CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 29 giugno 2011
503.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari esteri e comunitari (III)
COMUNICATO

TESTO AGGIORNATO AL 7 LUGLIO 2011

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COMITATO PERMANENTE SUGLI ITALIANI ALL'ESTERO

Mercoledì 29 giugno 2011. - Presidenza del presidente Marco ZACCHERA.

La seduta comincia alle 9.

Comunicazioni del presidente.

Marco ZACCHERA, presidente, fa presente di avere sottoposto all'attenzione del Ministro degli affari esteri la questione dell'imminente chiusura della scuola elementare italiana di Istanbul, richiamando l'importanza di tale struttura per la diffusione della cultura e della lingua italiana in Turchia. Ricorda, quindi, che nella seduta del Comitato dell'8 giugno era stato affrontato il tema della riforma degli organi di rappresentanza degli italiani all'estero, oggetto della proposta di legge C. 4398, approvata dal Senato. L'Ufficio

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di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, della Commissione non ha ancora deliberato in merito alla calendarizzazione del provvedimento come segnale di attenzione alle perplessità sollevate da esponenti del Partito Democratico. Occorre tuttavia considerare come realistica e imminente l'ipotesi della calendarizzazione del provvedimento e definire di conseguenza un metodo di lavoro. Richiama, infine, i contatti avviati con la presidenza della I Commissione per promuovere l'avvio alla Camera dei deputati dell'esame dei provvedimenti in tema di riforma dell'esercizio del voto all'estero.

Gianni FARINA (PD), ritenendo che il Comitato rappresenti la sede per dare voce ai bisogni delle collettività italiane all'estero, intende, in primo luogo, richiamare l'attenzione sulla gravità dell'imminente chiusura del consolato di Lille, nel solco di una scelta perseguita dalla Farnesina che rasenta l'irresponsabilità e che penalizza gli interessi del Paese. Richiamando l'analogo caso del consolato di Losanna, preannuncia che domani parteciperà ad una manifestazione di protesta a Lille, esprimendo l'auspicio che il Ministero possa aprire in quel luogo quanto meno uno sportello permanente. Esprime, inoltre, solidarietà a coloro che si battono per impedire la chiusura della scuola elementare italiana ad Istanbul, in ragione dell'importanza di mantenere una presenza italiana in una megalopoli in grande espansione economica e culturale.
Ricordando di avere presentato una propria proposta di legge sulle modalità del voto degli italiani all'estero, da ritenersi ormai superata a seguito della presentazione di quella del gruppo del Partito Democratico, osserva che, in ogni caso, vi è la possibilità, anche in considerazione di possibili elezioni anticipate, di evitare alcuni inconvenienti verificatisi in passato anche senza modifiche legislative. A titolo esemplificativo cita la stampa delle schede elettorali solo in Italia, l'istituzione di comitati di controllo e una manutenzione continua dell'AIRE.
Quanto alla riforma della rappresentanza delle collettività italiane all'estero, giudica negativamente la proposta approvata dal Senato in quanto non corrispondente agli interessi degli italiani all'estero e comunque bisognosa di correttivi essenziali. Osserva che qualunque ipotesi di riforma deve partire dal dato di fatto, da lui personalmente riscontrato in occasione di numerose celebrazioni del 150o anniversario dell'Unità d'Italia, del grande attivismo dei COMITES, per cui a suo avviso occorre procedere speditamente al loro rinnovo, non essendo accettabile un atteggiamento dilatorio che potrebbe portare allo svolgimento di nuove elezioni nella primavera del 2013 raddoppiandone di fatto il mandato.

Marco ZACCHERA, presidente, chiede al collega Farina di testimoniare la sua solidarietà ai connazionali residenti a Lille. Fa presente di avere presentato un atto di sindacato ispettivo sulla situazione della scuola elementare italiana di Istanbul. Quanto al tema della riforma della legge sul voto degli italiani all'estero, propone la stesura di un documento che esprima la posizione del Comitato. Si fa, infine, carico di riferire alla presidenza della III Commissione l'orientamento dei gruppi sulla riforma degli organi di rappresentanza delle collettività italiane all'estero.

Marco FEDI (PD) sottolinea che la presente legislatura rischia di essere ricordata per i drastici tagli alle risorse finanziarie e per riforme inutili come quella dei COMITES. Ritiene che non si possa procedere ad una riforma degli organismi di rappresentanza prima di affrontare il tema del voto degli italiani all'estero, sul quale attualmente è in corso un ampio dibattito, anche presso gli organi di informazione, con ipotesi che arrivano fino all'abolizione della circoscrizione estero.
Ritiene che il Comitato, se non vuole essere condannato a svolgere un ruolo

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secondario, debba prioritariamente occuparsi di temi come quello delle pensioni degli italiani all'estero, rispetto al quale propone di svolgere un'audizione di rappresentanti dell'INPS per chiarire alcuni gravi fatti recentemente verificatisi, nonché quelli della cittadinanza e dell'informazione, rispetto al quale sarebbe importante sentire rappresentanti di RAI International.

Marco ZACCHERA, presidente, concorda sull'opportunità di audire rappresentanti dell'INPS e di RAI International entro il prossimo mese di luglio.

Fabio PORTA (PD) ritiene che il Parlamento, in quanto massima espressione della sovranità popolare e garante del rispetto delle procedure democratiche, debba sollecitare un rapido rinnovo degli organismi di rappresentanza. Quanto alla loro riforma, da lui ritenuta non urgente, auspica una pausa di riflessione per un approfondimento da effettuarsi anche tramite contatti con i diretti interessati.
Giudica prioritario il tema delle procedure per il voto degli italiani all'estero, sia per garantire un'effettiva partecipazione democratica che per tutelare la loro immagine compromessa da molte gravi irregolarità. Ricorda in proposito che è in fase di conclusione un'inchiesta su quanto accaduto in Argentina. Invita pertanto il presidente a farsi nuovamente promotore presso la Commissione affari costituzionali di una rapida calendarizzazione delle proposte presentate, osservando che ove il Comitato non fosse in grado di fare sentire la propria voce su temi di tale rilevanza, potrebbe prendere in considerazione l'ipotesi delle dimissioni dell'ufficio di presidenza.
Concorda con il collega Fedi sulla rilevanza degli altri temi da lui sollevati, ricordando in proposito la chiusura della sede RAI di Montevideo, punto di riferimento per tutta l'America Latina, e la recente censura da parte del TAR per l'estrema lentezza delle pratiche per il riconoscimento della cittadinanza da parte del Consolato di San Paolo del Brasile.

Marco ZACCHERA, presidente, ritiene che le dimissioni dal Comitato permanente non otterrebbero l'effetto desiderato di accrescere l'attenzione sui temi di interesse per gli italiani all'estero. Concorda con molte delle considerazioni svolte dal collega Porta e ribadisce l'opportunità di procedere alla stesura di un documento che testimoni la convergenza di posizioni all'interno del Comitato stesso. Quanto ai contatti con la I Commissione, condivide l'opportunità che la prima lettura dei provvedimenti in tema di riforma del voto degli italiani all'estero abbia luogo presso questo ramo del Parlamento, prospettando un'eventuale iniziativa nei confronti della presidenza della Camera dei deputati.

Laura GARAVINI (PD) segnala la presentazione di due mozioni da parte dei gruppi del Partito Democratico e di Futuro e Libertà per l'Italia sulle questioni della riforma del voto degli italiani all'estero e della partecipazione dei connazionali al recente referendum. Oltre alle iniziative prospettate dal presidente Zacchera, ritiene necessario il coinvolgimento dei capigruppo di maggioranza per sostenere la calendarizzazione alla Camera dei provvedimenti di riforma del voto all'estero. Ritiene che questa sia la priorità e che sul tema dei COMITES sia urgente provvedere all'erogazione dei finanziamenti già stanziati per consentire la ripresa della piena operatività di tali organi, tenuto conto della loro capacità di mobilitazione e organizzazione. La situazione finanziaria dei COMITES è, infatti, di particolare gravità al punto da determinare il rischio di dimissioni di massa dei loro componenti. Quanto alla calendarizzazione della proposta di riforma degli organi di rappresentanza delle collettività italiane all'estero, ritiene che, qualora dovesse avere luogo, la Commissione dovrebbe procedere ad una fase di ampi approfondimenti istruttori con tutti i soggetti interessati.

Gianni FARINA (PD), quanto alle polemiche qualunquiste apparse sui mezzi di comunicazione italiani sulla partecipazione dei connazionali all'estero al voto

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referendario, fa presente che ben 800 mila concittadini hanno preso parte alle consultazioni, pari a circa il 70 per cento degli elettori che all'estero hanno partecipato alle ultime elezioni politiche. Si tratta di un dato eccezionale che conferma la sensibilità e maturità democratica delle comunità italiane all'estero, ma che non è stato in alcun modo valorizzato.

Marco ZACCHERA, presidente, condivide le considerazioni del collega Farina e preannuncia la sottoscrizione delle mozioni richiamate dalla collega Garavini. Nessun altro chiedendo di intervenire, dichiara concluse le comunicazioni in titolo.

La seduta termina alle 9.40.

RISOLUZIONI

Mercoledì 29 giugno 2011. - Presidenza del presidente Stefano STEFANI. - Interviene il sottosegretario di Stato agli affari esteri, Alfredo Mantica.

La seduta comincia alle 14.05.

7-00607 Tempestini: Sulla partecipazione italiana a banche e fondi sviluppo a carattere multilaterale.
(Discussione e conclusione - Approvazione della risoluzione n. 8-00129).

La Commissione inizia la discussione della risoluzione in titolo.

Stefano STEFANI, presidente, segnala che la risoluzione in titolo è stata presentata dal collega Tempestini in esito all'esame istruttorio, svolto nella sede del Comitato permanente sugli Obiettivi di Sviluppo del Millennio, della Relazione del Governo sull'attività di banche e fondi di sviluppo a carattere multilaterale per l'anno 2009, di cui è stato relatore lo stesso onorevole Tempestini.

Francesco TEMPESTINI (PD), illustrando la risoluzione di cui è firmatario, ne sottolinea il carattere unitario, quale frutto del lavoro proficuo svolto dal Comitato permanente e dichiara la disponibilità ad accogliere proposte di riformulazioni in linea con lo spirito del testo.

Il sottosegretario Alfredo MANTICA, nell'accogliere anche a nome del competente Ministero dell'economia e delle finanze la risoluzione in titolo, richiama quanto già riferito il 15 giugno scorso in occasione dello svolgimento presso questa stessa Commissione dell'interrogazione n. 5-04872 dell'onorevole Di Stanislao ed altri, di analogo contenuto. Infatti, ai sensi dell'articolo 4 della legge n. 49 del 1987, annualmente viene presentata al Parlamento la Relazione sull'attività di banche e fondi multilaterali di sviluppo e sulla partecipazione finanziaria italiana ai citati organismi, in allegato alla Relazione sulla cooperazione allo sviluppo del Ministero degli affari esteri. Conseguentemente, entro il mese di settembre di ciascun anno, il Ministero dell'economia e delle finanze provvede a trasmettere la Relazione su banche e fondi sviluppo al Ministero degli affari esteri, il quale a sua volta provvede all'inoltro della stessa al Parlamento, dopo l'approvazione da parte del CIPE, nell'ultimo trimestre dell'anno.
In ordine ai tempi di presentazione, giova precisare che per l'elaborazione della Relazione è necessario attendere gli esiti delle riunioni annuali degli organismi in questione, in cui, fra l'altro, vengono approvati i relativi bilanci. Per l'anno 2010, le riunioni annuali si sono concluse nel mese di giugno. Tuttavia, considerato lo scarto temporale esistente tra la predisposizione della Relazione e l'esame da parte del Parlamento, il Ministero dell'economia e delle finanze, nel condividere l'esigenza di informazioni sulla materia, ove possibile, nella Relazione introduce anche alcuni dati e informazioni relativi all'anno stesso di presentazione. Ciò è avvenuto nel caso della Relazione presentata per l'anno 2009. Assicura, comunque, che nella Relazione per l'anno 2010, attualmente in fase di elaborazione, saranno riportate le indicazioni proposte con la

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risoluzione in discussione. Esprime conclusivamente il consenso del Governo sulla risoluzione in titolo con particolare riferimento al dispositivo.

Augusto DI STANISLAO (IdV) propone di riformulare il secondo punto della parte dispositiva della risoluzione al fine di inserire, dopo le parole «sia per il 2010 che per il 2009,» le seguenti parole: «per ogni organismo e relativi stati di avanzamento nei versamenti», nonché di inserire, dopo le parole «2011-2013», il seguente inciso: «, inclusi i futuri orientamenti contributivi per quelli in fase di reintegrazione come IFAD e Asian Development Bank». Dichiara quindi la propria disponibilità a sottoscrivere la risoluzione in discussione in caso di accoglimento da parte del presentatore delle proposte di riformulazione testé avanzate.

Francesco TEMPESTINI (PD) riformula la risoluzione in titolo nel senso indicato dal collega Di Stanislao.

Augusto DI STANISLAO (IdV) sottoscrive quindi la risoluzione in titolo.

Il sottosegretario Alfredo MANTICA conferma il consenso del Governo alla risoluzione in titolo come riformulata.

Enrico PIANETTA (PdL), in qualità di presidente del Comitato permanente sugli Obiettivi di Sviluppo del Millennio, esprime soddisfazione per l'accoglimento della risoluzione da parte del rappresentante del Governo e sottolinea l'importanza di migliorare la tempistica nella presentazione al Parlamento di importanti documenti, come la Relazione in oggetto, per valorizzare e cogliere a pieno gli effetti positivi di un'efficace sinergia interistituzionale. Sottolinea inoltre l'importanza che l'Italia possa contribuire con autorevolezza all'azione di banche e fondi di sviluppo a carattere multilaterale, tenuto conto del ruolo decisivo che tali organismi hanno per il raggiungimento degli Obiettivi del Millennio e per il potenziamento del ruolo internazionale del nostro Paese.

Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva quindi la risoluzione n. 7-00607, come riformulata, che assume il n. 8-00129 (vedi allegato 1).

La seduta termina alle 14.20.

INTERROGAZIONI

Mercoledì 29 giugno 2011. - Presidenza del presidente Stefano STEFANI, indi del vicepresidente Franco NARDUCCI. - Intervengono il sottosegretario di Stato agli affari esteri, Alfredo Mantica, e il sottosegretario alla giustizia Maria Elisabetta Alberti Casellati.

La seduta comincia alle 14.20.

Il sottosegretario Alfredo MANTICA svolge una precisazione con riferimento alla risposta resa nella seduta dell'8 giugno scorso all'interrogazione n. 5-04853, presentata dall'onorevole Porta. Al riguardo desidera confermare la positività e l'economicità del contributo dei consulenti del Ministero degli affari esteri ed in particolare dell'avvocato Rago, di cui l'Amministrazione nel quadro delle proprie autonomie prerogative continuerà ad avvalersi ogni volta che lo ritenga necessario nell'adempimento delle funzioni di istituto.

Fabio PORTA (PD) ringrazia il sottosegretario Mantica per il chiarimento fornito e prende atto che l'avvocato Rago continua a prestare la sua opera di consulente per il Ministero degli affari esteri.

5-04746 Mecacci: Sulla situazione in Bielorussia.

Il sottosegretario Alfredo MANTICA risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 2).

Matteo MECACCI (PD), replicando, ringrazia il rappresentante del Governo per la risposta non burocratica, articolata e complessa che rispecchia la difficile situazione in Bielorussia. Concorda in massima

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parte con le considerazioni svolte dal sottosegretario Mantica e richiama la condizione di numerosi giornalisti che sono perseguitati dal regime del presidente Lukashenko e che si trovano tuttora in carcere e sotto processo. Ritiene, tuttavia, che il Governo italiano dovrebbe manifestare il proprio dissenso in modo fermo ed equilibrato, come invece non è avvenuto in occasione della visita svolta in Bielorussia dal Presidente del Consiglio dei ministri. Fa presente che nell'ambito dell'OSCE, di cui la Bielorussia è membro a tutti gli effetti, quattordici Paesi hanno assunto un'iniziativa lo scorso 6 aprile per proporre un'indagine internazionale. L'Italia, pur avendo espresso condivisione per tale proposta e pur essendosi allineata alle iniziative europee per sanzioni individuali contro il presidente Lukashenko, non figura nell'elenco dei promotori. A suo avviso, occorre una presa di posizione politica per collocarci dalla parte dei Paesi che cooperano a livello internazionale nella critica al regime bielorusso al fine di realizzare a pieno gli interessi della nostra politica estera, senza assumere ruoli ambigui in una mediazione non opportuna tra il presidente Lukashenko e il resto della comunità internazionale. Peraltro, la situazione in tale Paese sta peggiorando per cui diviene sempre più urgente da parte del Governo italiano fare propria una linea di chiarezza.

5-04712 Zampa: Sulla mancata ratifica della Convenzione dell'Aja del 1996.

Il sottosegretario Maria Elisabetta ALBERTI CASELLATI risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 3).

Sandra ZAMPA (PD), replicando, si dichiara parzialmente soddisfatta dalla risposta fornita dal sottosegretario che conferma l'avvio della fase conclusiva del processo finalizzato alla ratifica della Convenzione. Considerata la sigla nel 2003 e l'inizio della procedura interministeriale nel 2008, sarebbe stato auspicabile una più precisa quantificazione dei tempi considerata la condizione di attesa ansiosa in cui versano numerose famiglie ed associazioni impegnate sul tema.

5-04846 Di Pietro: Sul sequestro della petroliera italiana Savina Caylyn.

Il sottosegretario Alfredo MANTICA risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 4).

Fabio EVANGELISTI (IdV), in qualità di cofirmatario, replicando si dichiara del tutto insoddisfatto dalla risposta ricevuta che documenta che la nave Zefiro dopo due mesi ha abbandonato il sito lasciando la soluzione della questione ad una società armatrice britannica, con ciò evidenziando da parte del Governo italiano l'abdicazione totale del proprio ruolo a difesa dei connazionali tenuti in ostaggio. Ritiene inoltre che la risposta non abbia aggiunto nulla rispetto a quanto già apparso sugli organi di informazione in merito alla vicenda.

5-04848 Renato Farina: Sulla situazione in Sud Sudan.
5-04931 Renato Farina: Sui recenti sviluppi della situazione nel Sud Kordofan.

Franco NARDUCCI, presidente, avverte che le interrogazioni in titolo, vertendo sulla stessa materia, saranno svolte congiuntamente.

Il sottosegretario Alfredo MANTICA risponde alle interrogazioni in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 5).

Renato FARINA (PdL), replicando, si dichiara soddisfatto della risposta ricevuta che giudica puntuale e totalmente esaustiva. Segnala le sconcertanti notizie apparse in questi giorni sul Times che documentano del genocidio, con migliaia di vittime in atto da parte dell'esercito sudanese nei confronti del popolo «nuba»,

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per metà di religione musulmana e per metà cristiana. Peraltro, anche nel Sud Sudan si sarebbero commesse atrocità nei confronti di individui considerati dall'esercito di liberazione nazionale come simpatizzanti del Nord, il tutto nell'inazione ed impotenza dell'ONU. A suo avviso, la comunità internazionale dovrebbe tenere sotto stretto controllo la situazione nella regione, come peraltro ha fatto il nostro Paese. Infine, rileva che il presidente Bashir, malgrado il mandato internazionale di cattura, è stato accolto in Cina in visita ufficiale con gli onori che si tributano ai migliori amici: questo deve fare riflettere sul ruolo della Cina, considerata la funzione guida che essa svolge nei confronti di numerosi Stati africani. Esprime quindi l'auspicio che l'opinione pubblica italiana segua con interesse l'evolvere della situazione in Sudan.

5-04973 Tempestini: Sui recenti sviluppi della situazione in Somalia.

Il sottosegretario Alfredo MANTICA risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 6), segnalando che il Governo italiano ha assunto l'impegno per l'apertura di un'ambasciata a Mogadiscio, che avrà sede nella zona sottoposta al controllo della missione AMISOM e che ospiterà anche la rappresentanza diplomatica britannica. Nel preannunciare un'imminente missione in Sudan e nel Corno d'Africa, osserva che le corti islamiche che hanno preso il potere in Somalia sono state erroneamente tutte associate ad un'area qaedista. Al riguardo fa presente che in realtà nel Paese ha avuto luogo una rottura che ha determinato la formazione di corti legate ad ambienti islamici e corti ad ispirazione più laica. Fa inoltre presente che un aspetto di particolare gravità è legato alla modalità di elezione dei deputati del Parlamento somalo, selezionati secondo standard non europei. L'istituzione parlamentare non solo rispecchia fedelmente la struttura clanica della classe dirigente somala ma si è via via ingrandita nella sua composizione al fine di assecondare le diverse fasi politiche. Ciononostante è il Parlamento ad avere eletto il capo dello Stato ed il presidente dello stesso Parlamento, che rappresentano le figure su cui il sistema fino ad ora si è basato. La crisi è stata quindi determinata dalla proroga del termine, inizialmente fissato al 2011 e poi differito al 2016, per la realizzazione delle riforme costituzionali. A questo punto la comunità internazionale è intervenuta ottenendo con fatica la riduzione della proroga da cinque anni ad un anno, periodo entro cui dovranno essere realizzate le stesse riforme. In tempi recenti il quadro somalo si è nuovamente complicato con le dimissioni dell'ex primo ministro Mohamed Abdullahi Mohamed, detto Formajo e il conferimento del mandato per la formazione del nuovo esecutivo al vice primo ministro. È doveroso riconoscere che il premier dimissionario aveva avviato un processo di normalizzazione e di riforme in un contesto caratterizzato dall'assenza di ogni elemento di statualità. Tuttavia è da ritenere positivo che il mandato sia stato conferito all'ex vice primo ministro con voto parlamentare bipartisan ed è adesso importante che il nuovo esecutivo superi il voto di fiducia. A questo punto il nostro Paese è impegnato a sostegno del processo di stabilizzazione in collaborazione con l'Unione africana e con i partner del gruppo di contatto. Quanto al connesso tema della pirateria, si tratta di un fenomeno indubbiamente connesso ma non direttamente condizionante per il processo politico in atto; si tratta di una sorta di «industria privata» che realizza profitti pari al prodotto interno lordo della Somalia e che garantisce una decorosa qualità della vita alla popolazione della ex Migiurtinia. L'Italia si è peraltro spesa nei confronti dell'Unione europea per far comprendere che il problema si risolve rafforzando le istituzioni legittime.
Sottolinea che l'Italia guarda con perplessità al processo che ha portato alle dimissioni del precedente governo ed alla proroga di un anno del termine per l'attuazione del processo di riforma ma ritiene che la salvaguardia dell'unità della

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comunità internazionale nei confronti delle parti in conflitto sia un bene superiore. Il nostro impegno si concentrerà nel futuro sul monitoraggio della fase costituente e sul sostegno ai governi delle regioni autonome della Somalia, come il Somaliland e il Puntland, le cui autorità hanno chiesto l'intervento del Governo italiano a sostegno nei settori dell'istruzione e della sanità. Un'ulteriore regione su cui il nostro Paese concentrerà l'attenzione sarà il Galgaduud. In generale, per l'Italia è opportuno operare per la rottura del variegato fronte delle corti islamiche instaurando forme di dialogo con quelle a base clanica rispetto a quelle a base islamista. Certo nel fare ciò occorre far comprendere alla classe dirigente somala la necessità di competere con la leadership islamica nel garantire il benessere al popolo somalo, stremato da oltre venti anni di guerra civile.
Conclusivamente, osserva che la situazione somala non ha fatto registrare novità di rilievo e che con l'accordo di Kampala si è realizzato un raro momento di convergenza tra fazioni avverse che la comunità internazionale ha voluto cogliere. Esprime quindi l'auspicio che il prossimo anno consenta di realizzare le riforme pur nella consapevolezza che non potranno essere raggiunti subito standard democratici e che il problema del terrorismo richiederà tempi più lunghi. Rileva tuttavia che nella tradizione somala l'Islam non ha mai rappresentato un elemento centrale nella lotta politica a differenza di quanto avviene per i clan, la proprietà terriera e la gestione degli allevamenti di bestiame.

Francesco TEMPESTINI (PD), replicando, si dichiara soddisfatto dalla risposta ricevuta che ha realizzato una sorta di informativa del Governo alla Commissione sulla situazione in una regione chiave per il nostro Paese. Ritiene aperta la partita tra la parte settentrionale della Somalia avviata su un cammino costituzionale e quella meridionale ancora allo sbando. Fa presente che l'interrogazione è frutto di un'azione di sensibilizzazione da parte di cittadini somali residenti all'estero e negativamente colpiti dalle recenti dimissioni del primo ministro. Quanto al contesto descritto dal sottosegretario Mantica, ne prende atto cogliendo gli aspetti di criticità e l'avvio di un processo, segnato dalla sigla dell'accordo di Kampala e avallato dalle Nazioni Unite. Auspica infine che, al termine della preannunciata missione in Africa, il sottosegretario possa riferire alla Commissione in merito alla situazione in atto.

Franco NARDUCCI, presidente, dichiara concluso lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno.

La seduta termina alle 15.40.

SEDE REFERENTE

Mercoledì 29 giugno 2011. - Presidenza del presidente Stefano STEFANI. - Interviene il sottosegretario di Stato agli affari esteri, Alfredo Mantica.

La seduta comincia alle 15.40.

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo nel campo della cooperazione militare tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo del Regno del Marocco, fatto a Taormina il 10 febbraio 2006.
C. 4433, approvato dal Senato.
(Esame e rinvio).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

Franco NARDUCCI (PD), relatore, illustra il provvedimento in titolo, rilevando che l'Accordo è volto allo sviluppo della cooperazione bilaterale tra le Forze armate dei due Paesi allo scopo di consolidare le rispettive capacità difensive e di migliorare la reciproca comprensione sulle questioni della sicurezza.
Ricorda che tra l'Italia ed il Marocco è in vigore il Trattato di amicizia e cooperazione fatto a Roma il 25 novembre 1991,

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e ratificato in Italia con la legge 12 aprile 1995, n. 128, che all'articolo 6 disciplina la cooperazione con particolare riferimento alla «realizzazione di corsi di formazione e perfezionamento, lo scambio di personale e di esperienze nel campo dei materiali di difesa». Fa presente che su impulso dell'Ambasciata del Marocco e con il sostegno di ISIAMED in Italia è stata istituita l'Associazione di amicizia tra parlamentari italiani e marocchini con finalità di sviluppo dei rapporti soprattutto sul piano culturale.
Sottolinea come il Marocco stia tentando in questi mesi, sulla scorta dei processi di riforma che animano le società civili del mondo arabo-mediterraneo, una sua propria strada, all'insegna dell'equilibrio e del dialogo tra governo ed opposizione, come ha avuto modo di verificare lo scorso mese una delegazione di questa Commissione che si è recata in visita a Rabat.
Il re Maometto VI ha infatti promosso un programma di riforme istituzionali, in senso democratico e pluralista, la cui stesura è stata affidata ad un Comitato presieduto da un illustre giurista ed i cui risultati saranno sottoposti a referendum il prossimo primo luglio. Proprio in questi giorni, sono comunque in corso nelle principali città marocchine manifestazioni pro e contro tale riforma costituzionale.
Venendo sinteticamente ai contenuti dell'Accordo, particolare rilievo assume l'articolo 2 che individua i campi e le forme di cooperazione, mentre l'articolo successivo individua gli obiettivi dell'Accordo nella definizione di programmi comuni di ricerca, nello sviluppo e produzione di materiali ed equipaggiamenti e nell'assistenza reciproca mediante scambio di informazioni.
Segnala l'articolo 8 per cui, nel corso della permanenza sul territorio della parte ospitante, il personale militare interessato sul piano disciplinare resta soggetto allo Stato di bandiera.
L'articolo 9 dispone a sua volta che in caso di infrazioni gravi alle disposizioni legali del Paese ospitante, il personale militare interessato verrà escluso dagli stage e dai corsi di addestramento. Le infrazioni saranno sanzionate conformemente alla legislazione militare e civile applicabile nel Paese dove hanno avuto luogo.
L'articolo 10 dispone che il personale interessato si conformerà alle direttive delle autorità militari dell'ente ospitante.
L'articolo 17, infine, regola l'entrata in vigore e la durata dell'Accordo, stabilita in cinque anni tacitamente rinnovabili per periodi di un anno.
Quanto al disegno di legge, licenziato dal Senato il 16 giugno scorso, esso reca l'autorizzazione alla ratifica, l'ordine di esecuzione e la copertura finanziaria autorizzando la spesa di 9.268 euro annui ad anni alterni a decorrere dal 2011, al fine di consentire le riunioni della Commissione mista.
In conclusione, esprime piena condivisione per le preoccupazioni espresse nell'ordine del giorno presentato il 16 giugno scorso, dal senatore Tonini ed accolto dal Governo, in occasione dell'approvazione al Senato di questo provvedimento, che impegna il Governo stesso a mantenere e rafforzare la pressione diplomatica sulle parti, in sede bilaterale, europea nonché in ambito ONU, affinché la questione del Sahara occidentale sia affrontata e risolta attraverso il dialogo politico e il negoziato diplomatico, nel rigoroso rispetto dei diritti umani e dei diritti dei popoli.

Il sottosegretario Alfredo MANTICA esprime la disponibilità del Governo qualora anche in questo ramo del Parlamento dovesse essere presentato un ordine del giorno di contenuto analogo a quello presentato al Senato.

Francesco TEMPESTINI (PD) ritiene utile che anche alla Camera dei deputati sia predisposto un ordine del giorno relativo alla condizione del popolo saharawi.

Gianpaolo DOZZO (LNP) concorda con quanto testé osservato dal collega Tempestini ritenendo opportuno verificare l'impatto che la nuova costituzione marocchina

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potrà avere sulla questione del Sahara occidentale.

Stefano STEFANI, presidente, richiamando la missione svolta dalla Commissione nello scorso mese di maggio, fa presente che la mancata soluzione della questione deriva anche dalle difficile relazioni tra Algeria e Marocco.

Matteo MECACCI (PD) chiede di conoscere quali paesi europei abbiano sottoscritto accordi con il Marocco nel campo della cooperazione militare.

Il sottosegretario Alfredo MANTICA coglie l'opportunità per segnalare che il recente Consiglio europeo ha avviato l'iter per la costituzione della macroregione adriatico-ionica che il Governo italiano ritiene di grande importanza e su cui esprime fin da ora la disponibilità a riferire in Parlamento.

Stefano STEFANI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, avverte che è concluso l'esame preliminare del provvedimento, che sarà trasmesso alle Commissioni competenti per l'espressione dei pareri. Come di consueto, se non vi sono specifiche segnalazioni da parte dei gruppi, si intende che si sia rinunziato al termine per la presentazione degli emendamenti. Rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 15.50.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 15.50 alle 16.