CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 23 giugno 2011
501.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Commissioni Riunite (I e II)
COMUNICATO
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SEDE REFERENTE

Giovedì 23 giugno 2011. - Presidenza del presidente della II Commissione Giulia BONGIORNO. - Interviene il sottosegretario di Stato per la giustizia Giacomo Caliendo.

La seduta comincia alle 14.15.

Riforma del Titolo IV della Parte II della Costituzione.
C. 4275 cost. Governo, C. 199 cost. Cirielli, C. 250 cost. Bernardini, C. 1039 cost. Villecco Calipari, C. 1407 cost. Nucara, C. 1745 cost. Pecorella, C. 2053 cost. Calderisi, C. 2088 cost. Mantini, C. 2161 cost. Vitali, C. 3122 cost. Santelli, C. 3278 cost. Versace e C. 3829 cost. Contento.
(Seguito dell'esame e rinvio).

Le Commissioni proseguono l'esame dei provvedimenti, rinviato il 19 maggio 2011.

Giulia BONGIORNO, presidente, ricorda che nelle sedute del 27 maggio (antimeridiana e pomeridiana), 1o giugno (antimeridiana e pomeridiana), 6 giugno (antimeridiana e pomeridiana), 9 giugno, 10 giugno (antimeridiana e pomeridiana) e 13 giugno (antimeridiana e pomeridiana) si è svolto un vasto ciclo di audizioni nell'ambito dell'indagine conoscitiva deliberata dalle Commissioni. Le Commissioni, in base al programma dell'indagine conoscitiva, hanno proceduto all'audizione di esponenti delle istituzioni interessate alla riforma, di rappresentanti di associazioni che operano nell'ambito della giustizia, quali quelle dei magistrati e degli avvocati, nonché di esperti della materia quali, ad esempio, i professori universitari e i presidenti emeriti della Corte costituzionale. Sono state ascoltate più di cinquanta persone nel corso di undici sedute, per un totale complessivo di circa trentacinque ore di seduta. I resoconti stenografici delle audizioni sono in distribuzione e sono disponibili sul sito internet della Camera.
Nella seduta odierna avrà inizio la discussione generale.
Comunica che nella prossima settimana sarà convocato l'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, per definire il seguito dell'esame da parte delle Commissioni, alla luce delle decisioni che

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saranno assunte dalla Conferenza dei presidenti di gruppo in merito all'inizio dell'esame del provvedimento in Assemblea.
Dà quindi la parola ai deputati che intendono intervenire in discussione generale nella seduta odierna.

Gianclaudio BRESSA (PD), intervenendo sui lavori delle Commissioni, rileva che dall'indagine conoscitiva svolta è emerso chiaramente che questa riforma non corrisponde alle urgenze effettive del sistema giustizia in Italia.
Ricorda inoltre che il ministro della giustizia Alfano è stato in queste settimane investito di importanti responsabilità politiche, per onorare le quali ha preannunciato che rimetterà il mandato di ministro, esprimendo nel contempo l'auspicio di poter seguire fino alla fine i lavori parlamentari relativi al codice antimafia e alla semplificazione del processo civile, non anche alla riforma della giustizia. Viene pertanto meno, nel Governo, il principale interlocutore del Parlamento su tale riforma: il ministro che ha proposto la riforma, insieme al Presidente del Consiglio dei ministri, dichiarandola epocale e assumendosene la responsabilità, con l'impegno di seguirne l'iter passo dopo passo.
Fa presente, ancora, che alla luce tanto dell'esito indiscutibile dei referendum del 12 e 13 giugno scorso, compreso quello sulla giustizia, quanto del voto sulla questione di fiducia dell'altro ieri, nel quale la maggioranza alla Camera è risultata essere di appena 317 deputati, non sembra oggi esistere intorno al Governo quel largo consenso che il Presidente del Consiglio, nel suo discorso di ieri, ha detto essere necessario per procedere alle riforme più importanti.
In conclusione, il suo gruppo chiede che la discussione del provvedimento in titolo sia sospesa fino alla designazione del nuovo ministro della giustizia. Se nel frattempo la maggioranza intende lavorare a riforme per migliorare il sistema giustizia, può dedicare la sua attenzione alle moltissime proposte di legge ordinaria che in materia sono assegnate alla II Commissione.

David FAVIA (IdV) dichiara che il suo gruppo si associa integralmente alla richiesta del deputato Bressa. Senza voler nulla togliere alla capacità dei sottosegretari del Ministero della giustizia, ritiene però che una riforma di questa rilevanza non possa essere seguita da altri che dal ministro della giustizia stesso, il quale del resto si era pubblicamente impegnato in tal senso, anche perché ha speso molto di sé su questa riforma, tanto da far pensare che alcune parti del disegno di legge siano state volute direttamente da lui e che un eventuale successore potrebbe essere disponibile a modificarle. Concorda quindi che i lavori delle Commissioni debbano essere sospesi fino alla nomina del nuovo ministro.

Mario TASSONE (UdCpTP) osserva che, stando alla sola lettera dei regolamenti parlamentari, le obiezioni di natura politica sollevate dai deputati che lo hanno preceduto negli interventi non impongono la sospensione della discussione sulla riforma in titolo. Il Parlamento ha infatti il diritto di proseguire i suoi lavori anche se la permanenza dell'attuale ministro della giustizia nella carica è incerta. Al di là dei regolamenti, però, c'è da valutare i profili di opportunità politica della prosecuzione della discussione. Non c'è dubbio infatti che una riforma preannunciata come epocale e propagandata con grandi enfasi sia stata di fatto messa in secondo piano per effetto dell'incertezza relativa alla permanenza in carica del ministro Alfano. È essenziale capire se la sostituzione del ministro avverrà e in quali tempi. Fino ad allora è opportuno sospendere la discussione in attesa che alle Commissioni sia nuovamente assicurata all'interno del Governo l'interlocuzione al massimo livello in materia di giustizia.

Giuseppe CALDERISI (PdL) ritiene del tutto inappropriato trarre conclusioni dalle audizioni, come ha fatto il deputato Bressa, circa il merito della riforma in esame e la sua utilità rispetto alle urgenze del sistema giustizia in Italia, prescindendo quindi del tutto dalla discussione

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parlamentare che non è ancora neppure iniziata. Quanto al resto, ricorda che il disegno di legge è stato presentato al Parlamento dal Governo nel suo complesso, che il ministro della giustizia è tuttora in carica e che il Governo è presente ai lavori nella persona del sottosegretario Caliendo. A suo avviso, esistono quindi tutte le condizioni, ora che l'indagine conoscitiva è stata svolta, perché l'esame inizi. Quanto alle conclusioni che si possono trarre dalle audizioni, personalmente esse lo hanno convinto che la riforma si possa e si debba fare, al di là di tutti i possibili miglioramenti del testo, e che ad essa si oppongono soprattutto resistenze corporativistiche. Invita pertanto i deputati dell'opposizione a porre le questioni relative all'organizzazione dei lavori nell'ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, delle Commissioni e a svolgere in questa sede solo interventi sul merito della discussione.

Federico PALOMBA (IdV) dichiara di condividere pienamente le osservazioni dell'onorevole Bressa. Sottolinea, inoltre, come dalla data di inizio dell'esame della riforma in titolo si siano verificati alcuni eventi molto significativi. Rileva, in primo luogo, come gli auditi, in modo pressoché unanime, abbiano espresso considerazioni fortemente critiche nei confronti del disegno di legge del Governo, che si traducono sostanzialmente in una bocciatura dello stesso. In secondo luogo, l'esito della recente consultazione elettorale, con particolare riferimento al quesito relativo al cosiddetto «legittimo impedimento», ha evidenziato la contrarietà degli italiani anche sulla politica della giustizia perseguita dal Governo in carica. Infine, le stesse dichiarazioni rese ieri alla Camera dal Presidente del Consiglio fanno ritenere che non vi sia da parte di costui un particolare interesse per l'approvazione di una riforma costituzionale della giustizia. Rileva quindi come, a suo giudizio, l'insieme di queste circostanza abbia un significato inequivocabile, che dovrebbe suggerire al Governo di sospendere l'esame dei provvedimenti in oggetto se non, addirittura, di ritirare il proprio disegno di legge costituzionale.

Nicola MOLTENI (LNP), intervenendo a nome del proprio gruppo, osserva come le argomentazioni dei colleghi di opposizione, per quanto legittime, appaiano comunque pretestuose e strumentali. Dichiara di condividere l'intervento dell'onorevole Calderisi, sottolineando come vi sia un ministro della giustizia in carica e come il Governo sia autorevolmente rappresentato dal sottosegretario Caliendo, che ringrazia anche per la sua assidua presenza alle sedute relative alla riforma in oggetto. Ritiene quindi che le Commissioni debbano senz'altro proseguire l'esame dei provvedimenti, approvando in tempi rapidi, sia pure garantendo il necessario confronto parlamentare, una seria riforma costituzionale della giustizia.
Esprime rammarico per talune osservazioni del collega Palomba, del quale riconosce la correttezza e la levatura morale, in merito all'esito delle audizioni. Non ritiene, infatti, corretto affermare che dalle audizioni emergano unanimi valutazioni negative. Cita, a titolo esemplificativo, l'audizione del Professore Alessio Lanzi, che dà del disegno di legge in oggetto una lettura tutt'altro che negativa.
Ringrazia i Presidenti delle Commissioni I e II per avere consentito ed organizzato, nell'ambito dell'indagine conoscitiva appena conclusa, un ciclo molto ampio di audizioni, che hanno rappresentato un momento importante di riflessione, fornendo alle Commissioni contributi autorevoli e di estremo interesse. Ritiene tuttavia che sia giunto il momento di esaminare nel merito il provvedimento e che non sussista alcuna valida ragione che possa ostacolare la prosecuzione dei lavori delle Commissioni.

Donatella FERRANTI (PD) nel replicare in particolare all'onorevole Calderisi, sottolinea come il ministro della giustizia Alfano, che inizialmente ha sostenuto con forza il disegno di legge costituzionale del Governo, costituisca un interlocutore necessario delle Commissioni nell'esame

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della riforma in oggetto. Esprime peraltro forti dubbi sull'effettiva ed attuale sussistenza dell'interesse ministro, che è sostanzialmente dimissionario e che non partecipa più alle sedute delle Commissioni, all'approvazione da parte del Parlamento della cosiddetta «riforma epocale» della giustizia. Ritiene quindi che l'esame dei provvedimenti in titolo non possa proseguire senza la presenza del ministro Alfano o del suo successore, il quale dovrebbe, in primo luogo, chiarire alle Commissioni se la riforma in titolo rientri ancora tra gli obiettivi del Governo e, in caso affermativo, se sia ancora considerata una priorità.

Giulia BONGIORNO, presidente, prende atto delle considerazioni emerse nel corso dell'odierno dibattito, sottolineando come le stesse abbiano natura politica. Evidenzia peraltro come, dal punto di vista regolamentare, non sussistano ragioni ostative al prosieguo dei lavori delle Commissioni e ribadisce che nella prossima settimana sarà convocato l'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, proprio per definire l'organizzazione dei lavori delle Commissioni, alla luce delle decisioni che saranno assunte dalla Conferenza dei presidenti di gruppo in merito all'inizio dell'esame del provvedimento in Assemblea.
Chiede quindi se vi siano interventi sul merito dei provvedimenti. Nessuno chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 14.45.