CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 9 giugno 2011
492.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Commissioni Riunite (V e VI)
COMUNICATO
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UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

Giovedì 9 giugno 2011.

L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 10.40 alle 10.55.

SEDE REFERENTE

Giovedì 9 giugno 2011. - Presidenza del presidente della V Commissione Giancarlo GIORGETTI, indi del presidente della VI Commissione Gianfranco CONTE. - Interviene il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Alberto Giorgetti.

La seduta comincia alle 10.55.

DL 70/11: Semestre europeo - Prime disposizioni urgenti per l'economia.
C. 4357 Governo.

(Seguito dell'esame e rinvio).

Le Commissioni proseguono l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta dell'8 giugno scorso.

Giancarlo GIORGETTI, presidente, avverte preliminarmente che i deputati Renato Farina, Centemero, Scalera, Pili, Vella, Iannarilli, Aprea, Carlucci, Ceccacci Rubino, Del Tenno, Milanese, Leo, Grimoldi, Palmieri, Rivolta, Barbieri, Di Centa, Berruti, Abelli, Lunardi, Bocciardo, Porcu, Stracquadanio, Bernardo, Paroli, Speciale, Contento, Gregorio Fontana, Cassinelli, Fava, Malgieri, Di Virgilio, Palumbo, Gianni, Nicola Molteni e Reguzzoni appongono la propria firma all'emendamento Versace 8.58. Fa presente, altresì, che l'onorevole Siragusa ha ritirato l'emendamento 9.66 a sua prima firma.
Fa presente, inoltre, che, per un disguido tipografico, non sono state pubblicate alcune proposte emendative riferite all'articolo 7. che, pertanto, saranno pubblicate in allegato al resoconto della seduta odierna (vedi allegato 1). Ad integrazione della dichiarazione di inammissibilità relativa alle proposte emendative riferite agli articoli da 1 a 6, avverte che deve altresì considerarsi inammissibile

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l'emendamento Pini 3.88, limitatamente alle lettere da d) a i) del comma 11, le quali conferiscono al Governo una delega legislativa.
Avverte, poi, che è stato richiesto il riesame della dichiarazione di inammissibilità pronunciata con riferimento a talune proposte emendative. Al riguardo, conferma in primo luogo il giudizio di inammissibilità relativamente alle seguenti proposte emendative:
Gioacchino Alfano 2.13, che prevede l'avvalimento dell'Agenzia nazionale per l'attrazione degli investimenti e lo sviluppo dell'impresa da parte della Cassa depositi e prestiti nelle regioni meridionali, in quanto si tratta di un argomento nuovo non riconducibile ai contenuti del decreto;
Beltrandi 2.01 e 2.02, recanti disposizioni volte a favorire la conciliazione dei tempi di lavoro e di vita delle lavoratrici, nonché a incrementare il tasso di occupazione femminile, che intervengono su una materia non affrontata dal decreto;
Gioacchino Alfano 6.94, che estende l'obbligo di iscrizione alla Cassa nazionale di previdenza e assistenza dei geometri, introducendo una materia non affrontata dal provvedimento;
Vannucci 7.193, che nella seconda parte non ha una diretta finalità di semplificazione, ma intende ridurre dal 10 al 4 per cento, in termini generali e non solo con riferimento alle ristrutturazioni edilizie, l'ammontare della ritenuta a titolo di acconto operata dalle banche e da Poste italiane sui bonifici disposti dai contribuenti che intendano fruire di oneri deducibili o di detrazioni;
Biasotti 7.77, che interviene su materia estranea al contenuto proprio del decreto-legge, in quanto appare sostanzialmente volto a scongiurare l'incremento della pressione tributaria a livello locale, attraverso una modifica della disciplina sul federalismo regionale e provinciale, segnatamente mediante la soppressione del comma 6 dell'articolo 17 del decreto legislativo n. 68 del 2011, il quale prevede che con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze possono essere modificate le misure dell'imposta provinciale di trascrizione (IPT);
Baccini 7.363, che reca una modifica puntuale al decreto legislativo 14 marzo 2011, n. 23, in materia di federalismo municipale, materia non considerata dal provvedimento;
Montagnoli 7.294, recante disposizioni per il contrasto delle frodi in materia di invalidità civile, che non appare riconducibile al contenuto del provvedimento;
Gioacchino Alfano 7.114 in materia di indeducibilità delle minusvalenze, non strettamente attinente all'oggetto del provvedimento;
Vignali 7.26, che modifica la disciplina del trasferimento di beni ai fondi immobiliari con finalità di edilizia sociale, non risultando attinente al contenuto del provvedimento;
Brugger 7.99, riguardante l'esenzione dall'ICI per i fabbricati rurali, che reca misure di carattere fiscale non meramente procedurali, che non appaiono riconducibili al contenuto del decreto-legge;
Di Biagio 7.04, che estende le esenzioni a fini ICI, intervenendo in una materia estranea al decreto-legge;
Distaso 8.13, che reca disposizioni in materia di emittenza televisiva e radiofonica e non presenta una specifica attinenza ai contenuti del provvedimento;
Lo Presti 8.43 e 8.47, che recano disposizioni in materia di responsabilità civile connessa alla circolazione dei veicoli a motore e dei natanti, che solo in parte hanno natura di semplificazioni e, comunque, introducono una materia che non risulta oggetto del provvedimento;
Bernardo 8.89, relativo a concessioni pubbliche statali in materia di giochi, che reca disposizioni interpretative e introduce nuove sanzioni, intervenendo in un ambito che non risulta oggetto del provvedimento;

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Vignali 8.2, recante norme di favore per l'edilizia residenziale universitaria, che non risulta riconducibile alla materia oggetto del provvedimento;
Pini 8.157, che limita il danno erariale a carico dei componenti degli organi delle società a partecipazione pubblica, che non risulta riconducibile alla materia oggetto del provvedimento;
Comaroli 8.124, volto a sopprimere le commissioni applicate dalle banche ai prelevamenti di denaro contante dai conti correnti, intervenendo in un ambito materiale che non appare riconducibile alla materia oggetto del decreto;
Vanalli 8.171, che proroga l'attività delle società che gestiscono in house i servizi pubblici, introducendo un argomento non considerato dal provvedimento;
Vincenzo Antonio Fontana 8.119, recante interventi a garanzia dei lavoratori di imprese di esecuzione di appalti pubblici, che, non costituendo una semplificazione, non appare riconducibile alla materia oggetto del decreto;
Forcolin 8.056, che istituisce lo scontrino fiscale con lotteria, introducendo un argomento non presente nel testo del decreto-legge;
Gioacchino Alfano 8.06 e 8.07 in materia di attività di bancoposta, non considerata dal provvedimento;
Distaso 8.14, 8.6, 8.5 e 8.7, recanti disposizioni volta al sostegno e allo sviluppo dell'emittenza televisiva locale, materia non considerata dal provvedimento;
Comaroli 8.060 e 8.051, volti ad innalzare il limite di credito IVA compensabile senza l'obbligo del visto di conformità, materia non strettamente attinente al contenuto del decreto-legge;
Comaroli 8.045, volto ad attribuire agli studi di settore il valore di presunzioni semplici, introducendo un argomento non disciplinato dal provvedimento;
Forcolin 8.154, volto ad agevolare il processo di riabilitazione dei soggetti non solventi, che non risulta di stretta attinenza al contenuto del provvedimento;
Montagnoli 8.016, che introduce una imposta di bollo sui trasferimenti di denaro all'estero, introducendo un argomento estraneo al testo del decreto in esame;
Gioacchino Alfano 10.101, volto ad incrementare il numero degli avvocati dello Stato, argomento non attinente al contenuto del provvedimento;
Pini 10.122, relativo al distacco di alcuni comuni dalle Marche e loro aggregazione all'Emilia-Romagna, contenuto estraneo alla materia oggetto del provvedimento;
Comaroli 10.121, che disciplina l'adozione delle misure di sicurezza in occasione delle competizioni sportive, introducendo un tema non considerato dal decreto-legge;
Baccini 10.10, in materia di servizi di vigilanza urbana in prossimità di stazioni e aeroporti che non appare riconducibile agli interventi previsti dal provvedimento;
Moffa 10.15, per il quale è stata presentata una richiesta di riesame anche dal deputato Buonfiglio, che autorizza l'INPS a trattenere in servizio un determinato contingente di personale, poiché attiene a materia che non è oggetto del decreto-legge, non potendo tale disposizione essere considerata strettamente attinente ad altri interventi del provvedimento che riguardano il personale di settori diversi dell'amministrazione;
Nicola Molteni 10.108, che incrementa i finanziamenti per i consorzi di regolazione del livello idrometrico dei laghi, il cui contenuto non può essere ricondotto alle disposizioni in materia di risorse idriche oggetto del provvedimento che hanno natura ordinamentale;
Germanà 10.117, che reca disposizioni che semplificano una procedura relativa al settore farmaceutico, che non è oggetto del provvedimento;

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Polledri 10.118, che ha ad oggetto un'intesa tra il Ministero della difesa e il comune di Piacenza in materia di immobili e non può essere ricondotta ad una delle materie oggetto del provvedimento;
Di Biagio 10.08, che reca disposizioni relative a dipendenti del Ministero degli affari esteri assunti all'estero, che non risulta attinente ai contenuto del provvedimento;
Toccafondi 10.012, volto alla stabilizzazione della 5 per mille, che introduce un argomento non considerato dal provvedimento;
gli identici Pagano 10.05 e D'Amico 10.030, che, essendo volti ad assicurare l'uniformità dei regimi in materia di condizioni di lavoro per le imprese ferroviarie, non possono essere ricondotti all'ambito materiale del provvedimento.
Gioacchino Alfano 10.042, in materia di patti territoriali e contratti d'area, che non sono oggetto del provvedimento.

Ad un più attento esame, possono, invece, considerarsi ammissibili le seguenti proposte emendative:
Beltrandi 2.03, fatte salve le necessità di riformulazione, che può ritenersi ammissibile limitatamente ai commi 4 e 5, fatta salva la necessità di riformulazione;
Fluvi 7.236, che reca una norma di natura procedurale, volta a favorire il riconoscimento del requisito di ruralità degli immobili;
gli identici Bernardo 7.48, Raisi 7.136 e Del Tenno 7.255, i quali riaprono i termini per l'esclusione dei beni immobili strumentali al patrimonio di impresa dell'imprenditore individuale, con misura analoga a quella recata dall'articolo 7, comma 2, lettere da dd) a gg);
Brugger 7.93, che ha prevalentemente finalità semplificatorie, in quanto integra il regime IVA speciale previsto per i produttori agricoli dall'articolo 34 del decreto del Presidente della Repubblica n. 633 del 1972, modificando la disciplina relativa al luogo di effettuazione delle operazioni, per le prestazioni di servizi rese da soggetti passivi non stabiliti nel territorio dello Stato ai predetti produttori agricoli: la modifica proposta appare connessa alle modifiche alla disciplina sulla determinazione del luogo di effettuazione delle operazioni determinata dalle evoluzioni della normativa comunitaria;
Rubinato 7.174, che può essere assimilato ad una norma di semplificazione in quanto introduce una causa di esenzione dall'applicazione della più grave sanzione amministrativa prevista dall'articolo 6, comma 9-bis, primo periodo, del decreto legislativo n. 471 del 1997, prevedendo che sia invece irrogata quella più blanda stabilita dal terzo periodo del medesimo comma, nel caso in cui il committente o cessionario di operazioni soggette ad IVA non abbia assolto l'imposta mediante il meccanismo del cosiddetto reverse charge, qualora tale comportamento non comporti comunque, in sede di liquidazione periodica, un minor debito tributario;
È conseguentemente riammesso, limitatamente ai numeri 1) e 3), l'emendamento Pini 7.325, che persegue analoghe finalità relativamente al regime IVA della cessione di tabacchi lavorati.
Mura 8.20, limitatamente ai commi 1-bis, 1-ter e 1-octies, mentre i restanti profili della proposta emendativa non risultano strettamente attinenti alla materia oggetto del provvedimento;
Santelli 10.5 e Rosato 10.71, che estendono taluni benefici ai familiari del personale del Corpo dei vigili del fuoco vittima del dovere, in quanto riconducibile alla materia oggetto dell'articolo 10, comma 7;
Ciccanti 10.023, volto a semplificare le procedure in materia di incentivazione degli impianti fotovoltaici, agevolando le attività delle imprese operanti in tale ambito;
gli identici Pagano 10.06, Savino 10.030 e Simonetti 10.031, che prevedono il pagamento di un sovraprezzo per le imprese ferroviarie, al fine di contribuire

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al finanziamento degli obblighi di servizio pubblico, favorendo lo sviluppo della concorrenza nel settore.

Giulio CALVISI (PD), intervenendo in merito all'articolo 7, ritiene preliminarmente opportuno verificare se il dibattito in Commissione su tale materia sia realmente proficuo, come sembra assicurare l'ampia disponibilità al confronto manifestata dal Governo e dalla maggioranza, ovvero se non sorga il rischio che il maxi-emendamento del Governo vanifichi gli approfondimenti della Commissione sul punto. Fa notare che il tema dei debiti delle imprese con il fisco è stato per lungo tempo impropriamente associato al mero profilo dell'evasione fiscale. Sottolinea che le imposte non riscosse dal fisco, considerate residui presunti, ammontano a circa 111 miliardi di entrate tributarie e 116 miliardi di entrate extra tributarie. Al riguardo, rileva, la dettagliata analisi dei suddetti dati rivela che oltre ai numerosi casi di evasione e di elusione fiscale si riscontra un'ampia gamma di situazioni di mancata riscossione a causa dell'evidente difficoltà economica in cui versano imprese e aziende spesso impossibilitate ad adempiere le obbligazioni tributarie cui sono tenute nei tempi previsti. Aggiunge che il mancato versamento delle imposte nei tempi prestabiliti attiva rigide procedure di recupero del non riscosso che pregiudicano fortemente le attività e la stessa sopravvivenza delle imprese in affanno con il fisco. Rammenta che il Governo non è riuscito a fronteggiare la crisi economica con misure di ampio respiro e di portata generale; sostiene che sono state approvate dal Governo previsioni di sostegno alle grandi imprese mentre per le piccole e medie imprese non sono state attivate quelle adeguate iniziative di tutela e di incentivazione che avrebbero dovuto risolvere le problematiche connesse alla difficoltà di accesso al credito e di relazione con il fisco. Ricorda l'audizione dell'amministratore delegato di Equitalia S.p.A., il quale non ha ancora fornito alla Commissione i dati da lui richiesti sull'indebitamento delle imprese. Evidenzia la problematica situazione che caratterizza la Regione Sardegna, per la quale si registrano dati preoccupanti: 3,5 miliardi di esposizione debitoria delle imprese verso lo Stato; 57 mila aziende che hanno avanzato richiesta di rateizzazione nel pagamento delle imposte dovute; un aumento del 24 per cento del numero delle aziende indebitate con il fisco tra gennaio 2010 e gennaio 2011. In attesa di poter conoscere i dati a livello nazionale, fa notare che se il 40 per cento delle imprese sarde risulta indebitate con il fisco, la proiezione in ambito nazionale adombra una dimensione incredibile e insostenibile del fenomeno. Ritiene necessario predisporre strumenti di razionalizzazione e maggiore flessibilità del sistema impositivo e della riscossione per alleggerire le condizioni di evidente difficoltà in cui versano gran parte delle piccole e medie imprese e delle aziende artigianali. Rammenta, al riguardo, la paradossale testimonianza desunta dal libro di Saviano relativa ai prestiti della camorra alle imprese tessili a tassi più bassi di quelli ufficiali, affinché siano tenute in vita le imprese in difficoltà economiche. Nel rilevare le evidenti distorsioni e discrasie del sistema della riscossione nei confronti delle piccole e medie imprese, ritiene necessario, in linea con le indicazioni della mozione approvata alla Camera, che si prevedano specifiche misure per le quali le aziende che vantano crediti verso lo Stato e debiti nei confronti degli enti impositori ricevano apposite agevolazioni in ordine alle modalità di adempimento degli obblighi tributari. Richiama quindi le proposte emendative presentate dal suo gruppo in relazione alla riforma della riscossione, che appare certamente connessa al tema della riforma fiscale. Si sofferma quindi sulle predette proposte emendative, tese a prevedere un meccanismo di 120 giorni per l'esercizio dell'azione esecutiva; l'innalzamento della rateizzazione dell'imposta fino a 120 rate con previsione di un apposito decreto del Ministero delle finanze che verifichi la sostenibilità della rata; la facoltà per l'ente impositore di graduare ulteriormente le modalità di riscossione, in aggiunta alla

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previsione delle 120 rate; l'indicazione di misure tese ad evitare l'anatocismo; la commisurazione dell'aggio in relazione alle effettive spese di riscossione e l'indicazione che il sovraprezzo dell'aggio scatti solo dopo 120 giorni; la riforma del sistema di pignorabilità dei beni strumentali; limitazione alla espropriabilità della prima abitazione; la modifica del sistema delle aste immobiliari. Si rende conto che il tema della riforma della riscossione è particolarmente delicato e per tale motivo le proposte avanzate dal suo gruppo appaiono ispirate alla massima flessibilità e ragionevolezza. Auspica che su tali proposte emendative il Governo e la maggioranza siano disponibili ad un ampio e proficuo confronto.

Giampaolo FOGLIARDI (PD) osserva innanzitutto che con il decreto-legge in esame il Governo perde un'opportunità per intervenire in termini concreti a favore delle imprese, e, più in generale, per il rilancio dell'economia.
Rileva quindi come, sia nel corso delle audizioni sia nel testo del decreto-legge, ci sia qualche accenno della volontà di intervenire concretamente a favore del sistema produttivo, osservando che però manca il coraggio di andare fino in fondo. Con riguardo, in particolare, alle disposizioni in materia fiscale, ritiene che sarebbe stato opportuno ascoltare i suggerimenti dei numerosi professionisti che seguono le imprese operanti sul territorio. Ad esempio, rileva che nel decreto-legge è prevista la possibilità di rivalutare i terreni, previsione introdotta anche a seguito di una sua segnalazione nel corso dei lavori parlamentari. Tuttavia, non comprende perché nel decreto-legge non sia prevista anche la possibilità di rivalutazione, fra l'altro, di immobili e quote societarie. Al riguardo, porta l'esempio di imprenditori che hanno acquistato capannoni per svolgere la loro attività imprenditoriale che oggi sono iscritti a prezzi esigui, determinando un problema notevole anche nel momento in cui tali imprenditori si apprestano a chiedere credito alle banche. Osserva, pertanto, come, anche da un punto di vista umano, ci siano imprenditori e artigiani che restano bloccati nella loro attività, quando invece nel decreto-legge avrebbero potuto essere inserite delle previsioni che avrebbero, fra l'altro, comportato entrate per l'erario. Rileva, inoltre, come, cogliendo l'occasione dell'emanazione del decreto-legge in esame, si sarebbe potuta eliminare la ritenuta d'acconto per i professionisti e i piccoli imprenditori, che costituisce un notevole aggravio burocratico.
Con riguardo, poi, alla lotta all'evasione, osserva che va condotta una lotta all'evasione vera. Ad esempio, ricorda che i piccoli imprenditori sono soggetti a una lunga serie di controlli ripetuti, che finiscono in definitiva per intralciare l'attività imprenditoriale delle piccole e medie imprese. Fra l'altro, si è avuto il caso di verifiche sugli studi di settore effettuate ogni anno nei confronti di un medesimo soggetto. Al riguardo, osserva come la previsione del decreto-legge in base al quale il controllo amministrativo dovrà effettuarsi al massimo con cadenza semestrale non risulta soddisfacente, poiché il periodo minimo di sei mesi è in realtà troppo breve. Per quanto concerne, in particolare, il redditometro, osserva come tale strumento dovrebbe essere meglio tarato, in quanto, ad esempio, risulta più probabile che venga assoggettato ad accertamento un piccolo artigiano che ha cointestato l'appartamento alla moglie piuttosto che una grande impresa edilizia. Osserva, pertanto, che le disposizioni adottate dal Governo nel decreto-legge in esame sono in realtà distanti dalle esigenze del Paese reale. Fra l'altro, rileva come anche il consulente fiscale deve oramai correre dietro una burocrazia che avrebbe potuto essere oggetto, con l'emanazione del decreto-legge in esame, di una reale semplificazione.

Simonetta RUBINATO (PD) osserva innanzitutto come il decreto-legge in esame non rechi alcun incentivo agli investimenti in sede locale, in quanto le previsioni del Patto di stabilità non sono state modificate per consentire le spese degli enti locali. In

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particolare, illustra il suo emendamento 5.38, di cui raccomanda l'approvazione, che interviene in ordine alla norma recata dall'articolo 5, comma 3, che, al fine di garantire certezza nella circolazione dei diritti edificatori prevede, con una novella all'articolo 2643, comma 1, del codice civile, la pubblicità attraverso la trascrizione i contratti che trasferiscono i diritti edificatori comunque definiti nelle normative regionali e nei conseguenti strumenti di pianificazione territoriali nonché nelle convenzioni urbanistiche ad esse relative. In particolare, tale disposizione permette la trascrizione nei registri immobiliari dei contratti di cessione di cubatura, al fine di conferire certezza ad un diffuso modello contrattuale ed evitare contenziosi. La tipizzazione dei contratti di cessione di volumetria darebbe fondamento legislativo al principio della perequazione urbanistica, in base al quale tutti i terreni esprimono la medesima capacità edificatoria. La cubatura di competenza dei terreni non edificabili potrebbe quindi essere venduta a quelli edificabili. Al riguardo, osserva che se la perequazione si sostanzia in una area che il privato concede al comune acquistando in permuta da quest'ultimo il diritto ad edificare sulla restante area di proprietà, si pone il problema di una ragionevole tassazione. Ricorda che le varie normative regionali hanno inteso promuovere lo strumento della perequazione urbanistica con la stipula di accordi, ma perché tali normative possano avere pratica attuazione è necessario che il titolare dell'area sia incentivato ad operare la cessione, per cui si propone l'assoggettamento a tassa fissa. Al riguardo, porta l'esempio di chi viene a privarsi di una parte di terreno che darà al comune, dovendo versare in aggiunta l'imposta di registro, ipotecaria e catastale e l'imposta comunale sugli immobili. In tal caso, se si tratta di un singolo proprietario privato o di pochi privati, non converrà loro stipulare l'accordo, salvo che gli si riduca la perequazione o il valore finale della cessione, altrimenti non avrebbero margini di guadagno rivendendo l'area edificabile ad un costruttore. Ai comuni viene quindi offerto dalla legge uno strumento in pratica scarsamente utilizzabile. Ricorda poi l'aspetto del differente trattamento di chi cede al comune l'area rispetto a chi realizza l'opera pubblica, essendo quest'ultimo non assoggettato alle imposte di registro, ipotecaria e catastale e per tanto, a parità di perequazione, risparmiando l'11 per cento. Questa seconda ipotesi è considerata dalla legge regionale del Veneto come eccezionale, essendo da intendersi per perequazione la cessione di aree. Raccomanda, quindi, l'approvazione del suo emendamento 5.38 che propone di assoggettare i contratti di cui al numero 2-bis del comma 1 dell'articolo 2643 del codice civile, se il trasferimento avviene a favore di enti pubblici territoriali, alle imposte di registro, ipotecarie e catastali in misura fissa.

Francesco BARBATO (IdV) con riferimento all'articolo aggiuntivo Borghesi 1.02, rileva che esso è volto a sostenere le imprese che intendano effettuare investimenti ad alto contenuto tecnologico ed indirizzate al risparmio energetico. Osserva che tale proposta emendativa si muove anche nella direzione indicata dalla Commissione europea e presenta un particolare interesse alla vigilia del referendum sull'energia nucleare, sottolineando come il credito di imposta da essa recato potrebbe contribuire al miglioramento dell'ambiente. Evidenzia come la posizione contraria all'energia nucleare assunta dall'Italia dei valori sia motivata anche dalla pericolosità delle scorie che tale tipo di energia produce inevitabilmente. Segnala che di fronte a tale pericolo per l'ambiente, l'Italia dei valori propone di incrementare il ricorso alle energie rinnovabili come alternativa seria e credibile all'energia nucleare. In proposito, rileva come la copertura finanziaria per tale intervento sia stata consapevolmente indicata, in primo luogo, attraverso un incremento dell'addizionale dell'imposta sul reddito delle società petrolifere, in considerazione del fatto che anche il petrolio è una fonte energetica inquinante. Sottolinea l'importanza politica di chiedere, pertanto, a tali

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soggetti di contribuire allo sviluppo delle fonti pulite di energia. In secondo luogo, ricorda che si propone una riduzione delle deducibilità in favore degli istituti creditizi e assicurativi. Sottolinea quindi l'importanza di puntare sullo strumento del credito di imposta, in passato eliminato dal governo Berlusconi quale strumento per migliorare i processi produttivi e la qualità dei prodotti delle piccole e medie imprese italiane, al fine di incrementarne la competitività sul mercato interno ed internazionale. Rappresenta inoltre l'esigenza di fornire alle imprese un quadro normativo stabile e certo, al fine di favorire gli investimenti. Osserva, in proposito, come la mancanza di certezza sia un fattore di forte deterrenza per gli investimenti stranieri. All'uopo, sottolinea la mutevolezza della politica industriale, che, a suo avviso, non può essere lasciata all'improvvisazione poiché le imprese necessitano di un orizzonte temporale medio lungo per la programmazione degli investimenti. Richiama quindi l'emendamento Borghesi 1.5 che è volto a fornire la copertura per il credito di imposta, di cui all'articolo 1 del provvedimento, attraverso un aumento delle aliquote sui giochi. In proposito, sottolinea come, anche secondo quanto recentemente emerso, il mondo dei giochi e delle scommesse sia inquietantemente inquinato dalla criminalità organizzata, come dimostrato dalla partecipazione, a bordo campo del figlio di un boss della camorra ad una partita presso lo stadio San Paolo di Napoli, al fine di controllarne l'esito. Ricorda che nella giornata di ieri il procuratore aggiunto della procura distrettuale antimafia di Palermo, Antonio Ingroia, ha affermato come le istituzioni non sempre si muovano in sinergia con la magistratura per il contrasto con la criminalità organizzata. Sottolinea, in particolare, che la richiamata proposta emendativa è volta ad inasprire la tassazione sui proventi delle vincite attraverso macchine da gioco automatiche. In proposito ricorda che un recente rapporto delle sezioni riunite di controllo della Corte dei conti ha evidenziato come, a fronte di una sensibile crescita della raccolta derivante dai giochi, il relativo gettito sia cresciuto per una proporzione inferiore alla metà e come l'utile erariale sulla raccolta sia passato, nel giro di pochi anni, dal 30 per cento a poco più del 14 per cento. Ritiene, in proposito, necessaria una maggiore attenzione della politica del fenomeno. Richiama quindi l'emendamento Borghesi 4.12 volto a proporre la tracciabilità dei flussi finanziari per gli appalti pubblici, sottolineando in proposito come essa sia fondamentale per la lotta della criminalità organizzata. Ritiene che la maggiore sburocratizzazione di cui il paese abbia bisogno sia la liberazione delle imprese dagli oneri imposti dalle organizzazioni criminali come la 'ndrangheta e la camorra. Richiamando gli interventi precedentemente svolti sul peso dei numerosi controlli cui sono sottoposte le imprese del centro-nord, evidenzia come quelle del Mezzogiorno debbano, oltre a tali controlli, subire anche il peso di tali organizzazioni criminali. Ricorda che anche il procuratore nazionale antimafia, Piero Grasso, ha evidenziato la necessità della tracciabilità dei flussi finanziari per gli appalti al fine di colpire le organizzazioni criminali. Sottolinea, quindi, l'opportunità di prevedere che le stazioni appaltanti siano uniche a livello regionale, poiché in tale ambito un eccessivo decentramento comporta il rischio di una maggiore esposizione alle pressioni che le organizzazioni criminali sono in grado di esercitare sul territorio. Evidenzia, infine, la necessità di evitare il proliferare delle prepotenze e dei patti leonini imposti dagli operatori economicamente più forti come le banche cui si intende concedere, ai sensi dell'articolo 8, comma 5, lettere f) e g), la facoltà di modificare, unilateralmente, le condizioni contrattuali nei riguardi delle imprese con una semplice comunicazione. Rileva che con tale disposizione si mettono le piccole e medie imprese, che già attraversano un momento di crisi, di fronte alla scelta tra l'accettare tali modifiche o perdere il proprio conto corrente. Ritiene che sarebbe stato preferibile individuare un sistema di revisione ed eventualmente di risoluzione del contratto maggiormente consensuale.

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Conclusivamente sottolinea come la maggioranza ed il Governo abbiano finora dimostrato di ignorare le indicazioni migliorative proposte dal suo gruppo per sostenere lo sviluppo dell'economia italiana.

Mario BACCINI (PdL) sottolinea preliminarmente la rilevanza strategica del provvedimento in esame nel quadro delle politiche volte a contrastare la bassa crescita economica italiana ed europea, che affonda le sue radici in mali antichi riconducibili ad una sindrome che definisce «eurosclerosi». Nel segnalare come sul piano congiunturale si avvertano i primi deboli segnali di ripresa, in particolare legati al settore delle esportazioni, osserva tuttavia come sulla ripresa gravino incognite connesse alla bassa qualità dei servizi pubblici, agli oneri imposti all'attività di impresa e alla scarsa competitività e presenza delle imprese private nei settori innovativi. In questo contesto, rileva come l'Italia abbia per certi versi risentito in termini più attenuati del calo delle attività economica internazionale dovuta alla recente crisi globale, dimostrandosi tuttavia in questo modo che i problemi del nostro Paese hanno più natura strutturale che congiunturale. Ricorda, infatti, come l'Italia negli ultimi decenni abbia sperimentato un graduale ridimensionamento del proprio tasso di sviluppo, registrando, già prima della crisi, ritmi di crescita medi annui intorno all'1,5 per cento. Nell'osservare che il dibattito si era quindi da tempo incentrato sui fattori di debolezza strutturale alla base della bassa crescita potenziale, osserva che la debolezza dell'economia italiana costituisce una peculiarità nel contesto internazionale, in quanto tutti gli indicatori di sviluppo evidenziano risultati peggiori rispetto alle altre economie. A suo avviso il principale fattore di criticità deve individuarsi nella lenta dinamica della produttività totale dei fattori di produzione. Osserva, in proposito, che, a fronte del deterioramento della competitività di prezzo, le imprese italiane, ancor prima della crisi, avevano iniziato a riorganizzarsi cercando in alcuni casi di consolidare posizioni legate alla qualità e ai marchi e concentrandosi su produzioni dei nicchia meno esposte alla concorrenza dei Paesi asiatici. Allo stesso modo, altre imprese avevano iniziato processi di delocalizzazione di parti di processo produttivo al più basso valore aggiunto per occupato. In questo contesto, il processo di trasformazione della struttura produttiva determinava, da un lato, il declino di molte imprese e, dall'altro, l'affermazione di altre imprese, di dimensione media, che coglievano le sfide della globalizzazione facendo leva sull'innovazione di prodotto e l'internazionalizzazione per superare il modello tradizionale radicato sul territorio che aveva guidato lo sviluppo economico italiano sino agli anni novanta del secolo scorso. Ritiene, in ogni caso, che il contesto europeo rimanga il punto di riferimento ineludibile e, pertanto, il decreto-legge, non solo nel suo titolo I, richiama le procedure previste nell'ambito del cosiddetto semestre europeo, che ha determinato un rafforzamento della sorveglianza multilaterale dei bilanci incentrata sulla presentazione contestuale da parte degli Stati membri, entro il 30 aprile di ciascun anno, dei programmi di stabilità e convergenza e dei programma di riforma che diventano i principali strumenti della programmazione economico-finanziaria internazionale. Nel segnalare come si sia determinato in questo modo un coordinamento sempre più stretto delle politiche economiche, rileva che l'introduzione del semestre europeo è strettamente connesso alla realizzazione degli obiettivi della «strategia Europa 2020» per la crescita e occupazione, che inserisce tra gli obiettivi principali il miglioramento della condizione per la ricerca e lo sviluppo, richiedendo in particolare di portare al 3 per cento del prodotto interno lordo la spesa per gli investimenti pubblici e privati in questo settore. Evidenzia, pertanto, che il decreto all'esame è solo il primo di una serie di decreti che rientrano nella logica del semestre europeo, che impone di perseguire il difficile obiettivo di attuare le riforme necessarie al rilancio della competitività senza nuovi oneri per la finanza

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pubblica. Segnala, in questo quadro, la indubbia rilevanza degli interventi in ambito fiscale, richiamando in particolare il credito d'imposta per le assunzioni nel Mezzogiorno e quello per gli investimenti nella ricerca, delle misure volte a ridurre gli obblighi di comunicazione, a razionalizzare i pagamenti, a regolamentare le verifiche e gli accessi. Parimenti, esprime apprezzamento per le semplificazioni per i contribuenti con contabilità semplificata, l'accelerazione delle opere pubbliche e il rilancio dell'edilizia privata, le assunzioni dei precari della scuola, l'ampliamento dei servizi telematici ai cittadini, il rilancio della nautica da diporto. Ritiene, comunque, che si debba ancora intervenire, in primo luogo per dare una delle risposte alle famiglie, affrontando il complesso tema di una organica riforma fiscale. Nel complesso, ritiene comunque che non ci siano ragioni per essere radicalmente contrari al provvedimento ed esprime pertanto il proprio dispiacere per il fatto che l'opposizione abbia concentrato la propria attenzione su temi di minore rilievo, quale quello del diritto di superficie. In questo contesto, rileva peraltro che la stessa Confindustria, non sempre tenera, e spesso a ragione, con il Governo, ha considerato positive la misure in materia di semplificazione, specificando che si tratta di misure che si inseriscono in un processo già avviato da tempo e che deve proseguire per sostenere la competitività del nostro sistema industriale. Nel merito, sottolinea poi come il credito di imposta per la ricerca rappresenti una misura di per sé positiva, anche se non strutturale e non accompagnata ancora da risorse adeguate. Ritiene, poi, che vi sia spazio per ulteriori interventi in favore del Mezzogiorno, segnalando come che efficaci provvedimenti per lo sviluppo potrebbero essere costituiti da agevolazioni fiscali per il rilancio degli investimenti e della produttività, che rappresenta la principale criticità della nostra economia. Giudica, poi, con favore le semplificazioni previste in materia di controlli, sottolineando l'opportunità dell'unificazione dei controlli amministrativi, esclusi i casi straordinari di controlli in materia di salute, giustizia e per situazioni di emergenza. Segnala, in proposito, come il tema della semplificazione sia molto caro alle imprese che spesso vivono i controlli come una forma di oppressione che determina perdite di tempo e favorisce meccanismi corruttivi. Considera, poi, positiva la previsione per cui per le opere pubbliche fino a un milione di euro si può procedere all'assegnazione senza gara d'appalto, così come i limiti alle opere compensative e alle riserve e le limitazioni alle varianti in corso d'opera. Dichiara, quindi, di attendere con ansia le misure promosse in tema di deflazione del processo civile e la riforma fiscale. A tale riguardo, pur concordando sull'opportunità di semplificare il sistema fiscale italiano, che rappresenta uno dei sistemi più difficili e costosi da amministrare, sottolinea l'esigenza di preservare e, eventualmente, rafforzare le agevolazioni per i carichi familiari e l'assistenza ai soggetti deboli. Ritiene, inoltre, che sia necessario definire con chiarezza i nuovi sistemi di contrasto dell'elusione e gli accertamenti mirati per certe categorie di imprese, che hanno talvolta determinato dubbi in ordine al rispetto dei principi elementari di certezza della pretesa fiscale. A questo proposito, ritiene comunque doveroso un ringraziamento alla Guardia di finanza per il lavoro, non sempre agevole, che è stata chiamata a svolgere. Sottolinea, poi, l'importanza di fornire soluzioni ai giovani per il futuro, individuando strumenti di stimolo all'occupazione che riducano il tasso di disoccupazione giovanile di lungo periodo, promuovendo la «flessicurezza», rivedendo le norme relative alla contrattazione e pensando ad una politica di tassazione del reddito volta a minimizzare le distorsioni nell'offerta di lavoro.
Osserva, inoltre, come l'attuale contesto di crisi economica e occupazionale richieda interventi integrati volti a ridurre l'impatto della crisi sul capitale umano salvaguardando la professionalità delle persone e assicurando l'inclusione sociale e lavorativa attraverso l'accesso al medio credito. A suo avviso, è ormai indifferibile la previsione di un sostegno alle iniziative

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già intraprese volte a favorire la lotta alla povertà e l'accesso a forme di finanziamento da parte di categorie sociali che ne sarebbero altrimenti escluse, sia sul territorio nazionale che nei Paesi esteri. Ritiene, infatti, che il rilancio degli istituti di sostegno alla persona nelle situazioni di difficoltà economiche determinatasi a causa delle crisi costituisca ormai una priorità assoluta. In questo contesto, rileva come i primi risultati dei piani di contrasto alla crisi siano promettenti e come gli ammortizzatori sociali stiano svolgendo la loro funzione stabilizzatrice. Osserva, tuttavia, che per affrontare la recessione e trasformarla in un'opportunità di crescita economica per il Paese, alla stregua di quanto sta avvenendo nell'Unione europea, è necessario realizzare un contesto economico aperto ed inclusivo che permetta di creare una società più solidale ed equa, che riconosca e sostenga lo spirito imprenditoriale anche dei soggetti più deboli. Si tratta di politiche di economia sociale e di mercato che, a suo avviso, vanno sostenute anche con fondi di garanzia appositamente istituti da parte di istituzioni pubbliche e di investitori privati. Con riferimento, poi, ad una specifica disposizioni del decreto in esame, chiede al rappresentante del Governo di voler fornire chiarimenti in ordine alla prevista ridefinizione dei compiti e delle funzioni dell'istituto Poligrafico Zecca dello Stato e della società Sogei, richiamando l'emendamento Ciccanti 10.72, volto a sopprimere tale previsione. Da ultimo, osserva come l'avvio del semestre europeo imponga di affrontare con urgenza i temi della governance economica dei prossimi anni, che dovranno essere trattati dal Governo e da tutte le componenti politiche ed istituzionali del Paese con la massima attenzione e consapevolezza. Sottolinea, infatti, come si tratti di un passaggio cruciale che condizionerà le prospettive economiche e politiche dell'Unione europea e inciderà sulle azioni di politica economica di lungo periodo degli Stati membri.

Massimo POLLEDRI (LNP), nel richiamare notizie apprese da organi di stampa secondo cui i relatori intenderebbero intervenire con appositi emendamenti su tematiche connesse alle recenti vicende del calcio-scommesse, fa presente che si tratta di un tema particolarmente delicato e a cui occorre dedicare profonda riflessione. Sostiene che l'universo sportivo e calcistico è sicuramente sano nel suo complesso e che le vicende illecite oggetto di accertamenti dovranno essere rigorosamente sanzionate proprio a tutela dello sport e del calcio, che rischiano di rimanere decisamente penalizzati e danneggiati da tali gravi fenomeni criminosi. Rammenta che il suo Gruppo ha sempre ritenuto utile promuovere iniziative legislative tese ad affermare i valori dello sport. Nel segnalare l'incontro che si terrà nei prossimi giorni tra il Ministro Maroni e i vertici degli organi sportivi, sottolinea la necessità di porre sotto i riflettori quella zona grigia collegata al mondo delle scommesse che alimenta gli illeciti sportivi. Rileva che negli ultimi anni sono aumentate in modo esponenziale le somme destinate al gioco d'azzardo e il fenomeno si è modificato anche sotto il profilo qualitativo, con giocate più veloci, articolate e senza filtri e controlli. Fa notare che non è agevole affrontare il fenomeno del calcio scommesse, considerato che un limite all'entità delle scommesse già esiste e peraltro molte giocate avvengono all'estero. Evidenziato il rischio di una grave contaminazione della criminalità organizzata nell'ambiente del calcio, reputa utile conoscere gli orientamenti del Governo e dei relatori sulle iniziative da intraprendere per contrastare tale preoccupante fenomeno.

Gianfranco CONTE, presidente, concordi le Commissioni, dispone l'attivazione dell'impianto audiovisivo a circuito chiuso.

Amedeo CICCANTI (UdCpTP) ravvisa l'opportunità di stralciare dal provvedimento le disposizioni relative alle concessioni marittime, in quanto il Ministro per le regioni ha aperto un tavolo di discussione con le regioni e le categorie interessate al fine di approfondire le problematiche del settore e rispondere alla procedura

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europea di infrazione pendente sull'Italia già dal 2009. Pur prendendo atto della avvenuta riduzione dei termini delle concessioni marittime da novanta anni, come inopinatamente prevedeva la versione originaria del testo, a venti anni, fa tuttavia notare che il punto nodale attiene principalmente al vincolo del diritto di stabilimento riconosciuto a tutti i cittadini dell'Unione europea. In particolare, ricorda che nel 2015 andranno in scadenza il 90 per cento delle concessioni e occorre quindi tutelare la posizione delle piccole imprese, soprattutto familiari e artigianali, titolari di un'azienda balneare che rischiano di essere fortemente penalizzate nella fase di rinnovo delle concessioni. Osserva che la stessa Unione europea non valuta negativamente la disciplina di sostegno che gli Stati membri varino a favore delle piccole imprese familiari. Per tali soggetti sarebbe quindi opportuno, in deroga alle previsioni dell'articolo 21 della legge comunitaria, prevedere un rinnovo automatico ovvero un diritto di prelazione. A tal proposito richiama i contenuti dell'emendamento 3.98. Raccomanda quindi una particolare attenzione nell'esame dell'emendamento 8.85 presentato dal suo gruppo sugli interessi usurari. Osserva che la legge n. 108 del 1996, nel disciplinare i tassi usurari, ha fissato il limite dell'interesse usurario al 50 per cento oltre il tasso medio. Fa notare che con la nuova previsione, pur riducendosi al 25 per cento il suddetto limite che fissa il tasso di usura, si delinea una regolamentazione innovativa che aumenta di 4 punti percentuali il tasso medio consentendo in tal modo agli istituti bancari di poter usufruire di tassi di interesse estremamente elevati nelle operazioni di credito. Ricorda che i dati evidenziano che attualmente i finanziamenti a favore di famiglie e imprese sono caratterizzati da un tasso medio pari all'11 per cento e con la nuova disciplina tale tasso di interesse si accrescerebbe fino al 20 per cento; il che rappresenterebbe un sorprendente regalo al sistema bancario. Nel ricordare i vincoli posti all'erogazione del credito dal sistema Basilea 3, ribadisce che l'ulteriore aumento dei costi del credito di fatto pregiudica fortemente la crescita del sistema delle imprese. Interviene quindi sulle previsioni dell'articolo 10, comma 4, relativa all'Istituto Poligrafico dello Stato e alla Sogei. Si chiede per quale motivo il progetto perseguito di creare una carta di identità elettronica debba comportare anche una modifica del consiglio di amministrazione della Sogei. Esprime forti perplessità su tale operazione ricordando che la Corte dei conti si è più volte pronunciata in materia sostenendo che il rinnovo non motivato del consiglio di amministrazione della predetta società produce di fatto distorsioni e ingiustificati aumenti dei costi. La Corte ha altresì affermato che, al fine di garantire una regolare funzionalità della Sogei, occorre garantire una stabilità degli organi di vertice che non possono essere modificati ogni 2 o 3 anni per esigenze meramente politiche. Dichiara di apporre la propria firma all'emendamento Gioacchino Alfano 8.187, relativo al Comitato italiano permanente sul micro credito. Reputa quindi inopportuno prevedere sanzioni penali in caso di violazioni delle norme urbanistiche da parte dei tecnici intervenuti nel procedimento; nel ritenere un appesantimento per i tribunali la configurazione di illecito penale in tali casi, si dichiara favorevole alla previsione di specifiche sanzioni disciplinari e amministrative. Nel richiamare i contenuti dell'emendamento 10.023 sul fotovoltaico nella regione Abruzzo, precisa che la proposta emendativa tende a sanare la posizione di quei soggetti che avevano attivato la procedura semplificata per ottenere l'autorizzazione agli impianti, soprattutto quelli nei comuni del «cratere» de L'Aquila, rispetto a coloro che successivamente hanno avanzato una semplice richiesta per avere l'autorizzazione predetta e che in base alle nuove norme risulterebbero i soli legittimati all'attivazione degli impianti.

Marco MARSILIO (PdL) dà innanzitutto una valutazione molto positiva sulle disposizioni recate dal decreto-legge in esame, che costituisce un primo passaggio per porre basi solide per il rilancio dell'economia.

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Osserva, quindi, che, con riguardo alla promozione della ricerca scientifica, il Governo dà una risposta giusta, prevedendo, all'articolo 1, un'apposita disposizione sul credito d'imposta. Ritiene, poi, positivo il tentativo di rilanciare l'economia e il lavoro nel Mezzogiorno, osservando come vi sia ancora un Paese duale, che cresce a due velocità, e per questo è opportuno stimolare la crescita anche nelle regioni più depresse. Si associa, quindi, alle considerazioni dei colleghi Baccini e Ciccanti sulla necessaria promozione del microcredito, soprattutto alle famiglie. Con riguardo, in particolare, alle disposizioni recate dall'articolo 5, commi da 9 a 14, in materia di riqualificazione delle aree urbane degradate, apprezza l'intento del Governo di incentivare la razionalizzazione del patrimonio edilizio e la riqualificazione delle aree suddette, anche con interventi di demolizione e ricostruzione, elevando quindi la qualità urbanistica delle città senza intaccare nuove fasce di territorio, anche al fine di dare nuove prospettive di sviluppo al settore dell'edilizia. Suggerisce, al riguardo, fra l'altro, di incrementare i premi di cubatura previsti per incentivare per quanto possibile le nuove iniziative. Illustra quindi il suo emendamento 5.36, di cui raccomanda l'approvazione. Con riguardo alla disposizione recata dal comma 13, lettera b), dell'articolo 5, che prevede che i piani attuativi comunque denominati e compatibili con lo strumento urbanistico generale siano approvati dalla giunta comunale, stigmatizza il fatto che si siano privati di tale competenza in materia di governo del territorio i consigli comunali. Osserva, al riguardo, come non sia opportuno affidare tali competenze ad un organo monocratico, espressione di una sola parte politica, auspicando quindi l'accoglimento delle proposte emendative che sono state presentate sul punto.

Gianfranco CONTE, presidente, dà quindi la parola al sottosegretario di Stato Giorgetti per la replica.

Il sottosegretario Alberto GIORGETTI, intervenendo in sede di replica, giudica innanzitutto in modo positivo il fatto che gli emendamenti presentati abbiano tenuto in larga parte conto della necessità di intervenire in modo puntuale sul testo del decreto-legge, evitando quindi di proporre l'introduzione di materie ultronee, e mirando al miglioramento delle disposizioni in esso contenute. Conferma, quindi, a nome del Governo l'attenzione e la disponibilità verso le proposte emendative che consentano di migliorare il dettato normativo del decreto-legge in esame, riservandosi di approfondirle nelle prossime ore.
Per quanto attiene ai chiarimenti richiesti dall'onorevole Marchi in ordine ai beneficiari del crediti di imposta di cui all'articolo 1, nel segnalare che il credito d'imposta è una agevolazione fiscale rivolta alle imprese, precisa che esso è riconosciuto esclusivamente per investimenti che consistano nel finanziamento da parte delle imprese di progetti di ricerca di Università ovvero di enti pubblici di ricerca, allo scopo di stimolare la collaborazione tra il mondo dell'impresa e quello della ricerca. Peraltro, i progetti di ricerca possono essere realizzati anche attraverso la collaborazione tra le strutture pubbliche individuate dall'articolo 1 e strutture private di ricerca di equivalente livello scientifico ed ulteriori strutture potranno essere individuate con decreto del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze
Rispondendo poi alle osservazioni dell'onorevole D'Antoni sul funzionamento del credito di imposta per il nuovo lavoro nel Mezzogiorno, dichiara che sulle questioni poste c'è interesse del Governo ad effettuare un approfondimento al fine, evidentemente, di rendere maggiormente efficiente, per quanto possibile, lo strumento recato dalla norma. In materia di distretti turistico-alberghieri e di zone a «burocrazie a zero», dichiara che è intenzione del Governo mantenere il testo e migliorarlo, ove possibile.
Per quanto attiene ai chiarimenti richiesti dall'onorevole Vannucci in ordine all'impatto, ai fini del calcolo dell'indebitamento

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netto, delle disposizioni dell'articolo 7, comma 2, lettere da dd) a gg), utilizzate come copertura finanziaria del provvedimento, conferma la quantificazione riportata nella relazione tecnica e nell'allegato, precisando che gli importi in questione sono tali da non pregiudicare il conseguimento dei livelli programmatici di indebitamento netto strutturale previsti nel periodo 2011-2014.
Con riguardo alle disposizioni in materia di opere pubbliche, dichiara che ove gli emendamenti propongano dei miglioramenti tecnici che aumentino la funzionalità delle norme, essi potranno essere accolti dal Governo. In ordine all'impatto delle nuove previsioni urbanistiche, anche sotto il profilo della fiscalità, dichiara che si stanno conducendo gli opportuni approfondimenti. Rispondendo all'onorevole Nannicini, dichiara essere interesse del Governo valutare bene il tema della proprietà intellettuale. In ordine, poi, a tutta la tematica della semplificazione fiscale, dichiara che il Governo intende migliorare, ove possibile, il testo. Tuttavia, sul punto, avverte che si rischia, nel dibattito sulla riscossione delle imposte, di passare da un eccesso a un altro in quanto, se prima si dibatteva sull'opportunità di aumentare la capacità di riscossione dell'Agenzia delle Entrate, adesso, invece, dal tenore degli emendamenti presentati, si evince quasi l'obiettivo opposto di evitare agli evasori gli accertamenti fiscali. Al riguardo, osserva come sia necessario trovare invece un punto di equilibrio tra l'esigenza delle famiglie e delle imprese, pressati dall'attuale crisi economica, e la necessità di assicurare comunque entrate all'erario, con i proventi della riscossione.
Rispondendo all'onorevole Polledri, ricorda che il Governo non ha ancora elaborato proprie proposte emendative in merito alla problematica delle scommesse sugli eventi sportivi. Con riferimento ai recenti accadimenti relativi agli incontri italiani di calcio, sulla base degli elementi informativi acquisiti dall'Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato fa presente preliminarmente che la raccolta delle scommesse in Italia, nel settore sportivo e non, è riservata allo Stato che la esercita attraverso operatori italiani ed esteri in possesso di specifici requisiti soggettivi e oggettivi stabiliti dalla legge che abbiano acquisito la titolarità di idonea concessione rilasciata dall'Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato, a seguito di gara europea. L'insieme di tali concessionari costituisce la rete ufficiale della raccolta delle scommesse in Italia, l'unica riconosciuta e autorizzata dallo Stato. I concessionari sono tenuti al rispetto di specifici e rigorosi obblighi nell'esercizio della propria attività, a tutela degli interessi generali, dell'ordine pubblico, dei giocatori, dei minori. Precisa, poi, che il flusso delle scommesse raccolte dai concessionari di Stato confluisce ed è registrato, in via informatica e in tempo reale, in un unico ed apposito «totalizzatore nazionale» tenuto e gestito dalla società Sogei S.p.A., partner tecnologico dell'Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato e del Ministero dell'economia e finanze. La collaborazione costante tra questi ultimi soggetti e i concessionari dello Stato, nonché l'utilizzo di specifici strumenti informativi ha consentito e consente di procedere in tempo reale, sulla base dei flussi, all'elaborazione e all'analisi dei dati di raccolta e all'individuazione di possibili anomalie oggetto di specifiche segnalazioni agli organi competenti. Ogni singola scommessa - fisica e telematica - effettuata sul territorio nazionale attraverso la rete ufficiale dei concessionari è, quindi, registrata e convalidata presso il «totalizzatore nazionale» gestito dalla società Sogei S.p.A. Tale registrazione costituisce tutela sia del giocatore circa l'avvenuta effettuazione della scommessa che dell'Erario relativamente alle imposte gravanti sul gioco; entrate erariali, peraltro, che finanziano il sistema sportivo italiano destinando al CONI, sulla base di norme finanziarie specifiche, un importo annuo di 450-470 milioni di euro.
L'Ufficio scommesse dell'Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato, d'intesa con il Direttore per i giochi, anche in assenza di una specifica disposizione normativa, ha progettato e realizzato con

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la società Sogei S.p.A. uno specifico sistema informatico denominato GASS; acronimo di gioco anomalo scommesse sportive, che analizza in tempo reale i flussi di gioco su tutte le tipologie di scommessa provenienti dai diversi concessionari. Il sistema di monitoraggio è costantemente implementato dall'Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato, per ottenere uno strumento di controllo dei flussi di scommesse quanto più stringente e particolareggiato, sia in termini di specifici ambiti territoriali che di tipicità delle singole scommesse. Fa presente, pertanto, che attraverso una serrata attività di valutazione dei flussi di gioco registrati, principalmente nelle giornate di sabato e domenica, giornate nelle quali solitamente si svolgono gli eventi sportivi, sono state attivate e proseguite nel tempo relazioni informative con i diversi organismi sportivi calcistici. Gli stessi organismi sportivi, nella loro autonomia, possono quindi disporre, eventualmente, la sospensione, il rinvio o l'annullamento dell'evento sportivo e solo in tal caso, l'Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato può procedere all'annullamento della scommessa ed al rimborso delle giocate. In caso contrario, in ragione delle stesse norme regolamentari, si procede a certificare il risultato ottenuto sul campo di gara.
Precisa inoltre che i concessionari, sulla base del rapporto concessorio, sono liberi di riversare o meno ai giocatori l'avvenimento proposto dall'Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato, potendo scegliere se procedere ad un'offerta parziale rispetto alle varie tipologie di scommessa proposte dall'Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato, oppure sospendere l'accettazione del gioco, fermo restando che le scommesse già accettate e registrate dal totalizzatore nazionale restano valide. In generale, per le attività di controllo sull'evento sportivo, fa presente che, a partire dal mese di dicembre 2010, sono state segnalate ai competenti organismi, normalmente prima dello svolgimento degli incontri, circa quaranta partite, per le quali è stato registrato un possibile flusso anomalo di scommesse. Osserva, peraltro, che per tale azione di monitoraggio è essenziale il ruolo dei concessionari autorizzati, i quali conoscono per primi l'andamento delle giocate. Quando i concessionari registrano un flusso di gioco anomalo su una partita, inviano una segnalazione via posta elettronica al gruppo di gestione del palinsesto dell'Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato, che è attivo tutti i giorni dalle 8 alle 23. La segnalazione è quindi analizzata e, se ritenuta valida, inoltrata alla Federazione competente. In particolare, fa presente che da ottobre 2010 ad oggi sono stati individuati e segnalati 38 eventi, una partita di coppa Italia, sette partire di serie A, quattordici partite di serie B e sedici partite di Lega Pro, dei quali solo una decina riguardano vicende oggi all'attenzione degli organi inquirenti di Cremona. Segnala, inoltre, che le Forze di Polizia hanno potuto sviluppare diverse indagini sulla base dei dati in possesso dell'Amministrazione dei monopoli, servendosi anche del suo supporto tecnico ed amministrativo.
In questo contesto, osserva come i fatti della recente cronaca giudiziaria evidenziano che una parte rilevante delle scommesse oggetto di indagine è stata sottratta alla rete ufficiale dei concessionari di Stato e ha utilizzato canali di operatori esteri, anche extracomunitari, privi di concessione, con ciò aggirando il monitoraggio, altrimenti possibile, ai fini delle segnalazioni agli organi competenti. In proposito, ribadisce, comunque, che ogni qualvolta il flusso di gioco si colloca fuori del circuito ufficiale della raccolta dei concessionari di Stato viene di fatto impedita ogni attività di monitoraggio, verifica e controllo anche ai fini dell'antiriciclaggio. Precisa, poi, che l'Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato sta collaborando, e continuerà a collaborare, con gli organi inquirenti per contribuire alla prevenzione e repressione del malaffare nel settore dei giochi e con le Autorità sportive, per assicurare e garantire la genuinità dell'evento sportivo oggetto delle scommesse. L'Amministrazione ha, inoltre, promosso ogni iniziativa finalizzata allo scambio di informazioni, sia a livello nazionale

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con le Forze di Polizia, associazioni e altri Enti, sia a livello internazionale con le omologhe autorità degli altri Paesi. In proposito, segnala, ad esempio, che entro la fine del mese di giugno sarà firmato un importante protocollo di intesa con il regolatore francese del gioco on line per lo scambio di informazioni in materia di controlli.
Auspica quindi che, anche nell'incontro che si terrà domani presieduto dal Ministro Maroni, possano essere individuate iniziative per contrastare la rete estera che non è concessionaria dello Stato e non è regolarmente riconosciuta. Al riguardo, ricorda come i presidi normativi in materia siano già elevati, consistendo il problema piuttosto nella rete di ricevitori non autorizzati.

Maino MARCHI (PD), in considerazione della mancanza dei pareri dei relatori e del Governo sulle proposte emendative riferite articoli 3, 4, 7, 8, 9, 10 e 11, rileva che, per la seduta già prevista per le ore 11 di lunedì, è ipotizzabile che non si possa procedere immediatamente alle votazioni e sarà necessaria una fase di dibattito. Chiede quindi alla presidenza di fissare un orario prima del quale non si procederà comunque a votazioni, all'uopo proponendo le ore 15.

Gianfranco CONTE, presidente, ritiene che si potrà procedere con le votazioni anche prima dell'ora indicata dall'onorevole Marchi.

Giampaolo FOGLIARDI (PD), richiamando l'intervento svolto dal sottosegretario Giorgetti, sottolinea la necessità di procedere ad una complessiva revisione del sistema dei giochi e delle scommesse, sottolineando come non sia possibile liquidare la questione evidenziando che le criticità emerse non afferiscono ai giochi gestiti direttamente dallo Stato.

Massimo POLLEDRI (LNP) chiede di chiarire l'orario a partire dal quale si procederà alle votazioni.

Gianfranco CONTE, presidente, in considerazione dell'inizio della seduta per le ore 11, fa presente che si potrà procedere alle votazioni appena ve ne saranno le condizioni. Fa presente, inoltre, che è stata presentata una nuova formulazione della parte ammissibile dell'articolo aggiuntivo Beltrandi 2.03 (vedi allegato 2).
Avverte, infine, che i relatori hanno presentato l'emendamento 6.147 (vedi allegato 3) e che eventuali subemendamenti riferiti a tale proposta emendativa potranno essere presentati entro le ore 20 di venerdì 10 giugno 2011.
Nessun altro chiedendo da intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 13.45.

ERRATA CORRIGE

Nel Bollettino delle Giunte e delle Commissioni parlamentari n. 491 dell'8 giugno 2011:
a pagina 88, seconda colonna, ventinovesima riga, le parole: «**7.233. Schirru» sono sostituite dalle seguenti: «**7.233. Calvisi, Schirru.»;
a pagina 290, seconda colonna, trentaquattresima riga, le * parole: «10.25.», sono sostituite dalle seguenti: «10.025.».