CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 15 settembre 2011
534.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari esteri e comunitari (III)
COMUNICATO
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SEDE REFERENTE

Giovedì 15 settembre 2011. - Presidenza del presidente Stefano STEFANI. - Interviene il sottosegretario di Stato agli affari esteri, Alfredo Mantica.

La seduta comincia alle 9.

Nuove norme in materia di rappresentanza degli italiani all'estero.
C. 4398, approvata dal Senato, e abb. C. 94 Tremaglia, C. 113 Angeli, C. 114 Angeli, C. 1883 Picchi, C. 2005 Zacchera, C. 2207 Porta, C. 2282 Gianni Farina, C. 2397 Razzi, C. 2410 Bucchino, C. 2562 Ricardo Antonio Merlo, C. 3065 Porta e C. 3574 Calearo.

(Seguito dell'esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in titolo, rinviato nella seduta del 21 luglio scorso.

Stefano STEFANI, presidente e relatore, rammenta di aver svolto la relazione di sua competenza prima della pausa dei lavori parlamentari.

Franco NARDUCCI (PD), relatore, sottolinea la complessità del provvedimento in titolo, dando risalto al lavoro svolto presso l'altro ramo del Parlamento. Ritiene che tale complessità, evidenziata anche dal numero di proposte di legge, sia connaturata alle caratteristiche intrinseche delle collettività italiane residenti in tutto il mondo, derivanti da storie, culture e processi d'integrazione dissimili, in diretto

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rapporto con il fenomeno migratorio del nostro Paese che si estende per oltre un secolo e mezzo. Ma se vi è un aspetto che rappresenta il denominatore comune delle comunità italiane all'estero, questo è senz'altro la richiesta di forme strutturate e regolamentate di rappresentanza, la cui rivendicazione risale addirittura all'inizio del secolo scorso.
Sottolinea che le nostre comunità, soprattutto in Europa, si erano date forme di rappresentanza di base, i cosiddetti Comitati consolari di coordinamento, anche in assenza di una legge, poiché erano in gioco aspetti fondamentali come la promozione della lingua e della cultura italiana, l'integrazione e il successo scolastico dei figli degli italiani emigrati nei sistemi d'istruzione locali, nonché la qualità dei servizi consolari. Lo ricorda perché vi è una scarsa conoscenza di tali realtà che spesso genera incomprensione e suscita in qualche caso diffidenza.
Richiama che durante l'esame delle varie proposte di legge discusse al Senato è stato fatto uno sforzo notevole per raccogliere il maggior consenso possibile sul testo poi approvato, sia da parte del relatore che dei rappresentanti dei gruppi parlamentari e del Governo. Di questo si è consci, anche se permangono svariate criticità, evidenziate anche dal presidente Stefani nella sua relazione. Ed è compito di questa Commissione esaminarle e possibilmente appianarle sapendo tuttavia che vi è l'urgenza di approvare il testo definitivo per consentire entro il 2012 di mettere fine alla proroga con cui operano COMITES e CGIE, e di andare alle elezioni per il loro rinnovo, poiché la situazione determinata da tale regime di proroga, per altro avversato dal gruppo del Partito Democratico, è oramai umanamente e politicamente insostenibile.
Ricorda, prima di entrare nel merito dell'articolato, che l'esperienza italiana in tema di rappresentanza dei propri cittadini emigrati è stata presa ad esempio da numerose nazioni, sia in sede d'introduzione della normativa sulla rappresentanza stessa sia in caso di riforma e ottimizzazione di quella esistente. Lo richiama non per una forma di pur legittimo orgoglio patriottico, bensì per rafforzare il senso dell'importanza che questo provvedimento riveste; esso, infatti, ha a che fare con regole e istituzioni importanti che si occupano della partecipazione democratica degli italiani all'estero ai fatti che li riguardano, ha a che fare con quella comunità italiana che non è in Italia e che è una delle ricchezze importanti del nostro Paese.
Nel testo licenziato dal Senato ci sono indubbiamente molti aspetti positivi ma anche problematicità irrisolte, come già accennato e come la relazione del presidente Stefani ha già messo in luce. Tra gli elementi positivi ricorda quelli relativi alla certezza del voto, allo sforzo di affrontare in termini innovativi la riforma del Consiglio generale degli italiani all'estero, al quale devono essere affidati nuovi ruoli e compiti sapendo che è profondamente mutato il quadro generale rispetto alla data della sua nascita e non solo per il fatto che da cinque anni esiste la rappresentanza parlamentare degli italiani residenti all'estero.
Si dichiara convinto che i COMITES debbano conservare quella caratteristica per cui sono nati, ovvero stare il più vicino possibile ai cittadini italiani all'estero, e proprio per questa ragione ritiene che la soglia per poterli costituire, così come stabilita nel testo di legge, sia troppo alta. Inoltre, è previsto un solo COMITES per circoscrizione consolare mentre era preferibile un'articolazione più ampia. La norma sulla partecipazione delle liste prevede invece una soglia troppo bassa, con il rischio accentuato di una forte frammentazione e anche di una politicizzazione esasperata della rappresentanza nei COMITES.
Nella relazione del presidente Stefani sono esemplificate, in breve sintesi, le numerose proposte di riforma della legge sulla rappresentanza degli italiani all'estero depositate alla Camera, ivi inclusa la proposta di legge dell'onorevole Mirko Tremaglia che punta all'istituzione di una commissione bicamerale per gli italiani all'estero, per cui non ripete quanto è

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stato già delineato e che sicuramente sarà ripreso nel corso dell'esame in Commissione.
Intende invece entrare nel merito di alcune problematicità contenute nel testo approvato dal Senato. In esso vi è un passaggio significativo che trasforma i territori, così come sono ripartiti attualmente, in circoscrizioni elettorali. Inoltre, ogni territorio, pari al numero dei COMITES oggi esistenti, eleggerà propri rappresentanti in proporzione alla popolazione che li rappresenterà al COMITES di competenza. Ma alla luce anche della recente razionalizzazione delle rete diplomatico-consolare, che ha comportato la chiusura di numerosi uffici, ribadisce come debba essere possibile l'istituzione di più di un comitato per circoscrizione consolare, operando nei modi che già al Senato sono stati formulati (presenza di almeno cinquemila cittadini italiani). Ritiene pertanto che il requisito di 20.000 cittadini per l'istituzione di un COMITES sia troppo alta e che dovrebbe essere ridotta a 15.000 unità.
Le funzioni e i compiti dei COMITES, formulati all'articolo 4 comma 1, modificano significativamente le prerogative di questi organismi rispetto alla legge n. 286 del 2003 attualmente in vigore; compiti e funzioni esplicitati con chiarezza anche al comma 8 del succitato articolo. Occorrerebbe, tuttavia, integrare il comma 8 con la valutazione dei COMITES sul funzionamento degli uffici consolari in relazione ai servizi resi alla comunità italiana residente nella circoscrizione di competenza. La vigente legge n. 286 del 2003, all'articolo 1 comma 5, prevede, per esempio, che «La rappresentanza diplomatico - consolare rende partecipe il Comitato degli incontri ufficiali con le autorità locali sulle questioni di interesse della comunità rappresentata, con esclusione di quelle che attengono ai rapporti tra Stati». In effetti questa norma è stata completamente disattesa da parte dei consolati e si possono contare sulle dita della mano i casi in cui è stato applicato il comma 4 dell'articolo 1 («La rappresentanza diplomatico - consolare italiana informa le autorità locali dell'istituzione del Comitato e del tipo di attività svolta»). Il termine di 180 giorni (sei mesi!) previsto all'articolo 4, comma 12, relativamente alle risposte che il Ministero degli affari esteri deve dare ai quesiti «formulati da ciascun comitato» è eccessivo per cui propone di ridurlo a 90 giorni.
Considera invece positivo aver mantenuto il Comitato dei Presidenti istituito poiché consente di affrontare i problemi su scala nazionale.
L'articolo 6 dovrebbe produrre un effetto positivo per i COMITES e per le attività che svolgono - fondate, giova sottolinearlo, sul volontariato -, spingendoli a ricercare con maggiore intensità finanziamenti alternativi per l'adempimento dei propri compiti; ma il comma 7 dell'articolo 6 «di cui alla lettera d)» dovrebbe essere modificato aggiungendo anche alle «lettere a) ed e)».
In relazione al tema del sistema elettorale e delle liste (articolo 12), il limite di incompatibilità pare eccessivo; ritiene, infatti, che si debba distinguere l'incompatibilità attribuibile ai «legali rappresentanti» degli enti presi in considerazione, rispetto ai semplici operatori per non restringere eccessivamente il campo democratico della partecipazione,
In relazione alle modalità con cui il COMITES esplica le proprie funzioni (articolo 22) manca, a suo avviso, la possibilità di istituire «Commissioni di lavoro e osservatori permanenti», a meno che tale possibilità non venga demandata ad un regolamento interno adottato dal Comitato per disciplinare la propria organizzazione e le modalità di funzionamento.
Circa il Consiglio Generale degli Italiani all'Estero, osserva che il testo introduce tre elementi sostanzialmente nuovi rispetto all'attuale legge: la composizione del Consiglio, che passa da 94 a 82 membri; per essere membro del CGIE bisogna essere membro di un COMITES; i 29 consiglieri del CGIE di nomina governativa sono sostituiti dai rappresentanti delle autonomie locali (assessori regionali all'emigrazione, presidenti dell'ANCI e dell'UPI). Una siffatta composizione punta

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evidentemente a conferire caratura istituzionale al CGIE, oltre al fatto che i restanti componenti, diretti rappresentanti degli italiani all'estero, hanno l'investitura delle comunità italiane all'estero, essendo eletti a suffragio universale nei COMITES.
Inoltre, si crea un luogo di confronto e coordinamento in cui confluiscono le esperienze e la progettualità delle regioni italiane che, come noto, da alcuni decenni hanno sviluppato politiche molto attive nei confronti dei loro corregionali residenti all'estero, investendo risorse notevoli e creando, partendo da progetti ambiziosi, un collegamento sostanziale anche con le realtà produttive ed economiche attive nel proprio territorio.
Sottolinea che nel corso dell'esame alla Camera si potranno modificare o aggiungere elementi importanti ma, nell'ottica di una legge per il bene dell'Italia e per il rafforzamento dei legami con le comunità italiane all'estero, occorre prestare la massima attenzione a due elementi chiave di questo iter: il processo di riforma costituzionale delle autonomie locali che prevede l'abolizione delle Province e la riorganizzazione federalista del nostro ordinamento statale; il processo di riforma costituzionale del Parlamento italiano che, stante le intenzioni del Ministro Roberto Calderoli mai formalmente smentite, prevede il dimezzamento del numero dei parlamentari e l'abolizione della circoscrizione estero.
Soprattutto con riferimento al secondo punto, è evidente che la riforma del CGIE, così come approvata dal Senato, e l'ipotizzata abolizione della Circoscrizione estero sono due tessere dello stesso mosaico, due vasi comunicanti che reggono in maniera complementare la rappresentanza degli italiani all'estero per cui l'indebolimento dell'uno prefigura il rafforzamento dell'altro.
Per quanto concerne il testo in esame, invita a recepire, al comma 4 dell'articolo 25, l'esigenza di aggiungere alcuni rappresentanti (numero da definire nel corso dell'esame) designati dalla Consulta nazionale dell'emigrazione (associazioni nazionali), un rappresentante della Federazione nazionale della stampa, un rappresentante della Federazione unitaria della stampa italiana all'estero, un rappresentante dei sindacati più rappresentativi dei lavoratori frontalieri.
Sottolinea di avere illustrato alcuni aspetti problematici della legge al nostro esame e alcune idee personali che sicuramente saranno ampliate dal contributo che nel dibattito generale e in sede emendativa sarà dato dai colleghi deputati.
Conclude ringraziando per il conferimento dell'incarico di correlatore e sottolineando che occorre fissare un percorso che tenga conto dell'esigenza, già menzionata, di procedere all'approvazione della legge garantendo l'indizione delle elezioni per il rinnovo dei COMITES e del CGIE entro i termini stabiliti dal decreto di proroga. In questo processo segnala l'opportunità che l'esame in sede referente contempli, oltre ad una fase emendativa, un limitato ciclo di audizioni per consentire di svolgere i necessari approfondimenti istruttori.

Il sottosegretario Alfredo MANTICA, richiamando la scadenza del 31 dicembre 2012 per lo svolgimento delle elezioni dei COMITES, si rimette al Parlamento quanto alla valutazione sull'opportunità di arrivare a questo appuntamento a legislazione vigente o con le nuove norme.
Sottolinea quindi che il Governo ha aderito alla proposta legislativa parlamentare e mantiene la disponibilità a prendere in considerazioni eventuali nuove ipotesi, secondo quanto il dibattito in Commissione evidenzierà. A suo avviso, è essenziale affrontare il tema del rapporto tra parlamentari eletti nella Circoscrizione estero e attuale assetto degli organi di rappresentanza delle comunità dei connazionali nel mondo, per sanare i profili di incompatibilità connessi al ruolo svolto dai partiti.
Evidenzia, quale ulteriore profilo da affrontare, il rapporto tra le comunità degli italiani all'estero e le regioni italiane, al fine di evitare sprechi e sperequazioni derivanti dal sovrapporsi di iniziative statali e regionali. È essenziale individuare nuovi meccanismi di coordinamento alla

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luce del carente ruolo finora svolto su questo piano dalla Conferenza Stato-regioni.
A conferma dell'inefficienza e dei complessi profili di competenza, richiama anche il lavoro meticoloso che il Dipartimento per l'informazione e l'editoria presso la Presidenza del Consiglio dei ministri è chiamato a svolgere per la gestione dei fondi destinati alla stampa italiana all'estero.
Prospetta l'opportunità di considerare anche l'istituzione di una commissione bicamerale per gli italiani all'estero come luogo su cui fare convergere e valorizzare i temi della rappresentanza delle comunità italiane all'estero.
Rileva la necessità di intervenire anche nel campo scolastico per definire meglio il ruolo degli enti gestori.
In merito a quanto sottolineato dall'onorevole Narducci nella sua relazione sul numero dei COMITES, richiama il nesso di interlocuzione che ad oggi sussiste tra queste strutture e il console. Considerati tuttavia gli interventi già realizzati di chiusura e riorganizzazione di sedi consolari, l'apertura di nuove sedi in Paesi strategici ma in cui non è presente una consistente comunità di connazionali, e da ultimo la manovra testè approvata dal Parlamento, è essenziale affrontare il tema dell'accorpamento dei COMITES e la loro organizzazione quali collegi elettorali de facto. È infine necessario non trascurare la questione dell'apertura dei meccanismi della rappresentanza anche alle donne e ai giovani.
Alla luce di tutte le questioni urgenti richiamate, confida in un celere iter parlamentare e che si tenga in considerazione la necessità di provvedere a risparmi per circa 200 milioni di euro che per effetto della manovra citata sono stati ulteriormente sottratti al bilancio del Ministero degli affari esteri. È infatti impossibile pensare di mantenere l'attuale livello di spesa per gli organi di rappresentanza degli italiani all'estero e gli enti gestori, essendo necessario individuare nuovi equilibri tra le diverse priorità.
Stefano STEFANI, presidente e relatore, sottolinea la piena disponibilità a collaborare sulle questioni richiamate dal sottosegretario Mantica nel clima costruttivo che contraddistingue i lavori di questa Commissione.
Nessun altro chiedendo di intervenire rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo euromediterraneo nel settore del trasporto aereo tra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da un lato, e il Regno hascemita di Giordania, dall'altro, con allegati, fatto a Bruxelles il 15 dicembre 2010.
C. 4454 Governo.

(Seguito dell'esame e conclusione).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in titolo, rinviato nella seduta del 27 luglio scorso.

Stefano STEFANI, presidente, avverte che è pervenuto il parere favorevole delle Commissioni Affari Costituzionali, Bilancio, Finanze, Trasporti, Attività produttive e Politiche dell'Unione europea, assegnatarie del provvedimento in sede consultiva.

Nessuno chiedendo di intervenire, la Commissione delibera quindi di conferire il mandato al relatore, onorevole Scandroglio, di riferire in senso favorevole all'Assemblea sul provvedimento in esame. Delibera altresì di chiedere l'autorizzazione a riferire oralmente.

Stefano STEFANI, presidente, si riserva di designare i componenti del Comitato dei nove sulla base delle indicazioni dei gruppi.

La seduta termina alle 9.35.

INTERROGAZIONI

Giovedì 15 settembre 2011. - Presidenza del presidente Stefano STEFANI. - Interviene il sottosegretario di Stato agli affari esteri, Alfredo Mantica.

La seduta comincia alle 9.35.

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5-05270 Narducci: Sul conferimento degli incarichi al personale docente delle scuole italiane all'estero.

Il sottosegretario Alfredo MANTICA, nel rispondere all'interrogazione in titolo, fa presente di condividere l'impostazione dell'onorevole Narducci circa l'opportunità di approfondire che le posizioni di supplenza per le cattedre all'estero possano essere affidate a supplenti individuati in loco. A suo avviso, si tratta di una questione da valutare attentamente e da definire in modo strutturale. Nel quadro delle stringenti esigenze di risanamento di finanza pubblica, fa, infatti, presente che, rispetto ad un supplente individuato a livello locale, l'invio di un docente dall'Italia implica consistenti spese aggiuntive a titolo di indennità. Precisa che il Governo è impegnato a garantire il regolare avvio dell'anno scolastico e a perfezionare le procedure per il rinnovo delle graduatorie, per cui il personale locale sarà messo nelle condizioni di presentare le domande. Prosegue quindi a dare risposta alle questioni sollevate dall'interrogante nei termini riportati in allegato (vedi allegato 1).

Franco NARDUCCI (PD), replicando, si dichiara insoddisfatto dalla risposta fornita dal sottosegretario Mantica, che pure ringrazia per la competenza e la consueta disponibilità a fornire ogni elemento utile alla comprensione delle questioni. Sottolinea che l'insoddisfazione si deve al contesto generale, a fronte di quanto lo stesso ministro Frattini, in occasione di un'audizione davanti alle Commissioni esteri di Camera e Senato, aveva affermato quanto all'importanza di valorizzare l'eccellenza italiana. Fa presente che le scuole italiane all'estero rappresentano realtà competitive essenziali per promuovere il sistema-Paese. L'assetto attuale è eccessivamente oneroso e non rispondente a parametri di efficienza e qualità: i supplenti che hanno i requisiti per insegnare nelle scuole italiane all'estero vantano una specifica conoscenza del territorio e delle comunità italiane e godono del riconoscimento e fiducia delle istituzioni locali. Auspica che il Governo voglia provvedere il prima possibile con la predisposizione di una norma che dia soluzione ai diversi problemi. Richiama quindi la necessità di introdurre nelle scuole italiane all'estero il sistema di valutazione ISO per salvaguardare la qualità dell'insegnamento e il contatto con le comunità locali.

5-04989 Renato Farina: Sugli attacchi alla minoranza cristiana in Indonesia.

Il sottosegretario Alfredo MANTICA risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 2).

Renato FARINA (PdL), replicando, si dichiara soddisfatto dalla risposta fornita dal sottosegretario che dà conto della gravità della situazione. Dà atto al Governo italiano dello sforzo in atto sul piano politico-diplomatico e preannuncia ulteriori iniziative di sindacato ispettivo qualora la situazione dovesse ulteriormente deteriorarsi. Riconosce al ministro Frattini un impegno specifico sul tema della lotta contro l'intolleranza religiosa e la cristianofobia. Quanto al contesto indonesiano, richiama le misure adottate in occasione dell'ultimo ramadan per imporre il digiuno ai dipendenti pubblici e l'obbligo di indossare il velo per tutte le donne anche se di fede non islamica. Ricorda, infine, la controversia sulla legge sulla blasfemia, cui la Corte costituzionale indonesiana ha dato un'interpretazione discutibile e negativa per la tutela dei diritti delle minoranze religiose.

Stefano STEFANI, presidente, dichiara concluso lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno.

La seduta termina alle 9.55.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 9.55 alle 10.