CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 6 aprile 2011
464.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Commissioni Riunite (I e IV)
COMUNICATO
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SEDE REFERENTE

Mercoledì 6 aprile 2011. - Presidenza del presidente della IV Commissione Edmondo CIRIELLI. - Interviene il sottosegretario di Stato per la difesa, Guido Crosetto.

La seduta comincia alle 14.10.

DL 27/2011: Misure urgenti per la corresponsione di assegni una tantum al personale delle Forze di polizia, delle Forze armate e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco.
C. 4220 Governo.

(Seguito dell'esame e rinvio).

Le Commissioni riunite proseguono l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 5 aprile 2011.

Alessandro NACCARATO (PD) rileva l'incoerenza degli interventi del Governo sul personale del comparto difesa, sicurezza e soccorso pubblico, ricordando come il decreto-legge n. 78 del 2010 abbia, da una parte, bloccato per il triennio 2011-2013 le retribuzioni di tutti i dipendenti pubblici, compresi quelli del comparto in questione e, dall'altra parte, istituito un fondo per neutralizzare in parte l'effetto di queste misure nei confronti del personale del medesimo comparto. Poiché, d'altra parte, i sindacati dei lavoratori del comparto hanno indetto lo stato di agitazione, il Governo, con il decreto-legge in esame, ha rimpinguato il fondo, ma avvalendosi delle risorse previste dal comma 155 dell'articolo 3 della legge finanziaria per il 2004, che erano destinate al riallineamento delle posizioni di carriera del personale delle forze armate e al riordino dei ruoli e delle carriere di parte del personale delle forze armate e delle forze di polizia. In altre parole, per far fronte a un'emergenza, il Governo ne ha creata un'altra, tradendo, tra l'altro, gli impegni assunti per il riordino dei ruoli e delle carriere e per il riconoscimento della specificità del comparto della difesa, della sicurezza e del soccorso pubblico: specificità che non è certamente riconosciuta con assegni una tantum.
Fa presente, poi, che sotto il profilo quantitativo le somme stanziate dal decreto-legge sono irrisorie e molto al di sotto delle aspettative del personale del comparto: una volta divise tra i 400 mila

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addetti, le risorse del decreto daranno luogo ad aumenti una tantum medi di 25 euro.
Conclude osservando che i problemi creati dal decreto-legge n. 78 del 2010 con il blocco degli effetti economici delle promozioni e delle assunzioni di funzioni diverse non possono essere risolti con interventi eccezionali, ma soltanto con misure strutturali.

Edmondo CIRIELLI, presidente della IV Commissione, giudica importanti le osservazioni del deputato Naccarato sul tema del riordino delle carriere, questione sulla quale le Forze armate stanno da tempo attendendo un intervento legislativo. Riguardo a tale tema osserva, da una parte, che l'insufficienza delle risorse stanziate nella legge finanziaria nel 2004 risultava già allora del tutto evidente, dall'altra, pone in evidenza che il Governo si era fatto partecipe dell'esigenza di riconoscere la specificità del comparto difesa e sicurezza - avvenuta con una disposizione normativa - ma finora non aveva ancora provveduto a far conseguire a tale riconoscimento alcun concreto contenuto economico. Valuta quindi positivamente la decisione del Governo di voler attribuire alle forze del comparto sicurezza e difesa un contributo una tantum a riconoscimento della specificità. Ritiene, altresì, auspicabile che il Governo, sollecitato a ciò dalle Commissioni I e IV, ripristini integralmente il fondo destinato al riordino delle carriere al fine di consentire alle stesse di poter varare un provvedimento di riforma organica, su cui rimarca l'interesse della Commissione Difesa.

Mario TASSONE (UdC), rilevata l'assenza del rappresentante del Governo, osserva che sarebbe opportuno che almeno alle sedute delle Commissioni per l'esame dei disegni di legge di conversione dei decreti-legge il Governo assicurasse la presenza di un proprio rappresentante. Sul merito, osserva poi che l'intervento previsto dal provvedimento in esame non ha senso se non si accompagna al riordino delle carriere, e rappresenta anzi una risposta insufficiente e inutile a problemi veri.

Edmondo CIRIELLI, presidente della IV Commissione, nel concordare con i rilievi formulati testé dal deputato Tassone, esprime il suo disappunto per la mancata presenza del rappresentante del Governo.

Augusto DI STANISLAO (IdV), ritiene che il decreto-legge in esame persegua un fine nobile, ma che le misure messe in atto risultino deboli. Auspica, dunque, che le Commissioni possano svolgere un ruolo propositivo e che, attraverso miglioramenti unanimemente condivisi, il provvedimento in esame possa costituire qualcosa di più che un provvedimento tampone.

Edmondo CIRIELLI, presidente della IV Commissione, nel rivolgere il saluto al sottosegretario Crosetto, lo informa che alcuni membri delle Commissioni hanno censurato la mancata presenza del rappresentante del Governo all'inizio della seduta.

Il sottosegretario Guido CROSETTO, scusandosi per il ritardo, fa presente che esso è stato originato da un contrattempo. Ribadisce comunque la massima considerazione del Governo nei confronti del Parlamento e dei dibattiti che in esso si originano.

Giovanna PETRENGA (PdL) ritiene che sia stato male interpretato un punto molto importante di questo provvedimento, ovvero quello riferito alla sua copertura finanziaria. Avere attinto dai fondi per il riordino dei ruoli e delle carriere di parte del personale delle Forze armate e delle Forze di polizia ha creato indubbiamente qualche rimostranza, tuttavia occorre nuovamente ricordare che lo scorso 23 marzo, in Consiglio dei ministri, e quindi contemporaneamente all'approvazione del decreto-legge in esame, è stato annunciato di voler procedere quanto prima alla predisposizione di un disegno di legge delega per il riordino dei ruoli e delle carriere del comparto sicurezza e difesa. Tale provvedimento,

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atteso da tutto il comparto, rappresenterebbe un intervento di fondamentale portata: il riordino andrebbe infatti ad incidere su una serie di disfunzioni e duplicazioni delle funzioni che ora sono causa di uno spreco di denaro, che diventerebbe finalmente disponibile per incrementi salariali e per accrescere e completare l'accezione della specificità del comparto sicurezza. Conclude, quindi, osservando che qualora il provvedimento venga presentato - auspicabilmente in tempi brevi - le Commissioni riunite dovrebbero dare il loro apporto, peraltro già concretizzatosi in sede di esame delle diverse proposte di legge di iniziativa parlamentare.

Augusto DI STANISLAO (IdV), manifesta il suo pieno consenso alle valutazioni testé formulate dall'onorevole Petrenga.

Giuseppe FALLICA (PdL) ritiene che il provvedimento all'esame costituisca un forte contributo alla concretizzazione della specificità normativa che nel 2010 è stata riconosciuta alle Forze di polizia, alle Forze armate e ai Vigili del fuoco dal cosiddetto «collegato al lavoro», fortemente voluto dal Governo, e che ha sottolineato la «insostituibilità, unicità e rilevanza svolta dal comparto sicurezza». Ricorda che ciò è espressamente sviluppato nel testo della disposizione citata e che, invece, in molti, purtroppo, si erano all'epoca espressi contro questa importante disposizione, perché non prevedeva contemporaneamente e concretamente aumenti salariali ma, a loro giudizio, una vaga promessa di un riconoscimento retributivo e previdenziale. Sottolinea invece che con questo provvedimento il Governo dimostra ancora una volta la serietà delle sue intenzioni e prosegue nel solco della politica volta a sostenere e finanziare la politica di sicurezza, approvando un decreto-legge ad hoc, dove finalmente la locuzione ad hoc viene usata non a sproposito.

Pier Fausto RECCHIA (PD) osserva come il dibattito in corso si stia sviluppando sulla falsa riga del «meglio di niente». In realtà, reputa che il provvedimento in esame sia molto più vicino al niente che al meglio. Infatti, spalmando l'intero stanziamento che il decreto-legge destina al contributo una tantum su tutti gli appartenenti al settore, si ottiene una cifra di circa 25 euro pro-capite. A suo avviso, il decreto-legge in esame è una conseguenza diretta dell'approvazione della norma sul blocco delle retribuzioni, recata dal decreto-legge n. 78 del 2010. Ricorda, quindi, come tale norma fu contrastata fin dall'inizio dal gruppo del Partito democratico e come su di essa non ci fu possibilità di modifica essendo stata posta la fiducia in Assemblea. Venendo alla copertura del provvedimento, evidenzia che i già scarsi stanziamenti presenti sul fondo per la specificità sono stati incrementati attingendo al fondo per il riordino delle carriere. A tale riguardo, osserva che se il Governo avesse voluto realmente attribuire un riconoscimento alla specificità, allora sarebbe stato necessario intervenire attraverso una copertura differente. Tra l'altro, rileva che nella procedura di adozione del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri che effettua il riparto del contributo si prevede che siano sentiti i ministri degli interni e della difesa, ma non anche le rappresentanze delle parti sociali che verrebbero così escluse da ogni forma di coinvolgimento. In conclusione, reputa necessario un intervento sul testo del provvedimento in fase emendativa che consenta una fase di contrattazione dei contenuti del suddetto provvedimento da parte delle associazioni sindacali e delle rappresentanze di categoria.

Edmondo CIRIELLI, presidente della IV Commissione, fa presente al sottosegretario Crosetto di aver svolto, nella prima parte del dibattito, alcune considerazioni in ordine alla necessità di portare avanti il processo di riordino delle carriere. Condivide l'esigenza, in questa fase, di utilizzare

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le risorse originariamente destinate a tale progetto per offrire un primo ristoro al personale del comparto che avrebbe subito pregiudizi dai tagli operati in modo indiscriminato sul pubblico impiego dal decreto n. 78 del giugno 2010, che peraltro a suo avviso potrebbe essere percepito come un ristoro significativo se corrisposto in un'unica soluzione. In un periodo di particolare ristrettezza delle risorse, ritiene che il Governo si muova correttamente in una linea di parziale sottrazione del comparto sicurezza ai necessari sacrifici che investono il resto del pubblico impiego, analogamente a quanto fatto in materia pensionistica ad inizio legislatura, facendo leva sul principio della specificità della natura e delle funzioni di coloro che operano in questo settore.

Maria Grazia LAGANÀ FORTUGNO (PD) osserva che il decreto in esame prevede la corresponsione al personale delle Forze di polizia, delle Forze armate e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco di un assegno una tantum che per il biennio 2011-2012 integra il fondo di 80 milioni di euro previsto dalla legge n. 122 del 2010 e che verrà erogato anche per l'anno 2013 mediante lo stanziamento di nuove risorse. Esso cerca di porre rimedio ad alcune delle norme contenute nella citata legge n. 122, che, come noto, prevedeva per il triennio 2011-2013 il blocco dei meccanismi automatici di adeguamento retributivo, nonché degli effetti economici legati alle progressioni di carriera. L'effetto che ne conseguiva era particolarmente deleterio in quanto, in seguito ad una promozione, vengono incrementate le responsabilità senza che un corrispondente incremento degli emolumenti. Tutto questo è contrario ad ogni logica se non addirittura incostituzionale. Ricorda che, proprio in considerazione dei prevedibili effetti devastanti di tale norma su organizzazioni basate su strutture gerarchiche e sulle responsabilità di comando, la stessa era stata decisamente criticata dal Partito democratico fin dal momento della sua presentazione, senza che però potessero essere votati gli emendamenti presentati a causa del ricorso al voto di fiducia. Anche i rappresentanti delle forze di polizia e gli organismi della rappresentanza militare, nonché il personale dei vigili del fuoco hanno manifestato in ogni circostanza la propria contrarietà per queste misure. L'ultima manifestazione delle forze di polizia, svolta di recente davanti all'abitazione del Presidente Berlusconi lo ha indotto - verosimilmente, in relazione alle note problematiche che lo vedono coinvolto in questo momento - ad impegnarsi con un provvedimento correttivo, tradottosi nel decreto-legge che stiamo esaminando.
Conclusivamente, ritiene doveroso fare alcune osservazioni sulle finalità, e sull'adeguatezza dei contenuti del provvedimento in esame. Esso rappresenta un'ulteriore promessa del Governo priva di validi contenuti sostanziali, in quanto la specificità dei comparti interessati, già da tempo formalmente riconosciuta, meriterebbe ben altri contenuti. Al riguardo, richiama l'attenzione sul fatto che in totale le risorse messe a disposizione per l'esigenza ammontano a 195 milioni di euro per il 2011 e il 2012 e 115 milioni per il 2013 e che, conseguentemente al personale dei tre comparti che ammonta a più di 400.000 persone, verrebbe riconosciuto un assegno una tantum di circa 25 euro. Siccome, prevedibilmente, la distribuzione non sarà uniforme, alcuni meno fortunati dovranno accontentarsi di valori ancora più bassi, circostanza che rende inaccettabile tale misura.
Pertanto, manifesta critiche in ordine all'utilizzo delle risorse che erano state programmate per il riordino delle carriere, da tempo atteso dal personale dei comparti sicurezza e difesa, come ha avuto modo di verificare in prima persona. Nota infine che la ripartizione dei fondi e la definizione quantitativa dell'una tantum non debba avvenga con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta dei Ministri competenti, così come previsto dal decreto in esame, bensì attraverso procedure di contrattazione e di

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concertazione con gli organismi sindacali e di rappresentanza.

Il sottosegretario Guido CROSETTO ritiene utile fornire alcuni chiarimenti sullo spirito dell'intervento legislativo, allo scopo di precisarne la platea di destinatari. A differenza di quanto rilevato da alcuni membri delle opposizioni, deve essere chiaro che l'importo stanziato non sarà suddiviso tra tutto il personale del comparto. L'obiettivo del decreto è invece quello di sterilizzare gli effetti pregiudizievoli derivanti dal blocco dei meccanismi di adeguamento retributivo e degli automatismi stipendiali disposti con la legge n. 122 del 2010. È evidente che l'assegno avrà quindi come destinatari soltanto coloro che hanno subito tali tagli e risponde all'esigenza di sanare situazioni di obiettiva difficoltà, anche in relazione al conferimento di incarichi superiori e di compensi ricevuti per le missioni svolte nell'anno precedente, che vengono computate nella massa stipendiale oggetto di congelamento. Sottolinea che la scelta del Governo di sottrarre il comparto da meccanismi di contenimento della spesa, inattuabile in precedenza per gli inevitabili effetti emulativi di altri settori, costituisce un concreto riconoscimento, anche se non nasconde le difficoltà di realizzare pienamente tali obiettivi nel triennio per il possibile aumento della platea dei soggetti che si troverebbero nelle condizioni di beneficiare dell'assegno a partire dal secondo anno.

Ettore ROSATO (PD) ringrazia il rappresentante del Governo per i chiarimenti forniti, dai quali si ricava agevolmente che l'Esecutivo ha ritenuto di tornare sui suoi passi per sanare i danni che aveva determinato con il decreto legge del giugno 2010, proprio con le norme più criticate dalle forze di opposizione. Per di più, l'obiettivo di sterilizzare i tagli subiti dal settore viene realizzato utilizzando risorse già destinate al comparto, e dunque senza nessuno stanziamento aggiuntivo. Si tratta di un'operazione che, lungi dal costituire un primo tassello di una riforma complessiva verso la costruzione di un nuovo modello di difesa, sembra invece miope e di piccolo cabotaggio, prestando il fianco ancora una volta a valutazioni aspramente critiche sulla conduzione della politica di settore da parte di un ministro che reputa essere il peggior ministro della difesa in assoluto ed anche il peggior ministro del governo Berlusconi.

Il sottosegretario Guido CROSETTO reputa inaccettabili le critiche al ministro La Russa, che ha sempre manifestato il massimo impegno a favore delle Forze armate con risultati che appaiono lusinghieri. Quanto all'esigenza di procedere nel solco di grandi riforme di sistema, ribadisce l'impegno del Governo sul programma di riordino delle carriere, segnalando che occorre comunque tenere conto delle risorse disponibili nel breve periodo, essendo necessari adeguati investimenti iniziali anche quando si intendono compiere azioni di risparmio e di razionalizzazione delle risorse.

Antonio RUGGHIA (PD) invita il sottosegretario ad esplicitare se l'erogazione dell'assegno una tantum avrà effetti sul piano pensionistico e se vi è un formale impegno del Governo a reintegrare ed implementare il fondo sul riordino delle carriere che viene prosciugato dal provvedimento in esame.

Mario TASSONE (UdC) ritiene che, alla luce dell'intervento del rappresentante del Governo, le preoccupazioni iniziali sulle scelte politiche del Governo in materia di personale del comparto difesa, sicurezza e soccorso pubblico non possano che aggravarsi. L'intervento disposto col decreto in esame costituisce una soluzione temporanea e insufficiente a un problema, quello della specificità del comparto nell'ambito della pubblica amministrazione, che richiede invece soluzioni strutturali. Occorre, per quanto riguarda in particolare

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le Forze armate, un nuovo modello di difesa. Auspica quindi che da parte del Governo venga qualche altra proposta per far fronte ai problemi del comparto.

Il sottosegretario Guido CROSETTO, rispondendo all'onorevole Rugghia, si riserva di comunicare alle Commissioni in modo dettagliato gli effetti sul piano pensionistico connessi alla corresponsione dell'assegno.

Edmondo CIRIELLI, presidente della IV Commissione, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 14.55.