CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 19 aprile 2011
470.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari sociali (XII)
COMUNICATO
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COMITATO RISTRETTO

Martedì 19 aprile 2011.

Modifiche alla legge n. 281/1991, in materia di animali di affezione e prevenzione del randagismo.
C. 1172 Santelli e Ceccacci Rubino, C. 1236 Mancuso, C. 1319 Tortoli, C. 1370 Alessandri, C. 2359 Anna Teresa Formisano, C. 586 Compagnon, C. 1565 Mancuso, C. 1589 Livia Turco e Viola, C. 2343 Farinone e C. 2405 Minardo.

Audizione informale di rappresentanti dell'Associazione nazionale protezione animali natura ambiente (ANPANA) e dell'Associazione nazionale dei gestori strutture di ricezione degli animali domestici (ASSOCANILI).

L'audizione informale è stata svolta dalle 14.10 alle 14.50.

SEDE REFERENTE

Martedì 19 aprile 2011. - Presidenza del vicepresidente Gero GRASSI.

La seduta comincia alle 14.50.

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Disposizioni per la promozione della piena partecipazione delle persone sorde alla vita collettiva e riconoscimento della lingua dei segni italiana.
C. 4207 approvato, in un testo unificato, dalla 1a Commissione permanente del Senato, C. 286 Sereni, C. 351 De Poli, C. 941 D'Ippolito Vitale, C. 1088 Romano, C. 2342 Lorenzin, C. 2528 Rampelli, C. 2734 Carlucci e C. 3490 Miglioli.
(Seguito dell'esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 13 aprile 2011.

Gero GRASSI, presidente e relatore, avverte che è stato richiesto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sia assicurata anche attraverso l'attivazione dell'impianto audiovisivo a circuito chiuso. Non essendovi obiezioni, dispone l'attivazione del circuito.

Lucio BARANI (PdL), intervenendo sull'ordine dei lavori, invita la Commissione a valutare l'opportunità di invertire l'ordine del giorno, al fine di procedere immediatamente all'espressione del prescritto parere sul disegno di legge in materia di Corte penale internazionale.

Anna Margherita MIOTTO (PD) ritiene che non vi siano ragioni per accedere alla richiesta del collega Barani.

Gero GRASSI, presidente e relatore, constatata l'assenza di accordo sulla richiesta dell'onorevole Barani, ritiene non vi siano le condizioni per procedere all'inversione dell'ordine del giorno.

Delia MURER (PD) si associa alle richieste di audizioni avanzate da vari colleghi nella precedente seduta, sottolineando, in particolare, l'opportunità di acquisire le valutazioni, oltre che delle associazioni dei sordi, anche della comunità scientifica. Tali audizioni, infatti, potrebbero risultare di particolare utilità anche al fine di approfondire la tematica della prevenzione della sordità e degli interventi volti a contrastare tale patologia, specie tra i bambini più piccoli. In proposito, desidera altresì richiamare l'attenzione dei colleghi sulla necessità di inserire tale riflessione nell'ambito più generale della revisione, da troppo tempo attesa, dei livelli essenziali di assistenza.

Antonio PALAGIANO (IdV) dichiara di concordare con la richiesta di audizioni avanzata da ultimo dalla collega Murer. Ricorda, infatti, che sul problema del deficit uditivo si confrontano da tempo due visioni opposte, le quali esprimono entrambe istanze ed esigenze degne della massima attenzione. Da una parte, come è noto, i sostenitori della lingua italiana dei segni sottolineano l'esigenza di dare ufficialità a questa modalità espressiva, specie in contesti, come quello giudiziario, caratterizzati da particolare delicatezza, e di garantire la professionalità degli operatori del settore; dall'altra, vi è chi accusa i fautori della lingua dei segni di costituire una lobby che persegue interessi spesso opachi e auspica lo sviluppo delle attività di prevenzione, che, oggi, consentono di diagnosticare il problema nei primi giorni di vita del neonato e, in molti casi, di assicurare allo stesso uno sviluppo normale della facoltà uditiva. A suo avviso, un ciclo di audizioni estese alla comunità scientifica potrebbe consentire alla Commissione di valutare la possibilità di migliorare il testo trasmesso dal Senato.

Maria Antonietta FARINA COSCIONI (PD), riservandosi di intervenire più diffusamente nella prossima seduta, richiama l'attenzione dei colleghi sulla mozione di sfiducia nei confronti del presidente nazionale e del consiglio direttivo dell'Ente nazionale per la protezione e l'assistenza dei sordi, sottoscritta da diciannove dei ventuno membri dell'assemblea nazionale dello stesso ente, i quali, considerato il venir meno del legame di fiducia nei confronti degli stessi presidente e comitato direttivo, hanno proposto l'inserimento all'ordine del giorno dell'assemblea, quale primo punto, del seguente argomento: «Mozione di sfiducia del presidente nazionale del consiglio direttivo e contestuale

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nomina del commissario straordinario», chiedendone l'immediata votazione. Ritiene che, in seguito all'approvazione di tale mozione, avvenuta nel corso dell'assemblea nazionale del 14, 15 e 16 aprile 2011, sarebbe opportuno, prima di procedere all'audizione dello stesso ente, verificare chi ne sia l'effettivo rappresentante, da invitare all'audizione medesima.

Vittoria D'INCECCO (PD), dopo aver ricordato come norme simili a quelle approvate dal Senato siano in vigore anche in altri Paesi e premesso di condividere, sotto il profilo tecnico-scientifico, quanto osservato dal collega Palagiano, dichiara di concordare con le posizioni espresse dal suo gruppo e, in particolare, con la richiesta di audizioni, le quali, a suo avviso, dovrebbero essere estese alle associazioni dei soggetti non udenti e delle loro famiglie, nonché ai medici competenti per la patologia in discorso.

Gero GRASSI (PD), presidente e relatore, premesso che alcuni colleghi, assenti nella seduta odierna, hanno chiesto di intervenire la prossima settimana, osserva che, se tutti i gruppi concordano, si potrebbe definire un calendario di audizioni già nella riunione dell'ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, prevista per domani.

Anna Margherita MIOTTO (PD) ritiene che sarebbe preferibile stabilire il calendario delle audizioni dopo la conclusione dell'esame preliminare.

Gero GRASSI, presidente e relatore, prende atto della posizione espressa dall'onorevole Miotto, alla luce della quale ritiene opportuno attendere la conclusione dell'esame preliminare prima di adottare ogni determinazione in ordine alle audizioni da svolgere.
Nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 15.10.

SEDE CONSULTIVA

Martedì 19 aprile 2011. - Presidenza del vicepresidente Gero GRASSI.

La seduta comincia alle 15.10.

Disposizioni sulla Corte penale internazionale.
Testo unificato C. 1439 Melchiorre e abb.
(Parere alla II Commissione).
(Seguito dell'esame e conclusione - Nulla osta).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in oggetto, rinviato nella seduta del 13 aprile 2011.

Lucio BARANI (PdL), relatore, ribadisce la sua proposta di nulla osta, formulata nella precedente seduta.

Nessuno chiedendo di intervenire, la Commissione approva all'unanimità la proposta di parere del relatore.

Documento di economia e finanza 2011.
Doc. LVII, n. 4.
(Parere alla V Commissione).
(Esame e rinvio).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento in titolo.

Lucio BARANI (PdL), relatore, ricorda che la Commissione è chiamata ad esprimere alla V Commissione il parere di competenza sul Documento di economia e finanza 2011.
Ricorda, altresì, che tale documento è stato deliberato dal Consiglio dei ministri il 13 aprile scorso. Si tratta del documento di programmazione finanziaria e di bilancio previsto dalla legge 7 aprile 2011, n. 39, presentato dal Governo nell'ambito delle nuove regole adottate dall'Unione Europea in materia di coordinamento delle politiche economiche degli Stati membri. Il Documento è articolato in tre

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sezioni: Il programma di stabilità per l'Italia (Parte I); l'analisi e le tendenze della finanza pubblica e l'allegata nota metodologica sui criteri di formulazione delle previsioni tendenziali (Parte II); il Programma nazionale di riforma (Parte III). Di seguito si evidenzieranno gli aspetti di competenza della Commissione contenuti, essenzialmente, nella parte III (Programma nazionale di riforma).
Per quanto concerne lo specifico ambito di competenza della Commissione, segnala, in particolare, come l'Italia abbia proseguito nel processo di consolidamento delle finanze pubbliche con l'obiettivo di ridurre progressivamente il debito pubblico. Tra le misure adottate viene prioritariamente in rilievo lo sforzo di contenere il canale di spesa pubblica rappresentato dalla sanità, sia mediante l'attuazione degli accordi conclusi con le regioni in disavanzo sia mediante le disposizioni contenute nel Patto per la salute del 3 dicembre 2009, i cui contenuti sono stati trasfusi nella legge finanziaria per il 2010.
Nell'ambito del Paragrafo V.5 (Consolidamento fiscale), viene in primo luogo sottolineato l'impegno del Governo a completare il processo di attuazione del federalismo fiscale conseguente all'approvazione della legge n. 42 del 2009, che ha definito i principi di coordinamento della finanza pubblica, delineando il quadro istituzionale dei rapporti tra i vari livelli di governo e prevedendo il graduale superamento del criterio della spesa storica in favore dei costi e dei fabbisogni standard. Per quanto attiene, più specificamente, alla materia sanitaria, va ricordato che il Consiglio dei ministri, in data 31 marzo 2011, ha approvato in via definitiva il decreto legislativo recante disposizioni in materia di autonomia di entrata delle regioni a statuto ordinario e delle province, nonché di determinazione dei costi e fabbisogni standard nel settore sanitario, in attesa di pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.
In proposito, ricorda che il decreto legislativo interviene sulla fiscalità regionale e provinciale attribuendo, in relazione alla soppressione dei trasferimenti in favore dei predetti enti, tributi e potestà fiscali. Viene altresì introdotta l'autonomia di entrata delle Città metropolitane ed istituita la Conferenza permanente per il coordinamento della finanza pubblica. Per la parte relativa al finanziamento della spesa sanitaria, il provvedimento riprende in buona parte il sistema di governance che si è affermato su base pattizia tra Stato e regioni, da ultimo con l'intesa concernente il Patto per la salute per gli anni 2010-2012. In particolare, il decreto, precisato che per il 2011 ed il 2012 il fabbisogno sanitario nazionale standard corrisponde al livello di finanziamento già stabilito dalla normativa vigente, stabilisce che, dal 2013, tale fabbisogno verrà determinato annualmente, per il triennio successivo, «in coerenza con il quadro macroeconomico complessivo e nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica». Per determinare il finanziamento da destinare alla singola regione si prevede di applicare all'ammontare di finanziamento così stabilito il rapporto tra fabbisogno sanitario standard della regione e la somma dei fabbisogni regionali standard risultanti dall'applicazione a tutte le regioni dei costi rilevati in tre regioni benchmark. Sulla base di tale rapporto, vale a dire il valore percentuale di fabbisogno di ciascuna regione, viene effettuato il riparto regionale del fabbisogno sanitario nazionale. Le regioni benchmark sono scelte tra le cinque, appositamente individuate con decreto, che hanno garantito i livelli essenziali di assistenza in condizione di equilibrio economico e di efficienza ed appropriatezza. Vengono a tal fine confermati i macrolivelli di assistenza vigenti, tra i quali dovrà distribuirsi la spesa sanitaria secondo le seguenti percentuali (al cui rispetto dovranno adeguarsi le singole regioni): 5 per cento per l'assistenza sanitaria preventiva (ambiente di vita e di lavoro), 51 per cento per l'assistenza distrettuale e 44 per cento per quella ospedaliera. Per ognuno dei tre macrolivelli si calcola il costo standard come media pro capite pesata (vale a dire corretta tenendo conto della composizione anagrafica della popolazione) del costo nelle regioni benchmark, costo che viene

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poi applicato alla popolazione (anche in tal caso «pesata») di ognuna delle regioni, ottenendo così il fabbisogno standard di ciascuna, mediante il quale, come detto, si ripartisce il fabbisogno nazionale.
Nello stesso paragrafo, una particolare trattazione è dedicata alla governance del sistema della spesa sanitaria. Viene evidenziato come nell'ultimo quinquennio è stata realizzata una strumentazione normativa che ha comportato una forte responsabilizzazione sia per le regioni virtuose sia per quelle con elevati disavanzi. Il meccanismo di governance realizzato poggia su alcuni principi: l'incremento automatico delle aliquote fiscali in caso di mancata copertura dell'eventuale disavanzo; il rafforzamento degli strumenti di responsabilizzazione regionale nell'uso appropriato delle risorse sanitarie; l'obbligo per le regioni con elevati disavanzi (superiori al 5 per cento) di predisporre un Piano di rientro. I Piani di rientro si configurano come veri e propri programmi di ristrutturazione industriale che incidono sui fattori di spesa sfuggiti al controllo delle regioni.
Se la governance implementata in materia sanitaria ha consentito un significativo rallentamento della dinamica della spesa, l'attuazione del federalismo fiscale realizzato con il decreto legislativo citato, approvato il 31 marzo 2011, conferma il trend del contenimento della dinamica di spesa, migliorando anche l'assetto istituzionale di raffronto tra le varie regioni. Infatti, il criterio di scelta delle regioni benchmark è finanziario e qualitativo è necessario il requisito dell'equilibrio di bilancio, ma intervengono anche altri requisiti, quali l'erogazione dei LEA in condizioni di efficienza e appropriatezza, il superamento dei diversi adempimenti previsti dalla vigente legislazione la presenza di indicatori di qualità.
Viene, quindi, costruito un sistema complessivo in grado di contrastare la cosiddetta «aspettativa regionale del ripiano dei disavanzi da parte dello Stato». A ciò contribuisce, infine, anche lo schema di decreto legislativo (n. 339) in materia di armonizzazione di sistemi contabili e degli schemi di bilancio delle regioni, degli enti locali e dei loro enti e organismi.
Particolare importanza rivestono le disposizioni dirette a consentire l'individuazione, nel bilancio regionale, dell'area del finanziamento sanitario e a disciplinare, nell'ambito del bilancio sanitario regionale, la contabilità delle cosiddette gestioni sanitarie accentrate presso le regioni (quote di finanziamento del Servizio sanitario nazionale non attribuite alle aziende, ma gestite direttamente presso le regioni).
In tema di politiche sociali, nell'ambito del paragrafo V-1 (Gli impegni in materia di occupazione) viene in rilievo, in primo luogo, l'utilizzo dei fondi comunitari per l'inclusione sociale. Gli interventi attivati attengono alla realizzazione di infrastrutture socio-assistenziali e di azioni per favorire l'accesso ai servizi da parte dei soggetti a rischio di marginalità, nonché a sostegno dell'economia e delle imprese sociali. Le regioni hanno investito risorse anche nella realizzazione di servizi sanitari on-line, nella diffusione di tecnologie domotiche a favore di categorie svantaggiate e nella attività di qualificazione degli operatori dell'economia sociale e del terzo settore.
Osserva, poi, che in tema di contrasto alla povertà, gli indicatori relativi al livello di povertà mostrano che la situazione italiana è vicina a quella della media europea. Secondo il Governo, il modo migliore per ridurre la povertà è la promozione dell'occupazione e la rimodulazione della spesa a favore della fasce di popolazione con i più elevati tassi di povertà. Viene riconfermato l'obiettivo di riduzione della povertà contenuto nel Programma nazionale di riforma preliminare del novembre 2010 - riduzione della povertà di 2,2 milioni di unità - , da conseguire con trasferimenti economici e misure equivalenti, con un maggior coinvolgimento degli intermediari sociali e con politiche attive dirette a promuovere l'occupazione dei giovani e delle donne.
Ricorda, poi, le disposizioni della legge n. 10 del 2011 dirette a sperimentare

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nuove modalità di attribuzione della Carta acquisti, disciplinata dal decreto legge n. 112 del 2008.
Al riguardo, ricorda che il decreto-legge n. 112 del 2008, convertito dalla legge n. 133 del 2008, ha disposto l'istituzione di un Fondo di solidarietà per i cittadini meno abbienti per la concessione della Carta acquisti.
Il decreto interdipartimentale del Ministro dell'economia e delle finanze e del Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali del 16 settembre 2008 ha dettato la disciplina sull'individuazione dei titolari del beneficio, sull'ammontare del beneficio unitario e sulle modalità di fruizione dello stesso, prevedendo la stipula di convenzioni tra i ministeri interessati ed il settore privato, per il supporto economico dei titolari delle carte.
La Carta acquisti viene concessa, con onere a carico dello Stato, ai richiedenti residenti con cittadinanza italiana che versano in condizione di maggior disagio economico, ovvero ai cittadini nella fascia di bisogno assoluto di età uguale o superiore ai sessantacinque anni o con bambini di età inferiore ai tre anni. La Carta è utilizzabile per il sostegno della spesa alimentare e sanitaria e per il pagamento delle spese energetiche.
La Carta vale 40 euro al mese e viene caricata ogni due mesi con 80 euro, sulla base degli stanziamenti disponibili.
Il decreto direttivo 30 novembre 2009 ha disposto l'accredito di un importo aggiuntivo mensile di 10 euro per i titolari della Carta acquisti che siano utilizzatori, sul territorio nazionale, di gas naturale o GPL.
Il decreto ministeriale 2 settembre 2009 ha disposto l'accredito di un importo aggiuntivo mensile (pari a 25 euro) a titolo di concorso alle spese occorrenti per l'acquisto di latte artificiale e pannolini. Le risorse sono state collocate nel Fondo Carta acquisti.
Sostanzialmente, le nuove disposizioni avviano una sperimentazione, per una durata di un anno e con un limite di impegno massimo di risorse fino a 50 milioni di euro, a favore degli enti caritativi operanti nei comuni con più di 250 mila abitanti. L'obiettivo del Governo è quello di favorire la diffusione della Carta tra le fasce della popolazione in condizione di maggiore bisogno.
Infine, desidera sottolineare come il Governo italiano, come molti altri governi europei, si impegna a raggiungere entro il 2014 un livello prossimo al pareggio di bilancio, così conformando la dinamica del nostro bilancio pubblico agli obiettivi europei di medio termine (per il 2011, rapporto deficit/PIL al 3,9 per cento; per il 2012, rapporto deficit/Pil al 2,7 per cento; per il 2013, rapporto deficit/Pil al 1,5 per cento; per il 2014, rapporto deficit/Pil allo 0,2 per cento) e poi, mediante un sistematico incremento del surplus primario, a proseguire lungo il sentiero della riduzione del debito pubblico. Riduzioni che verranno operate tenendo conto anche degli altri fattori rilevanti, quali quelli relativi alla finanza privata e all'economia in chiave di sviluppo.
Alla luce di quanto esposto, formula, infine, una proposta di parere favorevole.

Gero GRASSI, presidente, anche in considerazione del presunto andamento dei lavori dell'Assemblea nella giornata di domani, ritiene che chi intenda intervenire possa farlo sin dalla seduta odierna, in modo da consentire che il voto abbia effettivamente luogo nella giornata di domani, come previsto.

Anna Margherita MIOTTO (PD), a nome del suo gruppo, ritiene preferibile che il dibattito abbia luogo nella seduta di domani. Tuttavia, in considerazione della particolare rilevanza del Documento di economia e finanza 2011, pur riservandosi di intervenire più diffusamente nella prossima seduta, intende rilevare da subito come, tra gli ambiziosi obiettivi riportati nel documento in esame, vi sia quello, già contenuto nel Piano nazionale di riforma, di concorrere all'obiettivo europeo di ridurre di 20 milioni il numero dei poveri mediante una riduzione, pari a 2 milioni, del numero dei poveri in Italia. A fronte di

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tale ambizioso obiettivo, tuttavia, il documento in esame, a causa di un refuso, fa riferimento a uno stanziamento di 50 miliardi di euro. Il relatore, correttamente, ha chiarito che si tratta di appena 50 milioni di euro, rendendo però tanto più evidente, in questo modo, l'insufficienza delle risorse stanziate.

Gero GRASSI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

Disposizioni per la conservazione, il restauro, il recupero e la valorizzazione di monumenti e per la celebrazione di eventi storici di rilevanza nazionale.
Nuovo testo C. 4071 Barbieri.

(Parere alla VII Commissione).
(Esame e rinvio).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento in titolo.

Carlo CICCIOLI (PdL), relatore, ricorda che la Commissione è chiamata ad esprimere alla VII Commissione il prescritto parere sulle parti di competenza del nuovo testo della proposta di legge n. 4071 Barbieri, recante «Disposizioni per la conservazione, il restauro, il recupero e la valorizzazione di monumenti e per la celebrazione di eventi storici di rilevanza nazionale», quale risultante dagli emendamenti approvati in sede referente, anche ai fini del trasferimento della stessa alla sede legislativa.
In proposito, osserva che l'unica norma che presenta profili di competenza della Commissione è l'articolo 3, recante istituzione della Fondazione del Museo nazionale di psichiatria del San Lazzaro di Reggio Emilia, per la conservazione e la valorizzazione degli ex Istituti psichiatrici San Lazzaro di Reggio Emilia.
In base al comma 1 di tale articolo, il Ministero per i beni e le attività culturali, d'intesa con la regione Emilia-Romagna, con le province e i comuni di Modena e di Reggio Emilia e con gli altri comuni delle medesime province che deliberino di partecipare all'iniziativa, nonché con l'azienda sanitaria locale di Reggio Emilia, promuove l'istituzione della Fondazione del Museo nazionale di psichiatria del San Lazzaro di Reggio Emilia, con sede in Reggio Emilia.
Lo scopo della Fondazione (comma 2) è la conservazione e la valorizzazione del patrimonio architettonico, storico e documentario degli ex Istituti psichiatrici San Lazzaro di Reggio Emilia. In particolare, essa: realizza una struttura museale per la conservazione e la fruizione pubblica del patrimonio storico e documentario degli Istituti psichiatrici San Lazzaro di Reggio Emilia, costituito dalla biblioteca, dall'archivio, dagli strumenti di contenzione e di terapia, dai laboratori scientifici e iconografici, dai manufatti, dall'archivio video, fotografico e iconografico relativo agli ex ricoverati; promuove e cura ricerche, pubblicazioni e iniziative culturali relative alla storia della psichiatria e degli istituti di cura, per gli aspetti sia scientifici sia sociali, nonché al loro rapporto con le comunità locali.
Il patrimonio della Fondazione (comma 3) è costituito da un importo di euro 250.000, ricavato dalla prima annualità del contributo previsto dal comma 7, nonché dalle somme e dai beni conferiti dai soggetti di cui al comma 1, determinati dall'atto costitutivo.
La Fondazione (comma 4) ha personalità giuridica di diritto privato ed è disciplinata dalle disposizioni del codice civile, dal presente articolo, nonché dall'atto costitutivo e dallo statuto.
In base al comma 5, lo statuto definisce gli organi della Fondazione, tra i quali devono essere compresi: l'assemblea; il presidente; il consiglio di amministrazione; il collegio dei revisori dei conti.
Lo statuto (comma 6) definisce altresì le funzioni, la composizione e le modalità di nomina degli organi della Fondazione.
Infine, in base al comma 7, alla Fondazione è concesso un contributo annuo di 500.000 euro per ciascuno degli anni 2012 e 2013.

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Segnala, altresì, che l'articolo 11, recante la norma di copertura finanziaria, prevede (comma 1) che agli oneri derivanti dalla proposta di legge in esame e, dunque, anche dall'articolo 3 si provvede mediante corrispondente riduzione delle proiezioni, per gli anni 2012 e 2013, dello stanziamento del fondo speciale di parte corrente iscritto, ai fini del bilancio triennale 2011-2013, nell'ambito del programma «Fondi di riserva e speciali» della missione «Fondi da ripartire» dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno 2011, allo scopo parzialmente utilizzando l'accantonamento relativo al Ministero del lavoro e delle politiche sociali.
Alla luce di quanto esposto, formula, infine, una proposta di parere favorevole sul provvedimento in esame.

Gero GRASSI, presidente, nessuno chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 15.35.