CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 14 settembre 2011
533.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e Interni (I)
COMUNICATO

TESTO AGGIORNATO AL 15 SETTEMBRE 2011

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SEDE REFERENTE

Mercoledì 14 settembre 2011. - Presidenza del presidente Donato BRUNO. - Interviene il ministro della gioventù Giorgia Meloni.

La seduta comincia alle 14.15.

Partecipazione dei giovani alla vita economica, sociale, culturale e politica della Nazione ed equiparazione tra elettorato attivo e passivo.
Testo base C. 4358 cost. Governo, C. 849 cost. Pisicchio, C. 997 cost. Lenzi, C. 3296 cost. Vaccaro e C. 4023 cost. Gozi.
(Seguito dell'esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta del 2 agosto 2011.

Donato BRUNO, presidente, ricorda che nella seduta del 2 agosto 2011 è stato adottato come testo base il disegno di legge costituzionale del Governo C. 4358. Ricorda altresì che il termine per la presentazione degli emendamenti al testo base è scaduto alle ore 10 di martedì 13 settembre 2011.
Comunica che sono stati presentati emendamenti e articoli aggiuntivi (vedi allegato), che sono in distribuzione. Tra questi, sono da ritenersi inammissibili, ai sensi dell'articolo 89 del regolamento, in quanto relativi ad argomenti del tutto estranei all'oggetto della discussione, i seguenti articoli aggiuntivi: 1.01 Vassallo, che modifica il secondo comma dell'articolo 56 della Costituzione, nel senso di ridurre il numero dei deputati; 2.01 Vassallo, che modifica il secondo comma dell'articolo 56 dell'articolo della Costituzione, nel senso di ridurre il numero dei senatori; 3.01 Vassallo, che abroga il secondo comma

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dell'articolo 59 della Costituzione in materia di nomina di senatori a vita da parte del Presidente della Repubblica.
La riduzione del numero dei parlamentari e la soppressione della figura dei senatori a vita appaiono infatti materie del tutto estranee all'oggetto della discussione, la quale verte sull'abbassamento dei limiti di età per l'elettorato attivo o passivo e, in genere, su interventi tesi a favorire le generazioni più giovani.
Ricorda, peraltro, per completezza, che la materia della riduzione del numero dei parlamentari è già all'esame della 1a Commissione del Senato, che, nella seduta del 7 settembre 2011, ha avviato, in forma autonoma e disgiunta dall'esame degli altri disegni di legge di riforma costituzionale ad essa assegnati, l'esame dei disegni di legge costituzionale su questa materia.

Pietro LAFFRANCO (PdL), relatore, dopo aver espresso apprezzamento per la decisione della presidenza di dichiarare inammissibili gli articoli aggiuntivi 1.01, 2.01 e 3.01 Vassallo, i quali trattano un argomento certamente importante e attuale, ma non collegato al provvedimento in discussione, invita al ritiro di tutti i restanti emendamenti e articoli aggiuntivi. Precisa che, mentre sugli articoli 2 e 3 l'invito al ritiro nasce dalla convinzione che il testo del Governo debba essere mantenuto, in quanto la loro modifica muterebbe la finalità del provvedimento - che è quella di affermare il giusto principio secondo cui in ciascun organo si deve poter essere eletti alla stessa età alla quale si diventa elettori - l'invito al ritiro degli emendamenti all'articolo 1 è finalizzato soltanto a consentire al relatore di riflettere ancora, in vista della discussione in Assemblea, su una possibile formulazione alternativa dell'articolo stesso che superi le obiezioni sollevate da alcuni deputati e permetta quindi di raggiungere un accordo più ampio.

Il ministro Giorgia MELONI esprime parere conforme a quello del relatore.

Roberto ZACCARIA (PD) giudica inopportuna la scelta del relatore e del Governo di invitare al ritiro di tutti gli emendamenti, motivando sommariamente il parere contrario sulle modifiche agli articoli 2 e 3 e rinviando all'Assemblea la discussione in merito all'articolo 1.
Quanto a quest'ultimo punto, fa presente che la Commissione è la sede più idonea per un confronto effettivo nel merito delle questioni, senza contare che eventuali convergenze possono essere raggiunte più facilmente in Commissione che in Aula.
Quanto invece alla chiusura del relatore e del Governo sugli articoli 2 e 3, fa presente che l'equiparazione delle età per l'elettorato attivo e per l'elettorato passivo non è affatto un principio così ovvio come lo prospetta il relatore. Certamente, i limiti di età stabiliti dai costituenti sono oggi inattuali, ma bisogna anche considerare che, nel momento in cui, per giudizio praticamente unanime, il bicameralismo perfetto non ha più ragione di esistere, può essere utile, almeno finché non si approva una riforma su questo punto, mantenere una distinzione pur minima tra la composizione della Camera e quella del Senato mediante una differenziazione significativa tra le età per essere eletti.
In conclusione, dopo aver ricordato l'importanza di una riflessione attenta e prudente su ogni modifica alla Costituzione, auspica che possa svolgersi in Commissione un confronto aperto su tutti gli emendamenti presentati, che sono peraltro in numero molto limitato.

Mario TASSONE (UdCpTP) osserva che, tanto nel disegno di legge del Governo quanto negli emendamenti presentati, si rinviene uno stretto legame tra l'articolo 1 e gli articoli 2 e 3: ragion per cui non si può pensare di rinviare la decisione sull'articolo 1 alla discussione in Aula, stabilendo fin d'ora di mantenere gli articoli 2 e 3. A suo avviso, il confronto su tutti gli emendamenti presentati deve svolgersi in Commissione, apertamente e senza preconcetti, e non deve essere rinviato all'Aula, dove un sereno dibattito sul merito delle questioni non potrà avere luogo, come ognuno sa.

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Gianclaudio BRESSA (PD) sottolinea che, anche se proposte emendative sono state presentate a titolo personale da singoli deputati, il suo gruppo in quanto tale non ha proposto emendamenti agli articoli 2 e 3, ritenendo che la differenziazione di composizione tra la Camera e il Senato immaginata dai costituenti sia definitivamente venuta meno con l'equiparazione della durata delle rispettive legislature e non abbia perciò più senso oggi richiamarsi ad essa per giustificare il mantenimento della differenza di età per l'elettorato attivo. È senza dubbio vero che, nel momento in cui alla maggiore età si può diventare sindaci di grandi città, presidenti di regione o ministri, non si vede perché non si possa diventare anche deputati.
Per contro, chiarisce che il suo gruppo è irremovibilmente contrario ad introdurre nella Costituzione un principio come quello enunciato all'articolo 1 del disegno di legge, la cui ambigua formulazione può dar luogo ad interpretazioni distorsive e pericolose: su questo punto, quindi, non esistono margini di discussione che possano essere sfruttati in vista del seguito dell'esame.

Linda LANZILLOTTA (Misto-ApI) si dichiara favorevole all'introduzione in Costituzione di un principio di tutela della gioventù. Ricorda che i costituenti hanno inserito in diversi punti del testo costituzionale norme programmatiche a tutela di categorie di cittadini svantaggiate, tenendo conto della realtà economica e sociale del tempo. In seguito la trasformazione del Paese ha però visto la progressiva emarginazione delle giovani generazioni dalla vita pubblica e non è perciò insensato introdurre nella Costituzione una norma di tutela anche a loro favore.
Certamente, sarebbe più utile intervenire direttamente nella legislazione ordinaria, modificando gli istituti che oggi sfavoriscono i giovani a cominciare da certe discipline previdenziali, ma è utile anche fissare un principio costituzionale in questo senso, che orienti la legislazione ordinaria e la giurisprudenza della Corte costituzionale a fare giustizia di quegli istituti. A suo parere, anzi, bisognerebbe che la modifica costituzionale in favore dei giovani non si limitasse alla enunciazione di un principio di tutela, che resterebbe lettera morta come avvenuto per la modifica dell'articolo 51 in materia di pari opportunità, ma consistesse anche in misure concrete: l'abbassamento dell'età per essere eletti è certamente una misura concreta di questo genere, ma se ne potrebbero immaginare altre.
Osserva infine che la modifica proposta dal Governo accentua la sostanziale identità di composizione delle due camere, mentre invece, in attesa di una riforma che superi l'attuale bicameralismo funzionalmente paritario, potrebbe essere utile conservare l'unico elemento residuo di differenziazione tra le due camere, che è l'età di elettorato passivo.

Pierguido VANALLI (LNP), considerato che la discussione di carattere generale sul provvedimento c'è già stata e che la posizione del relatore e del Governo è stata chiaramente enunciata, ritiene che la Commissione dovrebbe a questo punto procedere alla votazione.

Il ministro Giorgia MELONI chiarisce che, anche ad avviso del Governo, come del relatore, occorre distinguere tra l'articolo 1 e gli articoli 2 e 3. Sugli articoli 2 e 3 la disponibilità del Governo al confronto è molto limitata: infatti gli emendamenti presentati si avventurano su un terreno - quello della individuazione di nuovi limiti di età per eleggere o essere eletti alle camere - nel quale, a suo avviso, si rischia di non avere più parametri oggettivi. Il testo del Governo enuncia invece un principio chiaro: se si è considerati abbastanza responsabili per eleggere i componenti di un organo, si deve essere considerati abbastanza responsabili anche per essere eletti componenti di quell'organo. L'attuale logica della responsabilità dimezzata, per cui a una certa età si può eleggere ma non essere eletti, va rifiutata in quanto irragionevole in sé, e non nell'ambito di un ragionamento sul bicameralismo perfetto, che va affrontato

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in altra sede. Parimenti, si può discutere sull'opportunità di fissare la maggiore età a 18 anni, ma non ha senso, a suo avviso, stabilire che c'è un'età alla quale si può eleggere ma non essere eletti.
Per quanto riguarda invece l'articolo 1, dichiara di tenere personalmente molto alla introduzione nella Costituzione di un principio di salvaguardia della gioventù, ma di essere anche disponibile a rivederne la formulazione per individuarne una che sia più convincente per tutti, aggiungendo che il Governo lavorerà con il relatore in questa direzione anche se oggi non fosse accolto l'invito al ritiro degli emendamenti. Nel merito, sottolinea che nel testo attuale la Costituzione enuncia norme di tutela della gioventù, ma solo di quella inserita nella famiglia, vale a dire dell'adolescenza, mentre non dice nulla in relazione ai giovani che hanno lasciato la famiglia di origine. Si tratta, a suo avviso, di una lacuna: l'articolo 1 del disegno di legge in esame mira appunto a colmarla, allo scopo di favorire l'autonomia e la centralità dei giovani in un Paese in cui c'è un grande bisogno di rinnovamento.

Donato BRUNO, presidente, preso atto di quanto emerso dal dibattito prospetta la possibilità di dedicare, nella seduta di martedì, un tempo congruo alla discussione nell'ambito del Comitato dei nove. Prospetta altresì la possibilità che la Commissione si riunisca nella sua composizione plenaria ai sensi dell'articolo 86, comma 5, anziché in sede di Comitato dei nove, così da poter svolgere un'attenta discussione per chiarire ulteriormente il perimetro dell'articolo 1.

Roberto ZACCARIA (PD) ribadisce che il percorso prospettato dal relatore e dal rappresentante del Governo è, a suo avviso, improprio.

Donato BRUNO, presidente, fa presente al deputato Zaccaria che il percorso prospettato è in piena sintonia con le previsioni regolamentari.

Roberto ZACCARIA (PD) sottolinea che ci si trova di fronte a progetti di legge costituzionale e che il modo di procedere proposto dal relatore non può essere pertanto condiviso.
Per quanto riguarda l'intervento del Ministro sull'affermazione del principio generale volto a ricondurre alla parità i requisiti per l'elettorato attivo e passivo ritiene preoccupante tale impostazione. Ricorda infatti che la Costituzione reca in articoli ben distinti la relativa disciplina ed esprime l'avviso che equiparare sempre elettorato attivo e passivo sia improprio.
Per quanto riguarda l'articolo 1, ritiene che il Governo, con la finalità di intervenire su una lacuna, rischia di aprirne centinaia: tenendo conto, infatti, di quanto sancito dall'articolo 3 della Costituzione ogni diritto e situazione soggettiva necessiterebbe allora di una norma specifica. Si tratta dunque di un intervento pericoloso.
Chiede, in conclusione, che i suoi emendamenti siano posti in votazione.

Gianclaudio BRESSA (PD) concorda sulla proposta del presidente Bruno di prevedere che, per l'esame degli emendamenti presentati in Assemblea, la Commissione si riunisca nella sua composizione plenaria ai sensi dell'articolo 86, comma 5, anziché in sede di Comitato dei nove, così da poter svolgere un'attenta discussione in particolare relativamente all'articolo 1.

Pierguido VANALLI (LNP) ritira il proprio emendamento 1.5.

Pietro LAFFRANCO (PdL), relatore, alla luce di quanto emerso dal dibattito, esprime parere contrario su tutti gli emendamenti presentati ribadendo l'impegno - d'intesa con il Ministro - ad individuare la formulazione più congrua e condivisa possibile con riguardo all'articolo 1.

Il ministro Giorgia MELONI si associa a quanto testè evidenziato dal relatore.

La Commissione, con distinte votazioni, respinge l'emendamento Zaccaria 1.1 e gli identici emendamenti Bressa 1.2 e Tassone 1.3.

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Linda LANZILLOTTA (Misto-ApI) sottoscrive l'emendamento Vassallo 1.4.

La Commissione respinge l'emendamento Vassallo 1.4.

Pierluigi MANTINI (UdCpTP), intervenendo con riguardo al proprio emendamento 1.6, rileva che l'intento è quello di superare l'attuale formulazione del disegno di legge che appare caratterizzata da una eccessiva genericità. Propone dunque di specificare maggiormente il testo, facendo riferimento a due principi concreti e non retorici: quello della concorrenza, inteso come principio dinamico per l'accesso al lavoro, e quello dell'accesso delle giovani famiglie all'autonoma abitazione, seppur in parte previsto dall'articolo 47 della Costituzione.

La Commissione respinge l'emendamento Mantini 1.6.

Karl ZELLER (Misto-Min.ling.) chiede al Ministro quali siano le ragioni di un parere contrario rispetto al proprio articolo aggiuntivo 1.02, che va nella direzione auspicata dallo stesso Governo con la presentazione del disegno di legge in titolo.

Il ministro Giorgia MELONI ritiene non condivisibile stabilire un principio in base al quale ogni regione possa prevedere sistemi differenti in cui disciplinare l'età anagrafica richiesta per l'elettorato attivo. Eventualmente, sarebbe più opportuno procedere con una norma di carattere generale. In ogni caso, ritiene che - paradossalmente - sarebbe a suo avviso più condivisibile prevedere il requisito dei sedici anni per l'elettorato attivo alle elezioni politiche. Il suo orientamento è dunque contrario all'articolo aggiuntivo Zeller 1.02.

La Commissione respinge l'articolo aggiuntivo Zeller 1.02.

Donato BRUNO, presidente, constata l'assenza del proponente dell'emendamento Vassallo 2.1: si intende che vi abbia rinunciato.

Mario TASSONE (UdCpTP) intervenendo con riguardo al proprio emendamento 2.2, soppressivo dell'articolo 2, rileva come sia a suo avviso una forzatura prevedere il richiamo all'articolo 31 in relazione alla riforma dell'elettorato attivo e passivo.
Ricorda come, nel dibattito della Assemblea costituente, la formulazione dell'articolo 31 abbia avuto una propria storia: una cosa è dunque l'equiparazione dei requisiti per l'elettorato attivo e passivo, altra cosa è il richiamo ai giovani e la tutela dei relativi diritti. I Padri costituenti avevano volutamente fatto una distinzione tra requisiti per l'elettorato attivo e per quello passivo così come per l'elezione alla Camera rispetto al Senato.
Ritiene poi che non si possa intervenire sul testo costituzionale senza tenere conto della necessità di una riforma elettorale: si tratta di una materia in fieri che investe la definizione dell'architettura costituzionale del paese e da questo non si può prescindere.
A suo avviso ci si trova di fronte ad una forzatura; il suo gruppo valuterà in ogni modo nel prosieguo della discussione l'atteggiamento finale da seguire con riguardo al provvedimento in esame.
Sottoscrive, infine, gli emendamenti Favia 2.3 e 3.3.

La Commissione respinge, con distinte votazioni, gli emendamenti Tassone 2.2, Favia 2.3, Zaccaria 3.1, Tassone 3.2 e Favia 3.3.

Pierluigi MANTINI (UdCpTP) intervenendo con riguardo al proprio emendamento 3.4 fa presente come il superamento della differenza di età, con riferimento all'elettorato attivo, tra Camera e Senato sia un atto quasi dovuto mentre ha invece senso, come da lui proposto, differenziare l'età con riferimento all'elettorato passivo.

La Commissione respinge l'emendamento Mantini 3.4.

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Donato BRUNO, presidente, constata l'assenza del proponente dell'emendamento Vassallo 3.5: si intende che vi abbia rinunciato.

Donato BRUNO, presidente, ricorda che il testo sarà trasmesso alla XII Commissione Affari sociali per l'espressione del parere di competenza.
Rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 15.15.

INDAGINE CONOSCITIVA

Mercoledì 14 settembre 2011. - Presidenza del presidente Donato BRUNO.

La seduta comincia alle 15.15.

Deliberazione di un'indagine conoscitiva nell'ambito dell'esame delle proposte di legge costituzionale C. 3039 e C. 3054 Vignali, C. 3967 Beltrandi, C. 4144 Governo e C. 4328 Mantini recanti «Modifiche agli articoli 41, 97 e 118, comma quarto, della Costituzione».
(Deliberazione).

Donato BRUNO, presidente, sulla base di quanto convenuto in sede di ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, ed essendo stata acquisita l'intesa con il Presidente della Camera ai sensi dell'articolo 144, comma 1, del regolamento, propone lo svolgimento di un'indagine conoscitiva nell'ambito dell'esame delle proposte di legge C. 3039 cost. e C. 3054 cost. Vignali, C. 3967 cost. Beltrandi, C. 4144 cost. Governo e C. 4328 Mantini «Modifiche agli articoli 41, 97 e 118, comma quarto, della Costituzione che si concluderà entro la fine del mese di settembre 2011. Nell'ambito dell'indagine conoscitiva la Commissione procederà all'audizione di esperti della materia.

La Commissione approva la proposta di deliberazione dell'indagine formulata dal presidente.

La seduta termina alle 15.20.

AVVERTENZA

I seguenti punti all'ordine del giorno non sono stati trattati:

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

COMITATO PERMANENTE PER I PARERI

Commercializzazione del metano per autotrazione.
Emendamenti C. 2172-A Saglia.