CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 12 luglio 2011
509.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Cultura, scienza e istruzione (VII)
COMUNICATO
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INTERROGAZIONI

Martedì 12 luglio 2011. - Presidenza del presidente Valentina APREA. - Interviene il sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca, Giuseppe Pizza.

La seduta comincia alle 10.20.

5-04688 Ghizzoni: Sulla riduzione di organico nelle scuole in provincia di Modena.

Il sottosegretario Giuseppe PIZZA risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 1).

Manuela GHIZZONI (PD), replicando, si dichiara insoddisfatta della risposta del rappresentante del Governo. Ricorda che l'atto ispettivo era volto soprattutto a stimolare l'attenzione del Governo sulla specificità della Provincia di Modena che, insieme a poche altre, vede incrementare costantemente il numero degli studenti. Sottolinea che per tale motivo i «tagli» previsti dal decreto-legge n. 112 del 2008 risultano nel territorio modenese più incisivi, creando ancora maggiori disagi rispetto al passato. Segnala, inoltre, che l'Esecutivo non fornisce risposta sulla richiesta in merito alla scuola primaria - che solo a Modena registra una riduzione

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di undici docenti rispetto all'anno passato - e sulle reali esigenze educative della città. Ritiene, inoltre, che anche in ordine al tempo pieno la risposta fornita dal rappresentante del Governo non sia veritiera: solo nel comune di Castelvetro, infatti, ben due prime classi non avranno più il modulo del tempo pieno. Segnala anche, con rammarico, la scomparsa dell'offerta del «tempo prolungato» per le classi della scuola media modenese, in particolare per le classi prime e seconde, un modulo orario molto apprezzato dalle famiglie, trattandosi di un tempo medio-lungo che si attestava sulle 33 ore settimanali. Ricorda quindi che la scuola modenese, da sempre un esempio di eccellenza, ora, invece, continuando a crescere le richieste in termini di alunni iscritti, sarà penalizzata dal fatto che continueranno a crescere le attese senza possibilità alcuna di dare adeguate risposte alle famiglie. Conclude, infine, stigmatizzando che anche il sistema di educazione per gli adulti versa in gravi difficoltà in consguenza dei tagli apportati alle relative risorse. Preannuncia quindi la presentazione di un'altra interrogazione, avente ad oggetto la scuola del carcere di Sant'Anna di Modena che rischia di non poter continuare l'attività. Con l'eventuale cessazione di quell'importante momento formativo i detenuti del carcere indicato non avranno alcuna opportunità di istruzione, venendo così meno la funzione costituzionalmente garantita di rieducazione dei detenuti, che è alla base del sistema penale italiano.

5-04703 Coscia: Sulla formazione degli organici nelle scuole del X municipio del comune di Roma.

Il sottosegretario Giuseppe PIZZA risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 2).

Maria COSCIA (PD), replicando, si dichiara parzialmente soddisfatta della risposta del rappresentante del Governo, di cui apprezza la completezza di dati tecnici. Sottolinea, però, che rispetto al nuovo plesso scolastico ubicato in zona Romanina-Tor Vergata, si danno notizie dettagliate circa la definizione complessiva dell'organico relativo all'Istituto, ma non si fornisce alcuna certezza circa la reale apertura delle classi di cui faceva richiesta il dirigente scolastico. A tale riguardo, auspica che possa trovare ulteriore spazio la possibilità, adombrata nelle conclusioni della risposta fornita dall'Esecutivo, di riesaminare la questione con margini per un possibile intervento nel senso auspicato dal suo atto ispettivo, nell'ambito delle operazioni per l'adeguamento dell'organico degli uffici scolastici.

5-04880 Giammanco: Sulle disposizioni riguardanti il conferimento degli assegni di ricerca ai sensi della legge n. 240 del 2010.

Il sottosegretario Giuseppe PIZZA risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 3).

Gabriella GIAMMANCO (PdL), replicando, si dichiara totalmente soddisfatta della risposta fornita dal Sottosegretario Pizza, che ringrazia. Sottolinea che il testo chiarisce e precisa in maniera netta ed univoca la questione degli assegni di ricerca, in particolare per quelli banditi prima dell'entrata in vigore delle nuove disposizioni normative. Ricorda, infine, che la questione era stata posta reiteratamente da diversi ricercatori interessati ad una corretta interpretazione della controversa materia.

Valentina APREA, presidente, dichiara quindi concluso lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno.

La seduta termina alle 10.35.

ATTI DEL GOVERNO

Martedì 12 luglio 2011 - Presidenza del presidente Valentina APREA. - Interviene

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il sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca scientifica, Giuseppe Pizza.

La seduta comincia alle 14.05.

Schema di decreto del Presidente della Repubblica recante regolamento per il conferimento dell'abilitazione scientifica nazionale per l'accesso al ruolo dei professori universitari.
Atto n. 372.

(Seguito dell'esame ai sensi dell'articolo 143, comma 4 del regolamento e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in oggetto, rinviato nella seduta del 28 giugno 2011.

Paola FRASSINETTI (PdL), relatore, presenta una proposta di parere favorevole con condizioni e osservazioni sul provvedimento in esame, che illustra (vedi allegato 4).

Luigi NICOLAIS (PD) ringrazia la relatrice per la dettagliata illustrazione della proposta di parere che considera però solo formalmente corretta. Al riguardo sottolinea, infatti, che il provvedimento in esame non aiuta a colmare la improcrastinabile necessità di avviare oggi i concorsi universitari fermi da oltre tre anni, poiché avviare in tre anni due diversi modi di reclutamento significa mettere in atto un sostanziale blocco delle procedure. Ribadisce, quindi, la necessità di avviare velocemente le pratiche concorsuali atte a far partire urgentemente i concorsi, mentre lo schema in esame non fa che rinviare e procrastinare tali scadenze. Ricorda infatti che il provvedimento in oggetto rinvia ad atti successivi - quali quelli relativi all'individuazione delle Commissioni di valutazione, dei settori concorsuali e dei criteri di selezione dei candidati - senza l'emanazione dei quali non si può procedere realmente verso l'espletamento dei concorsi universitari. A tal proposito, rileva che, allo stato attuale, non è quindi definibile il tempo necessario per l'avvio di un reale bando concorsuale, di modo che i novanta giorni previsti come termine per i suddetti adempimenti non sembrano affatto credibile. Aggiunge - in merito ai settori dell'Università, della ricerca e dei finanziamenti - che vi è una totale mancanza di controllo della variabile «tempo» che, invece, diviene sempre più centrale per il successo delle leggi in materia. Rileva che le stesse strutture ministeriali non sono adeguate ad accogliere l'elevato numero di domande che si prevedono e che avrebbero potuto efficacemente essere gestite se fosse entrata invece in vigore l'Anagrafe dei professori e dei ricercatori, già prevista dal decreto-legge n. 180 del 2008. L'Anagrafe, istituita nel 2008, non ha infatti ancora visto la luce mentre avrebbe consentito modalità indubbiamente più semplici per la gestione delle pubblicazioni scientifiche, nel rispetto della privacy e del diritto di autore. Senza l'attivazione della medesima si rischia invece la presentazione di ricorsi giurisdizionali che potrebbero bloccare l'intero impianto o, quanto meno, portare ad un ulteriore allungamento dei tempi. Sottolinea quindi che si potrebbe ipotizzare una procedura a sportello e non a bando, in cui tutte le fasi potrebbero essere espletate durante l'arco dell'anno, visto che l'abilitazione non richiede comparazione tra i candidati ma solo il riconoscimento dei titoli. Ritiene, infine, opportuno che il Governo presenti alle Commissioni competentei di Camera e Senato un nuovo schema di regolamento pienamente attuativo, che non operi alcun tipo di rinvio, accompagnato da uno specifico decreto ministeriale circa l'attivazione dell'Anagrafe citata. Sollecita in tal senso l'Esecutivo anche all'emanazione di uno schema di riparto fra gli Atenei delle risorse destinate al fondo per i professori associati.

Eugenio MAZZARELLA (PD) condivide le osservazioni testè espresse dal collega Nicolais sul piano generale, mentre personalmente ritiene che il provvedimento in esame, piuttosto che contribuire ad una risoluzione del problema, divenga una parte di esso. Innanzitutto, bisognerebbe cercare di ovviare alle criticità emerse

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platealmente, almeno per ciò che riguarda la valutazione dell'area umanistica rispetto alla valutazione dell'area delle scienze dure. A tal proposito, ricorda che l'attività di valutazione non si concreta mai nella somma di parametri quantitativi, quanto piuttosto nello sforzo di enucleare elementi qualitativi di comparazione. Sottolinea che per l'area delle scienze pure, ad esempio la Fisica, la relativa letteratura scientifica può dirsi gestita da una comunità linguistica coesa, ciò che invece non può sostenersi per l'area umanistica. Al riguardo, segnala che l'ANVUR ha evidenziato che gli indicatori solo quantitativi sono applicabili per lo smaltimento della prima tornata di domande; tali criteri, quindi, serviranno principalmente per scremare le migliaia di domande che verranno presentate. Ritiene emblematico, in proposito, il criterio che assegna 3 punti ad una monografia edita da editori internazionali e 1 solo punto alla monografia edita da editori nazionali. Per una monografia umanistica non è però il criterio della collocazione geografica della casa editrice che può valere, ricordando che una media monografia scientifica, ad esempio in area filosofica, include e fa riferimento ad una bibliografia in almeno quattro lingue dalla quale può ricavarsi il criterio di internazionalità per un saggio scientifico di area umanistica. Mette in guardia, quindi, da tali criteri automatici di valutazione che potrebbero far balzare in testa al merito, ad esempio, autori che pubblicano traduzioni a pagamento a livello internazionale. Parimenti, non comprende come una monografia, ad esempio, in materia costituzionale, pubblicata in Italia da case editrici giuridiche di eccellenza, valga 1 punto mentre una monografia pubblicata da un qualsiasi editore minore straniero possa valere 3. Segnala come gli stessi professionisti della valutazione ritengano tali procedure inconcepibili e inapplicabili all'area umanistica.

Valentina APREA, presidente, ricorda all'onorevole Mazzarella che ci saranno altri schemi di regolamento di attuazione, su cui potrà svolgere i riferimenti dettagliati che ha indicato, che esulano peraltro dall'esame del provvedimento in discussione.

Eugenio MAZZARELLA (PD), considerando si tratti comunque di valutazioni di buon senso, sottolinea che ricercare editori o riviste che abbiano un collegio scientifico di revisori può essere un criterio che aumenta la promozione della qualità. Ricorda che, al momento, è il Fondo di ricerca assegnato che contribuisce, in base alle risorse disponibili per la pubblicazione, a orientare la scelta dell'editore e della collocazione editoriale, sulla base dei costi coperti. Pertanto, è tale meccanismo che dovrebbe considerare una Commissione che valuti attentamente nel merito i testi sottoposti al suo esame. Non è d'altra parte possibile abilitare l'intelligenza. Ricorda che della quarta parte di Così parlò Zarathustra furono tirate 40 copie che Nietzsche pagò di tasca propria; Walter Benjamin d'altronde fallì il tentativo di ottenere l'abilitazione presso l'Università di Francoforte, a dimostrazione del fatto che l'intelligenza non può essere sempre certificata a priori.

Pierfelice ZAZZERA (IdV) ricorda, innanzitutto, come in sede di esame del disegno di legge di riforma del settore universitario proposto dal ministro Gelmini, divenuta poi legge n. 240 del 2010, il suo gruppo aveva scelto una linea di opposizione costruttiva. In particolare, con riguardo all'elaborazione delle nuove procedure di reclutamento dei professori universitari, il suo partito aveva proposto una lista chiusa, in modo che il numero dei posti banditi fosse pari a quello dei posti effettivamente vacanti nelle università; un meccanismo di sorteggio per l'individuazione dei membri delle commissioni esaminatrici e la previsione di un'incompatibilità per i parenti fino al terzo grado. Con riguardo all'atto in esame, osserva invece come le numerose condizioni e osservazioni contenute nella proposta di parere presentata dal relatore testimonino che il provvedimento, anche a giudizio della maggioranza, debba essere ampiamente

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modificato. Una prova di ciò emerge anche dall'opportuna condizione, contenuta nella proposta di parere presentata dal relatore, relativa al doveroso rispetto dello status dei professori straordinari possessori dell'idoneità nazionale per la prima fascia, ai sensi dell'articolo 1, comma 12, della legge n. 230 del 2005, ai fini della loro partecipazione alla lista di candidati eleggibili nelle commissioni di concorso; il loro status è infatti totalmente equiparato dalla citata norma di legge - non abrogata dalla riforma generale del settore recata dalla legge Gelmini n. 240 del 2010 - a quello dei professori ordinari. Osserva, al riguardo, che l'omissione di una tale previsione si tradurrebbe sicuramente nella presentazione di ricorsi giurisdizionali da parte degli aventi diritto ingiustamente esclusi, con il rischio di bloccare subito le procedure concorsuali. Invita, poi, a trasformare in condizione, l'osservazione che richiede di precisare, con riguardo all'articolo 8, comma 3, che i pareri pro-veritate possano essere richiesti solo dalla maggioranza della Commissione. Si riserva, quindi, di comprendere quali siano gli orientamenti della maggioranza ai fini della votazione della proposta di parere.

Emerenzio BARBIERI (PdL), rappresenta all'onorevole Zazzera come la relatrice, indicando nella sua proposta di parere numerose condizioni e osservazioni all'atto in esame, si sia posta, in un opportuno rapporto dialettico con il Governo, lungo la stessa linea indicata al partito della Libertà dal nuovo segretario Angelino Alfano. Osserva, fra l'altro, che si sono opportunamente recepite numerose segnalazioni provenienti dagli ambienti del settore, fatte pervenire alla Commissione sia in sede di audizione sia in via informale. Invita, quindi, a inserire quale condizione nella proposta di parere la necessaria garanzia, ai sensi dell'articolo 16, comma 3, lettera e), della legge n. 240 del 2010, della pubblicità degli atti e dei giudizi espressi dalle commissioni, al fine di assicurare la massima trasparenza dei lavori delle commissioni.

Manuela GHIZZONI (PD) ricorda innanzitutto all'onorevole Barbieri, con riguardo alla sua indicazione di integrare la proposta di parere del relatore, che la pubblicità degli atti delle procedure di concorso è già pienamente garantita dalla legge. Occorre invece, a suo parere, avviare una seria valutazione delle politiche di reclutamento, al fine di premiare le università che selezionano i docenti migliori e di sanzionare quelle che seguono logiche non meritocratiche. Rileva, altresì, che la richiesta dell'onorevole Barbieri si inserisce nella logica di affidarsi alle procedure per migliorare il sistema, invece di innovare i processi improntandoli alla valutazione. Osserva come, in ogni caso, la pubblicità non garantisca la bontà dell'esito della procedura. Ricorda, quindi, come nel gennaio 2009, in sede di conversione del decreto-legge n. 180 del 2008, il ministro Gelmini annunciò l'avvio del nuovo sistema di reclutamento volto ad introdurre una piena «trasparenza dei concorsi e la fine del potere delle baronie accademiche». A due anni di distanza, in occasione dell'approvazione in Consiglio dei ministri del decreto sull'abilitazione, il Ministro ha utilizzato le stesse enfatiche motivazioni della propria azione «riformatrice». Coerenza vorrebbe allora che il responsabile del dicastero prendesse atto quanto meno del fallimento delle norme previste dal citato decreto-legge n. 180 che ha istituito il meccanismo del sorteggio per la selezione dei commissari. Ciò a testimonianza che si interviene sempre puntando a modificare le procedure di reclutamento e non anche, come dovrebbe essere, sulle politiche di valutazione. Osserva, poi, con riguardo ai rilievi formulati nel parere del Consiglio di Stato in ordine alla modalità esclusivamente telematica di presentazione dei titoli e delle pubblicazione dei candidati, che sarebbero facilmente superati se fosse già attiva l'Anagrafe dei professori e dei ricercatori, prevista dal decreto-legge n. 180 del 2008, che tuttora non è operativa. Stigmatizza, quindi, il fatto che anche nella politica universitaria il Governo proceda con la logica degli annunci, poi regolarmente disattesi.

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Replicando ancora all'onorevole Barbieri, il quale interpreta la presenza di numerose osservazioni e condizioni nella proposta di parere del relatore come segno di una positiva interlocuzione tra la maggioranza ed il Governo, ricorda che il Presidente della Repubblica, all'atto della promulgazione della legge n. 240 del 2010, aveva invitato il Governo a condividere la parte attuativa della legge medesima con le parti interessate. Tale invito è stato fino ad ora disatteso. L'assenza di tale doverosa interlocuzione e la scelta di approvare il primo decreto attuativo in tempi rapidissimi, per motivi anche di propaganda, hanno determinato la stesura di un testo impreciso, foriero di futuri ricorsi in sede giurisdizionale. Tale evidenza è conclamata anche dai severi rilievi espressi dal Consiglio di Stato. Ne consegue che, a sei mesi dall'approvazione del decreto in Consiglio dei ministri, si è comunque ben lontani dalla sua emanazione. Al riguardo, segnala fra l'altro come occorrano, per l'avvio delle procedure di abilitazione, altri due provvedimenti attuativi, segnatamente in materia di definizione delle nuove aree concorsuali e di individuazione dei criteri di valutazione. È del tutto evidente che in tali situazioni i nuovi concorsi non potranno svolgersi se non dal prossimo anno accademico. Osserva, quindi, come la modifica continua della normativa portata avanti ormai da anni dal Governo abbia in realtà quale obiettivo il blocco delle procedure concorsuali, per evitare nuovi accessi ai ruoli universitari. A tale proposito, peraltro, rileva che il Governo non ha ancora proceduto all'emanazione del decreto interministeriale per il riparto delle risorse previste nel disegno di legge finanziaria per il 2011, pur necessaria all'attivazione del piano straordinario di reclutamento di professori associato. Evidentemente non vi è alcuna volontà di procedere all'attuazione di tale previsione normativa; lo dimostra anche il fatto che alla sua interrogazione sull'argomento il Ministero ha fatto sapere in via informale che non è in condizione di rispondere in tempi brevi, sebbene l'atto di sindacato ispettivo sia stato presentato già dall'aprile scorso.

Valentina APREA, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 14.50.

COMITATO RISTRETTO

Martedì 12 luglio 2011.

Legge quadro per lo spettacolo dal vivo.
C. 136 Carlucci, e abbinate, C. 459 Ciocchetti, C. 769 Carlucci, C. 1018 Froner, C. 1156 Ceccacci Rubino, C. 1183 De Biasi, C. 1480 Zamparutti, C. 1564 Giammanco, C. 1610 Zazzera, C. 1849 Rampelli, C. 1935 Caparini, e C. 2280 Goisis.

Il Comitato ristretto si è riunito dalle 14.50 alle 15.10.