CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 2 agosto 2011
520.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Cultura, scienza e istruzione (VII)
COMUNICATO
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AUDIZIONI INFORMALI

Martedì 2 agosto 2011.

Audizione informale del professor Giovanni Puglisi, presidente della Commissione nazionale italiana UNESCO, nell'ambito dell'esame della proposta di legge C. 4432 Senatori Malan ed altri, approvata dal Senato, e abbinate, recante disposizioni in materia di insequestrabilità delle opere d'arte prestate da uno Stato, da un ente o da un'istituzione culturale stranieri, durante la permanenza in Italia per l'esposizione al pubblico.

L'audizione informale è stata svolta dalle 10.05 alle 10.25.

SEDE REFERENTE

Martedì 2 agosto 2011. - Presidenza del presidente Valentina APREA.

La seduta comincia alle 10.25.

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Istituzione del Premio biennale di ricerca Giuseppe Di Vagno e disposizioni per il potenziamento della biblioteca e dell'archivio storico della Fondazione Di Vagno, per la conservazione della memoria del deputato socialista assassinato il 25 settembre 1921.
C. 4333 Distaso.

(Esame e rinvio).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento in titolo.

Valentina APREA, presidente, intervenendo in sostituzione del relatore, ricorda che l'articolo 1 della proposta di legge in esame prevede, a decorrere dal 2011, in occasione del novantesimo anniversario della scomparsa del deputato Giuseppe Di Vagno, l'istituzione del «Premio biennale di ricerca Giuseppe Di Vagno», da conferire il 25 settembre di ogni biennio alla presenza di un delegato della Presidenza del Consiglio. La prima assegnazione è prevista per il 25 settembre 2012. L'ente responsabile dell'organizzazione del Premio è individuato nella Fondazione Di Vagno, già promotore finora dell'iniziativa, che agisce d'intesa con la Presidenza del Consiglio e sotto la vigilanza del Ministero per i beni e le attività culturali. Ricorda che l'ammontare del Premio è fissato in euro 40.000: la Fondazione può comunque decidere se ripartire la somma in più premi, da assegnare sulla base di criteri di merito. La relazione illustrativa precisa che il Premio attualmente gestito dalla Fondazione ha un importo di 2.500 euro ed è riservato a studiosi meridionali di età massima pari a 32 anni, per un lavoro di ricerca inedito o in corso di pubblicazione. La premiazione avviene nella sede della Fondazione, sita nel comune di Conversano, o in un'altra sede appositamente individuata. Si prevede, inoltre, che alla Fondazione è concesso un contributo una tantum pari a 100.000 euro per la riorganizzazione degli inventari, l'informatizzazione, la dotazione di risorse umane, nonché la definitiva apertura al pubblico della biblioteca e dell'archivio storico.
Sottolinea che, in base all'articolo 1 dello Statuto, la Fondazione Di Vagno è «persona giuridica riconosciuta ed iscritta nel relativo elenco presso la Presidenza della Regione Puglia». Ai sensi dell'articolo 2, la Fondazione, partendo dalla Regione Puglia, opera su tutto il territorio nazionale e dei paesi UE e non si propone finalità di lucro; persegue obiettivi di sviluppo e di diffusione dei valori etici, umanitari e di solidarietà e svolge compiti di vario genere ad essi finalizzati. Tra gli altri, può indire e gestire premi di studio e di ricerca. L'articolo 3 dispone che le finalità d'organismo di promozione culturale e di solidarietà sociale possono essere perseguite, secondo le direttive del Consiglio d'Amministrazione, anche attraverso la concessione di borse di studio e di ricerca ed altre provvidenze opportune messe a disposizione da Istituzioni pubbliche o private e da singoli operatori economici. Ai sensi del successivo articolo 5, la Fondazione dispone, quali mezzi finanziari: del patrimonio, costituito dalle quote versate dai soci, dalle somme da chiunque versate a titolo d'incremento del patrimonio, dai beni mobili ed immobili eventualmente appartenenti alla Fondazione e destinati al patrimonio; dei contributi corrisposti dallo Stato o da enti pubblici o da terzi; di ogni altro cespite non espressamente previsto, ma destinato a questo scopo dal Consiglio d'Amministrazione. Al riguardo, ricorda che la Fondazione è inserita nella tabella triennale delle istituzioni culturali ammesse al contributo ordinario annuale dello Stato per il triennio 2009-2011, ai sensi dell'articolo 1 della legge n. 534 del 1996, con un importo pari a 23.460 euro, in base al Decreto del Ministero per i beni e le attività culturali del 17 novembre 2009. Ai sensi dell'articolo 8 dello Statuto, infine, sono organi della fondazione l'Assemblea dei soci, il Presidente, il Consiglio d'amministrazione e il Collegio dei Revisori dei conti.
Aggiunge che l'articolo 2 dispone la nomina di un Comitato scientifico cui spetta decidere il tema del Premio per ogni edizione, d'intesa con la Presidenza del Consiglio dei ministri. Il Comitato, composto da 3 studiosi di storia contemporanea

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o di scienza politica, è nominato dalla Presidenza del Consiglio, su proposta della Fondazione Di Vagno. Le tematiche nell'ambito delle quali il tema deve essere individuato riguardano il socialismo nel XXI secolo, i conflitti sociali e le lotte politiche, socialismo e Mezzogiorno, i cambiamenti istituzionali regionali e locali avvenuti nel Mezzogiorno nel XX secolo e le previsioni per il XXI secolo. Il successivo articolo 3 dispone che i vincitori del Premio sono individuati da una giuria composta da 5 membri: il Presidente pro tempore della Fondazione, con funzioni di presidente, un rappresentante della Presidenza del Consiglio, tre studiosi di storia contemporanea; l'articolo 4 dispone invece che all'onere derivante dall'attuazione della legge, pari a 140.000 euro per l'anno 2011 e a 40.000 euro a decorrere dall'anno 2012, si provvede attraverso corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio 2011-2013, nell'ambito del fondo speciale di parte corrente dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze, all'uopo parzialmente utilizzando l'accantonamento relativo al medesimo Ministero.
Nessuno chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 10.30.

ATTI DEL GOVERNO

Martedì 2 agosto 2011. - Presidenza del presidente Valentina APREA.

La seduta comincia alle 14.

Variazione nella composizione della Commissione.

Valentina APREA, presidente, comunica che, in sostituzione dell'on. Belcastro, è entrato a far parte della Commissione il deputato Razzi, al quale rivolge un caloroso benvenuto e un sincero augurio di buon lavoro.

Schema di decreto legislativo recante disciplina del dissesto finanziario delle università e del commissariamento degli atenei.
Atto n. 377.

(Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4 del Regolamento, e conclusione - Parere favorevole con condizioni e osservazioni).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in oggetto, rinviato, da ultimo, nella seduta del 27 luglio 2011.

Paola FRASSINETTI (PdL), relatore, raccomanda la proposta di parere favorevole con condizioni e osservazioni, già illustrata nella scorsa seduta, ricordando che tale proposta reca ben 12 condizioni, ciò significando che si è entrati nel merito del provvedimento, suggerendo, ove ritenuto opportuno le relative modifiche. Segnala, al riguardo, come il rilievo svolto dall'onorevole Nicolais, in ordine alla necessità di prevedere un regime transitorio, sia stata accolta dal contenuto delle condizioni n. 1 e n. 2. Rileva, invece, come la proposta di sancire la decadenza, insieme agli altri organi, anche del Rettore, non sia stata accolta, poiché si è ritenuto che la permanenza in carica del Rettore costituisca garanzia di continuità didattica. Segnala come i rilievi dell'onorevole Goisis siano stati recepiti mediante la condizione n. 7 e l'osservazione di cui alla lettera f), mentre i rilievi dell'onorevole Barbieri siano stati recepiti dalla condizione n. 4, che suggerisce di affidare al commissario la valutazione inerente la corresponsione dei compensi di produttività al personale non dirigenziale. Avverte, a questo punto, come per un mero errore materiale, nel testo della condizione n. 9 invece della Conferenza dei rettori delle università italiane (CRUI), va indicata l'Agenzia nazionale di valutazione delle università e della ricerca (ANVUR), ed in questo senso si intende sostituito il testo della proposta di parere presentato. Segnala, quindi, l'importanza dell'invito, rivolto al Governo, a valutare l'opportunità di prevedere l'istituzione di un Fondo di rotazione, a sostegno

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delle situazioni di dissesto, che offra prestiti a tasso agevolato per far fronte a temporanee carenze di liquidità dell'ateneo in difficoltà. Segnala, inoltre, la condizione n. 5, che richiede competenze più elevate in ambito normativo, economico, gestionale e scientifico-culturale in capo ai soggetti che possono essere designati quali commissari. Tutto ciò a dimostrazione del rilevante lavoro svolto dalla Commissione, ascoltando senza preconcetti i rilievi e i suggerimenti di tutti i colleghi.

Manuela GHIZZONI (PD), illustrando una proposta di parere alternativo (vedi allegato 1), di cui raccomanda l'approvazione, ricorda innanzitutto come il Ministro Gelmini avesse dichiarato che entro la fine del mese di luglio sarebbero stati pubblicati nella Gazzetta Ufficiale ben 17 decreti di attuazione della riforma universitaria, mentre invece ne è stato pubblicato soltanto uno. Ciò a testimonianza che la struttura di attuazione a «scatole cinesi» della legge n. 240 del 2010 comporta un lavoro che il Ministero dell'università e della ricerca scientifica dimostra, al momento, di non essere in grado si svolgere. Stigmatizza, fra l'altro, il fatto - gravissimo - che non sia presente il rappresentante del Governo, che avrebbe potuto dare ragioni anche in merito a questi ingiustificabili ritardi. Circa la proposta di parere alternativo presentata dal gruppo del PD, rileva come la prima parte sia dedicata ad argomentare la delicatezza della materia oggetto dello schema di decreto, dato che l'università è un ente pubblico a finanza sostanzialmente derivata dallo Stato, pertanto la sua eventuale insolvenza potrebbe derivare proprio dalla diminuzione della contribuzione attesa o dall'aumento di spese obbligatorie definite dal Ministero, vale a dire interventi esterni alla gestione autonoma dei singoli atenei. Rileva, poi, come le università svolgano attività di natura pubblica che «produce» beni, quali l'alta istruzione e formazione, di natura non materiale, nei confronti dei quali è impropria la valutazione del solo metodo economico che fa leva sull'equilibrio tra costi e ricavi e che peraltro è inadeguato a coniugarsi con appropriatezza all'autonomia delle università. Sottolinea, inoltre, il problema dei finanziamenti di ricerca ottenuti a seguito di competizioni nazionali e internazionali, che non potranno essere utilizzati per sanare bilanci eventualmente in dissesto, data la loro specifica finalizzazione. Sulle criticità rilevate sullo schema di decreto, rinvia alle considerazioni del suo gruppo espresse in discussione generale, richiamando tuttavia come esso umili il ruolo degli atenei e la loro garanzia di autonomia, riconosciuta dall'articolo 33 della Costituzione, attraverso un approccio meramente ragionieristico al funzionamento del sistema universitario ed imposto unilateralmente dal Ministero, cioè dal potere politico. Ritiene inoltre, a nome del suo gruppo, che la procedura prevista sia illogica, poiché prima della dichiarazione di dissesto e commissariamento meglio sarebbe attivare una fase di warning che vincoli l'ateneo ad un programma di risanamento che non ne distrugga però la reputazione scientifica e didattica. Peraltro, questa previsione consentirebbe di disporre del necessario regime transitorio per quegli atenei che oggi si trovano in condizioni di difficoltà finanziaria, ma che già hanno predisposto dei piani di rientro, e che la normativa in parola costringerebbe al dissesto, vanificando gli sforzi già effettuati. Non si può poi tacere il fatto che la declaratoria di dissesto avvenga mediante la verifica di soli parametri contabili, escludendo ogni approfondimento delle ragioni di tali difficoltà e ogni analisi di contesto. Analogamente accade per la stesura del piano di rientro, che dovrà avvenire secondo condizioni e adempimenti imposti dal Ministero, che così esprime una sfiducia preventiva nei confronti del consiglio di amministrazione. Del resto, osserva che la mancanza della previsione di consultazione con la comunità accademica e con gli organi universitari di governo sul contenuto del piano di rientro, consente al Ministero di adottare decisioni assolutamente unilaterali. Fra l'altro, ritiene che si dovrebbe richiedere

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ai soggetti che possono essere designati quali commissari una maggiore conoscenza del funzionamento delle università e soprattutto si dovrebbe garantire la loro autonomia dall'autorità che li nomina. Stigmatizza, poi, il fatto che al termine della procedura di commissariamento, il rettore corresponsabile del dissesto sia posto nella sua precedente funzione. Conclude, infine, osservando come sia di fatto impossibile esprimere un parere sullo schema di decreto in esame e sull'impatto reale che esso avrà sul sistema universitario, poiché questo rinvia ad altri due successivi decreti di attuazione di notevole rilevanza, quali quello sul calcolo dei parametri per verificare lo stato di dissesto e quello sulle linee-guida per la redazione dei piani di rientro, che non saranno peraltro soggetti al controllo delle Commissioni parlamentari competenti. Preannuncia quindi il voto contrario del suo gruppo sulla proposta di parere presentata dal relatore.

Pierfelice ZAZZERA (IdV) preannuncia il voto contrario del suo gruppo sulla proposta di parere del relatore e il voto favorevole sulla proposta di parere alternativo presentato dall'onorevole Ghizzoni. Rileva come lo schema di decreto in esame sia frutto di una politica del settore universitario che in realtà, decurtando progressivamente i finanziamenti statali, determina in sostanza la chiusura degli atenei. In questo senso, osserva come il meccanismo previsto dallo schema di decreto in esame rappresenti un'orazione funebre per il sistema universitario, più che una modalità di controllo della spesa. Al riguardo, osserva che se vengono decurtati i fondi ordinari per il finanziamento delle università, la conseguenza ovvia è che si proceda verso la dichiarazione di dissesto, essendo quest'ultimo un atto solo ragionieristico, che non tiene conto delle università che stanno già cercando di risanare i conti. Rileva, quindi, che nel meccanismo così configurato il Governo utilizza, nei fatti, il commissario nominato per procedere in realtà alla chiusura delle università. Stigmatizza, infine, quale contraddizione di fondo del provvedimento in esame, il fatto che il Rettore non decada insieme agli altri organi, rendendolo pertanto esente da ogni responsabilità.

Paola GOISIS (LNP), in ordine al contenuto della condizione n. 7 della proposta di parere del relatore, propone che la stima dei beni delle università possa essere affidata solo alla competente Agenzia del territorio, piuttosto che, in alternativa, anche ad un perito privato.

Paola FRASSINETTI (PdL), relatore, accoglie la proposta di modifica avanzata dall'onorevole Goisis e riformula conseguentemente la proposta di parere favorevole da lei presentata (vedi allegato 2).

Antonio PALMIERI (PdL) osserva come con lo schema di decreto in esame si sia messo un tassello importante nell'attuazione della riforma del sistema universitario recata dalla legge n. 240 del 2010. Ricorda, al riguardo, i miglioramenti che l'attuale Governo ha proposto nel settore, riducendo, fra l'altro, della metà i settori scientifico-disciplinari, che passano da 370 a 180, riducendo del 25 per cento i corsi di laurea, che passano da 5.879 a 4.389, riducendo del 40 per cento i curricula che passano da 8.955 a 5.424, aumentando del 44 per cento i fondi per le università migliori in base al merito, che passano da 525 milioni di euro a 930 milioni di euro, aumentando di 106 milioni di euro il finanziamento per la ricerca per progetti di interesse nazionale. In relazione a tutti questi sforzi, spera che anche l'opposizione possa condividere, anche in piccola parte, i progressi di riforma del settore. Preannuncia, in conclusione, il voto favorevole del suo gruppo sulla proposta di parere come riformulata dal relatore.

Giuseppe GIANNI (PT) chiede chiarimenti in ordine alla vincolatività per il Governo delle osservazioni previste nel parere della Commissione.

Valentina APREA, presidente, ricorda che il Governo, che in generale può valutare

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l'opportunità di dare seguito alle osservazioni, si è impegnato in questa occasione a dare attuazione al parere della Commissione, così come sarà approvato.

Giuseppe GIANNI (PT), alla luce dei chiarimenti forniti dalla presidente, preannuncia il voto favorevole sulla proposta di parere come riformulata dalla relatrice.

Valentina APREA, presidente, ricorda che è stata presentata, da parte dei deputati Ghizzoni ed altri, una proposta di parere alternativo che è in distribuzione. Avverte che se risulterà approvata la proposta di parere del relatore, come riformulata, sarà preclusa la proposta di parere alternativo.

La Commissione approva quindi la proposta di parere favorevole con condizioni e osservazioni, come riformulata dal relatore (vedi allegato 2).

La seduta termina alle 14.35.

SEDE LEGISLATIVA

Martedì 2 agosto 2011. - Presidenza del presidente Valentina APREA. - Interviene il sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali, Luca Bellotti.

La seduta comincia alle 14.35.

Modifiche alla legge 3 febbraio 1963, n. 69, in materia di ordinamento della professione di giornalista.
C. 2393 Pisicchio.

(Seguito discussione e conclusione).

La Commissione prosegue la discussione della proposta di legge in titolo rinviata, da ultimo, nella seduta del 20 luglio 2011.

Valentina APREA, presidente, avverte che la pubblicità dei lavori della seduta odierna è assicurata anche tramite la trasmissione attraverso l'impianto audiovisivo a circuito chiuso, ai sensi dell'articolo 65, comma 2 del regolamento.
Avverte che le Commissioni competenti, affari costituzionali e giustizia, hanno espresso parere favorevole sugli emendamenti 1.1, 1.2, 3.1 e 6.1 del relatore, approvati in linea di principio dalla Commissione. Ricorda che gli emendamenti indicati saranno posti in votazione ai fini della loro approvazione definitiva. Dà quindi conto delle sostituzioni.
Si passa all'esame dell'articolo 1.

La Commissione, con distinte votazioni, approva gli emendamenti 1.1 e 1.2.
Approva quindi l'articolo 1, come modificato dagli emendamenti approvati.

Si passa all'esame dell'articolo 2.
La Commissione approva l'articolo 2.

Si passa all'esame dell'articolo 3.
La Commissione approva l'emendamento 3.1, soppressivo dell'articolo 3.

Si passa all'esame dell'articolo 4.
La Commissione approva l'articolo 4.

Si passa all'esame dell'articolo 5.
La Commissione approva l'articolo 5.

Si passa all'esame dell'articolo 6.
La Commissione approva l'emendamento 6.1.
Approva quindi l'articolo 6, come modificato dall'emendamento approvato.

Renato FARINA (PdL), intervenendo nel merito del provvedimento a titolo personale, ne rappresenta l'incongruità anche in relazione alla disciplina prevista in altri ordinamenti giuridici. Preannuncia quindi la sua astensione.

Ricardo Franco LEVI (PD) preannuncia, anche a nome del suo gruppo, il voto favorevole sul provvedimento in esame, rappresentando perplessità per la soppressione dell'articolo 3.

Giuseppe GIULIETTI (Misto), dopo aver svolto alcune considerazioni di merito, preannuncia, anche a nome del suo gruppo, il voto favorevole sul provvedimento in esame, ringraziando il relatore per il lavoro svolto.

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Giuseppe SCALERA (PdL) nel ricordare che il provvedimento in esame giunge a modificare l'ordine dei giornalisti dopo circa quaranta anni, preannuncia, anche a nome del suo gruppo, il voto favorevole sul provvedimento in esame.

Paola GOISIS (LNP), dando atto al relatore del lavoro svolto, si rammarica della soppressione dell'articolo 3. Preannuncia quindi, anche a nome del suo gruppo, il voto favorevole sul provvedimento in esame.

Valentina APREA, presidente, avverte che non essendovi obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo, ai sensi dell'articolo 90, comma 2, del Regolamento.
Pone quindi in votazione finale, per appello nominale, il nuovo testo della proposta di legge C. 2393 Pisicchio come modificata nel corso della discussione in sede legislativa.

La Commissione approva quindi, con votazione nominale finale, il nuovo testo della proposta di legge C. 2393 Pisicchio, come modificata nel corso della discussione in sede legislativa.

La seduta termina alle 14.55.

N.B.: Il resoconto stenografico della seduta è pubblicato in un fascicolo a parte.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 14.55 alle 15.

AVVERTENZA

Il seguente punto all'ordine del giorno non è stato trattato:

SEDE CONSULTIVA

Delega al Governo per il riassetto della normativa in materia di sperimentazione clinica e per la riforma degli ordini delle professioni sanitarie, nonché disposizioni in materia sanitaria.
Nuovo testo C. 4274 Governo.