CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 21 luglio 2011
515.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e Interni (I)
COMUNICATO
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COMITATO PERMANENTE PER I PARERI

Giovedì 21 luglio 2011. - Presidenza del presidente Isabella BERTOLINI.

La seduta comincia alle 9.45.

Disposizioni per la riqualificazione e il recupero dei centri storici e dei borghi antichi d'Italia.
Emendamenti testo unificato C. 169-582-583-1129-A.

(Parere all'Assemblea).
(Esame e conclusione - Parere).

Il Comitato inizia l'esame degli emendamenti.

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Isabella BERTOLINI, presidente, in sostituzione del relatore, impossibilitato a prendere parte alla seduta, rileva che l'emendamento 1.100 della Commissione contenuto nel fascicolo n. 3 non presenta profili critici per quanto attiene al rispetto del riparto di competenze legislative di cui all'articolo 117 della Costituzione e propone pertanto di esprimere su di esso il parere di nulla osta.

Nessuno chiedendo di intervenire, il Comitato approva la proposta di parere del presidente.

Modifiche alla legge 3 febbraio 1963, n. 69, in materia di ordinamento della professione di giornalista.
Emendamenti ulteriore nuovo testo C. 2393 Pisicchio.

(Parere alla VII Commissione).
(Esame e conclusione - Parere favorevole).

Il Comitato inizia l'esame degli emendamenti.

Isabella BERTOLINI, presidente, sostituendo il relatore, impossibilitato a prendere parte alla seduta, illustra gli emendamenti 1.1, 1.2, 3.1 e 6.1 del relatore, approvati dalla Commissione di merito in linea di principio nella seduta del 20 luglio 2011 e trasmessi ai fini del prosieguo della discussione in sede legislativa, e propone di esprimere su di essi parere favorevole.

Nessuno chiedendo di intervenire, il Comitato approva la proposta di parere del presidente (vedi allegato).

La seduta termina alle 9.55.

DELIBERAZIONE DI RILIEVI SU ATTI DEL GOVERNO

Giovedì 21 luglio 2011. - Presidenza del presidente Donato BRUNO.

La seduta comincia alle 14.20.

Schema di decreto legislativo recante meccanismi sanzionatori e premiali relativi a regioni, province e comuni.
Atto n. 365.
(Rilievi alla Commissione parlamentare per l'attuazione del federalismo fiscale).
(Seguito dell'esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta del 20 luglio 2011.

Donato BRUNO, presidente, nessuno chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

Schema di decreto legislativo recante codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione nonché nuove disposizioni in materia di documentazione antimafia.
Atto n. 373.

(Rilievi alla II Commissione).
(Seguito dell'esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta del 20 luglio 2011.

Donato BRUNO, presidente, nessuno chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 14.25.

SEDE REFERENTE

Giovedì 21 luglio 2011. - Presidenza del presidente Donato BRUNO. - Interviene il ministro per le pari opportunità Maria Rosaria Carfagna.

La seduta comincia alle 14.25.

Attuazione dell'articolo 49 della Costituzione.
C. 244 Maurizio Turco, C. 506 Castagnetti, C. 853 Pisicchio, C. 1722 Briguglio, C. 3809 Sposetti, C. 3962 Pisicchio e C. 4194 Veltroni.

(Seguito dell'esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta del 14 luglio 2011.

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Salvatore VASSALLO (PD) ricorda che in Italia i partiti politici non sono soggetti a nessuna disciplina, nonostante svolgano un ruolo pubblico di fondamentale importanza. Alcuni di essi si sono dati norme volte a garantire la democrazia interna, ma questo è avvenuto su base volontaria e non per obbligo di legge. Questo è stato fino ad oggi possibile in quanto l'articolo 49 della Costituzione è stato tradizionalmente inteso nel senso che ai partiti è richiesto soltanto di competere tra loro con metodi democratici, e quindi civilmente e senza il ricorso alla violenza, e non anche di assicurare al loro interno la democrazia. Questa interpretazione del dettato costituzionale trova avallo nei lavori dell'Assemblea costituente, nella quale si raggiunse un accordo compromissorio per non inserire nella Costituzione in modo espresso il vincolo, per l'esistenza dei partiti, della democrazia interna. Infatti alcuni partiti - e innanzitutto il Partito comunista italiano - non avevano una organizzazione interna effettivamente libera e democratica e temevano quindi che gli altri partiti potessero invocare questo fatto per porli fuori legge. L'accordo fu quindi nel senso che la vita interna dei partiti fosse un affare privato dei partiti stessi.
Osserva che le circostanze che erano alla base di questa interpretazione dell'articolo 49 sono venute meno, mentre ne sono sopraggiunte altre, le quali impongono una lettura evolutiva del citato articolo, in base alla quale l'obbligo di «concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale» non deve riguardare solo la dialettica tra i partiti, ma anche la vita interna di ciascun partito. È quindi giunto il momento di stabilire una disciplina pubblicistica dei partiti, in particolare con riferimento alla selezione dei candidati, che è un'attività di rilievo costituzionale. Occorre che il finanziamento pubblico dei partiti sia subordinato alla condizione che questi, nella selezione dei candidati, che è appunto un'attività di interesse pubblico generale, procedano in forme tali da assicurare la democrazia. In questo senso si orienta la proposta di legge presentata dal suo gruppo (C. 4194), la quale condiziona l'erogazione di una parte consistente di finanziamenti all'utilizzo, da parte dei partiti, delle elezioni primarie come strumento per la selezione dei candidati per le campagne elettorali.
Rileva, al riguardo, che le elezioni primarie, come le intende il suo partito, si distinguono da altre forme, non necessariamente non democratiche, di selezione dei candidati in virtù di alcune caratteristiche a suo avviso essenziali: quella di essere aperte, e quindi non riservate agli iscritti al partito, e quella di essere basate su un sistema chiaro, quello uninominale maggioritario, tale da porre l'elettore, anche il meno attento alle questioni politiche, di fronte a una scelta chiara tra più persone che egli è messo in condizione di conoscere. Alcuni sostengono che le primarie aperte a tutti sono esposte al rischio di inquinamenti, nel senso che potrebbero parteciparvi anche i sostenitori di partiti diversi da quello che svolge le primarie: a suo avviso, questo rischio sarebbe fortemente mitigato nel momento in cui tutti i partiti svolgessero elezioni primarie lo stesso giorno alla stessa ora. In ogni caso, la soluzione della registrazione preventiva dei partecipanti al voto non è a suo parere utile ad evitare il rischio e anzi lo accrescerebbe in quanto non impedirebbe a gruppi organizzati di registrarsi per inquinare le primarie di un partito rivale.
Infine, sottolinea che le elezioni primarie non possono in ogni caso neutralizzare gli effetti obbrobriosi della riforma elettorale Calderoli, con le sue liste bloccate, la quale, più che modificata, deve essere abrogata.

Maria Piera PASTORE (LNP) rileva che le proposte di legge in esame tendono a configurare i partiti politici come soggetti pubblici, tra l'altro imponendo l'adozione di uno statuto con atto pubblico: al riguardo fa presente che lo statuto della

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Lega Nord Padania e le sue modificazioni sono stati adottati con atto pubblico rogato da un notaio. Lo statuto è certamente un elemento essenziale alla vita di un partito, e del resto i partiti già ora si dotano di propri statuti.
Alcune proposte prevedono poi la presentazione, assieme allo statuto, anche del simbolo del partito e della relativa denominazione: al riguardo fa presente che il simbolo e la denominazione possono cambiare in occasione delle diverse campagne elettorali per esigenze varie, per cui imporne la registrazione finirebbe con il limitare l'autonomia del partito.
Non condivide poi la previsione di una disciplina speciale per i piccoli partiti a base locale o per le liste civiche, considerato che partiti o liste di questo genere sono spesso costituiti dai partiti maggiori nell'ambito delle strategie di una campagna elettorale.
Esprime perplessità anche sulla introduzione del principio di non confondibilità del simbolo del partito, atteso che la legge elettorale già vieta l'uso di simboli confondibili con quelli di altri partiti, ma questo non impedisce, di fatto, la presentazione, ad ogni tornata elettorale, di liste «patacca» che hanno la sola funzione di attirare a una forza politica i voti degli elettori più sprovveduti, inducendoli in errore rispetto alla lista per cui stanno votando.
Esprime altresì perplessità sull'introduzione di obblighi in relazione alle procedure di iscrizione e alle esclusioni, sottolineando come, in ogni caso, lo statuto del suo partito già consenta l'iscrizione anche agli stranieri, purché maggiorenni.
Quanto alle norme volte a tutelare le minoranze all'interno del partito, ritiene che si tratti di un profilo la cui disciplina debba spettare unicamente al partito, nell'esercizio della sua autonomia.
Quanto al finanziamento pubblico, premesso che il suo partito ha la massima attenzione per l'esigenza di contenimento delle spese per la politica, ritiene tuttavia che subordinare parti ingenti del finanziamento all'adozione delle elezioni primarie sia un'ingerenza grave nella autonomia dei partiti.
Reputa sbagliato, poi, prevedere l'erogazione dei rimborsi anche nel caso di referendum che non raggiungano il quorum, perché questo incentiva la iniziativa di referendum pretestuosi, promossi al solo fine di ottenere i finanziamenti pubblici.
In definitiva, ritiene che le norme sulla vita interna dei partiti contenute nelle proposte di legge in esame impongono in parte cose che i partiti già fanno, come adottare gli statuti in forma pubblica, e in parte cose che devono invece restare riservate all'autonomia dei partiti. Si tratta quindi di norme che irrigidiscono ingiustificatamente la vita dei partiti, nel tentativo forse di risolvere problemi interni a singoli partiti: se un partito ritiene, ad esempio, che si debba dare maggior spazio ai giovani o alle donne, nulla oggi impedisce che lo faccia autonomamente. Quanto alla legge elettorale, cui ha fatto riferimento il deputato Vassallo, osserva che essa non impedisce lo svolgimento delle elezioni primarie ai partiti che vi vogliano ricorrere ai fini della formazione delle liste bloccate.
Concludendo, ricorda che iscriversi a un partito è una scelta libera, con la quale si esprime una autonoma adesione ai valori e alle idee di quel partito e alla sua organizzazione interna, per cui imporre una regolamentazione esterna a un partito è, a suo parere, una assurdità. Esprime pertanto una forte perplessità su tutte le proposte di legge presentate.

Ugo SPOSETTI (PD) esprime preliminarmente un vivo ringraziamento alla Commissione per l'esame delle proposte di legge in materia di attuazione dell'articolo 49 della Costituzione ed esprime l'auspicio che il relatore possa giungere a sottoporre un testo unificato alla Commissione. Si tratta, infatti, della prima volta dall'entrata in vigore della Costituzione che in Parlamento si svolge una discussione sull'attuazione dell'articolo 49 della Costituzione. Discussione frenata in passato da

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un atteggiamento difensivo e astensionistico dei partiti politici, teso a anteporre allo strumento legislativo la non interferenza con la libera dialettica politica interna. Nei fatti, però, tale atteggiamento non ha certamente favorito né comportamenti politici etici, né il rapporto dei partiti politici con i cittadini.
Pone alcune domande a cui, a suo avviso, è necessario dare una risposta: chi è il partito, come si riconosce, quando, come e dove si costituisce, come vive (con riferimento alla democrazia interna), di cosa vive, come e dove si forma la sua classe dirigente (aspetto quello della formazione considerato fondamentale dai padri costituenti) e infine come vivono i partiti nel resto dell'Europa.
Sottolinea come il riconoscimento giuridico dei partiti, che è alla base della proposta di legge n. 3809 di cui è primo firmatario, non sia un fatto superfluo come potrebbe sembrare. La proprietà del simbolo, la legittimazione del nome sono elementi rilevanti, come dimostrano le vicissitudini processuali di piccoli gruppi politici a livello locale che hanno usato simboli di partiti storici della politica italiana.
Riguardo al principio di democraticità interna, rileva come ai tempi dell'Assemblea costituente era normale che non fosse apprezzato il controllo esterno sui partiti, controllo oggi necessario, tanto che sarebbe apprezzabile anche solo l'approvazione da parte del Parlamento di questa parte delle proposte di legge in esame.
Con riferimento al meccanismo della raccolta di firme per la presentazione delle liste elettorali che, specialmente negli ultimi tempi, non si è rivelato molto efficace, la proposta di legge n. 3809 di cui è primo firmatario ne propone l'abolizione. È sufficiente, a suo avviso, la prova della proprietà di nome e simbolo della lista elettorale.
Sull'introduzione delle primarie per la scelta dei candidati, la sua proposta di legge le ritiene necessarie, per la salvaguardia del principio di democraticità interna e per realizzare una scelta che sia quanto più possibile condivisa e che instradi il processo di formazione degli eletti al Parlamento in un'ottica di difesa della dignità e del lavoro del parlamento e del singolo parlamentare. La difesa dell'istituzione Parlamento e della sua dignità Parlamento è infatti un elemento fondamentale che negli ultimi mesi non ha avuto, a suo parere l'attenzione dovuta, come da lui segnalato al Presidente della Camera.
Sul problema delle risorse, ricorda che un partito ha quattro aree di attività: organizzazione, comunicazione, risorse e progetto politico. La disciplina introdotta dalla proposta di legge n. 3809 nasce dall'analisi dei sistemi vigenti negli altri Paesi europei e nella scelta del sistema tedesco. La base della proposta è la separazione tra politica e amministrazione, separazione necessaria come dimostra la storia degli ultimi trenta anni e valvola di salvaguardia vicendevole. Nella proposta di legge n. 3809 vengono proibiti i contributi ai partiti politici e vengono costituite, sulla falsariga dell'esperienza tedesca, le fondazioni, enti separati dai partiti e con un proprio bilancio, a cui confluiscono le erogazioni esterne.
Ritiene senz'altro necessaria una certa sobrietà nei comportamenti di chi svolge attività politica. Al tempo stesso, ritiene che non sia non è attribuibile ai partiti, come è stato fatto, tutto quello che è avvenuto in Italia negli ultimi decenni.
Preannuncia l'intenzione di presentare un progetto di riforma dell'articolo 69 della Costituzione in materia di indennità dei parlamentari; ritiene infatti che il Parlamento possa adottare uno statuto parlamentare che comprenda anche l'aspetto dell'indennità, come quello adottato dal Parlamento europeo nel 2009.
Conclude citando un'affermazione resa alcuni mesi fa dal Presidente Napolitano che evidenziava il grave impoverimento culturale dei partiti e della loro funzione e come il problema odierno sia che i partiti non riescano più ad essere quello che erano in passato, a causa del divorzio tra politica e cultura, della rottura reciproca del loro rapporto negli ultimi venti anni. Ricostruire questo rapporto costituisce una priorità per la società italiana.

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Mario TASSONE (UdCpTP) ringrazia il relatore per l'ottimo lavoro svolto nella relazione introduttiva, con la quale ha sintetizzato con grande chiarezza le diverse proposte in esame, ciascuna portatrice di un proprio contributo al dibattito.
Ricorda che della democrazia interna dei partiti e della necessità di prevederne una disciplina di legge si parla ormai da tempo e già ne discussero i costituenti, che approdarono all'attuale testo dell'articolo 49 dopo un approfondito confronto, nel quale si valutò anche se configurare i partiti alla stregua di organi costituzionali. È importante quindi capire se la discussione in atto debba soltanto aggiungersi a quelle svolte in passato o se ci sia l'effettiva volontà di arrivare ad una legge.
Quanto all'esigenza del rispetto, da parte dei partiti, della democrazia, osserva che senza dubbio i partiti, come ogni altra associazione, devono garantire il rispetto della Costituzione e quindi anche dei principi della democrazia, tanto più nel momento in cui, come è accaduto in Italia, i partiti hanno assunto un ruolo straordinario, fin quasi ad identificarsi, in certi momenti, con lo Stato.
È però riduttivo, a suo avviso, considerare i partiti come associazioni la cui funzione primaria o essenziale è quella della selezione dei candidati. I partiti possono concorrere come anche non concorrere alle elezioni: non necessariamente, cioè, devono presentare liste elettorali. Il loro compito è di elaborare un progetto politico e di formare la classe politica per contribuire a determinare la politica nazionale. Il punto è che, anziché perseguire questo interesse pubblico, i partiti talora inseguono la mera gestione del potere, ed è questo che ha rotto il legame con il corpo elettorale. Si è affermata cioè la tendenza a salvaguardare interessi corporativi piuttosto che quelli generali. Il sistema elettorale, in questo, non è ininfluente.
Osserva quindi che le proposte in esame dettano una disciplina spesso assai dettagliata, col rischio di irrigidire la vita dei partiti, in contraddizione con l'obiettivo dichiarato di restaurare il legame con la società civile, la quale è fluida, dinamica, in trasformazione. D'altra parte l'eccessivo irrigidimento delle regole interne del partito porterebbe davanti ai giudici ogni dissidio interno al partito, con la conseguenza di rimettere al potere giurisdizionale le decisioni attinenti alla vita dei partiti, che appartengono a una dimensione diversa. In definitiva, l'attuale assetto non impedisce ai partiti di svolgere le primarie. Certo le primarie sono essenziali se la funzione dei partiti è ridotta a quella di comitati elettorali, ma a suo avviso i partiti devono essere altro. Quanto poi alle quote rosa e a quelle per i giovani, si dichiara personalmente contrario: si tratta di ipocrisie che non intende appoggiare.
In conclusione, pur con tutte le perplessità accennate, assicura la piena disponibilità del suo gruppo a un confronto aperto.

Donato BRUNO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

Disposizioni per promuovere il riequilibrio delle rappresentanze di genere nei consigli e nelle giunte delle regioni e degli enti locali.
C. 3466 Amici, C. 3528 Mosca, C. 4254 Lorenzin, C. 4271 Anna Teresa Formisano e C. 4415 Governo.

(Seguito dell'esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta del 20 luglio 2011.

Maria Piera PASTORE (LNP) condivide la finalità comune delle proposte di legge, che è quella di assicurare una maggiore presenza delle donne nella politica, così da adeguare la rappresentanza politica del paese alla sua effettiva realtà, che vede le donne sempre più presenti con ruoli di rilievo e responsabilità nell'economia e nella cultura, e da ottemperare agli indirizzi dell'Unione europea e degli organismi internazionali, che sottolineano il ritardo dell'Italia in questo campo.

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Per inciso, rileva che il suo partito è storicamente contrario alle quote rosa, e su questo punto è forse opportuno, a suo avviso, avviare una riflessione interna.
Quanto agli strumenti mediante i quali le proposte in esame perseguono la promozione delle pari opportunità, ritiene preferibile quello della doppia preferenza rispetto a quello della quota di lista. Preferisce quindi la proposta di legge C. 4254 Lorenzin, che si limita a prevedere la rappresentanza di entrambi i sessi nelle liste, a pena di inammissibilità delle stesse, insieme con la doppia preferenza. È in ogni caso necessario chiarire se la doppia preferenza debba essere espressa all'interno della stessa lista o possa esserlo con riferimento a due liste diverse.
Per quanto riguarda poi la scelta di stabilire discipline diverse per i comuni sopra e sotto i 15 mila abitanti, rileva che il panorama dei comuni sotto i 15 mila abitanti è molto vario e che sarebbe meglio stabilire un tetto più basso, a 5 mila abitanti.
Ritiene poi necessario studiare un diverso sistema per le province. Infatti, considerato che il sistema elettorale dei consigli provinciali si basa su liste bloccate e non è quindi possibile inserire l'opzione della preferenza di genere senza modificare il sistema stesso, le proposte in esame si limitano a introdurre nella normativa vigente la quota di lista, che però, come ha già detto, non è a suo avviso utile al risultato, in quanto è sufficiente, per eludere l'obiettivo, candidare le donne in collegi elettorali perdenti.
Rileva, ancora, che sarebbero importanti anche norme per le pari opportunità nell'Assemblea capitolina, oltre che nella Giunta capitolina.
Sulla promozione della parità nella rappresentanza delle giunte degli enti locali, condivide il disegno di legge governativo che novella l'articolo 6, comma 3, del testo unico degli enti locali sostituendo il termine «promuovere» con il termine «garantire», in modo da rafforzare il principio, delegando le norme statutarie ad assicurarne il rispetto effettivo, ferma restando l'autonomia degli enti locali nel definire le misure a ciò necessarie. Si dovrebbero però prevedere anche meccanismi sanzionatori in caso di inadempimento.
Per quanto riguarda le proposte attinenti ai consigli regionali, esprime perplessità ricordando come la materia elettorale regionale sia materia rimessa all'autonomia regionale, pur nel limite dei principi stabiliti con legge dello Stato. Occorre quindi su questo una riflessione aggiuntiva.
Quanto infine alla previsione secondo cui l'atto di nomina della commissione di concorso deve essere inviato alla consigliera di parità per assicurare una forma di vigilanza sulle nomine stesse, osserva che si dovrebbe piuttosto prevedere la nullità dei concorsi in cui siano state nominate commissioni nelle quali, in violazione della legge, non sia assicurata la presenza di donne o, se del caso, di uomini.
In conclusione, dichiara la disponibilità del suo gruppo e la propria personale a collaborare per far sì che le donne siano effettivamente rappresentate negli organi politici del paese.

Donato BRUNO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

Disposizioni per la codificazione in materia di pubblica amministrazione.
C. 3209-bis-B, approvato dalla Camera e modificato dal Senato.

(Seguito dell'esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta del 19 luglio 2011.

Donato BRUNO, presidente, ricorda che il termine per la presentazione di emendamenti è scaduto alle ore 12 di mercoledì 20 luglio.
Comunica che sono stati presentati tre emendamenti a prima firma Favia che incidono sul comma 2 dell'articolo 1 del

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provvedimento (già articolo 43 del testo approvato dalla Camera), comma non modificato dal Senato. Tali emendamenti, in quanto volti a modificare disposizioni del testo approvate dalla Camera e non modificate dal Senato, e per le quali si è quindi già realizzato il criterio della doppia lettura conforme costituzionalmente richiesto per l'approvazione delle leggi, sono da considerare irricevibili e non saranno pertanto pubblicati nell'allegato al resoconto della seduta odierna.
Non essendoci pertanto emendamenti da porre in votazione, il testo sarà inviato alle Commissioni competenti per l'espressione del prescritto parere. Quindi, nessuno chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

Modifica all'articolo 133 della Costituzione, in materia di istituzione, modificazione e soppressione delle province.
C. 1242 cost. Gibelli, C. 4439 cost. Bersani, C. 4493 cost. Pastore e C. 4499 cost. Calderisi.
(Seguito dell'esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 14 luglio 2011.

Donato BRUNO, presidente, nessuno chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 15.45.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

Giovedì 21 luglio 2011.

L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 15.45 alle 15.55.