CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 5 luglio 2011
505.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e Interni (I)
COMUNICATO
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COMITATO DEI NOVE

Martedì 5 luglio 2011.

Modifiche al titolo V della parte seconda della Costituzione, in materia di soppressione delle province.
Emendamenti C. 1990-1836-1989-2264-2579-A/R.

Il Comitato dei nove si è riunito dalle 10.10 alle 10.45.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

Martedì 5 luglio 2011.

L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 11.50 alle 11.55.

SEDE REFERENTE

Martedì 5 luglio 2011. - Presidenza del presidente Donato BRUNO. - Interven

gono

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il ministro della gioventù Giorgia Meloni e il sottosegretario di Stato per l'interno Sonia Viale.

La seduta comincia alle 12.05.

Partecipazione dei giovani alla vita economica, sociale, culturale e politica della Nazione ed equiparazione tra elettorato attivo e passivo.
C. 849 cost. Pisicchio, C. 997 cost. Lenzi, C. 3296 cost. Vaccaro, C. 4023 cost. Gozi e C. 4358 cost. Governo.

(Seguito dell'esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta del 28 giugno 2011.

Beatrice LORENZIN (PdL) ritiene che equiparare l'età per essere eleggibili a quella per essere elettori risponda a un principio di ragionevolezza ed equità: infatti il cittadino che secondo l'ordinamento è maggiorenne, e quindi capace di porre in essere atti giuridici e di votare nelle elezioni, deve essere considerato anche maturo per essere eletto. Occorre d'altra parte prendere atto dei cambiamenti sociali intervenuti in Italia dal 1948, dei quali, tra l'altro, è un segno l'abbassamento della maggiore età da 21 a 18 anni, né si può trascurare che molti altri paesi prevedono l'eleggibilità al compimento della maggiore età.
Invita peraltro a riflettere sul fatto che la differenza di età media tra i deputati, eleggibili a 25 anni, e i senatori, eleggibili a 40, è oggi una delle principali differenze tra la Camera e il Senato: nel momento in cui tale differenza viene meno, è forse opportuno pensare anche a una riforma del bicameralismo, che è ormai una caratteristica istituzionale solo italiana, eventualmente prevedendo la differenziazione delle funzioni delle due Camere.
Valuta infine favorevolmente la proposta contenuta nel disegno di legge del Governo di introdurre nella Costituzione il principio del riconoscimento del merito: un principio che, a suo avviso, in questo paese viene spesso enunciato, ma non sempre concretamente applicato.

Pierguido VANALLI (LNP) rileva che la proposta contenuta nel disegno di legge del Governo di introdurre nella Costituzione il principio secondo cui la Repubblica deve valorizzare il merito e la partecipazione attiva dei giovani alla vita economica, sociale, culturale e politica della Nazione è senz'altro condivisibile, oltre che rispondente a un'esigenza largamente avvertita nella società. La partecipazione dei giovani alla vita pubblica è auspicabile, anche perché l'impegno civile dei giovani è spesso entusiastico, costruttivo e completamente disinteressato.
Quanto all'equiparazione dell'età per l'elettorato passivo a quella per l'elettorato attivo, rileva che è certamente ragionevole l'osservazione secondo cui, se con la maggiore età si può eleggere, si deve anche poter essere eletti, né può trascurarsi che altri paesi si regolano in questo modo. Esprime peraltro una personale perplessità circa la effettiva capacità di un cittadino appena maggiorenne di rappresentare il corpo elettorale in Parlamento, dichiarandosi comunque pronto ad essere confutato alla prova dei fatti. Conclude quindi dicendosi certo che sussistano tutte le condizioni per una rapida approvazione del provvedimento.

Donato BRUNO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

Sull'ordine dei lavori.

Donato BRUNO, presidente, propone di invertire l'ordine del giorno e di passare ora all'esame degli atti comunitari.

La Commissione concorda.

La seduta, sospesa alle 12.20, riprende alle 12.35.

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DL 89/2011: Disposizioni urgenti per il completamento dell'attuazione della direttiva 2004/38/CE sulla libera circolazione dei cittadini comunitari e per il recepimento della direttiva 2008/115/CE sul rimpatrio dei cittadini di Paesi terzi irregolari.
C. 4449 Governo.

Sentenza Corte di giustizia dell'Unione europea 2011/C 186/14 Causa C-61/11 PPU del 28 aprile 2011.
Doc. LXXXIX, n. 135.

(Seguito dell'esame congiunto e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame congiunto del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta del 30 giugno 2011.

Donato BRUNO, presidente, avverte che sulla Gazzetta Ufficiale n. 151 del 1o luglio 2011 è stato pubblicato il seguente errata corrige relativo al decreto legge in esame: «all'articolo 3, comma 1, lettera e) - articolo 14-ter, comma 2, dove è scritto «all'articolo 19, comma 2», leggasi: «all'articolo 19, comma 2-bis».
Avverte inoltre che in data odierna è stata inviata alla Commissione, ai sensi dell'articolo 127-bis del regolamento, la sentenza della Corte di giustizia dell'Unione europea 28 aprile 2011, emessa nella causa C-61/11 PPU, su domanda di pronuncia pregiudiziale proposta dalla Corte di appello di Trento.
Poiché la sentenza chiarisce il contenuto della direttiva 2008/115/CE, che il decreto-legge in esame recepisce nell'ordinamento italiano, avverte che essa sarà esaminata congiuntamente al decreto-legge stesso, ai sensi del comma 5 del citato articolo 127-bis, del regolamento.
Chiede quindi al rappresentante del Governo se sia in grado di fornire i dati chiesti nella precedente seduta dal deputato Zaccaria.

Il sottosegretario Sonia VIALE riferisce che il tempo medio della permanenza nei centri di identificazione ed espulsione è di 120 giorni, come del resto indicato anche nella relazione tecnica allegata al disegno di legge di conversione in esame. Al riguardo fa presente che il dato della permanenza media non è, a suo avviso, significativo per valutare l'opportunità di prolungare il tempo massimo di trattenimento nei centri di identificazione ed espulsione. Infatti l'identificazione dello straniero, necessaria ai fini del rimpatrio, richiede, a seconda dei casi, più o meno tempo. Per contro, va detto che l'elevazione del tempo massimo da 60 a 180 giorni, disposta nel 2009, ha comportato la forte riduzione del numero di stranieri che vengono dimessi dai centri di identificazione ed espulsione senza essere stati ancora identificati, per decorrenza dei termini massimi di trattenimento: si passa infatti da circa 3.900 nel 2009 a circa 1.200 nel 2010.
Per quello che riguarda le denunce per il reato di ingresso e soggiorno clandestino, riferisce che da agosto 2009 ad aprile 2011 esse sono state oltre 43 mila. Nello stesso periodo risultano denunciati per il reato di violazione e reiterata violazione dell'ordine di allontanamento del questore oltre 56 mila stranieri.
Quanto alle espulsioni, queste sono state, dal 2008 al 2010, circa 60 mila.

Roberto ZACCARIA (PD), nel ringraziare il sottosegretario Viale per i dati forniti, osserva che dai medesimi dati si possono trarre conclusioni differenti. In particolare, non concorda sul fatto che il dato della permanenza media non sarebbe significativo in relazione alla fissazione del tempo massimo di trattenimento nei centri di identificazione ed espulsione.

Matteo BRAGANTINI (LNP) ricorda che 18 mesi sono il tempo massimo di trattenimento degli stranieri nei centri di identificazione ed espulsione: nulla impedisce che le informazioni necessarie per l'identificazione e quindi il rimpatrio dello straniero possano essere acquisite in minor tempo. D'altra parte, è la direttiva stessa a consentire il trattenimento fino a 18 mesi e non si vede quindi perché l'Italia dovrebbe stabilire un termine inferiore. È infatti prudente riservarsi, per l'identificazione dello straniero,

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il tempo massimo consentito, fermo restando che l'interesse di tutti è di abbreviare il più possibile la permanenza dello straniero nei centri di identificazione ed espulsione, dal momento che questa ha un costo per la collettività.

Roberto ZACCARIA (PD) ricorda che nei centri di identificazione ed espulsione gli stranieri sono soggetti, di fatto, a un trattamento assimilabile a quello detentivo in carcere, non certo a un trattamento di accoglienza. La libertà personale è tuttavia un valore della massima rilevanza costituzionale e la sua limitazione, in assenza di condanna penale, deve essere prevista solo in casi estremi e di necessità. Mentre però la direttiva considera il trattenimento fino a 18 mesi come ipotesi estrema, il decreto in esame lo prospetta di fatto come l'opzione ordinaria.
Quanto alla tesi secondo cui è comunque interesse dello Stato, per ragioni di costo, che il trattenimento dello straniero non si prolunghi troppo a lungo, fa presente che, quando si parla di libertà personale, non si può ragionare in termini di costi finanziari.
Aggiunge che sarebbe utile sapere quanti paesi dell'Unione europea hanno fissato a 18 mesi il tempo massimo di trattenimento degli stranieri nei centri di identificazione ed espulsione.

Isabella BERTOLINI (PdL), relatore, ritiene che, data la brevità del tempo disponibile per l'esame del provvedimento in sede referente, sarebbe stato oggi preferibile concentrarsi sulle questioni di merito, piuttosto che insistere nella richiesta di dati che dovrebbero già essere a conoscenza dei membri della Commissione, considerato che non è la prima volta che questa affronta i temi legati all'immigrazione irregolare.
Per quanto riguarda il termine di 18 mesi, fa presente che esso è stabilito dalla stessa direttiva e che, per quanto riguarda gli altri paesi europei, il Regno unito addirittura non prevede nessun termine massimo al trattenimento. Ricorda, inoltre, che le persone trattenute nei centri di identificazione ed espulsione sono stranieri entrati in Italia illegalmente e che il loro trattenimento è necessario per consentirne l'identificazione e quindi il rimpatrio.

Roberto ZACCARIA (PD) rileva che i dati sono indispensabili per la discussione. Quanto al fatto che la Commissione ha già affrontato altre volte questi temi, questo non implica, a suo avviso, che possa ora fare a meno dei dati numerici. Fa presente, d'altra parte, che la sua richiesta di dati non impedisce ai componenti della Commissione di discutere sul provvedimento in esame.

Mario TASSONE (UdCpTP) ritiene che il richiamo alla necessità di attuare la direttiva comunitaria sia stato, per il Governo, solo un pretesto per ricorrere alla decretazione d'urgenza e limitare, in questo modo, la discussione parlamentare, che, invece, su temi così delicati, dovrebbe essere attenta e approfondita e avvenire nel quadro di un confronto ampio con il Governo sulle politiche di fondo in materia di immigrazione. Sottolinea che, in assenza di un effettivo confronto politico sulle questioni di fondo, non è possibile pensare di risolvere i problemi con un decreto-legge.

Donato BRUNO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta, ricordando che il termine per la presentazione di emendamenti è fissato alle ore 14 di oggi, che gli emendamenti presentati saranno esaminati nella seduta di domani e che il mandato al relatore sarà conferito nella seduta di dopodomani, essendo l'inizio della discussione in Assemblea stabilito per lunedì prossimo, 12 luglio.

La seduta termina alle 13.

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ATTI DELL'UNIONE EUROPEA

Martedì 5 luglio 2011. - Presidenza del presidente Donato BRUNO.

La seduta comincia alle 12.20.

Programma di lavoro della Commissione per il 2011.
(COM(2010)623 def.).

Programma di 18 mesi delle Presidenze polacca, danese e cipriota.
(11447/11).

Relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea, relativa all'anno 2011.
Doc. LXXXVII-bis, n. 1.

(Parere alla XIV Commissione).
(Seguito dell'esame congiunto e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame congiunto dei provvedimenti, rinviato, da ultimo, nella seduta del 30 giugno 2011.

Donato BRUNO, presidente, nessuno chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 12.25.

AUDIZIONI INFORMALI

Martedì 5 luglio 2011.

Audizione di esperti della materia nell'ambito dell'esame, per la deliberazione di rilievi su atti del Governo, dello schema di decreto legislativo recante meccanismi sanzionatori e premiali relativi a regioni, province e comuni.
Atto n. 365.

L'audizione informale è stata svolta dalle 13.50 alle 15.

COMITATO PERMANENTE PER I PARERI

Martedì 5 luglio 2011. - Presidenza del presidente Isabella BERTOLINI.

La seduta comincia alle 15.

Disposizioni in materia di alleanza terapeutica, di consenso informato e di dichiarazioni anticipate di trattamento.
Emendamenti C. 2350-A, approvato in un testo unificato dal Senato ed abb.

(Parere all'Assemblea).
(Esame e conclusione - Parere).

Il Comitato inizia l'esame degli emendamenti.

Isabella BERTOLINI, presidente e relatore, rileva che né gli emendamenti contenuti nel fascicolo n. 3 né gli emendamenti 3.3000 e 3.3001 della Commissione presentano profili critici per quanto attiene al rispetto del riparto di competenze legislative di cui all'articolo 117 della Costituzione e propone pertanto di esprimere su di essi il parere di nulla osta.

Nessuno chiedendo di intervenire, il Comitato approva la proposta di parere del presidente.

La seduta termina alle 15.05.