CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 21 settembre 2011
536.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Lavoro pubblico e privato (XI)
COMUNICATO
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INDAGINE CONOSCITIVA

Mercoledì 21 settembre 2011. - Presidenza del presidente Silvano MOFFA.

La seduta comincia alle 14.10.

Indagine conoscitiva sul mercato del lavoro tra dinamiche di accesso e fattori di sviluppo.
Audizione di rappresentanti dell'Associazione nazionale delle agenzie per il lavoro (ASSOLAVORO).
(Svolgimento e conclusione).

Silvano MOFFA, presidente, avverte che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata, oltre che attraverso l'attivazione dell'impianto audiovisivo a circuito chiuso, anche mediante la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati.
Introduce quindi l'audizione, avvertendo che i rappresentanti di ASSOLAVORO hanno consegnato una documentazione concernente l'oggetto dell'indagine, di cui autorizza la pubblicazione in allegato al resoconto stenografico della seduta odierna.

Stefano SCABBIO, vicepresidente di ASSOLAVORO, svolge una relazione sui temi oggetto dell'indagine conoscitiva.

Intervengono, per porre quesiti e formulare osservazioni, i deputati Massimiliano FEDRIGA (LNP), Marialuisa GNECCHI (PD), Giuliano CAZZOLA (PdL), Luigi BOBBA (PD), Cesare DAMIANO (PD) e Silvano MOFFA, presidente.

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Stefano SCABBIO, vicepresidente di ASSOLAVORO, fornisce precisazioni rispetto ai quesiti posti.

Dopo ulteriori interventi dei deputati Massimiliano FEDRIGA (LNP), Giuliano CAZZOLA (PdL) e Nedo Lorenzo POLI (UdCpTP), rendono, quindi, considerazioni integrative Stefano SCABBIO, vicepresidente di ASSOLAVORO, a più riprese, Michele AMOROSO, vicepresidente di ASSOLAVORO, e Agostino DI MAIO, direttore di ASSOLAVORO, a più riprese.

Silvano MOFFA, presidente, ringrazia gli intervenuti per il contributo fornito e dichiara conclusa l'audizione.

La seduta termina alle 15.05.

N.B.: Il resoconto stenografico della seduta è pubblicato in un fascicolo a parte.

ATTI DEL GOVERNO

Mercoledì 21 settembre 2011. - Presidenza del presidente Silvano MOFFA.

La seduta comincia alle 15.05.

Schema di decreto del Presidente della Repubblica recante il regolamento per la disciplina del reclutamento delle risorse umane da parte dell'Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie.
Atto n. 398.
(Seguito dell'esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame dello schema di decreto in titolo, rinviato nella seduta di ieri.

Silvano MOFFA, presidente, avverte che sono appena pervenuti i rilievi sulle conseguenze di carattere finanziario del provvedimento, formulati dalla V Commissione (Bilancio): chiede, pertanto, al relatore di proporre alla Commissione le modalità di prosecuzione dell'esame dello schema di decreto in titolo.

Antonino FOTI (PdL), relatore, considerata l'esigenza di approfondire i rilievi trasmessi dalla V Commissione e valutare con la massima attenzione le questioni emerse nella seduta di ieri, prospetta l'opportunità di rinviare alla prossima settimana il seguito dell'esame del provvedimento in titolo, ferma restando la possibilità - per i deputati eventualmente interessati - di svolgere i propri interventi di carattere generale nel corso della corrente seduta.

Antonio BOCCUZZI (PD) dichiara di concordare con la proposta formulata dal relatore, atteso anche che - una volta svolti gli opportuni approfondimenti - la Commissione potrebbe concludere l'esame del provvedimento in titolo, con la votazione del relativo parere, nel corso della prossima settimana.

Silvano MOFFA, presidente, preso atto che non vi sono ulteriori richieste di intervento, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 15.10.

SEDE CONSULTIVA

Mercoledì 21 settembre 2011. - Presidenza del presidente Silvano MOFFA.

La seduta comincia alle 15.10.

Modifiche agli articoli 41, 97 e 118, comma quarto, della Costituzione.
C. 4144 Cost. Governo e abb.

(Parere alla I Commissione).
(Esame e rinvio).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento in titolo.

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Giuliano CAZZOLA (PdL), relatore, osserva che la Commissione è chiamata ad esprimere il parere alla I Commissione sul disegno di legge costituzionale n. 4144 - recante modifiche agli articoli 41, 97 e 118 della Costituzione - al quale sono state abbinate diverse proposte di legge costituzionale di iniziativa parlamentare. Fa presente, innanzitutto, che il provvedimento in esame, adottato come testo base nella seduta del 15 settembre 2011, al momento, non è stato sottoposto a modifiche in sede referente: la Commissione è così chiamata ad iniziare l'esame di competenza sul testo originario del Governo, salvo valutare l'opportunità di esprimere il proprio parere una volta recepito il testo come risultante dall'esame degli emendamenti, previsto in data odierna.
Secondo quanto evidenziato nella relazione illustrativa, segnala che il presente disegno di legge, ponendosi nell'ambito dell'indirizzo culturale e normativo tracciato dal diritto comunitario del pieno dispiegarsi della libertà economica privata, propone modifiche alla Carta costituzionale al fine di valorizzare i princìpi sociali e liberali che sono a fondamento della responsabilità economica, in tal modo favorendo la realizzazione di condizioni giuridico-istituzionali adeguate ad un contesto produttivo globalizzato e profondamente cambiato negli ultimi anni. Fa notare che l'intervento di revisione costituzionale in esame intende, in primo luogo, eliminare le incertezze e le contraddizioni presenti nell'attuale formulazione dell'articolo 41, offrendo una garanzia costituzionale di libertà non soltanto alla fase iniziale di scelta dell'attività, ma anche ai successivi momenti del suo svolgimento, comprendendo l'intera attività economica, sulla quale andrebbero applicate preferibilmente misure di controllo successive, considerato che, in base al nuovo articolo 41, sarebbe permesso tutto ciò che non è espressamente vietato dalla legge. Ritiene, pertanto, che proporre una revisione dell'articolo 41 sia importante per due ordini di motivi: il primo è legato al momento in cui la proposta è effettuata; il secondo si iscrive, invece, nel più antico e ampio dibattito che ha avuto, nel tempo, come oggetto la problematica della revisione del dettato costituzionale.
Passando a chiarire brevemente le sue considerazioni, fa presente che un ampliamento, in via di principio, degli spazi di libertà economica (pur nella rigorosa salvaguardia dei limiti invalicabili di cui al comma 2 dell'articolo, che non verrebbe modificato) può mandare un segnale forte e positivo nel contesto di un congiuntura di crisi internazionale che deve essere affrontata mediante una maggiore capacità competitiva del nostro sistema produttivo. Da questo angolo di visuale, ritiene che - se una critica si può fare al testo proposto - esso sia carente di quell'afflato globale in cui si muove ormai l'economia e tende soltanto - in modo che giudica sicuramente necessario, ma non sufficiente - a stabilire nuovi rapporti più dinamici e meno oppressivi tra l'attività economica e la pubblica amministrazione (ciò sia nell'ambito del nuovo testo dell'articolo 41, sia nel collegamento con il testo proposto per l'articolo 97). Giudica singolare, ad esempio, che non vi sia alcun riferimento al principio della «libera concorrenza», che è ormai un caposaldo della stessa Unione europea. Quanto poi ad un secondo ordine di motivi di opportunità, ritiene che, con la proposta di riscrivere l'articolo 41, si sia infranto un «tabù» che, a suo avviso, era ingiustificato: quello della immodificabilità della Prima Parte della Costituzione, fino a ricomprendere anche, al Titolo III, la Sezione dei Rapporti economici, (dall'articolo 35 all'articolo 47), benché sia evidente che talune delle norme e degli istituti giuridici che vi sono contenuti sembrano assolutamente datati, tanto da risultare da sempre non attuati per una comprovata desuetudine. Osserva che, salvo esigue minoranze, nessuna forza politica si riconoscerebbe adesso in disposizioni che magari nell'Assemblea costituente vollero rivendicare e patrocinare. In tal senso, ritiene condivisibile la soppressione del terzo comma del citato articolo 41, il quale recita, infatti, «la legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l'attività economica pubblica e privata

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possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali». Stanno in questo comma - a suo giudizio - le radici di quella propensione dirigistica dell'economia che ha svolto un ruolo non positivo nel corso della storia recente del Paese e che è sempre in agguato, anche in diverse forze politiche. Fa presente, peraltro, che la medesima cultura dirigistico-statalista ricompare subito dopo, all'articolo 42, dove si afferma che la proprietà è pubblica o privata e che i beni economici appartengono «allo Stato, ad enti o a privati».
Rileva, altresì, che le ulteriori modifiche costituzionali previste si pongono in stretta connessione con la modifica dell'articolo 41, dal momento che il buon funzionamento della pubblica amministrazione (a cui mira la modifica dell'articolo 97), al servizio delle libertà dei cittadini e del bene comune, costituisce sicuramente un fattore di competitività per i privati, mentre il rafforzamento del principio di sussidiarietà orizzontale (introdotto con la modifica dell'articolo 118) legittima l'intervento pubblico solo qualora la stessa cittadinanza non possa efficacemente provvedere alla realizzazione degli interessi generali: si garantisce in tal modo all'autonoma iniziativa dei privati e della società civile uno spazio di azione che rappresenta un limite di intervento ai poteri pubblici.
Per quanto concerne i profili di più diretto interesse della Commissione, ritiene che assuma particolare rilievo la modifica del terzo comma dell'articolo 97, proposta dal disegno di legge in esame, laddove si prevede - dopo il principio di accesso agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni mediante concorso pubblico - l'aggiunta di un ultimo periodo, in base al quale la carriera dei pubblici impiegati è regolata in modo da valorizzarne la capacità e il merito. Fa notare che con il comma in esame viene assunto al rango costituzionale il principio in base al quale il criterio del merito deve essere impiegato altresì nella disciplina delle progressioni in carriera: si tratta, in sostanza, di una importante revisione costituzionale che mira a garantire l'efficienza e l'efficacia dell'azione amministrativa, attraverso una valorizzazione e responsabilizzazione dei pubblici dipendenti.
Giudica utile ricordare che le modifiche proposte nel disegno di legge in esame costituiscono uno dei pilastri di una revisione costituzionale più ampia, che riguarda l'introduzione nella Carta del principio del pareggio di bilancio e del ridisegno dell'architettura dello Stato: istanza, quest'ultima, rivolta pure allo scopo di ridurre i cosiddetti «costi della politica», andando così incontro - a suo giudizio - ad istanze spesso disordinate, che sono comunque l'espressione dei tempi confusi che l'intero mondo sta vivendo e di cui la stessa classe politica porta la propria parte di responsabilità. Dal momento che, tuttavia, anche in questo contesto occorre, a suo avviso, mantenere un principio di logica, si augura che si possa coordinare quanto previsto nella nuova stesura del quarto comma dell'articolo 118 - laddove ricompare la parola «province» - con i progetti riguardanti il superamento di tale benemerita e plurisecolare istituzione, di cui si è decisa - non certo con il suo consenso - l'inutilità, nonostante che su di essa poggi l'articolazione dell'amministrazione dello Stato e degli enti pubblici.
In conclusione, tenuto conto che il disegno di legge costituzionale in esame risulta particolarmente rilevante anche sotto l'aspetto del rilancio della crescita del Paese e preso atto, altresì, che si propone di elevare al rango costituzionale modelli di rapporto tra cittadini e pubblica amministrazione, ispirati alla fiducia, alla trasparenza e al rispetto dell'autonomia dell'azione privata, garantendo al contempo la valorizzazione del personale dipendente pubblico, ritiene che vi siano le condizioni per la formulazione di una proposta di parere favorevole. Fa presente, tuttavia, che, prima di esprimere il parere, sarà opportuno verificare le eventuali modifiche e integrazioni che la Commissione di merito riterrà di apportare al testo di riforma costituzionale.

Giulio SANTAGATA (PD), pur rispettando l'esauriente intervento introduttivo

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svolto dal relatore, ritiene opportuno svolgere ulteriori approfondimenti sul provvedimento in titolo, anche tenuto conto che la Commissione di merito non ne ha concluso l'iter di esame. Giudica necessario, in ogni caso, manifestare da subito talune perplessità sull'intervento di revisione costituzionale in oggetto, facendo notare che una effettiva spinta allo sviluppo potrebbe derivare molto più semplicemente da interventi di natura ordinaria, come quelli posti in essere, anche dal precedente Governo, in tema di libertà delle imprese e di concorrenza. Fa presente, pertanto, che il presente disegno di legge costituzionale, giudicato inidoneo a produrre concreti effetti sulla crescita economica, appare permeato da una sorta di «liberismo ideologico», peraltro contraddetto dalle misure concrete assunte dall'attuale Governo, tese piuttosto a «ingessare» la libera iniziativa privata, con interventi come quello attualmente all'esame dell'Assemblea sul tema della riforma degli ordini delle professioni sanitarie.
Evidenzia, altresì, che la proposta di revisione costituzionale in esame sembra ignorare il contesto internazionale in cui si collocano le attività economiche contemporanee, nel quale assumono un ruolo fondamentale di governance organismi quali l'Unione europea o l'Organizzazione mondiale del commercio, soggetti istituzionali con i quali, tuttavia, nel provvedimento in esame, non si prevede alcuna forma di raccordo. Fatto notare che il provvedimento in questione si dimentica di citare importanti principi entrati a far parte dell'ordinamento costituzionale dell'Unione europea, quali la libera concorrenza e la responsabilità sociale delle imprese, osserva che il presente disegno di legge si contraddistingue per uno spiccato carattere propagandistico, inadatto al contesto culturale e giuridico dei tempi correnti.
Soffermandosi poi sulla modifica dell'articolo 118 della Costituzione proposta dal provvedimento, si interroga sulla sua reale innovatività nei confronti del principio di sussidiarietà, ritenendo necessario fare chiarezza circa la portata della norma, considerato che l'attuale formulazione costituzionale appare già idonea ad offrire adeguate garanzie.
In conclusione, nel ritenere che alla base del mancato sviluppo economico del Paese vi siano ragioni più profonde di quelle ideologiche presenti nel testo in esame, che fanno riferimento ad una presunta natura dirigistica dell'azione dello Stato nell'economia, dichiara che - se il testo manterrà tale contenuto al termine dell'esame in sede referente - il suo gruppo avrà difficoltà ad esprimere un giudizio favorevole.

Giuseppe BERRETTA (PD), nel riservarsi di esprimere una posizione definitiva sul provvedimento una volta concluso l'esame presso la Commissione di merito, giudica opportuno manifestare da subito talune perplessità sul testo, giudicato ideologico e poco chiaro. Fatto notare che, ai fini di un rilancio della crescita economica, sarebbe necessario operare una riforma più complessiva, che contemplasse anche il quadro normativo dell'Unione europea, ritiene che il presente provvedimento contenga talune affermazioni dal significato ovvio, quasi pleonastico, laddove - ad esempio - si parla di fiducia tra cittadini e pubblica amministrazione e si richiamano principi sacrosanti in linea teorica, ma scarsamente efficaci sul piano concreto, soprattutto se non si fa riferimento all'esigenza di rimuovere - con semplici norme di legge - gli sprechi, le inefficienze e le forme di corruzione che limitano davvero l'azione delle pubbliche amministrazioni.
Manifesta, quindi, talune perplessità sulla revisione dell'articolo 97 della Costituzione, giudicando poco convincente la presunta «svolta» attribuita alla norma in questione, che rischia di porre in subordine i bisogni e i diritti sociali dei cittadini rispetto alla loro «libertà». Giudica, quindi, palesemente irrazionali e mal formulati i nuovi commi secondo e terzo di tale articolo 97, dal momento che i princìpi di efficienza, efficacia e trasparenza appaiono confusamente premessi a quelli di buon andamento e imparzialità e che si

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parla impropriamente di «semplicità» delle pubbliche funzioni, laddove l'attività della pubblica amministrazione risulta, per sua natura, complessa e articolata; il concetto di «semplicità», semmai, dovrebbe essere riferito ai servizi resi ai cittadini, atteso che l'amministrazione è tenuta a «governare» la complessità dei processi.
Esplicita, poi, significativi dubbi sulla portata innovativa della modifica all'articolo 118 della Costituzione, dal momento che, a suo avviso, il tanto declamato principio di sussidiarietà, ivi richiamato, è già stato introdotto nell'ordinamento con la riforma del Titolo V della Costituzione, chiedendosi, peraltro, se la nuova formulazione della norma si collochi nel solco tracciato da tale principio o non introduca, piuttosto, una qualche forma di limitazione.
Auspica, in conclusione, che la Commissione di merito possa modificare in senso migliorativo il testo in esame, sul quale, allo stato, il suo gruppo non può che manifestare un orientamento contrario.

Massimiliano FEDRIGA (LNP) chiede chiarimenti al relatore in ordine alla modifica del terzo comma dell'articolo 97, laddove si introduce il principio in base al quale la carriera dei pubblici impiegati è regolata in modo da valorizzarne la capacità e il merito. Si interroga, in proposito, sugli effetti che tale revisione costituzionale potrebbe produrre sulle norme vigenti in materia di avanzamento automatico di carriera dei pubblici dipendenti, rispetto alle quali non sarebbero da escludere, a suo avviso, pronunciamenti di illegittimità costituzionale da parte della Consulta, da lui peraltro auspicati, in un'ottica di valorizzazione del merito.

Giuliano CAZZOLA (PdL), relatore, pur giudicando comprensibili e pertinenti le osservazioni testé svolte dal deputato Fedriga, ritiene presumibile che la disposizione costituzionale in questione, avendo valore di mera norma programmatica, non sia immediatamente operativa e precettiva. Per tale ragione, fa notare che spetterà probabilmente alla Corte costituzionale fornire, di volta in volta, un'interpretazione conforme alla Carta della normativa vigente, traducendo la norma costituzionale in principi suscettibili di dispiegare effetti concreti ed immediati. Si riserva, in ogni caso, di svolgere ulteriori approfondimenti su tale questione, che appare effettivamente incerta e controversa.

Silvano MOFFA, presidente, alla luce delle dibattito svolto e tenuto conto che è necessario attendere la conclusione dell'esame degli emendamenti presso la I Commissione, si riserva di convocare la Commissione nella giornata di domani - compatibilmente con l'andamento dei lavori dell'Assemblea - al fine di procedere alla deliberazione di competenza.
Rinvia, quindi, il seguito dell'esame ad altra seduta.

Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell'illegalità nella pubblica amministrazione.
C. 4434 Governo, approvato dal Senato, e abb.

(Parere alle Commissioni riunite I e II).
(Esame e rinvio).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento in titolo.

Paola PELINO (PdL), relatore, osserva che il disegno di legge in titolo, già approvato dal Senato, reca disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell'illegalità nella pubblica amministrazione. Fa presente, innanzitutto, che il provvedimento in esame risulta dagli stralci effettuati dal Senato sul testo presentato dal Governo il 4 maggio 2010: in particolare, sono stati stralciati gli originari articoli 7, relativo ai controlli negli enti locali e confluito nell'AS 2156-bis, 8, recante modifiche agli articoli 234, 236 e 239 del testo unico sugli enti locali (TUEL) e confluito nell'AS 2156-ter, e 9, recante delega in materia di fallimento politico e modifica all'articolo 247 del TUEL, confluito nell'AS 2156-quater. Evidenzia,

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quindi, che l'esame del presente provvedimento è iniziato il 7 luglio scorso presso le Commissioni riunite I e II, le quali, dopo la conclusione della discussione di carattere generale e lo svolgimento di un'indagine conoscitiva di approfondimento, hanno proceduto all'adozione, come testo base, dello stesso testo modificato e trasmesso dal Senato; su tale testo, peraltro, sono in corso ulteriori modifiche, non essendosi ancora concluso l'esame degli emendamenti presso le Commissioni di merito.
Sul piano generale, sottolinea che il provvedimento, in attuazione di convenzioni internazionali in materia di lotta alla corruzione, prevede importanti disposizioni tese ad individuare l'autorità nazionale anticorruzione (Commissione per la valutazione, la trasparenza e l'integrità delle amministrazioni pubbliche) e il relativo piano nazionale, al fine di coordinare l'attività di contrasto a tale fenomeno nella pubblica amministrazione. Fa notare che si stabiliscono altresì norme in materia di trasparenza dell'attività amministrativa (intesa come livello essenziale delle prestazioni concernenti i diritti sociali e civili), nonché in tema di incompatibilità, cumulo di impieghi e incarichi di dipendenti pubblici, prevedendosi altresì norme in materia di controlli antimafia e disposizioni di adeguamento in relazione agli enti locali. Evidenzia che si conferisce, inoltre, una delega al Governo al fine di disciplinare, in caso di sentenze definitive di condanna per delitti non colposi, ipotesi di incandidabilità e di divieto di ricoprire diverse cariche elettive e di governo a livello centrale, regionale e locale, nonché ipotesi di sospensione e decadenza dalle cariche stesse; si prevede, inoltre, un aumento delle pene per alcuni delitti contro la pubblica amministrazione.
Per quanto concerne i profili di più diretto interesse della Commissione, segnala innanzitutto l'articolo 3, che, modificando l'articolo 53 del decreto legislativo n. 165 del 2001 in materia di incompatibilità, cumulo di impieghi e di incarichi dei dipendenti pubblici, prevede che, ai fini dell'autorizzazione a svolgere incarichi, l'amministrazione di appartenenza verifichi l'insussistenza di situazioni, anche potenziali, di conflitto di interesse; si stabiliscono, altresì, disposizioni rilevanti in tema di comunicazione del conferimento o dell'autorizzazione di incarichi nonché dell'ammontare del compenso e si dispongono alcune limitazioni per i dipendenti che, negli ultimi tre anni di servizio, abbiano esercitato poteri autoritativi o negoziali per conto delle pubbliche amministrazioni: in proposito, si prevede che tali soggetti non possano svolgere, nei tre anni successivi alla cessazione del rapporto di pubblico impiego, attività lavorativa o professionale presso i soggetti privati destinatari dell'attività della pubblica amministrazione svolta attraverso i medesimi poteri.
Evidenzia, quindi, l'articolo 4, introdotto al Senato, che mira a tutelare il pubblico dipendente che - fuori dei casi di responsabilità per calunnia o diffamazione - denunci o riferisca condotte illecite apprese in ragione del suo rapporto di lavoro. Al riguardo, fa presente che si prevede che il segnalante non possa esser licenziato o sottoposto a misure discriminatorie aventi effetto sulle condizioni di lavoro per motivi, direttamente o meno, collegati alla denuncia presentata; fatti salvi gli obblighi legali di denuncia (il riferimento è ai pubblici dipendenti che rivestono anche la qualifica di pubblico ufficiale o incaricato di pubblico servizio), è fatto divieto alla pubblica amministrazione di rivelare l'identità del segnalante, in assenza del consenso di quest'ultimo, fino alla contestazione dell'illecito disciplinare.
In conclusione, preso atto del contenuto del provvedimento e delle norme di competenza della Commissione e considerato che le Commissioni di merito non hanno ancora concluso l'esame degli emendamenti, che dovrebbe proseguire anche nella prossima settimana, propone di rinviare ad una prossima seduta la formulazione della proposta di parere, anche in attesa di conoscere il contenuto del testo risultante dagli emendamenti approvati.

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Silvano MOFFA, presidente, nessuno chiedendo di intervenire e considerata l'opportunità di attendere la conclusione dell'esame degli emendamenti presso le Commissioni di merito, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 15.40.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

Mercoledì 21 settembre 2011.

L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 15.40 alle 15.55.