmente, ad incassi e come, di conseguenza, lo scostamento tra previsioni di cassa e previsioni di competenza derivi dal grado di realizzabilità degli accertamenti operati dagli uffici competenti più che dalla correttezza e attendibilità della previsione.
Peraltro, tale disallineamento si manifesta, in particolare, nei capitoli concernenti le iscrizioni a ruolo di sanzioni ed interessi riferiti ad introiti tributari.
Per quanto riguarda, infine, le ragioni dell'andamento delle entrate derivanti dalle lotterie, ritenuto non positivo dal deputato Causi, secondo il quale si rischierebbe di pregiudicare gli obiettivi di gettito fissati dal Governo per questo settore, osserva come la dinamica del gettito del comparto Lotto, lotterie ed altre attività di gioco, evidenzi nel complesso un trend positivo. Infatti, il gettito relativo a tale comparto, come risulta dal Bollettino delle entrate tributarie pubblicato il 14 settembre scorso sul sito Internet del Dipartimento finanze del Ministero dell'economia e delle finanze, ha fatto registrare, a tutto il mese di luglio 2011, una crescita pari al 18,8 per cento, tale da assicurare, in prospettiva annuale, il raggiungimento del livello di entrate del comparto in esame previste in bilancio.

Cosimo VENTUCCI (PdL), relatore, anche alla luce degli elementi di informazione forniti dal Sottosegretario, formula una proposta di relazione favorevole sul disegno di legge C. 4621, approvato dal Senato, recante il Rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2010, ed una proposta di relazione favorevole sul disegno di legge C. 4622, approvato dal Senato, recante Disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato e dei bilanci delle Amministrazioni autonome per l'anno finanziario 2011 (vedi allegati 1 e 2).

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Marco CAUSI (PD) preannuncia il voto contrario del proprio gruppo sulle proposte di relazione, rilevando innanzitutto, con riferimento al disegno di legge recante il Rendiconto, come le entrate del 2010 siano aumentate soltanto dello 0,9 per cento, in misura inferiore, quindi, sia al tasso di crescita del PIL nominale, sia alle previsioni esposte nei documenti governativi.
Osserva al riguardo come le entrate del 2009, sostenute dall'una tantum connessa al rimpatrio o alla regolarizzazione delle somme derivanti da attività finanziarie e patrimoniali detenute all'estero (cosiddetto «scudo fiscale»), non siano state sostituite da misure strutturali, in grado di produrre effetti permanenti sui conti pubblici, sottolineando come ciò costituisca una prova evidente della debolezza delle politiche fiscali attuate dall'Esecutivo.
Nel valutare positivamente l'andamento delle imposte indirette, derivante dalle nuove misure relative alle compensazioni IVA, manifesta invece preoccupazione per quello delle imposte dirette, influenzato dall'evoluzione negativa dell'economia e dal ristagno dei redditi.
Formula, quindi, una critica al tono complessivo della politica economica europea e italiana, evidenziando come la capacità del nostro Paese di incidere sugli indirizzi generali europei in materia sia piuttosto scarsa, in quanto compromessa, in radice, dalla mancanza di credibilità del Governo e dalla debolezza del rapporto tra quest'ultimo e la sua maggioranza, nonché dai comportamenti di taluni componenti della compagine governativa.
Per comprendere quanto stia nuocendo al Paese la perdita di autorevolezza dell'Esecutivo, invita a considerare il tenore della lettera indirizzata al Governo italiano dalla BCE lo scorso 5 agosto - pubblicata oggi dalla stampa -, il cui testo, molto più dettagliato e pregnante rispetto alle raccomandazioni rivolte all'Italia dalla Commissione europea, si prospetta come una vera e propria invasione di campo nell'economia nazionale del predetto organismo comunitario, probabilmente non legittima, ma comunque giustificata, in ragione della conclamata situazione di debolezza del nostro Governo.
Ritiene, inoltre, che ulteriori elementi di criticità caratterizzino l'evoluzione delle entrate nel 2010.
Innanzitutto, rileva come siano appostati a bilancio, in luogo di entrate esplicite, i proventi dell'attività di contrasto all'evasione fiscale, i quali, al contrario, dovrebbero essere considerati soltanto ex post, una volta accertati, e dovrebbero essere utilizzati per ridurre la pressione fiscale.
Una seconda criticità è rappresentata dal notevole incremento del gettito delle imposte dirette locali - cresciute di 1,5 miliardi di euro -, che induce a confermare il giudizio negativo espresso sul tax design del federalismo fiscale municipale, il quale appare iniquo e inefficiente, in quanto costringe gli enti locali ad utilizzare l'unica valvola di sfogo loro concessa, vale a dire l'aumento delle addizionali all'IRPEF.
Evidenzia inoltre l'assoluta incertezza, segnalata del resto anche dalla Corte dei conti, circa la valutazione degli effetti prodotti dalle ben nove manovre varate dall'Esecutivo nel corso del 2010, che determina un ulteriore elemento di opacità nella politica fiscale del Paese.
Ritiene altresì che, al di là delle precisazioni fornite dal Sottosegretario, permanga l'esigenza di approfondire i temi concernenti la marcata differenza tra l'ammontare delle previsioni di entrata e di spesa in termini di competenza e in termini di cassa, l'andamento dei residui, probabilmente connesso con il ciclo economico.
Considera privo di senso, invece, dopo la manovra varata dall'Esecutivo nel mese di agosto, esprimersi sui contenuti del disegno di legge di assestamento, di cui sollecita l'aggiornamento, per quantificare almeno gli effetti sulle entrate determinati dal regime tributario opzionale della cosiddetta «cedolare secca», in modo da accertare se l'introduzione di tale misura abbia prodotto un recupero del sommerso, e indicando, altresì, i proventi dell'asta per

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l'assegnazione di diritti d'uso di frequenze radioelettriche da destinare a servizi di comunicazione elettronica mobili in larga banda.
Sulla scorta di tali considerazioni ribadisce, pertanto, il voto contrario del proprio gruppo sulle proposte di relazione formulate dal relatore.

Gianfranco CONTE, presidente, con riferimento alle considerazioni svolte dal deputato Causi, ritiene che gli argomenti oggetto delle osservazioni formulate dalla Corte dei conti potranno essere approfonditi nel corso della prossima audizione dell'organo di giurisdizione contabile, nell'ambito dell'esame del disegno di legge C. 4566, recante delega al Governo per la riforma fiscale ed assistenziale.

La Commissione approva, con distinte votazioni, la proposta di relazione favorevole sul disegno di legge C. 4621, approvato dal Senato, recante il Rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2010, e la proposta di relazione favorevole sul disegno di legge C. 4622, approvato dal Senato, recante Disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato e dei bilanci delle Amministrazioni autonome per l'anno finanziario 2011, con riferimento alla Tabella n. 1 ed alla Tabella n. 2, relativamente alle parti di competenza della Commissione.
La Commissione nomina quindi il deputato Cosimo Ventucci quale relatore presso la V Commissione.

Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2011.
Doc. LVII, n. 4-bis.
(Parere alla V Commissione).
(Esame e rinvio).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

Maurizio FUGATTI (LNP), relatore, rileva come la Commissione sia chiamata ad esaminare, ai fini dell'espressione del parere alla V Commissione Bilancio, la Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2011 (Doc. LVII, n. 4-bis).
Innanzitutto evidenzia come la Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza (DEF) sia stata predisposta dal Governo al fine di integrare le indicazioni del DEF, alla luce delle modifiche intervenute nel quadro macroeconomico, nonché degli interventi di finanza pubblica adottati con il decreto-legge n. 98 del 2011 e con il decreto-legge n. 138 del 2011.
Sotto il profilo macroeconomico, rileva, infatti, come il rallentamento dell'economia mondiale, e la perdita di slancio della ripresa economica, registratisi a partire dal secondo trimestre del 2011, renda necessario rivedere le stime di crescita del PIL italiano.
In particolare, si prevede che, analogamente alle previsioni sulla crescita dell'area dell'euro, anche il PIL italiano subisca un rallentamento, attestandosi su valori più bassi da quelli previsti dal DEF 2011. In particolare, per il 2011 l'incremento del PIL sarà pari allo 0,7 per cento (rispetto alla stima dell'1,1 del DEF), allo 0,6 per cento nel 2012, allo 0,9 nel 2013 e all'1,2 per cento nel 2014, con un peggioramento complessivo, rispetto alle stime del DEF, pari a circa 2 punti percentuale nell'intero periodo 2011-2014.
In parallelo, si evidenziano segnali di debolezza anche in altri indicatori economici. Ad esempio, sebbene il tasso di disoccupazione si sia stabilizzato intorno all'8 per cento, di circa 2 punti percentuale al di sotto dell'area dell'euro, si evidenzia un'evoluzione più debole dell'offerta di lavoro; al tempo stesso, rispetto alle precedenti stime del DEF la percentuale di crescita del tasso di inflazione è stata rivista al rialzo, principalmente a causa degli effetti determinati dall'aumento dei costi delle materie prime.
Sotto tale ultimo profilo, si prevede infatti un livello inflattivo pari al 2,6 per

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cento nel 2011, all'1,9 nel 2012, ed all'1,8 per cento in ciascuno degli anni 2013 e 2014.
Sotto il secondo profilo, la Nota di aggiornamento dà conto degli interventi di stabilizzazione della finanza pubblica adottati nel corso dell'estate dall'Esecutivo, attraverso i già citati decreti-legge n. 98 e n. 138 del 2011. Tali provvedimenti si sono resi necessari per assicurare il rispetto degli impegni, assunti in sede europea per realizzare il pareggio di bilancio nel 2013, nonché per scongiurare gli effetti, potenzialmente molto pericolosi, derivanti dalle turbolenze sui debiti sovrani degli Stati membri dell'Unione europea, le quali hanno comportato, nel corso degli ultimi mesi, un ampliamento, fino a circa 400 punti base, del differenziale tra i tassi di interesse sui titoli del debito pubblico italiano rispetto ai titoli pubblici tedeschi. In questo ambito il Governo ha dunque operato sia per implementare ulteriormente il processo di contenimento e razionalizzazione della spesa pubblica, sia per realizzare un incremento delle entrate.
In totale, la correzione complessiva realizzata attraverso tali provvedimenti legislativi, il cui contenuto è stato significativamente integrato nel corso dell'esame parlamentare, ammonta a 59,8 miliardi di euro in termini netti cumulati, pari a circa il 3,5 per cento del PIL.
Attraverso tale correzione si dovrebbe realizzare, già nel 2013, il sostanziale azzeramento del rapporto tra deficit pubblico e PIL, anticipando in tal modo tale obiettivo, che era stato fissato nel 2014 dal DEF 2011. In particolare, tale variabile, che era fissata dal DEF 2011 in una misura pari all'1,5 per cento per il 2013 e allo 0,2 per cento nel 2014, si ridurrà allo 0,1 per cento nel 2013, realizzandosi addirittura un avanzo di bilancio pari allo 0,2 per cento nel 2014. Tale obiettivo sarà realizzato attraverso un deciso incremento del saldo primario (il quale è risultato negativo dello 0,1 per cento nel 2010), che passerà dal valore dello 0,9 per cento in rapporto al PIL nel 2011, al 3,7 nel 2012, al 5,4 nel 2013, ed al 5,7 nel 2014. In particolare, la Nota evidenzia come proprio il consistente miglioramento del saldo primario consentirà di accelerare la riduzione del rapporto debito-PIL, nonostante la negativa congiuntura economica.
Per ciò che attiene al rapporto tra debito pubblico e PIL, la Nota di aggiornamento, nel confermare le stime contenute nel DEF 2011 relativamente al 2011 e al 2012, in considerazione del fatto che gli effetti positivi determinati dagli interventi correttivi di finanza pubblica sono compensati dalla revisione al ribasso delle previsioni di crescita economica, indica un più marcato processo di riduzione di tale rapporto nei due anni successivi, prevedendo un valore pari al 116,4 per cento per il 2013 (rispetto al 116,9 del DEF) ed al 112,6 nel 2014 (rispetto al 112,8 del 2014).
Per quanto riguarda il livello della pressione fiscale, la Nota stima un suo incremento, pari ad un punto percentuale di PIL, tra il 2010 ed il 2014, in particolare passando dal 42,6 del 2010, al 42,7 nel 2011, al 43,8 nel 2012, al 43,9 nel 2013, per declinare poi al 43,7 nel 2014.
In particolare, dal punto di vista tributario, la manovra finanziaria reca, da un lato, un aggravio di alcuni prelievi, dall'altro, interventi di armonizzazione di regimi fiscali in precedenza differenziati, nonché, infine, un notevole rafforzamento delle norme di contrasto all'evasione fiscale.
Sotto il primo aspetto, segnala: l'incremento dell'aliquota ordinaria dell'IVA dal 20 al 21 per cento; l'introduzione di un contributo di solidarietà del 3 per cento sulla parte di reddito eccedenti 300.000 euro lordi l'anno l'incremento dell'imposta di bollo sui titoli di importo superiore ad un determinato ammontare; maggiorazioni dell'aliquota IRAP per le banche e le imprese assicurative; l'incremento dell'addizionale IRES sulle imprese del settore energetico (cosiddetta «Robin tax»); la revisione in senso più restrittivo del regime fiscale di esenzione degli utili previsto per le società cooperative a mutualità prevalente; l'introduzione di un'imposta di bollo sui trasferimenti di denaro all'estero, nella misura del 2 per cento dell'importo

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trasferito; la conferma degli incrementi delle accise sui carburanti già introdotte temporaneamente per far fronte a fenomeni emergenziali; l'attribuzione all'Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato della possibilità di incrementare l'accisa sui tabacchi lavorati e di incrementare il prelievo erariale unico sui giochi.
Sotto il secondo profilo, evidenzia innanzitutto l'intervento di armonizzazione al 20 per cento delle aliquote delle imposte dirette sulle rendite finanziarie, con esclusione dei titoli di Stato ed equiparati, ai quali continuerà ad applicarsi l'aliquota del 12,5 per cento: a tale riguardo, segnala come tale intervento anticipi l'attuazione di uno dei criteri direttivi di delega contenuti nell'articolo 2 del disegno di legge C. 4566, recante delega al Governo per la riforma del sistema fiscale.
Per quanto riguarda, invece, il rafforzamento della lotta all'evasione fiscale, le nuove misure: riducono ulteriormente l'uso del contante e dei titoli al portatore, limitando tale possibilità fino all'importo di 2.500 euro; incentivano ulteriormente la partecipazione dei comuni all'accertamento tributario; rivedono la disciplina delle società di comodo, al fine di inibire l'uso di tali veicoli societari volti all'occultamento di elementi di reddito; attenuano il segreto bancario, per consentire l'elaborazione, da parte dell'Amministrazione finanziaria, di liste selettive di contribuenti potenzialmente destinatari di verifiche fiscali; potenziano degli studi di settore; allargano i poteri di indagine attribuiti all'Amministrazione finanziaria; inaspriscono le sanzioni penali per i reati tributari.
In tale ambito, la Nota sottolinea, quindi, come una quota significativa delle maggiori entrate previste dalle recenti manovre finanziarie sarà determinato da un complessivo intervento di razionalizzazione delle agevolazioni fiscali ed assistenziali attualmente in vigore.
Tale intervento è previsto dalle deleghe che il disegno di legge C. 4566 propone di conferire al Governo in materia: questo intervento legislativo stabilisce, in particolare, che il Governo debba operare una separazione tra gli strumenti di sostegno di carattere fiscale e quelli di carattere socio-assistenziale in favore delle condizioni di bisogno, con l'obiettivo di realizzare un miglioramento dell'indebitamento netto non inferiore a 4 miliardi nel 2013 e a 20 miliardi di euro annui a decorrere dal 2014.
In materia sono inoltre intervenuti i commi 1-ter e 1-quater dell'articolo 40, del già citato decreto-legge n. 98, come modificati dal decreto-legge n. 138 del 2011, i quali hanno previsto che, qualora, entro il 30 settembre 2012, non saranno adottati i provvedimenti legislativi necessari per il predetto riordino, si debba operare una riduzione, del 5 per cento per il 2012, e del 20 per cento a decorrere dal 2013 dei regimi di esenzione, esclusione e favore fiscale che sono elencati in allegato al medesimo decreto-legge n. 98. In tal modo si è introdotta una clausola di salvaguardia che consentirà al Governo di realizzare un miglioramento dell'indebitamento netto pari a 4 miliardi nel 2012, a 16 miliardi nel 2013 e a 20 miliardi cumulati a decorrere dal 2014.
Sempre sotto il profilo dell'incremento delle entrate, segnala inoltre, tra le misure non aventi carattere tributario, l'introduzione della facoltà, per l'Amministrazione autonoma del Monopoli di Stato, di emanare disposizioni in materia di giochi pubblici per assicurare maggiori entrate, ad esempio attraverso l'introduzione di nuovi giochi o di nuove modalità di gioco, nonché la variazione della percentuale della raccolta destinata alle vincite, ovvero della percentuale del compenso per le attività di gestione.
Particolare rilevanza rivestono, inoltre, gli interventi di revisione della disciplina del Patto di stabilità interno disposti dai già citati decreti-legge n. 98 e n. 138 del 2011. In particolare, il primo provvedimento ha previsto, all'articolo 20, che, a decorrere dal 2012, il contributo alla manovra di finanza pubblica da parte delle regioni e degli enti locali è ripartito tra di essi mediante un meccanismo che intende premiare gli enti più virtuosi, attraverso una serie di parametri che riguardano: il

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percorso di convergenza tra costi e fabbisogni standard; il rispetto del Patto di stabilità; l'incidenza della spesa del personale sulla spesa corrente; il livello di autonomia finanziaria; l'equilibrio tra entrate e spese correnti; il tasso di copertura dei costi dei servizi a domanda individuale; il tasso di partecipazione all'azione di contrasto dell'evasione fiscale; il rapporto tra entrate correnti accertate ed entrate correnti riscosse; la dismissione di partecipazioni societarie.
Il decreto-legge n. 138 ha invece stabilito che il contributo degli enti territoriali rispetto agli obiettivi di riduzioni del fabbisogno e dell'indebitamento netto possa essere ridotto, nel 2012, in misura pari al maggior gettito derivante dall'aumento dell'addizionale IRES sulle imprese del settore energetico disposto dal medesimo decreto-legge.
La manovra finanziaria ha previsto inoltre misure, anche tributarie, volte al sostegno dello sviluppo, quali:
l'introduzione di un regime di tassazione agevolata e di sgravio contributivo per le somme erogate ai lavoratori dipendenti del settore privato correlate a incrementi di produttività o efficienza (articolo 26 del decreto-legge n 98);
la riduzione al 5 per cento dell'imposta sostitutiva dell'imposta sui redditi in favore dell'imprenditoria giovanile (articolo 27 del decreto-legge n. 98);
l'introduzione di un'esenzione fiscale sui proventi dei fondi comuni di investimento armonizzati UE (fondi per il Venture Capital) che investono almeno il 75 per cento dei capitali raccolti in società non quotate in fase di sperimentazione, costituzione, avvio dell'attività o sviluppo del prodotto (articolo 31 del decreto-legge n. 98).

La Nota evidenzia, quindi, come molte delle misure recate dagli ultimi interventi di finanza pubblica siano ispirate ed orientate dalle raccomandazioni di politica economica rivolte nel luglio scorso dal Consiglio europeo all'Italia nel quadro della procedura relativa al semestre europeo.
Tali raccomandazioni si concentravano, oltre che sull'esigenza prioritaria di consolidare le finanze pubbliche per assicurare la riduzione del rapporto deficit/PIL, su una serie di misure di politica economica volte a: ridurre la frammentazione del mercato del lavoro; riformare i contratti collettivi; assicurare maggiore corrispondenza tra salari e incrementi di produttività; liberalizzare il settore dei servizi; promuovere l'accesso delle PMI al mercato dei capitali; incoraggiare le forme di Venture Capital; potenziare i meccanismi di cofinanziamento nazionale ai fondi di coesione comunitari.
A tale proposito, meritano di essere richiamate:
le già citate previsioni concernenti il sostegno alle forme di Venture Capital, di cui all'articolo 31 del decreto-legge n. 98;
l'incentivazione fiscale delle quote di salario legate all'incremento della produttività, di cui al richiamato articolo 26 del decreto-legge n. 98;
gli interventi per la liberalizzazione dei servizi, delle professioni e delle attività economiche, previsti dall'articolo 29 del decreto-legge n. 98 e dagli articoli 3 e 6 del decreto-legge n. 138;
le misure a sostegno della contrattazione collettiva di prossimità, di cui all'articolo 8 del decreto-legge n. 138;
l'inasprimento delle sanzioni penali contro l'intermediazione illecita e lo sfruttamento del lavoro, di cui all'articolo 12 del predetto decreto-legge n. 138;
le misure per incentivare la dismissione, da parte degli enti territoriali, di partecipazioni in società esercenti servizi pubblici locali di rilevanza economica, previste dall'articolo 5 del decreto-legge n. 138;
le misure per potenziare i cofinanziamenti nazionali dei fondi comunitari a finalità strutturale, previsti dall'articolo 5-bis del decreto-legge n. 138.

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Si riserva, quindi, di formulare una proposta di parere all'esito del dibattito.

Gianfranco CONTE, presidente, ricorda che la Commissione dovrà concludere l'esame del documento entro la giornata di mercoledì 5 ottobre prossimo. Nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

Sull'ordine dei lavori.

Gianfranco CONTE, presidente, propone, concorde la Commissione, di procedere ad un'inversione nell'ordine dei lavori della seduta odierna, nel senso di procedere alla riunione dell'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, prima della riunione congiunta degli Uffici di Presidenza delle Commissioni VI e XII, prevista alle ore 14.

La seduta termina alle 12.45.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

Giovedì 29 settembre 2011.

L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 12.45 alle 12.55.