CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 27 settembre 2011
538.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Commissioni Riunite (I e II)
COMUNICATO
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SEDE REFERENTE

Martedì 27 settembre 2011. - Presidenza del presidente della I Commissione, Donato BRUNO. - Intervengono il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio Andrea Augello e il sottosegretario di Stato per la giustizia Giacomo Caliendo.

La seduta comincia alle 11.05.

Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell'illegalità nella pubblica amministrazione.
Testo base C. 4434 Governo, approvato dal Senato, C. 3380 Di Pietro, C. 3850 Ferranti, C. 4382 Giovanelli, C. 4501 Torrisi e C. 4516 Garavini.

(Seguito dell'esame e rinvio).

Le Commissioni proseguono l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta del 22 settembre 2011.

Donato BRUNO, presidente, ricorda che nelle sedute del 21 e 22 settembre 2011 le Commissioni hanno proceduto all'esame degli emendamenti riferiti agli articoli 1 e 2 del provvedimento e hanno approvato i seguenti emendamenti: 1.5 Lanzillotta, 1.50 delle relatrici, 1.4 (nuova formulazione) Mantini, 2.62. Lanzillotta e 2.060 (nuova formulazione) Lanzillotta.

Le Commissioni hanno inoltre convenuto sull'accantonamento dei seguenti emendamenti e articoli aggiuntivi: 01.1, 01.2 e 01.3 della relatrice per la II Commissione; 2.60 Lanzillotta, 2.16 e 2.18. Ferranti, 2.61 Lanzillotta e 2.03 Favia.
Preannuncia che la Conferenza dei presidenti di gruppo, prevista per le ore 12.30 di oggi, deciderà in ordine alla calendarizzazione del provvedimento in Aula.
Avverte, infine, che, per dar modo ai componenti delle Commissioni di ascoltare l'informativa urgente del Governo in Assemblea sull'evasione del boss Antonio Pelle dall'ospedale di Locri, i lavori delle Commissioni termineranno entro le 12.30.

Jole SANTELLI (PdL), relatore per la I Commissione, intervenendo preliminarmente con riguardo agli identici emendamenti Ferranti 2.20 e Favia 2.7 ed agli

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identici emendamenti Mantini 2.50, 2.1 della relatrice per la II Commissione e Lanzillotta 2.63, che propongono di sostituire l'attuale previsione di facoltà con quella di obbligatorietà e che sono stati ritirati, preannuncia che è sua intenzione, qualora gli emendamenti siano ripresentati nel corso dell'esame del provvedimento in Assemblea, proporre una riformulazione che consenta di superare i profili relativi alla copertura finanziaria. In particolare, la riformulazione potrebbe essere del seguente tenore: sostituire le parole «Le amministrazioni possono rendere» con le seguenti «Le amministrazioni che già dispongono di idonee risorse tecnologiche, e nei limiti degli stanziamenti di bilancio disponibili a legislazione vigente, rendono». Passando poi all'emendamento Lanzillotta 2.61, che era stato accantonato dalle Commissioni, propone la seguente riformulazione: «All'articolo 2, dopo il comma 2 inserire i seguenti: 2-bis. Le disposizioni di cui ai commi 1 e 2 si applicano anche ai procedimenti realizzati in deroga alle procedure ordinarie, ad eccezione di quelli affidati a soggetti che non dispongono di siti istituzionali. 2-ter. Le informazioni pubblicizzate ai sensi dei commi 1 e 2 sono trasmesse in via telematica alla Commissione per la valutazione, la trasparenza e l'integrità delle amministrazioni pubbliche, di cui all'articolo 13 del decreto legislativo 27 ottobre 2009, n. 150».
In tale modo si farebbe un'eccezione solo per i comuni di piccolissime dimensioni e per i commissari di luoghi specifici che non dispongono effettivamente di siti internet e non potrebbero dotarsene. Il comma 2-ter consente invece di rendere cogente la trasmissione anche alla CIVIT di informazioni.

Linda LANZILLOTTA (Misto-ApI) non concorda sulla possibilità di consentire deroghe all'obbligo di fornire determinati elementi di pubblicità e di dotarsi di siti istituzionali, previsto anche dal Codice dell'amministrazione digitale. Allo stesso modo, è fortemente contraria alle deroghe, previste in favore dei piccoli comuni, rispetto alle ordinarie procedure per l'affidamento di contratti pubblici. Come evidenziato anche dall'ANCE si tratta, infatti, di un ampio spettro di opere pubbliche che così sfuggono alle ordinarie procedure sugli appalti, sottraendo alla necessaria trasparenza un'area vasta di opere pubbliche.
Per quanto riguarda la riformulazione per l'Assemblea preannunciata dalla relatrice Santelli con riguardo al proprio emendamento 2.63 ed agli altri di tenore analogo, riterrebbe più opportuno rendere cogente l'obbligo con la specificazione «senza aggravio dei costi». In tale modo sarebbe previsto l'obbligo di dotarsi delle prescritte innovazioni tecnologiche, invitando i comuni ad assumere tutte le opportune iniziative per dotarsene. Diversamente, vi è il rischio di un circolo vizioso per cui i comuni non assumono interventi per dotarsi delle innovazioni tecnologiche perché diviene più conveniente per loro.

Il sottosegretario Andrea AUGELLO esprime parere favorevole sulla riformulazione dell'emendamento Lanzillotta 2.61, testè proposta dalla relatrice per la I Commissione, che consente a suo avviso di superare possibili rilievi da parte della Commissione Bilancio. Ricorda che il provvedimento in esame già prevede espressamente che tutte le proprie disposizioni debbano essere a costi invariati. Il rischio, tuttavia, è che l'accoglimento dell'emendamento Lanzillotta 2.61 senza una riformulazione induca la Commissione Bilancio ad esprimere parere contrario, analogamente a quanto già avvenuto presso il Senato.
Sottolinea, peraltro, come i casi eccezionali previsti dalla riformulazione della relatrice Santelli siano in realtà molto limitati e riguardino realtà specifiche, quali i comuni di piccole dimensioni ed i commissari che non dispongono di siti istituzionali. La formulazione proposta prevede, infatti, che tutti i soggetti debbano adempiere alle prescrizioni della

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legge e la specificazione successiva è unicamente volta a mettere la norma al riparo da eventuali «scoperture».

Manlio CONTENTO (PdL), tenuto conto dei chiarimenti forniti dal sottosegretario Augello, preannuncia il voto favorevole sull'emendamento Lanzillotta 2.61, qualora riformulato come suggerito dalla relatrice Santelli.

Pierguido VANALLI (LNP) concorda con quanto evidenziato dalla collega Lanzillotta nella prima parte del proprio intervento, quando ha sottolineato come sia singolare la formulazione proposta che sembra quasi consentire ai comuni di non fare nulla per dotarsi di un sito. Non condivide invece l'affermazione della collega Lanzillotta nella parte in cui si dice fortemente contraria alle deroghe, previste in favore dei piccoli comuni, rispetto alle ordinarie procedure per l'affidamento di contratti pubblici.

Linda LANZILLOTTA (Misto-ApI) chiede alla relatrice Santelli ed al rappresentante del Governo di svolgere un'ulteriore riflessione in merito al proprio emendamento 2.61. Si potrebbero, in particolare, valutare altre soluzioni, quale ad esempio prevedere che un soggetto, ove sia sprovvisto di un sito istituzionale, si avvalga di quello del comune vicino, o una formulazione analoga.
Invita, al contempo, il Governo ad avere un approccio diverso presso la Commissione Bilancio, abbandonando una logica meramente «contabile» e ricercando le soluzioni che, anche sul piano della copertura finanziaria dei provvedimenti, consentano di addivenire alla più razionale soluzione dei problemi. Diversamente si blocca, di fatto, l'innovazione tecnologica. Ritiene che anche la maggioranza dovrebbe opporsi a questo modo di valutare gli oneri finanziari di una legge.

Angela NAPOLI (FLpTP), relatore per la II Commissione, esprime anch'essa perplessità sulla formulazione proposta dalla relatrice per la I Commissione con riguardo al capoverso 2-bis. Prende atto di quanto evidenziato dal rappresentante del Governo con riferimento alle valutazioni che potrebbero esservi presso la V Commissione Bilancio e prospetta dunque la possibilità di prevedere, accanto all'obbligo in questione, che i comuni che non dispongano di un proprio sito istituzionale si inseriscano in rete. In questo modo si renderebbe di fatto obbligatoria l'unione di comuni anche con riguardo a questi servizi e si potrebbero forse superare eventuali rilievi di carattere finanziario, valorizzando al contempo le previsioni recate dall'ultima manovra economica.

Donatella FERRANTI (PD) concorda con gli interventi critici finora svolti evidenziando come la riformulazione proposta crei ulteriori sbarramenti rispetto agli obblighi di trasparenza e di pubblicità. Ritiene, infatti, che l'esonero attualmente previsto per alcuni soggetti potrebbe essere rivisto individuando un'altra formulazione. La riformulazione proposta crea invece, di fatto, una deroga della deroga; al contempo, il capoverso 2-ter proposto dalla relatrice appare a suo avviso ingiustificato, pur comprendendo le preoccupazioni che sono alla base.
Ritiene quindi che le leggi che il Parlamento approva non debbano solo fotografare situazioni esistenti ma dare un impulso sinergico alle amministrazioni per superare situazioni finora non risolte.
Preannuncia poi, ai fini della successiva discussione in Assemblea, una valutazione non favorevole rispetto alla riformulazione che la relatrice intende proporre con riguardo all'emendamento Lanzillotta 2.63, non condividendo la doppia clausola di salvaguardia che si viene a creare e che non costituisce di fatto un incentivo. Ciò oltretutto in contrasto rispetto alle politiche di modernizzazione ed informatizzazione che il Governo dice di voler assumere come obiettivo fondamentale del proprio programma.

Mario TASSONE (UdCpTP) comprende le questioni poste in ordine alla copertura finanziaria del provvedimento in esame

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ma ritiene che la relatrice ed il Governo non possano non rendersi conto che la riformulazione proposta lascia una serie di soggetti fuori dall'applicazione di una norma che invece è cogente per tutti gli altri. È come se, nel contrasto alla corruzione, si lasciasse qualcosa in sospeso.
Il suo auspicio è dunque quello di uno sforzo in più, richiamando ad esempio quanto proposto dalla relatrice Napoli.

Donato BRUNO, presidente, considerato che la riformulazione proposta dalla relatrice Santelli con riguardo all'emendamento Lanzillotta 2.61 non è stata accolta dalla proponente ricorda che le Commissioni avevano deliberato di accantonare tale emendamento. Occorre quindi decidere in questa fase se passare alla votazione della proposta emendativa o se mantenerla ancora accantonata.

Il sottosegretario Andrea AUGELLO fa presente come le posizioni sull'emendamento Lanzillotta 2.61 e sulle possibili riformulazioni non siano così distanti. L'intenzione di tutti è quella di individuare una formulazione condivisa che possa poi essere valutata favorevolmente dalla Commissione Bilancio. Ricorda come in tale sede, pur essendoci il parere del rappresentante del Governo, sia poi la Commissione stessa a deliberare il parere da adottare, valutando se vi siano o meno oneri finanziari non coperti.
Ritiene, quindi, opportuno mantenere l'accantonamento dell'emendamento Lanzillotta 2.61, invitando tutti i colleghi ad individuare una possibile formulazione che si basi sul principio di fondo di creare obblighi cogenti per una maggiore informatizzazione e pubblicità delle informazioni.

Linda LANZILLOTTA (Misto-ApI) apprezza la disponibilità manifestata e la ricerca di punti di sintesi. Auspica, peraltro, che il Governo possa rappresentare presso la Commissione Bilancio le diverse argomentazioni emerse nel dibattito, così da consentire alla Commissione di mutare l'impostazione seguita al Senato ed esprimersi favorevolmente sul testo in questione.

Donato BRUNO, presidente, non essendovi obiezioni, fa presente che l'emendamento Lanzillotta 2.61 si intende quindi ancora accantonato dalle Commissioni.

Jole SANTELLI (PdL), relatore per la I Commissione, esprime parere contrario sull'articolo aggiuntivo 2.01 del relatore per la II Commissione.

Il sottosegretario Andrea AUGELLO esprime parere conforme a quello del relatore per la I Commissione.

Il sottosegretario Giacomo CALIENDO invita l'onorevole Angela Napoli a ritirare il suo articolo aggiuntivo 2.01 il quale, pur avendo una rubrica riferita agli incarichi extragiudiziari dei magistrati, in realtà nel testo prevede una disciplina specifica sui compensi per gli incarichi extraistituzionali. Ritiene inoltre che la soluzione ivi prevista presenti dubbi di costituzionalità, essendosi la Corte Costituzionale già pronunciata in senso negativo su una normativa analoga.

Angela NAPOLI (FLpTP), relatore per la II Commissione, ritiene di non potere accogliere l'invito al ritiro, giacché l'articolo aggiuntivo 2.01 rappresenta l'espressione dell'esigenza, molto sentita e diffusa, di intervenire su un tema fondamentale. Si tratta, segnatamente, dell'esigenza di porre un freno al conferimento di incarichi a magistrati presso enti ed istituzioni che, in tal modo, proprio tramite la presenza di magistrati, ritengono di poter ottenere qualche forma di sostanziale copertura o immunità. Per questo motivo l'articolo aggiuntivo in questione è strettamente connesso al tema della lotta contro la corruzione.

Linda LANZILLOTTA (Misto-ApI) ritiene che i dubbi di costituzionalità sollevati dal Sottosegretario Caliendo siano insussistenti, sottolineando come la Corte costituzionale si sia pronunciata su fattispecie

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normative affatto diverse da quella contenuta nell'articolo aggiuntivo 2.01. Evidenzia come la proposta emendativa abbia il pregio di affrontare un problema reale, rappresentato dall'eccessiva presenza di magistrati in organismi ed enti di varia natura e, quindi, dall'esistenza di un privilegio non giustificabile e non sostenibile.

Mario TASSONE (UdCpTP) dichiara di non comprendere le ragioni dell'invito al ritiro dell'articolo aggiuntivo 2.01, soprattutto in quanto proveniente da un sottosegretario di Stato alla giustizia, che dovrebbe avere ben presente come il tema in discussione, riguardando sostanzialmente una forma di sottrazione di magistrati allo svolgimento delle loro tipiche funzioni, aggravi la situazione di carenza di organico nella magistratura.

Oriano GIOVANELLI (PD) sottolinea come la proposta di legge abbinata C. 4382, della quale è primo firmatario, affronti in modo più diffuso ed articolato il tema introdotto dall'emendamento 2.01 del relatore per la II Commissione. Rileva, inoltre, come vi siano ulteriori proposte emendative del PD sullo stesso tema, ritenendo che l'articolo aggiuntivo 2.01 debba essere accantonato ed esaminato congiuntamente a queste ultime, preannunciando altrimenti il voto di astensione del proprio gruppo.

Nicola MOLTENI (LNP) dichiara che il gruppo della Lega condivide la ratio dell'articolo aggiuntivo 2.01, ritenendo peraltro necessaria una riformulazione più idonea dello stesso.

Il sottosegretario Giacomo CALIENDO dichiara la propria contrarietà all'esclusione delle indennità per gli incarichi extraistituzionali e la propria disponibilità a discutere sulla disciplina ritenuta più idonea per gli incarichi extragiudiziari. Ritiene peraltro evidente che non sia opportuno togliere tutti i magistrati dai ministeri a quali sono assegnati, per farli sostituire da personale con diverse esperienze e capacità.

Angela NAPOLI (FLpTP), relatore per la II Commissione, ribadisce di non accogliere l'invito al ritiro del proprio articolo aggiuntivo 2.01. Evidenzia quindi la contraddittorietà del comportamento del Governo che, da un lato, dichiara, anche in risposta ai numerosi atti di sindacato ispettivo in materia, la propria disponibilità ad affrontare e risolvere la questione della carenza di organico negli uffici giudiziari e, dall'altro, non fa nulla per limitare uno dei più evidenti fenomeni di distrazione di magistrati dalle tipiche funzioni giurisdizionali.

Manlio CONTENTO (PdL) pur condividendone sostanzialmente il principio, ritiene che la formulazione dell'articolo aggiuntivo 2.01 non sia chiara. Esprime forti perplessità, in particolare, sulla disciplina prevista dal comma 3. Sottolinea come la questione, estremamente delicata, debba essere necessariamente affrontata, stabilendo preliminarmente e con chiarezza se si voglia o meno che i magistrati svolgano altri incarichi. Dichiara quindi di non potere votare a favore di una proposta emendativa che, per come formulata, non solo non risolve il problema, grave ed urgente, ma addirittura lo complica.

Luca Rodolfo PAOLINI (LNP) preannuncia il proprio voto contrario sull'articolo aggiuntivo 2.01 per le stesse ragioni illustrate dall'onorevole Contento. Ritiene rispondente al vero che taluni enti o istituzioni cooptino al loro interno dei magistrati al fine di ottenerne vantaggi anche nei termini descritti dall'onorevole Angela Napoli.

Jole SANTELLI (PdL), relatore per la I Commissione, precisa come la propria opinione personale vada ben oltre la disciplina dell'articolo aggiuntivo 2.01, poiché a suo giudizio dovrebbe essere vietato ai magistrati lo svolgimento di qualsiasi incarico extragiudiziario o extraistituzionale. Tuttavia, ritiene che la trattazione di questo

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tema all'interno del provvedimento in esame non sia opportuna giacché potrebbe creare un contrasto con la lobby dei magistrati. Ciò che, prevedibilmente, condurrebbe all'affossamento del provvedimento medesimo.

Roberto GIACHETTI (PD) ritiene che le affermazioni dell'onorevole Santelli non siano né corrette né condivisibili.

Linda LANZILLOTTA (Misto-ApI) osserva come invece questo provvedimento, anche considerando l'ampia condivisione del principio alla base dell'articolo aggiuntivo 2.01, possa rappresentare un'utile occasione per riformare anche alcuni aspetti della giustizia.

Donatella FERRANTI (PD) ritiene che si debbano evitare affermazioni generiche e demagogiche. Sottolinea come le sembri assolutamente opportuna ed adeguata l'introduzione nel provvedimento in esame di una norma che eviti il cumulo ingiustificato dei compensi ricevuti dai magistrati. Tuttavia, la formulazione dell'articolo aggiuntivo 2.01 non appare convincente per cui, condividendo le osservazioni del collega Giovanelli, preannuncia il proprio voto di astensione.

Mario TASSONE (UdCpTP) ritiene che i gruppi debbano esprimere con chiarezza la propria posizione in merito al principio espresso dall'articolo aggiuntivo 2.01 del relatore per la II Commissione. Precisa quindi come il proprio gruppo condivida tale principio.

Salvatore VASSALLO (PD) sottolinea come il tema in questione sia uno dei temi cruciali nella discussione del provvedimento in esame, in ordine al quale anche la magistratura amministrativa dimostra particolare sensibilità, chiedendo maggiore trasparenza sull'attribuzione degli incarichi extragiudiziari e sul cumulo degli incarichi. Prende atto della disponibilità al confronto manifestata da alcune componenti della maggioranza. Dal punto di vista tecnico ritiene che, per intervenire correttamente sul tema in questione, occorra apportare delle modifiche all'articolo 54 del decreto legislativo n. 165 del 2001.

Giancarlo LEHNER (PT) ricorda come, per quanto a lui risulti, nel periodo di tangentopoli non vi sia stato alcun caso di magistrato collaudatore di opere pubbliche che sia stato coinvolto in inchieste giudiziarie. Questo, a suo avviso, dimostra come i magistrati cooptati da enti o organismi non siano in grado di salvare questi ultimi ma solo se stessi.

Le Commissioni, con distinte votazioni, respingono gli articoli aggiuntivi 2.01 del relatore per la II Commissione e Ferranti 2.010, 2.011 e 2.012.

Donato BRUNO, presidente, avverte che le Commissioni passano ora all'esame degli emendamenti e articoli aggiuntivi riferiti all'articolo 3. Invita quindi le relatrici e il Governo ad esprimere il parere sulle proposte emendative.

Jole SANTELLI (PdL), relatore per la I Commissione, esprime parere contrario sugli emendamenti Melis 3.15, Ferranti 3.16 e 3.17, Lanzillotta 3.1, Ferranti 3.18 e Vassallo 3.2. Esprime parere favorevole sull'emendamento Ferranti 3.19, invitando tuttavia la relatrice a riformularlo come emendamento all'articolo 4. Esprime infine parere contrario sull'articolo aggiuntivo Ferranti 3.01.

Il sottosegretario Andrea AUGELLO esprime parere conforme.

Guido MELIS (PD), nell'illustrare il suo emendamento 3.15, ricorda che negli ultimi decenni si è venuto costituendo nella pubblica amministrazione un sistema di apparati paralleli a quelli tradizionali: mentre però i componenti di questi ultimi sono assoggettati a codici di comportamento consolidati, per i primi non c'è al momento nessuna regolamentazione. In questa prospettiva, l'emendamento in esame intende stabilire alcuni punti fermi per il personale degli uffici di diretta

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collaborazione, sancendo innanzitutto la temporaneità degli incarichi e le incompatibilità. A suo avviso, l'introduzione di regole di questo genere è indispensabile per arginare alcuni comportamenti corruttivi.

Oriano GIOVANELLI (PD) ritiene che disposizioni come quella prevista dall'emendamento Melis 3.15, del quale è cofirmatario, siano indispensabili per contrastare quella nuova conformazione del fenomeno corruttivo affermatasi negli ultimi anni con la costituzione delle cosiddette «cricche», la cui nascita è stata favorita dalla mancanza di controllo e di trasparenza nelle nomine governative e la cui forza è stata accresciuta, per esempio, dal potere di emanare ordinanze civili in deroga alle leggi e ai regolamenti o di ricorrere alla segretazione delle procedure di affidamento di appalti di opere pubbliche.

Luca Rodolfo PAOLINI (LNP) rileva che l'emendamento Melis 3.15, nel momento in cui vieta al personale chiamato negli uffici di diretta collaborazione di esercitare l'industria o l'artigianato o di svolgere attività professionale, discrimina di fatto tra lavoratori dipendenti pubblici e lavoratori autonomi: questi ultimi, infatti, non potrebbero accettare l'incarico di diretta collaborazione perché non avrebbero garanzia di poter rientrare nel mercato dopo la cessazione dello stesso. Quel che serve, a suo avviso, non è un regime di incompatibilità, ma una maggiore trasparenza sulle nomine e sui titolari degli incarichi.

Pierluigi MANTINI (UdCpTP) condivide l'intervento del deputato Giovanelli, ritenendo che fenomeni come l'abuso del potere di segretazione delle procedure di appalto o il ricorso smodato alla qualificazione di un'opera come «grande evento» debbano essere contrastati in quanto riducono la trasparenza dell'operato della pubblica amministrazione e favoriscono quindi la corruzione.
Osserva poi che la possibilità di conferimento di incarichi amministrativi a figure esterne agli organici della pubblica amministrazione deve essere oggi rivista sia perché l'attribuzione di funzioni amministrative a persone estranee all'amministrazione e portatrici quindi di interessi privati genera una commistione tra amministratori e amministrati nociva per l'interesse pubblico, sia perché, in tempi come questi di ristrettezze di bilancio e di austerità, occorre più che mai che la pubblica amministrazione faccia affidamento sulle proprie risorse interne, tagliando le spese per consulenze e per incarichi dirigenziali affidati in modo diretto. In ogni caso, il problema sollevato da emendamenti come quello in esame deve, a suo avviso, essere affrontato in questa sede, a meno di voler arrivare a una legge manifesto, priva di efficacia.

Linda LANZILLOTTA (Misto-ApI) ritiene che l'emendamento Melis 3.15 ponga un problema fondato - quello di evitare che il reclutamento di professionalità sul mercato divenga un fattore di distorsione nell'espletazione delle funzioni pubbliche amministrative - ma che così formulato non sia sufficiente per combattere la corruzione nella pubblica amministrazione. È infatti essenziale, a suo parere, per contrastare fenomeni corruttivi, conoscere i criteri e le valutazioni in base ai quali sono scelti, per esempio, i direttori generali delle aziende sanitarie locali o gli amministratori delle società controllate dagli enti locali, che spesso gestiscono interessi pubblici fondamentali. A questo riguardo, invita il Governo a riferire sullo stato di attuazione delle norme volute dal ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione per assicurare la trasparenza delle procedure di selezione dei dirigenti pubblici.

Il sottosegretario Andrea AUGELLO ricorda che la corruzione nella pubblica amministrazione non è un fenomeno recente e che la possibilità di assumere, a tempo determinato, dirigenti esterni alla pubblica amministrazione riscosse, al momento

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della sua introduzione, un generale consenso. A suo avviso, più che mettere in discussione questa possibilità, occorre oggi intervenire su quei comparti della pubblica amministrazione nei quali il meccanismo ha portato con una certa frequenza a degenerazioni corruttive: uno di questi settori potrebbe essere quello della sanità. Per risolvere il problema non basta però una norma di principio: è necessario un complessivo ripensamento dell'organizzazione amministrativa di quei settori. Per questa ragione, il parere del Governo non può che essere contrario su disposizioni come quella prevista dall'emendamento Melis 3.15, che, tra l'altro, modifica una disciplina che il Governo ha già rivisto di recente, con il decreto legislativo 1o agosto 2011, n. 141.

Le Commissioni, con distinte votazioni, respingono gli emendamenti Melis 3.15 e Ferranti 3.16

Donatella FERRANTI (PD) illustra il suo emendamento 3.17, il quale dispone che i compensi eventualmente percepiti sulla base di contratti nulli ai sensi del comma 2 dell'articolo 2 devono essere restituiti.

Jole SANTELLI (PdL), relatore per la I Commissione, chiarisce che sull'emendamento Ferranti 3.17 il parere è contrario in quanto è implicito, in base all'ordinamento, che dalla nullità del contratto derivi l'obbligo di restituzione di eventuali compensi percepiti sulla base del contratto stesso.

Le Commissioni respingono l'emendamento Ferranti 3.17.

Linda LANZILLOTTA (Misto-ApI) chiarisce che il suo emendamento 3.1, soppressivo del comma 3 dell'articolo 2, è volto a evitare che l'applicazione della disposizione di cui al comma 2 del medesimo articolo sia di fatto rinviata di anni: escludere infatti dall'applicazione della norma i contratti già sottoscritti alla data di entrata in vigore della legge equivale a non applicare la disposizione per molto tempo, dal momento che ci vorranno anni prima che si stipulino nuovi contratti. Invita pertanto il Governo e le relatrici a studiare eventualmente un regime transitorio, non lasciando però fuori dall'applicazione della norma i contratti già stipulati perché questo vanificherebbe l'intervento nell'immediato.

Donatella FERRANTI (PD) condivide le considerazioni della deputata Lanzillotta e ricorda che il suo emendamento 3.18 si muove nella stessa direzione dell'emendamento 3.1 della collega. Si dichiara peraltro disponibile a ritirare l'emendamento 3.18, che è più che altro provocatorio, ma invita il Governo e le relatrici ad affrontare il problema.

Jole SANTELLI (PdL), relatore per la I Commissione, rileva che disporre la retroattività della causa di nullità dei contratti stabilita dall'articolo 2, comma 2, è, a suo giudizio, eccessivo. Dichiara, peraltro, che le relatrici stanno verificando con il Governo la possibilità di introdurre un regime transitorio per non differire troppo l'attuazione della norma.

Le Commissioni respingono l'emendamento Lanzillotta 3.1.

Donatella FERRANTI (PD) ritira il suo emendamento 3.18.

Salvatore VASSALLO (PD), nel ritirare il suo emendamento 3.2 in quanto esso, per una svista, reca, alla lettera g), una disposizione che non era sua intenzione proporre, ne illustra il senso complessivo, riservandosi di ripresentarlo in Assemblea. L'emendamento tende in primo luogo a ricondurre alla fonte di legge la disciplina in materia di conferimento di incarichi extragiudiziali ai magistrati, inserendola ai commi 3 e 4 dell'articolo 53 del testo unico delle norme sull'ordinamento del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche, di cui al decreto legislativo n. 165 del 2001. Gli attuali commi 3 e 4 dell'articolo 53, infatti, demandano la disciplina

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di questa materia alla fonte regolamentare, il che però suscita dubbi sotto il profilo della costituzionalità: infatti gli articoli 100 e 108 della Costituzione riservano alla fonte di legge le garanzie dell'indipendenza dei magistrati e non c'è dubbio che gli incarichi extragiudiziali ai magistrati siano un problema di indipendenza dal momento che generano una equivoca commistione tra controllori e controllati. In secondo luogo, l'emendamento detta una disciplina di merito in materia di conferimento degli incarichi, in particolare escludendo la possibilità che il conferimento dell'incarico non comporti il collocamento in aspettativa o fuori ruolo, con la conseguenza che il magistrato continua a percepire la retribuzione per funzioni che non svolge.

Roberto GIACHETTI (PD) chiede alle relatrici un chiarimento riguardo alla richiesta di riformulazione dell'emendamento Ferranti 3.19. Fa presente, infatti, che il testo dell'emendamento riproduce la disposizione dell'articolo 4 e nel contempo sopprime quest'ultimo, di modo che non si vede la ragione di riformularlo.

Donato BRUNO, presidente, fa presente che si tratta soltanto di una questione tecnica: l'emendamento 3.19 mantiene infatti inalterata la disposizione di cui all'articolo 4, ma la inserisce nell'articolo 54 del testo unico delle norme sull'ordinamento del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche, di cui al decreto legislativo n. 165 del 2001, il che è giusto sotto il profilo delle regole di redazione dei testi normativi. È pertanto più corretto che l'emendamento sia riferito all'articolo 4, che del resto viene da esso soppresso, più che all'articolo 3, che non tratta della stessa materia.

Donatella FERRANTI (PD) accetta di riformulare il suo emendamento 3.19 per riferirlo all'articolo 4.

Donato BRUNO, presidente, avverte che l'emendamento della deputata Ferranti sarà esaminato insieme con gli emendamenti all'articolo 4.

Le Commissioni respingono l'articolo aggiuntivo Ferranti 3.01.

Donato BRUNO, presidente, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 12.35.