CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 19 aprile 2011
470.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Giustizia (II)
COMUNICATO
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AUDIZIONI INFORMALI

Martedì 19 aprile 2011.

Audizione del professore Raffaele Caterina, ordinario di diritto privato presso l'Università di Torino, di rappresentanti di Confedilizia, Confabitare, Associazione nazionale amministratori condominiali e immobiliari (ANACI) e Federcasa, nonché seguito dell'audizione del professore Michele Costantino, ordinario di diritto privato presso l'Università di Bari, e del dottor Raffaele Corona, già Presidente della II sezione civile della Corte di cassazione, in relazione Pag. 42
all'esame della proposta di legge C. 4041, approvata dal Senato, e delle abbinate proposte, recanti modifiche alla disciplina del condominio negli edifici.

L'audizione informale è stata svolta dalle 12.10 alle 13.50.

SEDE CONSULTIVA

Martedì 19 aprile 2011. - Presidenza del vice presidente Fulvio FOLLEGOT. - Intervengono i sottosegretari di Stato per la giustizia Maria Elisabetta Alberti Casellati e Giacomo Caliendo.

La seduta comincia alle 13.50.

Documento di economia e finanza 2011.
Doc. LVII, n. 4.
(Parere alla V Commissione).
(Esame e conclusione - Parere favorevole).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

Fulvio FOLLEGOT, presidente e relatore, prima di svolgere la relazione ricorda che la Commissione, così come tutte le altre Commissioni, è chiamata ad esprimere il parere alla V Commissione sul documento di economia e finanza entro mercoledì prossimo.
Considerato che non sono previste altre convocazioni della Commissione Giustizia in questa settimana e che mercoledì prossimo la Commissione sarà impegnata in Aula nella seduta antimeridiana per la discussione sulle linee generali del testo unificato sulla Corte penale internazione, si è stabilito di esprimere oggi il parere.
In merito al Documento di economia e finanza 2011 (DEF), approvato dal consiglio dei ministri 13 aprile 2011, osserva che questo costituisce il nuovo documento di programmazione economica e finanziaria - delineato dalla legge 7 aprile 2011, n. 39 di riforma della legge di contabilità e finanza pubblica. Il DEF sostituisce la Decisione di finanza pubblica (DFP), che ha rappresentato, lo scorso anno, il Documento programmatorio per gli anni 2011-2013.
Il Programma Nazionale di Riforma allegato al Documento di Economia e Finanza 2011 non espone in modo analitico le linee guida che dovrebbero informare l'azione del Governo nel settore della giustizia.
Ciò nonostante, in sede di premessa (punto L), il Governo inserisce tra le priorità della propria azione la riforma del processo civile, attraverso l'introduzione di ulteriori meccanismi di deflazione ed accelerazione dei processi, al fine di «abbattere drasticamente lo stock delle liti pendenti», che vengono quantificate in 5 milioni e 600 mila, «a partire da settori dove per l'amministrazione pubblica (a partire dall'INPS) il tasso di soccombenza-costo è suicida».
Ciò dovrebbe consentire al Governo di liberare risorse per «riorganizzare e fare funzionare un servizio pubblico essenziale, tanto per la società quanto per l'economia, come è quello della giustizia».
Nell'ambito del capitolo del Documento di economia e finanza dedicato alle riforme dell'Italia il Governo, alla voce «Mercato dei prodotti e pubblica amministrazione», sottolinea come «a completamento delle azioni di riforma volte ad accrescere il benessere dei cittadini e delle imprese», sia stato recentemente approvato un disegno di legge costituzionale per la riforma della giustizia. Il disegno di legge AC. 4275 è stato assegnato alle Commissioni riunite Affari Costituzionali e Giustizia, che non ne hanno ancora avviato l'esame.
Infine, nella tabella che chiude il Documento, il Governo ha inserito tra le misure della macro-area di intervento «Mercato dei prodotti, concorrenza ed efficienza amministrativa», la Riforma della giustizia (punto n. 27) che ha come fondamento la decisione del Consiglio dei ministri del 10 marzo scorso nell'ambito della quale sono state approvate «norme costituzionali ed ordinarie circa l'ordinamento dei magistrati, le modalità di esercizio dell'azione penale, i diritti di difesa

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dell'imputato e le azioni disciplinari del Ministero della Giustizia verso i giudici ed i pubblici ministeri». L'attuazione di tale riforma, che non dovrà comportare oneri per la finanza pubblica, dovrebbe concorrere a «liberare le potenzialità del mercato unico».
Propone pertanto di esprimere parere favorevole.
Avverte che i gruppi IDV e PD hanno già presentato rispettivamente due proposte alternative di parere (vedi allegati 1 e 2) che saranno poste in votazione solo ove venisse respinta la proposta del relatore.

Donatella FERRANTI (PD) ritiene che il DEF sia estremamente superficiale, astratto, molto distante dalle concrete problematiche relative alla giustizia, che vengono assolutamente trascurate, spesso illogico e redatto addirittura con un linguaggio improprio e giuridicamente non corretto.
Illustra quindi la proposta alternativa di parere del PD.
Sottolinea, in particolare, come, nonostante l'impegno apparentemente assunto nell'ambito del DEF, il Governo e la maggioranza, avendo come unico scopo quello di curare gli interessi del Presidente del Consiglio, si preoccupino esclusivamente di abbreviare i tempi del processo penale, trascurando la crisi in cui versa la giustizia civile. Rileva come anche il disegno di legge costituzionale di riforma della giustizia sarà ininfluente e non apporterà alcun beneficio alla giustizia civile.

Cinzia CAPANO (PD) rileva come il DEF sia pieno di affermazioni estremamente fantasiose, riferendosi in particolare a quelle relative agli interventi normativi di questa maggioranza sul processo civile, che in realtà, quando non sono stati totalmente ininfluenti, hanno comunque aggravato la situazione della giustizia civile. Cita, in particolare, il sostanziale fallimento della cognizione sommaria, la mancata attuazione della delega relativa alla semplificazione dei riti ed i gravi vizi di incostituzionalità che inficiano l'istituto della cosiddetta «media-conciliazione», immediatamente posto al vaglio della Coste Costituzionale.
Ritiene che le problematiche della giustizia civile siano affrontate con una logica aziendalista e completamente erronea, volta a ridurre i flussi in entrata ed ad aumentare i flussi in uscita. Ricorda come invece il vero problema sia quello di assegnare adeguate risorse alla giustizia e di migliorarne l'organizzazione. Sotto questo profilo ritiene che sarebbe necessario disporre un'indagine conoscitiva per verificare il livello di informatizzazione degli uffici giudiziari, rispetto al quale il Ministero della giustizia risulta essere molto negligente. Sottolinea, infine, come la cosiddetta «riforma epocale» della giustizia non libererà affatto le energie e potenzialità del mercato unico ma, secondo la logica della prevalenza del più forte, rafforzerà soprattutto le attività economiche delle organizzazioni criminali.

Manlio CONTENTO (PdL) sottolinea come il documento in esame si collochi nel contesto delle nuove regole previste dall'Unione europea sulla politica economica degli Stati membri e come tale nuovo contesto ne spieghi il contenuto programmatico. Evidenzia, tuttavia come vi siano taluni elementi di debolezza e ritiene che si debba procedere al più presto all'attuazione della delega sulla semplificazione dei riti del processo civile. Ritiene peraltro che la riduzione dei riti non sia sufficiente a risolvere il problema del carico pendente della giustizia civile, occorrendo a tal fine taluni interventi di natura straordinaria.

Il Sottosegretario Giacomo CALIENDO ricorda all'onorevole Capano come il termine per l'esercizio della delega volta a semplificare i riti del processo civile non sia ancora scaduta.

Federico PALOMBA (IdV) osserva come la condizione indispensabile per ogni riforma della giustizia sia rappresentata da risorse finanziarie adeguate, idee e volontà di investire sull'efficienza della giustizia. Cose che mancano del tutto nel DEF.

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Prima di tutto ribadisce come condizione indispensabile per ogni riforma strutturale del settore giustizia sia la disponibilità di risorse finanziarie adeguate: ed invece queste, nel tempo, si sono andate assottigliando sempre di più fino a raggiungere un livello assai basso.
Si è assistito e si assiste alla reiterazione da parte di questo Governo di scelte che, dal punto di vista delle politiche finanziarie, delle dotazioni infrastrutturali, delle politiche del personale e del quadro normativo, non vanno in tale direzione. Esse non solo procedono in direzione diametralmente opposta a quella auspicata dagli operatori del settore ma anche a quella suggerita, più semplicemente, dal «buon senso» e dalla buona amministrazione ordinaria.
Il settore giustizia negli ultimi dieci anni, otto dei quali governati dal centrodestra, non ha visto alcuna riforma strutturale corrispondente ad un impianto complessivo e strategico di rilancio, mentre le poche riforme avviate in passato hanno incontrato ostacoli applicativi e rilevanti problemi in sede di attuazione, non da ultimi a causa delle ripetute e sostanziali decurtazioni di risorse al bilancio dell'amministrazione.
A questo proposito ricorda che la scopertura degli uffici è un'emergenza assoluta: mancano oggi più di mille magistrati su un organico di novemila. Dato già di per sé allarmante, ma che preoccupa ancor di più se si pensa che l'ultima legge di stabilità ha previsto il blocco delle assunzioni fino al 2013 e che attualmente mancano le risorse economiche necessarie all'assunzione dei vincitori dell'ultimo concorso. A ciò si aggiunga che i vincitori del penultimo concorso sono stati assunti finanziando la spesa con un aumento di 3 euro del contributo unificato.
Come riporta il rapporto Cepej, in Italia le sopravvenienze civili annue contenziose di primo grado per ogni giudice ammontano a 438,06, contro le 224,15 della Francia e le 54,86 della Germania. Se poi si passa ad esaminare i procedimenti penali e civili per ogni grado, definiti per ogni giudice, emerge con evidenza lo sforzo della magistratura per portare a termine i processi. Nel civile il dato è di 411,33 per l'Italia, di 215,67 per la Francia e di 78,86 per la Germania. Nel penale 181,09 per l'Italia, 87,06 per la Francia, 42,91 per la Germania.
E non è certo motivo di vanto e di orgoglio per il nostro Paese che il rapporto Doing Business 2011 della Banca mondiale, che annualmente indica i Paesi in cui è vantaggioso investire, pubblicato qualche tempo fa, ancora collochi l'Italia all'ottantesimo posto (su centottantatre). È, dunque, ben vero che un investitore di qualsiasi nazionalità, tra le spinte all'investimento in un Paese europeo, soppesi anche tempi e costi di recupero di un credito per valutare la convenienza a investire in Italia - come evidenzia l'ultima relazione sull'amministrazione della giustizia dell'anno 2009 -, ma nella sua decisione peseranno soprattutto i tempi sicuramente lunghi delle autorizzazioni, gli appalti opachi, i ritardi nei pagamenti della pubblica amministrazione.
Inoltre, un'imponente e disordinata produzione legislativa di emergenza si è sovrapposta in modo irrazionale causando incertezze ed instabilità nella disciplina processuale ed una ancor più grave precarietà sul piano organizzativo, determinando tra gli operatori una diffusa insoddisfazione La cultura giuridica processual-civilista e gli operatori stanno incominciando a confrontarsi con alcune novità contenute nella mini-riforma del processo civile entrata in vigore nel luglio dello sorso anno. È ancora presto per dire se produrrà effetti positivi. Per ora possiamo solo dire che essa avrebbe potuto essere gestita diversamente, con un respiro diverso e con apporti più qualificati se, invece che essere contenuta all'interno di un provvedimento di carattere economico collegato alla finanziaria (circostanza che non ne ha consentito l'assegnazione in sede referente alla Commissione giustizia) se fatta oggetto di uno specifico provvedimento discusso nella commissione competente

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avrebbe potuto giovarsi di apporti culturalmente ed operativamente più validi.
È convinzione ormai appurata che l'esigenza primaria e reale del nostro sistema giudiziario va individuata nell'oggettiva inadeguatezza della nostra giustizia civile rispetto al comportamento della nostra società, anche in un'ottica di competitività economica europea ed internazionale. Lo stato di totale paralisi dei tribunali, di merito e di legittimità, e la sfiducia di cittadini ed imprese nella capacità del sistema giudiziario civile di dirimere giustizia e di risolvere le controversie, sono sotto gli occhi di tutti e rendono evidente come l'intervento del legislatore anche sulle regole del processo civile sia episodico ed emergenziale, ed abbia perciò ormai fallito.
Si deve rilevare che ciò è il frutto in primo luogo della mancata soluzione di diverse questioni a monte che rendono l'organizzazione ingestibile: irrazionale distribuzione degli uffici; irrazionale distribuzione dei magistrati negli uffici (piante organiche sperequate); incontrollata distribuzione del lavoro tra i magistrati ed assenza di dati e controlli effettivi sulla produttività degli uffici e dei singoli; attribuzione da parte di molti dirigenti ai magistrati onorari di affari anche al di fuori delle ipotesi previste, vuoti cronici d'organico e stasi dei concorsi ordinari.
Questa preziosa risorsa in tempi brevi dovrà trovare una più adeguata collocazione nell'ambito dell'ordinamento giudiziario attraverso una riforma radicale ed un riordino dei ruoli che non meritano di essere ulteriormente differiti, senza la politica delle infinite proroghe. Una riforma dovrà riguardare il mantenimento della distinzione tra magistrati onorari nei tribunali e nelle procure (che agiscono in sostituzione dei magistrati ordinari) e giudici di pace, che operano autonomamente, ma senza stabilizzazione. E sarà importante stabilire i diversi criteri di reclutamento e formazione come pure l'uniformità retributiva.
È dunque necessario pensare ad una riforma organica del processo civile che tenga conto delle diverse realtà e finalità di un ricorso alla giustizia: è evidente ormai come un'unica regole processuale non possa più valere contemporaneamente a disciplinare, tutte le istanze di giustizia che vanno certamente soddisfatte, ma ciascuna in ragione della propria peculiarità e con regole processuali differenti. Tali regole devono basarsi sul principio pacificamente riconosciuto come diritto dei cittadini, che il processo civile deve con concludersi in tempi brevissimi.
La semplificazione dei riti, è affidata ad una decreto legislativo, ma bisogna fare in modo di coinvolgere studiosi ed operatori, per evitare proprio che si vanifichi la semplificazione e che magari il rito sommario ne rappresenti uno in più.
L'organizzazione degli uffici è un profilo essenziale e prioritario per la giustizia civile e penale e in questo quadro è necessario utilizzare in modo appropriato la magistratura onoraria.
Alla riorganizzazione degli uffici si deve giungere attraverso: la rideterminazione delle piante organiche (attualmente vedono una sovrabbondanza di figure di livello basso); la individuazione di mansioni nuove necessariamente figlie del nuovo modello e conseguentemente provvedere alla necessaria formazione; l'obbligatorietà del processo telematico; l'assunzione di personale qualificato.
Inoltre, purtroppo, è stata abbandonata precocemente ed inspiegabilmente la proposta di istituire normativamente il cosiddetto «ufficio per il processo».
Raccomanda pertanto l'approvazione della proposta alternativa di parere presentata dal proprio gruppo.

Il Sottosegretario Giacomo CALIENDO condivide l'intervento dell'onorevole Contento nella parte in cui si evidenzia come il contenuto del DEF sia sostanzialmente vincolato dal nuovo contesto delle regole stabilite dall'Unione europea.

Fulvio FOLLEGOT, presidente e relatore, nessun altro chiedendo di intervenire, pone in votazione la propria proposta di parere favorevole. Avverte che in caso di

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approvazione di quest'ultima non saranno poste in votazione le proposte alternative di parere presentate dai gruppi del PD e dell'IDV.

La Commissione approva la proposta di parere favorevole del relatore.

DL 26/11 Misure urgenti per garantire l'ordinato svolgimento delle assemblee societarie annuali.
C. 4219 Governo.
(Parere alla VI Commissione).
(Esame e conclusione - Parere favorevole).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

Roberto CASSINELLI (PdL), relatore, osserva che il provvedimento in esame consente di posticipare i termini per la convocazione dell'assemblea annuale successiva alla chiusura dell'esercizio 2010, in favore di alcune tipologie di società quotate.
Come ricorda la relazione illustrativa (e come specifica l'articolo 1, comma 1 del provvedimento), nella prossima stagione assembleare le società dovranno applicare le norme del d.lgs. 27 gennaio 2010, n. 27, che ha recepito nell'ordinamento italiano la direttiva 2007/36/CE concernente l'esercizio di alcuni diritti degli azionisti di società quotate.
Tale provvedimento ha apportato rilevanti modifiche alla normativa vigente in materia di intervento in assemblea e diritto di voto.
L'articolo 1, comma 1,del provvedimento in esame - in deroga alle disposizioni vigenti - consente lo slittamento, da 120 a 180 giorni dalla chiusura dell'esercizio 2010, dei termini per la convocazione dell'assemblea annuale, anche qualora tale possibilità non sia prevista dallo statuto, in favore di alcune tipologie di emittenti.
Il posticipo interessa le società cui si applica l'articolo 154-ter del TUF, ovvero gli emittenti quotati che hanno l'Italia come Stato membro d'origine, investiti dall'obbligo di pubblicare alcune relazioni finanziarie a cadenza periodica (relazione finanziaria annuale, semestrale, resoconto intermedio di gestione).
Il comma 2 dell'articolo 1 consente alle predette società, ove al 27 marzo 2011 (data di entrata in vigore del decreto-legge in commento) abbiano già pubblicato l'avviso di convocazione dell'assemblea annuale, di convocare l'assemblea, in prima o unica convocazione, a nuova data.
La nuova convocazione è possibile solo ove non sia decorso, con riferimento all'assemblea originariamente convocata, il termine per l'invio delle comunicazioni che legittimano all'intervento in assemblea e all'esercizio del diritto di voto nelle società italiane con azioni ammesse alla negoziazione nei mercati regolamentati o nei sistemi multilaterali di negoziazione italiani o di altri Paesi dell'Unione europea, con il consenso dell'emittente.
Le disposizioni contemplano poi il caso in cui l'assemblea sia stata convocata anche per la nomina dei componenti degli organi societari. Viene mantenuta anche per la nuova convocazione la validità delle liste già depositate presso l'emittente, con facoltà di presentarne di nuove nel rispetto dei termini previsti dalla legge
La possibilità di rinvio a nuova data è estesa, infine, anche all'assemblea straordinaria convocata con il medesimo avviso.
L'articolo 2 dispone che il decreto-legge entri in vigore il 27 marzo 2011 (giorno successivo alla sua pubblicazione in Gazzetta Ufficiale).
Propone quindi di esprimere parere favorevole.

Nessuno chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere favorevole del relatore.

La seduta termina alle 14.25.

INTERROGAZIONI

Martedì 19 aprile 2011. - Presidenza del vice presidente Fulvio FOLLEGOT. - Interviene il sottosegretario di Stato per la giustizia Giacomo Caliendo.

La seduta comincia alle 14.25.

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5-04582 Bernardini: Sulle gravi condizioni di trattamento dei detenuti nella Casa circondariale di Messina.

Il sottosegretario Giacomo CALIENDO risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 3). Ritenendo che nella Casa circondariale in questione evidentemente esistano dei problemi seri, dichiara che nel mese di maggio si recherà a Messina per verificare personalmente la situazione.

Rita BERNARDINI (PD), replicando, ritiene molto positiva l'ultima dichiarazione del rappresentante del Governo. Sottolinea, tuttavia, come nel complesso la risposta sia lacunosa, imprecisa e, in alcune parti, assolutamente non corrispondente a verità. Descrive quindi la situazione in cui versa l'istituto penitenziario in questione definendola vergognosa e profondamente degradata. Ricorda altresì di avere effettuato due visite presso la Casa circondariale di Messina e come, nel corso della seconda visita, abbia ravvisato una situazione ulteriormente deteriorata. Ritiene urgente che siano rivisti e rivalutati tutti i dati relativi alla capienza regolamentare degli istituti penitenziari.

Fulvio FOLLEGOT, presidente, dichiara concluso lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno.

La seduta termina alle 14.45.

SEDE REFERENTE

Martedì 19 aprile 2011. - Presidenza del vice presidente Fulvio FOLLEGOT. - Interviene il sottosegretario di Stato per la giustizia Giacomo Caliendo.

La seduta comincia alle 14.45.

Circostanza aggravante relativa all'aver provocato dissesto finanziario.
C. 2996 Reguzzoni.

(Esame e rinvio).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

Luca Rodolfo PAOLINI (LNP), relatore, sottolinea come la proposta di legge, composta da un solo articolo, sia sicuramente molto semplice nella sua struttura normativa ma estremamente importante nel suo contenuto, in quanto interviene in una materia, quella del mercato finanziario e del pubblico risparmio, nel quale la tutela dei soggetti più deboli risulta essere nei fatti sempre inadeguata.
In particolare, il provvedimento è diretto a modificare l'articolo 112 del codice penale che, in relazione al concorso di persone nel reato, disciplina in via generale le circostanze aggravanti. La nuova circostanza consiste in un aumento di pena nei confronti di colui che abbia causato un dissesto finanziario di notevoli proporzioni, atto a danneggiare il pubblico risparmio.
Nella relazione di accompagnamento si fa riferimento espressamente, per giustificare la ratio del provvedimento, ai casi delle società Parmalat e Cirio e di molte altre società quotate in borsa nonché alla vendita al pubblico di prodotti finanziari non conformi alla normativa vigente, che hanno creato gravissimi pregiudizi a danno dei risparmiatori.
Si prevede inoltre che la nuova aggravante si applichi anche qualora taluno dei partecipanti al fatto di reato non sia imputabile o punibile.
Per quanto, come si è detto, si tratti di una proposta di legge non complessa dal punto di vista della formulazione normativa, tuttavia vi sono alcune questioni di natura strettamente tecnico-giuridica sulle quali la Commissione si dovrebbe soffermare.
In primo luogo è da chiedersi se sia corretta la collocazione sistematica della nuova circostanza aggravante nell'ambito delle disposizioni relative al concorso di persone nel reato. Tale scelta determina una applicazione della circostanza ai soli casi in cui vi sia un concorso di persone nel reato e il reo abbia agito contribuendo a creare condizioni di dissesto finanziario. Qui si pone una ulteriore questione: l'individuazione

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della nozione di dissesto finanziario. A tale proposito si ricorda che viene fatto riferimento al dissesto finanziario nei reati fallimentari, ma c'è da chiedersi se questa nozione possa essere utilizzata per la nuova circostanza aggravante.
Inoltre si dovrà chiarire quando gli effetti sui pubblici mercati o il danneggiamento del pubblico risparmio siano tali da assumere rilevanza penale ai fini dell'applicazione della circostanza aggravante. Si deve poi tenere conto che l'espressione «pubblici mercati» non trova riscontro nella normativa del settore finanziario. Occorrerebbe in proposito specificare se con essa si intendano i mercati finanziari o i mercati regolamentati.
Per quanto attiene alla nozione di pubblico risparmio, essa si ritrova nel testo unico sulla intermediazione finanziaria, in riferimento alla collocazione presso il pubblico di strumenti e prodotti finanziari.
Ricorda infine che la legislazione vigente già prevede una circostanza aggravante speciale per il reato di false comunicazioni sociali in danno della società, dei soci o dei creditori, previsto dall'articolo 2622 c.c., che si applica quando il fatto riguarda società con azioni quotate e «cagiona un grave nocumento ai risparmiatori». La norma reca anche la definizione di grave nocumento ai risparmiatori.

Fulvio FOLLEGOT, presidente, nessuno chiedendo di intervenire rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

Disposizioni in materia di adozioni da parte delle famiglie affidatarie.
C. 3459 Vassallo, C. 3854 Savino e C. 4077 Motta.
(Seguito dell'esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame dei provvedimenti, rinviato il 14 aprile 2011.

Francesco Paolo SISTO (PdL), relatore, preannuncia la presentazione di una proposta di testo unificato che possa servire da linea guida per l'esame delle proposte di legge all'ordine del giorno, non appena sarà assegnata alla Commissione la proposta di legge presentata nei giorni scorsi dall'onorevole Lupi avente ad oggetto specifico il rapporto tra l'istituto dell'adozione e quello dell'affidamento.

Donatella FERRANTI (PD), preso atto della dichiarazione del relatore, ribadisce l'esigenza che la Commissione proceda ad alcune audizioni al fine di approfondire diversi profili problematici relativi ai rapporti tra l'adozione e l'affidamento.

Fulvio FOLLEGOT, presidente, nessuno altro chiedendo di intervenire rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

Disposizioni sulla Corte penale internazionale.
C. 1439 Melchiorre, C. 1782 Di Pietro, C. 2445 Bernardini e C. 1695 Gozi.
(Seguito dell'esame e conclusione).

La Commissione prosegue l'esame dei provvedimenti, rinviato il 6 aprile 2011.

Fulvio FOLLEGOT, presidente, rileva che le proposte di legge in esame sono inserite nel calendario dell'Assemblea a partire dalla seduta antimeridiana di mercoledì 27 aprile prossimo.
Oggi pertanto una volta che saranno acquisiti i pareri delle Commissioni competenti si concluderà l'esame in sede referente.
A tale proposito segnalo che, fino a questo momento, sono stati espressi i pareri solo delle Commissioni I, III, IV e VIII e che le Commissioni V, VII e XII sono convocate oggi per esprimere il parere.
Per quanto attiene ai pareri già espressi, segnala che la III Commissione ha apposto al parere favorevole un'osservazione volta a coinvolgere maggiormente il Ministero degli esteri ai fini dell'eventuale intesa da raggiungere nella cura dei rapporti con la Corte penale internazionale,

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affidata in via principale al Ministro della giustizia e in materia di trasmissione di atti e documenti.
In attesa dei pareri ancora non espressi sospendo la seduta che riprenderà alle 15.45.

La seduta sospesa alle 14.55, riprende alle 15.55.

Fulvio FOLLEGOT, presidente, avverte che le Commissioni V, VII e XII hanno espresso il parere di competenza sul testo in esame. Mentre le Commissioni VII e XII hanno espresso il nulla osta all'ulteriore proseguimento dell'esame del provvedimento, la V Commissione ha apposto tre condizioni, ai sensi dell'articolo 81, quarto comma, della Costituzione al proprio parere favorevole.

Roberto RAO (UdC), relatore, intervenendo in merito ai pareri espressi dalle Commissioni competenti, si sofferma sulla osservazione contenuta nel parere della III Commissione assicurando che di essa si terrà conto in occasione dell'esame in Assemblea. Per quanto attiene alle condizioni apposte dalla V Commissione, rileva l'estremo rigore con il quale la Commissione bilancio anche in questo caso ha esaminato il provvedimento sottoposto al suo parere. Pur ritenendo che la clausola di neutralità finanziaria, secondo la quale all'attuazione della legge si provvede nell'ambito delle risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente e, comunque, senza nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio dello Stato e pur rilevando come la soppressione del comma 6 dell'articolo 4 sia eccessiva rispetto a quanto motivato nella premessa, presenta tre emendamenti (vedi allegato 4) volti a recepire le condizioni poste dalla Commissione bilancio.

La Commissione con distinte votazioni approva gli emendamenti del relatore 4.100 e 20.100 nonché l'articolo aggiuntivo del relatore 22.0100.

La Commissione delibera di conferire il mandato al relatore, onorevole Rao, di riferire in senso favorevole all'Assemblea sul provvedimento in esame. Delibera altresì di chiedere l'autorizzazione a riferire oralmente.

Fulvio FOLLEGOT, presidente, si riserva di designare i componenti del Comitato dei nove sulla base delle indicazioni dei gruppi.

La seduta termina alle 16.05.

AVVERTENZA

I seguenti punti all'ordine del giorno non sono stati trattati:

SEDE REFERENTE

Riforma delle professioni regolamentate.
C. 503 Siliquini e C. 3581 Lulli.

SEDE LEGISLATIVA

Disposizioni in materia di usura e di estorsione, nonché di composizione delle crisi da sovraindebitamento.
C. 2364-728-1944-2564-A.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI.