CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 5 maggio 2011
476.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Commissioni Riunite (V e VII)
COMUNICATO

TESTO AGGIORNATO AL 17 MAGGIO 2011

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SEDE REFERENTE

Giovedì 5 maggio 2011. - Presidenza del presidente della V Commissione Giancarlo GIORGETTI. - Intervengono i sottosegretari di Stato per l'economia e le finanze Luigi Casero e Alberto Giorgetti e il sottosegretario di Stato per i beni e le attività culturali Francesco Maria Giro.

La seduta comincia alle 9.15.

DL 34/2011: Disposizioni urgenti in favore della cultura, in materia di incroci tra settori della stampa e della televisione, di razionalizzazione dello spettro radioelettrico, di moratoria nucleare, di partecipazioni della Cassa depositi e prestiti, nonché per gli enti del Servizio sanitario nazionale della regione Abruzzo.
C. 4307 Governo, approvato dal Senato.

(Seguito dell'esame e conclusione).

Le Commissioni proseguono l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta pomeridiana del 4 maggio 2011.

Gioacchino ALFANO (PdL), relatore per la V Commissione, segnala che le proposte emendative all'esame della Commissione, dopo le pronunce di inammissibilità, sono complessivamente 87. Rileva, quindi, come i presentatori degli emendamenti, in molti casi, abbiano voluto modificare, integrare ovvero avanzare proposte alternative in merito alle scelte operate dal Governo e, con riferimento all'articolo 5, dall'altro ramo del Parlamento.
In linea generale osserva come il provvedimento presenti un contenuto eterogeneo - e ciò si evince con chiarezza dal titolo stesso del decreto-legge - poiché tratta materie diverse e non correlate. Allo stesso tempo, rileva che gli interventi proposti risultano estremamente mirati e circoscritti e frutto di approfondite valutazioni tecniche ma, soprattutto, politiche. Osserva che questo vale per l'articolo 1 dove, dopo un'ampia discussione che ha coinvolto le istituzioni e la società civile, si è stabilito di incrementare le risorse in favore della cultura, ricorrendo ad una copertura in grado di salvaguardare gli equilibri di bilancio. Analogamente, rileva che l'articolo 2 reca disposizioni per l'area archeologica di Pompei dopo che sugli

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organi di stampa e nel dibattito pubblico era stato evidenziato il rischio di degrado di tale rilevantissimo sito archeologico. Fa presente che si tratta di un intervento articolato ma, al tempo stesso, limitato allo stretto necessario nonché estremamente puntuale.
Rileva che l'articolo 3 proroga il divieto di incroci tra settore della stampa e settore della televisione recependo un orientamento ampiamente diffuso in questo Parlamento e che si era potuto manifestare in sede di esame dell'ultimo decreto-legge in materia di proroga di termini.
Fa presente che l'articolo 4 può ritenersi un intervento di necessaria integrazione di una disciplina, quella relativa al passaggio alla trasmissione televisiva digitale terrestre, che deve necessariamente fare i conti con le problematiche che insorgono in sede di applicazione della stessa. Osserva che lo strumento del decreto-legge obbliga evidentemente a limitarsi ad introdurre le disposizioni strettamente necessarie ed urgenti, circoscrivendone il più possibile la portata.
Evidenzia che l'articolo 5 relativo ai nuovi impianti nucleari è, come noto, il frutto di una scelta politica della maggioranza volta a tenere nella debita considerazione, da un lato, il tragico evento verificatosi di recente in Giappone e, dall'altro, l'indizione di un referendum sulla materia. Al riguardo ritiene obiettivamente difficile ipotizzare una mediazione politica di carattere diverso da quella proposta, peraltro estremamente complessa e articolata.
Infine, segnala che l'articolo 6 ha una portata alquanto contenuta e si presta assai poco a modifiche, mentre l'articolo 7 intende ampliare l'operatività della Cassa depositi e prestiti e, pur potendo sicuramente prestarsi a rilievi e suggerire soluzioni alternative, interviene in un ambito assai delicato nel quale ogni scelta va attentamente valutata.

Gabriella CARLUCCI (PdL), relatore per la VII Commissione, evidenzia innanzitutto, in merito agli interventi della seduta di ieri dell'onorevole Ghizzoni e dell'onorevole De Biasi, che ne condivide i rilievi espressi sulla necessità che siano specificati gli enti destinatari del finanziamento di 7 milioni di euro recato dall'articolo 1, comma 1, lettera c), del decreto-legge in discussione. Per esigenze complessive di approvazione del provvedimento invita comunque al ritiro delle proposte emendative, preannunciando in ogni caso la propria disponibilità a presentare un apposito ordine del giorno che recepisca il contenuto dell'emendamento indicato. Ricorda, inoltre, in relazione all'ammontare del Fondo unico per lo spettacolo e alle relative modalità di erogazione, che questi variano sostanzialmente dal 1985, anno della sua istituzione, senza che sia stata ancora varata una legge-quadro che disciplini con certezza tali aspetti. Rammenta, sempre a tale proposito, che è in corso di approvazione presso la Commissione cultura un'apposita proposta di legge-quadro sullo spettacolo dal vivo, che attende soltanto il reperimento di un'idonea copertura finanziaria. Al riguardo, preannuncia la presentazione di un ulteriore ordine del giorno, auspicabilmente firmato dai rappresentanti dei gruppi di maggioranza ed opposizione. Invita, infine, anche a nome del relatore per la V Commissione, a ritirare le proposte emendative presentate, facendo presente che, in caso contrario, il parere deve intendersi contrario.

Il sottosegretario Alberto GIORGETTI esprime parere conforme ai relatori.

Alberto FLUVI (PD), intervenendo sull'emendamento De Biasi 1.5, richiama l'intervento svolto dall'onorevole Baretta nella seduta di ieri in merito ai tentativi ripetutamente effettuati dall'opposizioni di utilizzare coperture analoghe a quelle oggi proposte dal Governo attraverso l'aumento dell'accisa sui carburanti. Ricorda in proposito che il Governo ha sempre espresso parere contrario lamentando gli effetti inflattivi di una tale misura. Ricorda che l'articolo 1, commi da 290 a 293, della legge 24 dicembre 2007, n. 244, ha già introdotto disposizioni fiscali dirette a utilizzare il maggior gettito IVA dovuto all'aumento

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dei prezzi dei prodotti petroliferi per la riduzione temporanea dell'aliquota di accisa sui carburanti e, quindi, del, prezzo al consumo. Richiama in proposito la sua interrogazione a risposta immediata in Commissione finanze 5-04343, svolta nella seduta del 9 marzo 2011, in risposta alla quale il sottosegretario Viale ha fatto presente che, nel periodo ottobre-dicembre 2010, si sono verificate le condizioni che la richiamata norma pone per l'adozione di un decreto volto alla riduzione dei prezzi al consumo attraverso l'utilizzo del maggior gettito IVA per una riduzione temporanea dell'aliquota di accisa sui carburanti e che le maggiori entrate a titolo IVA che andrebbero utilizzate per tale compensazione sono state stimate in un valore pari a circa 21 milioni di euro. Evidenzia che, rispetto al momento della richiamata risposta, il prezzo del petrolio ha subito un ulteriore aumento e quindi il maggior gettito IVA disponibile sarebbe stimabile in circa 100 milioni di euro su base annua. Propone quindi di utilizzare tale gettito a copertura del provvedimento prima di procedere all'aumento dell'accisa per contenere gli effetti inflattivi ed evitare un aumento della pressione fiscale. In proposito, richiama anche il dibattito svoltosi in Assemblea nella seduta di ieri sul finanziamento della missione in Libia, in occasione del quale si è precisato che esso non sarebbe stato effettuato con un aumento della pressione fiscale.

Giuseppe GIULIETTI (Misto) sottoscrive l'emendamento 1.5 in discussione, nonostante i decreti presentati dal Governo si presentino sempre blindati; al riguardo, sottolinea che l'ultimo intervento del relatore Alfano conferma tale atteggiamento. Evidenzia, per la copertura finanziaria, come non si possa operare solo sulle accise, continuando ad introdurre tassazioni occulte per i cittadini, soltanto perché non si vogliono tassare le entrate pubblicitarie dei grandi gruppi di comunicazione. Al riguardo, sottolinea che le forme di tassazione come la tassa di scopo sono usate in tutta Europa, dove non si ha paura di toccare interessi di determinati grandi gruppi. Rileva, infine, per ciò che riguarda le frequenze, che il decreto-legge dispone che le risorse verranno reperite dai proventi di un'asta non meglio definita. Ritiene quindi che ancora una volta si è di fronte a coperture finanziarie finte e inquinate dal conflitto di interessi in atto nel Paese. Preannuncia pertanto il voto favorevole all'emendamento 1.5 di cui è cofirmatario.

Emilia Grazia DE BIASI (PD) interviene con due considerazioni brevissime, segnalando in modo negativo che anche per la giornata odierna non è presente il rappresentante del Ministero per i beni e le attività culturali. Al riguardo, segnala che i rappresentanti della Commissione bilancio hanno avuto dal Sottosegretario competente le risposte ai quesiti posti, mentre i rappresentanti della Commissione cultura non hanno ancora avuto gli adeguati chiarimenti sui propri profili di competenza. Ritiene che tale atteggiamento rappresenti un ennesimo schiaffo al settore della cultura e all'attività del Parlamento. Ringrazia comunque l'onorevole Carlucci, con la quale ha condiviso il percorso parlamentare per l'approvazione della legge-quadro sullo spettacolo dal vivo, per la sua disponibilità a formulare un impegno al Governo sui temi di comune interesse. Si dichiara disposta quindi a sottoscrivere un ordine del giorno al riguardo, sottolineando che l'emendamento 1.5 in discussione non può avere relazione con un ordine del giorno in quanto punta ad incrementare il Fondo unico per lo spettacolo trovando forme di copertura diverse. Insiste quindi per la votazione del suo emendamento 1.5.

Renato CAMBURSANO (IdV) ribadisce la propria richiesta di acquisire l'analisi d'impatto della regolamentazione e l'analisi tecnico-normativa sul provvedimento.

Il sottosegretario Alberto GIORGETTI ribadisce che la documentazione richiesta sarà trasmessa al più presto.

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Antonio BORGHESI (IdV) dà atto al sottosegretario Giorgetti di avere svolto una compiuta esposizione sulle coperture utilizzate per il provvedimento in esame, rispondendo alle richieste di chiarimento di diversi deputati. Con riferimento all'aumento delle accise sui carburanti, in considerazione dell'intervento del rappresentante del Governo, sottolinea come, d'ora in avanti, non sarà più possibile per il Governo esprimere parere contrario sull'utilizzo di tale forma di copertura. Nel richiamare l'intervento dell'onorevole Fluvi, ricorda che anche il gruppo dell'Italia dei Valori ha presentato un'interpellanza e una proposta di legge in riferimento alla sterilizzazione dell'aumento dell'IVA derivante dagli aumenti del prezzo del petrolio. Evidenzia che sarebbe preferibile utilizzare a fini di copertura un intervento sul prelievo unico erariale sui giochi, che hanno assunto secondo le ultime stime dimensioni particolarmente significative, evitando di mettere le mani nelle tasche dei cittadini con l'aumento della pressione fiscale sui carburanti che avrebbero comunque effetti inflattivi.

Giancarlo GIORGETTI, presidente, in considerazione del prossimo inizio della prima chiama dei deputati nella seduta del Parlamento in seduta comune, sospende la seduta.

La seduta, sospesa alle 9.40, riprende alle 10.10.

Le Commissioni respingono l'emendamento De Biasi 1.5.

Antonio BORGHESI (IdV) raccomanda l'approvazione dell'emendamento Zazzera 1.12, sottolineando l'opportunità di utilizzare lo strumento del prelievo unico erariale, piuttosto che un aumento dell'accisa sui carburanti per dare copertura al provvedimento in esame.

Le Commissioni respingono l'emendamento Zazzera 1.12.

Manuela GHIZZONI (PD) raccomanda l'approvazione dell'emendamento a sua prima firma 1.6, sottolineando la necessità di rimediare ai tagli che hanno recentemente subito gli enti e le istituzioni culturali.

Le Commissioni respingono l'emendamento Ghizzoni 1.6.

Manuela GHIZZONI (PD), intervenendo sull'emendamento a sua prima firma 1.8, ricorda che il relatore per la VII Commissione aveva chiesto di ritirare tale proposta al fine di trasfondere il contenuto in un ordine del giorno del quale auspicava l'accoglimento da parte del Governo. Rileva tuttavia che, mentre la sua proposta è volta al finanziamento di enti ed istituzioni a rilievo nazionale, il Governo ha accolto, con riferimento alle medesime risorse, al Senato un ordine del giorno volto a finanziare enti in riferimento all'azione relativa ai territori. Chiede come possano conciliarsi tali opposte esigenze e come intenda comportarsi il Governo rispetto ad un eventuale ordine del giorno sulla questione.

Il sottosegretario Francesco Maria GIRO si riserva ogni valutazione sull'eventuale ordine del giorno al momento della sua effettiva presentazione in Assemblea, ricordando che è intenzione del Governo di procedere ad un riordino complessivo del comparto.

Manuela GHIZZONI (PD) alla luce delle dichiarazioni del rappresentante del Governo, insiste per la votazione del suo emendamento 1.8.

Gabriella CARLUCCI (PdL), relatore per la VII Commissione, ricorda che l'invito al ritiro era collegato alla eventuale disponibilità del Governo ad accogliere un ordine del giorno in materia.

Le Commissioni respingono l'emendamento Ghizzoni 1.8.

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Manuela GHIZZONI (PD) raccomanda l'approvazione dell'emendamento a sua prima firma 1.7, volto ad abrogare il taglio disposto dall'articolo 7, comma 24, del decreto-legge n. 78 del 2010, relativo al contributo del Ministero per i beni e le attività culturali per enti, istituti e fondazioni.

Le Commissioni respingono l'emendamento Ghizzoni 1.7.

Manuela GHIZZONI (PD) raccomanda l'approvazione dell'emendamento a sua prima firma 1.9, sottolineando la necessità di finanziare i comitati nazionali di cui alla leghe n. 420 del 1997.

Le Commissioni respingono l'emendamento Ghizzoni 1.9.

Carmen MOTTA (PD) raccomanda l'approvazione del suo emendamento 1.11 volto a confermare il finanziamento per lo svolgimento del Festival Verdi di Parma, ricordando che il Governo ha accolto al Senato un ordine del giorno su tale tema.

Valentina APREA, presidente della VII Commissione, ricorda che è all'esame della VII Commissione un provvedimento relativo alla questione posta dall'onorevole Motta e ritiene che quella sia la sede più opportuna per affrontare il tema.

Il sottosegretario Francesco Maria GIRO concorda con le considerazioni espresse dalla presidente Aprea.

Carmen MOTTA (PD) ricorda che il sindaco di Parma ha lamentato l'insufficienza di fondi per la celebrazione del bicentenario verdiano.

Paola DE MICHELI (PD) sottolinea che l'emendamento dell'onorevole Motta è volto a risolvere la questione del Festival Verdi mentre la questione del bicentenario sarebbe un intervento a carattere nazionale. Evidenzia che la proposta emendativa, che chiede di sottoscrivere, va nella direzione tracciata dal Governo e dalle amministrazioni di centrodestra che hanno istituito la manifestazione che si intende sostenere.

Le Commissioni respingono l'emendamento Motta 1.11.

Pierfelice ZAZZERA (IdV) raccomanda l'approvazione dell'emendamento a sua prima firma 1.13, sottolineando come esso non intenda modificare l'importo di finanziamento del Fondo unico per lo spettacolo, ma voglia cambiare la copertura evitando gli effetti a danno dei cittadini conseguenti all'aumento dell'accisa sui carburanti.

Alberto FLUVI (PD), richiamando il suo precedente intervento, ribadisce che attraverso la corretta applicazione delle disposizioni dell'articolo 1, commi da 290 a 293, della legge n. 244 del 2007 si potrebbe alleggerire la manovra sull'accisa di almeno 100 milioni di euro annui, destinando le maggiori entrate IVA. Chiede in proposito un pronunciamento del Governo.

Il sottosegretario Alberto GIORGETTI esprime parere contrario sulla traslazione per tali finalità delle maggiori entrate IVA, facendo presente che esse saranno destinate ad altre finalità.

Marco CAUSI (PD) sottolinea che il Governo ha scelto di effettuare una manovra da 280 milioni euro sulle accise, mentre essa si sarebbe potuta contenere in 180 milioni di euro.

Le Commissioni respingono l'emendamento Zazzera 1.13.

Giancarlo GIORGETTI, presidente, passando all'esame delle proposte emendative riferite all'articolo 2 del decreto-legge, ricorda come i relatori e il rappresentante del Governo abbiano invitato a ritirare le proposte emendative presentate, esprimendo, in caso contrario, un parere contrario.

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Carmen MOTTA (PD) raccomanda l'approvazione degli identici emendamenti Ghizzoni 2.1 e Mariani 2.10, nonché degli identici De Biasi 2.2 e Mariani 2.11, sottolineando come con tali proposte si chieda, con riferimento agli interventi relativi a Pompei, rispettivamente un parere delle Commissioni parlamentari competenti ed un termine certo per ragioni di trasparenza e certezza.

Le Commissioni, con distinte votazioni, respingono gli identici emendamenti Ghizzoni 2.1 e Mariani 2.10, nonché gli identici emendamenti De Biasi 2.2 e Mariani 2.11.

Manuela GHIZZONI (PD), illustrando il suo emendamento 2.3, prende atto del parere contrario espresso dal relatore e dal Governo che la lascia molto perplessa. Ricorda al riguardo che l'ultimo concorso bandito dall'amministrazione ministeriale per 500 posti non prevedeva comunque l'assunzione di archeologi in Campania e, pertanto, al momento non ci sarebbero graduatorie da utilizzare. Rileva quindi come emerga l'esigenza che per le assunzioni si possa attingere dalle altre graduatorie regionali.

Gabriella CARLUCCI (PdL), relatore per la VII Commissione, preannuncia al riguardo la presentazione in Assemblea di un ordine del giorno, invitando la collega Ghizzoni a sottoscriverlo.

Le Commissioni respingono, quindi, l'emendamento Ghizzoni 2.3.

Emilia Grazia DE BIASI (PD) illustra il proprio emendamento 2.4, raccomandandone l'approvazione. In particolare, ricorda come l'emendamento sia finalizzato a esigenze di razionalizzazione e risparmio nel rapporto tra Stato e regioni, anche nel contesto dell'applicazione del federalismo al settore della cultura. Chiede quindi l'opinione del Governo al riguardo.

Il sottosegretario Francesco Maria GIRO non ritiene che si possa accedere alla richiesta di modifica del testo della norma in esame, anche dopo il confronto che vi è stato con le Commissioni di merito.

Emilia Grazia DE BIASI (PD), replicando, sottolinea come in realtà non vi sia stato alcun confronto con le Commissioni di merito sul punto.

Le Commissioni respingono quindi l'emendamento De Biasi 2.4.

Manuela GHIZZONI (PD) raccomanda l'approvazione del proprio emendamento 2.5.

Le Commissioni respingono l'emendamento Ghizzoni 2.5.

Antonio BORGHESI (IdV) raccomanda l'approvazione dell'emendamento Zazzera 2.17, di cui è cofirmatario.

Le Commissioni respingono quindi, con distinte votazioni, l'emendamento Zazzera 2.17 e i successivi emendamenti Zazzera 2.20 e Borghesi 2.18.

Emilia Grazia DE BIASI (PD) raccomanda l'approvazione del proprio emendamento 2.6, ricordando come nel 2006 ALES S.p.A. sia stata costituita come società finalizzata all'esecuzione di lavori socialmente utili. Rinnova pertanto la richiesta che tale società venga esclusa dall'appalto dei lavori relativi alla tutela e alla conservazione del sito archeologico di Pompei, in quanto per tali lavori sono necessarie delle figure professionali ad alta specializzazione, quali sono appunto gli archeologi. Paventa, quindi, il rischio di un ricorso giurisdizionale da parte degli archeologi, in quanto l'amministrazione non bandisce nuovi concorsi ma affida le proprie funzioni a lavoratori socialmente utili senza particolare specializzazione.

Il sottosegretario Francesco Maria GIRO precisa, al riguardo, che ALES S.p.A., per statuto, non assume archeologi.

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Le Commissioni respingono quindi l'emendamento De Biasi 2.6.

Antonio BORGHESI (IdV) raccomanda l'approvazione del proprio emendamento 2.19, mettendo in guardia dal fatto che mediante l'affidamento di ulteriori competenze all'ALES S.p.A., il Ministero dei beni e le attività culturali vuole istituire un altro modello di gestione degli appalti simile a quello istituito per la Protezione civile.

Maria Letizia DE TORRE (PD) chiede quindi al rappresentante del Governo le competenze specifiche dell'ALES, in base alle disposizioni del decreto-legge in esame.

Giancarlo GIORGETTI, presidente, osserva al riguardo come nel corso del dibattito in Assemblea ci potrà essere la possibilità di effettuare approfondimenti sul punto.

Le Commissioni respingono quindi, con distinte votazioni, l'emendamento Borghesi 2.19 e l'emendamento Ghizzoni 2.12.

Emilia Grazia DE BIASI (PD) illustra il proprio emendamento 2.13, raccomandandone l'approvazione. In particolare, segnala come sia opportuno almeno prevedere che l'affidamento dei lavori sia fatto nel rispetto della clausola di salvaguardia dei principi di tutela del patrimonio storico e artistico, previsti dall'articolo 9 della Costituzione.

Rosa DE PASQUALE (PD) chiede di conoscere quali funzioni svolga l'ALES S.p.A.

Giancarlo GIORGETTI, presidente, rispondendo alla collega De Pasquale, ricorda che i compiti della ALES S.p.A. sono indicati nel relativo statuto.

Le Commissioni respingono quindi l'emendamento De Biasi 2.13.

Emilia Grazia DE BIASI (PD) tiene a precisare che, con il voto contrario al proprio emendamento, le Commissioni riunite hanno sostanzialmente votato contro l'articolo 9 della Costituzione.

Carmen MOTTA (PD) raccomanda l'approvazione dell'emendamento Mariani 2.7, nonché degli identici emendamenti Mariani 2.9, di cui è cofirmataria, De Biasi 2.14 e Zazzera 2.21, ricordando che in materia di affidamento dei lavori le disposizioni del decreto-legge in esame prevedono che sia sufficiente il livello di progettazione preliminare, in deroga all'articolo 203, comma 3-bis, del decreto legislativo n. 163 del 2006, recante il codice dei contratti pubblici, che richiede invece la progettazione definitiva.

Pierfelice ZAZZERA (IdV) raccomanda l'approvazione del suo emendamento 2.21, che invita il Governo a rivedere la previsione normativa in discussione. Ricorda che l'Esecutivo sta consentendo la costruzione di strutture all'esterno dell'area archeologica di Pompei, indicate come indifferibili ed urgenti, permettendone la realizzazione in deroga ad ogni strumento di pianificazione urbanistica e territoriale vigente. Considera la previsione assai preoccupante, in quanto si tratta di opere da realizzare in una zona estremamente complessa sia dal punto di vista del territorio che degli interessi economici coinvolti; il Governo invece non chiarisce le modalità di intervento, a partire dalle distanze da rispettare. Conclude, affermando che si rischia così di dare a soggetti privati la possibilità di realizzare manufatti non in regola dal punto di vista edilizio, in un'area ad alta incidenza criminale.

Le Commissioni respingono quindi, con distinte votazioni, l'emendamento Mariani 2.7, gli identici emendamenti Mariani 2.9, De Biasi 2.14 e Zazzera 2.21, l'emendamento De Biasi 2.15, gli identici emendamenti Mariani 2.8 e De Biasi 2.16, nonché gli emendamenti Zazzera 2.22 e Zazzera 2.23.

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Pierfelice ZAZZERA (IdV) raccomanda l'approvazione del suo emendamento 2.24 e invita il Governo a rivedere attentamente la questione che concerne la riqualificazione di tutta l'area di Pompei. Occorre garantire migliori affidamenti per la realizzazione dei lavori, in quanto ALES S.p.A. si configura come una sorta di protezione civile per l'area pompeiana, divenendo affidataria direttamente della realizzazione di opere, senza alcun controllo. Invita quindi ad inserire strumenti di controllo per i lavori da realizzare in un'area a forte infiltrazione di camorra, lavori per i quali il Governo non richiede invece neanche la certificazione antimafia.

Le Commissioni respingono quindi l'emendamento Zazzera 2.24.

Giancarlo GIORGETTI, presidente, passando all'esame delle proposte emendative riferite all'articolo 3 del decreto-legge, ricorda come i relatori e il rappresentante del Governo abbiano invitato a ritirare le proposte emendative presentate, esprimendo, in caso contrario, un parere contrario.

Gioacchino ALFANO (PdL), relatore per la V Commissione, nel ricordare preliminarmente che gli emendamenti ammissibili sono complessivamente 87, fa presente che ne restano ancora da esaminare 55. Immagina difficile, quindi, se si vuole tenere fermo l'impegno della conclusione dei lavori per le ore 12, come convenuto dall'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi delle Commissioni riunite, poter approfondire per ciascuno le motivazioni legate all'invito al ritiro degli emendamenti presentati. Sottolinea peraltro che per alcuni di essi vi potrebbe essere in linea di principio una condivisione nel merito, che deve escludere solo per esigenze legate alla non modificabilità del provvedimento, in questa fase del procedimento. Ritiene quindi che, giunti a questa fase dell'esame, i presentatori possono esprimersi in maniera sintetica sugli emendamenti presentati.

Il sottosegretario Francesco Maria GIRO concorda con le considerazioni del relatore per la V Commissione.

Pier Paolo BARETTA (PD), riferendosi a quanto testé espresso dal relatore Alfano, ritiene che la discussione odierna sia frutto di un'intesa che va mantenuta e che i presentatori possano illustrare, seppure brevemente, le motivazioni legate alla presentazione degli emendamenti in esame.

Giancarlo GIORGETTI, presidente, conferma che la conclusione dei lavori delle Commissioni è prevista per le ore 12 della seduta odierna, ricordando che a partire da quell'ora è convocata la Commissione parlamentare per l'attuazione del federalismo fiscale.

Antonio BORGHESI (IdV) raccomanda l'approvazione del suo emendamento 3.4. Si dichiara favorevole alla proroga per ciò che riguarda l'acquisizione di partecipazioni in imprese editrici e giornali quotidiani, ma ritiene che la percentuale dell'8 per cento, contenuta nel decreto-legge e indicata come tetto, si riferisca ad un parametro del 2009. Chiede dunque che l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni possa fornire un dato aggiornato nella relazione annuale che presenterà al Parlamento.

Le Commissioni respingono l'emendamento Borghesi 3.4.

Ludovico VICO (PD), preannunciando il proprio voto favorevole sull'emendamento Levi 3.2, ricorda che con esso si intende sostituire il comma 12 dell'articolo 43 del Testo unico dei servizi di media televisivi e radiofonici di cui al decreto legislativo n. 177 del 2005 con un dettato normativo più chiaro. Si propone cioè una riformulazione del dettato normativo che, nella sostanza, prevede che «il divieto si applica anche alle imprese controllate, controllanti o collegate ai sensi dell'articolo 2359 del codice civile».

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Giuseppe GIULIETTI (Misto) sottoscrive l'emendamento Gentiloni Silveri 3.3 e preannuncia la riproposizione di uno specifico ordine del giorno sulla questione della proroga. Sul punto, rammenta che, nonostante le assicurazioni fornite dal sottosegretario Bonaiuti, non è mai arrivato all'esame delle Commissioni il testo sulla riforma dell'editoria. Ritiene necessario inoltre che il Governo chiarisca la scelta di inserire la questione delle frequenze nel testo del decreto-legge in esame, mentre considererebbe assolutamente indispensabile stralciarne la previsione dal provvedimento in esame.

Il sottosegretario Alberto GIORGETTI ribadisce la volontà del Governo di mantenere invariato il testo del provvedimento in esame, pur rappresentando la propria disponibilità a considerare debitamente le proposte avanzate dai colleghi Giulietti e altri al riguardo.

Massimo VANNUCCI (PD), considera deludente la risposta del Governo, sottoscrivendo l'emendamento Levi 3.2. Ricorda che il previsto tetto dell'8 per cento, presente nel testo in esame, da simulazioni fatte, non fa che perseguire interessi particolari. Al riguardo, sottolinea che dal risultato di tali simulazioni solo Sky e Telecom Italia S.p.A. verrebbero tenute fuori dal mercato, risultando pertanto molto chiari i reali intendimenti del Governo nella formulazione del testo in esame.

Le Commissioni respingono, con distinte votazioni, gli emendamenti Levi 3.2 e Gentiloni Silveri 3.3.

Giancarlo GIORGETTI, presidente, passando all'esame delle proposte emendative riferite all'articolo 4, ricorda come i relatori e il rappresentante del Governo abbiano invitato a ritirare le proposte emendative presentate, esprimendo, in caso contrario, un parere contrario.

Renato CAMBURSANO (IdV) raccomanda l'approvazione dell'emendamento Gentiloni Silveri 4.14, sottolineando come l'articolo 4 del decreto-legge determini sostanzialmente un blocco all'ingresso nel mercato televisivo di nuove emittenti, favorendo le grandi televisioni nazionali, attraverso il richiamo all'ampiezza della copertura della popolazione, a danno delle emittenti locali.

Emilia Grazia DE BIASI (PD) illustra l'emendamento Gentiloni Silveri 4.14 del quale è cofirmataria, evidenziando come l'articolo 4 individui criteri per l'assegnazione dei diritti di uso relativi alle frequenze che non sono stati mai oggetto di discussione in sede parlamentare e che determinano una forte penalizzazione delle emittenti locali, con particolare riferimento a quelle che trasmettono nelle regioni centrosettentrionali. Nel sottolineare come tali criteri dovrebbero essere più opportunamente individuati da provvedimenti dell'Autorità di regolazione del settore, rileva come la penalizzazione delle emittenti locali faccia seguito a numerosi altri provvedimenti governativi che hanno gravemente danneggiato il settore, favorendo le grandi televisioni nazionali. Raccomanda, pertanto, l'approvazione dell'emendamento Gentiloni Silveri 4.14

Antonio BORGHESI (IdV) osserva come l'articolo 4 rappresenti una norma liberticida, che ben testimonia la gravità del conflitto di interessi del Presidente del Consiglio dei ministri in materia televisiva. Auspica, pertanto, la soppressione della disposizione.

Le Commissioni, con distinte votazioni, respingono gli emendamenti Gentiloni Silveri 4.14, Borghesi 4.23, Meta 4.15, Lovelli 4.16, Gentiloni Silveri 4.17, Meta 4.18 e Lovelli 4.19.

Giancarlo GIORGETTI, presidente, fa presente che l'emendamento Comaroli 4.13 è stato ritirato dalla presentatrice.

Le Commissioni, con distinte votazioni, respingono gli emendamenti Gentiloni Silveri 4.20, Meta 4.21 e Distaso 4.11.

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Giancarlo GIORGETTI, presidente, passando all'esame delle proposte emendative riferite all'articolo 5 del decreto-legge, ricorda come i relatori e il rappresentante del Governo abbiano invitato a ritirare le proposte emendative presentate, esprimendo, in caso contrario, un parere contrario.

Antonio BORGHESI (IdV) sottolinea come con l'articolo 5 del decreto-legge in esame il Governo e la maggioranza stiano perpetrando un vero proprio furto di legalità e di democrazia, in quanto l'unico scopo delle modifiche introdotte nel corso dell'esame presso il Senato della Repubblica, che prevedono la cancellazione dell'ordinamento delle disposizioni vigenti in materia di impianti nucleari, è quello di impedire la celebrazione del referendum già convocato in materia. Nell'evidenziare la contraddittorietà delle disposizioni contenute nell'articolo in esame, ritiene che il Governo, superando ogni ambiguità, dovrebbe coerentemente scegliere se proseguire nel programma nucleare e quindi affrontare il referendum ovvero procedere ad una vera cancellazione del programma.

Andrea LULLI (PD) osserva preliminarmente come le disposizioni dell'articolo 5 del decreto-legge in esame non consentano, a suo avviso, di superare il quesito referendario relativo alla soppressione del programma di produzione di energia nucleare nel nostro Paese e ritiene, pertanto, che, qualora le disposizioni dell'articolo 5 non vengano modificate, la consultazione referendaria dovrebbe comunque avere luogo. Fa presente, infatti, che per impedire la celebrazione del referendum, il Governo dovrebbe rinunciare espressamente e senza condizioni alla produzione di energia nucleare nel nostro Paese. Su un piano più generale, rileva come, anche per effetto delle disposizioni del comma 8 dell'articolo 5, l'Italia sia l'unico Paese privo di una Strategia energetica nazionale, evidenziando come l'assenza di una chiara politica in materia contribuisca a determinare l'incremento dei costi di approvvigionamento energetico in particolare per i cittadini, gli artigiani e le piccole e medie imprese. In questo contesto, raccomanda l'approvazione dell'emendamento Baretta 5.5, da lui sottoscritto, che prevede la soppressione del comma 1 dell'articolo 5 e riduce a 6 mesi il termine per l'adozione della nuova Strategia energetica nazionale, ferma restando l'esclusione del ricorso alla tecnologia nucleare. Sul piano delle politiche energetiche, rileva che l'intervento operato sulla legge n. 99 del 2009, sulla quale il Partito democratico aveva comunque espresso numerose riserve, interrompe un percorso già avviato senza indicare quale sia la futura strategia energetica del nostro Paese.

Maino MARCHI (PD) ritiene che le disposizioni dell'articolo 5 del decreto-legge siano profondamente contraddittorie, osservando come, da un lato, si dispone l'abrogazione della normativa vigente in materia di impianti nucleari mentre dall'altro, specificamente nei commi 1 e 8, il Governo sembri prevedere una semplice moratoria, lasciando impregiudicata ogni scelta in ordine al contenuto della Strategia energetica nazionale da adottare entro un anno. Al riguardo, osserva come difficilmente entro un termine così breve potrà realizzarsi un'innovazione tecnologica quale quella prefigurata dal comma 1 dell'articolo 5, che consentirebbe una ripresa del programma di produzione di energia nucleare nel nostro Paese, rilevando pertanto come sia necessario che il Governo faccia fin d'ora chiarezza in ordine all'effetto complessivo delle disposizioni in esame. In questa ottica, ritiene che sarebbe opportuno approvare la proposta emendativa Baretta 5.5, che propone la soppressione del comma 1 dell'articolo 5 e l'adozione della nuova Strategia energetica nazionale entro un termine più ristretto, chiarendo comunque l'esclusione del ricorso alla energia nucleare. Osserva, infatti, che in assenza di tali modifiche l'articolo in esame rappresenterebbe uno strumento per evitare lo svolgimento della consultazione referendaria già programmata, rilevando peraltro che, a suo avviso, stante la formulazione letterale della disposizione,

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la consultazione dovrebbe svolgersi ugualmente. Su un piano più generale, osserva come la disposizione in esame testimoni l'assenza di una seria politica energetica nel nostro Paese, ricordando come anche le regioni governate dal centrodestra abbiano manifestato la loro contrarietà all'installazione di impianti nucleari sui rispettivi territori e richiamando i danni prodotti dal sostanziale blocco dell'incentivazione delle fonti rinnovabili, che è destinato a determinare inevitabilmente un incremento dei costi di approvvigionamento energetico.

Le Commissioni, con distinte votazioni, respingono gli emendamenti Borghesi 5.6, Baretta 5.5, Borghesi 5.19, Borghesi 5.7, Borghesi 5.8, Borghesi 5.20 e Borghesi 5.9.

Massimo VANNUCCI (PD) illustra l'emendamento 5.2 di cui è firmatario, sottolineando come esso dissiperebbe le incertezze esistenti sulla reale portata della moratoria del programma di produzione di energia nucleare, stabilendo che esso non sia definito ed attuato prima che siano trascorsi almeno dieci anni.

Le Commissioni, con distinte votazioni, respingono gli emendamenti Vannucci 5.2, Borghesi 5.16, Lo Moro 5.3, nonché Borghesi 5.17, 5.15 e 5.10.

Giancarlo GIORGETTI, presidente, avverte che l'emendamento Simonetti 5.4 è stato ritirato dal presentatore.

Le Commissioni, con distinte votazioni, respingono gli emendamenti Borghesi 5.11, Vannucci 5.1, nonché Borghesi 5.12, 5.21, 5.13, 5.14 e 5.18.

Giancarlo GIORGETTI, presidente, passando all'esame delle proposte emendative riferite all'articolo 6 del decreto-legge, ricorda come i relatori e il rappresentante del Governo abbiano invitato a ritirare le proposte emendative presentate, esprimendo, in caso contrario, un parere contrario.

Giovanni LOLLI (PD), intervenendo sulle proposte emendative all'articolo 6 presentate dal Partito democratico, rileva che con riferimento alla sanità della regione Abruzzo vi sono due diverse problematiche. Da un lato, le conseguenze del terremoto e dall'altro il problema del debito sanitario regionale. Rileva tuttavia che, prima del terremoto, la ASL de L'Aquila faceva registrare un bilancio in attivo, mentre a seguito del terremoto si è posta la necessità di ricostruire integralmente le strutture ospedaliere, essendo al momento in funzione ancora un ospedale da campo. Sottolinea che i 50 milioni di euro stanziati per tali finalità a seguito del terremoto sono stati invece utilizzati per ripianare il debito sanitario regionale. Con le disposizioni in esame, vi sarebbe un taglio di 350 precari che lavorano per l'azienda sanitaria de L'Aquila, che, a suo avviso, non è sostenibile. Fa presente pertanto che le proposte emendative del Partito democratico sono volte a prevedere una deroga a tale disposizione e a modificare il sistema di copertura.

Le Commissioni, con distinte votazioni, respingono gli emendamenti Lo Moro 6.2, Di Stanislao 6.7, Lolli 6.3, Di Stanislao 6.6, Lolli 6.4 e Di Stanislao 6.5.

Giancarlo GIORGETTI, presidente, passando all'esame delle proposte emendative riferite all'articolo 7 del decreto-legge, ricorda come i relatori e il rappresentante del Governo abbiano invitato a ritirare le proposte emendative presentate, esprimendo, in caso contrario, un parere contrario.

Renato CAMBURSANO (IdV), nel richiamarsi all'intervento da lui svolto nel corso dell'esame preliminare del provvedimento, osserva come l'offerta pubblica di acquisto totalitaria lanciata da Lactalis su Parmalat proprio nel giorno del vertice italo-francese sia uno schiaffo per il Governo. Osserva che nel momento in cui c'è bisogno in Italia di investimenti stranieri, il Governo decide di chiudere le porte, ricordando in proposito che, nel 2008, in

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Francia si registravano oltre 34 per cento di investimenti stranieri, pari al doppio di quelli registrati nello stesso periodo in Italia. Osserva come, malgrado l'annuncio di voler adottare una disciplina analoga a quella vigente in Francia, l'operato del Governo è andato in una direzione ben diversa. Condivide l'opportunità di modificare l'assetto della Cassa depositi e prestiti S.p.A., ma ritiene in proposito necessaria l'adozione di un programma nazionale per lo sviluppo. Ritiene che non sia possibile peraltro conferire una delega in bianco alla Cassa depositi e prestiti Spa in assenza di una precisa strategia del Governo. Richiamando le proposte emendative presentate dal suo gruppo, fa presente che esse sono volte ad introdurre precisi paletti. In particolare, esse propongono di consentire alla Cassa depositi e prestiti S.p.A. solo partecipazioni di minoranza, in società che risultino in una stabile situazione di equilibrio patrimoniale finanziario ed economico e che non presentino criticità occupazionali. Ricorda che le proposte del suo gruppo sono inoltre volte a consentire al Parlamento una verifica del rispetto dei criteri posti all'operato della Cassa depositi e prestiti S.p.A.

Marco CAUSI (PD) esprime la forte contrarietà del Partito democratico relativamente all'articolo 7, non per l'idea sottostante di riconsiderare lo strumento delle partecipazioni statali ai fini dell'intervento nella politica economica, ma per l'inidoneità dello strumento individuato. In particolare, ritiene necessaria una approfondita discussione pubblica sulla gestione delle partecipazioni statali, sulla strategia industriale nonché sulle questioni relative alla governance delle società partecipate. Richiamando le proposte emendative presentate dal suo gruppo, sottolinea l'opportunità che la Cassa depositi e prestiti Spa possieda comunque solo partecipazioni di minoranza in funzione di obiettivi di competitività e di sviluppo tecnologico, espungendo il riferimento, a suo avviso pericoloso, all'interesse nazionale. Sottolinea inoltre la necessità che la nuova disciplina della Cassa depositi e prestiti S.p.A. non comporti la sostituzione degli investimenti privati con quelli pubblico. Ribadisce quindi l'opportunità dell'emendamento Fluvi 7.4, volto a sopprimere l'articolo 7, poiché sarebbe preferibile trasferire la discussione sulla Cassa depositi e prestiti S.p.A. in un provvedimento apposito all'esame del quale il Partito democratico sarebbe disponibile, anche per evitare il ripetersi in futuro di situazione come quelle dell'Alitalia e della Parmalat.

Mario BACCINI (PdL) sottolinea che l'articolo 7 andrebbe espunto dal provvedimento, ricordando in proposito l'interrogazione a risposta immediata in Commissione bilancio 5-04583 a sua firma, svolta nella seduta del 13 aprile 2011, nella quale aveva chiesto chiarimenti sulla Cassa depositi e prestiti. Evidenziando che i chiarimenti richiesti non sono poi stati effettivamente dati, ma in considerazione dell'esigenza di procedere comunque sul tema, dichiara la sua astensione sulle proposte emendative riferite all'articolo 7.

Massimo VANNUCCI (PD) ritiene che le reazioni alla recente vicenda dell'offerta pubblica di acquisto totalitaria lanciata da Lactalis su Parmalat dimostrino lo stato confusionale della maggioranza e del Governo. Pur ritenendo positivo un approccio non ideologico sulla tematica delle partecipazioni statali, chiede se le risorse della Cassa depositi e prestiti siano adeguate rispetto ai nuovi compiti che si intende attribuire all'istituto. Richiama in proposito quanto affermato dal professor Bassanini, presidente della Cassa depositi e prestiti S.p.A., in corso di un'audizione svolta presso la Commissione bilancio nella seduta dell'8 marzo 2011, che aveva mostrato una certa apertura sulla possibilità di utilizzare i crediti vantati dalla pubblica amministrazione e non ancora riscossi. Osserva come il provvedimento in esame non fornisca risposte adeguate e come la via maestra sarebbe la soppressione dell'articolo. In caso di mancata soppressione, raccomanda almeno l'approvazione delle proposte emendative a sua prima firma, volte a prevedere, rispettivamente,

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un parere vincolante delle Commissioni parlamentari sullo schema di decreto relativo ai requisiti delle società oggetto di possibile acquisizione da parte della Cassa depositi e prestiti S.p.A. e la soppressione del vincolo all'equilibrio patrimoniale e finanziario di tali società.

Le Commissioni, con distinte votazioni, respingono gli emendamenti Fluvi 7.4, Baretta 7.5, Cambursano 7.12, Federico Testa 7.6, Cambursano 7.13, Borghesi 7.9, Causi 7.14, Vannucci 7.2, Borghesi 7.8, Lo Moro 7.1, Vannucci 7.3, Borghesi 7.11, Cambursano 7.10 e Fluvi 7.7.

Giancarlo GIORGETTI, presidente, essendo concluso l'esame delle proposte emendative riferite agli articoli del decreto-legge, propone di conferire il mandato ai relatori di riferire in senso favorevole all'Assemblea sul provvedimento in esame.

Antonio BORGHESI (IdV) preannuncia il voto contrario del suo gruppo sulla proposta di conferire il mandato ai relatori a riferire favorevolmente in Assemblea.
Segnala quindi che al termine della seduta la Commissione bilancio esaminerà la proposta di legge C. 1373 e abbinate, recante Celebrazione del secondo centenario della nascita di Giuseppe Verdi, per la quale, come rilevato anche dal punto di vista tecnico, l'accantonamento utilizzato all'articolo 6, comma 3, della medesima proposta di legge non reca alcuna disponibilità finanziaria.

Pier Paolo BARETTA (PD) osserva che il provvedimento in esame non merita, in realtà, neanche una dichiarazione di voto.

Le Commissioni deliberano di conferire il mandato ai relatori di riferire in senso favorevole all'Assemblea sul provvedimento in esame. Deliberano altresì di chiedere l'autorizzazione a riferire oralmente.

Giancarlo GIORGETTI, presidente, avverte che la presidenza delle Commissioni si riserva di designare i componenti del Comitato dei nove sulla base delle indicazioni dei gruppi.

La seduta termina alle 11.50.