CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 23 giugno 2011
501.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari sociali (XII)
COMUNICATO
Pag. 87

SEDE CONSULTIVA

Giovedì 23 giugno 2011. - Presidenza del presidente Giuseppe PALUMBO.

La seduta comincia alle 9.05.

Riconoscimento figli naturali.
Nuovo testo unificato C. 2519 Mussolini.
(Parere alla II Commissione).
(Esame e conclusione - Nulla osta).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

Mariella BOCCIARDO (PdL), relatore, dopo aver ringraziato l'onorevole Mussolini per l'ottimo lavoro svolto, in qualità di relatore, nel corso dell'esame in sede referente presso la II Commissione, ricorda che la Commissione è oggi chiamata ad esprimere il prescritto parere sulle parti di competenza del testo unificato delle proposte di legge n. 2519 Mussolini e abbinate, recante disposizioni in materia di riconoscimento dei figli naturali, quale risultante dagli emendamenti approvati. Tale provvedimento, che genericamente rientra nell'ambito di competenza della Commissione in quanto concerne la posizione giuridica dei minori, reca, all'articolo 1, una serie di novelle al codice civile, volte a equiparare a tutti gli effetti i figli nati all'interno del matrimonio, quelli nati al di fuori dello stesso e quelli adottivi, superando la distinzione tra figli legittimi e figli naturali.
Rileva, poi, che il successivo articolo 2 reca una delega al Governo per l'adozione, entro dodici mesi, di uno o più decreti

Pag. 88

legislativi di modifica delle disposizioni vigenti, al fine di adeguarle alle novità introdotte dal citato articolo 1. Al riguardo, si segnalano, in particolare, i principi di delega relativi alla situazione delle famiglie indigenti, di cui al comma 1, lettere o) e p).
L'articolo 3 prevede l'adeguamento della disciplina in materia di ordinamento della stato civile, recata dal regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 3 novembre 2000, n. 396, alle novità legislative introdotte dai decreti legislativi emanati ai sensi dell'articolo 2.
L'articolo 4 reca, infine, la clausola di invarianza finanziaria.
Conclusivamente, ritiene che il provvedimento in esame rappresenti un ulteriore, importante risultato della legislatura in corso, ottenuto con il consenso di tutti i gruppi parlamentari.
Alla luce di quanto esposto, condividendo le finalità complessive del provvedimento in esame, che non reca, peraltro, specifiche norme di competenza della Commissione, propone di esprimere il nulla osta all'ulteriore corso dell'esame.

Anna Margherita MIOTTO (PD), dopo aver ricordato come anche nella scorsa legislatura si fosse realizzata, sul provvedimento in esame, un'ampia convergenza politica, che tuttavia non portò all'approvazione dello stesso a causa dello scioglimento anticipato delle Camere, osserva che, con più tempo a disposizione, il testo in esame avrebbe potuto essere ulteriormente migliorato. A tal fine, il suo gruppo si riserva comunque di presentare emendamenti in Assemblea. Tuttavia, condividendo le finalità del progetto di legge in titolo, annuncia, anche a nome del suo gruppo, voto favorevole sulla proposta di parere del relatore.

Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere del relatore.

La seduta termina alle 9.15.

ATTI DEL GOVERNO

Giovedì 23 giugno 2011. - Presidenza del presidente Giuseppe PALUMBO, indi del vicepresidente Gero GRASSI.

La seduta comincia alle 9.15.

Schema di Piano sanitario nazionale 2011-2013.
Atto n. 370.
(Esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del regolamento, e rinvio).

La Commissione inizia l'esame dello schema all'ordine del giorno.

Giuseppe PALUMBO, presidente, ricorda che la Commissione è chiamata a esprimere, entro il prossimo 7 luglio, il parere di competenza al Governo sullo schema di Piano sanitario nazionale 2011-2013.
Ricorda, altresì, che dalla documentazione inviata non risulta l'intesa con la Conferenza unificata, prevista dal comma 5, dell'articolo 1, del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502. Tuttavia, in considerazione dell'urgenza segnalata dal Ministro dei rapporti con il Parlamento, il Presidente della Camera ha comunque assegnato lo schema di decreto alla Commissione per l'espressione del parere, invitando al contempo il Governo a far pervenire tempestivamente alla Camera il citato documento.

Lucio BARANI (PdL), relatore, fa presente che, come ha ricordato il presidente Palumbo, la Commissione è chiamata a esprimere al Governo, entro il prossimo 7 luglio, il prescritto parere sullo schema di decreto del Presidente della Repubblica recante «Piano sanitario nazionale 2011-2013», approvato in via preliminare dal Consiglio dei ministri nella riunione del 21 gennaio 2011.
In proposito, ricorda che lo schema di Piano sanitario nazionale 2011-2013 è stato trasmesso alle Camere ai sensi dell'articolo 1, comma 5, del decreto legislativo n. 502 del 1992. Ricorda, inoltre, che

Pag. 89

l'ultimo Piano sanitario nazionale, quello 2006-2008, contenuto nel decreto del Presidente della Repubblica 7 aprile 2006, ha costituito il naturale corollario del mutamento dello scenario istituzionale verificatosi a seguito del varo della legge costituzionale n. 3 del 2001, di modifica del Titolo V della parte seconda della Costituzione, e della individuazione dei livelli essenziali di assistenza, con il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 29 novembre 2001.
In generale, il Piano sanitario nazionale è il principale strumento di programmazione sanitaria, attraverso cui, in un dato arco temporale, pari al triennio, vengono definiti gli obiettivi da raggiungere attraverso l'individuazione di attività e strategie strumentali alla realizzazione delle prestazioni istituzionali del Servizio sanitario nazionale. In particolare, con il Piano devono essere definiti i livelli essenziali e uniformi di assistenza che il SSN assicura a tutti i cittadini.
Fa presente, poi, che lo schema di Piano si compone di cinque capitoli e di due allegati.
Il Capitolo 1 (Il Servizio sanitario Nazionale nel contesto europeo e strategie di internazionalizzazione) e, in particolare, il paragrafo 1.5 (Criticità del sistema e prospettive di miglioramento) espone una valutazione generale del sistema sanitario italiano. Si afferma che esso, contraddistinto «dall'unicità dell'assicuratore pubblico e dalla compresenza equilibrata seppur variabile di erogatori pubblici e privati», si colloca in una posizione di assoluto rispetto nelle graduatorie internazionali circa la tutela della salute della popolazione, la qualità complessiva delle prestazioni e il livello di spesa in rapporto al prodotto interno lordo. Il documento rileva, altresì, che, secondo le statistiche OCSE, il tasso in Italia della spesa sanitaria, pubblica e privata, in rapporto al PIL (8,9 per cento) si colloca a un livello di poco superiore a Regno Unito e Spagna, ma al di sotto di Francia e Germania. Di fronte a tale «valutazione favorevole», in termini di rapporto costi-benefici, emergono tuttavia «seri elementi di criticità», quali: l'inappropriatezza di alcune prestazioni, come il ricorso improprio - soprattutto in alcune regioni - ai ricoveri ospedalieri e al pronto soccorso, «dovuto all'organizzazione ancora insufficiente della medicina generale e al livello medio dei servizi territoriali e di assistenza domiciliare integrata»; le lunghe liste di attesa; l'ingiustificato livello di spesa farmaceutica per abitante in alcune regioni; un livello qualitativo dei servizi sanitari molto differenziato, circostanza questa che spinge spesso i cittadini a rivolgersi alle strutture di regioni diverse da quella di residenza, al fine di usufruire di cure adeguate.
Il documento sottolinea, poi, che in questo quadro generale occorre tener conto anche dei fattori negativi, specie nel lungo periodo, per la spesa sanitaria, rappresentati dall'invecchiamento della popolazione e dall'incremento delle patologie croniche; peraltro, il medesimo progresso della medicina, pur elevando il livello delle cure, tende a determinare un aumento dei costi.
Fa presente, quindi, che il capitolo 2 individua le dodici azioni da intraprendere per lo sviluppo del Servizio sanitario nazionale, nei seguenti termini. Per quanto attiene alla prevenzione, viene sottolineata la centralità della prevenzione primaria e, in tale contesto, viene ritenuto di grande rilievo il rapporto con i territori e il ruolo del medico di medicina generale e del pediatra di libera scelta, sollecitati a intervenire, non solo in ambito diagnostico-terapeutico, ma anche informativo ed educativo. Per quanto riguarda le azioni per il controllo dei determinanti ambientali, alla luce degli indirizzi europei ed internazionali, il documento individua alcuni obiettivi di grande scala sui temi congiunti di ambiente e salute, prevedendo l'inserimento delle priorità di salute nelle politiche e norme settoriali su aria, acqua, rifiuti e suolo, cambiamenti climatici, sicurezza alimentare e sicurezza chimica.
Per quanto riguarda, invece, le azioni per la salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, viene sottolineato come le nuove forme di lavoro, le nuove categorie di lavoratori e i processi di decentramento ed

Pag. 90

esternalizzazione di interi cicli produttivi richiedano un'opera di costante monitoraggio e nuovi strumenti di analisi e di intervento coordinato tra le istituzioni.
Per la sanità pubblica veterinaria e il benessere animale, la situazione sanitaria del patrimonio zootecnico italiano viene considerata sotto controllo, pur permanendo in alcune parti del territorio situazioni critiche. Le azioni e le attività messe in campo, conformi alla nuova strategia per la salute degli animali dell'Unione europea (2007-2013), non sono più concentrate sul prodotto finale, ma distribuite lungo tutto il processo di produzione.
Sulla sicurezza degli alimenti e la nutrizione, viene sottolineata l'esigenza di dare piena applicazione alla normativa europea, al fine di colmare le lacune interpretative evidenziatesi in alcuni settori, primo fra tutti quello dei controlli ufficiali. Il Piano analizza, quindi, nel dettaglio i vari aspetti e le criticità legati alla sicurezza alimentare: ambiente e catena alimentare; nutrizione e dietetica; sicurezza degli alimenti di origine vegetale; igiene degli alimenti di origine non animale; igiene degli alimenti di origine animale; tecnologie di produzione e materiali a contatto con gli alimenti; miglioramento delle modalità di redazione del Piano nazionale integrato dei controlli ufficiali.
Nell'ambito dell'Health Impact Assessment, la valutazione d'impatto sulla salute è diretta a rilevare gli effetti positivi e negativi prodotti sullo stato di salute della popolazione da politiche o progetti, in settori anche non sanitari (ad esempio, ambiente, urbanistica, trasporti, viabilità). In quest'ambito, è valutata azione prioritaria da svolgersi nel prossimo triennio lo sviluppo a livello locale e regionale di gruppi di lavoro multidisciplinari in grado di svolgere attività di HIA attraverso la promozione dell'integrazione delle competenze.
Per quanto attiene alla centralità delle cure primarie e delle strutture territoriali, il Piano sottolinea lo stretto legame esistente tra le cure primarie e il territorio e propone una migliore definizione dell'assistenza primaria sia sul piano della governance sia su quello della gestione. Per quanto riguarda la governance, ovvero la dimensione strategica, viene prevista una più puntuale redazione e gestione degli strumenti di programmazione territoriale/distrettuale, degli accordi con la medicina convenzionata e del processo di valutazione e di miglioramento continuo. Analogamente, viene sottolineato come anche la gestione, ovvero la dimensione operativa delle cure primarie, possa essere perfezionata favorendo e sostenendo forme organizzative quali le Aggregazioni funzionali territoriali, i processi d'integrazione (percorsi diagnostico-terapeutici, integrazione tra ospedale e territorio, integrazione socio-sanitaria, integrazione a livello informatico/informativo) e la formazione continua. In tale contesto, il medico di medicina generale diviene attore fondamentale del governo della domanda e dei successivi percorsi sanitari. In materia di continuità assistenziale, il modello assistenziale proposto è orientato alla continuità delle cure con il disegno di appositi percorsi e la presa in carico costante dell'assistito da parte di un team caratterizzato da competenze sociali e sanitarie. È altresì previsto il monitoraggio mediante adeguati strumenti di valutazione di appropriatezza, anche tenuto conto di quanto reso disponibile attraverso il Sistema tessera sanitaria.
Nell'ambito della riorganizzazione della medicina di laboratorio e della diagnostica di laboratorio e per immagini, dopo aver rilevato che la medicina di laboratorio costituisce una componente fondamentale dei processi assistenziali e che nel panorama nazionale si evidenziano diversi assetti organizzativi dei laboratori clinici, spesso caratterizzati da un numero eccessivo di strutture al di sotto di una massa critica accettabile sotto il profilo prestazionale, il documento ricorda che nel marzo del 2009 l'AGENAS ha pubblicato le «Linee di indirizzo per la riorganizzazione dei Servizi di medicina di laboratorio nel Servizio sanitario nazionale» e che, sulla scorta di tale pubblicazione, il Ministero della salute ha trasmesso alla Conferenza delle regioni e delle province autonome

Pag. 91

una proposta di accordo tra Governo e regioni sui criteri per la riorganizzazione delle reti di offerta di diagnostica di laboratorio, con particolare riguardo alle strutture private accreditate. Le indicazioni fornite dal documento evidenziano una serie di punti cardine tra i quali la stretta interrelazione tra rete ospedaliera e tipo di laboratorio, il ruolo della formazione continua e della ricerca, la necessità di definire un sistema di verifica esterna della qualità.
Un ulteriore obiettivo nel triennio è implementare la rete assistenziale, definendone i nodi e le interrelazioni funzionali in un sistema gestionale e relazionale tra professionisti. Vengono definite le caratteristiche della rete assistenziale territoriale che, oltre ai posti letto territoriali gestiti dal medico di medicina generale e dal personale infermieristico, comprende varie tipologie di strutture residenziali chiamate a rispondere ai diversi bisogni socio-sanitari secondo un gradiente differenziato di intensità assistenziale. Il Piano rinvia, infine, al ruolo peculiare svolto, a livello territoriale, dalle circa diciottomila farmacie presenti complessivamente in Italia. Nell'ambito della tematica dello sviluppo e dell'implementazione delle reti ospedaliere e dei processi assistenziali, viene poi affrontata, tra l'altro, la questione della riconversione dei piccoli ospedali che hanno difficoltà a garantire nel tempo il perfezionamento delle competenze professionali, necessario a garantire la sicurezza e a minimizzare i rischi per i pazienti. Per questi presidi occorre quindi prevedere lo sviluppo di una duplice integrazione verso gli ospedali maggiori e verso le funzioni assistenziali distrettuali.
Per la riabilitazione, dopo aver rilevato che il miglioramento delle condizioni di vita ha determinato un incremento delle persone con malattie croniche e con disabilità e un crescente ricorso alla riabilitazione, il documento individua nel percorso riabilitativo unico il contesto nel quale si completano le componenti sanitarie con quelle non sanitarie dell'intervento riabilitativo. In tale ambito si inserisce il progetto riabilitativo individuale, unico per ciascuna persona, stabilito dallo specialista in riabilitazione in condivisione con gli altri professionisti, in conformità ai parametri di menomazione, attività e partecipazione sociale elencati nella International Classification of Function (ICF), modello unificante introdotto dall'OMS nel 2001.
Per quanto riguarda la valutazione delle nuove tecnologie sanitarie, l'Health Technology Assessment (HTA) è una valutazione complessiva e sistematica delle conseguenze assistenziali, economiche, sociali ed etiche provocate dalle tecnologie sanitarie. Negli ultimi anni, anche in Italia questo metodo è diventato oggetto di crescente interesse e acceso dibattito in ambito sanitario. Il metodo tuttavia è ancora da perfezionare, richiedendo lo sviluppo di iniziative di vario genere e di un'attività di coordinamento centrale. Il Piano sottolinea come la complessità del quadro degli interessi da conciliare consigli di delineare, inizialmente, un assetto di tipo sperimentale, da consolidare o modificare opportunamente dopo la verifica dei risultati dei primi anni di operatività.
Viene, poi, sottolineata, per quanto attiene agli investimenti per l'ammodernamento strutturale e tecnologico del Servizio sanitario nazionale, la necessità di proseguire nel processo di ammodernamento del patrimonio strutturale e tecnologico del Servizio sanitario nazionale, accompagnato da una crescente attenzione a un'allocazione sempre più efficace ed efficiente degli investimenti, ai fini del contenimento della spesa sanitaria pubblica. Una particolare attenzione viene dedicata anche all'aspetto della sicurezza negli edifici sanitari.
Fa presente, quindi, che il Capitolo 3 riguarda il monitoraggio, l'appropriatezza e l'uniformità dei livelli essenziali di assistenza (LEA). Viene affermata l'esigenza sia di un processo di aggiornamento dei medesimi - nonché delle condizioni di «appropriatezza» o «non appropriatezza» nell'erogazione delle relative prestazioni - sia di un monitoraggio sulla loro attuazione. Il documento si sofferma, in particolare, sul problema delle liste

Pag. 92

d'attesa e individua, al riguardo, dieci obiettivi da raggiungere nel triennio, tra i quali l'individuazione e lo sviluppo di percorsi diagnostico-terapeutici (PDT) nell'area cardiovascolare e oncologica; la gestione degli accessi attraverso l'uso diffuso del sistema CUP sulla base di quanto previsto dall'Intesa Stato-regioni del 29 aprile 2010; il monitoraggio, in via sistematica, dei tempi massimi regionali sui siti web di regioni e pubbliche amministrazioni e di aziende sanitarie pubbliche e private accreditate, a garanzia della trasparenza e dell'accesso alle informazioni su liste e tempi di attesa.
Viene, inoltre, posto un particolare accento sul tema del governo clinico e della sicurezza delle cure. Secondo tale visione sistemica, deve essere garantito lo sviluppo di una strategia di governance integrata che metta in relazione e crei sinergia tra gli aspetti clinici, gestionali ed economici, nonché quelli della ricerca e dello sviluppo, della sicurezza dei pazienti e degli operatori, dell'informazione e valutazione delle tecnologie sanitarie. L'obiettivo perseguito - specificato, poi, in alcune specifiche azioni da intraprendere in attuazione del Programma nazionale per la promozione permanente della qualità nel Servizio sanitario nazionale - è, pertanto, quello di orientare il sistema affinché il contenimento dei costi e la gestione efficiente dei servizi non sia disgiunto dal perseguimento della qualità, efficacia, sicurezza e appropriatezza delle prestazioni.
Il Capitolo 4 concerne alcune tematiche di sistema, vale a dire: ricerca e innovazione sanitaria; applicazione della tecnologia al'informazione e della comunicazione in ambito sanitario; assistenza farmaceutica; dispositivi medici; accreditamento delle strutture di offerta; assistenza sanitaria nel settore materno-infantile e in favore degli anziani.
Infine, il Capitolo 5 espone alcuni strumenti di valutazione sull'attuazione del Piano. Il documento è poi corredato da due Allegati riguardanti i mutamenti demografici ed epidemiologici (Allegato A) e le patologie rilevanti (Allegato B).
Alla luce di quanto esposto, preannuncia una proposta di parere favorevole, riservandosi comunque di integrarla sulla base di quanto dovesse emergere nel corso della discussione.

Delia MURER (PD) rileva che, negli allegati al Piano sanitario nazionale in esame, mancano alcune pagine del parere espresso dalla CGIL.

Gero GRASSI, presidente, ringrazia la collega Murer per la puntuale osservazione, riservandosi la presidenza di verificare la possibilità di mettere a disposizione dei colleghi la parte mancante del parere richiamato.
Nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia, quindi, il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 9.35.

INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

Giovedì 23 giugno 2011. - Presidenza del vicepresidente Gero GRASSI. - Interviene il sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali Nello Musumeci.

La seduta comincia alle 9.35.

Gero GRASSI, presidente, ricorda che, ai sensi dell'articolo 135-ter, comma 5, del regolamento, la pubblicità delle sedute per lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata è assicurata anche tramite la trasmissione attraverso l'impianto televisivo a circuito chiuso. Dispone, pertanto, l'attivazione del circuito.

5-04953 Livia Turco: Definizione dei livelli essenziali delle prestazioni sociali e misure in favore delle persone non autosufficienti.

Anna Margherita MIOTTO (PD) illustra l'interrogazione in titolo, di cui è cofirmataria, sottolineando come i livelli essenziali delle prestazioni sociali, tante volte promessi, non siano mai stati approvati dal

Pag. 93

Governo, che ha, altresì, omesso di reintegrare i fondi per la non autosufficienza. Questo, insieme alla drastica riduzione delle risorse destinate a famiglie e giovani, sta determinando, tra l'altro, un'ampia protesta del terzo settore, come dimostra l'odierna manifestazione di fronte a Palazzo Montecitorio.

Il sottosegretario Nello MUSUMECI risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 1).

Anna Margherita MIOTTO (PD), replicando, si dichiara totalmente insoddisfatta. In particolare, esprime rammarico per l'ostinazione con cui il Governo porta avanti la sua concezione ottocentesca e compassionevole delle politiche sociali, che si esprime nella cosiddetta social card, invece di puntare alla definizione dei livelli essenziali di assistenza sociale (LIVEAS), sui quali basare politiche sociali dignitose. È sorprendente, a suo avviso, che dopo i pesanti tagli compiuti nel recente passato, il Governo non accenni alla possibilità di ripristinare risorse in materia sociale, nell'ambito delle prossime manovre di finanza pubblica. Esprime, infine, stupore per l'apparente confusione, nella risposta del Governo, tra fondo per la non autosufficienza, che dovrebbe coprire i bisogni di natura assistenziale non sanitari, e la copertura delle esigenze sanitarie, assicurata, ovviamente, dai livelli essenziali di assistenza (LEA).

5-04952 Barani: Iniziative per promuovere politiche sociali e di integrazione a favore dei rifugiati.

Lucio BARANI (PdL) illustra l'interrogazione in titolo.

Il sottosegretario Nello MUSUMECI risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 2).

Lucio BARANI (PdL), replicando, si dichiara pienamente soddisfatto, con riferimento sia a quanto dichiarato e realizzato dal Governo, sia alle misure adottate dal comune di Roma. Tali interventi, oltre a confermare la cultura dell'accoglienza propria dell'Italia, consentiranno di far fronte, anche con l'avvicinarsi della stagione estiva, alle esigenze di salute tanto dei rifugiati quanto degli altri cittadini. Infine, invita il Governo a continuare a vigilare affinché lo status di rifugiato non venga utilizzato per proseguire in Italia attività criminose avviate nei Paesi di provenienza.

Gero GRASSI, presidente, dichiara concluso lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno.

La seduta termina alle 9.55.